Nda: storia scritta per l'Advent calendar del gruppo facebook Hurt/comfort Italia
Parola chiave 157: Regalo insolito.
TW: malattia degenerativa
 

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«Ciao.»
«Ciao Amore, mi sei mancato!»
(Una buona giornata quindi...)
«Ciao.»
«Ciao amico, da quanto tempo!»
(Poche ore... vent’anni... giù di lì...)
«Ciao.»
«Ciao?»
(Pur preparato, il primo “Ci conosciamo?” era stato devastante)
 

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𝘘𝘶𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘨𝘭𝘪 𝘢𝘷𝘦𝘷𝘢 𝘥𝘦𝘵𝘵𝘰 𝘥𝘪 𝘢𝘷𝘦𝘳𝘦 𝘶𝘯 𝘳𝘦𝘨𝘢𝘭𝘰 𝘱𝘦𝘳 𝘭𝘶𝘪, 𝘯𝘰𝘯 𝘢𝘷𝘦𝘷𝘢 𝘴𝘢𝘱𝘶𝘵𝘰 𝘤𝘰𝘴𝘢 𝘢𝘴𝘱𝘦𝘵𝘵𝘢𝘳𝘴𝘪.
𝘘𝘶𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘨𝘭𝘪 𝘢𝘷𝘦𝘷𝘢 𝘮𝘦𝘴𝘴𝘰 𝘪𝘯 𝘮𝘢𝘯𝘰 𝘶𝘯 𝘱𝘢𝘤𝘤𝘩𝘦𝘵𝘵𝘰 𝘳𝘦𝘵𝘵𝘢𝘯𝘨𝘰𝘭𝘢𝘳𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘭𝘢𝘴𝘤𝘪𝘢𝘷𝘢 𝘥𝘶𝘣𝘣𝘪 𝘴𝘶𝘭 𝘧𝘢𝘵𝘵𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘴𝘪 𝘵𝘳𝘢𝘵𝘵𝘢𝘴𝘴𝘦 𝘥𝘪 𝘶𝘯 𝘭𝘪𝘣𝘳𝘰, 𝘦𝘳𝘢 𝘳𝘪𝘮𝘢𝘴𝘵𝘰 𝘴𝘵𝘶𝘱𝘪𝘵𝘰, 𝘴𝘢𝘱𝘦𝘷𝘢 𝘣𝘦𝘯𝘪𝘴𝘴𝘪𝘮𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘰𝘥𝘪𝘢𝘷𝘢 𝘭𝘦𝘨𝘨𝘦𝘳𝘦 𝘱𝘦𝘳𝘤𝘩𝘦́ 𝘢𝘷𝘦𝘷𝘢 𝘥𝘪𝘧𝘧𝘪𝘤𝘰𝘭𝘵𝘢̀ 𝘯𝘦𝘭 𝘧𝘢𝘳𝘭𝘰.
𝘌𝘱𝘱𝘶𝘳𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘧𝘢𝘤𝘦𝘷𝘢 𝘮𝘢𝘪 𝘯𝘪𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘴𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘱𝘦𝘯𝘴𝘢𝘳𝘦, 𝘯𝘦𝘢𝘯𝘤𝘩𝘦 𝘶𝘯 𝘳𝘦𝘨𝘢𝘭𝘰, 𝘱𝘦𝘳𝘤𝘪𝘰̀ 𝘥𝘰𝘷𝘦𝘷𝘢 𝘦𝘴𝘴𝘦𝘳𝘦 𝘪𝘮𝘱𝘰𝘳𝘵𝘢𝘯𝘵𝘦.
𝘘𝘶𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘢𝘷𝘦𝘷𝘢 𝘧𝘪𝘯𝘪𝘵𝘰 𝘥𝘪 𝘴𝘤𝘢𝘳𝘵𝘢𝘳𝘦 𝘪𝘭 𝘳𝘦𝘨𝘢𝘭𝘰, 𝘴𝘪 𝘦𝘳𝘢 𝘳𝘦𝘴𝘰 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘰 𝘥𝘪 𝘦𝘴𝘴𝘦𝘳𝘦 𝘴𝘰𝘭𝘰.
𝘈𝘷𝘦𝘷𝘢 𝘥𝘦𝘵𝘵𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘴𝘢𝘳𝘦𝘣𝘣𝘦 𝘢𝘯𝘥𝘢𝘵𝘰 𝘢 𝘱𝘢𝘨𝘢𝘳𝘦 𝘪 𝘭𝘰𝘳𝘰 𝘤𝘢𝘧𝘧𝘦̀, 𝘮𝘢 𝘴𝘦 𝘯’𝘦𝘳𝘢 𝘢𝘯𝘥𝘢𝘵𝘰.
𝘐𝘭 𝘱𝘳𝘪𝘮𝘰 𝘪𝘴𝘵𝘪𝘯𝘵𝘰 𝘧𝘶 𝘲𝘶𝘦𝘭𝘭𝘰 𝘥𝘪 𝘴𝘦𝘨𝘶𝘪𝘳𝘭𝘰, 𝘮𝘢 𝘴𝘪𝘤𝘶𝘳𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘦𝘳𝘢 𝘤𝘪𝘰̀ 𝘤𝘩𝘦 𝘷𝘰𝘭𝘦𝘷𝘢, 𝘰 𝘯𝘰𝘯 𝘴𝘦 𝘯𝘦 𝘴𝘢𝘳𝘦𝘣𝘣𝘦 𝘢𝘯𝘥𝘢𝘵𝘰 𝘪𝘯 𝘴𝘪𝘭𝘦𝘯𝘻𝘪𝘰.
𝘈𝘭𝘭𝘰𝘳𝘢 𝘢𝘣𝘣𝘢𝘴𝘴𝘰̀ 𝘭𝘰 𝘴𝘨𝘶𝘢𝘳𝘥𝘰 𝘴𝘶𝘭 𝘭𝘪𝘣𝘳𝘰.
𝘕𝘦𝘴𝘴𝘶𝘯𝘢 𝘪𝘯𝘥𝘪𝘤𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘴𝘶 𝘤𝘰𝘴𝘢 𝘧𝘰𝘴𝘴𝘦, 𝘤𝘰𝘱𝘦𝘳𝘵𝘪𝘯𝘢 𝘤𝘰𝘮𝘱𝘭𝘦𝘵𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘢𝘯𝘰𝘯𝘪𝘮𝘢.
𝘔𝘢 𝘤’𝘦𝘳𝘢 𝘶𝘯 𝘱𝘰𝘴𝘵-𝘪𝘵.
𝙇𝙚𝙜𝙜𝙞𝙢𝙞.
𝘗𝘪𝘶̀ 𝘢𝘯𝘥𝘢𝘷𝘢 𝘢𝘷𝘢𝘯𝘵𝘪 𝘱𝘪𝘶̀ 𝘲𝘶𝘦𝘭𝘭𝘰 𝘨𝘭𝘪 𝘱𝘢𝘳𝘦𝘷𝘢 𝙙𝙖𝙫𝙫𝙚𝙧𝙤 𝘶𝘯 𝘳𝘦𝘨𝘢𝘭𝘰 𝘪𝘯𝘴𝘰𝘭𝘪𝘵𝘰.
𝘓𝘰 𝘴𝘧𝘰𝘨𝘭𝘪𝘰̀ 𝘱𝘳𝘪𝘮𝘢 𝘥𝘪 𝘭𝘦𝘨𝘨𝘦𝘳𝘭𝘰 𝘥𝘢𝘷𝘷𝘦𝘳𝘰 𝘦 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘰 𝘤𝘪𝘰̀ 𝘤𝘩𝘦 𝘴𝘤𝘰𝘱𝘳𝘪̀ 𝘧𝘶 𝘤𝘩𝘦 𝘭𝘦 𝘱𝘢𝘨𝘪𝘯𝘦 𝘦𝘳𝘢𝘯𝘰 𝘥𝘪𝘴𝘴𝘦𝘮𝘪𝘯𝘢𝘵𝘦 𝘥𝘪 𝙨𝙪𝙤𝙞 𝘢𝘱𝘱𝘶𝘯𝘵𝘪.
 

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«Ciao Amore, mi sei mancato!»
«Come stai oggi?»
«Bene!»
«Ti va una passeggiata Tesoro?»
(Quelli erano i sorrisi più malinconici.)

«Ciao amico, da quanto tempo!»
«Come va amico?»
«Bene, mi andrebbe una birra però!»
«Oggi non posso bere... caffé?»
(Aveva mai rifiutato birre a venticinque anni? Il sorriso sembrava più genuino in quei giorni)

«Ciao?»
«Come va oggi? Sono...»
«Lasciami indovinare... il nuovo infermiere? Cambiate ogni giorno...»
«Già, ti va di leggere qualcosa prima di cena?»
 

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“𝘔𝘪 𝘴𝘤𝘶𝘴𝘪, 𝘵𝘳𝘢 𝘤𝘪𝘯𝘲𝘶𝘦 𝘮𝘪𝘯𝘶𝘵𝘪 𝘤𝘩𝘪𝘶𝘥𝘪𝘢𝘮𝘰”.
𝘚𝘶𝘴𝘴𝘶𝘭𝘵𝘰̀ 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘷𝘰𝘤𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘤𝘢𝘮𝘦𝘳𝘪𝘦𝘳𝘢 𝘤𝘩𝘦 𝘳𝘪𝘦𝘮𝘱𝘪𝘷𝘢 𝘯𝘶𝘰𝘷𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘭𝘢 𝘴𝘶𝘢 𝘵𝘢𝘻𝘻𝘢 𝘥𝘪 𝘤𝘢𝘧𝘧𝘦̀.
𝘈𝘴𝘤𝘪𝘶𝘨𝘰̀ 𝘭’𝘦𝘯𝘯𝘦𝘴𝘪𝘮𝘢 𝘭𝘢𝘤𝘳𝘪𝘮𝘢 𝘴𝘧𝘶𝘨𝘨𝘪𝘵𝘢 𝘦 𝘤𝘩𝘪𝘶𝘴𝘦 𝘪𝘭 𝘭𝘪𝘣𝘳𝘰.
𝘐𝘭 𝘭𝘪𝘣𝘳𝘰 𝘥𝘪 𝘲𝘶𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘤𝘩𝘦 𝘢𝘷𝘳𝘦𝘣𝘣𝘦 𝘱𝘰𝘵𝘶𝘵𝘰 𝘦𝘴𝘴𝘦𝘳𝘦 𝘭𝘢 𝘴𝘶𝘢 𝘷𝘪𝘵𝘢, 𝙡𝙖 𝙡𝙤𝙧𝙤 𝘷𝘪𝘵𝘢.
𝘘𝘶𝘦𝘭 𝘳𝘦𝘨𝘢𝘭𝘰 𝘪𝘯𝘴𝘰𝘭𝘪𝘵𝘰 𝘴𝘪 𝘦𝘳𝘢 𝘳𝘪𝘷𝘦𝘭𝘢𝘵𝘰 𝘶𝘯 𝘭𝘪𝘣𝘳𝘰 𝘴𝘶 𝘤𝘢𝘶𝘴𝘦, 𝘦𝘧𝘧𝘦𝘵𝘵𝘪, 𝘵𝘦𝘮𝘱𝘪𝘴𝘵𝘪𝘤𝘩𝘦 𝘦 𝘤𝘰𝘯𝘴𝘦𝘨𝘶𝘦𝘯𝘻𝘦 𝘴𝘶𝘭𝘭𝘢 𝘷𝘪𝘵𝘢 𝘲𝘶𝘰𝘵𝘪𝘥𝘪𝘢𝘯𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭'- 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘮𝘢- 𝘥𝘪 𝘲𝘶𝘦𝘭 𝘥𝘢𝘯𝘯𝘢𝘵𝘪𝘴𝘴𝘪𝘮𝘰 𝘮𝘰𝘴𝘵𝘳𝘰 𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘴𝘶𝘦 𝘤𝘶𝘳𝘦.
𝘗𝘦𝘳𝘤𝘩𝘦́ 𝘢𝘯𝘤𝘩𝘦 𝘭𝘦 𝘤𝘶𝘳𝘦 𝘮𝘪𝘨𝘭𝘪𝘰𝘳𝘪 𝘢𝘷𝘦𝘷𝘢𝘯𝘰 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘳𝘰𝘪𝘯𝘥𝘪𝘤𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘪.
𝘛𝘶𝘵𝘵𝘰 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘰𝘳𝘯𝘢𝘵𝘰 𝘥𝘢 𝘢𝘱𝘱𝘶𝘯𝘵𝘪, 𝘱𝘦𝘯𝘴𝘪𝘦𝘳𝘪, 𝘳𝘪𝘤𝘰𝘳𝘥𝘪 𝘦 𝘴𝘦𝘯𝘵𝘪𝘮𝘦𝘯𝘵𝘪.
𝘐𝘭 𝘴𝘶𝘰 𝘥𝘪𝘢𝘳𝘪𝘰.
𝘎𝘭𝘪 𝘴𝘵𝘢𝘷𝘢 𝘥𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘭𝘢 𝘷𝘦𝘳𝘪𝘵𝘢̀ 𝘦 𝘶𝘯𝘢 𝘷𝘪𝘢 𝘥𝘪 𝘧𝘶𝘨𝘢 𝘢𝘭 𝘵𝘦𝘮𝘱𝘰 𝘴𝘵𝘦𝘴𝘴𝘰.
𝘈𝘷𝘳𝘦𝘣𝘣𝘦 𝘢𝘤𝘤𝘦𝘵𝘵𝘢𝘵𝘰 𝘴𝘰𝘭𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘭𝘢 𝘱𝘳𝘪𝘮𝘢.
𝘗𝘢𝘨𝘰̀ 𝘦 𝘴𝘪 𝘥𝘪𝘳𝘦𝘴𝘴𝘦 𝘢 𝘱𝘢𝘴𝘴𝘰 𝘴𝘱𝘦𝘥𝘪𝘵𝘰 𝘷𝘦𝘳𝘴𝘰 𝘭𝘢 𝘤𝘢𝘴𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭’𝘶𝘰𝘮𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘢𝘮𝘢𝘷𝘢.
 

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«Ti va una passeggiata Tesoro?»
«Non troppo oggi...»
(Quelli erano i giorni in cui ricordava.)
«Oggi non posso bere... caffé?»
«Niente birra?! Sicuro di stare bene tu?»
(Ricordava giorni di gloria)
«Già, ti va di leggere qualcosa prima di cena?»
«Tisana e libro, mi fate sentire un vecchio londinese, ho solo quarantacinque anni!»
(Ricordava la sua età)
 

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C’era sempre qualche cosa che ricordava, un evento, uno sguardo, un volto, una data, ma i giorni peggiori erano quelli in cui ricordava tutto, quelli erano i giorni malinconici e dolorosi, quelli in cui sapeva che dopo poche ore avrebbe potuto non riconoscerlo più.
Erano anche quelli in cui lui ringraziava qualsiasi divinità per l’incredibile previdenza e organizzazione del compagno.
Senza quel diario non avrebbe mai saputo come prendersi cura di se stesso, figurarsi di lui e del loro fastidioso coinquilino: l’alzheimer precoce.