Anime & Manga > Le bizzarre avventure di Jojo
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Autore: Giuly_2_21    15/01/2023    1 recensioni
PREQUEL/SPIN-OFF DI LOST IN THE ANIME MULTIVERSE E SEQUEL DI JJBA VENTO AUREO
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Dopo lo scontro con Diavolo a Roma Giorno riesce finalmente a salire ai vertici di Passione e diventarne il Boss.
Ma la strada per coronare il suo sogno è ancora lunga e irta di ostacoli.
Affiancato da vecchi e nuovi alleati e pronto a tutto pur di non venir meno alle promesse fatte, il ragazzo dovrà affrontare l'ombra che attanaglia l'Italia da decenni e regolare i conti con il suo passato e le conseguenze delle sue scelte.
Ma non sempre tutto va secondo i piani…
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NUOVO CAPITOLO OGNI LUNEDI (FINO A ESAURIMENTO SCORTE)
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Giorno Giovanna, Guido Mista, Nuovo personaggio, Pannacotta Fugo, Trish Una
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Anime Multiverse Series'
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Miami, 16 aprile 2001

Alle 14.30 di quel pomeriggio, dopo sedici interminabili ore di volo, un jet privato della Speedwagon Foundation atterrò all'aeroporto di Miami. Al suo interno Giorno Giovanna, Fugo Pannacotta e Jean Pierre Polnareff stavano sonnecchiando sui comodi sedili reclinabili della prima classe. La presenza di quest'ultimi due non suscitò alcuna obiezione da parte della SPW, anzi vennero accolti sull'aereo con tutti i riguardi, specie dopo che Polnareff si presentò allo staff.

Nonostante le premure e la simpatia dell'equipaggio, per le prime ore di viaggio gli ospiti non riuscirono a stare tranquilli. La tensione per l'incontro imminente gli aveva ghermito le viscere, rendendoli ansiosi, guardinghi e diffidenti. Paradossalmente fu Fugo, l'unico del trio a non avere legami con SPW, a risentirne di più di tutti. Infatti mentre Giorno e Polnareff erano capitolati dopo due ore (del resto erano partiti alle 4.00 del mattino da Napoli), il ramato erano rimasto con la guardia alta per altre quattro prima che la stanchezza prendesse il sopravvento, facendolo sprofondare in un sonno senza sogni.

Appena l'aereo toccò terra tutti e tre si ridestarono di scatto. Fugo si maledisse per essersi addormentato, ma tirò un sospiro di sollievo constatando che lui e i suoi compagni erano incolumi. Una volta scesi un uomo di mezz'età in giacca e cravatta li scortò al loro nuovo mezzo di trasporto, una limousine nera con il logo della SPW.

-Koichi?!- esclamò Giorno sorpreso una volta salito sull'auto.

-Ehilà, Giorno- lo salutò il piccolo abitante di Morio-Cho -Felice di rivederti-

-Anch'io, anche se non mi aspettavo di trovarti qui- confessò il biondo, mentre l'auto partiva -Pensavo fossi tornato in Giappone-

-In effetti era quella l'intenzione, ma Jotaro mi ha chiesto di rimanere qui un altro po' visto il vostro arrivo- spiegò brevemente Koichi -A proposito come è andato il viaggio??-

Per tutto il tragitto i due parlarono del più e del meno per ingannare l'attesa. A volte si aggiungeva anche Polnareff (la prima volta spaventando a morte Koichi che si aspettava di tutto fuorché incontrare l'ex compagno di viaggio di Jotaro e Joseph nelle sembianze di una testuggine), mentre Fugo rimase per lo più silenzioso, rispondendo a monosillabi alle domande fategli e non smettendo per un solo istante di fissare truce la nuca dell'autista, come se la volesse incenerire. 

Dopo mezz'ora l'auto si fermò di fronte a un edificio fatto interamente in vetro e acciaio in riva all'Oceano Atlantico. Koichi spiegò loro che quello era un osservatorio oceanografico fondato dalla SPW nel '73, tuttavia Giorno perse parte della spiegazione a causa di un improvviso pizzicore alla base del collo, lì dove c'era la voglia a forma di stella.

Era la prima volta in sedici anni che capitava e perciò non capiva perchè avesse iniziato ad arrecargli fastidio proprio in quel momento. Era un campanello d'allarme?? Doveva scappare?? O era solo paranoia e stress accumulato??

Decise così di perdere ulteriore tempo e si avviò a passo sicuro all'interno dell'edificio, non badando ai compagni rimasti indietro.

Superate le porte trasparenti, si ritrovò nella hall deserta. Oltre a lui soltanto un altro individuo occupava la stanza. Era un uomo gigantesco con i capelli corti e scuri seminascosti da un cappello bianco, decorato da grosse spille dorate. Anche il resto del vestiario era alquanto particolare: un lungo cappotto bianco aperto lasciava intravedere una maglia aderente color acquamarina scuro sotto, abbinata a un paio di pantaloni larghi bianchi come il cappotto e delle scarpe da uomo sempre color acquamarina scuro.

Quando l'uomo si voltò nella sua direzione e posò gli occhi azzurri e austeri su Giorno, la voglia a stella di quest'ultimo pizzicò ancora più forte di prima. Il ragazzo di riflesso strizzò gli occhi e portò la mano lì dove faceva male, accorgendosi poi che anche all'uomo aveva fatto lo stesso.

Qualcosa scattò nella sua mente e disse:
-Anche lei ha…??-

Non finì di parlare che l'uomo scostò la maglia e il cappotto all'altezza del collo quanto bastava per mostrare una voglia identica alla sua. Giorno capì allora che il pizzicore derivava dalla loro vicinanza, tuttavia un'altra domanda sorse spontanea: perchè quell'uomo aveva la stessa voglia sua e di suo padre??

Prima di poter aprir bocca Fugo lo richiamò, correndogli incontro con Polnareff in braccio e Koichi alle calcagna.

-GioGio!! Aspetta!! Dove minchia… vai??- disse il ramato tentennando poi vedendo la stazza dell'uomo in compagnia del biondo.

-Giorno. Signor Kujo. Vedo che vi siete già conosciuti- disse il ragazzo giapponese, facendo granare gli occhi ai due ragazzi italiani, quando ebbero la conferma che sì, quello era Jotaro Kujo.

-Ehi, Jotaro- lo salutò Polnareff -È bello rivederti-

-Polnareff??- chiese sorpreso Jotaro, spiaccicando finalmente una parola e spostando lo sguardo da Giorno alla tartaruga -Ma cosa?? Perchè…??-

-...sono una tartaruga?? Storia complicata. Meglio se te la racconto più tardi- gli rispose Polnareff.

-Yare Yare Daze- mormorò Jotaro risistemandosi la visiera del cappello -Già. È meglio non perdere altro tempo. Seguitemi-

Il gigante li condusse attraverso gli innumerevoli corridoi dell'edificio fino ad arrivare a una porta la cui targhetta dorata recava il nome "J. Kujo".

-La tua guardia del corpo sta fuori- affermò Jotaro con un tono che non ammetteva repliche.

-Koichi, potresti rimanere con lui??- chiese poi al suddetto ragazzo con tono decisamente più benevolo.

Koichi annuì. Fugo, invece, cercò di protestare, ma un cenno di Giorno lo fece desistere. Il ramato allora si limitò a lanciare un'occhiata al biologo, come a volergli dire "Non osare torcergli un solo capello oppure faccio strage" prima di consegnare Polnareff al biondo e appoggiarsi alla parete opposta alla porta. Koichi lo imitò, anche se un po' intimorito da lui.

Giorno e Polnareff entrarono dello studio di Jotaro, eccentrico quasi quanto il suo proprietario. Si trattava di una stanza dalle pareti giallo pastello piene zeppe di quadri, carte nautiche e conchiglie. Un enorme libreria torreggiava a destra della porta, mentre a sinistra si trovava una scrivania di mogano con intagli a forma di delfini e altri cetacei. Su quest'ultima, oltre le varie carte e una tazza di caffè ormai vuota, erano presenti due fotografie. 

La prima ritraeva un giovane Jotaro in compagnia di un anziano vestito alla Indiana Jones; un ragazzo in uniforme scolastica verde e due orecchini a forma di ciliegia; un uomo di colore vestito di rosso; un cane bianco e nero e infine un giovane dai capelli cilindrici argentei che gli parve familiare.

La seconda, invece, una donna bionda con in braccio una bambina di 5/6 anni con i cappelli blu e verdi che, sorridente, teneva un peluche a forma di farfalla tra le braccia.

Giorno tuttavia rimase colpito soprattutto dal parquet di legno della stanza dove vi era stato inciso un fondale marino pullulante di vita: c'erano Nautilus; granchi; sogliole; pesci pietra; un banco di sardine; delfini…

Il ragazzo era così concentrato nello scovare tutti quei animaletti che Jotaro dovette richiamare la sua attenzione più di una volta.

-Mi scusi. Il suo studio è molto bello- si complimentò.

-Ah. Grazie. Non ho altre sedie oltre a questa- disse Jotaro accennando alla sedia girevole rossa dietro alla scrivania.
-Nessun problema- disse Giorno appoggiando Polnareff sulla scrivania. Un istante dopo parte del pavimento si era trasformato in alcuni rami che, intrecciandosi tra loro, crearono una specie di trono sul quale il biondo si sedette.

-Lo sistemo dopo. Non si preoccupi- aggiunse poco dopo alludendo al pavimento.

-È il potere del tuo stand??- chiese Jotaro sedendosi a sua volta.
-Uno dei tanti- spiegò Giorno -Gold Experience mi permette di infondere energia vitale negli oggetti inanimati, trasformandoli in esseri viventi, come nel caso di questo albero. Può anche guarire le ferite e rigenerare intere parti del corpo-

-Interessante- commentò Jotaro -C'è altro??-

-Se colpisce un essere vivente, ne altera le percezioni. In pratica la mente va più veloce rispetto al corpo il quale non riesce a eseguire gli ordini del cervello- continuò Giorno -Inoltre gli esseri nati dallo stand respingono i colpi ricevuti con il doppio della forza iniziale. Anche se questo effetto diminuisce col passare del tempo-

Non rivelò ancora nulla del Requiem. Era un argomento troppo complesso da affrontare in quel momento. E poi era il suo asso nella manica, nel caso le cose fossero degenerate.

-Da quanto ce l'hai??- gli domandò Jotaro.
-Si è manifestato il giorno del mio quindicesimo compleanno, esattamente un anno fa- gli rispose.

Giorno esitò un attimo prima di aggiungere: -Quella stessa sera i miei capelli sono diventati biondi e... mia madre mi ha parlato per la prima volta di DIO Brando-

-E che ti ha detto??- lo incoraggiò a proseguire Jotaro.

-Ha detto di averlo conosciuto circa 16 anni fa a Il Cairo e di esserne stata ammaliata a tal punto da entrare al suo servizio. Ma non… non era una relazione sana. Sosteneva che mio padre l'aveva risparmiata solo perchè incinta di me. L'ha descritto come un demone dalle sembianze angeliche-

-Direi che Miss Shiobana ci ha visto lungo- affermò Jotaro -Haruno. Tuo padre era un vampiro-

-Un vampiro??- ripeté confuso il biondo.

-Sì-

-Tipo Dracula??-

-All'incirca. In effetti Bram Stoker ha scritto la sua opera ispirandosi ai disastri compiuti da tuo padre verso fine Ottocento…-

Vedendo il giovane ancora confuso, Jotaro decise di arrivare al sodo e iniziare a raccontare.

-DIO Brando nacque nel 1868 nei bassifondi londinesi. Dodici anni dopo venne adottato dal mio avo, George Joestar, e andò a vivere nella sua villa a Liverpool. Si finse un bravo ragazzo agli occhi di Lord Joestar con il secondo fine di prendersi tutta la sua eredità, soppiantando il figlio naturale di quest'ultimo, Jonathan.
Nel 1889 si trasformò in un vampiro attraverso un antico manufatto azteco detto "maschera di pietra", uccise George Joestar e cercò di usare i propri poteri per assoggettare l'intera Inghilterra. Jonathan cercò di fermarlo e apparentemente ci riuscì, tuttavia DIO riapparve e tentò di impossessarsi del corpo di lui, dato che il suo era stato in precedenza gravemente compromesso. Jonathan si sacrificò nel tentativo di ucciderlo. La nave su cui stavano viaggiando affondò trascinando entrambi nelle profondità dell'oceano. L'unica a salvarsi fu la sua giovane moglie incinta, Erina. È stata lei a raccontarci l'intera vicenda-

Jotaro fece una pausa per osservare il giovane di fronte a lui. Giorno era rimasto paralizzato sulla sedia con i gomiti sulle ginocchia e le mani intrecciate davanti alla bocca. I suoi occhi fissavano il vuoto, cercando di elaborare il tutto.

Prima che Jotaro potesse chiedergli qualcosa, il giovane lo esortò a continuare.

-Nel 1983 liberarono DIO Brando dalla sua prigione d'acqua. Non solo era riuscito a sopravvivere nuovamente, ma aveva anche preso il corpo di Jonathan. Si stabilì in Egitto e cercò di costruire il suo impero. Tra il 1988 e il 1989 entrò il possesso di un antico artefatto chiamato la Freccia che gli diede uno stand, The World. Avendo tuttavia il corpo del mio avo, anche noi discendenti Joestar ottenemmo uno stand. Mia madre, non riuscendo a reggere tale potere, rischiò di morire, ragion per cui io, Polnareff e altri decidemmo di partire alla volta dell'Egitto per…-

Qui l'uomo si interruppe, cercando di trovare le parole giuste per dire al ragazzo la verità.
Giorno tuttavia capì e terminò la frase al posto suo.

-Per ucciderlo...affinché smettesse di essere una minaccia per i Joestar e il mondo intero-

Jotaro annuì e la stanza cadde in un silenzio di ghiaccio.

Jotaro e Polnareff non osarono guardare Giorno negli occhi, in parte per i sensi di colpa che provavano al pensiero di aver privato un ragazzo innocente di un padre e in parte per via dei ricordi che Giorno, complice la sua somiglianza con DIO (almeno nell'aspetto), stava rievocando a entrambi.

Il ragazzo invece si passò una mano tra i capelli, stringendoseli tra le dita.
Improvvisamente tutto era diventato così maledettamente chiaro.
Quella paura che provavano tutti coloro che avevano conosciuto suo padre aveva un senso.
Quella sensazione che ci fosse qualcosa di sbagliato in suo padre era reale.

Suo padre era un mostro. Letteralmente e metaforicamente.

E lui era la progenie di quel mostro, ma al contempo anche dall'uomo che per il bene dell'umanità tentò di fermarlo.

-Giorno- disse Jotaro rompendo il silenzio -Io non mi pento di aver ucciso tuo padre. Potrai anche odiarmi per questo, ma...-

-Perchè dovrei farlo??- affermò Giorno -Mio padre era un individuo malvagio che andava fermato, in un modo o nell'altro. Se non l'avessi fatto tu, forse sarebbe toccato a me e detto sinceramente non so se ne sarei stato in grado-

A quelle parole il moro tirò sospiro di sollievo come se si fosse levato via un peso enorme alle spalle.

-Piuttosto dovreste essere voi due a disprezzarmi. Mio padre ha tentato di uccidervi- aggiunse Giorno tenendo lo sguardo basso.

-La colpa di un padre non va addossata ai figli, specie quando non l'hanno nemmeno conosciuto- ribatté Jotaro -Tuttavia c'è un fatto che non possiamo ignorare: tuo padre era un vampiro e perciò il tuo sangue potrebbe essere stato contaminato da quel gene. Per questo avevo inviato Koichi a prelevarti un campione di pelle-

-Immagino che dopo tutto che è successo non ci sia stata occasione per farlo- commentò Giorno -Però si potrebbe fare adesso-

-Felice che tu sia così collaborativo- disse Jotaro, passandogli un recipiente di plastica con all'interno un liquido non identificato -In realtà vanno bene pure…-

Jotaro non riuscì a finire la frase che Giorno ordinò a Gold Experience di tagliarli l'ultima falange del mignolo, metterla nel barattolo e poi sostituirla.

-Scusa, ma se non l'avessi fatto subito, avrei perso il coraggio- spiegò poi -Diceva??-

-Andavano bene anche i capelli- disse Jotaro, rimasto però impressionato dalla prontezza del ragazzo.

-Oh- disse lui -Se servono posso dargliene un paio??-

-Tranquillo, va bene così- disse Jotaro prendendo il barattolo -Spero solo che a nessuna delle ricercatrici venga un colpo vedendolo-

-Sì, forse ho un po' esagerato, ma volevo levarmi il pensiero subito. L'idea di risvegliarmi un giorno con una voglia matta di sangue umano e condannato a non vedere più la luce del Sole non mi aggrada neanche un po'- spiegò mestamente.

-Personalmente ritengo poco probabile che accada- cercò di rassicurarlo Jotaro -Il tuo sangue è solo per metà-Brando. Anzi, molto meno della metà. Il corpo con cui sei stato concepito era quello di Jonathan Joestar perciò hai anche il suo sangue nelle vene. È come se fossi figlio di entrambi, biologicamente parlando. E quindi sei anche mio pro-pro-zio-

-Okay. Questo è strano- commentò Giorno sorridendo.

-Benvenuto nei Joestar, Giorno Giovanna- affermò Jotaro accennando un lieve sorriso -La nostra è una famiglia bizzarra-

Quel momento un po' più spensierato venne interrotto da un grido.

-Fugo!!- gridò a sua volta Giorno riconoscendolo.
I biondo scattò in piedi e si precipitò fuori dallo studio, seguendo il grido dell'amico e pregando stesse bene.

Autrice time
Signori/e, Jotaro ha parlato e il vaso di Pandora è stato aperto. Giorno però sembra aver reagito abbastanza bene, Avrà fatto una bell'impressione anche al nostro caro biologo??
Intanto Fugo sembra essersi cacciato nei guai. Cosa gli sarà successo??
Scopritelo nel prossimo capitolo.
Ciau, Giuly♡

   
 
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