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Autore: Clementine84    08/01/2023    0 recensioni
“Come ti chiami?” le aveva chiesto lui, rendendosi conto solo in quel momento che non aveva notato nessun cartellino con il nome.
“Emily, ma tutti mi chiamano Emi” aveva risposto lei. “E tu sei?”
Donnie aveva strabuzzato gli occhi, sorpreso. Possibile che non l’avesse riconosciuto?
La ragazza, però, continuava a fissarlo con espressione curiosa, quindi dedusse che non aveva idea di chi lui fosse.
“Donald,” disse, porgendole la mano “ma tutti mi chiamano Donnie”.
Emi gli aveva stretto la mano ed entrambi avevano esclamato, nello stesso momento “Piacere”, dopodiché erano scoppiati a ridere.
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Se Donnie la voleva morta, quello era sicuramente un buon modo per ottenere il suo scopo.
La persona in piedi, davanti a lei, era Nick Carter dei Backstreet Boys, la celebrità per cui aveva una cotta pazzesca da ragazzina.
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nick Carter, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CHAPTER 9 - Before it’s too late

 

Payin' anything to roll the dice
Just one more time

 

Emi si guardò un’ultima volta allo specchio, passando in rassegna i jeans strappati e la maglietta dei Goonies. Ricontrollò il trucco, la sua solita riga di eyeliner e il mascara, poi, abbastanza soddisfatta, si decise a scendere per andare incontro a Donnie.

Era il 31 di agosto e l’amico l’aveva chiamata circa una settimana prima per annunciarle che aveva scoperto che i Backstreet Boys si sarebbero esibiti, per la prima volta di nuovo con Kevin, al Good Morning America’s Summer Concerts, a Central Park.

Tramite i suoi contatti, Donnie aveva fatto in modo di ottenere i biglietti e i pass per il backstage per lui e per Emi, in modo che la ragazza potesse finalmente vedere Nick.

Emi doveva ammettere di essere rimasta piuttosto male quando si era resa conto che Nick non le aveva detto che sarebbe stato in città. Le aveva promesso che si sarebbero rivisti il prima possibile ma, invece, non sembrava morisse dalla voglia di incontrarla.

Da una parte lo capiva, lei si era comportata da vera stronza, con lui, e l’aveva chiaramente ferito, quindi aveva tutte le ragioni per avercela con lei e non volerla vedere. Dall’altra, però, l’idea che lui la stesse evitando la rendeva ancora più nervosa per quello che stava per fare.

Emi non era mai stata una persona impulsiva, era spontanea, questo sì, ma non il tipo che faceva follie seguendo l’istinto.

E, quello che stava per fare, ossia presentarsi nel backstage di un concerto, accompagnata da un componente dei New Kids On The Block, per dire a Nick Carter dei Backstreet Boys che era innamorata di lui e pregarlo di perdonarla, era decisamente una follia. 

Una grossa, colossale follia.

Ma era anche l’unico modo per provare a riprendersi Nick e, per quanto nervosa e spaventata, Emi non se lo sarebbe di certo lasciata scappare.

Mentre era in piedi tra la folla, con la mano di Donnie stretta nella sua e il cuore che le batteva a mille, Emi stava quasi per farsi sopraffare dall’angoscia e mandare tutto al diavolo, ma le bastò vedere Nick salire sul palco, i capelli biondi a contrasto con la maglietta nera, ma curiosamente abbinati alla giacca di pelle che indossava, e gli occhi azzurri luccicanti, per ricordarsi quanto lo amasse e per decidere che niente al mondo le avrebbe impedito di tentare il tutto per tutto per poter stare con lui.

⁓ * ⁓

Appena finito il concerto, Donnie la trascinò verso le transenne, accanto a cui avevano seguito il concerto, e si fece notare da un membro della sicurezza.

L’uomo lo riconobbe subito e gli fece un cenno di saluto. I due parlarono un istante, anche se Emi non seguì una sola parola di ciò che si dissero, troppo nervosa e concentrata su quello che avrebbe dovuto fare di lì a poco. Notò solo che Donnie gli aveva mostrato il pass che avevano al collo e l’aveva indicata. Poco dopo, l’uomo aveva spostato una transenna, aprendo un varco attraverso cui lei e Donnie si erano infilati, passando così nell’area riservata allo staff e agli artisti.

Seguendo le indicazioni che gli aveva dato il bodyguard, Donnie guidò Emi lungo un corridoio laterale delimitato da transenne, poi salirono un paio di gradini, fino ad arrivare sul retro del palco, dov’erano stati rimediati dei camerini improvvisati per gli artisti.

Mentre si guardavano intorno, alla ricerca di qualche faccia conosciuta, Donnie si sentì chiamare e, voltandosi, notò Howie che gli veniva incontro sorridente.

Ehi, Wahlberg!” lo salutò, stupito “Che sorpresa. Cosa ci fai qui?”

Donnie andò verso di lui e gli strinse la mano, rispondendo al saluto del ragazzo con un abbraccio.

“Ho accompagnato un’amica a vedervi” rispose, sincero.

Howie gli rivolse uno sguardo interrogativo ma, in quel momento, Emi spuntò dalle spalle dell’amico e il ragazzo capì di cosa stesse parlando.

“Ciao…” lo salutò timidamente Emi.

Non aveva mai incontrato gli altri Backstreet Boys, a parte AJ, e non aveva idea se Nick avesse parlato di lei agli amici, quindi non sapeva come comportarsi.

Fortunatamente, prima che Emi potesse dire o fare qualsiasi altra cosa, notò una figura famigliare comparire da uno dei rudimentali camerini.

Anche AJ la vide e la riconobbe all’istante. Le andò incontro con un sorriso e la strinse in un abbraccio.

“Ehi, Emi. Ciao. Che piacere vederti” disse, prima di stringere la mano a Donnie, che gli diede una pacca sulla spalla.

“Ciao, AJ. Anch’io sono felice di vederti” ricambiò la ragazza, un po’ meno nervosa, ora che aveva identificato un’altra faccia amica.

“Quindi tu sei la famosa Emily” disse una voce, alle sue spalle, ed Emi si voltò di scatto, riconoscendo in colui che aveva parlato Brian, un altro dei Backstreet Boys.

Il ragazzo la stava guardando con un’espressione curiosa, che Emi non sapeva a cosa attribuire, ma che la stava facendo innervosire nuovamente, quindi tentò di smorzare la tensione ironizzando “Sono Emily, ma famosa non direi”.

Howie ridacchiò e commentò “Oh, sì invece. Fidati”. 

A quel punto, capendo che gli amici la stavano mettendo in difficoltà, AJ decise di prendere in mano la situazione e le chiese “A cosa dobbiamo la sorpresa?”

Emi riportò l’attenzione sul ragazzo e annunciò “Io…devo vedere Nick”.

Sforzandosi di nascondere un sorrisetto compiaciuto, AJ annuì e disse “Certo, te lo chiamiamo subito”. Poi, rivolto agli amici, si informò “Ragazzi, dov’è Nick?”

“Sta parlando con la presentatrice. Vado a chiamarlo” si offrì Brian e corse via, tornando da dov’era arrivato poco prima.

“Non so nemmeno se vuole vedermi…” si lasciò scappare Emi, iniziando a lasciarsi cogliere dai dubbi.

Donnie aprì la bocca per tranquillizzare l’amica, ma AJ fu più rapido e le assicurò “Ma certo che sì”.

In quel momento, Emi sentì dei passi alle sue spalle, si voltò e vide Nick avanzare verso di lei, insieme a un ragazzo alto e moro, che riconobbe essere Kevin.

I due erano preceduti da Brian che, come promesso, era andato a chiamarli, e Nick stava parlando con l’amico. Non appena vide Emi, però, si bloccò di colpo e restò a fissarla, chiaramente sorpreso di trovarla lì.

“Emi” esclamò, con aria stupita.

“Ciao Nick” lo salutò timidamente lei, azzardando un sorriso.

“Cosa ci fai qui?” le chiese lui, ma Emi notò che il tono di voce non sembrava infastidito o arrabbiato, piuttosto curioso.

Decidendo di giocarsi fin da subito la carta dell’onestà, Emi rispose “Mi sono fatta accompagnare da Donnie per vederti. Devo parlarti”.

Nick fece un paio di passi verso di lei, arrivandole vicino.

Aveva il cuore che gli martellava nel petto e, non appena l’aveva vista, aveva iniziato a proiettare nella sua testa i film più disparati che spiegassero il motivo della visita inaspettata della ragazza. In ognuno di essi, però, indistintamente, Emi finiva col buttargli le braccia al collo confessandogli tutto il suo amore per lui.
Dandosi dello stupido e ripetendosi che non doveva farsi illusioni, Nick si sforzò di restare calmo e le sorrise, invintandola a parlare.

“Certo, dimmi”.

Emi aprì la bocca, poi però si guardò intorno con la coda dell’occhio e notò che erano circondati dai restanti quattro membri dei Backstreet Boys, più Donnie, tutti con gli occhi puntati su di loro.

Imbarazzata, si alzò in punta di piedi, in modo da avvicinarsi il più possibile all’orecchio di Nick, e gli sussurrò “Preferirei parlarti da soli, se possibile”.

Il ragazzo si guardò intorno, capendo a cosa si riferiva, poi, individuato un angolino appartato nel backstage, annuì e prese Emi per mano, guidandola in disparte.

“Okay, qui dovremmo essere abbastanza tranquilli,” disse, quando furono fuori portata d’orecchio degli altri “dimmi”.

Emi lo guardò negli occhi, poi prese un respiro profondo e buttò fuori, tutto d’un fiato “Non è stato un errore”.

Preso alla sprovvista, Nick farfugliò, confuso “Cosa?”

Senza smettere di fissarlo, Emi iniziò a spiegare.

“Quando ci siamo baciati. Ti ho detto che era stato un errore, ma non è vero. È solo che avevo paura. La brutta esperienza con il mio ex mi ha segnata molto più di quello che voglio far credere e avevo davvero giurato di non avere mai più a che fare con gli uomini. Ma poi sei arrivato tu ed è cambiato tutto. Mi sono affezionata. Non l’avevo previsto, ma è successo e non ho potuto farci niente. Non ho voluto farci niente perché mi piace quello che c’è tra noi, Nick. Tu mi completi. E volevo baciarti, lo desideravo da un sacco di tempo. Solo che, quando è successo, mi sono spaventata. Non voglio soffrire di nuovo, sai? Non riuscirei a sopportarlo. E lo so che tu sei diverso e me l’hai dimostrato, ma, anche se il mio cuore lo sapeva, non riusciva a convincere la mia testa. Per questo ti ho detto che era stato un errore, ma non lo pensavo veramente. Non lo penso nemmeno adesso. Anzi, è stata una delle cose più giuste che abbia mai fatto in vita mia. Ma ho rovinato tutto, come al solito, e me ne sono resa conto solo quando sei andato via e le cose tra noi non erano più come prima. Non ti facevi sentire e mi sei mancato. Mi è mancato sentire la tua voce. Mi avevi assicurato che ci saremmo visti, non appena fossi tornato da Londra, ma non mi hai nemmeno detto che eri in città”.

“Ho avuto da fare con i ragazzi, ma ti avrei chiamata non appena avessi avuto un attimo di tregua,” la interruppe Nick, per giustificarsi “non ti stavo ignorando di proposito”.

Emi si lasciò sfuggire un sorriso e annuì.

“Lo so,” ammise “è da stupidi, ma sono andata nel panico. Ho creduto di averti perso e quella paura era molto più grande di quella che mi aveva fatta allontanare ed è stato lì che ho capito”.

“Cosa?” le chiese Nick, impaziente di scoprire se quello che immaginava e sperava sarebbe veramente successo.

Emi sospirò di nuovo e, finalmente, si decise a confessare “Che ti amo ed è inutile che faccia finta che non sia così. Mi sono innamorata di te e l’unico errore che ho commesso non è stato baciarti, quello lo rifarei altre mille volte, ma allontanarti. E, se adesso non vuoi più saperne di me, non ti biasimo, ma volevo dirti che ti amo, che mi dispiace per come mi sono comportata e spero tu possa perdonarmi”.

Sopraffatto dalla gioia che le parole di Emi gli avevano provocato, Nick non rispose, si limitò a fissarla, sorridendo come un ebete.

Preoccupata e un tantino interdetta dalla reazione del ragazzo, Emi gli domandò “Cosa c’è?”

Nick scosse la testa, continuando a sorridere. 

“Niente,” dichiarò “stavo solo assaporando cosa si prova a sentirti dire che mi ami”.

Sentendo un peso sollevarsi dal petto, Emi sorrise e restò a fissarlo, speranzosa.

Nick fece un passo verso di lei e le posò le mani sui fianchi, gli occhi incollati a quelli di Emi.

Lei gli intrecciò le braccia dietro al collo, incollandosi a lui e beandosi della sensazione di essere di nuovo stretta da Nick.

“Quindi ti sei finalmente decisa ad ammettere di esserti innamorata di me” constatò Nick, sempre sorridendo.

Emi annuì, curiosa di vedere dove Nick volesse andare a parare con quel discorso.

“E baciarmi non è stato un errore” proseguì lui.

La ragazza fece no con la testa.

“Quante altre volte hai detto che lo rifaresti?” le domandò, ironico.

Emi ridacchiò e decise di stare al gioco.

“Mille,” rispose “ma è negoziabile”.

Anche Nick rise. Poi posò la fronte contro quella di Emi e le sussurrò “Iniziamo da una?”

Lei annuì e Nick cominciò a canticchiare, a bassa voce “​​If I could have just one kiss, if there's something more, we could start over…”.

Emi sorrise, sentendo la sua canzone preferita, poi avvicinò il viso a quello di Nick e posò le labbra su quelle del ragazzo. 

Nick rispose immediatamente al bacio, ancora incredulo, ma al settimo cielo, per quella svolta inaspettata di eventi che aveva sistemato tutto quanto. 

Quando si allontanarono l’uno dall’altra, Nick le spostò i capelli dal viso e le propose “Ricominciamo, ti va?”

Emi annuì, felice, lui allungò una mano e si presentò “Ciao, mi chiamo Nick e mi sono innamorato di te”.

Emi soffocò una risatina, poi strinse la mano che il ragazzo le porgeva e ricambiò “Ciao. Io sono Emily e sono innamorata di Nick Carter”.

Entrambi i ragazzi si guardarono un istante e scoppiarono a ridere. Poi Nick prese di nuovo Emi tra le braccia e la baciò per la seconda volta.

La canzone diceva just one kiss, ma loro dovevano arrivare almeno a mille ed era meglio portarsi avanti col lavoro.

⁓ * ⁓

Dopo la loro riconciliazione, Nick aveva presentato ufficialmente Emi agli altri ragazzi e lei aveva chiaramente percepito un’ondata di calore avvolgerla nel momento in cui l’aveva sentito rivolgersi a lei dicendo la mia ragazza.

Tutti gli amici, Donnie compreso, erano stati entusiasti della notizia e gli avevano fatto una gran festa. Emi non si aspettava una reazione del genere e, se sulle prime si sentì frastornata, subito dopo fu sopraffatta dall’affetto che dei perfetti sconosciuti le stavano dimostrando, soltanto perché, per citare le parole di Kevin, fai brillare gli occhi a Nick, e le venne quasi da piangere.

Salutato Donnie, che le fece promettere di chiamarlo al più presto per raccontargli tutto, Emi seguì Nick e i ragazzi in albergo. Lui non smise un istante di stringerle la mano, tanto che, una volta che furono soli, nell’auto che li avrebbe riaccompagnati in hotel, Emi si avvicinò al suo orecchio e gli bisbigliò “Puoi lasciarmi andare, non scappo”.

Il ragazzo la guardò, con un sorrisino imbarazzato, poi la baciò e replicò “Meglio non rischiare”.

Arrivati nella hall, salutarono gli altri, declinando vari inviti a uscire a cena tutti insieme e rimandandoli al giorno seguente. Non volevano risultare scortesi, ma avevano bisogno di restare un po’ soli.

Quando, finalmente, si richiusero la porta della camera di Nick alle spalle, Emi si voltò a guardarlo e il ragazzo fece lo stesso.

Nelle ultime tre ore, tutto quello che Nick desiderava si era improvvisamente avverato e non gli sembrava ancora vero che Emi gli avesse detto che lo amava e che adesso fosse lì, con lui, nella sua stanza.

Allo stesso modo, Emi non riusciva a smettere di fissare Nick, domandandosi come avesse potuto essere così stupida da avere avuto paura di stare con lui. Forse per la prima volta si accorse di quanto amore c’era negli occhi del ragazzo e il fatto che fosse tutto per lei la riempì di eccitazione e felicità, spazzando via anche le ultime ombre di timore che ancora aleggiavano sul suo cuore.

Nick le sorrise e lei ricambiò, poi entrambi si mossero uno verso l’altra, Emi gli gettò le braccia al collo e lui la strinse forte, incollando le labbra a quelle della ragazza.

Ricominciarono a baciarsi, con sempre più passione e desiderio, quasi a voler rubare l’aria di cui avevano bisogno per respirare l’una dai polmoni dell’altro.

Totalmente in preda alle emozioni che i baci di Nick le provocavano, Emi gli passò le mani sotto alla maglietta, iniziando ad accarezzargli la pelle dei fianchi e della schiena.

Nick sentì i muscoli contrarsi al tocco di Emi, e la baciò con ancora più passione, affondando le mani nei suoi capelli.

La ragazza sentì crescere dentro di sé un bisogno viscerale di Nick e si aggrappò alla sua maglietta, tirandolo a sé. Lui, che sentiva esattamente lo stesso bisogno di Emi, le prese il viso tra le mani e la guardò dritta negli occhi, confessando “Ti voglio, ma se tu non sei pronta, lo capisco e aspetterò. Solo, fermiamoci ora perché non so per quanto riuscirò ancora a rispondere delle mie azioni”.

La ragazza sorrise e, avvicinandosi il più possibile al suo viso, sussurrò “Ti voglio anch’io e non pensare nemmeno di fermarti”.

Mentre Emi posava nuovamente le labbra sulle sue, Nick sorrise nel bacio. Poi spinse leggermente la ragazza, facendole fare qualche passo indietro, finché entrambi caddero sul letto, Emi sdraiata sulla schiena e Nick sopra di lei.

Aiutato dalle mani della ragazza, Nick si liberò della maglietta e iniziò a sbottonarle i jeans, senza smettere di baciarla. Nel frattempo, Emi scalciò via le scarpe e iniziò a trafficare con i bottoni dei jeans di Nick. Dopo averle sfilato i pantaloni, Nick si tolse i suoi, restando in boxer, poi tornò sopra alla ragazza e le sorrise.

“Cosa?” chiese lei, incuriosita dal sorrisino del ragazzo.

“Per quanto mi piaccia, credo che questa debba sparire” osservò Nick, passandole le mani sotto alla maglietta.

Emi rise e alzò le braccia, aiutandolo a sfilargliela. Nick la lanciò da qualche parte in giro per la stanza e poi si mise a baciarle il collo.

Emi chiuse gli occhi e, mano a mano che le labbra di Nick scendevano verso il petto, percepiva l’eccitazione crescere sempre di più. Quando sentì una mano del ragazzo sfiorarle il seno, sollevò la testa e lo richiamò “Nick”.

Lui si fermò di colpo, credendo che ci fosse qualcosa che non andava. La guardò con aria preoccupata, ma Emi si affrettò a sorridergli, rassicurante.
“Io…sono anni che non vado a letto con un ragazzo e potrei essere un po’ arrugginita” confessò.

Nick sorrise, a sua volta, poi risalì, fino a baciarla di nuovo sulle labbra.

“Non ti preoccupare,” la rassicurò “sarò delicatissimo”. Poi, con un sorrisino malizioso che gli faceva brillare gli occhi, aggiunse “E, comunque, io non sono un ragazzo qualsiasi. Sono Nick Carter e sono certo che tu abbia avuto modo di leggere quello che si dice riguardo alle mie performance tra le lenzuola”.

Emi non riuscì a fare a meno di ridere, poi si coprì gli occhi con le mani, imbarazzata.

Sì, ovviamente sapeva della reputazione di Nick e la cosa la rendeva ancora più nervosa.

“Lo sai, vero?” la incalzò lui, ridacchiando.

Emi annuì, continuando a tenere le mani sugli occhi.

Nick gliele tolse e la costrinse a guardarlo, prima di chiederle “Andiamo, dimmi cos’hai letto”.

La ragazza scosse la testa, vergognandosi da morire, ma Nick era deciso a non cedere e iniziò a baciarle il collo, mentre le stuzzicava l’interno delle cosce con la punta delle dita.

Per quanto quella tortura fosse decisamente piacevole, l’eccitazione di Emi era giunta a un livello tale che sapeva che non sarebbe riuscita a resistere ancora per molto, quindi lo accontentò e si decise a parlare “Dicono che tu sia molto dotato”.

Nick rise, poi smise di baciarla e la fissò, con aria divertita.

“Dicono?” ripeté.

Emi annuì, morsicandosi il labbro inferiore.

“Beh,” annunciò Nick, tirandosi in piedi “prova un po’ a giudicare tu stessa se hanno ragione”, dopodiché si abbassò i boxer, lasciandoli cadere a terra, e fornendo a Emi una panoramica completa di ciò che la aspettava da lì a poco.

Quando riuscì a distogliere lo sguardo e a riportarlo sul viso del ragazzo, Emi lo trovò che la fissava, sorridente. Ricambiò il sorriso e annuì, dichiarando “Non che abbia una grande esperienza in merito, ma a mio modesto parere hanno ragione”.

Nick rise di nuovo, poi tornò a posizionarsi sopra di lei e, avvicinandosi al suo orecchio, sussurrò “Bene, adesso vediamo se è vero anche tutto il resto”.

Prima che riuscisse a ribattere, Emi sentì le dita di Nick insinuarsi sotto l’elastico delle sue mutandine, abbassandogliele lentamente, e chiuse gli occhi, pronta a godersi appieno tutte le sensazioni che sarebbero seguite.

Sarebbe stata un’esperienza decisamente interessante.

⁓ * ⁓

Emi aprì lentamente gli occhi, abituandosi alla penombra della stanza, e allungò una mano per prendere il cellulare dal comodino e controllare l’ora.

Le 6:00.

Sospirò, soddisfatta e dispiaciuta allo stesso tempo.

Lei e Nick non erano usciti dalla stanza dal pomeriggio del giorno precedente. 

Dopo aver fatto l’amore per la prima volta e aver constatato che la fama di grande amatore di Nick era assolutamente meritata, avevano passato qualche ora a coccolarsi, confessandosi quanto avevano sentito la rispettiva mancanza in quei due mesi, dopodiché era seguito il secondo round che, se possibile, era stato ancora meglio del primo, perché Emi non era più in imbarazzo e aveva finalmente lasciato cadere tutte le barriere, godendosi ogni singolo istante.

A un certo punto si erano accorti di avere fame e avevano ordinato il servizio in camera. Nick si era fatto portare anche una bottiglia di champagne per festeggiare il fatto che fossero finalmente riusciti a dichiararsi e a stare insieme.

Fu molto tenero perché, improvvisamente, il ragazzo si era fatto assalire dai dubbi e le aveva chiesto “Vuoi stare con me, vero?”

Vedendo il suo sguardo preoccupato, Emi aveva dovuto resistere all'impulso di buttargli le braccia al collo e ricominciare tutto da capo. Gli aveva dato un bacio sulla guancia e, arruffandogli i capelli, l’aveva rassicurato “Ma certo che voglio stare con te. Adesso che non ho più paura, non mi scapperai tanto facilmente, Carter”.

Nick era scoppiato a ridere e le si era buttato addosso, iniziando a farle il solletico, con Emi che si contorceva sotto di lui, senza però poter fare molto, perché Nick la teneva bloccata con il peso del suo corpo. Dopo poco, il solletico era stato sostituito dai baci ed Emi aveva continuato a contorcersi, ma per ben altri motivi.

Da lì al terzo round il passo era stato breve. 

Anche se si vergognava ad emmetterlo, il sesso con Nick era qualcosa di assolutamente straordinario, che non si avvicinava nemmeno minimamente a quello che aveva provato fino a quel momento, ed Emi averebbe tranquillamente potuto passare giornate intere a letto a fare l’amore con lui.

Purtroppo, doveva essere al lavoro entro un’ora, quindi cercò di sfilarsi dall’abbraccio di Nick, senza svegliarlo, per rivestirsi e andare a prepararsi.

Non appena si mosse, però, Nick la sentì e si svegliò, stropicciandosi gli occhi con le mani e sbadigliando.

Emi lo guardò, pensando che fosse adorabile, ma ne approfittò per alzarsi dal letto e rintracciare la sua maglietta, abbandonata sul pavimento.

“Cosa fai?” farfugliò Nick, la voce roca per l’inutilizzo notturno.

“Mi preparo per andare al lavoro,” spiegò lei, indossando la maglietta “devo essere al locale alle sette”.

“Non andare” piagnucolò Nick, con gli occhi da cucciolo.

Emi gli sorrise e gli accarezzò una guancia.

“Devo andare, lo sai” replicò.

“No che non devi” insistette lui. 

“Sì, invece” obiettò Emi, decisa.

“Ma io non voglio che tu vada. Voglio che resti qui con me” tentò di convincerla Nick, trattenendola per un polso.

“Non fare il bambino, Nick,” lo rimproverò Emi “ci vediamo più tardi. Puoi passare a prendermi quando stacco e poi staremo insieme”.

“A che ora stacchi?” le domandò lui, mollando la presa sul polso della ragazza.

Legandosi i capelli in uno chignon disordinato, Emi si voltò a guardarlo e gli disse “Passa verso le cinque”.

“E poi staremo insieme, promesso?” volle sapere Nick, non troppo convinto.

Emi annuì e confermò “Sì, promesso”.

“Odio dover tornare a Los Angeles domani. Non voglio lasciarti” si lamentò Nick, mettendo il broncio

Emi sorrise, intenerita da quella confessione spontanea.

“Anch’io vorrei tenerti qui,” ammise “ma so che non è possibile perché devi lavorare”.

Nick restò in silenzio a fissarla per un istante, poi gli si formò un sorriso furbo sulle labbra ed Emi notò anche un lampo attraversargli gli occhi azzurri.

Gli era appena venuta un’idea.

Infatti, si avvicinò al bordo del letto, dov’era seduta la ragazza, e propose “Vieni con me”.

“Cosa?” chiese lei, frastornata.

“Vieni con me a Los Angeles” ripeté Nick, più preciso.

Emi spalancò gli occhi, sconvolta, e replicò “Ma non posso, Nick”.

“Perchè?” domandò il ragazzo ed Emi si stupì di come davvero sembrasse non capire il motivo del suo rifiuto. 

Con un sospiro rassegnato, tentò di farlo ragionare e gli chiese “Come faccio con il lavoro?”

Nick alzò le spalle e rispose, semplicemente “Mollalo”.

Emi roteò gli occhi e si lasciò sfuggire un grugnito, prima di commentare “Stai scherzando”.

Nick, però, scosse la testa.

“No,” obiettò “tanto non è quello che vuoi fare veramente”.

“E tu che ne sai?” sbottò Emi, indispettita.

Ovviamente, Nick aveva ragione, ma il fatto che la conoscesse così bene, in qualche modo la irritava perché la stava costringendo a fare i conti con qualcosa che lei non riusciva ancora ad ammettere nemmeno con se stessa.

Nick si accorse di averla infastidita con il suo commento, quindi tentò di rimediare. Le prese una mano e le ricordò, dolcemente “Lavorare in una caffetteria a New York non è mai stata la tua aspirazione. Vuoi fare la fotografa, me l’hai detto tu”.

Emi sospirò, annuendo. Era vero, tanto valeva ammetterlo.

“Okay,” concordò “ma non è così semplice come lo fai sembrare tu”.

“Sì che lo è, invece” insistette Nick. Poi si avvicinò ulteriormente, le prese il viso tra le mani e, guardandola negli occhi, ripeté la proposta che le aveva fatto poco prima. 

“Vieni a Los Angeles con me. Ho un sacco di agganci là e posso presentarti qualcuno che ti faccia fare pratica come fotografa. Ho visto le tue foto, sei brava, non ci metterai molto a farti un nome”. 

Per quanto tentata dall’offerta del ragazzo, Emi chiuse gli occhi per un istante e, quando li riaprì, scosse la testa.

“Non posso trasferirmi dall’altra parte del paese di punto in bianco” gli fece notare.

“Perché no?” volle sapere lui e lei si ricordò che, effettivamente, era qualcosa che Nick aveva già fatto, in precedenza, quindi non vedeva cosa ci fosse di tanto difficile.

La ragazza decise quindi di puntare sulle complicazioni di tipo pratico e gli domandò “Dove starei?”

Nick sorrise e, candidamente, rispose “Da me”.

Il cuore di Emi mancò un battito e si accorse di avere la salivazione azzerata, quando gli chiese, incredula “Vuoi che viviamo insieme?”

Nick annuì, senza smettere di sorridere.

“Sì, lo vorrei,” ammise “tu no?”

Presa alla sprovvista, Emi non ebbe tempo di riflettere e forse fu un bene perché gli rispose in modo sincero e spontaneo, senza farsi assalire dai dubbi.

“Io…sì” farfugliò.

Il sorriso sul viso di Nick si allargò ancora di più e la spronò “E allora facciamolo”.

Emi prese un respiro profondo, poi cercò di parlare nel modo più onesto possibile, in modo tale da fargli comprendere esattamente cosa provasse in quel momento.

“Nick, io non sono abituata ad agire così d’impulso. Venire a cercarti con Donnie è stata la cosa più avventata che abbia fatto in vita mia” confessò.

Nick fece un cenno affermativo con la testa.

“Lo so,” osservò “ed è stata anche la più giusta che potessi fare, guardaci adesso”.

Emi sorrise e Nick proseguì nella sua opera di convincimento.

“Perché non provi a fare cose avventate un po’ più spesso? È chiaro che hai del talento” ironizzò, facendola ridere.

“Non sto scherzando, Emi” ci tenne a precisare il ragazzo, al di là della battuta appena fatta. “Lo so che amarmi è difficile, ma…”

“Oh, no. Non lo è” obiettò Emi, interrompendo il suo monologo. “Credimi, innamorarmi di te è stato semplicissimo” confessò la ragazza.

Spiazzato da quella dichiarazione inaspettata, Nick strabuzzò gli occhi e farfugliò “Davvero?”

Emi annuì e si affrettò a confermare “Sì. Sei una persona adorabile, perché dovrebbe essere difficile?”

“Io…non lo so,” osservò Nick, stringendosi nelle spalle “mi sono sempre sentito dire così”.

Emi gli posò una mano su una guancia e, guardandolo negli occhi, disse, seriamente “Mi dispiace che ti abbiano fatto credere che sia difficile amarti, Nick, ma credimi, non è così. Te l’ho detto, è stato terribilmente facile innamorarmi di te e amarti mi viene naturale. Sei buono, gentile, divertente e mi fai sentire come se fossi la cosa più importante al mondo”.

Commosso, Nick replicò immediatamente “Perché lo sei. Sei diventata la cosa più importante del mio mondo e spero di essere importante per te almeno la metà di quanto tu lo sei per me”.

Emi gli sorrise, toccata dalle sue parole, e lo rassicurò “Lo sei. Sei molto importante”.

Felice, Nick riprese il discorso che stava tentando di portare a termine prima che Emi lo interrompesse.

“Okay, ammettiamo che io non sia una persona difficile da amare, come mi hanno sempre fatto credere…”.

“Non lo sei” insistette la ragazza, sperando di convincerlo, una volta per tutte.

“...però ho un lavoro difficile, che rende tutto dannatamente complicato” constatò lui, obiettivo.

Kevin aveva ragione quando gli aveva fatto notare che non era la persona più semplice con cui iniziare una relazione e voleva che Emi sapesse che ne era perfettamente consapevole.

“Questo sì,” concesse lei “ma è il tuo lavoro a essere difficile, non tu. Ricordatelo sempre”. 

Nick sorrise e annuì.

“Promesso” le assicurò. Poi aggiunse “Emi, io voglio stare con te. Sono pronto a impegnarmi davvero, questa volta, non ho più paura, ma ho bisogno che tu mi venga incontro. È l’unico compromesso che ti chiedo, giuro”.

La ragazza non rispose, restò semplicemente a fissarlo, mordicchiandosi il labbro inferiore.

Era tentata. Razionalmente, sapeva che mollare tutto e trasferirsi dall’altra parte del Paese per seguire un ragazzo con cui stava da, quanto? Meno di ventiquattr’ore, forse, era una follia, un’enorme, colossale, follia.

Il cuore, però, le diceva che non aveva mai provato per nessuno quello che provava per Nick, nemmeno per Derek, che era convinta sarebbe stato il suo compagno per la vita. E, soprattutto, non aveva mai desiderato tanto qualcosa come poter passare ogni giorno della sua vita con quel ragazzo straordinario, che era entrato per caso nella sua vita e l’aveva sconvolta, buttando all’aria tutte le sue convinzioni e facendole realizzare che, per quanto si sforzasse di ingannare tutti, compresa se stessa, fingendo di avere una vita appagante e realizzata, in realtà c’era una cosa che le mancava immensamente e questo qualcosa era l’amore, quell’amore che aveva giurato di non voler provare mai più.

Adesso, invece, la sola idea di non provare quei sentimenti profondi e bellissimi che aveva riscoperto con Nick, le faceva letteralmente mancare l’aria.

Emi provò a immaginare come potesse essere svegliarsi ogni mattina vedendo, come prima cosa, gli occhi azzurri di Nick che la fissavano, il suo sorriso caldo ad accoglierla o, in alternativa, il broncio che aveva mentre dormiva e che lo faceva somigliare a un bambino capriccioso, e si ritrovò a sorridere, pensando che non riusciva davvero a immaginare nulla di meglio.

Nessuno era mai riuscito a farla sentire come Nick, così serena, appagata, compresa e, finalmente, completa, per questo si era così perdutamente innamorata di lui.

Vedendola combattuta, il ragazzo pensò di approfittarne e, prendendole di nuovo il viso tra le mani, la supplicò “Ti prego”.

Al diavolo, pensò Emi, poi annuì e cedette “Va bene”.

Gli occhi di Nick iniziarono a brillare come non mai ed Emi lo trovò se possibile ancora più attraente di quanto non fosse stato fino a quel momento.

“Dici sul serio?” le chiese, non riuscendo a credere alle parole che aveva appena sentito.

Emi annuì, divertita e anche un po’ onorata, dalla sua reazione.

“Non subito, però,” ci tenne a mettere in chiaro “devi darmi il tempo di sistemare le cose qui, prima di partire”.

Nick si affrettò a fare sì con la testa. Qualsiasi cosa, bastava che non cambiasse idea.

“Certo, sì” concordò. Poi, ancora non del tutto convinto, domandò “Ma poi verrai?”

Emi annuì e confermò “Verrò”.

“Lo prometti?” si assicurò Nick, desideroso di sentirglielo dire ancora una volta.

La ragazza sorrise e fece un altro cenno affermativo, mentre ribadiva la promessa che aveva appena fatto e la sottolineava con un gesto inequivocabile.

“Te lo giuro, croce sul cuore” scherzò.

Nick la tirò a sè e la baciò, profondamente e a lungo, pensando che non poteva essere più felice di così.

⁓ * ⁓

Quella sera, quando Nick andò a prenderla al locale e la salutò con un bacio sulle labbra, il suo gesto fu accolto da una serie di applausi e fischi dai colleghi di Emi, che avevano assistito alla scena.

“Adesso capisco perché hai deciso di lasciarci” commentò un ragazzo moro sulla quarantina, guardandola con un sorrisino divertito.

Emi gli fece la linguaccia, e domandò “Puoi biasimarmi?"

Il ragazzo scosse la testa e Melanie, la ragazza in piedi accanto a lui, esclamò “Saresti stata pazza a non farlo”, facendo scoppiare tutti a ridere.

Poi, Emi guardò Nick e spiegò “Lui è Mark, il mio capo, a cui questa mattina ho rassegnato le dimissioni, dicendo che devo seguire il mio ragazzo a Los Angeles, e lei è Melanie, che fino a oggi non aveva praticamente idea di chi fossi ma, dopo che le ho fatto vedere qualche tua foto, è diventata la tua più grande fan”.

Nick scoppiò a ridere, poi si rivolse a Melanie e le disse “Sei amica di Emi, quindi puoi avere tutte le foto e gli autografi che vuoi”.

La ragazza battè le mani, eccitata, poi alzò la posta, domandando “Posso anche venire a trovarvi in California?”

“Adesso non esagerare, Mel” la rimproverò Emi, ma era chiaro che stava scherzando.

Nick ed Emi salutarono i colleghi della ragazza e Nick la accompagnò a casa a cambiarsi, in vista della cena con gli altri componenti dei Backstreet Boys.

Anche se li aveva già conosciuti, Emi doveva ammettere di essere un po’ nervosa. Non che temesse di non piacergli, l’entusiasmo che avevano dimostrato alla notizia che lei e Nick avevano deciso di mettersi insieme era stato sufficiente a fugare quel tipo di dubbi, ma si trattava pur sempre di persone famose e, per quanto AJ si fosse rivelato un ragazzo molto simpatico e alla mano, Emi non poteva essere certa che valesse anche per gli altri.

Inoltre, sapeva che Nick considerava i ragazzi la sua famiglia e, nel profondo del suo cuore, Emi sperava tanto di fare una bella impressione, così da confermare le aspettative che si erano fatti su di lei.

Mentre raggiungevano l’hotel, nell’auto a noleggio che Nick aveva chiamato e scortati dal fedele Mike, Emi decise di confidare i suoi timori a Nick.

Lo guardò e gli disse “Sai, sono un po’ nervosa”.

“Perché?” chiese lui, sorpreso.

“La cena con i ragazzi” rispose lei.

“Ma li hai già conosciuti,” osservò Nick “e stai tranquilla, saranno carini con te”.

Emi scosse la testa e spiegò “Non è questo. So che non mi metteranno in imbarazzo, è solo che per te sono come fratelli e, quindi, ho la sensazione di andare a conoscere la tua famiglia e la cosa mi agita”.

Nick le prese la mano e se la portò alle labbra, baciandole il dorso.

Emi sospirò e si lasciò sfuggire una preghiera.

“Spero di piacergli”.

“Stai tranquilla,” la rassicurò Nick “gli piacerai. I ragazzi amano tutto ciò che io amo e, credimi, ti amo da morire”.

Emi gli sorrise e si sporse per dargli un leggero bacio sulle labbra, poi abbandonò la testa sulla sua spalla e chiuse gli occhi, sussurrandogli “Ti amo anch’io. Tanto”. 

Come Nick aveva previsto, la cena andò magnificamente. 

I ragazzi furono splendidi e misero subito Emi a proprio agio, trattandola come se avesse sempre fatto parte del gruppo ma, allo stesso tempo, dimostrando la giusta dose di interesse per lei e facendole domande sulla sua vita e sulla sua famiglia.

Brian e Howie la fecero ridere con una serie di battute e frecciatine ai danni di Nick, chiedendole se fosse proprio sicura di voler stare con lui e raccontandole buffi aneddoti per mettere in imbarazzo l’amico.

AJ fece una videochiamata a Rochelle, che non l’aveva accompagnato a New York perché era incinta di sei mesi della loro prima figlia, e insistette perché Emi la salutasse. Prima della fine della telefonata, le due ragazze avevano già organizzato una giornata al centro benessere non appena Emi fosse arrivata in California e Nick si rallegrò di vedere Emi felice che la moglie di AJ desiderasse diventare sua amica.

Kevin passò buona parte della cena in silenzio, a osservare Emi con espressione estasiata, ascoltando attentamente ogni parola che la ragazza pronunciava, ma senza intervenire spesso nella conversazione. Per quanto fosse sempre stato il più riflessivo del gruppo, non era da lui essere così silenzioso, quindi Nick iniziò a domandarsi se per caso non ci fosse qualcosa che lo preoccupava.

A un certo punto, approfittando di un momento di ilarità generale, seguito a un buffo battibecco tra Brian ed AJ riguardo un cappello che, apparentemente, AJ aveva rubato all’amico, Nick si avvicinò a Kevin e richiamò la sua attenzione.

“Kev,” gli domandò “tutto bene?”

L’amico si voltò di scatto a guardarlo, distraendosi per un attimo dalla scena che si stava svolgendo al tavolo, gli sorrise e annuì.

“Sì, certo,” rispose, sereno “perchè?”

Nick fece spallucce e gli fece notare “Non hai parlato molto, stasera, e mi chiedevo se non avessi per caso qualcosa che ti passa per la testa”.

Kevin si lasciò sfuggire una risatina, poi gli posò una mano sulla spalla e confermò i sospetti di Nick, ammettendo “Oh, ho più di qualcosa in testa, credimi, ma nulla di cui tu ti debba preoccupare, anzi”.

Nick gli rivolse un’occhiata incuriosita e, con un mezzo sorriso, insistette “Adesso sono curioso”.

Kevin alzò gli occhi al cielo e sentenziò “Stavo per dirti quanto ti trovo cambiato, ma evidentemente mi sbagliavo perché sei rimasto il solito ragazzino impaziente che ho conosciuto diciannove anni fa”.

Nick scoppiò a ridere, alla bonaria presa in giro dell’amico, ma Kevin lo guardò negli occhi e parlò di nuovo, seriamente, questa volta.

“A parte gli scherzi, Nick, sei davvero cambiato. Sei più maturo, più razionale, meno impulsivo e hai imparato a controllare meglio le emozioni. Però mi fa piacere constatare che, nel profondo, sei ancora il ragazzino entusiasta della vita che mi faceva saltare i nervi con i suoi continui scherzi e, queste due nature fuse insieme, ti hanno fatto diventare un uomo fantastico”.

Nick, che non si aspettava certo un elogio simile dall’amico, sentì le lacrime pizzicargli gli occhi.

“Grazie, Kev,” disse, sincero “ma non credo di essere poi così speciale”.

“Lo sei, invece” replicò Kevin, sicuro. Poi fece un cenno verso Emi, che stava ancora ridendo con gli altri ragazzi, e aggiunse “infatti hai scelto di innamorarti di una persona altrettanto speciale”.

Anche Nick guardò la ragazza e il solo vederla ridere, felice, lo riempì di una sensazione di appagatezza che non aveva mai provato in vita sua.

Senza staccarle gli occhi di dosso, chiese a Kevin “Ti piace?”

L’amico annuì e rispose “Molto. È onesta e affidabile, proprio quello di cui hai bisogno, e si vede che ti ama davvero. In quanto a te, non ti ho mai visto così innamorato, Nick, sul serio. Irradi felicità”.

Nick sorrise e si voltò di nuovo verso Kevin. 

“Hai ragione, Kev, non sono mai stato tanto innamorato in vita mia, anzi, mi viene il dubbio di non esserlo mai stato veramente” confermò. “So che è quella giusta per me, quella con cui voglio passare tutta la vita, sai, invecchiare insieme, finché morte non ci separi e tutto il resto”.

Kevin rise e diede una pacca sulla schiena all’amico.

“Sono contento per te, davvero. Te lo meriti. Ti meriti di avere finalmente tutto l’affetto che hai sempre desiderato, ma che non sei mai riuscito a ottenere dalla tua famiglia di origine e, per quanto sia stato onorato di aver tentato di sopperire, come meglio ho potuto, e continuerò sempre a volerti bene e a considerarti il mio fratellino, è arrivato il momento che sia qualcun altro a dartelo” sentenziò. Poi, forse per alleviare la commozione che la sua dichiarazione d’affetto aveva causato a Nick, aggiunse “Solo, quando deciderai di chiedere a Emi di sposarti, ti consiglio di perfezionare il discorso, perchè finché morte non ci separi e tutto il resto non è molto romantico e, per quanto mi sembri una ragazza piuttosto alla mano, non so se apprezzerebbe”.

Nick scoppiò a ridere e Kevin gli fece compagnia, sinceramente felice che il suo fratellino avesse finalmente trovato una compagna all’altezza delle sue aspettative.

Quando i ragazzi uscirono dal ristorante dell’hotel, diretti alle loro camere, trovarono alcune fan nella hall e, per nulla infastiditi, si fermarono a firmare qualche autografo e a farsi delle foto con loro.

Emi, che non era abituata a nulla di tutto ciò e che, oltretutto, si sentiva un pesce fuor d’acqua, essendo l’unica tra le compagne dei ragazzi a essere presente, in quel momento, iniziò ad agitarsi e strinse istintivamente la mano di Nick.

Il ragazzo le rivolse un sorriso rassicurante, poi si avvicinò al suo orecchio e le chiese “Hai visto Madagascar?”

Non riuscendo a capire dove diavolo volesse andare a parare, Emi annuì, senza però staccare gli occhi dalle ragazze che, nel frattempo, esauriti i convenevoli con gli altri quattro, si stavano avvicinando a Nick con aria speranzosa.

Prima che li raggiungessero, Nick sentenziò “Te li ricordi i pinguini? Fai come loro: carina e coccolosa”.

Trattenendo a stento una risata, Emi lo ringraziò silenziosamente per aver alleggerito l’atmosfera, poi restò a guardarlo, mentre firmava autografi e sorrideva all’obiettivo, come se non avesse fatto altro per tutta la vita, il che, in effetti, rispecchiava esattamente come stavano le cose.

A un certo punto, Emi riconobbe in una delle fan che attorniavano Nick la ragazza con i capelli rossi e le lentiggini che aveva incontrato quando era andata a sentirlo suonare all’Irving Plaza, mesi prima. Anche la ragazza pareva averla riconosciuta perché la stava fissando, incuriosita. Emi le rivolse un timido sorriso, al che lei prese coraggio e le chiese “Ci siamo già viste, vero?”

Emi annuì e confermò “Già, sul retro dell’Irving Plaza, a febbraio”.

La ragazza fece un cenno d’assenso, poi porse una mano a Emi e si presentò “Io sono Karen, comunque”.

“Piacere, Emily” rispose lei, stringendo la mano che la ragazza le porgeva “ma tutti mi chiamano Emi”.

“Ricordo che Mike ti aveva fatta entrare dicendo che Nick ti stava aspettando, quella volta, e ora ti vedo qui con lui, quindi deduco che siate amici” azzardò Karen, curiosa.

Emi sorrise, imbarazzata, e, per la prima volta, si rese conto di non avere la più pallida idea di cosa rispondere. Se gliel’avessero chiesto solo ventiquattr’ore prima, avrebbe detto senza esitazione che sì, lei e Nick erano buoni amici. Adesso, però, era cambiato tutto. Nick non era più solo il suo amico, ma il ragazzo di cui era innamorata e con cui sarebbe andata a convivere entro un mese.

Era il caso che la ragazza lo venisse a sapere, però?

Certo, Nick l’aveva presentata ai suoi amici come la sua ragazza ed Emi era felice e onorata di potersi considerare tale, ma non sapeva quando, se e come Nick avesse intenzione di dirlo al mondo. Supponeva che sarebbe stato necessario farlo, prima o poi, anche perché li avrebbero visti presto insieme, una volta che si fosse trasferita in California, ma era totalmente all’oscuro dei meccanismi dello star system e non sapeva come funzionassero certe cose.

Bisognava fare un comunicato ufficiale? O era sufficiente un post di Nick su Twitter?

Mentre fissava la ragazza, domandandosi come tirarsi fuori da quella situazione, Nick salutò l’ultima fan con cui aveva scattato una foto, si avvicinò a Emi e le cinse la vita con un braccio.

Prima che lei potesse anche solo realizzare cosa stava succedendo, il ragazzo le stampò un bacio sulla guancia e, sfoderando un sorriso ammaliante, annunciò, felice “Vedo che hai conosciuto la mia ragazza”.

Karen strabuzzò gli occhi, incredula, e farfugliò “Non sapevo avessi una ragazza”.

Nick annuì, stringendo Emi ancora più vicina a sé, e spiegò “È una cosa fresca, ma ci rincorriamo da un bel pò”.

La ragazza sorrise e annuì, poi alzò il cellulare e chiese “Allora posso farvi una foto insieme?”

Nick guardò Emi e le domandò “Per te va bene?”

Per quanto piuttosto frastornata dalla situazione, Emi annuì e sorrise, abbracciata a Nick, mentre Karen scattava loro una serie di foto. Ne fecero anche una tutti e tre insieme ed Emi si offrì di scattare una foto a Karen e Nick, dopodiché si salutarono e, finalmente, i ragazzi salirono in ascensore per raggiungere le rispettive camere.

Mentre percorrevano il corridoio, Howie si avvicinò a Nick e gli disse “Lo sai che quelle foto saranno online entro un’ora e tutti sapranno di te ed Emi, vero?”

Il ragazzo annuì e sorrise all’amico.

“Lo so e non me ne frega niente,” dichiarò “anzi, così mi evito di dover trovare un modo per annunciarlo e posso vivere tutto alle luce del sole, gridando al mondo quanto amo questa ragazza”.

Howie rise e scosse la testa, Nick fece spallucce e diede un bacio sui capelli a Emi, che non riuscì a trattenere un sorriso, alla dichiarazione d’amore di Nick.

Mentre entravano in camera, Nick guardò Emi e le chiese “A proposito, tu hai Twitter?”

Emi fece sì con la testa e gli domandò “Sì, perchè?”

Il ragazzo non rispose, si limitò a rivolgerle un sorrisetto furbo. 

Emi gli lanciò un’occhiataccia. Quando Nick la guardava così, voleva dire che aveva qualcosa in mente e la cosa la preoccupava.

Lui si tolse le scarpe e si lasciò cadere sul letto, iniziando a trafficare con il cellulare. Emi si liberò a sua volta delle scarpe e andò ad accoccolarsi vicino a lui.

“Cosa fai?” gli chiese, curiosa.

“Ti cerco su Twitter” rispose lui, concentrato.

Emi si lasciò sfuggire una risatina e scosse la testa.

“Non mi troverai mai” sentenziò, criptica.

Il ragazzo si voltò a guardarla, confuso, e le chiese “Perché?”

“Perché il mio nickname è SlothieFratelli84” spiegò lei, spiandolo con la coda dell’occhio per registrare la sua reazione.

Come previsto, Nick scoppiò a ridere, cogliendo subito l’esplicito riferimento ai Goonies contenuto nel nickname della ragazza. Poi, scuotendo la testa, digitò il nome nel campo ricerca di Twitter e, quando lo trovò, cliccò il pulsante Segui.

Un istante dopo si voltò a guardare Emi con espressione indignata.

“Ehi, tu non mi segui!” esclamò, offeso.

Emi fece spallucce e si giustificò, dicendo “Non volevo dare nell’occhio”.

Nick le diede un colpetto su una mano e, facendo un cenno verso il cellulare, che le ragazza aveva posato sul comodino quando era andata a sedersi sul letto, le intimò “Ti conviene farlo subito, signorina, altrimenti smentisco tutto quello che ho detto a quella fan, poco fa, sul fatto che sei la mia ragazza”.

Emi spalancò la bocca, fingendosi indignata, e replicò “Non oseresti”.

“Non sfidarmi” la canzonò lui, con un sorrisino irriverente.

Emi gli si buttò addosso e iniziò a fargli il solletico, ma Nick non si fece cogliere impreparato, le bloccò subito le mani e iniziò a baciarla sulle labbra, invece.

Dopo essersi praticamente mangiati a vicenda per qualche minuto, Nick la guardò negli occhi e le domandò, serio “Non vuoi che tutti sappiano che ti amo?”

Emi gli sorrise e annuì. 

“Certo che sì,” rispose, poi ripensandoci meglio, precisò “o, meglio, a me basta che ne sia convinto tu, per essere felice, ma mi sembra di capire che per te sia importante, quindi va bene”.

Nick annuì e confermò “Sì, è importante. Te l’ho detto, sono pronto a fare sul serio, questa volta, voglio impegnarmi davvero con te perché so che sei quella giusta e ti amo da impazzire, per questo ci tengo che il mondo intero lo sappia”.

Commossa dalle parole del ragazzo, Emi si liberò dal suo abbraccio, si allungò verso il comodino e prese il cellulare.

“Cosa fai?” le chiese Nick, guardandola digitare velocemente.

Emi si voltò a guardarlo, con un sorriso.

“Adesso ti seguo” annunciò.

Nick prese nuovamente in mano il suo cellulare e controllò le notifiche, constatando che, effettivamente, SlothieFratelli84 aveva iniziato a seguirlo. 

Mentre gli si formava un sorriso sulle labbra, la sua attenzione fu catturata da un’altra notifica: qualcuno l’aveva menzionato in un tweet.

Succedeva spesso e, di solito, non ci faceva nemmeno caso, a meno che non si stesse annoiando e avesse deciso di passare il tempo rispondendo ai tweet delle fan. Quella volta, però, riconobbe il nickname di chi l’aveva menzionato e lo identificò con la ragazza dai capelli rossi con cui lui ed Emi avevano parlato poco prima nella hall. 

Intuendo di cosa si trattava, Nick andò a leggere il tweet e, come previsto, trovò la foto che la ragazza aveva scattato con loro e un post che diceva Ho appena incontrato @nickcarter e la sua ragazza, sono entrambi adorabili. Amo quest’uomo.

Senza riuscire a smettere di sorridere, Nick premette il tasto Rispondi e tweettò a sua volta:

Grazie, ti amo anch’io. Ma amo @SlothieFratelli84 ancora di più e non vedo l’ora che il mondo scopra quanto è speciale.

Un bip annunciò a Emi che qualcuno l’aveva menzionata su Twitter così, mentre Nick continuava a far scorrere vari tweet su di lui, decise di vedere di cosa si trattava.

Quando lesse il messaggio di Nick, il suo cuore mancò un battito. Si voltò a guardarlo ed esclamò “Nick!”

“Cosa?” chiese lui, alzando gli occhi dal cellulare e lanciandole uno sguardo confuso.

Lei non rispose, ma gli sbatté in faccia il cellulare, sul cui schermo faceva bella mostra di sé il commento che Nick aveva lasciato sotto alla foto della ragazza.

Nel frattempo, un numero imprecisato di notifiche iniziarono a far suonare a ripetizione il telefono della ragazza, che si trasformò ben presto in un mini albero di Natale lampeggiante.

“Avevi detto che potevo farlo sapere a tutti” si giustificò Nick.

“Beh, sì,” farfugliò Emi, decidendo di ignorare le mille notifiche e lasciando cadere il cellulare sul letto “ma non credevo volessi farlo così”.

Nick si strinse nelle spalle e dichiarò “È un modo come un altro” poi, tirando la ragazza a sé e stampandole un bacio sulla tempia, le sussurrò “Benvenuta nel mio mondo, amore. All’inizio ti sembrerà un po’ pazzo, forse, ma poi ti ci abituerai e vedrai che non è poi così male”.

Emi si lasciò scappare una risatina e scosse la testa, dopodiché chiuse gli occhi e appoggiò il viso sul petto di Nick, sospirando.

Non importava, pensò. Amava quel ragazzo con tutta se stessa e se, per poter stare con lui, doveva avere a che fare con le fan di mezzo mondo, era più che disposta a farlo.

  
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