Storie originali > Fantascienza
Segui la storia  |       
Autore: ArielSixx    14/01/2023    0 recensioni
In una società post-moderna in cui guerre e carestie dilagano una società segreta porta avanti dei misteriosi esperimenti utilizzando dei ragazzi come cavie. Selena è una di loro e si ritroverà per necessità ad avere a che fare con un esperimento che cambierà per sempre le sorti della sua vita.
Genere: Fantasy, Guerra, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La strada su cui posano i miei piedi è lastricata di brutte intenzioni. Fuori il sole sta calando, Madama Gus ci ha trattenuti più del previsto e muoverci a quest'ora è diventato troppo pericoloso. Bisognerà sostare per la notte e rimandare il nostro piano a domani mattina. Attendere così tanto mi fa essere nervosa, con la paura di poter vedere sfuggire tutto da un momento all'altro. Ritornare ai sotterranei sarebbe un'idea folle, siamo già riusciti a passarla liscia una volta e non possiamo permetterci di rischiare oltre. Neanche rimanere da Madama Gus è sicuro per la notte. I nostri passi ci portano verso la locanda di Roxy, con l'intento di affittare una camera grazie ai pochi risparmi rimasti.

Poche gocce iniziano a cadere sulle nostre teste quando siamo ormai quasi arrivati a destinazione, inzuppandoci i vestiti già malconci. Mi porto dietro una sacca nera che non è adatta a proteggere tutto quello che abbiamo, costringendomi a stringermela al petto per ripararla. I bambini, saltellando davanti a me, si divertono a infilarsi nelle pozzanghere. Poco importa se arriveranno fradici, la felicità è un lusso che bisogna cogliere al volo.

Le gocce scivolano sulle vetrine e il frastuono si percepisce già dall'esterno, in una serata come questa molti cercano riparo più del solito. Fuori è buio quando finalmente entriamo, percependo l'aroma di cibo caldo; non ero mai stata qui a quest'ora, sembra un posto più accogliente del solito. Per istinto tiro a me Kyle e Mad, costringendoli a tenermi la mano. Qui è quasi come sentirsi al sicuro, ma le persone che circolano non sono diventate improvvisamente benevole.

Roxy è al bancone come al solito, intenta a spillare idromele e birra. Mi avvicino quanto basta per farle un segno con la mano e il suo sorriso è rassicurante, prima di dirigere il suo sguardo verso le due piccole canaglie che mi stanno stretta addosso. Ora leggo compassione nei suoi occhi. Si allontana dal bancone lasciando il posto a un uomo dalla barba incolta: "Cosa ci fate qui?" sussurra appena, prendendomi la mano per spostarci verso un angolo della sala.

"Si è fatto tardi e non sapevo dove altro andare, ti pagherò una stanza". Fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio, mi ripeto. Da qui noto gli occhi della cartomante che mi scrutano, appoggiata con le spalle alla porta del suo sgabuzzino...ho le sue parole ancora fresche in mente.

"Va bene, venite". Il suo è un sospiro di sconfitta, di quelli che fanno le madri quando hanno altri piani per i loro figli.

L'ennesima stanza diversa: una cavalletta come stemma sulla porta, un letto matrimoniale che va benissimo per tutti e tre e le solite pareti che sanno di vecchio e umido. L'ultima volta che sono stata qui era troppo intontita e sopraffatta per notare qualsiasi altra cosa, ma ora percepisco il freddo della sera e gli spifferi che passano da tutte le parti.

"Che ci facciamo qui? Fa parte del gioco?, chiede Kyle. È diventato abbastanza grande da lanciarsi sul letto senza avere più bisogno del mio aiuto come facevamo un tempo.

"Certo che sì, è arrivato il momento di fare una pausa e riposare", tento di evitare il suo sguardo che è comunque impegnato a scrutare altrove.

"Quanto dura questo gioco?", chiede Mad. Sta appoggiata al bordo del materasso, quasi in bilico, con i muscoli tesi e la paura di rilassarsi.

"Solo un paio di giorni", m'invento una bugia dietro l'altra per arrampicarmi sugli specchi.

Ho pagato la stanza una fortuna e dobbiamo camminare in punta di piedi per il corridoio, solo per fare pipì e lavarci i denti senza mai lasciarci la mano. Le pareti dei bagni gocciolano liquido di vari colori e non voglio nemmeno sapere di cosa si tratta: urine e sangue sono la cosa che mi spaventa meno. Una tizia barbuta ci guarda in cagnesco mentre usciamo da quella latrina, un occhio su di noi e l'altro verso un punto indefinito. Quando finalmente riesco a metterli a letto, entrambi stretti sotto a una coperta che ha visto cose che è meglio dimenticare; sento ufficialmente il peso di questa giornata. Abbiamo un piano che non sta andando da nessuna parte e così poche ricorse che ci toccherà centellinare anche l'aria. Eppure, mentre li guardo dormire, mi sento in pace. Schiena contro schiena con i volti sereni, le zip delle felpe allacciate fino alla bocca e i cappucci a coprirgli le teste. La febbre che colpisce Kyle quattro giorni su sette non si fa vedere da un po' e temo ogni istante per una ricaduta. Gli ultimi antibiotici dovrebbero aiutarci almeno finché non riusciamo ad andare via. Sono due esserini minuscoli eppure hanno occupato l'intero letto, potrei svegliarli ma mi sento in colpa al solo pensiero. Così gli rimbocco le coperte per l'ennesima volta e decido che sì, è giunta l'ora di colmare le mie preoccupazioni con un ultimo boccale d'idromele.

Un paio di giorni e mi sembra già di conoscere questo posto più della casa che non ho. Ormai è giunto l'orario di chiusura e il baccano si è affievolito...sono pochi quelli che restano fuori la notte anche in posti come questo. L'ultima volta che sono stata qui non mi ero accorta nemmeno del calar del sole, solo ora mi rendo conto di quanto il silenzio della notte non lascia scampo per nessuno. I miei stivali logori mi portano direttamente al bancone, la maggior parte degli sgabelli sono ormai vuoti e Roxy non sembra indaffarata come al solito. Mi guarda solo per un istante: "Offre la casa". Allunga un boccale d'idromele che straborda da tutti i lati, metà va alle mie labbra e metà sulla mia maglietta.

"Ce ne vuole di coraggio per una come te", commenta ancora. Non le ho detto nulla, ma ho come l'impressione che sappia già tutto. A volte, gli addii si percepiscono senza bisogno di dire niente.

"C'è sempre così poca gente la notte?" non m'interra sul serio saperlo, ho solo bisogno di cambiare discorso.

"Tra un'ora ce ne sarà ancora meno, chiudiamo il portone e nessuno può più uscire fino al mattino dopo".

Probabilmente lo stupore sul mio volto è palese: "Non pensavo funzionasse come nei sotterranei".

"Non ci piace quel metodo, ma dobbiamo pur tutelarci anche qui. Dopo un certo orario non è più sicuro neanche per disperati e ubriaconi", mi spiega.

Non ha tutti i torti, per quanto insopportabili quei metodi rimangono i più sicuri. Eppure, non posso che pensare a tutte quelle persone che non ce l'hanno fatta a tornare in tempo.

"Non lo so dove vanno" mi dice, percependo i miei pensieri "ci sono dei rifugi abusivi e qualche altra locanda come questa".

"Rifugi abusi?" chiedo, d'istinto.

"Al mercato nero...porti merce di contrabbando o qualsiasi cosa gli possa interessare nella maggior parte dei casi hai un posto assicurato".

Quest'ultima frase mi colpisce più di tutto il resto.

"Forse puoi andare lì qualche volta se qui è troppo costoso" continua lei, nel vano tentativo di convincermi a non combinare danni.

Ma io non riesco più a smettere di pensare a quello che ha detto pochi attimi prima. C'è un rifugio abusivo e Madama Gus non mi ha mai detto della sua esistenza. Mi sento improvvisamente ferita e delusa. Non avrei avuto nulla da potergli offrire, ma perché non dirmelo. Mille pensieri mi vorticano in testa confondendosi con l'alcool.


   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantascienza / Vai alla pagina dell'autore: ArielSixx