Anime & Manga > Pokemon
Segui la storia  |       
Autore: KurryKaira    14/01/2023    0 recensioni
La storia narra degli avvenimenti che avvengono dopo che Ash ha vinto la Lega. Ogni protagonista ha ormai la sua vita e ognuno è preso dalla propria storia d'amore. Ash spera di incontrare Serena al più presto, Misty lavora con Tracey a Celestopoli, Vera è coordinatrice con Drew, Lucinda con Kenny, Spighetto insegna a Burgundy l'arte degli intenditori e Jessie e James se la dovranno vedere con il Team Rocket stesso!
Il resto dei compagni di viaggio di Ash sarà sempre presente all'interno della storia a far compagnia a questi innamorati. Ps. I nomi nel racconto (a parte quelli dei pokémon e delle città) saranno quelli originali (Es. Satoshi, Musashi, Kojiro ecc) Ps2. La fic non tiene conto degli eventi dopo xyz, Ash infatti vince la Lega di Kanto all'interno della fic.
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Era circa mezzogiorno, il sole era alto ma non faceva così caldo a Kanto perché il vento soffiava forte.
Due ragazzi e il loro pokémon erano famosi nel fare sempre la scelta sbagliata. Potevano fuggire e basta, nessuno li avrebbe cercati perché loro ormai contavano meno di zero. Un peccato, perché in quei giorni all'accademia non sembravano affatto reclute deludenti.
Davvero un peccato, ossessioni e strade sbagliate li avevano portati a troppi fallimenti da essere perdonati all'infinito.
Dovevano sparire e nessuno li avrebbe inseguiti.
Ma quei tre erano famosi anche per la loro stupida cocciutaggine e orgoglio. Il capo a cui erano stati così attenti e devoti non li voleva più? Beh, dovevano dirgliene quattro! Superarono le guardie perché quando si mettevano d'impegno sapevano essere veramente bravi (probabilmente essere i cattivi forse non faceva veramente per loro) e si ritrovarono di fronte a quel tanto amato capo.
- E voi?- Disse con arroganza ricordando appena chi fossero. Il Persian sulle sue cosce soffiò feroce a quel Nyasu che coraggioso era pronto ad affrontarlo:- Non mi fai paura!- Disse infatti.
- Ah, il Nyasu parlante, certo. Mi ricordo di voi. Siete l'inutile spreco economico della mia organizzazione. Sbaglio o vi avevo ordinato di non farvi più vedere? Ho voluto essere clemente con voi ancora una volta.-
Musashi, tanta la rabbia, quasi perdeva fumo dalle orecchie, strinse i pugni e in fretta spalancò la bocca pronta a urlargli contro tutta la sua frustrazione, ma Kojiro fu più veloce di lei. Fece un passo avanti come a voler difendere i suoi compagni e prendersi tutte le responsabilità, come se il capo fosse lui, come nel suo sogno:- Tu non sei più nessuno- disse con voce ferma:- E noi non abbiamo paura di te- così sicuro che furono Musashi e Nyasu ad avere quasi paura del loro compagno.
Sakaki incupì lo sguardo:- Dove vuoi arrivare?- Pronto a premere un bottone sotto la sua scrivania.
Alzò adesso la voce Kojiro:- Sfidaci! E ti faremo vedere quanto valiamo!- Musashi e Nyasu con sguardo severo si nascosero quasi dietro di lui lasciandosi proteggere. Kojiro era il più sensibile tra loro ma lo conoscevano bene, quando si arrabbiava non c'era nessuno capace di tenerli testa; chissà, magari nemmeno Sakaki.
Il capo del Team Rocket però non sembrava spaventato, una sonora risata riempì quello stanzone. - Va bene- disse ma Kojiro lo interruppe senza ritegno:- Non ho finito- puntualizzò severo:- Se vinciamo noi...- Sakaki ascoltò con attenzione:- ...dovrai lasciarci l'azienda!-
Musashi e Nyasu si guardarono, non erano esattamente questi i piani, forse il ragazzo sognava troppo in grande, ma cavoli, era il loro ragazzo! Annuirono fiduciosi e pronti a combattere al suo fianco. Musashi gli strinse la mano, lui si voltò appena a guardarla senza perdere il suo coraggio. Lei sorrise, lo amava come poche persone al mondo sanno amare quando faceva così. Lui ricambiò il sorriso sicuro di fare la scelta giusta. Si vedeva che era un ragazzo nato in una famiglia ricca e importante, pensò ancora lei invidiandolo un po', a volte aveva una fermezza e una sicurezza che lei si sognava. E oggi stava avendo anche tanto coraggio, qualità che di solito apparteneva più a lei che a lui, ma tutto sommato le piaceva sentirsi protetta (anche se lo negava); Kojiro poi, era sempre così protettivo, con tutti. " Non sei mai sembrato uno dei cattivi" pensò affettuosamente. 
- Ora posso parlare, col suo permesso?- Disse nervoso e con sarcasmo colui che in realtà aveva ancora in mano la situazione, Kojiro lo guardò senza esitare.
- Accetto. Patetici agenti- non voleva certo approvare le folli richieste di un ragazzino che voleva giocare a fare l'uomo davanti alla sua fidanzatina pensò, ma anche lui era orgoglioso. Non si arriva a essere capo di un'azienda malavitosa così importante senza un briciolo di orgoglio. Voleva essere clemente con loro all'inizio ma questi tre insulti della natura non meritavano clemenza. Li avrebbe distrutti, in tutti i sensi. Prese in mano la sua pokéball pronta a lanciarla e lo stesso fecero Musashi e Kojiro senza paura, stringendosi la mano libera. Nyasu e Persian erano altrettanto pronti ad affilare gli artigli.

Nello stesso momento, a Giardinfioriro, Hikari scendeva in campo contro Kengo.
Entrambi strinsero i pugni ingoiando saliva. Si guardarono negli occhi con aria di sfida.
Lui soprattutto, la guardava come non aveva mai fatto, uno sguardo così severo non gliel'aveva mai serbato. Capì solo allora Hikari di quanto, in tutti quegli anni, lui l'avesse guardata sempre innamorato. Anche quando la prendeva in giro con quel nomignolo che tanto odiava.
In quel momento quel maledetto nomignolo le mancava profondamente!
" Kengo, dove sei? E a farti scappare sono stata proprio io?" Ma lei non aveva colpe, non ricambiava i suoi sentimenti, non doveva essere un suo problema questo.
Ma lo sguardo di lui cambiò appena, era sempre amareggiato ma le sorrise:- Metticela tutta mi raccomando, come solo tu sai fare!- 
Allora la ragazza capì che lui non era arrabbiato con lei, era semplicemente triste, e come biasimarlo? Ma prima o poi gli sarebbe passato, prima o poi si sarebbe innamorato di un'altra e allora sarebbero potuti tornare amici!
Non vedeva l'ora! La coordinatrice sorrise. Non vedeva l'ora che Kengo si innamorasse di un'altra per riaverlo! Ma il sorriso le sparì subito. Non vedeva l'ora che il suo Kengo si innamorasse di un'altra per riaverlo tutto per sé.
" Oh no" pensò infine chiamando in campo il suo pokémon pronta ad affrontare l'esperto avversario " che cosa ho combinato?!"

Ma Sakaki era un allenatore con molti più anni di esperienza e molta più cattiveria. Erano in due contro uno, ma persero lo stesso. La loro squadra venne annientata. La squadra di guardie di Sakaki entrò di prepotenza nella stanza facendo loro capire che quelle pokéball non le avrebbero più viste. No, non potevano prendersi i loro pokémon! Bastò uno sguardo di Kojiro a far capire a Musashi di prendere le pokéball e fuggire via, sapeva correre veloce ed era estremamente agile. Lei fece un cenno con la testa con il cuore pieno di emozioni, raccolse le sfere di entrambi e superò quelle guardie nell'attesa che i due compagni la seguissero. Nyasu, preso dal panico, graffiò e colpì aggressivo come non era mai stato quel tanto odiato Persian. Nello stesso istante Sakaki afferrò il polso del giovane Rocket che distratto seguiva con lo sguardo la compagna che fuggiva mettendo in salvo i loro pokémon, come si sentì afferrare da quella forte mano si voltò di scatto e senza pensarci, d'istinto, indurì il destro colpendo in piena faccia la più imponente figura del Team Rocket. Quel giorno volarono via due denti, uno a Sakaki e l'altro al suo Persian. Avevano perso la guerra, ma quest'ultima battaglia vinta valeva tutto; i due compagni si scambiarono un cenno d'intesa orgogliosi per poi fuggire seguendo le orme della compagna.
- Maledetti- strinse i denti rimasti il capo dolorante, asciugandosi il sangue:- Dov'era questa loro capacità quando lavoravano per me?!-
L'intero covo del Team Rocket diede loro la caccia, di sicuro questa cosa sarebbe rimasta negli annali dell'organizzazione, alla fine, a modo loro, la storia l'avevano fatta!
Si ritrovarono e, scappando insieme come dei pazzi, ricordarono le parole del moccioso " questa grande storia è anche un po' vostra" sorrisero, pensare a Satoshi e Pikachu che ce la facevano sempre infuse loro ancora più coraggio!
Erano nei pressi di un cunicolo che li avrebbe portati all'esterno, erano sicuri che una volta fuori li avrebbero lasciati andare, non valeva la pena stare dietro a tre matti che mai più si sarebbero fatti rivedere. Ma proprio poco prima della libertà apparvero due reclute pronte ad aggredire Musashi e Nyasu, più avanti rispetto a Kojiro. Ma il ragazzo, ancora una volta, come più volte fece all'accademia, volle fare l'eroe e si sacrificò al posto loro facendosi catturare per permettere agli altri due di salvarsi.
- Non ti permetterò una cosa del genere!- Gli urlò la ragazza, ma lui la spinse via oltre la finestra verso la libertà.
- Va' con lei e non lasciarla sola mai!- Disse al gatto, che nel panico lo assecondò seguendo la ragazza.
Musashi e Nyasu erano all'esterno e riuscirono a far perdere le loro tracce mentre Kojiro, il solito sensibile eroe, era rimasto nelle loro grinfie.
- No! No! No! No!!- Ripeteva la ragazza dai lunghi capelli magenta scappando via in lacrime, Nyasu la seguiva singhiozzando. Appena poterono si fermarono a riprendere fiato prima che un infarto rendesse vano il sacrificio di Kojiro. - Gliel'ho permesso solo per portare in salvo i suoi pokémon! Non me l'avrebbe perdonato mai!- Tirò un pugno a un albero così forte da far volare via i Pidgey appollaiati sopra.
Nyasu si alzò di scatto:- Dobbiamo tornare e cercarlo!- Voleva continuare a parlare a raffica ma non riuscì a proseguire il suo discorso perché i singhiozzi della ragazza quasi lo paralizzarono. Se ne stava in piedi con la testa china su quell'albero senza dire niente, piangeva e basta. Vedere Musashi così lo spaventava forse più di ogni cosa. - Musashi...- disse appena cercando di sfiorarla.
- Non doveva andare così!- Disse con voce soffocata su quella corteccia:- Perché deve sempre fare così?! Perché è così lunatico?!- Adesso si voltò a guardare il gatto con le ciglia ricoperte di lacrime:- E' così codardo! E invece si sveglia un giorno e vuole fare l'eroe! Come quei giorni all'accademia!- Alzò le spalle tornando a singhiozzare come non aveva mai fatto:- Io non lo capirò mai! Come posso aiutarlo se non riesco a capirlo?!- Nyasu le sfiorò le gambe e allora lei si accovacciò cercando in lui un abbraccio.
- Noi non lo abbandoneremo- le disse.
- Ovvio che non lo abbandoneremo- rispose asciugandosi le lacrime, aveva le guance e il naso così rossi che sembrava che Nyasu le avesse graffiato tutta la faccia. " Io posso vivere senza il Team Rocket" pensò riprendendo la sua fermezza e la sua audacia, strinse i pugni " ma senza Kojiro no" ricambiò lo sguardo del pokémon cercando ancora una volta approvazione, la trovò. " Kojiro, mi è appena tornato in mente un dettaglio insignificante che col tempo avevo lasciato scappare via. Ma è qualcosa che in quei giorni all'accademia non riuscivo a togliermi dalla mente, e in questo momento è tornato più forte che mai. E mi sono accorta che in realtà non era scappato affatto, si era solo nascosto nell'ordinarietà delle nostre giornate."
- Coraggio Musashi, torniamo a prenderlo!- Le disse il pokémon imbracciando lo stesso coraggio che il suo compagno umano aveva avuto, ma lei aveva lo sguardo distante, come se non lo stesse più ascoltando. Il vento era forte, fin troppo.
" Io ti amo, come poche persone al mondo sanno amare."
Annuì:- Sì, andiamo a prenderlo.-

Se solo Hikari avesse saputo che cosa stava accadendo in quello stesso momento ai suoi più cari nemici forse avrebbe ritenuto i suoi problemi banali e di poco conto. Ma lei non lo sapeva e quel giorno, quando il suo Piplup perse tutte le energie facendole così perdere la gara, capii cosa significava veramente soffrire per amore.
Lui vinse, lo meritava, e vinse. Ricevette il suo fiocco, con orgoglio lo mostrò al pubblico e poi andò via salutandola appena, quasi come fossero due estranei.
Doveva solo far sbollire la sua rabbia sì. Ma se lui non l'amava più? Aveva tutto il tempo di diventare Super coordinatrice, ma il tempo di ritrovare un uomo così devoto ai suoi sentimenti quando l'avrebbe ritrovato?
La sua amica Haruka scese dagli spalti per consolarla, e anche Nozomi le si avvicinò con la stessa intenzione ma appena quest'ultima sfiorò lei la spalla Hikari, che a tutto stava pensando meno a che ad aver perso la gara, si scostò impedendo alla rossa di toccarla.
Non lo fece con cattiveria, ma in quel momento voleva solo rincorrere la persona più importante della sua vita, perché diavolo non lo aveva capito prima?!
" Grazie Satoshi" pensò correndo in quell'atrio " grazie per avermi aiutata e incoraggiata a iniziare la mia avventura!"
" Grazie Takeshi" c'era tanta gente che andava e veniva, ma lui dov'era? " Grazie per avermi spronata a migliorare sempre!"
" Grazie Haruka di essere venuta a fare il tifo per me. E grazie per le battaglie che abbiamo affrontato insieme e per il coraggio che mi hai dato nelle mie prime esperienze!" Il fiatone si faceva sentire raggiunto l'esterno e il viale alberato. Come poteva averlo perso di vista?!
" Grazie Naoshi, Urara e grazie Nozomi per avermi permesso di crescere diventando una coordinatrice migliore. Grazie Nozomi, davvero, e scusa se sono scappata senza nemmeno salutare ma ti sbagliavi. Ti sbagliavi, e mi sbagliavo anche io..." si fermò, conscia ormai di averlo perso, strinse i pugni " ...io voglio viaggiare con lui da adesso in poi. Voglio aumentare le mie capacità di coordinatrice al suo fianco" e, strano per il suo carattere, non trattenne le lacrime " perché io lo amo! Che stupida che sono stata a capirlo così tardi!"
Piplup le si avvicinò triste, tirò quella lunga gonna rossa e lei si chinò ad abbracciarlo ancora tra i singhiozzi " e soprattutto grazie a te Piplup!"
Haruka, Nozomi e Shuu l'avevano seguita e si soffermarono a guardarla da lontano, pensarono tutti e tre che lasciarla sfogare era la cosa migliore che potessero fare.
Nozomi strinse i pugni, sperava di poter essere stata un'amica migliore per Hikari, e sicuramente la ragazza di Duefoglie stravedeva per lei, ma doveva accettare che non era mai stata al livello di Kengo. Di sicuro pensò che la Hikari non innamorata le era più simpatica ma pazienza, le sarebbe rimasta accanto lo stesso, a prescindere da tutto. Sorrise e seguì la coppietta di Hoen via da lì, lasciando la futura super coordinatrice a struggersi per amore.

E i giorni passarono, noncuranti del dolore degli innamorati.
A Celestopoli le cose andavano per il meglio, lo spettacolo aveva riscosso un enorme successo, e Takeshi e Kenji non avevano dubbi, Kasumi nei panni di sirena era straordinaria. La palestra aveva ripreso a lavorare e gli allenatori avevano riempito la rubrica degli appuntamenti per battere la bella capopalestra, incredibile, pensò Kasumi, era diventata come le sue sorelle, ma più bella, più brava e più intelligente! Sorrise soddisfatta di sé stessa, la sua vita andava finalmente per il meglio!
- Grazie Takeshi- gli strinse le mani calorosamente e con sincero affetto lo salutò.
- Alla prossima, e buona fortuna per tutto!- Disse a entrambi i ragazzi sull'uscio della porta.
- Sarai un grande medico- sfiorò lui l'orecchio con delicatezza:- E un buon marito.-
Takeshi sorrise appena, poi guardò Kenji alzando le spalle. - Davvero, non credo nemmeno si renda conto che tutto ciò che fa ha un non so che di erotico- rispose l'osservatore e Takeshi ridacchiando se ne andò:- Per fortuna che con me non attacca!-
La ragazza si infuriò con entrambi, questa volta non voleva affatto provocare!
E tra le urla dell'amica l'ex capopalestra sparì all'orizzonte lasciando Kasumi e Kenji da soli. Finalmente di nuovo soli, pensò lui. E forse lo pensò anche lei. Ancora su quell'uscio si guardarono.
- Hai intenzione di andare via anche tu?- Le disse lei ora con voce dolce.
- No- rispose lui baciandola piano per la prima volta, pochi magici secondi e la lasciò libera.
Lei sorrise, senza nemmeno arrossire, tanto le sembrava ormai ovvio il loro legame.
- Rimarrai qui quindi? Con me?- Con quegli occhioni verde acqua.
- Era da tempo che speravo di essere io il fortunato di cui ti saresti innamorata- le rispose.
Lei fece una smorfia:- Scendi dal piedistallo, non ho mai detto nulla di simile- ed entrò in casa sorridendo sadica ma sotto sotto innamorata eccome, lui ricambiò il sorriso che tanto aveva capito bene com'era fatta: il mostro più bello che avesse mai avuto modo di incontrare.
Seguì l'ancheggiare di quelle gambe all'interno della palestra, così pimpante che quasi sembrava volare.

Finalmente i due ladri riuscirono a trovare il loro compagno. Doveva essere stato cacciato dalla base dopo un bel pestaggio e trovato gravemente ferito da un'infermiera Joy visto che adesso era ricoverato in un centro pokémon. " Non ci meritiamo nemmeno dei dottori veri?!" Pensarono con rabbia i due illesi all'interno del centro.
I loro sguardi forse lo fecero trapelare e l'infermiera spiegò:- Ho portato di peso qui il vostro amico appena l'ho trovato.-
- Sei più forte di quanto non sembri...- la donna anziché ringraziarla sembrava disprezzarla.
- Ho chiamato dei dottori specializzati, lo hanno aiutato ma viste le condizioni stabili hanno preferito lasciarlo qua. Vi ricordo che il centro pokémon è anche un alloggio per allenatori. Il vostro amico sta bene adesso, sta solo riposando.-
La guardarono annuendo, forse dovevano solo esserle grati e stare zitti. Entrarono nella stanza in cui il ragazzo riposava.
Sembrava dormire sereno in quel letto, al contrario loro indossava ancora i pantaloni tutti strappati della divisa, il petto era nudo e ricoperto di alcune fasce. Il viso riportava alcuni lividi ma Musashi sorridendo e sfiorandogli i capelli pensò che era comunque bellissimo.
Il gesto lo svegliò. - Mm...- disse appena:- ... Musashi. Lo sai che odio essere svegliato.-
- Sognavi ancora di essere il capo?- Disse lei delicatamente. Lui prese del tutto conoscenza e si accorse che i due compagni erano con lui in quella povera stanza in legno. Alzò il busto di scatto, era molto più energico di quanto non pensassero, li abbracciò spingendoli a sé.
- State bene!- Disse non trattenendo le lacrime.
- Che sciocco- disse lei:- Noi sì che stiamo bene!-
- Ti abbiamo cercato subito!- Disse Nyasu:- Ma non siamo riusciti a trovarti. Ci hai fatto passare dei giorni terribili!-
Kojiro sorrise a denti stretti evidenziando le sue ferite, anche i suoi giorni non erano dovuti essere dei migliori.
- Sei sexy- lo consolò lei ridacchiando seduta accanto a lui su quel letto, lui ne fu orgoglioso. - Ehi- disse poi al gatto:- Io forse le ho prese un po', ma quanto è stato soddisfacente quel pugno??- Sapeva che lui poteva capirlo avendo fatto altrettanto a quel maledetto Persian. Infatti il gatto annuì pieno di gioia. La donna sbuffò:- Maschi, chi vi capisce è bravo!- Li prendeva in giro, ma non riusciva a togliere gli occhi di dosso al ferito, occhi che brillavano. Lui la notò:- Ho qualcosa in faccia?- Chiese. - Qualcosa no, colori tanti, dal rosso al violaceo!-
- Hai detto che sono sexy- si imbronciò. - Sì, non ti guardo per offenderti- si giustificò:- Ho avuto paura di perderti- strinse le lenzuola nel pugno non trattenendo più gli occhi lucidi e lui non riuscì a non commuoversi. L'abbracciò di nuovo lasciandola piangere nell'incavo del suo collo. - Non farlo mai più- gli disse tra i singhiozzi, quanto odiava mostrarsi debole, ma oggi ne valeva la pena. - Scusa- finì per chiederle lui sinceramente colpito dal dolore dell'amica, stringendola sempre un po' di più fino a perdersi nell'odore dei suoi capelli, sapevano di rose.
Lo stomaco di Kojiro, nonostante il momento, brontolò. Nyasu allora ridacchiando si propose di andare a spendere i pochi spicci che gli erano rimasti per comprare lui qualcosa di buono:- Per ringraziarti di quando all'accademia dividesti il tuo panino con me.-
- E' passato un po' di tempo- sorrise lui.
- Ma tu non sei mai cambiato- rispose il gatto con altrettanti occhi innamorati.
Il ragazzo si lasciò scivolare di nuovo lungo il letto, nell'attesa che il pokémon tornasse, la compagna lo seguì accovacciandosi sul suo petto, non aveva nessuna intenzione di lasciarlo più. Con la mano, delicatamente gli accarezzava le ferite.
- Ti faccio male?- Gli chiese.
- No- rispose lui godendosi la sensazione, ricambiò sfiorandole lentamente la schiena con le dita scorgendola sotto la camicetta bianca. Respiravano piano, rimanendo in silenzio. Adesso che erano di nuovo insieme potevano pensare a come affrontare il futuro da adesso in poi.
Se Kojiro era vivo probabilmente era vero che il Team Rocket li avesse "perdonati" con la speranza che non si facessero vedere mai più.
- Musashi...- cercò di intraprendere una discussione seria ma lei, rilassatasi un po' troppo torno in sé:- Ascolta, siamo pur sempre in un centro pokémon! Perché non rubiamo un po' di provviste e poi scappiamo!- Per abitudine era ormai difficile non ragionare come una criminale.
Lui non rispose subito, in effetti era abbastanza in forze da poterlo fare, solo non ne era convinto. Ma come dire di no a quegli occhioni e quel seno appiccicato al suo petto. Sospirò e assecondò le malvagie intenzioni di lei.

Intanto l'aereo che da Kanto portava a Kalos atterrò e non troppo tempo dopo, il vero protagonista di questo viaggio infinito, bussò alla porta di una casa a Borgo Bozzetto.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Pokemon / Vai alla pagina dell'autore: KurryKaira