Cercava di pensare ad altro.
Era rinchiuso in quella stanza, non sapeva se ne fosse mai uscito.
Ogni tanto emetteva delle grida di dolore, si asciugava il sudore freddo, si manteneva il capo, stringeva i denti. Pensava e sapeva che era colpa sua, solo sua, se ora era lì. Era solo.
Poi sentì una voce, era lei, la sua amata Bulma.
"Vegeta!" urlò lei, era preoccupata.
"B-Bulma!" disse lui, quasi con sfinimento.
"Caro! Hai finito lì dentro? Sono ore che aspetto di farmi una doccia!"
"Sta' zitta, donna! E portami altra carta igienica!"