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Autore: Marlena_Libby    19/01/2023    2 recensioni
[Basata sul corto della Golden Films]
A volte il linguaggio muto conta più delle parole
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Quasimodo
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Non osando rivelare il suo aspetto agli occhi della fanciulla, Quasimodo si coprì il volto col braccio e scivolò agilmente lungo una stretta scala a chiocciola.
Arrivarono prima nei sotterranei della cattedrale e poi in una vasta caverna naturale.
Melody continuò a inseguirlo, implorandolo di fermarsi, ma le uniche parole che riceveva in risposta erano: - SONO UN MOSTRO!
L'eco riecheggiava sulle pareti di roccia in maniera agghiacciante.
Gli strumenti rabbrividirono strada facendo, ma Melody non poteva credere che un uomo tanto buono e gentile potesse essere un mostro.
E comunque, non poteva certo essere peggiore di quell'essere viscido e ripugnante di Jean Claude che spadroneggiava in città come se fosse stato tutto suo.
Ad un tratto Melody inciampò e cadde, restando immobile e in silenzio nel buio che la avvolgeva.
Quasimodo sentì il tonfo sordo alle sue spalle e, preoccupato, si fermò di scatto e tornò indietro sui suoi passi per assicurarsi che alla fanciulla non fosse accaduto nulla.
Pur non potendo distinguere nulla, nell'oscurità della grotta, Quasimodo conosceva ormai quell'ambiente freddo e umido come le sue tasche e indovinò la presenza di Melody, accovacciata sul pavimento di pietra, dalle vibrazioni dell'acqua che gocciolava lungo le stalattiti e le stalagmiti rivelando la posizione di ogni cosa nelle immediate vicinanze come una specie di segnalatore naturale.
- Quasimodo! - esclamò la ragazza nel buio. - Sei tu, vero?
- Ti avevo chiesto di non seguirmi - rispose l'altro.
- Lo so, ma ci tengo davvero a ringraziarti, sul serio!
- Perché vuoi vedere il mio volto?
- Perché non posso credere che tu sia davvero un mostro come sostieni di essere!
- E invece è così, tutto il mondo ride e strilla terrorizzato per via del mio aspetto, perciò preferisco non farmi vedere davanti a nessuno!
- Ma... Ahi!
In quel momento Melody si accorse di avere una leggera slogatura alla caviglia.
- Ti fa male?
- Non molto, sono soltanto scivolata. Potresti darmi una mano, per favore?
Subito Quasimodo si chinò e le tese la mano perché lei potesse appoggiarsi.
Melody la afferrò dolcemente, stringendola tra le proprie, allorché Quasimodo sussultò di imbarazzo.
- È una mano molto forte - disse Melody accarezzandola. - Ma la pelle si capisce che è delicata, e anche molto sensibile, come la persona a cui appartiene!
- Ti sbagli!
- Le mani non mentono. Vuoi provare a sentire la mia?
- Che vuoi dire?
- Guarda si fa così: devi solo muovere il dito sulla mia mano e lasciarlo scorrere lungo le linee che tracciano il palmo!
Melody porse la propria mano ad un tremante Quasimodo che quasi non osava sfiorarla per paura di rovinarne tutta la delicata bellezza.
Alla fine però le parole di Melody lo convinsero e lui si limitò ad assaporare il dolce tepore che scaturiva da quella piccola mano soffice tra le sue dita.
Dal momento che la caverna era così buia, e nessuno poteva distinguere chiaramente l'altro, Melody allungò l'altra mano come per accarezzare la guancia di Quasimodo.
- Aspetta, che fai?
- Non preoccuparti - sussurrò lei. - Puoi farlo anche tu, se vuoi, è una cosa che mi ha insegnato mia madre: con le dita è possibile ricostruire al tatto i lineamenti e il volto delle persone, in questo modo è possibile vedersi anche senza luce!
- Davvero?
- Coraggio, prova!
Quasimodo deglutì.
La sua mano era tremante come in preda a una febbre altissima, ma appena sfiorò la guancia di Melody il calore della ragazza lo calmò all'istante.
La sua pelle era fresca e morbida come una rosa di marzo.
Melody, d'altro canto, riconobbe al tatto le imperfezioni strutturali e le deformità che incarnavano il volto di Quasimodo... Ma, anziché atterrirsi, indugiò assai più intensamente perché anche lei percepiva la stessa sensazione piacevole di calore.
A poco a poco, carezza dopo carezza, la distanza tra i due si ridusse sempre di più, finché i loro respiri poterono quasi sfiorarsi, segno che le loro labbra erano vicinissime.
- Aspetta! - mormorò Quasimodo.
- Non preoccuparti - lo rassicurò Melody.
Gli circondò le spalle con le braccia e posò un delicato bacio sulle sue labbra.
Quasimodo non sapeva come reagire: in un primo momento pensò di scappare, Melody meritava di meglio di uno come lui.
Però era da tanto tempo che non provava una sensazione così bella!
Alla fine cinse i fianchi della ragazza con le braccia e ricambiò il bacio.
   
 
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