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Autore: pampa98    06/01/2023    3 recensioni
"Questa storia è candidata agli Oscar della Penna 2024 indetti sul forum Ferisce la penna."
Canon-divergence. Harwin e Laenor non sono morti e sono rimasti tutti a vivere nella capitale. I personaggi hanno l'età che hanno nella 1x08.
Harwin!centric. Background Aegon/Jace, Aemond/Luke.
«Cosa farai in attesa del tuo turno di guardia?» chiese Larys, cambiando argomento. «Una visita alla principessa?»
«In realtà, pensavo di scendere nel cortile di addestramento e vedere se i principi hanno bisogno di un aiuto. Dovrebbero essere lì adesso.»
Larys storse le labbra, riflettendo. «Il principe Jacaerys credo sia in biblioteca. Almeno, avevo capito che doveva studiare, ma magari sono in errore.»
Harwin scosse la testa: suo fratello non era mai in errore. Si alzò dal tavolo, subito imitato dall’altro che fece leva sul bastone per reggersi in piedi.
«Allora andrò a vedere se lo trovo là» disse. «Un po’ di attività fisica all’aria aperta gli farà bene, ultimamente passa troppo tempo chinato sui libri.»
«Non posso che concordare.»
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aegon II Targaryen, Harwin Strong, Jacaerys Velaryon, Larys Strong
Note: What if? | Avvertimenti: Incest
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Scoperte indesiderate



 

«Grazie per l’invito, Larys. Mi era mancato pranzare con te.»

Larys sorrise, posando il mento sulle mani intrecciate sopra il pomello del bastone. 

«Anche a me, fratello» rispose. «Purtroppo essere il fedele servitore della regina è un compito che occupa la maggior parte del mio tempo. Sono certo che tu possa capire.»

Harwin annuì. «È un compito gravoso, ne sono consapevole.»

Non ne parlavano mai, perché esprimerlo a parole sarebbe stato un tradimento, e non avevano nemmeno mai avuto quel rapporto fraterno in cui non esistono segreti e ci si sente liberi di raccontare ogni recondito sentimento della propria anima all’altro. Non erano come Jace e Luke, sebbene ne condividessero il sangue. Forse somigliavano più ad Aegon e Aemond, con la differenza che sapevano mascherare il loro rapporto dietro strati di cortesia e gentilezza. Per Harwin non era difficile: anche se Larys non ci credeva, gli voleva bene davvero – e probabilmente anche suo fratello teneva a lui o non avrebbe parlato in suo favore quando aveva messo a rischio la sua posizione attaccando Criston Cole.
Ed entrambi condividevano la stessa debolezza: desideravano ciò che non potevano avere. 

«Cosa farai in attesa del tuo turno di guardia?» chiese Larys, cambiando argomento. «Una visita alla principessa?»

«In realtà, pensavo di scendere nel cortile di addestramento e vedere se i principi hanno bisogno di un aiuto. Dovrebbero essere lì adesso.»

Larys storse le labbra, riflettendo. «Il principe Jacaerys credo sia in biblioteca. Almeno, avevo capito che doveva studiare, ma magari sono in errore.»

Harwin scosse la testa: suo fratello non era mai in errore. Si alzò dal tavolo, subito imitato dall’altro che fece leva sul bastone per reggersi in piedi. 

«Allora andrò a vedere se lo trovo là» disse. «Un po’ di attività fisica all’aria aperta gli farà bene, ultimamente passa troppo tempo chinato sui libri.»

«Non posso che concordare.»

 

🐲

 

Harwin non era mai stato un amante della lettura. Preferiva l’azione alla staticità e le uniche volte che era entrato nella biblioteca della Fortezza Rossa erano state quando Aegon e Jace decidevano di non voler seguire le loro lezioni e lui era costretto a cercarli per tutto il castello. 

Quando entrò nella stanza piena di scaffali ricolmi di libri, notò che sul tavolo vicino all’ingresso c’erano un paio di volumi valyriani aperti, ma nessuna traccia di Jace. Suo figlio era molto ordinato, non avrebbe abbandonato la stanza senza riporre i libri al loro posto – a meno che non fosse stato distratto da qualcuno. Harwin avrebbe dovuto chiedere a Larys dove si trovasse Aegon in quel momento.

Camminò tra gli scaffali, controllando se Jace fosse lì: magari si era alzato per prendere un altro libro e lo avrebbe trovato intento a cercare di raggiungere il ripiano più alto, perché puntualmente i titoli che cercava erano sempre fuori dalla sua portata.
Per alcuni secondi non vide né sentì niente. Poi un rumore alla sua sinistra – libri che impattavano sul pavimento – catturò la sua attenzione. Si avvicinò, aspettandosi di trovare Jace, e fu infatti la sua voce quella che udì.

«Ecco perché non volevo farlo qui» disse. «Abbi un po’ di rispetto, questi sono testi antichi.»

«Potrebbero essere stati scritti dal primo domatore di draghi in persona, in questo momento non me ne fregherebbe un cazzo.»

Harwin si fermò. Roteò gli occhi al cielo: ovviamente suo figlio doveva essere insieme allo zio. 

«Ora saresti così gentile da riprendere quello che stavi facendo? È già la seconda volta che ti fermi per farmi un’inutile ramanzina, comincia a diventare seccan-»

Quell’ultima parola fu inghiottita da un suono simile a un gemito – ma Harwin non voleva classificarlo come tale, perché avrebbe significato che…

«Smettila di far cadere i libri e avrai tutto ciò che desideri» disse Jace, con un tono basso che Harwin non gli aveva mai sentito usare. Sembrava quasi… sensuale?

Poi i due ragazzi smisero di parlare, sostituendo le loro voci a suoni umidi e mugolii. Harwin aveva ricevuto abbastanza sesso orale nella vita da riconoscerne la melodia. Girò sui tacchi e uscì dalla stanza, giurando a se stesso che non avrebbe mai più suggerito a Jace di preferire l’attività fisica ai libri. 

 

🐝

 

«La missione in biblioteca non è andata a buon fine?»

Harwin per poco non andò a sbattere contro suo fratello, comparso all’improvviso in mezzo al corridoio.

«Oh, ehm, no. È con Aegon, stanno… studiando. Meglio lasciarli tranquilli.» 

Strinse le dita sull’elsa della spada, cercando il contatto freddo del metallo per dimenticare ciò che aveva sentito. Larys notò la sua agitazione e gli rivolse un sorriso comprensivo, che tuttavia non riuscì a mascherare la sfumatura di divertimento agli occhi esperti del fratello. 

«Aegon è più dotato di quanto sembri» gli disse il Maestro dei Sussurri. «Sono certo che studiare con lui sarà solo di giovamento al giovane principe.»

«Anche troppo» borbottò tra i denti. «Tu sapevi che era con lui, vero?»

Larys sbatté le palpebre. «Sì. Oh, perdonami, avevo dimenticato di dirtelo?»

Harwin scosse la testa. «Non preoccuparti.»
Strinse il ponte del naso tra pollice e indice, e sospirò. Magari Luke avrebbe avuto voglia di allenarsi: non amava l’arte della spada quanto il fratello, ma il futuro Lord delle Maree aveva bisogno di imparare a combattere a dovere – e lui, anche se gli dispiaceva ammetterlo, era ancora molto inesperto. 

Come se gli avesse letto nel pensiero, Larys disse: «Ho visto il principe Lucerys rientrare in camera sua poco fa. Forse a lui andrà di allenarsi insieme a te».

Harwin annuì. «Sì, farò un tentativo con lui.» 

Stava per chiedere conferma che il ragazzo fosse solo, ma ci ripensò; dopotutto, Luke non aveva nessun Aegon nella sua vita. 

 

🐲

 

Bussò tre volte alla porta e fece un passo indietro in attesa che Luke aprisse o lo invitasse a entrare.
Dopo un minuto, non era ancora successo niente. Provò a bussare di nuovo, ma prima che le sue nocche colpissero il legno ricordò che Luke era solito fare un pisolino nel primo pomeriggio. Era un’abitudine che aveva preso da circa un mese – un cambiamento piuttosto improvviso, anche se non allarmante. E poi era salutare per lui, perché ne usciva sempre rilassato e allegro. 

Harwin decise di non disturbarlo, ma pensò comunque di fargli sapere che, una volta svegliatosi, avrebbero potuto allenarsi insieme se avesse voluto. 

Aprì piano la porta, cercando di fare meno rumore possibile. Puntò subito lo sguardo sul tavolo, dove erano sparsi alcuni fogli e un calamaio, e si diresse lì, lanciando una veloce occhiata al letto posto all’altro lato della stanza, speculare a quello di Jace con l’unica differenza che non era protetto da una porta scorrevole. Cercò il rigonfiamento nelle lenzuola dato dal corpo di Luke e una massa di capelli scuri sopra il bianco del cuscino; ma il letto era intonso e del ragazzo non c’era nemmeno l’ombra. Harwin aggrottò le sopracciglia. Si guardò intorno, ma non vide niente di rilevante e l’unico rumore che sentiva era il cigolio di un letto alle sue spalle.

Il letto di Jace. 

Si voltò. Ricordava che una volta Luke si era lamentato del fatto di non avere un’area privata in camera e magari aveva approfittato dell’assenza del fratello per fingere che quel letto fosse suo. Oppure lo stava usando perché era più nascosto ed era decisamente più sicuro stare nudi lì piuttosto che in mezzo alla stanza.

Harwin ringraziò la mancanza di rispetto di Aegon verso la cultura, che lo aveva salvato dal vedere oltre che sentire. Quella volta, non fu così fortunato. 

Luke era effettivamente nella stanza, nudo e seduto sul letto di Jace. Seduto su qualcuno che si trovava sul letto di Jace. Su una specifica parte del corpo di questo qualcuno. 

«Aem-» Un gemito più alto degli altri gli mozzò il respiro, impedendogli di parlare.

Harwin alzò gli occhi al cielo. In meno di un’ora aveva assistito alla scoperta della sessualità di entrambi i suoi figli. Non sarebbe stato così ipocrita da criticare Luke – dopotutto, aveva la sua età la prima volta che aveva giaciuto con una fanciulla – ma lui era l’ultima persona che avrebbe mai voluto trovare in una situazione simile. E poi con chi era? Un cavaliere? Uno stalliere? Chi era così folle da violare un principe Targaryen in pieno giorno nella sua stanza?

La risposta giunse attraverso lunghi capelli biondi e una benda a nascondere l’occhio sinistro. Aemond Targaryen si sollevò, stringendo le braccia attorno alla schiena di Luke e posando la fronte contro la sua – o forse lo baciò, Harwin non riusciva a capirlo bene da quell’angolazione. E nemmeno voleva farlo: aveva visto anche troppo. 

Uscì dalla stanza, sconvolto da ciò a cui aveva appena assistito. Che Jace e Aegon sarebbero diventati più che amici era ovvio sin da quando erano bambini – era stato comunque uno shock scoprirlo, ma in fondo se lo aspettava. Ma Luke e Aemond… Erano andati d’accordo da piccoli e, dopo che Luke era riuscito a farsi perdonare per l’incidente a Driftmark, i loro rapporti erano rimasti civili, ma niente più di questo. Non sembravano nemmeno amici, men che meno… altro.

Harwin sospirò. Adesso capiva come mai quei sonnellini pomeridiani fossero tanto appaganti.

 

🐝

 

«Oggi sembra che non possiamo fare a meno di incontrarci, fratello» lo salutò Larys quando Harwin giunse nel Parco degli Dei. Non sapeva nemmeno perché fosse lì: si era limitato a vagare, sforzandosi di rimuovere dalla sua mente le ultime ore di quella giornata. «Luke era a letto come sempre?» 

«Già» mormorò. Si sedette sotto l’Albero Diga, mentre suo fratello era intento a prendersi cura di una strana pianta dai fiori rossi. Pensò di dirgli che c’era anche Aemond in camera di Luke, ma non voleva rischiare di mettere i due ragazzi nei guai – anche se probabilmente Larys ne era già a conoscenza e, di nuovo, aveva accuratamente evitato di metterlo in guardia.

«Credo che aspetterò qui il tramonto. Ormai non dovrebbe mancare molto.»

Larys annuì. «Buona idea, comandante. Approfitta degli impegni dei principi per riposare, così il tuo servizio stanotte sarà impeccabile.»

Harwin si passò le mani tra i capelli. Gli “impegni” dei principi erano proprio ciò che non gli avrebbe permesso di riposare. Pensare ai suoi bambini che facevano sesso… Jace, Luke…

«Dov’è Joffrey?» esclamò, cogliendo di sorpresa anche Larys.

«In camera sua.»

Harwin sbiancò. «Con chi?»

«Con la principessa. E credo che sia tornato anche ser Laenor, dovrebbero essere insieme al momento.»

Harwin si lasciò sfuggire un lungo sospiro di sollievo.

«È normale che stia con i suoi genitori» disse Larys. «È ancora un bambino.»

«Giusto, giusto.» Ci pensò un attimo, poi aggiunse, titubante: «Ehm, il principe Daeron è ancora in viaggio a Vecchia Città, vero?»

«Sì. Il suo ritorno non è previsto prima di qualche anno.»

Harwin annuì. Essendo l’ultimo arrivato, Joffrey era quello con cui aveva passato meno tempo: avrebbe dovuto approfittare degli “impegni” di Jace e Luke per costruire un buon rapporto anche con lui – prima che decidesse di seguire le orme dei suoi fratelli.




 
   
 
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