Nota
dell'autrice
Rieccomi di nuovo qui. Come sapete la mia storia su questo sito si interrotta al capitolo 12, ma anche se non avete letto il resto, sappiate che ho continuato a pubblicare i capitoli su Wattpad. Il problema resta sempre lo stesso e cioè, l'inserimento delle immagini in ogni capitolo che pubblico qui su EFP. Le immagini dopo un qualche tempo scompaiono e non c'è ancora una soluzione. Nonostante tutto avevo promesso di continuare la pubblicazione anche su questo sito, visto che è proprio qui che ho iniziato. Chiaramente non inserirò nessuna immagine, però la storia la potrete leggere tranquillamente. Per chi invece preferisce anche le immagini, dovrà andare su Wattpad. Vorrei aggiungere un'altra cosa sulle immagini, che molto probabilmente le cambierò, perché ho altri progetti in testa, sperando che io riesca nell'intento. Ora non vi resta che leggere questi altri dodici capitoli che ho pubblicato solo su Wattpad. Come certamente già saprete i miei capitoli girano intorno alle cento e passa pagine, ma vi annuncio che il capitolo a cui sono giunta, cioè il numero 24, sono arrivata a duecento pagine. Sappiate anche che la mia storia non è ancora terminata e che quindi ci saranno altre pubblicazioni in seguito. Cercherò di aggiornare anche qui, man mano che scrivo i capitoli. Vi ricordo anche che potrebbero essere degli errori, ma l'ultima revisione me la lascio alla conclusione dell'intera fanfiction. Detto questo non mi resta che augurarvi una buona lettura. A presto!
(Friedrich Nietzsche)
Giovedì
6 luglio 2017
Quel mattino
Kate si era svegliata ben presto per fare colazione e mettersi subito a
lavoro
sul suo progetto disegnando tante illustrazioni. Erano le nove quando
anche
Victoria e Max si alzarono dal letto uscendo dalle loro stanze.
“Buongiorno
ragazze!” disse Kate
guardandole.
“Buongiorno
Kate!” rispose Max
mentre Victoria emise
solo un grugnito.
“Beh,
è già qualcosa considerando che
ieri mattina non mi hai nemmeno risposto!”
“Lo
sapete che ho bisogno di un po’
di tempo per iniziare la giornata!” disse Victoria.
“C’è
del caffè pronto per voi se lo
volete!” disse Kate.
“Cosa
faremmo senza di te!” rispose Max
sorridendo.
Si misero a
tavola per fare colazione e Kate smise di disegnare. “Cosa
fate oggi?”
“Io il
solito! Andrò in giro per i
giornali nella speranza che si decidano a comprare le mie
foto!” disse Victoria
un po’ irritata.
“Vedrai
che andrà meglio Victoria!
Sono sicura che riuscirai a vendere le tue foto e anche tu
Max!”
“Ammiro
la tua positività Kate, ma
non è credendoci che si vendono le foto! Devono essere gli
altri a credere in
me e nel mio lavoro!” disse Victoria.
“Victoria,
non lasciarti abbattere…” aggiunse Kate.
“Non
sono abbattuta, sono
semplicemente stufa!”
disse alzandosi tornando nella sua stanza per prepararsi a uscire senza
finire
il suo caffè.
“Non
ce l’ha con te Kate!” disse Max.
“Lo so
questo! È estremamente
stressata da tutta la situazione, ma deve comunque cercare di mantenere
la
calma! Non è alterandosi che sistemerà le cose! E
anche tu Max, non sarai
arrabbiata ma ti vedo spenta! È come se tu fossi
già arrivata al punto di
gettare la spugna! Mi avevi promesso che non ti saresti arresa
subito!”
“Non
mi sto arrendendo è solo che
sono un po’ delusa da me stessa!”
“Non
devi esserlo! Tu sei una
fotografa molto brava Max e devi solo ritrovare la passione che avevi
un tempo!”
“Ci
proverò Kate, anche se è più
facile a dirsi che a farsi! Mi concederò del tempo e se le
cose non dovessero
proprio andare, potrei cercare un altro lavoro! Non si vive solo con la
fotografia!”
“Questo
è vero ma tu ami la
fotografia! Non credo che ameresti un altro lavoro nello stesso
modo!”
“Non
sarebbe la prima volta che mi
trovo a dover rinunciare a qualcosa, ragion per cui va bene
così! La vita va
avanti lo stesso! Si trovano comunque delle alternative!”
Kate stava
per dire qualcosa ma venne interrotta da Victoria che uscì
dalla sua stanza
dopo essersi preparata. “Io esco, ci
vediamo dopo!”
“Buona
giornata Victoria!” dissero Kate e
Max.
“Anche
a voi!” rispose la
ragazza con freddezza
uscendo dall’appartamento.
In quel
momento fece capolino Donnie con un rotolo di carta igienica.
“Oh
santo cielo, per fortuna Victoria
è già uscita e non lo ha visto!” disse Kate
preoccupata mentre Max rideva.
Erano
già due
ore che andava in giro senza concludere nulla. Mentre era in macchina
con
l'intento di tornarsene a casa, dopo aver passato un’altra
mattinata a vedersi
chiudere la porta in faccia, si ritrovò dinanzi
all’ennesima redazione di un giornale.
Decise di fare un ultimo tentativo e dopo aver parcheggiato
l’auto, entro in
redazione. All’interno, c'era un via vai di gente indaffarata
e nessuno
sembrava essersi accorta di lei. Un ragazzo troppo preso dal guardare
alcuni
fogli che aveva tra le mani, le andò a sbattere contro
facendo cadere a terra
tutto il materiale.
“Oh
merda! Scusami non ti avevo
proprio vista! disse
guardando la ragazza. Poi abbassò lo sguardo a terra vedendo
il macello che
aveva combinato. “Oh cazzo, avevo
quasi finito
di riordinarli!”
Si
chinò
velocemente per raccogliere tutti i fogli sparsi sul pavimento e
Victoria con
lui per dargli una mano.
“Mi
dispiace tanto per questo! Lascia
che ti dia una mano!”
disse la ragazza.
“Grazie,
sei molto gentile!”
Quando
finalmente riuscirono a raccogliere tutto da terra si alzarono.
“Ecco
fatto!” disse Victoria
consegnandogli i
fogli.
“Beh,
grazie per il tuo aiuto...
ehm...”
“Oh,
io sono Victoria Chase!”
“Piacere
di conoscerti Victoria, ma
sei una nuova dipendente del giornale o...”
“No,
io a dire il vero sono una
fotografa e a questo proposito, vorrei sapere chi è il
direttore responsabile qui!
Vorrei potergli mostrare alcune foto nel caso fosse
interessato!”
“Oh,
allora guarda” disse il
ragazzo indicandogli una
porta aperta nel quale c'era un uomo brizzolato seduto alla sua
scrivania che
parlava con qualcuno davanti a sé. “Lui
è
il direttore, si chiama Harry Brogart! E se vuoi un consiglio, stai
bene
attenta a cosa dici! Basta veramente poco a fargli perdere le staffe!
Se per qualche
ragione non gli interessa nulla di ciò che hai da offrire,
non insistere perché
sa essere davvero un grande stronzo!”
“Ma tu
lavori qui?!”
“Hai
intenzione di farmi licenziare
per caso?!”
“Oh
no, figurati! Non mi permetterei
mai! Anzi, ti ringrazio per avermelo indicato e per il
consiglio!”
“Bene,
adesso scusami ma ho molto da
fare!” disse il
ragazzo allontanandosi. Poi si girò di nuovo per un attimo
verso di lei e
disse: “In bocca al lupo
Victoria!”
“Grazie!”
La ragazza
si voltò a guardare il direttore facendo un profondo
respiro, mentre l'uomo che
era con lui usciva dall'ufficio chiudendo la porta. Si
avvicinò bussando più
volte finché non sentì la voce dell'uomo
invitarla a entrare.
“Avanti!”
“Buongiorno!”
L'uomo la
guardò smarrito. Sembrava stesse cercando di ricordare chi
fosse senza alcun
risultato.
“Buongiorno!”
“Posso
rubarle qualche minuto del suo
tempo?!”
“Certo
accomodati!” rispose l'uomo
poco convinto.
La ragazza
entrò del tutto nel suo ufficio senza chiudere la porta alle
sue spalle. Si
avvicinò alla scrivania presentandosi porgendogli la mano.
“Io
sono Victoria Chase e sono una
fotografa freelance! Sono qui per mostrarle delle foto dell'evento di
beneficenza
di alcuni giorni fa a cui hanno partecipato numerosi ospiti illustri!
Così se
trova qualcosa che le interessa potremmo metterci d'accordo e magari
potremmo
collaborare anche in futuro se le piace come lavoro!”
L'uomo aveva
ricambiato la sua stretta di mano guardandola in maniera
disinteressata. “Oh, di
nuovo!”
“Di
nuovo?! Questa è la prima volta
che mi presento qui!”
“Sembra
davvero che oggi abbiate
tutto lo stesso obbiettivo, cioè vendermi le vostre dannate
foto! Mi ascolti
bene signorina non ho tempo per questo adesso! Sto aspettando una
persona e non
posso guardare le tue foto!”
“Ma
deve soltanto dargli un’occhiata!
Sono sicura che…”
“Senta,
facciamo così, mi lasci le
foto qui sulla scrivania e gli darò un’occhiata
più tardi!”
“Non
posso lasciare qui le mie foto!”
“E
allora vada via o aspetti fuori! Se
vuole che guardi le sue foto deve attendere!”
Mentre i due
discutevano qualcuno si stava avvicinando a loro.
“Ma ci
vorranno soltanto pochi
minuti!” disse
Victoria cercando di mantenere la calma.
Il direttore
stava per risponderle ma proprio in quel momento l’uomo vide
la persona tanto
attesa fermarsi davanti alla porta aperta del suo ufficio. Gli si
illuminarono
gli occhi e comparve sul suo viso un largo sorriso. “Oh eccoti qua! Ti stavo aspettando, entra
pure!”
Victoria si
voltò per vedere a chi si stesse rivolgendo e si
ritrovò davanti una ragazza,
sicuramente più grande di lei. La tizia portava con
sé una borsa fotografica
sulla spalla.
“Posso
attendere qui fuori Harry…”
“Non
se ne parla nemmeno, entra
immediatamente!”
Victoria
guardò l’uomo. “E
le mie foto?!”
L’uomo
non
le rispose nemmeno continuando a rivolgersi alla sua ospite. “Sapevo di poter contare su di
te!”
“Aspetta
a dirlo!” rispose la
ragazza entrando nell’ufficio
affiancandosi a Victoria dandogli un’occhiata di sfuggita.
“Oh
avanti, abbiamo sempre fatto
grandi affari insieme non puoi negarlo!”
“Le
mie foto?!” chiese ancora
una volta Victoria
spazientita.
“Oh,
sei ancora qui!” disse
l’uomo che sembrava essersi
completamente dimenticata di lei. “Lascia
qui le tue foto e gli darò un’occhiata dopo aver
concluso con la mia ospite!
Per il momento accomodati fuori!”
Victoria
stava per mandarlo al diavolo ma si trattenne estraendo dalla sua borsa
una
busta contenente le sue fotografie. L’appoggiò
sulla scrivania voltandosi e
uscendo dalla stanza per appoggiarsi a una parete, in attesa che
l’uomo si
decidesse a dare un’occhiata alle sue foto. La porta era
ancora aperta e quindi
rimase a guardare i due che parlavano tra loro, sperando che
quell’incontro
terminasse al più presto.
“Ascolta,
lo so che abbiamo avuto
qualche piccolo screzio in passato, ma io ho ancora molta stima di
te!”
“Ma
davvero?! Comunque vorrei
precisare che sono passata di qui solo perché mi ci sono
trovata per puro caso!
Non avevo nessuna intenzione di venirti a fare visita! Soprattutto
perché non
amo molto quando qualcuno mi disturba mentre sto lavorando! Le tue
telefonate
le trovo alquanto moleste! Direi che sembri quasi uno
stalker!”
“Su
non esagerare!”
“Cosa
vuoi da me?!”
“Un
uccellino mi ha detto che hai per
le mani alcune foto scattate ieri sera al bar e club Mississippi
Studios! C’era
una band davvero interessante. Quei ragazzi si stanno facendo un nome
qui a
Portland!”
“Si e
allora?!”
“Quindi
è vero!”
“Certamente,
ero lì con alcuni amici!
Ho anche scattato qualche foto! E tu cosa ne sai?! Hai per caso delle
spie?!
Come si chiama l’uccellino?!”
“Ho
saputo che vuoi vendere le foto a
un altro giornale! A questo punto voglio cercare di farti cambiare
idea! Possiamo
metterci d’accordo sul prezzo e…”
“Wow,
dritto al sodo come al solito!
Mi dispiace Harry ma non sono interessata a vendere le mie
foto!”
“Lo so
che mi sono comportato a volte
da vero stronzo, ma sappi che il passato è passato
e…”
“E
adesso sei un uomo nuovo, vero?!” disse la
ragazza sarcastica.
“Ascoltami,
posso pagarti quanto
vuoi…”
“No
no, non hai capito! Non so chi ti
abbia messo in testa questa cosa, ma non ho nessuna intenzione di
vendere le
mie fotografie a nessun giornale! Non stavo lavorando in quel momento
perché
ero con i miei amici! Sono foto ricordo che ho scattato in loro
compagnia e
insieme ai membri della band!”
“Beh,
ma io te le pagherei davvero
tanto!”
“Non
credo che i miei amici sarebbero
d’accordo!”
“Ma se
te le pago bene potrebbero
guadagnarci anche loro!”
“Cosa?!”
chiese la
ragazza incredula. Poi di
sfuggita guardò sulla scrivania la busta con le foto di
Victoria e chiese a
l’uomo: “Posso dargli
un’occhiata?!”
Harry la
guardò prima confuso. “Ma
si guardale
pure!” disse con disinteresse.
Mentre
l’uomo continuava a blaterale per cercare di convincerla, lei
guardava le foto
di Victoria. Pensò che non erano assolutamente male.
Sembravano essere state
scattate alla serata di beneficenza di qualche giorno prima. Anche lei
avrebbe
dovuto partecipare ma a causa della presenza di una persona poco
gradita aveva
cambiato idea. “Secondo me dovresti
guardare queste!” disse la ragazza con il suo
sguardo ancora basso su di
loro.
“Cosa?!” chiese
l’uomo confuso non sapendo a
cosa si riferisse.
La ragazza
alzò lo sguardo verso di lui. “Queste
dico, dovresti guardarle!” disse la ragazza alzando
la busta con le foto
tenendole in una mano.
“Aaah
lascia perdere quelle foto,
sono soltanto una perdita di tempo! Ora tutti si credono di essere dei
fotografi esperti! Io voglio solo il meglio per il mio giornale e
quindi i tuoi
scatti!”
La ragazza
cambiò la sua espressione guardandolo duramente. “Ti vorrei ricordare che anche io ho
cominciato così!”
“Si ma
tu sei una vera artista! Non
devi sminuirti paragonandoti alla solita plebaglia che tenta il
successo con
foto scadenti!”
“Queste
non sono foto scadenti!” disse la ragazza
sventolandogli
davanti alla faccia la busta con le foto dentro.
Victoria che
si era distratta un attimo, riportò il suo sguardo su di
loro notando il gesto
della ragazza. Sentì crescere la sua rabbia al pensiero che
quel pallone
gonfiato avesse permesso a una completa estranea di vedere le sue foto
senza il
suo consenso. Si precipitò nell’ufficio
dell’uomo sfilando con rabbia e uno
sguardo omicida, la busta delle sue foto dalle mani della ragazza che
rimase
sorpresa dal gesto. Poi Victoria si voltò verso Harry che
era seduto alla sua
scrivania. “Sai una cosa, non
voglio più
che guardi le mie foto, perché anche se ti piacessero non le
venderei mai a un
uomo così arrogante, spocchioso e testa di cazzo come te!
Vaffanculo Harry, le
mie foto te le sogni gran pezzo di merda!”
Nel mentre
che Victoria gli vomitava addosso tutto il suo disprezzo ad alta voce,
i
dipendenti del giornale guardarono tutti nella loro direzione attirati
dalle
urla. Nel frattempo la ragazza al suo fianco la guardava sorridendo con
ammirazione. Harry era rimasto senza parole dalla reazione della
ragazza che usciva
come una furia mentre tutti la guardavano. Ellis la seguì
con lo sguardo fino a
quando non scomparve dalla porta di uscita dalla redazione. Si
voltò verso
l’uomo sorridendo divertita dalla scena. “Non
prendertela tanto Harry! Dovresti essere felice di sapere che al mondo
esistano
ancora persone intelligenti come quella ragazza!”
Stava per
lasciare anche lei l’ufficio quando all’improvviso
l’uomo la chiamò facendola
voltare.
“E le
foto?!” chiese
l’uomo terrorizzato dalla
possibile risposta.
La ragazza
lo guardò cominciando a ridere allontanandosi da lui. Quando
giunse fuori trovò
Victoria che stava parlando al telefono con qualcuno. Indecisa sul da
farsi
attese qualche minuto e quando la vide chiudere la chiamata le si
avvicinò.
“Harry
non capisce un cazzo!”
Victoria si
voltò di scatto verso di lei con uno sguardo poco
amichevole.
“Mi
dispiace se mi sono permessa di
vedere le tue foto! Però devo dirlo, sono bellissime e hai
davvero molto
talento!”
Lo sguardo di
Victoria si addolcì un po' alle sue parole. “Però
a quanto pare non basta!”
“No,
non è questo! Lui non ha proprio
visto le fotografie, quindi non sa a cosa sta rinunciando! Se solo si
fosse
degnato di darci un’occhiata lo avrebbe capito! Non
è interessato a conoscere
cosa può offrire un nuovo fotografo! Preferisce la strada
più facile che gli dà
certezze e non vuole correre rischi!”
“Beh,
che vada al diavolo!” disse Victoria
irritata.
“Mi
è piaciuto come sei riuscita a
tenergli testa! Gli hai fatto fare una bella figura di merda davanti a
tutti!” disse la
ragazza sorridendole.
“Tu
lavori per lui?!”
“No,
non più! Però un tempo si,
collaboravo con lui vendendogli le mie foto!”
“Quindi
anche tu sei una fotografa!”
“Si!”
“A
guardarti non si direbbe!”
“Davvero?!”
chiese la
ragazza ridendo. “Come dovrebbe
essere una fotografa?!”
“Non
lo so… diversa forse!”
“L’abito
non sempre fa il monaco!”
“Comunque
a quanto pare gli piaci
anche tanto!”
“Già,
peccato che lui non piaccia a
me!”
“In
che settore di fotografia sei
specializzata?!”
“Beh,
questa è davvero una bella
domanda! Diciamo che la mia professione mi ha portato a spaziare un
po’ in
quasi tutti i settori! Ho fatto un po’ di tutto! Per farla
breve ho cominciando
scattando foto dai generi più disparati, come paesaggi,
luoghi, persone e tanto
altro ancora! Poi le depositavo presso un'agenzia che si occupava della
vendita, proponendole a potenziali clienti che le utilizzavano a loro
piacimento! Ho perso il conto di quante ne ho scattate in quel periodo,
anche
perché avevo molto tempo a mia disposizione! La mia
percentuale di guadagno per
ogni scatto oscillava tra il quaranta e il settanta per cento della
cifra che
pagava il cliente. Poi sono giunta a vendere foto alle varie redazioni
di
giornale, soprattutto quella di Harry! Successivamente sono passata a
scattare
foto a ricevimenti privati, matrimoni, lauree, cose
così!”
“Praticamente
hai esperienza in
tutto!”
“Diciamo
di sì ma questo non fa di me
la migliore in assoluto, anche se molti lo pensano! Credo che sia
meglio eccellere
in un solo settore!”
“C’è
altro?!” chiese Victoria
suscitando una risata
dalla ragazza.
“Sono
giunta fino alle foto di
ritratto, anche se non può essere considerato un vero e
proprio settore, ma
semplicemente un genere che a sua volta rientra in altri diversi
settori, che
ovviamente comprendono quelli che ti ho già elencato! E in
fine foto artistiche
e di moda!”
“Foto
di moda?!”
“Si,
l'ho detto! Fotografo modelle o
aspiranti! Una volta realizzavo anche immagini commerciali per
cataloghi di
abbigliamento ed editoriali del settore della cosmesi!”
“Mi
prendi in giro vero?!”
“No,
perché dovrei!”
“Ma
con tutta l’esperienza che hai
quanti puoi avere?!”
“Ventisette!”
“Ah!”
“Sei
interessata al settore di moda?!”
“Ero
indecisa tra il settore del
giornalismo e quello di moda! Alla fine ho optato per il primo visto
che
entrare nel settore di moda non è così facile
come speravo!”
“Se
qualcuno ti ha fatto credere che
fosse facile, ti ha dato false speranze! Non lo è affatto
credimi! E te lo dice
una che ci è già passata anche se con qualche
agevolazione forse!” disse la ragazza
con poco entusiasmo.
“Sapevo
che fosse difficile ma credevo
anche che il nome Chase, avrebbe inevitabilmente fatto un po' la
differenza!”
“Chase?!
Aspetta, Chase come la
galleria che si trova a Seattle?!”
“Si,
proprio quella!” disse Victoria
felicemente sorpresa. “A quanto
pare qualcuno è informato qui, per
un attimo ho pensato di essere finita nel terzo mondo!”
La ragazza
rise alle parole di Victoria. “Credimi,
il nome Chase è conosciuto anche qui, anche se non tanto
quanto vorresti! Ci
sono stata a Seattle per un paio di settimane anni fa! E ho anche visto
una
mostra organizzata da Robert e Amanda che suppongo siano i tuoi
genitori? Zii?!”
“Si,
sono i miei genitori!”
“E tu
sei?!”
“Victoria,
Victoria Chase!”
“Piacere
di conoscerti Victoria!” disse la ragazza
porgendole la mano.
“Piacere...
ehm...” disse Victoria
stringendole la mano.
“Ellis,
il mio nome è Ellis!”
“Ellis
e basta?!”
“Magari
ci siamo anche incontrate e
non lo sappiamo!” disse
Ellis ignorando la domanda di Victoria. “Ma
i tuoi non hanno delle conoscenze qui a Portland per darti una
mano?!”
“A
dire il vero sì, ma ho rifiutato
di ricevere il loro aiuto! Voglio cavarmela da sola! E poi pensavo che
il mio
nome, mi avrebbe comunque dato dei vantaggi anche senza
volerlo!”
La ragazza
la guardò comprensiva. “Sai,
ti capisco
perfettamente! Però credo che se hai tanto a cuore la
fotografia dovresti
approfittarne! Lo so che sembra brutto da dire, ma se hai la
possibilità di
arrivare allo scopo grazie a qualche aiuto dovresti accettarlo, fossero
anche i
tuoi genitori! Pensa a tutti quelli che hanno talento ma che nonostante
tutto
non riescono a realizzarsi!”
“Si e
magari non si realizzano grazie
a persone come me che hanno la precedenza su tutto e tutti, solo
perché hanno
la possibilità di avere la strada spianata da
qualcuno!”
“Non
siamo noi a volerlo! Non è colpa
nostra perché è così che va il mondo
Victoria! Se ci tieni tanto a essere una
grande fotografa, devi lottare con le unghie e con i denti per
affermarti! Non
devi guardare in faccia a nessuno e questo non vale solo nel mondo
della
fotografia, ma in generale! Non devi avere scrupoli verso nessuno
perché gli altri
non se ne avranno per te! Credi che qualcuno non venderebbe l'anima al
diavolo
o che non ti metterebbero lo sgambetto per poterti soffiare il posto?!
Così è
la vita Victoria! Meglio che ti adatti subito o altrimenti ti
schiacceranno in
men che non si dica!”
Victoria
rimase a guardarla ripensando alla discussione avuta con sua madre
quando aveva
saputo della sua decisione di trasferirsi a Portland.
“Victoria,
fino a ora
hai vissuto nell’agio! Là fuori non è
così semplice come può sembrare! Qui hai
l’opportunità di ottenere tutto con più
facilità! Come hai sempre ottenuto
tutto in modo semplice!”
“Certo,
grazie al nome
Chase!” disse la ragazza
con sarcasmo.
“Tu
non hai idea di
cosa significa farsi le ossa nel mondo!”
“Ah,
ma davvero?! E
indovina di chi è la colpa?!”
“Non
osare rivolgerti
così a me Victoria! Tutto quello che hai ottenuto da noi,
non mi sembrava ti
pesasse così tanto! Hai la tua bella auto, le tue bellissime
macchine
fotografiche, e ogni ben di Dio!”
“Si,
hai ragione mamma!
Mi avete offerto tutto questo, tranne l’unica cosa davvero
importante! La
libertà di poter decidere io della mia vita! Di gestire il
mio lavoro come
voglio! Perché tutto deve essere come Amanda Chase comanda!
Giusto?!”
Forse tutto
sommato sua madre non era poi così tanto lontana dalla
realtà, perché adesso a
dirle le sue stesse cose in maniera più nuda e cruda, era
una ragazza
sconosciuta che faceva la fotografa e che ne aveva viste tante,
sicuramente più
di lei.
“Ascolta
Victoria, le tue foto sono
davvero belle! E sarebbe davvero un peccato se il tuo talento non
dovesse
essere riconosciuto!”
La ragazza
aprì la sua borsa fotografica tirando fuori un block notes e
una penna per
annotandoci sopra qualcosa. Dopo staccò il foglietto
consegnandolo alla
ragazza.
Victoria
prese il foglietto leggendo un indirizzo e un recapito telefonico. “Cos'è questo?!”
La ragazza
richiuse la sua borsa fotografica. “È
l'indirizzo di una redazione di una rivista di moda! Penso che potresti
provarci! Prova a prendere appuntamento con la direttrice della
rivista! Se
dovessero esserci dei problemi fai il mio nome! Di loro che ti manda
Ellis!”
“Solo
Ellis? Senza un cognome?!” ritentò
Victoria.
“Non
è il cognome che rivela chi sei
Victoria! E comunque per quella rivista c'è stata solo una
Ellis a lavorarci, cioè
io!”
“Lavori
ancora lì?!”
“Ha
importanza?!”
“Beh...
io...”
“A te
la scelta Victoria! Ti sto dando
soltanto una piccola spinta per far conoscere chi sei davvero, il resto
dovrai
farlo tu! Puoi anche decidere di non accettare il mio aiuto! In quel
caso
prenderanno qualcun altro e sarebbe davvero un peccato!”
“Aspetta,
sono in cerca di un
fotografo?!”
Ellis la
guardò con un sorriso. “Sbrigati
Victoria, quel posto non resterà libero a lungo!”
Detto questo
cominciò ad allontanarsi lentamente mentre Victoria guardava
il foglietto tra
le sue mani.
“Ellis!” la
chiamò Victoria facendola
voltare.
“Cosa
c'è?!”
“Ma tu
chi sei?!”
“Una
fotografa come tante Victoria!” disse la
ragazza rimettendosi in cammino
senza più voltarsi.
“Dimmi
qual è il tuo cognome?!” chiese Victoria
mentre Ellis si allontanava.
“Ripeto,
non è quello che determina
chi sei!” rispose la
ragazza continuando per la sua strada.
Victoria
rimase ferma lì imbambolata senza comprendere
l'atteggiamento strano della
ragazza.
Nel
frattempo Max e Kate avevano deciso di fare una passeggiata e decisero
di
passare dall’auto concessionaria di Timothy e Aaron. Appena
arrivarono si
ritrovarono dinanzi a un edificio immenso con grandi vetrate da cui si
potevano
ammirare le varie auto in vendita. Sull’edificio torreggiava
l’insegna blu con
la scritta Road Engines. Quando entrarono Aaron era impegnato in una
telefonata
dietro al bancone e Timothy stava mostrando l’interno di
un’auto a un cliente.
Le ragazze cominciarono a camminare per l’edificio guardando
le auto.
“Max,
non credi che dovremmo comprare
un’auto?!”
“Un’auto
al momento è fuori
discussione, visto che le cose a livello lavorativo non vanno affatto
bene!”
“Infatti
non dico adesso! Magari più
in là quando finalmente lavorerai fino allo sfinimento,
perché so che succederà!”
“Perché
hai pensato a un’auto?!”
“Perché
non possiamo sempre contare
sulla disponibilità di Victoria di lasciarci la
sua!”
“Questo
è vero!”
Aaron che
aveva terminato la sua chiamata si avvicinò alle due
ragazze. “Ehi voi due, state
progettando di rubare
un’auto?!” chiese il ragazzo con ironia.
“Lo
sapevo, ci hanno scoperte subito
Max!” disse Kate
scherzando.
“Non
preoccuparti Kate! Vorrà dire che
verremo a notte fonda mentre tutti dormono e non ci sono i
proprietari!”
“Mi
dispiace per te Max, ma siamo
circondati da telecamere di sorveglianza dentro e fuori! Inoltre
abbiamo fatto
istallare il miglior sistema di allarme quindi non avreste nessuna
possibilità
di compiere il furto!” rispose Aaron
divertito.
“Credimi,
saprei come fartela sotto
al naso!” rispose
Max sapendo che c’era un fondo di verità nelle sue
parole.
“Spiegami
come!” disse il
ragazzo confuso.
“Oh
no, mi dispiace ma non posso
svelarti i miei trucchi!”
“Max,
adesso cominci a spaventarmi!” disse Kate
ridendo.
“Allora
ragazze, come mai da queste
parti?!”
“Niente,
eravamo qui di passaggio e
abbiamo pensato di fare una capatina qui da voi!” disse Kate.
“Mi fa
piacere e sicuramente farà
piacere anche a qualcuno di là!” disse il
ragazzo indicando Timothy che aveva appena concluso
di mostrare l’auto al potenziale cliente. Il ragazzo
salutò cordialmente l’uomo
e si girò verso di loro avvicinandosi sorridendo. “Ma chi abbiamo qui?!”
“Qualcuno
che vuole sgraffignarci le
auto socio!”
“Davvero?!
Allora chiamo la polizia!”
“Io
sono innocente!” disse Kate
alzando le mani in segno
di resa.
“Ah,
che bell’amica che sei!” rispose Max
dandole una spintarella.
“Ragazze
vi posso offrire un caffè?!
Qui vicino c’è un bar!” disse Aaron.
“Si,
io lo gradirei!” rispose Kate.
“Tu
Max?!”
“Si,
non dispiacerebbe anche a me!”
“Anche
io vorrei un caffè!” disse Timothy.
“Ma io
ho solo due mani!” rispose Aaron.
“Troverai
il modo di portarlo anche a
me!” disse Timothy.
“Uhm,
va bene! Max ti andrebbe di
accompagnarmi al bar così mi dai una mano?!”
“Certo,
non c’è nessun problema!”
“Visto?!
Hai trovato subito la
soluzione al problema!” disse Timothy
entusiasta sapendo che questo gli avrebbe dato l’occasione
di restare solo con Kate per un po’. Quello che
però ignorava, era il vero
intendo che si celava dietro al semplice gesto di offrire un
caffè alle ragazze
da parte dell’amico. “Mi
raccomando non
correte, non vorrei che si rovesciasse il caffè!”
“Certo,
come sua maestà desidera!” disse Aaron con
un inchino. Poi si
allontanò con Max uscendo dalla concessionaria
d’auto.
“Allora
Max, cosa ne pensi della
faccenda tra quei due?! Si decideranno mai a fare la loro
mossa?!” chiese il
ragazzo a Max mentre si
dirigevano al bar.
“Quindi
stai ammettendo che Tim è
interessato a Kate?!”
chiese la ragazza sorridendo.
“Non
dovrei parlare alle spalle del
mio amico, però è così! Ti giuro che
non ce la faccio più a sentire parlare di
Kate tutto il santo giorno!” rispose il
ragazzo ridendo.
“Lo
avevo capito subito che fosse
interessato a lei!”
“E
Kate invece?!”
“Quando
cerco di parlare di Tim
finisce sempre per interrompermi o trova scusa!”
“E
questo vuol dire che non è
interessata?!”
“Non
lo so, ma credo che sia più una
questione di timidezza! Se Tim si aspetta che faccia lei la prima mossa
sta
aspettando invano! E poi per lei sarebbe una cosa nuova!”
“Mi
stai dicendo che non ha mai avuto
un ragazzo?!”
“Infatti,
diciamo che è troppo presa
dai suoi studi e da suoi altri interessi!”
“Quindi
non prenderebbe mai in
considerazione di iniziare una storia con qualcuno?!”
Max si
fermò
incrociando le braccia al petto e guardandolo con sospetto.
“Che
c’è?!” chiese il
ragazzo fermandosi e
guardandola confuso.
“Non
è che Tim ti ha chiesto di
sondare il terreno con me vero?! Perché non ho intenzione di
fare il vostro
gioco! Kate è mia amica!”
“Oh
no, ti sbagli Max! Credimi, non
sto facendo niente del genere! È vero, sto cercando di
capire se Tim ha qualche
possibilità con Kate, ma non lo faccio perché me
lo ha chiesto lui! È una mia
idea perché credo che lui si sia preso davvero una bella
cotta per la tua amica!”
“Ok,
ti credo!” disse la ragazza
ricominciando a
camminare seguita da Aaron.
“Sono
una persona sincera Max!”
“Bene,
buon per te!”
“Questa
suona come una minaccia!
Insomma sei una ladra ora minacci pure! Chi diavolo sei Max?!” chiese il
ragazzo ridendo.
“Una
ragazza normale come tante!” disse Max senza
crederci davvero.
Io
sono tutto tranne che normale. Non è normale possedere un
potere così grande come il mio che può decidere
vita e morte per l’umanità.
“No,
dico davvero! Chi sei Max?!”
“Non
capisco, cosa vuoi dire?!”
“Di te
so soltanto che sei una
fotografa e che sei amica di Victoria e…”
“Cosa
vuoi sapere?!”
“Cosa
fai quando non sei impegnata a
escogitare piani diabolici per effettuare furti di notte e minacciare
la gente?!” chiese
divertito il ragazzo.
“Ah-ah,
come sei spiritoso!”
“Hai
un ragazzo?! Sei single?! Hai
altri interessi oltre alla fotografia?!”
“Il
mio interesse è solo la
fotografia, sono single e non ho intenzione di iniziare una relazione
con
nessuno al momento! Soprattutto perché vengo fuori
già da una storia e non
credo di voler ricominciare di nuovo!” rispose la
ragazza per essere chiara. Aveva come
l’impressione che il ragazzo avesse posto quelle domande per
uno scopo ben
preciso. Non poteva esserne certa ma rispondendo in quel modo aveva
almeno
chiarito che se si fosse fatto avanti, avrebbe ricevuto un no come
risposta.
“Wow,
chiara e concisa! Sembra quasi
che tu abbia posto un limite come Victoria! Siete proprio
amiche!” disse il
ragazzo ridendo.
Max parve
confusa e si fermò di nuovo. “Victoria?!”
Il ragazzo
si fermò voltandosi verso di lei con un sorriso sul volto.
“Di
che limite parli?!”
“Quello
di Victoria per suo cugino
Tim! Non vuole che quei due abbiamo una relazione!”
“Che
cosa?!” chiese Max
stupefatta.
“Non
lo sapevi?! Credevo di sì, visto
che siete amiche!” disse
il ragazzo riprendendo a camminare. La ragazza lo raggiunse
affiancandosi a lui
e poco dopo entrarono nel bar. Mentre Aaron aspettava il suo turno, Max
rifletteva sulle parole del ragazzo.
Possibile
che Victoria abbia fatto una cosa del genere? E poi
perché lo avrebbe fatto? Ricordo come avesse intenzione di
leggere i messaggi
che si erano scambiati Kate e Tim. Non capisco per quale motivo
dovrebbe
intromettersi così nella vita sentimentale degli altri.
Adesso che ci penso non
vedeva l’ora che chiudessi definitivamente con Lucas. Adesso
invece non vuole
che nasca qualcosa tra Kate e suo cugino. Credo di aver imparato a
conoscerla
ma non fino a questo punto.
Nel
frattempo in concessionaria Timothy e Kate stavano chiacchierando tra
loro. “Come prosegue il tuo
progetto del libro per
bambini?”
“Bene
direi, anche se un po’ a
rilento. Ma tanto ho tutta l’estate a mia disposizione,
quindi conto di
arrivare a buon punto”.
“Spero
che me lo mostrerai quando lo
avrai finito”.
“Si
certo che lo farò”.
“Spero
tanto non passerai tutta
l’estate sul libro”.
“No,
certo che no”.
“Bene,
perché dopo domani fanno ci
sarà musica dal vivo in un locale dove io e Aaron andiamo
ogni tanto”.
“Certo,
per me va bene. Vengono anche
gli altri vero?”
“Si,
come sempre. Temi di rimanere
sola con me per caso?” chiese lui
ridacchiando.
“Io?
No no… io… non volevo dire
questo…” rispose la
ragazza a disagio arrossendo.
“Lo
so, stavo scherzando Kate”.
Dopo un
minuto di silenzio Timothy trovò il coraggio per dire quello
che gli passava
per la testa. “Kate...”
“Si?”
Ma il suo
coraggio non durò a lungo perché
ripensò alle parole di Victoria. “Niente,
mi è passato di mente all’istante”
disse lui sorridendo nervosamente.
“Ti
tornerà in mente se è davvero
importante” disse
distogliendo lo sguardo da lui. “Mi
mostreresti qualche auto? Credo che prima o poi dovremmo comprarne
una”.
“Ah
bene, sono lieto di questo. Vieni
che te le mostro”
disse il ragazzo facendole strada.
Chloe e
Steph durante la loro pausa al lavoro, avevano preso posto a un tavolo
in
compagnia di Shonei che era alle prese con un cruciverba sul giornale.
“Tre
orizzontale, contraccettivo per
evitare gravidanze indesiderate! Questa è davvero troppo
semplice,
l'omosessualità!”
“Sei
incredibile!” disse Steph
scuotendo la testa mentre
Chloe se la rideva.
“Sai,
me lo hanno detto spesso ma mai
fuori dalle lenzuola! Adesso sono un po' confusa al riguardo! Non so
davvero
come interpretarlo!”
Chloe
continuava a ridere e Steph si voltò a guardarla con sguardo
di
disapprovazione.
“Che
c'è?! Devi ammettere che era
bella questa!” disse
Chloe continuando a ridere.
“Basta,
mi arrendo!” disse Steph.
“Oh
avanti, lo sai che è così!
L'omosessualità
è il contraccettivo migliore in assoluto e soprattutto non
ha controindicazioni!” aggiunse Shon.
In quel
momento si avvicinò Eddie al loro tavolo. “Ciao
Shon, vuoi ordinare qualcosa?!”
“A
dire il vero sì ma non voglio
nulla da te!”
Tutti la
guardarono confusi.
“In
che senso scusa?!” chiese il
ragazzo.
“Ok,
te lo spiego in modo semplice!
Sto aspettando che sia Emily a venire al tavolo per prendere la mia
ordinazione!”
“E
perché?!” chiesero tutti
e tre all'unisono.
“Ho
notato che continua a lanciarmi
delle occhiate sorridendomi! Credo che stia cercando di lanciarmi un
forte
segnale!”
“Oh
santi cielo!” disse Steph.
“Che
segnale?!” chiese Chloe.
“Guarda
e sorride anche agli altri
quindi non iniziare a fantasticare su di lei!” disse Eddie
divertito.
“Vi
dico che lei è interessata a me!
Vuole che io ci provi con lei! Io le capisco al volo queste
cose!”
“Ma
piantala!” disse Eddie
ridendo mentre si sedeva
accanto a lei.
“Vedo
che ti sei messo comodo!” disse Chloe
rivolta a Eddie.
“Ehi,
non ci sono altri clienti che
devono ordinare a parte Shon e l'hai ascoltata, non vuole essere
servita da me!”
“Ragazzi,
vi ricordate il Lux?” chiese Shonei
riportando la sua
attenzione al giornale.
“No,
cos'è?” chiese Chloe.
“È
uno dei locali più gettonati di
Portland! Una volta ti ci ho anche portato!”
“Uhm,
non ricordo” rispose Chloe.
“E ci
credo, quando stavi con lei eri
sempre ubriaca!”
disse Steph mentre Chloe la guardava sospirando.
“Ebbene
a quanto pare sta per
chiudere i battenti...” continuò
Shonei.
“Aspetta,
fa vedere!” disse Eddie
prendendole il giornale.
“Ma si certo, ora mi ricordo di quel
locale! Ci sono stato qualche volta, posto abbastanza carino anche se
preferisco il Paradise!”
“Solo
perché ci lavori” disse Shonei
dandogli un colpo al
braccio.
Il ragazzo
lesse l'articolo. “Cazzo, allora
è
proprio vero!”
“Che
cosa?!” chiese Chloe.
“Che
sta chiudendo, ma semplicemente
per rinnovo del locale!”
“Ah,
quindi avete ancora la
concorrenza!” disse
Shonei.
“Beh,
non so se si può parlare di
concorrenza in questo caso! Mi sono giunte delle voci in proposito! A
quanto
pare quel locale sta per diventare un vero porcaio e quindi non
avrà più nulla
in comune con il Paradise!”
“Anche
io ho sentito qualcosa del
genere!” aggiunse
Steph.
“Ma in
che senso porcaio?!” chiese Chloe.
“Diciamo
che faranno degli
spettacolini di un certo livello, non so se mi spiego!” disse Eddie.
“Ohhh,
sì che ti sei spiegato! È il
posto che fa per me! Gli andrò a dare un'occhiata quando
riapre!” disse Shonei
entusiasta.
In quel
momento sopraggiunse Emily al tavolo. “Ciao!”
“Ma
ciao Emily!” disse Shonei
incrociando le braccia
sul tavolo, lanciandole uno sguardo inequivocabile. “Vorrei ordinare il solito caffè se non
ti spiace!”
Steph
roteò
gli in alto.
“Ma
certo, vuoi dell'altro?!” chiese Emily.
“Veramente
ci sarebbe qualcos'altro
ma aspetterò un'occasione migliore di questa! Magari ne
potremmo parlare un
giorno di questi!”
Emily sorrise
un po' confusa. “Ok, ti porto
subito il
caffè!”
“Grazie,
sei davvero molto gentile e
carina e professionale e...” disse la
ragazza a Emily che si stava già allontanando.
“E
piantala!” disse Steph
mentre Eddie e Chloe
ridevano.
Eddie
continuava a leggere il giornale. “Ehi
ragazzi, sentite questa! Alcuni grandi uomini di scienza hanno
affermato
attraverso degli studi, che fare sesso tre volte a settimana prolunghi
l'aspettativa
di vita di ben dieci anni! Inoltre sembra che renda anche
più intelligenti!”
Tutti
guardarono Shonei che nonostante avesse ascoltato le parole del
ragazzo,
continuava a fissare Emily. Poi accorgendosi di avere tutti gli occhi
puntati
addosso chiese: “Che diavolo avete
da
guardare?!”
“Di
cosa stavamo parlando?! Di
intelligenza?! Deve esserci un errore, non può
essere!” disse Steph.
“Bene,
quindi la scienza afferma che
moriremo tutti soli e stupidi! Tranne Shon ovviamente!” disse Eddie.
“Sono
solo stronzate, io sono
intelligente anche senza sesso e poi anche Chloe scopa alla
grande!” disse Shon
indicandola.
“Io
non lo faccio tre volte a
settimana, non più almeno!” rispose Chloe.
“Oh-oh,
guai in paradiso!” disse Eddie
divertito.
“Houston,
abbiamo un problema!” disse Shonei.
Mentre Eddie
rideva Shonei continuava con le sue battute poco apprezzate da Chloe e
Steph. “May day may day crrr...
abbiamo perso i
contatti con la libido di Chloe crrr... richiediamo subito un
intervento di
ricerca passo crrr” disse Shonei mentre emulava
delle interferenze radio
facendo ridere Eddie.
“Oppure
senti questa, AAA cercasi cause
e rimedi per il calo del desiderio di Chloe Price!” disse Eddie
spalleggiando Shonei con
le battute.
“Idiota!” disse Chloe.
Mentre i due
si davano il cinque con la mano ridendo, ritornò Emily al
loro tavolo servendo
la tazza di caffè fumante a Shonei che smise di prendere in
giro Chloe.
“Ecco
il tuo caffè!” disse Emily.
“Grazie
infinite Emily! Il caffè
servito da te ha tutto un altro sapore sai?!”
Steph la
guardò quasi disgustata fingendo di mettersi due dita alla
gola.
“Se
serve altro...” disse Emily.
“Te lo
farò sapere subito!” rispose Shonei.
Mentre la
ragazza
iniziava ad allontanarsi di nuovo Eddie guardò Shonei al suo
fianco. “Ma davvero queste
stronzate ti bastano per
portarti a letto qualcuno?!”
Shonei
indicando la ragazza che si allontanava. “Aspetta
e guarda tu stesso, uno, due, tre eeee...”
Emily si
voltò a guardare verso il loro tavolo sorridendo e poi
proseguì.
“Visto?!”
“Visto
cosa?!” chiese Eddie
confuso.
“Sapevo
che si sarebbe voltata e sai
perché?!”
“No,
perché?”
“Perché
le piace che flirto con lei e
si aspetta che io mi faccia avanti e tutto questo perché le
piaccio!”
“Convinta
tu...” disse Eddie
alzandosi. “Meglio che torni al
lavoro!”
“Già
che ci sei analizza la
situazione da vicino con Emily!”
“Cioè?!”
“Indaga!”
“Ma
neanche per sogno! Anche se non
sembra, ci tengo alla mia vita!”
Detto questo
si allontanò. Steph si voltò verso Chloe. “Come
vanno le cose con Lauren?!”
“Non
lo so, pensavo bene dopo la nostra
cena al lume di candela ma a quanto pare mi sbagliavo!”
“Che
vorresti dire?!” chiese Shonei
bevendo il suo caffè.
“Che
cosa hai combinato stavolta
Chloe?!” chiese
Steph.
“Ehi,
io non ho fatto un bel niente!
È solo che lei si comporta in modo strano in questi giorni!
Sembra sempre
nervosa, distratta e non so cosa pensare!”
“Beh,
scusa ma perché non le chiedi
cosa c'è che non va?!” chiese Steph.
“L'ho
fatto ma lei ha risposto che va
tutto bene e che è solo un po' stanca per il lavoro! E lo
dice in modo
tranquillo quindi non posso controbattere! Insomma se mi dice che
è tutto ok,
io che diavolo dovrei fare?! Dirle che non è
così?! Contraddirla?! Io non
voglio litigare!”
“Tu
che non dai di matto in una
situazione del genere è una novità!” disse Shonei.
“Ragazze,
io ci tengo a lei e voglio
che le cose vadano bene! Il punto è che temo di forzare le
cose e litigarci!
Questa relazione mi sta dando molto! Sto davvero bene e non voglio fare
cazzate
per poi rovinare tutto come al solito! Forse ho paura che si sia
già stancata
di me! Forse mi sono data troppo da fare con quella cena, ho
esagerato!”
“Ma se
hai detto che era felicissima!” disse Steph.
“E lo
era però poi... non lo so ok?!”
“Dovresti
affrontare la situazione
Chloe, che ti spaventi o meno quello che ha da dire! E poi, io non
credo che tu
non le interessi più! Tra l'altro così di colpo e
senza nessuna ragione
apparente!”
“Parla
con lei Chloe, dico davvero!” disse Steph.
“Lo
farò...”
Lauren e
Allison erano sedute sulla panchina di un parco mente sorseggiavano un
caffè da
asporto.
“Allora,
cosa hai deciso di fare per
quella faccenda?!”
“Non
lo so ancora! Ti giuro che non
faccio altro che pensarci tutti i giorni, continuamente!”
“Secondo
me stai perdendo soltanto
tempo ad arrovellarti il cervello! Dannazione Lauren è della
tua professione
che stiamo parlando!”
“Forse...
sì insomma io... sto
pensando di non accettare...”
“Che
cosa?! Ma sei impazzita per
caso?! Non puoi fare una cosa del genere! Da quando hai iniziato a
lavorare non
hai mai rinunciato a nessuna occasione per tenerti aggiornata e ora ti
tiri
indietro?! E per cosa poi?! Per Chloe?!”
“Allison,
lei non mi sta impedendo
nulla!”
“Certo
che no, non lo sa nemmeno che
diavolo sta succedendo! Quando ti deciderai a parlargliene?!”
“Sto
evitando di dirglielo, anche
perché se non ho intenzione di accettare non ha senso
metterla al corrente!”
“Quindi
anche se ci pensi
continuamente in realtà una scelta l'hai già
fatta! Secondo me stai sbagliando
tutto!”
“Allison,
tu non puoi capire!” disse Lauren
esasperata.
“No,
hai ragione! Non posso capire
come una persona che ama così tanto la professione che
svolge, rinunci
facilmente a un'occasione del genere! Sei stata sempre in prima fila
quando si
trattava del tuo lavoro! E poi la tua famiglia... davvero non vuoi
rivederli?!”
“Ma
certo che voglio rivederli! È
solo che sono preoccupata che quel bastardo possa scoprire che mi trovo
in
città e inizi a dare di nuovo fastidio a me e soprattutto a
loro!”
“Lauren,
sono passati anni! Non pensi
che quello squilibrato possa aver trovato qualcun altro da
tormentare?!”
“Questa
non è una cosa carina da
dire! Quello che ho
vissuto io non lo
auguro a nessun altro!”
“Non
sto augurando del male a nessuno
Lauren! Però è chiaro che la sua vita sia andata
avanti anche senza di te! E
che tu lo voglia o meno, lui resterà quello che è
sempre stato, cioè un
bastardo! Ed è inevitabile che tu non sia l'unica ad averci
avuto a che fare!”
“E
comunque ho i miei pazienti di cui
occuparmi, non posso di certo mollarli così!”
“Sono
più che sicura che Daisy ti
possa aiutare in questo! E poi non sei l'unica fisioterapista in
città!
Potresti passare temporaneamente i tuoi pazienti a qualche tuo
collega!”
“Daisy
ha pensato anche a questo!”
“Visto?!
Allora dov’è il problema?! Tu
stai cercando solo delle scuse per non andarci! È tutto a
causa di Chloe anche
se non vuoi ammetterlo! È solo questo che ti impedisce di
accettare!”
“Allison,
le cose tra me e Chloe
stanno andando alla grande! Temo che andando via le cose possano
complicarsi!
Ho paura e non voglio stare lontana da lei!”
“Sarà
per un breve periodo di tempo e
lo stai facendo per una buona ragione! Per favore, non continuare ad
annullarti
per l'amore degli altri!”
“Non
lo sto facendo per lei ma per
me! Io non me la sento di allontanarmi!”
“Così
ricadi soltanto nelle vecchie
abitudini come al solito! E poi resterei via per breve tempo! Non
è così tanto
un mese!”
“Per
me che la vedo quasi tutti i
giorni da quando stiamo insieme è davvero troppo! Anche solo
a pensarci mi
sento male!”
“E va
bene se è questo che vuoi! Però
ti chiedo di fare una cosa! Parlane con lei almeno!”
“Se
non accetto non c'è alcun bisogno
di dirglielo!”
“Non
vuoi dirglielo perché sai bene
quanto me che sarebbe contraria alla tua decisione! Ma sappi questo! Un
giorno
senza volerlo, potresti finire per rinfacciarle qualcosa di cui lei non
sa
assolutamente niente! Mi hai detto che lei vuole trasparenza nel vostro
rapporto! Che vi diciate sempre tutto senza riserve! Ebbene, questo
è il
momento giusto per farlo! Se un giorno dovesse scoprire che non le hai
detto
nulla, si sentirà tradita sapendo di non aver avuto nessuna
voce in capitolo! E
si sentirà anche in colpa perché la tua rinuncia
è dovuta a lei! Siete una
coppia Lauren, non devi dimenticarlo!”
Lauren
continuò a rimuginarci sopra. La sua amica non aveva tutti i
torti, anzi aveva
perfettamente ragione. Ma nonostante questo non riusciva a immaginarsi
lontana
dalla sua ragazza. Sapere di non poterla vedere e di non poterle stare
accanto
per un certo periodo, la faceva star male. Era troppo abituata ad
averla
intorno. Per quanto fosse sicura dei sentimenti che la ragazza provasse
nei
suoi confronti, sentiva che allontanandosi avrebbe cambiato le cose tra
loro. Per
non parlare del senso di abbandono che Chloe avrebbe potuto provare se
lei
avesse accettato la proposta di Daisy. Non voleva che si sentisse
abbandonata
per l'ennesima volta a causa sua.
“Lauren!
Lauren!”
La ragazza
si ridestò dai suoi pensieri quando si sentì
chiamare da Allison.
“Dimmi!”
“Non
mi hai ascoltata?!”
“No!”
“Ti ho
chiesto se lo farai!” disse Allison
guardandola con
preoccupazione.
“Fare
cosa?!”
“Parlarne
con Chloe!”
“E va
bene, proverò a parlargliene!” disse
sospirando.
“Non
devi solo provarci ma farlo e
basta!”
Lauren
annuì.
“Non
aspettare ancora Lauren!”
All’uscita
dal lavoro, Chloe riaccompagnò Steph a casa
affinché preparasse qualcosa al
volo per il pranzo. Lei invece si occupò di andare a fare un
po’ di spesa. Nel
frattempo Lauren che si era decisa a parlare con Chloe, si
presentò al Paradise
non trovandola. Chiese a Eddie che proprio in quel momento stava per
andarsene,
avendo terminato anche lui il suo turno. Il ragazzo la
informò che Chloe era
andata via già da un po’, così Lauren
decise di raggiungerla al suo
appartamento. Arrivò al parcheggio condominiale non notando
che l’auto della
sua ragazza non era lì. Entrò nel palazzo per
prendere l’ascensore ma dopo aver
schiacciato più volte il pulsante, si rese conto che era
fuori uso. Chloe le
aveva accennato qualcosa su quell’ascensore che puntualmente
si guastava
costringendole a salire scalinate per raggiungere
l’appartamento. La ragazza
sospirò pensando che in qualche modo, quello era il chiaro
segno che non doveva
parlarne con lei. Ma poi dopo qualche esitazione cominciò a
salire le scale.
Era appena giunta al sesto piano, ormai mancava l’ultimo che
la separava
dall’appartamento ventisette. Mentre si accingeva a
raggiungere l’ultima
scalinata che la separava dall’appartamento della sua
ragazza, vide sul
pianerottolo Flerk, seduto e fermo davanti a una porta. La ragazza
dapprima
confusa si avvicinò lentamente al gatto.
“Ehi
Flerk, che ci fai tu qui?”
Il gatto la
guardò miagolando e tornò a fissare la porta.
“Ok,
come vuoi” disse la
ragazza prendendo il gatto
per portarlo di sopra, ma appena lo avvicinò a
sé, Flerk le graffiò una mano
con le sue unghie affilate. Di istinto la ragazza lo lasciò
andare e in quel
momento comparve Chloe che era appena arrivata allo stesso piano con le
buste
della spesa.
“Lauren?!” disse Chloe
sorpresa di vederla lì
ma soprattutto preoccupata perché si stava tenendo una mano.
Vide anche Flerk
piazzarsi dinanzi a una porta. Si avvicinò velocemente alla
sua ragazza per
capire cosa fosse successo. “Ehi
Lauren,
che hai alla mano?!”
“Beh,
a quanto pare il tuo gatto non
ha gradito molto la mia iniziativa di riportarlo di sopra!”
“Fa
vedere!” disse Chloe
lasciando le buste a
terra e rimuovendo la mano della ragazza per controllare.
“Ti ha graffiato! E sta uscendo del sangue!”
“Non
è niente! È soltanto un graffio!”
Chloe si
voltò
verso Flerk lanciandogli uno sguardo minaccioso prendendo le buste
della spesa
con una mano. Con l’altra afferrò con forza il
gatto. “Andiamo di sopra Lauren, ti
disinfetto la mano!”
Dal tono che
aveva usato sembrava furibonda per quello che era successo.
Preferì non
discutere con lei e quindi la seguì di sopra in silenzio.
Con la mente cercava
di inventare qualche buona scusa per spiegare la sua presenza
lì. Non era
solita andare a trovarla, anche perché di solito stavano al
suo di appartamento
potendo rimanere completamente sole. Dopo essere entrate
nell’appartamento Chloe
lasciò le buste della spesa sulla penisola e
portò il gatto in camera sua.
“Con
te facciamo i conti dopo, oggi
resterai senza cibo!”
disse alzando la voce e chiudendo la porta sbattendola.
Nel
frattempo Lauren si era seduta sul divano maledicendosi di essersi
presentata. Troppi
erano stati i segnali a indicarle che non doveva essere lì e
che parlare con
Chloe non fosse una buona idea.
“Aspetta,
prendo del disinfettante!” disse Chloe
entrando in bagno. Dopo
essersi lavata le mani e aver preso l’occorrente
tornò da lei sedendosi sul
divano. Appoggiò tutto sul tavolinetto davanti a lei. Verso
del disinfettante
sul cotone e prese la mano di Lauren tamponando sulla ferita facendo
sussultare
la ragazza. “Scusa
Lauren!”
“No,
va bene! Non è colpa tua!”
“Gli
insegnerò le buone maniere una
volta per tutte!”
“Non
avrei dovuto prenderlo! Infondo
lo sapevo di non piacergli tanto!”
“A lui
non piace nessuno, ma non deve
permettersi di graffiare le persone! Ok, ecco fatto!”
“Grazie”
disse Lauren
dopo che la ragazza
aveva finito di disinfettarle la ferita.
Chloe si
alzò gettando via nel pattume il cotone usato e diede
un’occhiata al forno a
microonde acceso. “Uhm, credo che ci
sia
uno sformato di non so cosa! Ti andrebbe di restare a
pranzo?!”
“Oh
no, ero passata un attimo solo
per… per un saluto!”
“Ok,
ma già che sei qui potresti
fermarti con noi!”
“Io
non…” disse Lauren
interrotta dall’uscita
di Steph dalla sua camera che si era rivestita dopo aver fatto una
doccia.
“Ehi,
ciao Lauren!” disse Steph
vedendola.
“Ciao
Steph!”
“Steph,
potresti farmi la cortesia di
stare più attenta la prossima volta che apri la porta quando
rientri o esci di
casa?! Flerk era di nuovo di sotto!” disse Chloe
infastidita.
“Oh,
è uscito di nuovo?!”
“Si,
perché non stai attenta!”
“Ehi,
vorrei ricordarti che il gatto
è tuo! Dovresti starci tu più attenta!”
“Si,
ma io non c’ero! E Lauren lo ha
preso per riportarlo qui ed è stata graffiata!”
“Si ma
non è che adesso devi trovare
qualcuno a cui dare la colpa! E soprattutto non puoi darla a me! Io lo
volevo
fuori di qui da molto tempo!”
“Ragazze
è tutto ok! È soltanto un
graffietto! Non è niente di grave! Non è colpa
vostra!” disse Lauren
per far cessare quel
diverbio.
“Brava
Lauren, diglielo ancora così
forse recepisce il messaggio!” disse Steph.
Chloe stava
per dire qualcosa ma qualcuno bussò alla porta
interrompendola. Quando aprì la
porta si ritrovò davanti Shonei. Poi si voltò
dirigendosi verso il forno per
preparare i piatti.
“Ahia,
che faccia!” disse Shonei
vedendo l’espressione
di Chloe. “È un brutto
momento per caso?!”
“Perché?!
In quel caso cambierebbe
qualcosa per te?!”
disse Steph lanciandole una frecciatina.
“Devo
esserti mancata tanto Steph se
non mi dai nemmeno il tempo di mettermi comoda per accogliermi in
questo modo!
Oh ciao Lauren!”
“Ciao
Shonei!” disse Lauren
sorridendole trovando in
lei la sua ancora di salvezza. Forse grazie a lei se ne sarebbe potuta
andare
subito.
“Allora?!
Che è successo?!”
“Resti
a mangiare con noi?!” chiese Chloe
mentre Lauren sbiancava
e Steph sospirava.
“Se
insisti!” rispose Shonei.
“Veramente
non sta insistendo!” disse Steph.
“Allora
ragazze?! Che diavolo è
successo?! È morto il gatto per caso?!” chiese Shonei
ignorando l’ennesimo commento della ragazza.
“Non
ancora!” rispose Chloe
ritornando a preparare
i piatti.
“Mh,
interessante! Spero che non ci sia
Flerk in quella teglia, altrimenti dovrò declinare
l’invito!”
Poco dopo si
misero tutti a tavola, Chloe e Lauren da un lato e Steph e Shonei
dall’altro.
Mangiarono chiacchierando tra loro. Alla fine si ritrovarono a parlare
di
quello che era accaduto con il gatto.
“Sta
diventando violento quel gatto!”
disse Shonei.
“Ma io
non capisco cosa diavolo va a
fare davanti a quella porta!” disse Chloe.
“Forse
ci vive qualcuno che gli dà
del cibo!”
azzardò
Lauren.
“Si
certo, come se con noi patisse la
fame!” rispose
Steph.
“Qualsiasi
sia la ragione che lo
spinga ad andarci, dobbiamo prestare molta attenzione! Non deve uscire
di qui!” disse Chloe
guardando Steph.
“Si
certo, padrona!” rispose la
ragazza con sarcasmo.
Continuarono
a parlare tra loro, ma a un certo punto Lauren sembrava del tutto
assente e
Chloe lo notò. “Lauren,
è tutto ok?”
“Eh?
Si certo!” disse Lauren con
un sorriso forzato
voltandosi verso di lei.
“Sei
sicura?”
“Si
Chloe, ho solo un leggero mal di
testa!”
“Ti
prendo qualcosa!” disse Chloe
iniziando ad alzarsi.
Lauren le
afferrò un polso bloccandola per non farla alzare da tavola.
Aveva semplicemente
mentito per giustificare la sua stranezza che non era sfuggita a Chloe.
Non
avendo nessun mal di testa non voleva prendere un farmaco senza nessuna
ragione. “È molto
leggero, mi passerà!”
“Ma se
prendi qualcosa ti passa
subito!” insistette
Chloe.
“Non mi piace tanto abusare dei farmaci!
Soprattutto per un semplice mal di testa!”
“Ma se
non ti ho mai vista prenderne
qualcuno!” disse
Chloe.
“Appunto,
perché non amo abusarne!” disse Lauren un
po’ alterata davanti
all’insistenza della ragazza.
Steph e
Shonei si guardarono tra loro un po’ a disagio davanti a
quella situazione che
stava prendendo una brutta piega.
“Ok,
allora tieniti il mal di testa!
Per quello che mi importa!” rispose Chloe.
“Sei
incredibile! Perché devi
prendere tutto sul personale?! Se non si fa come dici tu diventa sempre
un
putiferio!”
“Cosa?!
Ti posso assicurare che tu
non hai mai visto un mio putiferio!”
“Beh,
a me non sembra proprio, lo
stai mostrando adesso!”
“Ero
solo preoccupata per te Lauren!”
Steph prese
il bicchiere per bere un po’ d’acqua mentre Shonei
la guardava grattandosi la
testa, non sapendo cosa fare.
“Per
cosa?! Un mal di testa?! Un
graffio?!”
“Si e
non solo! In questo periodo hai
la testa tra le nuvole! Ti comporti in modo strano!”
“Oooh,
scusami tanto Chloe se mi
capita di avere dei momenti no come tutti i comuni mortali!”
“Eeehm…
ragazze…” disse Shonei
mentre le due ragazze
la ignoravano. Steph le appoggiò una mano sul braccio
scuotendo la testa e lei
non disse più altro.
“Non
ti sto negando nulla Lauren,
puoi avere tutti i tuoi momenti di merda che vuoi! Però
visto che stiamo
insieme gradirei almeno che tu ti aprissi con me!”
“Certo,
devo sempre dirti tutto per
non farti pensare a come eri intrattabile in passato con gli altri! Per
evitare
che poi tu ti senta in colpa nel caso mi succedesse qualcosa di
spiacevole!”
In quel
momento calò il silenzio. Chloe rimasse di sasso a quelle
parole non riuscendo
più a controbattere. Si alzò dalla tavola
guardando Lauren. “Sai cosa ti
dico?! Vaffanculo Lauren!”
Si
alzò
anche Lauren di scatto. “Bene! Me
ne
vado, così tolgo il disturbo con i miei stati
d’animo! Tanto non volevo nemmeno
rimanere per pranzo!”
“Bene!
Vattene cazzo! Quella è la
porta!” disse Chloe
gridando indicandogliela.
Lauren
uscì
dall'appartamento sbattendo la porta e Chloe si chiuse in camera sua
senza
accorgersi che Flerk era sgattaiolato fuori dalla stanza. Shonei e
Steph
rimasero a guardarsi.
“Wow,
non è stato solo un sogno vero?”
chiese Shonei.
“No
cazzo, non lo era! Piuttosto era
un incubo!”
“Bene,
credo che adesso ci sono due
opzioni! O fingiamo che non sia successo niente e io non riesco a far
finta di
nulla! Oppure ci occupiamo di loro per sistemare la situazione! Non so
tu, ma
non voglio trovarmi più in una situazione del
genere!”
“Nemmeno
io! Scelgo la seconda
opzione!”
“Si
anche io! Ok, allora io mi occupo
di Lauren e tu di Chloe!” disse Shonei
iniziando ad alzarsi.
Ma Steph la
fermò afferrandola per un braccio. “Ehi,
non essere troppo frettolosa!”
“Ma
devo raggiungerla!”
“Perché
non posso essere io a parlare
con lei?!”
“Perché
questo è il tuo appartamento
e vivi con Chloe! Credevo fosse più semplice
così!”
“Oppure
pensavi di risolvere le cose
in maniera poco appropriata con Lauren!”
“Cosa?!
Non capisco cos…” disse Shonei
intuendo cosa stesse
insinuando la ragazza.
“Beh,
ammettilo che Lauren ti piace!”
“Non
l’ho mai negato infatti! Certo
che mi piace ma riesco a pormi dei limiti! Non sono una maniaca
sessuale Steph!”
“Ah,
quindi sei attratta da lei!” disse la ragazza
sorpresa dalla sua
ammissione.
“Si e
allora?!”
“E va
bene… va da lei! Io mi occupo
di Chloe!”
“Oh,
ok! Allora io vado!” disse Shonei
stranita da quella
situazione. Si alzò dalla sedia e raggiunse la porta
aprendola per uscire.
Flerk ne approfittò sgattaiolando fuori ancora una volta
prima che la porta si
richiudesse. Steph se ne accorse e lo seguì riaprendo la
porta. Poi si fermò
guardando il gatto dirigersi al piano di sotto. Lo lasciò
andare riflettendo.
Era intenzionata a capire cosa si celasse dietro le attenzioni di Flerk
verso
quell’appartamento. Lo seguì lentamente al piano
di sotto rimanendo in attesa
dietro a una parete sbirciando ogni tanto. Rimase lì per
quindici minuti e
l’unico movimento che vide, fu Flerk che graffiò
un po’ la porta
dell’appartamento. Dopo di che non successe più
nulla. Stanca di aspettare,
decise di prendere Flerk e riportarlo su prima che Chloe si accorgesse
della
sua assenza. Si avvicinò al gatto chinandosi per afferrarlo
da dietro. “È ora di
finirla maledetto! Porti solo
problemi! Se non fosse stato per te molto probabilmente quelle due non
avrebbero nemmeno litigato! Ti faremo patire la fame gattaccio
indemonia…”
Non
terminò
di inveire contro il gatto interrotta dall'aprirsi della porta
dell'appartamento. Dinanzi a lei c’era una ragazza forse
della sua stessa età
che la guardava sorridendo. “Salve!”
“C-ciao…
cioè salve!” disse Steph
nervosamente.
La ragazza
rise avvicinandosi a lei accarezzando Flerk che era tra le sue braccia.
Steph
non riusciva a spiccicare mezza parola dinanzi alla ragazza.
“E
così Il gatto è tuo eh?!”
“Il
gatto… ehm… si… lui è il
nostro
gatto!”
La ragazza
la guardò perplessa.
“Cioè
non volevo dire nostro ma mio e
della mia amica!”
“Ah,
capisco!”
“Siamo
al piano di sopra. È solo
un’amica… non stiamo insieme!”
La ragazza
continuò a guardarla confusa. “Come
si
chiama?”
“Chloe!”
“Ah,
bel nome! Ciao Chloe!” disse la
ragazza continuando ad
accarezzare il gatto lasciando Steph perplessa. “Davvero
particolare la scelta di un nome femminile per un gatto
maschio!”
“Cosa?!
Oh no, credo che ci sia stato
un malinteso! Credevo stessi chiedendo il nome della mia amica! Per
questo ho
detto Chloe!”
“Aaaah,
ora è chiaro! Lo trovavo un
po’ strano il nome Chloe per il gatto!”
“Si
scusami! Non avevo capito! Lui si
chiama Flerk!”
“Finalmente
conosco il tuo nome!” disse la ragazza
che ancora non
staccava la mano da Flerk. Steph si ritrovò a essere gelosa
delle carezze che
la ragazza stava riservando al gatto. Le avrebbe volute per
sé. Nel frattempo
non riusciva a staccare gli occhi da lei. Nell’esatto momento
in cui i suoi
occhi avevano incrociato quelli della sconosciuta, il suo cuore aveva
iniziato
a battere velocemente. Il respiro le si era mozzato di colpo non
riuscendo più
a dire niente di sensato. Le sue mani erano diventate gelide e stavano
iniziando a tremare. Temeva che a causa della forte vicinanza della
ragazza,
lei potesse accorgersi del tremolio. Era bellissima e stranamente le
ricordava
tanto qualcuno che ormai non c’era più. A un
tratto la ragazza smise di
accarezzare il gatto e guardò Steph. “Comunque
io sono Jessie!” disse la ragazza porgendole la
mano presentandosi.
“Piacere
mio Steph!”
“Non
ricordavo che questo
appartamento fosse occupato!” disse Steph.
“L’ho
occupato da poco tempo!”
“Ah,
ora capisco! Mi dispiace
tantissimo se Flerk ti sta causando dei disagi…”
“Oh
no, nessun disagio! Amo i gatti e
poi ne ho uno anche io! La mia è femminuccia e si chiama
Kira!”
“Ah!
Ora si spiega tutto!” disse Steph.
“Eh
sì, a quanto pare il vostro gatto
si è innamorato della mia!” disse la
ragazza ridendo.
“Mi
dispiace io…”
“Non
devi dispiacerti! Non mi dà
alcun fastidio!”
“Si ma
non devi preoccuparti, lo farò
smettere!”
“No,
non c’è problema davvero!”
“Da
oggi ti terrò d’occhio Romeo!” disse Steph
guardando il gatto che
le soffiò contro.
“Wow,
ha un bel caratterino eh!”
“Già,
ma non è come sembra sai!
Abbiamo un modo tutto nostro di volerci bene! Vero Flerk?!”
Il gatto
soffiò di nuovo accanto al suo viso.
“Si,
decisamente molto strano!” disse Jessie.
A un tratto
si avvicinò alla porta un gatto bianco con occhi azzurri,
sicuramente Kira. “Oooh eccola la
mia Giulietta! Guarda chi è
venuto a trovarti?! Il tuo spasimante!” disse
Jessie prendendola in braccio
sorridendo e avvicinandola a Flerk che iniziò ad annusarla.
Steph
rimaneva incantata ogni volta che la vedeva sorridere. A un tratto
suonò un
telefono all’interno dell’appartamento della
ragazza. “Oh cavolo! Scusami tanto,
stavo aspettando una telefonata di lavoro!”
“Ma si
certo, fai pure! Scusa per il
disturbo!”
“Nessun
disturbo Steph!”
“Ok” disse Steph
allontanandosi di più
dalla porta.
“Adesso
devo proprio rispondere ma ci
vediamo in giro ok? Ciao Steph!”
“C-certo,
eccome! Ciao Jessie!”
La ragazza
chiuse la porta e Steph lentamente risalì le scale tornando
al suo
appartamento. Lasciò il gatto a terra per bere un bicchiere
d’acqua tutto d’un
fiato. Poi si diresse nella sua stanza chiudendo la porta per stendersi
sul
letto e pensare a quell’incontro chiedendosi se fosse
avvenuto per davvero o
era solo frutto della sua immaginazione. Era così stordita
da quell'incontro
che si dimenticò di dover parlare con Chloe addormentandosi
beata con un
sorriso, pensando a Jessie.
Quando
Victoria era rientrata non aveva trovato nessuno in casa.
Così si era sdraiata
sul divano sdraiandosi ripensando alla sua giornata. A come era stata
trattata
con sufficienza da Harry e alla ragazza che si era offerta di aiutarla.
L'incontro con Ellis poteva rivelarsi il più grande colpo di
fortuna o la più
grande presa per i fondelli da parte di una completa estranea. Le sue
amiche
tornarono a casa trovandola sul divano.
“Ciao
Victoria!” salutarono le
due ragazze.
“Dove
siete state?!”
“Oh,
abbiamo fatto un giro e siamo
passate anche a fare un saluto ad Aaron e Timothy” disse Kate.
“Non
vi basta vederli tutte le sere?!” disse Victoria
alzandosi dal divano.
“Non
fare polemica Victoria!” disse Max
ripensando a ciò che gli
aveva detto Aaron.
“Non
sto facendo polemica!” rispose
Victoria avvicinandosi alla
penisola della cucina per prendere una mela dal cesto della frutta. Le
diede un
morso mentre guardava Kate che si sedeva sul divano.
“Non
mi dispiace camminare però sono
sfinita Max, abbiamo bisogno di un’auto anche noi!”
“Come
un’auto?!” chiese Victoria.
“Beh,
andare a piedi non va bene se
c’è molta strada da fare!”
“Potevate
aspettare me! Vi avrei
accompagnate io, anche se non vedo l’utilità di
andare da loro quando viviamo
nello stesso condominio! Il loro appartamento è al piano di
sopra!”
Max si
sedette su una delle due poltrone osservandola. Ormai dopo le parole
del
ragazzo, non faceva altro che ricondurre ogni sua frase al modo in cui
cercava
di tenere tutto sotto controllo. O per meglio dire, controllare le loro
vite.
Non le piaceva pensare questo della sua amica, però non
sopportava un
comportamento simile soprattutto da parte sua. Non voleva che qualcuno
si
intromettesse così tanto nella loro vita privata.
Pensò che forse era il caso
di parlarne direttamente con lei. Decise di aspettare il momento
più opportuno
per farlo. Voleva evitare che Kate ascoltasse la loro conversazione,
non
sapendo come l’avrebbe presa. Non voleva assolutamente
portare scompiglio tra
loro, soprattutto adesso che vivevano tutti insieme.
“Come
è andata la tua giornata
Victoria?!” chiese
Kate girandosi alle sue spalle per guardarla.
Victoria che
stava addentando di nuovo la mela si fermò un momento in
difficoltà, non
sapendo cosa rispondere.
“Bene” disse la
ragazza con indifferenza
continuando a mangiare la sua mela mentre evitava lo sguardo delle
ragazze. Ma
ormai la conoscevano fin troppo bene e non persero tempo a chiedere
spiegazioni.
“Victoria!” disse Kate.
“Che
c’è?!”
“Non
sei brava a far finta di nulla!”
disse Max.
La ragazza
sospirò finendo la sua mela per poi sedersi
sull’altra poltrona. Decise di
raccontare tutto alle sue ragazze di come era stata trattata dal
direttore del
giornale e del suo incontro con la ragazza che le aveva offerto il suo
aiuto.
“E
cosa farai al riguardo?! Ci andrai
a quella redazione della rivista?!” chiese Max.
“Io
non lo so! Insomma, quella tizia
magari mi ha preso solo per il culo! Si è comportata in modo
strano! E poi
sembrava non voler dire il suo cognome, come per nasconderlo! Non
è un
atteggiamento normale questo!”
“Si ma
se non ci vai non saprai mai
se diceva il vero o no!” disse Kate.
“E
quindi cosa mi consigliate di
fare?! Di andarci?!”
“Victoria,
questa potrebbe essere la
tua grande occasione! Non gettarla via al vento in questo
modo!” disse Kate.
“Ma io
volevo farcela con le mie sole
forze!”
“Ed
è quello che farai Victoria! Non
penserai che una semplice raccomandazione ti possa sistemare a vita?!
Dovrai
darti da fare ogni giorno per mostrare di meritare quel
posto!” disse Max.
“Quello
che è successo oggi consideralo
un dono da qualcuno che sa bene cosa stai passando e vuole solo
aiutarti! Se lo
hai ricevuto è perché te lo meriti!”
“Chi
sarebbe questo qualcuno?!
Ellis?!”
“No,
colui che vede tutto!”
“L’occhio
di Sauron?!” chiese Victoria
seria.
“Oddio!” disse Max
cominciando a ridere.
“Esatto
Max, lui!” disse Kate.
“Giuro
che quando fate così mi viene
voglia di andare a vivere da sola!”
“E poi
chi ti preparerà da mangiare?!” chiese Kate.
“Il
tuo amico lì sopra potrebbe provvedere
anche a questo! Non vede che non sono capace a cucinare?!”
“Su
questo sono d’accordo con te
Victoria, non sai cucinare!” disse Max
divertita.
“Nemmeno
tu cara!”
“E
invece si Victoria, Max se la cava
bene!”
“Voi
fate troppa comunella! Di questo
passo dovrò iniziare a fare squadra con Donnie!”
“Allora
cosa farai Victoria?!” insistette Kate.
“E va
bene proverò ad andarci!”
“Bene!” disse Kate.
“Stai
facendo la cosa giusta!” disse Max
alzandosi dalla poltrona. “Vado un
attimo in bagno!”
“Ok” disse Victoria
guardandola. Poi si
voltò verso Kate. “Non
credi che sia
brutto per me accettare questo aiuto?! Metti che va bene! Io
avrò un lavoro
stabile e Max invece è ancora in alto mare!”
“Invece
sarebbe brutto proprio se tu
non accettassi questa occasione che ti è stata offerta su un
piatto d’argento!
Max ne risentirebbe se capisse che non ne approfitti per via della sua
situazione o solo perché te la vuoi cavare da sola!
È un colpo di fortuna che
hai avuto e non devi rinunciarci! A lei non è capitato
niente del genere quindi
almeno tu che puoi, accetta!”
“Pensi
che lei lo farebbe se fosse al
mio posto?!”
“Credo
di sì Victoria quindi devi
farlo anche tu!”
Max in bagno
si guardò allo specchio non riconoscendosi quasi
più. Aveva sempre desiderato
diventare una fotografa e adesso che lo era, niente sembrava andare per
il
verso giusto. Aveva perso sé stessa non riuscendo a
ritrovare più la voglia di
raggiungere il suo obbiettivo. Di mantenersi facendo quello che
più amava fare,
scattare foto. Si sentiva persa, demoralizzata e poco motivata a
continuare a
coltivare quel sogno che aveva bramato a lungo. Ciò che non
sapeva, è che come
era successo per Victoria, anche lei avrebbe avuto la sua occasione per
riscattarsi da una vita di impegno e sacrificio per far diventare il
suo sogno
una realtà. E tutto questo sarebbe successo grazie a una
sola persona.
Nel
frattempo Shonei non riuscendo a trovare Lauren da nessuna parte, la
chiamò al
telefono chiedendole di offrirle da bere come aveva promesso molto
tempo
addietro. Così dopo averla convinta si diedero appuntamento
per la serata in un
bar nella zona in cui viveva la ragazza. Quando Shonei raggiunse il
luogo dell’incontro,
la trovò seduta a un tavolo con aria afflitta e una birra
davanti. Andò a
sedersi davanti a lei guardandola si rese conto che aveva gli occhi un
po’
arrossati, segno che avesse pianto.
“Ne
è dovuto passare di tempo per
ricevere ciò che mi spetta di diritto eh?!” disse Shonei
per scherzare e alleggerire un po’ la
tensione.
“Si
hai ragione, scusami tanto! Ti
avevo promesso di offrirti da bere per quello che avevi fatto per me e
invece…”
“Ehi,
è tutto ok! Forse non si è notato
ma stavo solo scherzando! Tu non mi devi niente!”
“Già,
per come stanno andando le cose
adesso forse hai perfettamente ragione!”
“Non
dire così Lauren! Avete solo
discusso e questo succede in tutte le coppie! È una cosa del
tutto naturale! E
poi comunque non c’è nulla di irreparabile! Voi
due vi amate tanto e non c’è
niente che possa tenervi separate a lungo!”
“In
realtà c’è qualcosa che può
tenerci separate!”
disse Lauren lasciando spiazzata Shonei dalle sue parole. “Prendi qualcosa da bere, offro
io!”
“Certo!” disse Shonei
alzando una mano verso
un tizio che stava servendo a un tavolo. Quando il ragazzo
arrivò al loro
tavolo ordinarono due birre, una per Shonei e un’altra per
Lauren. Dopo un paio
di minuti arrivarono le loro birre e quando il ragazzo si
allontanò Shonei
cercò di capire il motivo per cui la ragazza avesse detto
quelle parole. “Come mai dici che
c’è qualcosa che può
tenervi separate?!”
Lauren non
rispose abbassando lo sguardo sulla sua birra.
“C’è
per caso… qualcun altro?!” chiese Shonei
cercando di essere
delicata ponendole la domanda.
Al che la
ragazza alzò la testa di scatto guardandola con sgomento. “No! Io non farei mai una cosa del
genere!”
“Ok,
tranquilla! Era solo per
chiedere! Queste cose possono succedere anche se non si vuole! Basta un
attimo
di smarrimento e...”
“Non
ho tradito Chloe!” disse la
ragazza con determinazione.
“Va
bene! Non volevo offenderti! E
poi un tradimento non ti dipingerebbe come un mostro! Ma ora dimmi cosa
c’è
sotto!”
Lauren si
passò una mano tra i capelli appoggiandosi allo schienale. “La sera dopo la cena al Desire ho
ricevuto una telefonata! Era Daisy,
la direttrice dell’ospedale dove lavoro!”
“Ok,
continua!”
“Mi ha
detto che presto partirà per
New York per partecipare ad alcuni convegni di cardiochirurgia che
è il suo
campo e quello di fisioterapia che il mio!”
“Quindi
riguarda il tuo lavoro!”
“Esattamente!
Questi convegni
dureranno per qualche giorno perché saranno suddivise in
varie sessioni!
Inoltre ci sarà un corso di aggiornamento per
fisioterapisti!”
“Aggiornamento?!”
“Si!
La mia professione prevede
sempre dei costanti aggiornamenti su tecniche, metodiche, disturbi e
tipologie
di cure! Io ho l’esigenza di aggiornare le mie competenze
teoriche e pratiche!
Devo farli per forza! Questi corsi prevedono dei costi spesso
abbastanza
elevati! In questo caso Daisy si offerta di accollarsi le
spese!”
“Questa
sì che è generosità! Cosa
vuole in cambio?! Che tu gliel’ha dia?!”
“Shon!”
“Ok
scusa!”
“Si
offre di pagarmi il corso perché
lavoro anche nel suo ospedale e inoltre è un’amica
di famiglia!”
“Ah
ecco, ora si spiega tutto!”
“In
passato ho partecipato ad altri
corsi, però online! C’è stato uno anche
qui a Portland! Quindi per me non è
stato un problema, perché non ho dovuto lasciare i miei
pazienti! I corsi di
aggiornamento rappresentano quasi un vero lavoro, parallelo a quello di
ogni
giorno! Ma questo corso è a New York il che mi mette in una
situazione scomoda!
Per risolvere il problema Daisy ha chiesto a un suo amico
fisioterapista di
occuparsi dei miei pazienti durante la mia assenza!”
“Beh,
ha pensato proprio a tutto a
quanto pare!”
“Si,
lo ha fatto e non è finita qua!
Daisy vorrebbe anche passare a trovare la mia famiglia a Sacramento! Di
certo
non mi posso rifiutare! Starò via da Portland per un bel
po’!”
“Ah,
di quanto tempo stiamo parlando
per l’esattezza?!”
“Non
lo so di preciso, ma sicuramente
un mese e anche qualcosa in più!”
“Chloe
di questo non ci ha detto
assolutamente nulla!”
Lauren non
rispose e Shonei capì cosa significasse quel silenzio.
“Oh
merda santa! Chloe non ne sa
nulla di questa faccenda vero?!”
“No,
non le ho detto nulla perché ci
stavo ancora riflettendo! Penso di rifiutare l’offerta di
Daisy così da non
dover partire! Dunque non è necessario che Chloe lo
sappia!”
“Era
questo che ti preoccupava in
questo periodo?!”
“Che
vuoi dire?!”
“Chloe
si è accorta subito che c’era
qualcosa che non andava! Ha iniziato a credere che tu ti fossi stancata
di lei!
E il litigio di stamane può soltanto aver peggiorato la
situazione!”
“Cosa?!
Io non mi sono affatto
stancata di lei! Anzi io non voglio partire proprio perché
non sopporto l’idea
di stare lontana da lei!”
“Ma
hai detto che ti serve il corso
di aggiornamento!”
“Ed
è così infatti, ma posso sempre
cercarne un altro! Magari uno online in modo da non dover sospendere il
mio
lavoro!”
“Lauren,
io penso di conoscere
abbastanza Chloe e ti dico che se scoprisse che stai rinunciando a
qualcosa di
così importante per te a causa sua, non lo
accetterà!”
“Non
ha importanza perché non
gliel’ho dirò!”
“Invece
devi farlo! Non le lascerai
credere che ti sei davvero stancata di lei?!”
“No!
Dirò che ho avuto dei problemi
sul lavoro in ospedale con un collega e stop! Le dirò che
ero nervosa per
questo motivo! E che non le ho detto nulla per non farla
preoccupare!”
“Lauren,
guarda io sono una maestra
nelle stronzate da raccontare! Se fossi al tuo posto farei esattamente
così! Ma
adesso si tratta di Chloe, della mia amica! Non posso permetterti di
fare una
cosa del genere!”
disse Shonei bevendo un sorso dalla sua birra.
“Non
mi dirai che hai intenzione di
raccontarle quello che ti ho detto?!”
“No,
perché sarai tu a farlo!”
“Mi
stai dando un ultimatum?!”
“Lauren,
il vostro rapporto è vero e
sincero! Non puoi iniziare a macchiarlo di bugie anche se lo fai a fin
di bene!
Lei deve sapere! E tu dovresti accettare
quell’offerta!”
“Ma io
non voglio che lei si senta
abbandonata ancora!”
“Non
la stai abbandonando! Si tratta
di un mese circa Lauren! Il tempo passerà in un
battibaleno!”
“No,
non è così! Il tempo passerà
lentamente e sarà come una tortura per me! Non voglio
lasciarla!”
“Lauren!”
“Dio
Shon, non credo di essermi mai
sentita così presa da qualcuno in questo modo!” disse la
ragazza appoggiando i
gomiti sul tavolo e portandosi le dita delle mani alle tempie
massaggiandosi. “Adesso mi sta
arrivando davvero il mal di
testa!”
Shonei
sorrise percependo i sentimenti di disperazione che la ragazza provava
in quel
momento. Le afferrò le mani stringendole tra le sue. “Andrà tutto bene Lauren ma
devi fare la cosa giusta! Lei vuole che tu
le dica tutto e se la ami per davvero devi metterla al corrente! Poi
potrai
anche decidere di non partire ma lei deve sapere! Ok?!”
La ragazza
annuì mentre il suo telefono cominciò a suonare e
Shonei le lasciò le mani.
Lauren rispose al telefono subito dopo aver lanciato
un’occhiata al display per
vedere chi fosse. “Ciao
Daisy!”
Shonei che
proprio in quel momento stava alzando la bottiglia per bere un altro
sorso di
birra, si bloccò sentendo il nome del suo interlocutore.
“Si,
hai ragione! Ci stavo pensando
infatti! Cosa?! Fra due giorni?! Va bene, lo farò! Ti faccio
sapere domani!
Ciao e grazie!”
disse la ragazza terminando la telefonata.
Shonei la
guardò con aria interrogativa. “E
allora?!
Cosa è successo?!”
“Mi ha
chiesto di decidermi in fretta
perché la partenza è tra due giorni!” disse la
ragazza demoralizzata.
“Cristo
Santo! Hai fatto passare
tutto questo tempo e adesso il giorno della partenza è quasi
arrivato! Vai da
Chloe ora!”
“Oggi
no Shon! Non ce la posso fare!
Sono un’idiota!”
disse la ragazza cominciando a piangere.
“Ehi,
non piangere! Si sistemerà
tutto, non preoccuparti!” disse la
ragazza appoggiandole una mano sulla spalla per consolarla. “Ti riaccompagno a casa!”
“No,
grazie Shonei ma sono venuta con
la mia auto!”
“Ok!”
La ragazza
lasciò dei soldi sul tavolo. “È
meglio
che vada! La mia testa sta per esplodere! Le parlerò domani!
Ti giuro che lo
farò Shonei!”
“Si,
lo so che lo farai!”
Si alzarono
entrambe e Shonei l’attirò in un abbraccio che
durò per qualche secondo. In
quell’arco di tempo il suo sguardo venne attirato dalla
presenza di qualcuno
seduto al bancone del bar.
Anche se non
riusciva a credere che quella persona fosse chi pensava, ogni fibra del
suo
corpo le diceva il contrario. Si staccò
dall’abbraccio di Lauren che le diede
un bacio sulla guancia. “Grazie di
tutto
Shon!”
“Di
nulla, fammi sapere domani ok?!”
“A
domani Shon!”
“Ciao
Lauren!”
La ragazza
uscì dal bar e Shonei si voltò di nuovo verso la
persona seduta su uno sgabello
al bancone. Si avvicinò lentamente dubbiosa e con le mani
che cominciavano a
sudarle dalla tensione. Mentre si avvicinava un tizio prese posto
accanto alla
ragazza seduta. Shonei si bloccò per un attimo non sapendo
cosa fare. Poi
leggendo i movimenti dei due si accorse che non erano fidanzati e anzi
la
ragazza sembrava infastidita. Così riprese ad avvicinarsi e
quando fu
abbastanza vicina riuscì ad ascoltare le battute finali
della loro
conversazione.
“Oh
avanti, non fare la difficile!
Voglio soltanto offrirti da bere e fare conoscenza!” disse
l’uomo sorridendo.
“Prima
cosa sto già bevendo! Seconda
cosa non meno importante non sono interessata a conoscerti e nemmeno
fare
conversazione! Quindi fa un piacere a entrambi e sparisci dalla mia
vista se
non vuoi avere problemi con il titolare del bar che guarda caso
è anche il mio
fidanzato!” disse
lei con nonchalance.
Shon
capì
dalle parole della ragazza che non si sbagliava affatto. Era proprio
chi
pensava che fosse. La riconobbe dalla sua voce e dal modo di fare che
l’aveva
sempre contraddistinta. Si fermò a pochi passi da loro per
assistere a tutta la
scena con un sorriso.
L’uomo
nel
frattempo guardava la ragazza non convinto delle sue parole. “Non ti credo! Sono solo balle quelle che
stai raccontando!”
A quel punto
la ragazza finse di mettersi a piangere portandosi le mani al volto
attirando
l’attenzione del barista e di alcuni clienti.
L’uomo spalancò la bocca sorpreso
dalla reazione della ragazza. “Ehi…
ma
che… cosa… perché piangi
adesso?!”
Qualcuno
iniziò a guardarlo in malo modo pensando che la causa di
quel pianto fosse da
attribuire a lui. Tutti li guardavano in attesa di capire se lui stesse
importunando la ragazza. L’uomo sentendosi tutti gli occhi
addosso cercò di
tranquillizzare la ragazza al suo fianco. “Ehi,
dai stai tranquilla! Non è successo nulla, adesso
io…”
Il pianto
forzato della ragazza diventò più intenso
attirando altri sguardi verso di
loro. A quel punto non potendone più, l’uomo si
alzò tempestivamente
andandosene via dal bar. Nel frattempo il barista dall’altra
parte del bancone
si avvicinò alla ragazza per assicurarsi che stesse bene.
“Signorina?!
Va tutto bene?! Posso
aiutar…” non
finì la
frase che la ragazza rimosse le mani dal viso completamente asciutto e
privo di
lacrime.
Con
un’espressione del tutto serena la ragazza rispose: “Sto benissimo, perché me lo
chiede?!”
Il barista
guardò la ragazza allontanandosi confuso mentre lei tornava
a bere il suo
drink. Dopo aver assistito a tutta la scena Shonei si
avvicinò del tutto
prendendo posto sullo sgabello dove prima c’era
l’uomo. Mentre la ragazza
guardava dal lato opposto da dove era lei, Shonei si schiarì
la voce.
La ragazza
credendo che si trattasse di nuovo del tizio di prima
sospirò voltandosi
lentamente. “Di nuovo?! Ma
perché non vai
a spararti una…” si bloccò
guardando accanto a lei un volto familiare
sorriderle. “Shonei?!” disse
la ragazza
sorpresa, quasi scioccata.
“In
carne ed ossa! Chi non muore si
rivede eh Ashley?!”
“Così
dicono!” disse Ashley
con sguardo malizioso
ricambiando il suo sorriso.
“Neppure
io sapevo di te Shonei!”
“Beh,
adesso lo sappiamo entrambe!”
“Bene,
quindi adesso che si fa?!”
“Ti
offro da bere?!”
“Sto
già bevendo!”
“E
allora potremmo fare
qualcos’altro! Proponi tu?!”
Ashley
cominciò a ridere. “I
tuoi metodi di approccio
non cambiano mai vedo!”
“Non
penserai che io ci stia provando
con te?!” disse
Shonei fingendosi offesa.
“Certo
che no!” rispose la
ragazza con sarcasmo.
“Mi
è dispiaciuto che due anni fa tu
te ne sia andata lasciandomi un semplice messaggio!” disse Shonei
nascondendo il
risentimento che provava.
“È
stata una cosa improvvisa! Però
qualcuno mi ha detto che anche tu sei mancata da Portland per due
anni!”
“Vedo
che sei ben informata su di me!”
“Non
fraintendermi l’ho saputo per
caso!”
“Tu
dove sei stata?!” chiese Shonei
curiosa.
“Oh,
un po’ ovunque, poi sono rimasta
in California!”
“E
come mai qui?! La California ti ha
stancata?!”
“Sai
bene che trovo la mia stabilità
rimanendo sempre in movimento!”
“Oh
certo, capisco di che movimento
parli!” disse Shonei
maliziosa facendo ridere la ragazza.
“Tu
invece?! Come mai te ne sei
andata?!”
“Sai
anche io ho trovato un po’ di
movimento altrove!” rispose
Shonei.
“Ah e
come si chiama questo movimento?!” chiese Ashley
ridendo.
“Maggie!”
“Oh,
ma certo! Maggie me la ricordo!
Quella dolce e splendida ragazza che avrebbe fatto i salti mortali per
te!
Quindi alla fine è riuscita a tenerti buona!”
“Ho
rotto con lei!”
“Mh,
c’era da aspettarselo! Adesso
cosa fai?!”
“Non
lo so, dipende da cosa vuoi fare
tu!” disse Shonei
guardandola dritta negli occhi.
“Mi
riferivo a cosa fai per vivere!” disse Ashley
scuotendo la testa.
A quel punto
Shonei si avvicinò a pochi centimetri di distanza dal suo
viso parlando a bassa
voce. “Lavoro per Steven come ai
vecchi
tempi!”
A quelle
parole Ashley che aveva preso un sorso del suo drink, iniziò
a tossire un po’.
“Ehi,
piano!” disse Shonei
ridacchiando dandole un
colpetto dietro la sua schiena scoperta a causa del vestito troppo
succinto. “Non credevo che ti
avrebbe scioccato così
tanto!”
“Beh,
se non ricordo male era
successo qualcosa che aveva messo in crisi il vostro
rapporto!”
“Si, infatti quando sono tornata a Portland
ha voluto vedermi! Forse con l’intento di ammazzarmi, ma alla
fine abbiamo
trovato un accordo! Devo saldare il debito lavorando per lui! Gli
lascio una
percentuale di ciò che guadagno!”
“Mi
prendi per il culo?!”
“No,
ma devo ammettere che è molto
allettante come idea!”
La ragazza
scosse la testa ridacchiando. “Ma
quanto
tempo ci vorrà per sdebitarti?!”
“Non
lo so ma a questo punto non ha
importanza, visto che l’alternativa era essere morta e
sepolta!”
“Mi
dispiace ma nello stesso tempo
sono felice di vederti viva e vegeta!” disse la
ragazza con sincerità.
“Anche
a me fa piacere rivederti
Ashley e mi farebbe ancora più piacere se che ce ne
andassimo di qua! Magari
potremmo andare da te!”
“Non
credo Shon!”
“Non
hai un posto dove stare?!”
“Certo
che ho un posto dove stare!”
“Quindi
ora ti sei stabilità qui!
Avremo modo di rivederci ancora!”
“Shon,
io vivo in un appartamento con
un amico!”
“Oh!
Un amico eh?! L’ennesimo pollo
che si è fatto rivoltare come un calzino?!”
“No,
non è un pollo!”
“Per
te lo sono tutti!”
La ragazza
non disse nulla finendo di bere il suo drink, mentre Shonei continuava
a
fissarla rimanendo vicinissima a lei. Era sempre stata attratta da
Ashley sin
dal primo momento in cui l’aveva vista. Tra loro
c’era stata una specie di
relazione a intermittenza senza nessun impegno serio. Entrambe vivevano
la loro
vita in modo sregolato e senza tante complicazioni. Nonostante la
sintonia,
avevano avuto anche loro degli alti e bassi, che spesso finiva per
allontanarle
per dei periodi di tempo indeterminato. Ma poi alla fine tornavano
sempre
insieme. I motivi dei loro litigi erano dovuti soprattutto a causa di
Shonei
che la voleva tutta per sé. Shonei non sembrava una persona
gelosa e non voleva
impegnarsi seriamente con qualcuno rinunciando alla sua
libertà. Ma se c’era
qualcuno che poteva farle cambiare idea, quella era proprio Ashley. La
ragazza
aveva un forte ascendente su di lei, anche a distanza di tempo.
Nonostante
Ashley quest’ultima se ne era andata lasciandole
semplicemente un messaggio di
saluti, sentiva di essere ancora fortemente attratta da lei. Per quella
ragazza
sarebbe stata anche capace di mollare la sua vita fin troppo libertina
e
sistemarsi per davvero. Fatto alquanto insolito per una come lei.
“Vieni
da me allora?!” propose Shonei
non arrendendosi.
“Non
posso Shon! E poi lo sai come
funziona tra noi!” disse
lei abbassando la voce in modo provocante. La ragazza era consapevole
di essere
il suo punto debole. Questo era il vantaggio che aveva sempre avuto su
di lei e
che le permetteva di ottenere tutto come e quando voleva.
“Ok,
come vuoi, però hai qualcosa da
farti perdonare!”
“Non
credo Shon!”
“Invece
sì!” disse lei
sussurrandole vicinissima
a un orecchio della ragazza.
Rimasero con
i loro volti pericolosamente vicini mentre si guardavano negli occhi.
Ashley si
morse il labbro inferiore e Shonei si spinse più vicina a
lei tentando di
baciarla. Riuscì appena a sfiorarle le labbra quando la
ragazza appoggiò un
dito sulle sue allontanandola leggermente. Si alzò
lentamente dallo sgabello
per andare via ma Shonei l’afferrò per un polso. “Aspetta! Che ne dici se domani ci
vediamo?! Magari andiamo al
Paradise, sono sicura che a Eddie farebbe piacere rivederti!”
“Si
certo, a Eddie piacerebbe!” disse la
ragazza sarcastica.
“Ti
prego!” disse Shonei
speranzosa.
La ragazza
le si avvicinò sussurrandole. “Ci
vediamo
lì domani in mattinata!”
“Ok!”
disse Shonei
soddisfatta.
Ashley le diede un bacio sulla guancia e si allontanò uscendo dal bar. Shonei si voltò verso il barista ormai su di giri. “Una birra!” disse ordinando di nuovo da bere.
Venerdì
7 luglio 2017
Il giorno
successivo Max trova l’occasione giusta per parlare con
Victoria, grazie
all’assenza di Kate che era uscita per andare a fare un
po’ di spesa a un
negozio poco distante. Victoria era appena uscita dalla sua stanza per
fare
colazione prima di andare via. Mentre mangiava una brioche versandosi
del caffè
nella tazza in cucina, Max le si avvicinò.
“Victoria,
hai un po’ di tempo prima
di uscire? Vorrei parlarti di una cosa”.
“Certo,
tanto devo ancora finire la
colazione”.
Si sedettero
entrambe al tavolo in cucina una dinanzi all’altra.
“Allora…”
“Dimmi” disse Victoria
dando un morso alla
brioche.
“Ieri
mattina quando io e Kate siamo
state dai ragazzi ho saputo una cosa un po’ strana di cui
vorrei parlarne con
te per capirci qualcosa”.
“Va
bene”.
“Ho
avuto una conversazione con Aaron
che mi ha detto che hai imposto dei limiti a Tim per non avvicinarsi
troppo a
Kate”.
Victoria
cambiò espressione mandando giù
l’ultimo boccone di brioche. “E
allora?!” chiese la ragazza passando
alla difensiva.
“È
vero questo?!”
“Si,
ho detto esplicitamente a Tim di
non farsi venire strane idee con Kate! Per la precisione
gliel’ho detto quando
è venuto a Seattle! Era abbastanza evidente che volesse
provarci con lei!”
Max la
guardò perplessa. “Non
capisco, per quale
motivo Timothy che tra l’altro è tuo cugino, non
dovrebbe iniziare una storia
con Kate che è tua amica?!”
“Oh
avanti Max! Kate è mia amica e
non voglio che abbia dei problemi e nemmeno io voglio averne!”
“Continuo
a non capire! Da quando la
vita sentimentale degli altri ti creerebbe problemi?!”
“Kate
è una ragazza religiosa e
sappiamo bene come la pensano quelle come lei! Il sesso fuori dal
matrimonio è
peccato e quelle stronzate lì! Timothy invece è
un ragazzo a cui piace
divertirsi! Sarebbe come unire il diavolo e l’acqua
santa!”
“Si,
capisco il tuo punto di vista ma
sono due persone adulte e possono prendere le loro decisioni da sole!
Kate sarà
anche religiosa ma non stupida!”
“Max,
lei non ha esperienze di questo
genere ed è anche per questo che può cadere
facilmente vittima di tranelli come
è già successo in passato!”
“Tipo
come con Nathan?!”
“Non
c'è bisogno di tornare a
parlarne Max!”
“Stai
paragonando Tim a Nathan?!”
“No,
non li sto paragonando! Però lo
conosco bene mio cugino! È uno a cui piace divertirsi e non
credo che sia il
tipo da pensare al matrimonio o cose del genere! Quindi se vuole
soltanto
divertirsi è bene che si trovi qualcun'altra,
perché Kate non è quel tipo di
ragazza!”
“Quindi
stai proteggendo lei?!”
“Si
Max e sto proteggendo Tim dal
fare cazzate e me dalle conseguenze di quello che potrebbe succedere!
Non
voglio che abbiano una relazione perché sono sicura che
avranno dei problemi!
Sono due persone estremante diverse, nelle idee e nei modi di vivere!
Sono
praticamente l’opposto e non hanno nulla in comune! Non sono
destinati a durare
e non voglio complicazioni! So come vanno queste cose e lo dovresti
sapere bene
anche tu! I loro problemi si ripercuoteranno inevitabilmente su di noi
e sul
rapporto che abbiamo con i ragazzi! Uno dei quali vorrei ricordarti che
è mio
cugino!”
“Lo
dovrei sapere bene perché?! Ti
riferisci alla mia storia con Lucas?!”
“Esattamente
Max! Quando ci sono
stati complicazioni tra di voi ci sono stati problemi con tutto il
gruppo!
Vorrei evitare di ripetere quell’esperienza!”
“Oh
capisco! Scusami tanto sei miei
problemi con Lucas ti sono pesati così tanto!
Però poi alla fine si è risolto
tutto vero?! Il tuo desiderio si è avverato!”
“Di
che desiderio stai parlando?!”
“Della
mia rottura con Lucas! Nel
momento in cui hai deciso che te ne saresti andata da Seattle, sono
sicura che
hai sperato tanto che la nostra finisse, così che noi
saremmo venute con te!”
“Spero
tanto che tu non mi ritenga
responsabile della fine della tua storia Max! Perché non ero
certamente io il
problema tra di voi!”
“Però
se io avessi deciso di rimanere
con lui a Seattle molto probabilmente non mi rivolgeresti nemmeno la
parola!”
“Non
avrei mai fatto una cosa del genere!”
“Però
ti avrebbe dato fastidio!”
“Si,
mi avrebbe dato molto fastidio!”
disse alzandosi
di
scatto dalla sedia.
“Perché
avevi bisogno di qualcuno con
cui condividere le spese dell’appartamento. Inoltre non
partendo da sola i tuoi
hanno trovato più semplice accettare la tua
decisione!”
“Aspetta
un attimo! Mi stia dicendo
che secondo te era solo un piano da me architettato per poter lasciare
Seattle?! È davvero questo che pensi di me Max?!” disse la ragazza
scioccata
incrociando le braccia al petto.
“Non
vorrei pensarlo ma ogni tanto il
tuo egoismo salta fuori! Non puoi permetterti di condizionare la vita
delle
persone a tuo piacimento, per poter vivere la tua vita serenamente!
Kate e
Timothy hanno il sacrosanto diritto di decidere della loro vita
sentimentale!
Lei non ha avuto esperienze certo, ma ci siamo noi due che siamo le sue
amiche!
E invece di ostacolare qualcosa che magari lei ancora non sa nemmeno di
volere,
dovremmo sostenerla! Kate non è una ragazzina e penso che
sia abbastanza matura
da valutare bene le situazioni! Quindi ti chiedo di rimanere fuori da
questa
situazione!”
“Sai
che ti dico Max, seguirò il tuo
consiglio! Mi farò gli affari miei ma ricordati di una cosa!
Il giorno in cui
succederanno casini, io non mi intrometterò esattamente come
mi hai chiesto di
fare! Il mio intento è quello di prevenire invece di curare!
Mi chiamo fuori da
questa storia! E ora se non ti dispiace devo uscire, per pensare a cose
più
importanti delle infatuazioni assurde di chi non è in grado
di capire l’errore
che sta commettendo!”
Victoria
uscì di casa furibonda visto che aveva deciso di accettare
l’aiuto di Ellis.
Max anche lei arrabbiata e delusa perché non voleva di certo
che finissero per
litigare, si preparò per uscire. Voleva scattare delle foto
non destinate
all’agenzia ma solo per poter scaricare la tensione.
Steph stava
preparando la colazione quando Chloe uscì dalla sua stanza
da letto e aveva una
cera che non lasciava presagire nulla di buono.
“Buongiorno!” disse Steph
chiedendosi se fosse il
caso di parlare con lei di quello che era successo con Lauren.
“Mh!” rispose Chloe
sedendosi al tavolo
della cucina leggendo l’ennesimo messaggio di Lauren che le
chiedeva di
incontrarsi per parlare. La ragazza visualizzava i messaggi senza
risponderle. “C’è
del caffè anche per me?!”
“Si
certo!” disse Steph
riempendole una tazza di
caffè appoggiandola davanti alla faccia ancora assonnata di
Chloe.
“Sembra
che tu non abbia riposato
abbastanza stanotte!”
valutò Steph appoggiandosi al bancone della cucina
guardandola.
“Mh!”
rispose ancora
una volta Chloe mentre
il gatto le si strusciava alle gambe. “Tu
levati dal cazzo!” disse respingendolo con un piede.
“Ieri
sera gli ho dato da mangiare!”
“Cosa
hai fatto?!”
“Continuava
a miagolare tutto il
tempo e io volevo dormire al contrario di te!”
Chloe scosse
la testa cominciando a bere il caffè. Steph prese la sua
tazza di caffè
sedendosi al tavolo con lei. “Senti
Chloe, so che magari non ne vuoi parlare ma forse…”
“Infatti
non voglio parlarne!
Lasciami in pace per favore! Non sono dell’umore!”
Il telefono
emise un altro suono. Un altro messaggio di Lauren che Chloe lesse per
poi
mettere di nuovo il telefono giù ignorandolo. “Vaffanculo!”
“È
lei che ti manda messaggi?!”
“Si!”
“Non
credi che forse sarebbe il caso
di parlarle e risolvere la cosa da persone mature?! Non potete mandare
all’aria
mesi di relazione per un semplice litigio!”
“Non
ho chiesto la tua opinione Steph
e non mi interessa un cazzo! Se ci tieni così tanto vai tu a
parlarci con lei!
Chissà, così magari la smette di mandarmi questi
stramaledetti messaggi del
cazzo che non servono ad altro, se non farmi incazzare di
più!”
“Ehi,
datti una calmata!”
“Io
sono calmissima se nessuno mi
rompe i coglioni dicendomi cosa è giusto fare! Questi sono
affari miei e
intendo risolvere la faccenda a modo mio e con i miei tempi!”
“Sono
più che sicura che il tuo modo
di risolvere la situazione con lei sarebbe quella di
ignorarla!”
“Infatti
è quello che farò al momento!
Le cose cambieranno quando e come voglio io!”
“Non
è giusto Chloe! Stai esagerando
adesso! So bene quanto tieni a lei quindi cerca di mantenere la calma e
risolvi
la faccenda se non vuoi perderla!”
“No
Steph, è lei che mi perderà!
C’eri anche tu quando mi si è rivoltata contro?!
Sono io la parte lesa qui!”
“Lo so
questo ma sei stata tu stessa
a dire che in questo periodo si comportava in modo strano! Forse ha
qualche
preoccupazione! Dovresti saperne di più prima di mettere
fine alla vostra
storia!”
“Te lo
dico io come stanno le cose,
molto probabilmente si è stufata di me! Non sa come mollarmi
perché non ha le
palle per farlo! Ha deciso di mandarmi in bestia così
sarò io a mollarla! Lei
ritornerà finalmente libera e con la coscienza pulita!
Così potrà dire che sono
stata io a voler mettere fine alla nostra storia!”
“Ma
non dire stronzate Chloe!”
“Ora
ci sono! Magari ha un’altra o un
altro, chi lo sa!”
“Lei
non mi sembra il tipo!”
“Non
mi sorprenderebbe, tanto io sono
sempre stata la seconda scelta!” continuò
Chloe alzandosi dalla sedia e camminando avanti e
indietro. “Una ruota di
scorta!”
“Chloe,
stai dicendo una marea di
stronzate come al solito!”
“Sono
utile per scopare nei momenti di
solitudine! Fa bene Shonei a non relazionarsi con nessuno!”
“Chloe
smettila!”
“Sono
stata così stupida a illudermi
che potesse funzionare! Ma dove diavolo avevo la testa!” disse Chloe
dando un colpo con la
mano alla tazza sul tavolo, facendola andare a terra frantumandola in
mille
pezzi e sporcando il pavimento di caffè.
Steph
sgranò
gli occhi dinanzi al gesto di rabbia dell’amica. Invece di
dire qualcosa che
l’avrebbe fatta arrabbiare ulteriormente, si alzò
in silenzio per pulire il
pavimento e raccogliere i cocci della tazza. Chloe nel frattempo
tornò a
sedersi appoggiando i gomiti sul tavolo e portandosi le mani tra i
capelli.
Dopo aver ripulito tutto qualcuno bussò alla porta. Steph
andò ad aprire. “Lauren!”
“Lei
è qui?!”
“Si”
rispose Steph
scostandosi di lato per
farla entrare.
Chloe rimase
ferma dove era, voltandosi a guardare dal lato opposto con il mento
appoggiato
su una mano.
Steph prese
le chiavi della sua auto e decise di fare colazione al Paradise.
“Bene, io credo che
uscirò a fare un giro!”
“Ok!
Ciao Steph!” disse Lauren.
“Ciao
Lauren!” rispose la
ragazza uscendo
dall’appartamento.
Così
rimasero solo loro due con Flerk che le osservava da lontano.
“Chloe!” disse Lauren
avvicinandosi a lei da
dietro, avvolgendole un braccio attorno alla vita, mentre con
l’altra mano le
spostava i capelli dalla fronte lasciandole un bacio. “Perdonami
per ieri, ti giuro che non volevo dire quelle cose! Non
volevo rivangare cose del tuo passato!”
“Hai
messo in mezzo Rachel in una
faccenda che riguardava soltanto noi due! Hai fatto riferimento a una
parte del
mio passato che ancora oggi mi fa male pensarci! Tu che dici tanto di
amarmi
come hai potuto farlo?!” disse Chloe
divincolandosi da lei alzandosi di colpo facendola
indietreggiare.
“Hai
ragione Chloe, sono stata crudele
e ingiusta nei tuoi confronti ma lascia che ti
spieghi…” disse la
ragazza mentre una lacrima
le scendeva sul viso.
“Cosa
c’è da spiegare?! Non c'è
nessuna giustificazione per quello che hai detto! E per cosa poi?!
Perché mi
preoccupavo per te?!”
“C’è
una ragione se in questo periodo
ero diversa Chloe! Avrei dovuto dirtelo subito ma non ce la
facevo!”
Chloe
sentendo quelle parole iniziò a credere davvero che ci fosse
qualcun altro. “Cazzo! Hai qualcun
altro?!”
“Chloe
no, lascia che ti spieghi!” disse Lauren
afferrandole una mano
che la ragazza scansò con un gesto.
“È
così vero?! Mi hai tradita?!”
“No,
non ti ho tradita! Non sarei mai
capace di farti una cosa del genere! Io ti amo Chloe!”
“E
allora cosa cazzo sta succedendo?!”
gridò Chloe.
“Dovrei
lasciare Portland per un po’
di tempo!”
Chloe parve
confusa. “Che cosa… che
cazzo significa?!”
“Lascia
che ti spieghi tutto
dall’inizio! Ti prego!”
Così
le due ragazze
presero posto sul divano una accanto all’altra mentre Lauren
esponeva le sue
ragioni.
Shonei
ansiosa di vedere Ashley andò al Paradise e si sedette al
tavolo dove c’era
Steph che stava facendo colazione. La ragazza non si accorse della sua
presenza
finché non si sedette davanti a lei, troppo presa a pensare
a Jessie.
“Giorno
Steph!”
“Santo
cielo Shon! Ci sarà mai una
mattina in cui io non sia costretta a guardare la tua faccia?!
È come se tu già
sapessi in anticipo dove mi trovo! Se adesso fossi stata a casa ti
saresti
presentata lì, ma visto che sono qui sei qui! Mi segui per
caso?! Mi hai messo
una cimice addosso?!”
“Non
ti sto seguendo e non hai niente
addosso ma per esserne davvero sicure, sarebbe il caso di
controllare!” disse Shonei
ammiccando verso di
lei.
Steph fece
una smorfia di disgusto tornando alla sua colazione.
“Allora,
hai parlato con Chloe ieri?”
Steph la
guardò non sapendo cosa rispondere. “Ehm…
sì certo… l’ho
fatto…”
“Steph,
non ci hai parlato vero?!” chiese la
ragazza avendo capito che
non lo aveva fatto.
“Diciamo
che sono stata un po’
distratta ieri! Flerk è scappato fuori quando hai aperto la
porta per andare da
Lauren!”
“E
quanto tempo ci hai messo a
prendere un gatto?!”
“Quando
sono tornata all’appartamento
mi è passato di mente! Ho parlato con lei stamattina o
meglio, ci ho provato!
Sai bene come è fatta! È arrabbiata da morire!
Crede che Lauren si veda con
qualcun altro e che voglia mollarla!”
“Avevo
pensato anche io a questa
cosa! Ne ho parlato ieri sera con Lauren!”
“Ah,
quindi non sono l’unica ad
averci messo troppo tempo per parlarle!” disse Steph
soddisfatta.
“Ascolta,
adesso so perché Lauren si
comportava in modo strano con Chloe in questo periodo!”
Steph si
fece attenta. “Di cosa si tratta?!
È
preoccupante?! Non l’ha tradita vero?!”
“No,
non l’ha tradita! Ehi Eddie,
portami un caffè e ti prometto che tra un po’
avrai una sorpresa!” disse Shonei
vedendo il ragazzo
passare accanto a loro.
“Una
sorpresa per me?! Corro!” disse Eddie
correndo a preparargli
il caffè mentre Shonei esponeva i fatti a Steph.
Quando il
ragazzo tornò al loro tavolo servendole il caffè
rimase fermo ad aspettare.
“Grazie
Eddie!” disse Shonei
riportando la sua
attenzione a Steph. Poi si accorse che il ragazzo era rimasto in attesa
a
guardarla. “Sei ancora
qui?!”
“E la
mia sorpresa?!”
“Ah…”
disse Shonei
voltandosi alle sue
spalle per dare un’occhiata all’entrata del locale.
Steph ed Eddie guardarono
nella sua stessa direzione confusi. Shonei si voltò di nuovo
verso di loro. “Non ancora Eddie,
torna più tardi!”
Il ragazzo
si allontanò perplesso pensando di essere stato preso in
giro.
“Quindi
il problema di Lauren è che
non vuole stare lontana da Chloe!” disse Steph.
“Esattamente!
Cazzo, quella ragazza
si è fottuta proprio il cervello per Chloe! Però
credo che oggi le parlerà così
le cose si sistemeranno! Almeno questo è quello che
spero!”
“In
questo momento sono insieme a
casa e ne stanno già parlando!”
“Davvero?!”
“Si,
secondo te perché sto facendo
colazione qui?!”
“Ah,
allora speriamo bene!”
Durante la
loro chiacchierata Shonei aveva ricevuto dei messaggi sul telefono da
parte di
Matthew, ma non si era accorta di nulla.
Lauren aveva
raccontato tutto alla sua ragazza che era rimasta in silenzio ad
ascoltare
senza interromperla.
“Ora
sai perché ero così strana e
nervosa! Tu non c’entri nulla! Sono io che ho sbagliato, tu
non hai colpe! Non
c’è nessun altro nella mia vita a parte
te!”
Lauren
rimase in attesa che Chloe dicesse qualcosa in proposito mentre
l’altra assimilava
tutte le informazioni. Poi si alzò dal divano per prendere
una birra in frigo. “Ne vuoi
una?!”
“Grazie
Chloe, ma no! E non dovresti
bere neanche tu a quest’ora del…” disse Lauren
interrompendosi quando lei la guardò con
un’espressione un po’ dura.
“Ho
bisogno di bere adesso! Devo
cercare di scaricare un po’ di tensione!”
“Ok…
scusa!” rispose Lauren.
Chloe si
sedette sul tavolo con gambe penzolanti mentre beveva la sua birra. “Dunque non avevi nessuna intenzione di
mettermi al corrente dei fatti!”
“Si e
mi dispiace! Temevo che la mia
scelta di rifiutare la proposta di Daisy ti avrebbe fatta sentire in
colpa!
Come se fossi tu la responsabile del mio rifiuto ma non è
così! Il problema è
mio e la scelta tocca a me!”
“Quindi
io non ho voce in capitolo!”
“Lo so
cosa può sembrare ma credimi
Chloe, non è come pensi! Io prendo molto in considerazione
le tue opinioni…”
“Quindi
accetterai!”
“Cosa?!”
“Accetterai
l’offerta di Daisy!”
“Chloe…
io non voglio andarci! Posso
seguire altri aggiornamenti senza dover per forza…”
“Se
è vero che tieni in
considerazione le mie opinioni, lo farai! Si tratta solo di un
mese…”
“Forse
anche di più…”
“Non
fa alcuna differenza Lauren! Non
resterai via per sempre! Dannazione si tratta del tuo lavoro! Non
voglio che un
giorno tu mi rinfacci una cosa del genere, magari dicendo che lo hai
fatto per
me!”
“Non
ti rinfaccerò mai una mia
scelta!”
“Adesso
dici così, ma non puoi sapere
cosa potresti fare un giorno! Quando è la
partenza?!”
Lauren non
rispose abbassando lo sguardo.
“Lauren?!”
“Dopo
domani!”
“Così
presto?! Ah certo, hai fatto
passare due settimane senza dirmi nulla!” disse con
sarcasmo.
“Non
partirò!”
“Invece
lo farai!”
“Non
puoi impormi il tuo volere
Chloe!” disse Lauren
determinata.
Allora Chloe
cambiò atteggiamento addolcendosi un po’, visto
che non riusciva a ottenere
nessun risultato in quel modo. Non che volesse liberarsi della sua
ragazza. Al
contrario, non le piaceva affatto l’idea che sarebbe stata
via così tanto
tempo. Entrambe erano troppo abituate a passare molto tempo insieme e
un mese
non sarebbe passato così velocemente. Chloe
lasciò la bottiglia di birra sul
tavolo e raggiunse Lauren sul divano. Prese una mano della ragazza tra
le sue.
“Ascolta
Lauren, so bene come ti
senti all’idea di stare via per un po’ ma credo che
dovresti partire! Se si
trattasse di un viaggio di piacere sarei d’accordo con te, ma
si tratta di
lavoro! È una cosa importante per te e io non mi perdonerei
mai se non cercassi
di convincerti ad accettare l’offerta di Daisy!”
“Ma
Chloe…”
“E poi
si tratta anche della tua
famiglia! È da tantissimo tempo che non li vedi e sono
sicura che li renderesti
molto felici! Un mese passa in fretta quando hai tanti impegni! Non te
ne
accorgerai nemmeno!”
“Forse
tu non sentiresti la mia
mancanza ma io…”
“Preferisco
sentire la tua mancanza
per un po’ di tempo invece di vederti rinunciare a qualcosa
di importante! E
non voglio che tu stia in pensiero per me perché io
starò bene! Non sarò sola!
Se parti io non mi sentirò abbandonata, perché
è solo per un breve periodo di
tempo!”
“E se
questo cambiasse le cose tra di
noi?!”
“Non
cambierà nulla Lauren perché io
ti amo! Sarò qui quando tornerai!”
“Io
non riesco a togliermi di dosso
questa strana sensazione che qualcosa andrà storto se parto!
Ho paura ma non so
di cosa!”
“Non
devi aver paura perché non
succederà nulla! E poi ci sentiremo per telefono tutti i
giorni! Magari faremo
delle video chiamate! Così che la nostra distanza ci pesi di
meno!”
Si strinsero
in un abbraccio per qualche secondo. Quando si separarono Chloe si
assicurò che
Lauren facesse la cosa giusta. “Daisy
aspetta ancora una risposta da te?!”
Lauren
annuì.
“Chiamala
e dille che partirai con
lei!”
Lauren prese
il telefono dalla sua borsa e prima di chiamare guardò
Chloe. “E se venissi anche tu con
me?!”
Chloe
sgranò
gli occhi. “Cosa?!”
“Potresti
prenderti delle ferie
anticipate e partire con me! Così non dovremmo stare
lontane!”
“Lauren,
io ho un lavoro qui! Ho
delle responsabilità a cui non posso sottrarmi soprattutto
in questo periodo! Non
posso prendermi delle ferie anticipate! E poi sarai così
impegnata che non
avrai tempo per me!”
“Beh,
potremmo stare insieme la sera!
La mattina te ne vai in giro a visitare New York…”
“Lauren!”
“Mi
farebbe piacere se la mia famiglia
ti conoscesse!”
“Lauren…
non posso!”
Lauren
abbassò lo sguardo sospirando.
“Fai
quella chiamata adesso!” disse Chloe
appoggiandole una mano
sul viso per farle alzare la testa.
La ragazza
annuì facendo partire la chiamata. La donna
dall’altro lato del telefono ci
mise un po’ a rispondere. Quando finalmente rispose, Lauren
confermò di volere
partire con lei. La donna era entusiasta della sua scelta ma Lauren no.
Quando
terminò la chiamata guardò Chloe. “Ecco
fatto!”
“Ora
dovresti iniziare a preparare i
bagagli! Domani mi prendo la serata libera così potremo
passarla insieme prima
che tu parta! Resterò a dormire da te se vuoi, tanto Steph
capirà!”
“Va
bene!”
“Vieni
qui!” disse Chloe
stringendo Lauren tra le
sue braccia riflettendo sulla situazione, ma soprattutto su come si
sentisse.
È
soltanto per un breve periodo certo, ma allora perché mi
sento
così? Perché sento come se qualcuno mi stesse
strappando via qualcosa di vitale
importanza per me? Spero che questo mese passi in fretta.
E con questi
pensieri nella testa, Chloe cercò di trovare conforto
nell’abbraccio della
ragazza. La persona che era riuscita a portare un po’ di luce
e speranza nella
sua vita piena di oscurità. Non poteva immaginare come quel
viaggio, avrebbe
agevolato situazioni che si erano già messe in moto a sua
insaputa e che
l’avrebbero portata irrimediabilmente a rimettere in
discussione tutto quanto
ancora una volta.
Michael
attendeva ancora una risposta da parte di Shonei che non accennava ad
arrivare.
Iniziò a perdere la pazienza dell’indifferenza
della ragazza. Visto che era a
conoscenza della sua posizione avendola seguita a distanza di
sicurezza, decise
di presentarsi di persona al Paradise. Questa volta avrebbe evitato di
pagare
ragazzi problematici con famiglie disagiate alle spalle. Ragazzi che
avrebbero
fatto di tutto pur di poter guadagnare qualche dollaro e magari
acquistare un
po’ d’erba. Un paio di settimane prima era stato un
po’ sprovveduto in uno dei
suoi inseguimenti e aveva rischiato di farsi scoprire dalla ragazza. Ma
a lui
non importava, anzi non gli dispiaceva affatto esporsi
perché in questo modo
sarebbe riuscito a farle commettere qualche passo falso. Una persona
è più
propensa a commettere errori se messa sotto pressione. Però
Steven era stato
chiaro in proposito, voleva assolutamente che il tutto fosse eseguito
con
discrezione. Aveva già messo al corrente il suo capo di come
Shonei iniziasse
ad avere sospetti che qualcuno la seguisse, nella speranza che
l’uomo gli
concedesse un po’ più di campo libero, ma Steven
sembrava essere irremovibile
su questo punto. Adesso però si era stufato e voleva fare a
modo suo.
Shonei era
ancora in compagnia di Steph e ogni tanto si voltava alle sue spalle
per
guardare l’entrata del Paradise. Alla fine la
curiosità vinse sull’indifferenza
di Steph e quindi le chiese spiegazioni.
“Shon!”
“Si?!”
“Si
può sapere perché continui a
voltarti?!”
“Io?!”
“No,
la signora che vive di fianco al
tuo appartamento! Certo che mi riferisco a te, vedi qualcun
altro?!”
“Ok,
calmati!”
“Allora?!”
“Ehm…
diciamo che sto aspettando una
persona!”
“Hai
un appuntamento?!”
“No…
non lo definirei proprio un
appuntamento… diciamo che sarebbe più
un… ehm…”
“È
una tua cliente?!”
“No!”
“E
allora cosa?! Anzi no, non mi
interessa saperlo!”
disse Steph cambiando idea mettendo a tacere la sua
curiosità.
Michael scese
dall’auto dopo aver parcheggiato ed entrò nel
locale. Si girò intorno per
vedere dove fosse la ragazza e appena individuata si
avvicinò lentamente al suo
tavolo. La prima a vederlo fu Steph che alzò il suo sguardo
fissandolo con
curiosità. Ormai conosceva a prima vista i clienti che
frequentavano
abitualmente il locale e lui non era tra questi. Shonei vide
l'espressione
interrogativa sul volto di Steph e si voltò per capire cosa
stesse guardando.
Appena si girò, sgranò gli occhi riconoscendo
Michael che si stava dirigendo
verso di loro con un sorriso tutt'altro che rassicurante.
“Ciao
Shon! Vedo che te la stai
prendendo comoda!”
disse il ragazzo fermandosi al loro tavolo.
Steph
guardò
entrambi confusa chiedendosi chi diavolo fosse quel tizio. Shonei
invece era
rimasta quasi paralizzata dalla sorpresa, non sapendo cosa dire.
“Cosa
c'è Shon, il gatto ti ha
mangiato la lingua?!”
continuò Michael non staccando gli occhi da lei.
“Oh...
c-ciao... Michael!”
“Ah,
allora riesci a parlare!” disse lui
sedendosi accanto a lei
facendola spostare sul divanetto, ritrovandosi proprio davanti a Steph.
“Buongiorno, tu devi essere un'amica
di
Shon! Io sono Michael!”
Il ragazzo
le sorrise porgendole la mano.
“Io
sono Steph!” rispose lei
ricambiando la stretta
di mano titubante, mentre Shonei iniziava a sudare dalla tensione.
“Che
ci fai qui?!” chiese Shonei
temendo cosa potesse
rispondere, soprattutto dinanzi a Steph.
“Beh,
dovresti saperlo no?!”
“Non
credo di capire!”
“Ti ho
inviato dei messaggi! Lo sai
che il lavoro è lavoro!” disse il
ragazzo serio.
Shonei
tirò
subito fuori dalla tasca il telefono e vide che c'erano davvero dei
messaggi,
tutti appartenenti al ragazzo. Si voltò a guardarlo mentre
lui si sforzava di
sorridere. “Visto?!”
“S-si...
cazzo io... io non ho
sentito l'arrivo dei messaggi! Mi dispiace!”
“Lo so
che ti dispiace Shon! Dispiace
tanto anche a me!”
Steph
passava il suo sguardo dall'uno all'altra notando il nervosismo della
ragazza.
Sembrava quasi come se lo temesse un po'. Lui invece sembrava
decisamente
troppo sicuro di sé. “Voi
due come vi
conoscete?!”
I due si
girarono verso di lei che attendeva una risposta.
“Hai
sentito Shon?! Ci conosciamo?!” disse lui senza
staccare gli occhi
da Steph.
Shonei non
rispose nulla allora intervenne lui. “Noi
ci siamo conosciuti a lavoro! Non è vero Esse
Esse?!” disse il ragazzo
riportando l'attenzione sulla ragazza accanto a lei.
Steph rimase
a riflettere e poi stava per dire qualcosa ma venne interrotta da
Shonei. “Quindi anche tu sei un
accom...”
“Lui
è il mio agente!” disse Shonei
tutto a un fiato.
Michael si
girò di scatto verso di lei con un'espressione sorpresa. “Agente...”
“Vedi
Steph, chi fa il mio lavoro ha
bisogno di appoggiarsi a un'agenzia! La quale viene contattata dai
clienti che
sono in cerca di un'accompagnatrice per cene di lavoro o altro! Chi
lavora in
agenzia ha il compito di informarci e assegnarci ai clienti in base
alle loro
richieste e...” disse
interrompendosi un momento guardando il ragazzo infastidito di essere
usato per
coprire la verità su ciò che faceva realmente. “...anche in base ai servizi che noi
accompagnatrici offriamo!” concluse
la ragazza deglutendo guardando Steph.
Steph la
guardava
dubbiosa.
“Infatti
i messaggi che mi ha inviato
riguardano proprio questo! Vero Michael?!” chiese la
ragazza voltandosi verso di lui guardandolo
speranzosa che potesse reggerle il gioco.
“Ma
certo!” disse lui
dandole una pacca sulla
spalla mentre sorrideva a Steph. “È
molto
richiesta la tua amica qui, ma l'ultima volta ha fatto cilecca e quindi
deve
rimediare se vuole tenersi il lavoro!”
“In
che senso?!” chiese Shonei
confusa.
“Oooh,
te lo spiego subito Shon! Vedi
l'ultima cliente non è stata molto contenta del tuo servizio
e quindi si è
lamentata con me! E ti è andata bene perché se si
fosse rivolta al direttore,
tu adesso non avresti più il tuo lavoro! Ora dovrai cercare
di rimediare
altrimenti chissà come potrebbe andare a finire!” rispose il
ragazzo.
Shonei
comprese quello che stava dicendo il ragazzo. Michael parlava per
metafore
adattandosi alla messa in scena creata da lei sul momento, ma il senso
era
chiarissimo.
“Dovresti
ringraziarmi Shon!”
continuò il ragazzo.
“Si
certo... grazie... Michael!”
“Bene,
adesso che ho fatto il mio
dovere posso tornare all'agenzia! Mi occuperò io della
cliente per evitare che
tu perda il lavoro Shon! Ma non potrò pararti il culo
sempre!” disse alzandosi.
Poi si voltò verso
Steph riporgendole la mano. “Mi ha
fatto
piacere conoscerti Steph, sono sicuro che ci rivedremo
ancora!”
Detto questo
il ragazzo si allontanò lanciando un'occhiata eloquente a
Shonei. Era chiaro
che non avrebbe accettato un'altra sua disattenzione, che per lui
equivaleva a
un vero e proprio affronto. Steph guardò Shonei incrociando
le braccia al petto
mentre l’altra guardava altrove per evitare il suo sguardo
battendo
distrattamente le dita sul tavolo. “Shon!”
“Si?!”
“Lui
sarebbe il tuo agente?!”
“Ehm…
non è mio! Cioè è uno dei tanti
agenti che lavora all’agenzia!”
“E io
dovrei credere che quel tizio
losco sia un agente?! Considerando il lavoro che fai potrei definirlo
più un
pappone!”
Shonei che
fino a quel momento evitava di incrociare il suo sguardo con quello
della
ragazza, la fissò dritta negli occhi risentendosi delle sue
parole. “Io non mi prostituisco
Steph e bene che tu
lo tenga a mente questo! Le accompagnatrici non sono donne di strada!
Non tutte
finiscono per andare a letto con i loro clienti!”
“Ma
trattandosi di te…”
“Ci
vado solo se sono io a deciderlo!”
Continuarono
a fissarsi fino a quanto Steph fu distratta dall’ennesimo
arrivo di una persona
alle spalle di Shonei. E se prima con il ragazzo non aveva la
benché minima
idea di chi fosse, di quest’altra persona invece sapeva fin
troppo! “Oh porca
puttana!”
“Che
c’è?!” chiese Shonei
voltandosi per vedere
chi diavolo fosse ancora.
“Ciao
Shon!” disse Ashley
per poi rivolgersi a
Steph. “Oh Steph, ma quanto tempo
è
passato!”
“Si,
decisamente troppo poco!”
Ashley
sorrise divertita dalle sue parole. “Vedo
che non sei cambiata affatto nei tuoi modi di fare!”
“E
perché mai dovrei farlo visti i
soggetti che ho di fronte!”
Tra le due
non era mai corso buon sangue visto che la ragazza era spesso presente
ai
festini organizzati da Shonei e Chloe nel suo appartamento. Mentre le
due si
punzecchiavano tra loro Shonei chiamò Eddie, che accortosi
della presenza della
ragazza si precipitò da loro.
“Cazzo
Ashley, sei proprio tu?!” disse il ragazzo
felicemente
sorpreso.
“Ebbene
sì, sono proprio io! A meno
che tu non stia ancora dormendo e io sono semplicemente un
sogno!” rispose la
ragazza.
“Oh
beh, un bellissimo sogno direi!” disse il
ragazzo abbracciandola.
Tra i due
c’era sempre stata una grande simpatia che però
non mai sfociata in altro.
Anche se al ragazzo non sarebbe dispiaciuto avere una storia con lei.
Aveva
perso la testa per Ashley dal primo momento che i suoi occhi si erano
posati su
di lei.
“Dunque
era questa la sorpresa eh!?” disse il
ragazzo rivolto a Shonei
che invitò Ashley a sedersi di fianco a lei.
“Si!”
“A
quanto pare non eri l’unica ad
aspettarmi!” disse
Ashley a Shonei con il suo solito modo di fare da panterona,
atteggiamento che
infastidiva parecchio Steph.
“Posso
portarti qualcosa da bere
Ashley?!”
“Si,
un caffè se non ti spiace e con
tanto zucchero mi raccomando!”
“Hai
tuoi ordini signorina!” disse Eddie
allontanandosi.
“Allora
Steph, come va la vita?!” chiese Ashley.
“Diciamo
che andava bene fino a
qualche minuto fa, ma poi sei arrivata tu e… la pacchia
è finita!”
“Quando
mi sono mancate le tue frecciatine
lanciate per colpirmi senza riuscirci!”
“Ok
ragazze, che ne dite di darci un
taglio adesso?!”
chiese Shonei.
Eddie
ritornò al loro tavolo per servire il caffè ad
Ashley per poi allontanarsi di
nuovo con una faccia da ebete mentre la guardava.
“Oddio,
quanto mi è mancato!” disse Ashley
dopo aver bevuto un
sorso del suo caffè. “Dimmi
Steph, per
caso ti hanno licenziato o cosa?! Mi sembra strano vederti seduta al
tavolo!”
“Non
credo siano affari tuoi!”
“Stavo
solo cercando di fare
conversazione!”
“Evitiamo
di conversare usando come
soggetto Steph!” disse
Shonei stufa dei loro continui battibecchi.
“Si
infatti! Piuttosto torniamo a
parlare del tuo lavoro di accompagnatrice!” disse Steph
lasciando Ashley completamente
esterrefatta da quella rivelazione.
Ashley si
voltò a guardare Shonei al suo fianco ridacchiando. “Cosa?! Davvero fai
l’accompagnatrice?! Credevo che vista la situazione
la tua occupazione fosse quella…”
Non
terminò
la frase sentendo una mano di Shonei appoggiarsi sulla sua gamba e
stringere.
Tutto avvenne sotto al tavolo lontano dallo sguardo attento di Steph.
Ashley
comprese subito attraverso quel gesto cosa stesse cercando di dirle e
non
aggiunse altro sorridendo divertita.
“Stavi
dicendo?!” chiese Steph
curiosa di sapere cosa
stesse per dire prima di interrompersi.
“Oh,
adesso ti interessa sapere cosa stavo
dicendo!”
“Ok,
adesso sono davvero stufa e me
ne vado! A non rivederci Ashley!” disse Steph
andando via dal locale.
“Wow,
è rimasta esattamente come me
la ricordavo!” disse
Ashley bevendo il suo caffè.
“Grazie
per non aver proseguito!” disse Shonei.
“Figurati!
Solo che adesso mi domando
perché stai nascondendo ancora il fatto che lavori per
Steven!”
“Beh,
ho evitato sempre di farlo
sapere a lei e Chloe perché non voglio che questo rovini il
nostro rapporto di
amicizia! Non so come la prenderebbero!”
“E
invece sapere che fai
l’accompagnatrice rende tutto più semplice
eh?!” disse Ashley con
sarcasmo.
“Non
mettertici anche tu per favore!
Informatevi bene prima di paragonare le accompagnatrici a delle
prostitute!” disse Shonei
infastidita.
“Tesoro,
lo so bene cosa sono! Ti
stavo solo prendendo in giro!”
“O
magari è una chiara reazione di
fastidio verso la possibilità che io possa fare un lavoro
del genere! Magari
sei gelosa!” disse
Shonei sorridendo maliziosa appoggiando il gomito sul tavolo e la testa
su una
mano.
“Oh
Shonei, non ce la fai proprio a
pensare ad altro eh?!”
“Tipo
cosa?! Noi due che ci
appartiamo da qualche parte nella più completa
solitudine?!”
“Non
cambi mai!”
“Come
mai ci hai messo tanto ad
arrivare?!”
“Ho
avuto un po’ da fare, inoltre non
posso restare a lungo! Giusto il tempo di un saluto veloce e un
caffè!”
“Così
presto?! Oh avanti, resta un
altro po’!”
“Mi
dispiace Shon sarà per un’altra
volta! Anzi, credo sia arrivato proprio il momento di
andare!” disse la ragazza
lasciando dei soldi
sul tavolo.
“Oh
no, lascia stare! Offro io!”
Le due
rimasero a guardarsi sorridendo ma proprio in quel momento sopraggiunse
qualcun
altro.
“Ah
sei ancora qui?!” disse il tizio
rivolto ad Ashley che
sembrava agitata.
Shonei lo
conosceva molto bene infatti anche lui lavorava per Steven. “Jeffrey?!” disse
perplessa alzandosi.
Il ragazzo
si voltò a guardarla. “Eeeehi
Shonei!
Quanto tempo che non ci si vede!”
Si
avvicinò
a lei per un abbraccio veloce. “Come
stai?! Ti trovo in gran forma come sempre!” disse
Jeffrey sorridendo.
“Si
sto bene e anche tu vedo!”
“Eh
già!” disse Jeffrey.
Poi si rivolse ad
Ashley. “Sapevo che ti avrei
trovata qui!
Visto che mi sono liberato prima dagli impegni ho pensato di passare a
prenderti! Allora andiamo?!” disse Jeffrey
mettendole un braccio attorno
alla vita attirandola più vicino a sé. Il gesto,
come anche la reazione di
Ashley, non sfuggì a Shonei che sembrava del tutto confusa.
“Scusate…
ma voi due…”
“Non
le hai detto di noi?!” chiese Jeffrey
ad Ashley.
“Detto
cosa?!” chiese Shonei
anche se era ben
evidente cosa avrebbe detto.
Ma Ashley
aprì la bocca senza poter dire niente. Fu Jeffrey a
rispondere per lei. “Stiamo insieme
da un bel po’!” disse
lui felice e soddisfatto.
Shonei
guardò entrambe sbalordita mentre Ashley teneva lo sguardo
basso.
“Oh!
Così voi due state insieme! Beh,
ma questo è… fantastico! Sono felice…
per voi due!”
“Grazie
due volte Shon visto che sei
stata proprio tu a presentarci!”
“Già…
me lo ricordo bene!”
Infatti era
stata proprio lei a presentarli anni prima durante una serata di
sballo, mentre
era in compagnia di Ashley, Nick e Alec, i suoi due compagni di bevuta
e di
lavoro. Questo era avvenuto tempo prima che Shonei lasciasse Portland e
prima
che lei e Ashley avessero altri dissapori fino al distacco completo.
“Beh,
adesso dobbiamo proprio andare!
Mi ha fatto piacere rivederti Shon!” disse il
ragazzo porgendogli la mano.
“Oh…
sì certo… anche a me!” rispose Shonei
stringendogli la
mano.
“Mi
raccomando rimani in giro! Magari
una di queste sere ci vediamo e rivanghiamo i bei momenti
andati!”
“Si
certo!”
“Ci
conto eh!” disse lui
indicandola.
Ashley in
tutto questo non fece altro che salutarla con un semplice ciao,
evitando di
incontrare il suo sguardo. Si comportava come se fosse stata colta in
fallo.
Shonei invece si sentiva una vera merda in quel momento. Non avrebbe
mai
immaginato che la ragazza della quale era sempre stata invaghita,
iniziasse una
storia con lui. Non che lei non avesse mai avuto altre storie, ma erano
tutti
utili e nessuno indispensabile. Lei puntava solo ai soldi, al
divertimento e a
tutto quello che un uomo o donna potesse offrirle in cambio delle sue
attenzioni.
Lei era una maestra in tal senso! Era capace di far sentire speciale
chiunque
ed era in grado di fare innamorare e cadere ai suoi piedi anche le
persone più
schive e fredde. Shonei iniziò a porsi qualche domanda ma
una la tormentava più
di tutte. Ashley da quando stava con lui? Era possibile che avevano
iniziato a
frequentarsi mentre anche loro due stavano insieme?
Dopo aver
scattato varie foto, Max decise di fermarsi in un bar per prendere un
caffè.
Quando uscì dal bar un ragazzo le passò accanto
di fretta travolgendola,
facendole perdere l'equilibrio. Nel tentativo di non cadere, la sua
borsa finì
a terra con un colpo secco facendo riversare fuori parte del suo
contenuto. Una
busta di carta dalla quale fuoriuscirono le foto scattate che si
sparpagliarono
a terra e la sua immancabile macchina fotografica regalatole da Chloe,
che si
ostinava a portare sempre con sé e a utilizzarla nonostante
avesse deciso di
non usarla più.
“Merda,
stai attento a dove metti i
piedi!” disse Max
infuriata.
“Mi
dispiace, scusami tanto vado di
corsa!” disse il
ragazzo allontanandosi velocemente senza fermarsi ad aiutarla.
Una ragazza
appena uscita da un negozio di fianco al bar e che stava raggiungendo
la sua
auto parcheggiata lì davanti, assistette a tutta la scena.
Max era decisamente
infuriata con il ragazzo per il danno causatole, ma non fece nulla per
cambiare
il corso degli eventi. Poteva risolvere tutto riavvolgendo il tempo di
poco per
evitare il disastro, ma non lo fece. Si era ripromessa di non
utilizzare il suo
potere mai più, perché le aveva soltanto creato
problemi. Fu proprio la scelta
di lasciar perdere, che la portò a incontrare per la prima
volta la ragazza,
che sarebbe diventata presto una presenza costante nella sua vita.
“Stronzo!” urlò
Max. Poi si chinò a raccogliere
la sua roba. Non si preoccupò tanto delle foto anche se ci
aveva speso del
tempo a scattarle. La sua preoccupazione era rivolta più
alla macchina
fotografica che a tutto il resto.
La ragazza
le si avvicinò offrendosi di aiutarla. “Ehi,
va tutto bene?! Posso aiutarti?!”
“No
grazie, ce la faccio benissimo da
sola!” disse Max in
modo scontroso e senza alzare la testa.
La
sconosciuta si abbassò lo stesso accanto a lei afferrando
alcune foto sparse,
notando anche la macchina fotografica. “Wow,
quello è un pezzo di antiquariato! Ti dico sin da subito che
i collezionisti
pagherebbero oro per averla! Puoi farci dei bei soldi
vendendola!”
Max a quelle
parole alzò la testa guardandola contrariata. “Non
è in vendita! Per me ha un valore affettivo e non
è un semplice
oggetto!”
In quel
preciso istante mentre i loro occhi si incontrarono per la prima volta,
la
ragazza si sentì pervadere da una strana sensazione ma non
spiacevole. “Scusami, non ne avevo
idea, perdonami!” disse
con aria contrita.
Max si rese
conto di essere stata un po' troppo brusca nei confronti della ragazza.
Dopotutto aveva cercato semplicemente di aiutarla, cosa che il ragazzo
non si
era degnato di fare scappando via. Nonostante tutto non
riuscì a calmarsi vista
la pessima giornata. Si alzò rimettendo le foto appena
recuperate da terra nella
busta.
“Tieni!” disse
l’estranea porgendole il resto
delle foto raccolte da terra.
Max le
sfilò
le foto dalle mani con poca delicatezza. Poi prese la sua macchina
fotografica.
“Questo sembra un
déjà-vu!” disse guardandola
tra le sue mani. “Spero che
funzioni
ancora e che non si sia rotto nulla all'interno!”
“Per
scoprirlo non c'è modo migliore
di scattare una foto!”
Max non
rispose.
“Vedendo
tutte quelle foto mi sembra
di capire che non sei proprio inesperta!”
“Infatti
non lo sono! Non vado di
certo in giro con una macchinetta fotografica a caso!” rispose Max
freddamente.
“Oh,
allora sei una fotografa! Quindi
quella non ha soltanto un valore affettivo!”
“E
allora?!”
“Allora
scatta una foto, così saprai
se è rotta o meno!”
La
sconosciuta vedendo che stava per riporre la macchina fotografica nella
borsa,
gliel'ha sfilò dalle mani lasciando Max sorpresa dal gesto.
Alzò la macchina
puntandola nella sua direzione e fece uno scatto. La foto
spuntò fuori
confermando di non aver subito nessun danno.
“Ecco
fatto! La tua fotocamera
polaroid e sana come un pesce ed è ancora perfettamente
funzionante!” disse la ragazza
porgendole la foto.
Max prese la
foto per guardarla ma prima l'agitò come faceva di solito.
“Cosa
era quello?!” chiese la
ragazza divertita
riferendosi al suo gesto.
“Serve
per far sviluppare prima
l'immagine della foto, anche se in realtà
è…”
“No,
non è così! Cioè, dipende dalla
pellicola! Posso?!” chiese
l'estranea indicando la foto.
Max gliela
restituì e lei le diede un'occhiata. Dopo averla controllata
disse: “Come sospettavo, questa non
è una tipica
pellicola istantanea polaroid!”
“E da
cosa lo deduci?!”
“In
una pellicola istantanea polaroid
è possibile vedere il nome del marchio, ma qui non ce
n’è traccia!” disse
restituendole la foto.
“Quindi?!”
“Quindi
agitare la foto non è
necessario! La pellicola che utilizzi non è come le
precedenti! Se fosse stato
del vecchio tipo sarebbe comprensibile agitare la foto, ma non
è questo il caso!
Di quelle vecchie non se ne trovano più in circolazione, non
sono più prodotte
dal duemilanove! Quella che stai usando è la nuova pellicola
Polaroid
realizzata dall'azienda The Impossible Project! L'unica che continua a
produrre
pellicole istantanee e in formato originale per fotocamere polaroid! Se
scuoti
la foto rischi di danneggiare l'immagine! Quindi come ti dicevo prima,
non è
necessario agitare le foto! Piuttosto è un gesto da
evitare!”
La
sconosciuta la guardò orgogliosa di sé stessa
nell’aver mostrato quanto fosse
ben informata. Ma ciò che ricevette da Max non fu certamente
ammirazione.
Infatti Max la guardò con uno strano sorriso, quasi ironico.
La ragazza alzò un
sopracciglio con aria interrogativa, ma alla fine comprese. “Però ho come l'impressione
che tu lo
sapessi già, non è vero?! È ovvio che
se scatti foto con il nuovo film
realizzato dall'azienda, che tra l’altro costa un casino di
soldi, tu ne sia
già a conoscenza!”
“Se tu
mi avessi interrotta, ti avrei
detto che il mio gesto è più per abitudine che
per utilità!”
L’estranea
annuì in imbarazzo e Max sorrise con soddisfazione. “Ti assicuro che di solito sono
più intelligente di così!” si
giustificò la ragazza continuando a sorridere imbarazzata.
“Certo,
ne sono più che sicura!” rispose Max con
sarcasmo. “Adesso visto che la
lezione è finita,
potresti restituirmi la mia macchina fotografica?!”
“Oh
sì, certo!” disse la ragazza
restituendogliela.
“Adesso
devo andare!” disse Max
rimettendo la sua
fotocamera polaroid in borsa.
“Ok...
senti... non è che magari ti
andrebbe di prendere un caffè o qualcosa altro da bere?!
Offro io! Giusto per
farmi perdonare delle lunghe chiacchiere inutili che ti ho fatto
subire!”
“Non
serve!”
“Insisto!
Sai... odio prendere il
caffè da sola!”
“E io
insisto a dire no! L'odio che
provi nel prendere il caffè da sola è un tuo
problema e non mi riguarda!”
“Permettimi
almeno di darti un
passaggio!”
“No!”
disse Max
avviandosi per tornare a
casa non potendone più di quella giornata.
La ragazza
continuò a parlarle mentre lei si allontanava. “Come ti chiami?! Spero ci rivedremo
presto!”
Max non si
voltò andando avanti per la sua strada. L'estranea sorrise
sperando davvero di
poterla rincontrare un giorno. Per quanto fosse stata scontrosa nei
suoi
confronti, la ragazza l'aveva decisamente incuriosita. Forse per via
del fatto
che fosse anche lei una fotografa o perché aveva trovato
molto divertente il
suo atteggiamento. Ma forse c’era qualche altra ragione ad
attrarla a lei.
Victoria
dopo aver girato a lungo in macchina per cercare di non pensare alla
discussione avuta con Max, andò alla redazione della rivista
di moda. Chiese a
una ragazza di poter parlare con la redattrice che in quel momento era
impegnata.
La ragazza la fece accomodare su una sedia fuori dall'ufficio della
donna.
Nell'attesa di parlare con la lei, la ragazza era seduta su una delle
sedie di
lato alle pareti. Per ammazzare il tempo, cominciò a
sfogliare il suo portfolio
chiedendosi se potessero mai essere interessate al suo lavoro. A un
certo punto
una donna sulla cinquantina d'anni, vestita con un trailer e camicetta
bianca e
occhiali da vista, fece capolino da una stanza da cui vennero fuori
altre
persone. La donna si diresse nell'ufficio proprio dove era lei in
attesa.
Si
fermò
sulla porta chiamando la ragazza che l'aveva messa in attesa. “Susan, portami subito un
caffè e mi
raccomando, senza zucchero questa volta!”
“Certo
signora Cunningham!”
La donna
entrò nel suo ufficio sedendosi alla sua scrivania. Dopo
poche minuti, Susan
arrivò con il caffè dando un’occhiata a
Victoria, facendole un segno per farle
capire che non si era dimenticata di lei. Nel frattempo l'ansia di
Victoria
aumentava sempre di più. Dopo aver portato il
caffè alla redattrice, Susan
disse qualcosa indicando Victoria seduta fuori dall'ufficio. La donna
la guardò
per un attimo e disse qualcosa che Victoria non riuscì a
capire. La ragazza
uscì dall'ufficio.
“Victoria
Chase, adesso puoi entrare!”
“O-ok” disse Victoria
deglutendo.
La donna
stava sorseggiando tranquillamente il suo caffè. Quando la
vide dinanzi
all'entrata del suo ufficio le fece segno di entrare indicando la sedia
davanti
alla scrivania.
“Buongiorno!” disse Victoria
sedendosi timorosa.
“Buongiorno!” rispose la
donna allungando un
braccio verso di lei in attesa del suo portfolio.
Victoria
rimase un po' spiazzata, perché era passata subito al dunque
senza prima
chiedere le motivazioni della sua presenza lì. La donna
iniziò a sfogliare il
suo portfolio senza lasciar trasparire nulla. In quel momento Victoria
si sentì
morire, credendo di aver perso solo del tempo presentandosi
lì così.
“Come
ti chiami?!” chiese la donna
senza alzare lo
sguardo dalle sue foto.
“Mi
chiamo Victoria Maribeth Chase!”
“Mh!
Quanti anni hai?!”
“Ne ho
ventuno!”
“Hai
già avuto esperienza di
fotografa nell’ambito della moda?!”
“I-io
no, però ho...”
“Hai
già risposto alla domanda!”
Victoria si
maledisse per aver preso la decisione di presentarsi a quella redazione
della
rivista. Maledisse Ellis e anche le sue amiche che l'avevo spinta ad
accettare
il suo aiuto.
“Mi
sono laureata a pieni voti nel duemilaquindici
alla scuola priv…” disse
Victoria, ma la donna alzò una mano per interromperla.
“Come
mai sei giunta proprio qui?!”
“Mi
scusi, non comprendo la domanda!”
“Ci
sono molte redazioni di riviste
qui a Portland! Perché proprio qui?!” chiese la donna
guardando la ragazza chiudendo il suo
portfolio appoggiandolo sulla scrivania.
Victoria ci
pensò un attimo prima di rispondere. “Ho
saputo che state cercando un fotografo e io vorrei dedicarmi al settore
della
moda!”
“Da
chi hai saputo che abbiamo
bisogno di un fotografo?!”
Victoria
pensò che quello era il momento in cui doveva decidersi se
accettare o meno
l'aiuto di Ellis nominandola. Oppure cavarsela da sola, affidandosi
esclusivamente alle sue capacità di fotografa.
“E
allora?!”
incitò la donna riportando
l'attenzione al suo portfolio.
“Ellis...”
disse Victoria
senza nemmeno
rendersene conto.
La donna
alzò di scatto lo sguardo su di lei togliendosi gli occhiali
lasciandoli sulla
scrivania. Poi si appoggiò allo schienale della sua poltrona
girevole guardando
la ragazza come per studiarla. “Ellis?!
Ellis come?!”
Victoria a
questa domanda non poté rispondere, visto che la ragazza non
aveva voluto
dirglielo. Però poi si ricordò di una cosa che
aveva detto la ragazza. “C'è
stata soltanto una Ellis che ha
lavorato in questa redazione!”
La donna
prese il telefono sulla sua scrivania e compose un numero mettendo in
viva
voce. La redattrice non si fidava della ragazza. Era fin troppo
semplice dire
un nome di una persona importante come quello di Ellis, per poi
sfruttarlo
ottenendo il risultato sperato. Il vivavoce era un modo per mettere
alle
strette la ragazza, dinanzi all'evidenza che stava mentendo. D'altronde
non era
la prima volta che succedeva. Il telefono squillò per un bel
po', finché una
voce femminile che Victoria riconobbe come quella di Ellis, rispose.
“Cunningham,
a cosa devo la tua telefonata?! Non
stai cercando di riportarmi a bordo vero?!”
“C'è
qualche possibilità che tu possa
accettare?!”
“Assolutamente
no, lo sai che ora
come ora sto cercando di portare alla ribalta delle modelle poco
comprese e ho
delle mostre da presentare!”
“Per
quanto mi dispiaccia il tuo
rifiuto, penso che tu stia facendo un ottimo lavoro come sempre! Mi
raccomando
tieni le migliori modelle al caldo per me!”
“Dipende
cosa intendi per caldo!” disse la
ragazza ironica suscitando
le risate della donna. “Ora
torniamo al
motivo della tua telefonata!”
“Si
certo! In questo momento ho qui
davanti a me una ragazza che dice di essere stata informata da te del
posto
libero di fotografo!”
“Oh,
parli di Victoria Chase?!”
La donna che
fino a quel momento sorrideva assaporando la sconfitta della ragazza
davanti a
lei, tornò seria. “La
conosci?!” chiese
sorpresa.
“Si,
l'ho mandata io lì! Sei stata tu
a parlarmi della vostra situazione e che avessi bisogno di qualcuno in
gamba!
Quindi dopo aver visto le sue foto, ho pensato di mandarla
lì da te! E
comunque... hai messo il vivavoce vero?!”
“Si!” rispose la
donna sorridendo
imbarazzata.
“Aaaah
Cunningham, non cambi mai! Sei
perfida come sempre! E comunque, permettimi di salutare la vostra nuova
fotografa! Ciao Victoria!”
Victoria in
imbarazzo non sapeva cosa fare ma alla fine rispose al saluto. “Ciao… Ellis!”
“Mi fa
piacere sapere che alla fine tu
ti sia presentata! Adesso finalmente le tue foto avranno il posto che
meritano!
Hai davvero del gran talento!” disse Ellis.
“Grazie
Ellis!”
“Non
devi ringraziarmi! Allora
Cunningham, ora sei più tranquilla?!”
“Si,
ora lo sono!”
“Bene,
adesso scusami ma devo andare,
mi stanno aspettando!”
“Si
certo, non voglio trattenerti più
del dovuto! Un’ultima cosa Ellis...”
“Si?”
“Grazie!”
“Di
nulla Cunningham, arrivederci!
Ciao Victoria e buon lavoro!”
“Ciao
Ellis!” rispose dopo
aver dato un’occhiata
alla donna, quasi come per chiedere se potesse risponderle.
La chiamata
terminò e la donna alzandosi dalla scrivania
allungò una mano verso di lei. “Benvenuta
a bordo Victoria Chase! Inizierai
lunedì mattina!”
La ragazza
le strinse la mano dubbiosa. “Ma...
le
mie foto...”
“Le ho
viste le tue foto ed Ellis ha
ragione, hai del talento! Ma al giorno d'oggi non sei l'unica ad
averne! Ce ne
sono tante di persone lì fuori che farebbero i salti mortali
per essere al tuo
posto! Ma la ruota gira e questa volta si è fermata su di
te! Inoltre abbiamo
un urgentissimo bisogno di un nuovo fotografo e tu sembri avere le
carte in
regola! Non essendoti mai occupata di moda posso sempre decidere di
mandarti
via se non sarò soddisfatta del tuo lavoro!”
“Mi
sta ingaggiando perché lo ha
detto Ellis o perché riconosce il mio talento?! Io non
capisco! Vorrei saperlo
se non le dispiace!”
“Riconosco
il tuo talento! Come già
detto ho visto le tue foto! Inoltre Ellis non dice mai nulla
così tanto per
dire! Se ti ha raccomandato di venire qui, vuol dire che hai qualcosa
in più!
Qualcosa che solo una grande fotografa come lei può
vedere!”
“Posso
farle una domanda?!” chiese Victoria
curiosa di sapere
qualcosa di più sulla sua misteriosa benefattrice di cui
conosceva poco. Certo,
l'aveva incontrata di persona, sapeva il suo nome e conosceva la sua
professione, ma mancava qualcos’altro. La ragazza si era
rifiutata più volte di
rivelare il suo cognome e si stava chiedendo per quale motivo. Sembrava
volesse
nascondere qualcosa. Adesso aveva la possibilità di
scoprirlo grazie alla donna
davanti a lei, che forse più di tutti poteva toglierle quel
dubbio.
“Certo!”
“Ma
Ellis chi è davvero?!”
“Non
conosci Ellis Williams?! Strano
che tu non sappia nulla di lei, considerando quanto sia conosciuta,
soprattutto
qui a Portland!”
“Ellis Williams?!”
La donna
sorrise. “Ellis è una
delle fotografe più
conosciute in tutto l'Oregon e oltre! E non è conosciuta
solo come fotografa!”
Steph dopo
essere uscita dal Paradise era passata a trovare la sua vecchia amica e
coinquilina Katy. Verso l'ora di pranzo ritornò a casa.
Quando arrivò a piedi
al terzo piano, vide Jessie alle prese con delle buste della spesa.
Appena la
vide il suo cuore ebbe un sussulto iniziando a battere velocemente. Un
po'
titubante prese coraggio e si avvicinò a lei.
“Ciao
Jessie!”
“Oddio!”
disse la ragazza
portandosi una mano
al petto facendo cadere una busta della spesa.
“Non ti ho sentita arrivare!”
“Mi
dispiace! Scusami non volevo
spaventarti!”
“No
scusami tu! Ero troppo presa da
tutta questa roba! Poi con l'ascensore ancora guasto...”
“Ti do
una mano io!”
“Oh no
Steph! Non sentirti obbligata!”
“Scherzi?!
Non sono affatto obbligata!
Anche perché a me non sembra che tu mi abbia puntato una
pistola contro!” disse Steph
sorridendo.
“Questo
è vero!” disse Jessie
ridendo. “Beh, allora grazie per
l'aiuto!”
“Per
te questo è d'altro!” Si
trovò a dire Steph che si chiese
se non avesse esagerato un po' con quella affermazione. Ma la ragazza
sembrava
non averci fatto caso.
Quando
entrarono nell'appartamento, Steph appoggiò le buste sul
tavolo della cucina
sotto indicazione di Jessie.
“Ti
ringrazio davvero tanto per
l'aiuto Steph, sei stata gentilissima!”
“Figurati,
non ho fatto niente di
che!”
In quel
momento Steph sentì qualcosa strusciarsi contro le sue gambe
e abbassando lo
sguardo vide Kira.
Jessie
sorrise vedendo la scena. “A quanto
pare
le piaci, di solito non fa così con gli estranei! Le ci
vuole un po' per
adattarsi a una nuova presenza!”
“Chissà,
forse avrà percepito Flerk,
visto che di solito a lui piace usare i miei vestiti come lettiera,
cuccia,
tira graffi e tanto altro ancora!”
La ragazza
cominciò a ridere. “Non
corre buon sangue
tra voi eh?!”
“Cosa?!
Noooo assolutamente, ci
amiamo alla follia!” disse
Steph sarcastica per scherzare, prendendo Kira in braccio. “Magari Flerk fosse come lei!”
“Avete
intenzione di farlo
accoppiare?!” chiese
Jessie.
“Flerk?!
Oh non lo so! Il gatto
appartiene a Chloe e non ha mai detto nulla al riguardo!”
“Beh,
se nel caso la tua amica
volesse farlo accoppiare pensate a me!”
“Così
suona male Jessie!” disse Steph con
ironia.
La ragazza
ci pensò su un attimo e poi scoppiò a ridere per
quello che aveva detto. “Oddio, hai
perfettamente ragione! Così
sembra che sia io volermi accoppiare con lui!”
“Si
infatti e con grande disappunto
di Kira! Vero?!” chiese
Steph rivolgendosi alla gatta tra le sue braccia. Poi parlando in modo
strano,
diede voce alla possibile risposta di Kira. “Sei
una traditrice Jessie, mi stai soffiando la mia palla di pelo! Dovresti
vergognarti!”
Jessie
continuò a ridere divertita dalle battute della ragazza. “Sei molto simpatica Steph!”
“Ma
non ero io a parlare!”
“Si
certo!”
Dopo essere
rimaste a guardarsi per un po' in silenzio, Steph mise giù
Kira sentendo di non
riuscire a reggere lo sguardo della ragazza.
“Ok, adesso ti lascio alle tue cose!”
“Ok,
grazie ancora Steph!”
“Di
niente!” rispose Steph
dirigendosi verso la
porta per uscire mentre Jessie l'accompagnava.
Steph
avrebbe voluto trovare il modo di passare del tempo con lei ma non
sapeva come
fare. Pensò che forse poteva sfruttare Flerk per ottenere
ciò che voleva, anche
se non era proprio il massimo. Però meglio di niente! Si
voltò verso la ragazza
fermandosi davanti all'entrata. “Senti
Jessie, che ne dici se un giorno di questi facciamo passare un po' di
tempo
insieme i nostri perfidi felini?! Magari un miagolio tira
l'altro...”
“E la
tua amica sarà d'accordo?!”
“Oh
no, staremo attente che non
succeda nulla! Poi successivamente vedremo il da farsi!”
“Ok,
per me va bene!”
“Davvero?!”
“Si,
davvero!”
“Ok,
allora... ci vediamo in questi
giorni! Ti faccio sapere!”
“Ok,
ciao Steph!”
“Ciao
Jessie!” disse uscendo
dall'appartamento e
poi si fermò di nuovo. “Ah...
E se per
caso ti servisse qualcosa noi siamo al piano di sopra, appartamento
ventisette!”
“Ok,
grazie per disponibilità!” disse la
ragazza sorridendo.
“Ok,
ora vado davvero! Ci vediamo
Jessie!”
“A
presto Steph!” rispose la
ragazza sorridendole
mente chiudeva la porta.
“Si!”
disse Steph con
un gesto del braccio,
stringendo la mano a pugno entusiasta del risultato ottenuto.
Ora doveva
soltanto acquistare una corazza in acciaio per difendersi da Flerk,
visto il
tempo che avrebbe inevitabilmente passato anche con lui.
Quando
entrò
nel suo appartamento trovò Chloe seduta sul divano, con
Flerk appoggiato sulle
sue gambe mentre lo accarezzava. Andò a sedersi accanto a
lei guardandola. “Perdono in corso
eh?!”
Chloe
sorrise guardando Flerk mentre rispondeva. “Ma
guarda il suo musetto, come faccio a restare arrabbiata con lui! Certo
che l’ho
perdonato!” disse la ragazza afferrando la testa di
Flerk tra le mani
dandogli un bacio.
Steph la
guardò confusa. “Stavo
parlando di
Lauren!”
“Ah!
Si, ci siamo chiarite! Dopo
domani va via da Portland per un mese o più, per questioni
di lavoro!”
“Lo
so!” disse Steph.
Chloe si
voltò verso di lei. “Se
già lo sai perché
me lo hai chiesto?!”
“Per
sapere se state ancora insieme o
è finita!”
“No,
non è finita! Ma tu come lo sai
che lei parte?!”
“Shon!”
“Ah,
ma certo! Sono sempre l’ultima a
sapere le cose!”
“Certo
che è proprio innamorata di te
se si fa dei problemi del genere!”
osservò Steph vedendo l’espressione di Chloe
cambiare. Poi
aggiunse: “Nemmeno tu vuoi che
parta
vero?!”
“Le ho
detto di andare! Sarei
un’egoista a volere il contrario!”
“No,
se alla fine lei partirà
comunque perché glielo hai detto tu!”
“Pensava
che mi sarei sentita
abbandonata da lei se fosse partita!”
“Ma
non ti sta abbandonando!”
“Nonostante
questo non è piacevole!
Non lo so, forse dopo tutto quello che mi è successo in
passato, faccio ancora fatica
ad abituarmi alla mia nuova vita! Dove tutti restano e nessuno mi volta
le
spalle, ma adesso che lei va via…”
“Hai
paura che tutto possa ripetersi!”
“Si,
anche perché tutti nella mia
vita sono andati via senza volerlo! E lo stesso sta succedendo con
Lauren!”
“Capisco
cosa vuoi dire!” disse Steph
annuendo.
“Steph,
scusami tanto per stamattina!”
“No,
va bene! Ormai lo so che diventi
intrattabile quando sei arrabbiata!” disse Steph
appoggiando la testa sulla spalla dell’amica.
“E
tu?! Tutto ok?!” chiese Chloe.
“Non
lo so ancora Chloe! Richiedimelo
tra qualche giorno!”
“Mmh,
interessante! Lo farò! A
proposito, ti dispiace se per un paio di notti resto a dormire da
Lauren?!”
“No,
vai pure! Goditi questo tempo
con lei!”
Dopo qualche
minuto di silenzio Steph disse: “Chloe?!”
“Mh?!”
“Hai
mai pensato di far accoppiare
Flerk?!” chiese la
ragazza rimuovendo la testa dalla spalla dell’amica per
guardarla, mentre Chloe
spalancava la bocca dalla sorpresa.
Victoria
tornò a casa trovando Kate e Max che preparavano la tavola
per cinque e Timothy
e Aaron che stavano guardando una partita comodamente seduti sul
divano. “Che succede
qui?!” chiese Victoria.
“Ehi,
ciao cuginetta! Siamo appena
stati invitati a rimanere a pranzo da voi! Spero non ti
dispiaccia!”
Victoria
diede un'occhiata alle sue amiche, soprattutto a Max. “No
certo, mi fa piacere se rimanete!”
“Ragazzi,
però che ne dite adesso di
alzare il sederino da quel divano e venite a tavola?!” chiese Kate
mentre iniziava a servire
i piatti in tavola.
“Agli
ordini Kate!” rispose Aaron.
Victoria
rimase in piedi a guardarli mentre prendevano posto.
“Vic,
è tutto ok?!” chiese Timothy
mentre tutti la
guardavano con aria interrogativa.
“Si…
è solo che… non lo so… non
riesco ancora a crederci…”
“A
cosa?!” chiese Kate
confusa.
“Sono
stata assunta alla redazione di
quella rivista!”
Tutti
rimasero sorpresi dalla notizia ma dopo poco tempo cominciarono ad
avvicinarsi
a lei per abbracciarla e complimentarsi.
“Ma
questo è fantastico cazzo!” disse Timothy. “Aspetta che lo sappiano i tuoi,
soprattutto zia Amanda!”
“Sono
davvero felice per te!” disse Aaron.
“Lo
sapevo che ce l’avresti fatta!” disse Kate
entusiasta, mentre la
stringeva in un forte abbraccio.
“Grazie
ragazzi!” disse Victoria
leggermente
emozionata.
Infine
guardò Max che le si avvicinò con un sorriso
sincero. “Adesso non ti resta che
mostrare a tutti chi è Victoria Chase!”
“Grazie
Max!” disse la
ragazza con sincerità. Non
riuscendo a trattenersi si avvicinò ulteriormente a Max
stringendola in un
lungo e forte abbraccio. “Scusa!”
Max sorrise
ricambiando l’abbraccio mentre gli altri rimasero un
po’ sorpresi dal gesto,
soprattutto Kate.
“Comunque
per festeggiare domani sera
si va al Paradise!”
disse Aaron con entusiasmo.
“Si,
assolutamente! E poi domani è
sabato e questo vuol dire alcool a fiumi!” disse Timothy
facendo ridere tutti tranne Kate.
“Non
contate su di me!”
Sabato
8 luglio 2017
Come
già
deciso il giorno prima, Chloe si liberò dagli impegni
lavorativi chiedendo il
permesso ad Asher che acconsentì. In questo modo lei e
Lauren poterono passare
tutta la giornata insieme prima della partenza di
quest’ultima. Steph a cui
venne in mente la splendida idea di invitare Jessie al Paradise,
dovette
rinunciarci proprio per permettere alla sua amica Chloe di avere la
serata
libera, sostituendo l'amica al bar con l’aiuto di un altro
collega. Shonei
aveva passato tutta la giornata a pensare ad Ashley e alla sua attuale
relazione. Cercò anche di mettersi in contatto con la
ragazza inutilmente,
visto che aveva cambiato numero di telefono. Inoltre non sapeva nemmeno
dove
abitasse. Voleva assolutamente sapere da lei come stavano realmente le
cose con
Jeffrey. E non era questo l'unico pensiero a darle il tormento.
Già sospettava
che qualcuno la seguisse ma adesso ne aveva quasi la certezza. In
automatico si
ritrovò a collegare ciò che era avvenuto due
settimane prima, quando era in
compagnia di una delle sue tante amanti, con l'arrivo improvviso di
Michael al
Paradise. Come poteva sapere che lei fosse lì in quel
momento? Possibile che la
tenesse d'occhio? E se era così, per quale ragione lo stava
facendo? Capì che
l'unico che potesse sapere davvero cosa stesse succedendo fosse Steven.
Così
decide di andare a fargli visita, anche se non sarebbe stato facile
farsi
ricevere da lui. Erano le quattro del pomeriggio quando Shonei arrivo
da
Steven. Fuori dall'edificio c'erano due uomini, uno dei quali era il
tizio
dell'ultima volta che non voleva farla entrare.
“Che
gran rottura di coglioni!” disse Shonei
vedendolo. La ragazza si
ritrovò in un primo
momento a parlare con il tizio alla porta e quello dopo seduta a terra
a gambe
incrociate ad aspettare. Non aveva nessuna intenzione di arrendersi.
Dopo circa
mezz'ora una macchina sopraggiunse sul luogo. Ne uscì
proprio Steven con uno
dei suoi compari che quando la vide storse il naso.
“Ehi
Steven!” disse Shonei
alzandosi da terra
mentre l'uomo si avvicinava.
“Cosa
cazzo ci fai qui Shon?!” disse lui
infastidito dalla sua
presenza.
“Ho
bisogno di parlare urgentemente
con te di una cosa molto importante!”
“Importante
per me o per te?!”
“Beh...
diciamo che... forse... magari...”
“Sparisci!”
tagliò corto l'uomo dirigendosi
verso l'entrata dell'edificio.
“Ti
prego Steven concedimi solo
qualche minuto! Ti giuro che non ci vorrà molto!”
L'uomo si
girò a guardarla decidendo cosa fare.
“Ti
supplico!” aggiunse Shonei.
Steven
tornò
sui suoi passi facendosi aprire la porta dai suoi uomini. Poi dopo aver
superato la porta guardò ancora una volta verso di lei che
ormai aveva perso le
speranze.
“Beh?!
Cosa fai ancora lì?! Ti muovi
esse esse o vuoi che cambi idea?!”
La ragazza
sgranò gli occhi sorpresa, seguendo subito l'uomo nel suo
ufficio. Erano soli
nella stanza, Steven seduto dietro quella vecchia scrivania malridotta
che
puzzava più dell'ultima volta e la ragazza sulla sedia
davanti.
“Sai,
credo dovresti dare una ripulita
a questo posto! Vado a fare l'antitetanica ogni volta che esco da
qui!”
L'uomo la
guardò male.
“Ok
scusa, però che cazzo! Quando
c'ero io risiedevi in un posto migliore di questo!”
“Io
non vivo qui Shon! Qui svolgo
solo i miei affari! E ora non farmi perdere tempo e dimmi cosa cazzo
vuoi!”
“Ok,
arrivo subito al punto! Dunque,
ultimamente mi sono resa conto che c'è la
possibilità che io sia seguita da
qualcuno!”
“E io
che c'entro?!” chiese l'uomo
con indifferenza.
“Tu
niente ma forse Michael potrebbe
c'entrare qualcosa!”
Steven a
quel punto cercò di restare calmo e si appoggiò
allo schienale della sua
poltrona accendendosi una sigaretta. “In
che senso c'entra Michael?!”
“Beh,
ieri in mattinata mi ha
invitato alcuni messaggi per svolgere uno dei soliti lavori per te!
Però non mi
sono accorta di aver ricevuto dei messaggi! Così lui dopo un
po' si è
presentato in un locale che frequento spesso! Io ero in compagnia di
una mia
amica e lui ha iniziato a dirmi di avermi mandato dei messaggi e cose
così! Il
punto è che mi ha messo in difficoltà! Quando
lavoravo per te ero sempre molto
discreta e lo sono anche adesso! Non ho mai rivelato a nessuno dei miei
amici
che lavoro facessi! E non l'ho fatto per proteggere soltanto me ma
anche te!
Ancora oggi non sanno cosa faccio per vivere! Non riuscirò a
tenere a lungo il
segreto se lui mi compare davanti soprattutto quando non sono da sola!
Perché
poi devo spiegare chi sia lui e non è facile credimi! Per
questa volta me la
sono cavata ma la prossima non lo so!”
“Quante
volte è successo?!”
“Una
volta sola!”
“Allora
non vedo dove sia il
problema! Ti sei inventata una storia ed è tutto
risolto!”
“Adesso,
ma la prossima volta cosa
dirò?! I miei amici non sono stupidi sai?!”
“Perché
è così difficile inventare
cazzate da dare a bere ai tuoi amici?!”
“E me
lo chiedi?! No scusa, ma dico
lo hai visto?!”
“Chi?!”
“Michael!
Ha un aspetto trasandato
manco fosse un barbone! Mi fulmina con lo sguardo ogni volta che mi
vede!
Diventa minaccioso! Ho la vaga sensazione che se la tiri un po' troppo!
Dovresti dirgli di non starmi addosso!”
“Ah,
quindi in pratica vuoi che lui
non faccia più da tramite tra me e te!”
“Si,
non sarebbe male!”
“Posso
accontentarti però questo
vorrà dire non lavorare più per me! E quindi non
prenderai più un soldo da
parte mia! E inevitabilmente non potrai estinguere il tuo debito! In
quel caso
può finire in un solo modo!”
“Avanti
Steven! Non mi serve una
balia! Oppure sostituiscilo con qualcun altro!”
“Stai
facendo tanto casino per un unico
evento!”
“È
questo il punto non credo sia
l'unico!”
“È
successo altre volte?!”
“Credo
di sì!”
“Credi?!”
“Si...
beh... non ho la certezza ma
un paio di settimane fa, qualcuno mi seguiva con la macchina!”
“Quindi
non sai se era lui!”
“Io...
sento che era lui!”
“Non
hai prove e io non posso basarmi
solo sulle tue parole e teorie! Soprattutto dopo che hai perso la mia
fiducia!
Se vuoi posso chiedere a lui!”
“Si
certo e lui ti risponderà di sì
ammettendo tutto!”
disse lei sarcastica.
“C'è
altro che devi dirmi?!”
“No,
grazie lo stesso Steven!” disse Shonei
alzandosi dalla sedia
per andarsene, ma prima di uscire disse un'ultima cosa. “Non
so quali siano le sue intenzioni, ma non mi faccio prendere per il
culo!”
Detto questo
uscì dalla stanza lasciando l'uomo ai suoi pensieri. Era
stato chiaro con
Michael. Doveva essere discreto ma aveva deciso il contrario e senza il
suo consenso.
Decise che avrebbe parlato al ragazzo al più presto e non
dovette attendere a
lungo. Infatti mentre Shonei lasciava l’edificio, Michael
scese dalla sua auto
e si diresse verso l’entrata. La ragazza lo
fulminò con gli occhi proseguendo
per la sua strada per raggiungere la sua auto.
“Ehi
Shon, cosa ci fai qui?!” chiese il
ragazzo con una punta di
soddisfazione.
“Non
sono cazzi tuoi gran figlio di
puttana!” rispose la
ragazza salendo a bordo della sua macchina andando via.
Il ragazzo
entrò nell’edificio dirigendosi proprio verso la
stanza di sopra dal suo capo.
Dopo essere entrato, prese posto sulla sedia dinanzi alla scrivania.
“Capiti
al momento giusto Mike!” disse
l’uomo.
“Bene,
eccomi qui! Mi stavi
cercando?!”
“Poco
fa era qui…”
“Si lo
so, Shon!”
“Esattamente!
Ora rinfrescami un po’
la memoria Mike! Non ti avevo chiesto di essere discreto nel tenere
d’occhio Shonei?!”
“Si e
io sono stato sempre molto bene
accorto! Ma come già ti ho accennato due settimane fa, credo
che abbia capito
di essere seguita! Però non sa che sono io!”
“Beh,
diciamo che non ha la certezza
ma sospetta di te Mike!”
Il ragazzo
rimase in silenzio.
“Mi ha
appena detto che ti sei
presentato al Paradise mentre era in compagnia di una sua
amica!”
“Si
è vero, non posso negarlo ma c’è
una buona ragione se l’ho fatto!”
“E
quale sarebbe?!”
“Le
avevo inviato dei messaggi e…”
“Questo
lo so già! Ora dimmi quello
che non so!”
Il ragazzo
lo fissò per un po’ riflettendo su cosa dire. Poi
si decise a parlare
esprimendo il suo parere personale. “Senza
nessuna offesa Steven ma quello che sto facendo da un po’ di
tempo a questa
parte, non ci permetterà di capire un bel niente su cosa
è successo anni fa!
Lei è molto accorta! Sa bene cosa rischia se fa un passo
falso! Ciò non toglie
la possibilità che lei possa essere ancora in contatto con
la sua complice o i
suoi complici! Per quanto io possa tenerla d’occhio, sono
più che sicuro che
lei riesca a fare i suoi porci comodi senza nessun problema! Credo che
lei sia
abbastanza serena e conti molto sul fatto che non ci sia nessuno a
metterle un
po’ di strizza!”
“Quindi
stai dicendo che i miei modi
non sono utili allo scopo di capire come sono andate le
cose?!”
“Esatto!
Credo che metodi più
invadenti nei suoi confronti, la spingeranno a commettere dei passi
falsi! Non
tutti riescono a gestire situazioni di stress! Se messa sotto pressione
credo
che possa commettere qualche errore! E con i miei occhi vigili, posso
risalire
facilmente alla verità!”
Steven si
appoggiò allo schienale della poltrona guardandolo dritto
negli occhi. Non gli
piaceva che qualcuno decidesse per conto suo di una situazione che gli
riguardava da vicino. Però nello stesso tempo
pensò che forse non aveva tutti i
torti. “Quindi cosa mi stai
chiedendo
Mike?!”
“Semplice,
ti chiedo di farmi gestire
la situazione a modo mio! Credo di poter arrivare a qualcosa in questo
modo!
Infondo al momento non abbiamo ancora nessuna prova del suo
coinvolgimento,
anche se credo che ci sia davvero il suo zampino! Però non
credo nemmeno che
sia l’unica a essere coinvolta! Qualcuno deve averla aiutata!
Basta solo
scoprire chi!”
“E va
bene, ti concedo di procedere a
modo tuo ma senza esagerare!” disse
l’uomo poi appoggiandosi in avanti con i gomiti sulla
scrivania, fece segno al ragazzo di avvicinarsi. Michael si
avvicinò di più a
lui rimanendo in attesa e Steven gli sorrise per poi tornare serio. “La prossima volta che decidi di cambiare
programma,
non prendere iniziative senza avermi prima interpellato! Ricorda sempre
chi è
che comanda qui e da chi prendi ordini Mike! Sono stato chiaro?! Che
non si
ripeta mai più una cosa del genere!”
Michael
cercò di mantenere la calma anche se aveva un gran desiderio
di dargli un
gancio sulla faccia, ma tanto era riuscito a ottenere ciò
che voleva. “Ma certo
Steven!”
“Bene!” disse
l’uomo appoggiandosi di nuovo
allo schienale mentre il ragazzo si alzava dalla sedia.
“Un’ultima
cosa!” aggiunse
Steven. “Da oggi verrai affiancato
da Nick e Alec,
che tra l’altro sono i ragazzi con cui lei ha legato di
più quando lavorava qui
per me!”
Il ragazzo
rimase di sasso a quelle parole. Non gradiva l’idea di avere
qualcuno intorno. “Steven, non ho
alcun bisogno…”
“Non
mi interessa di quali siano o
non siano i tuoi bisogni! Conosco bene i tuoi metodi e credo che in
questo caso
potrebbero essere controproducenti!”
“Non
ho nessuna intenzione di
metterle le mani addosso Steven!”
“E ti
credo, ma sappiamo entrambi
molto bene come perdi la pazienza in alcuni frangenti! Io ho bisogno di
sapere
assolutamente chi c’è dietro la faccenda del furto
e i tuoi metodi potrebbero
in qualche modo rendere più difficoltoso il tutto, se
dovessi perdere le
staffe! E credimi, avendo a che fare con una come lei non è
affatto facile! Inoltre
credo che la presenza dei due ragazzi possa attutire il colpo di
vederti sempre
tra i piedi! Una faccia conosciuta e amica è sempre molto
utile! Mi raccomando
però, Nick e Alec non devono assolutamente sapere che cosa
stai facendo! Devono
credere che il tuo compito sia sempre quello di assegnare degli
incarichi a lei
da parte mia! È tutto chiaro Mike?!”
“Si
Steven!” disse il
ragazzo per nulla
entusiasta della sua decisione.
Victoria era
rimasta a letto tutta la mattinata visto che non era riuscita a
chiudere occhio
tutta la notte. Nel pomeriggio inoltrato si alzò dal letto
uscendo dalla sua
stanza con gli occhi spiritati, i capelli sconvolti e ancora con tanto
di ore
arretrate. Si andò a sedere al tavolo della cucina
appoggiando la testa su un
braccio mentre Kate stava preparando uno dei suoi soliti dolci che
facevano
gola alle sue amiche. La ragazza si girò a guardarla
cominciando a ridere.
“Buongiorno,
o forse dovrei dire buon
pomeriggio! Ti vedo davvero in piena forma oggi!” disse con
sarcasmo.
“Non
prendermi in giro Kate yaaaaawn” rispose la
ragazza stiracchiandosi.
“Cosa
ti ha tenuta sveglia stanotte?!”
“Vorrei
poter dire un ragazzo bello,
affascinante e prestante ma non è così!”
Kate scosse
la testa al suo commento. “Parlo
sul
serio Victoria!”
“Anche
io! Comunque mi ha tenuta
sveglia l’idea che lunedì comincia il mio lavoro!
Sono terrorizzata!”
“Non
devi esserlo! Se ti hanno
assunta c’è un motivo!”
“Si,
tipo grazie a Ellis!”
“Ancora
con questa storia?! Quando
inizierai a credere di più nelle tue capacità! E
io che pensavo che questo
problema riguardasse soltanto Max!”
“A
proposito, dov’è Max?!” chiese Victoria
guardandosi intorno.
“È
uscita a fare un giro con Aaron ma
credo che stiano per tornare!”
“Ah!
Perché sono usciti insieme?!”
Kate stava
versando il composto del dolce in una teglia imburrata e infarinata. Si
fermò
di colpo guardando la ragazza. “Ci
deve
essere per forza una motivazione per uscire con un amico?!”
“No,
non volevo dire questo!”
Kate
finì di
versare il composto e infilò la teglia in forno. Poi si
voltò a guardare di
nuovo Victoria avvicinandosi al tavolo. “Posso
sapere cosa è successo tra te e Max?!”
Victoria
sgranò gli occhi sorpresa. “Tra
me e
Max?! N-niente! Che cosa dovrebbe essere successo?!”
“Victoria,
ieri ti ho sentito! Le hai
chiesto scusa e non capisco perché!”
“Abbiamo
avuto una piccola divergenza
di opinione! Ma ti assicuro che non è nulla di
grave!”
“Posso
sapere di cosa si tratta?!”
Victoria non
sapeva cosa rispondere a quella domanda. “Kate
io non...”
“Cosa?!”
“Abbiamo
discusso per via di Timothy!”
“Tuo
cugino?! Per quale motivo?!”
“È
complicato...”
“Capisco
le cose complicate Vicky!”
Victoria
annuì facendo un sospiro. “Ok,
siediti un
attimo!”
Kate prese
posto su una sedia davanti a lei.
“Vedi,
quando Timothy è venuto a
Seattle e siamo usciti tutti insieme, mi sono resa conto che lui...
sì
insomma... gli piaci!”
“Oh…
anche tu con questa storia!”
“Cioè?!”
“Anche
Max è convinta di questo!”
“E ha
ragione perché è così!”
“Ok,
ma non capisco perché avreste
dovuto discutere di questo!”
“Ho
detto a Timothy di non farsi
venire strane idee con te!”
“Cioè?!”
“Gli
ho fatto capire che non avrebbe
dovuto provarci con te!”
Kate rimase
in silenzio guardando l’amica senza capire il senso del suo
gesto. “Non capisco, per quale
motivo?!” chiese
confusa. “Non che io sia
interessata ad
avere una storia con lui!” aggiunse subito con un
certo imbarazzo.
“Beh…
conosco Timothy e per carità è
un bravo ragazzo! Però lui non è interessato a
delle storie serie! Tra voi non
potrebbe mai funzionare e io non voglio che tu soffra a causa sua!
Cerca di
capire Kate, lui è mio cugino e tua una delle mie migliori
amiche! Non posso
permettere che si creino situazioni che possano mettere a rischio la
nostra
amicizia o il mio rapporto con lui!”
Rimasero in
silenzio per un po’ mentre Kate metabolizzava le parole della
ragazza.
“Credimi
Kate, non è che io voglia
intromettermi nella tua vita privata! So che dovresti essere tu a
decidere
quando, come e con chi avere una storia ma in questo caso faccio un
po’ fatica
perché si tratta di Tim” aggiunse
Victoria.
“E perché hai discusso con
Max?!”
“Perché
lei è convinta che io stia
sbagliando a comportarmi così! Che dovrei rimanerne fuori
perché non sono
affari miei! Dice che tu sei una persona adulta e responsabile e che
puoi
gestire la situazione e bla bla bla!”
“E
pensi che non sia così?! Mi trovi
immatura per caso?!”
“No,
però non hai mai avuto
esperienze di questo genere e non vorrei che tu prendessi un abbaglio!
So come
ci si sente quando qualcuno ti fa il filo per la prima volta! Hai visto
cosa è
successo a Max! Credeva davvero di essere innamorata di Lucas, invece
guarda
come è andata a finire!”
“Victoria,
capisco cosa vuoi dire e
apprezzo davvero la tua preoccupazione ma Max ha ragione! Non puoi
decidere
della mia vita privata, nemmeno se c’è di mezzo
una persona che tu conosci! Poi
è vero che non ho esperienze in questo genere di cose! Ma
per averne dovrò pure
iniziare da qualche parte prima o poi!”
Victoria
sgranò gli occhi dalla sorpresa. “Vuoi
avere una storia con lui?! Lui ti piace!”
“Cosa?!
No, non volevo dire questo!” disse Kate
arrossendo alzandosi
dalla sedia con la scusa di dover dare un'occhiata al dolce nel forno.
In quel
momento entrarono nell’appartamento Max e Aaron che parlavano
tra loro.
“Ti
giuro che è vero Max! Ehi, ciao
Victoria! Sai, pensavamo che il letto ti avesse risucchiato
trascinandosi in
un’altra dimensione ultra terrena!”
“Forse
non sarebbe male a volte!” rispose
Victoria in modo serio.
Max chiuse
la porta guardando le due ragazze e capì che doveva essere
successo qualcosa.
“Allora
ragazze, siete pronte per
stasera?! E soprattutto tu Vic visto che sei la festeggiata! Sei pronta
a
pagare da bere per tutti?!”
“Si
certo!”
“A
proposito, a che ora ci vediamo
stasera?!” chiese
Kate.
“Allora
io e Timothy abbiamo una
commissione da sbrigare, quindi ci metteremo un po’ ad
arrivare! Fareste bene
ad avviarvi voi per prime così da trovate posto! Noi vi
raggiungeremo appena ci
libereremo!”
“Victoria,
tu sai dov’è il Paradise?!” chiese Max.
“Si,
me lo ha detto Tim!”
“Ok,
adesso vi lascio ragazze! Ci
vediamo dopo allora!” disse Aaron.
“Ciao
Aaron!” dissero le
ragazze mentre il ragazzo
usciva.
Dopo aver
chiuso la porta, Max riportò la sua attenzione alle sue
amiche. “Allora, cosa è
successo?!”
Le due
ragazze si guardarono e poi fu Kate a rispondere. “Abbiamo
parlato di cosa è successo tra voi ieri! Per la faccenda di
Tim e me!”
“Ah,
capisco! Eee…?!”
“E
niente! Avevi ragione tu Max, ma
ciò non toglie la mia preoccupazione verso Kate!”
“Victoria,
non hai motivo di
preoccuparti! E poi io posso sempre contare su di voi!” disse Kate per
tranquillizzarla. “Non
sarà una possibile storia con Timothy a
distruggere la nostra amicizia! Giusto Max?!”
chiese a Max per chiedere
conferma.
“Assolutamente,
ci vuole ben altro
per rovinare la nostra amicizia!”
“Ok,
non mi piace questa cosa però
non posso fare altro che accettare! Però se vi mettete
insieme e lui inizia a
forzare la mano per portarti a letto, giuro che non rispondo di
me!”
“Victoria!”
disse Kate
arrossendo. “Io non ho nessuna
intenzione di farlo al di
fuori del matrimonio!”
“E lui
invece si, prima, dopo e
durante!”
“Durante
il matrimonio?!” chiese Max
ridendo mentre Kate
arrossiva ulteriormente.
“Non
vi abituate troppo all’idea di
sentirvelo dire, ma vi voglio bene davvero ragazze! Siete le mie amiche
e non
voglio che nessuno si intrometta tra noi o che comprometta in qualche
modo la
nostra amicizia!”
disse Victoria un po’ a disagio.
Le ragazze
la guardarono con un dolce sorriso. Poi Kate disse: “Abbraccio
di gruppo?!”
“E
abbraccio di gruppo sia!” confermò
Max mentre si avvicinavano a
Victoria abbracciandola.
“Ok,
ora basta con queste smancerie!” disse la
ragazza in imbarazzo ma con
un lieve sorriso al loro gesto.
Per la prima
volta dopo aver perso Taylor e Courtney, sentiva di non essere
più da sola. Era
felice di avere delle amiche sincere che tenevano davvero a lei e che
non la
temevano affatto. Pensava che forse Chloe aveva ragione, quando diceva
che le
due ragazze morte nel tornado, erano diventate sue amiche solo per
timore e per
raggiungere una certa popolarità. Ma le due ragazze morte a
causa del tornado,
non avevano nessuna responsabilità. La colpa era soltanto
sua per non essere
stata in grado di rapportarsi agli altri nel modo giusto. Senza imporre
nulla e
senza prendere di mira nessuno, come aveva fatto con Max e Kate.
Chloe
tornò
al suo appartamento per cambiarsi per la sua ultima serata da passare
in
compagnia di Lauren.
“Sei
tornata?!” chiese Steph
che si stava preparando
per andare a lavoro.
“Si,
ma solo per cambiarmi! Dopo
passo a prendere Lauren e andiamo al Paradise!”
Flerk si
avvicinò a lei strusciandosi alle sue gambe.
“Ehi,
che c’è? Ti sono mancata?” disse Chloe
prendendolo in braccio.
“Stanotte
è rimasto davanti alla
porta di nuovo in attesa che tornassi!” disse Steph.
“Credo
che dovrò sedarlo allora!”
“Oppure,
dovresti farlo accoppiare
così penserà ad altro!”
“Steph,
ne abbiamo già parlato non
voglio che si accoppi!”
“Perché
tu devi scopare e lui no?!”
“Perché
io non rischierò di rimanere
e né di mettere incinta nessuna! Lui invece
sì!”
“Innanzitutto
non è detto che metta
incinta la gatta!”
“Steph,
in media i gatti possono
avere dai sei ai sette cuccioli e in alcuni casi anche di
più! Non voglio avere
tante palle di pelo in giro per casa e nemmeno tu!”
“Ma
anche se fosse non li terremo noi!
Se ne dovrà occupare il padrone della gatta! Potrebbe farli
adottare da
qualcuno!”
Chloe mise
giù il gatto guardando l’amica sospettosa. “Perché
tutto a un tratto ti interessa così tanto la vita sessuale e
sociale del mio
gatto?!”
“Beh…
dicevo così per dire! Insomma…
anche gli animali… hanno i loro bisogni!” rispose Steph
cercando di evitare lo sguardo
indagatore della sua amica.
“Tu
non me la racconti giusta! Mi
stai nascondendo qualcosa!”
“Io?!
Pff… no… non ti nascondo nulla!”
“Mh,
sarà…”
“Senti
adesso devo andare a lavoro,
ci vediamo lì!”
disse Steph prendendo le chiavi dell’auto e dirigendosi verso
la porta.
“A
proposito Steph, grazie per aver
preso il mio posto al bar per oggi! Avevi la serata libera e invece
adesso…”
“Lascia
perdere Chloe, non è un
problema! Anzi, mi fa piacere se posso concedervi del tempo in
più!”
“Già…” disse Chloe.
“Chloe,
se non vuoi che parta
dovresti dirglielo!”
“No,
non posso fare una cosa del
genere! Io voglio che parta!”
“Ma
hai una faccia che dice tutto il
contrario!”
“Non
amo questa situazione! E non amo
ancora di più il fatto che me lo abbia detto così
tardi!”
“Sarebbe
cambiato qualcosa così?!”
“Si,
avrei avuto il tempo di digerire
questa cosa! Ma così di colpo… io odio i
cambiamenti, soprattutto quelli
improvvisi! Mi mettono ansia!”
“Chloe,
lei tornerà presto! Non te ne
accorgerai nemmeno! C’è così tanto da
fare al Paradise in questo periodo che
non avrai nemmeno il tempo di pensarci!”
“Si
certo, come no!”
Steph le si
avvicinò sorridendo e le diede un bacio sulla guancia. “Ci vediamo dopo!”
“Ok, a
dopo!”
Steph
uscì
dall’appartamento mentre lei prendeva di nuovo in braccio
Flerk. “Beh, sarai contento, mi
avrai tutta per te
per un mese e forse anche di più!”
Flerk
miagolò mentre strofinava la sua testolina al petto della
sua padroncina.
Per la
serata Asher aveva optato per della musica dal vivo invitando una band
abbastanza conosciuta a Portland. I componenti del gruppo erano in
gamba e
sapevano il fatto loro. Per questo motivo erano molto richiesti dai
vari proprietari
dei locali della città. Erano le nove e mezza di sera e
l’evento era iniziato
da un po’. Gli amici di Lauren, Chris, Allison e Jonathan
erano già tutti al
locale. Erano seduti su un divanetto dinanzi alla pista da ballo e il
palchetto
che ospitava la band. I tre ragazzi stavano aspettando l'arrivo di
Chloe e
Lauren, che non si fecero attendere più del dovuto.
L’intento dei ragazzi era
quello di passare una serata tutti insieme, in vista della partenza
della loro
amica. Quando finalmente arrivarono le due ragazze incominciarono a
ordinare da
bere per poter aprire le danze successivamente. Inutile dire che
entrambe le
ragazze non erano proprio dell’umore giusto per passare la
loro ultima serata
in compagnia degli amici, ma cercarono comunque di divertirsi e di non
pensare
ad altro.
Nel frattempo
Victoria, Max e Kate erano in macchina dirette proprio al Paradise.
Poco prima
di arrivare Max ricevette una telefonata da Aaron.
“Ciao
Aaron!”
“Ciao
Max! Ascoltami abbiamo un
problema qui! Non credo che riusciremo ad arrivare in tempo!”
“Che
è successo?! Dove siete?!” chiese Max
mentre Victoria ogni tanto
le lanciava un’occhiata, per cercare di capire cosa stesse
succedendo.
“Nulla
di grave, siamo stati
coinvolti in un incidente e…”
“Un’incidente?!” chiese Max
spaventata.
“Cosa?!” dissero Kate e
Victoria altrettanto
preoccupate.
“No,
tranquilla Max non è successo
nulla! Io e Timothy stiamo benissimo! Però siamo ancora
molto distanti da voi e
poi stiamo aspettando il carrozziere! La macchina non riparte,
è messa
abbastanza male!”
“Oh
merda, veniamo a prendervi!” disse Max.
“No
Max, lascia stare ce la caviamo
da soli! Sappiamo come tornare a casa! E poi non vorremmo assolutamente
rovinarvi la serata! Mi dispiace che non possiamo essere lì
con voi per poter
festeggiare l’assunzione di Victoria!”
“Capisco…”
“Posso
sapere che diavolo sta
succedendo?!” chiese
Victoria perdendo la pazienza.
“Sono
rimasti coinvolti in un
incidente stradale, la macchina non riparte e stanno aspettando il
carrozziere!
Ma loro stanno bene per fortuna!” disse Max.
“Ok,
li andiamo a prendere…”
“Aaron
ha detto di no!”
“Non
se ne parla nemmeno, li andiamo
a prendere!” disse
Victoria.
Aaron dopo
essere riuscita ad ascoltare le parole della ragazza chiese a Max di
inserire
il vivavoce.
“Ragazze,
so che dovevamo passare la
serata insieme e divertirci, ma al momento non è possibile!
Avremo un’altra
occasione me vi prego, andate al Paradise! Non è giusto che
non andiate a causa
nostra! Ci sentiremmo una vera merda!” disse Aaron
rivolte a tutte.
“Ma
non possi…” disse Victoria
interrotta da una voce
che tuonava dal telefono di Max. Era Timothy.
“Cazzo
Victoria, sei sempre la
solita! Non ti permettere a rovinare la serata a te e le tue amiche!
Hai
ottenuto quel cazzo di lavoro e adesso voi festeggiate! Con o senza di
noi! Se
ti azzardi a restare a casa io ti diseredo come cugina!”
“Come
scusa?!”
“Hai
capito bene! Se lo fai ti
disconosco come Victoria Chase!” disse il
ragazzo mentre Kate e Max ridevano.
“Oooh
e va bene! Hai vinto, ma non
pensare di potertela cavare così tutte le volte! Te lo
concedo solo perché ho
una voglia matta di bere!”
“Certo
cuginetta! Ora andate e
divertitevi anche per noi! Vi prometto che ci rifaremo la prossima
volta! Ora
vi lascio!”
“Ok,
ciao Tim!” dissero le
ragazze chiudendo la
telefonata.
“Beh,
li hai sentiti no?!”
“Non
ci resta che andare! Avremo
altro da festeggiare!”
“Si,
tipo quando sarai tu a ottenere
un lavoro!” disse
Kate rivolta a Max.
“E va
bene! Andiamo!” disse Victoria.
Non ci
misero molto ad arrivare a destinazione e dopo aver parcheggiato l'auto
si
diressero lentamente all’entrata del Paradise mentre
chiacchieravano. Nello
stesso momento anche Shonei si stava dirigendo verso il locale e mentre
camminava stando qualche passo dietro a loro, si voltò alle
sue spalle. Vide
due ragazze, una delle quali sembrava essere una delle sue amanti a cui
promise
di farsi risentire, cosa che ovviamente non aveva fatto.
“Oh
merda santa!” disse Shonei
iniziando a camminare
più velocemente verso l’entrata del Paradise,
continuando a lanciare delle
occhiate alla ragazza alle sue spalle, preoccupandosi di essere
riconosciuta.
Accelerando di più il passo, andò a sbattere
contro Kate facendola quasi cadere
a terra se non fosse per l’intervento delle sue due amiche.
“Ehi!”
esclamò Victoria furibonda.
“Oh,
scusami!” disse Shonei
afferrando le braccia
di Kate. “Stai bene, non ti sei
fatta
male, vero?!”
“No,
è tutto ok! Tranquilla!” rispose Kate.
“Ok?!
Ma se stava per scaraventarti a
terra!” disse
Victoria guardando Shonei.
“Victoria!” disse Max
guardandola come per
chiederle di smetterla.
“Ehi,
mi sono scusata e assicurata
che stesse bene!”
“E
credi che questo basti?!”
Shonei la
guardò sgranando gli occhi. “E
cosa dovrei
fare scusa?!”
“Oh,
non farci caso! Lei è soltanto
un po’ iperprotettiva!” disse Kate per
giustificare la reazione della sua amica.
“Sentite,
mi dispiace di esservi
venute addosso, ok?! Però adesso non posso continuare a
stare qui fuori!” disse Shonei
guardando la ragazza
dalla quale si stava nascondendo, avvicinarsi sempre di più.
“Merda!”
“Oooh,
scusaci tanto per averti
intralciato la strada!” disse Victoria
con sarcasmo.
“Ok,
facciamo così allora, entrate
con me nel locale! Vi offro da bere per farmi perdonare! Per voi va
bene?!”
“Oh,
non credo sia necessario!” disse Kate.
“Si,
non è affatto necessario!” rispose Max
mentre Shonei la guardò
per la prima volta con una sensazione strana.
“Credo
che possa andar bene!” rispose Victoria
lasciando sbalordite
le sue amiche.
Shonei
distratta dalle parole di Victoria, riportò
l’attenzione su di lei. “Bene,
allora entriamo e anche di fretta!”
Entrarono nel
locale che sembrava
già strapieno di gente.
C'era chi occupava i divanetti sulla sinistra, situati davanti alla
pista da
ballo e al palco. Chi sedeva ai tavoli a destra, dove di solito veniva
servita
la colazione al mattino. Altri ancora seduti sugli sgabelli del bancone
del bar
dove Steph, aiutata da un altro collega, stava servendo da bere. Shonei
sapendo
che Chloe, Lauren e gli altri sarebbero stati presenti, si diresse
sulla
sinistra dove era un po’ più difficile addentrarsi
a causa della moltitudine di
gente. Rimanendo al limite della pista da ballo, cercò di
individuarle nella
mischia senza successo, mentre le tre ragazze in sua compagnia
restavano un
passo indietro. Mentre la band sul palco intratteneva i clienti con il
loro
repertorio, Chloe e Lauren continuavano a ballare guardandosi negli
occhi ignare
di tutto, strette in un caloroso abbraccio.
“Non
riesco a credere che questa sia
l’ultima sera che passiamo insieme!” disse Lauren
con tristezza.
“Da
come lo dici sembra la fine di
tutto! Mi sembra un po’ eccessivo, non trovi?!” rispose Chloe.
“No,
non lo trovo eccessivo perché
anche se non sono ancora partita, mi manchi già!”
“Ci
rivedremo presto, vedrai! E poi
ci terremo in contatto telefonicamente! Quindi non
c’è nessun problema!”
Lauren la
guardava con aria interrogativa. “Non
so
come prendere la tua reazione! Sei ancora arrabbiata perché
non ti ho avvisata
subito?! O semplicemente non ti pesa più di tanto non
vedermi?!”
“Perché
adesso ho come la strana
sensazione che qualsiasi risposta io dia, mi ritroverò nella
merda fino al
collo?!”
Lauren
sorrise: “Perché ti ho
dato due sole
possibili risposte!”
“Ti
sei sprecata!”
“Forse
giusto un po’!”
“Ok,
allora che ne dici se ne
aggiungo una terza?!”
“Te lo
concedo!”
“Sto
solo cercando di essere
ottimista, ed esserlo non è mai stato il mio forte! Quindi
apprezza il mio grande
sforzo!”
“Io lo
apprezzo ma non mi
dispiacerebbe sapere che ti senti almeno un filino come me!”
“Lauren…
io non…” disse Chloe
interrompendosi
sentendosi in difficoltà.
Così
rimase
in silenzio.
“Stai
pensando a qualcosa ma non vuoi
dirlo! Posso sapere cos’è?!” aggiunse Lauren.
“Lauren,
non ho nulla da dire!”
“Sei
stata tu a dire che dovremmo
dirci sempre tutto quanto! Io non l’ho fatto rischiando di
perderti! Ho
imparato la lezione! Quindi adesso non commettere il mio stesso errore
Chloe!
Dobbiamo dirci sempre tutto! Ti sto chiedendo di dirmi cosa ti passa
per la
testa! Se ci tieni a me devi farlo!”
Chloe
sospirò arrendendosi. Era diventato un po’ troppo
difficile tenerle nascoste le
cose. “Non voglio dire quello che
penso
davvero, perché ho paura di farti cambiare idea sul fatto di
partire! Io non
voglio questo e quindi preferisco tenere tutto per me!”
“Bene,
adesso mi hai dato una ragione
in più per sapere…!”
“Lauren!”
“Ti
prego Chloe, ti giuro che non
cambierò idea!” disse
la ragazza con sincerità.
“Non
voglio dirti quanto mi
mancherai! Non sento che tu mi stia abbandonando ma fa male lo stesso,
ed è
come se tu non potessi ritornare più indietro! Un
po’ come è sempre successo
con tutte le persone importanti della mia vita! Lo so che è
da stupidi quello
che sto dicendo e…”
“No
Chloe, non è da stupida!” disse la ragazza
accarezzandole il
viso con una mano. Poi aggiunse: “Io
tornerò
sempre da te, non dubitarne mai!”
Lauren si
strinse ancora più forte a lei avvolgendo le braccia attorno
al collo e appoggiandole
la testa sulla spalla continuando a ballare dondolandosi.
Shonei a
causa della confusione e delle luci basse non riuscì proprio
a individuarle,
nonostante Chloe e Lauren stessero ballando a poca distanza da lei.
Così ci
rinunciò rivolgendosi alle tre ragazze. “Andiamo
a sederci ai tavoli dall’altra parte che
c’è meno confusione!”
Ma proprio
nel momento in cui le ragazze si voltarono per seguire Shonei, Chloe
che
ballava con la sua ragazza a poca distanza da loro, guardò
nella loro direzione
giusto in tempo per intravedere un volto familiare che si allontanava.
I suoi
passi rallentarono fino a quasi fermarsi del tutto. Continuò
a spostare lo
sguardo un po’ ovunque in quella direzione, anche se ormai
chiunque fosse, sembrava
essere svanito nel nulla come risucchiato dalla marea di gente. Quanto
Lauren
si accorse che Chloe aveva quasi smesso di ballare, le
appoggiò una mano sul
viso facendola voltare verso di sé. “Cosa
c’è Chloe?!”
“No…
niente… è solo che… mi è
sembrato di vedere qualcuno!”
“Chi?!” chiese Lauren.
“Non
lo so, è questo il punto! Forse non
era nessuno, ma sembrava familiare!”
“Chloe,
tu qui ci lavori! Per te sono
quasi tutti volti familiari!” disse la
ragazza sorridendo.
“Si,
hai ragione!” rispose Chloe.
Così
ritornarono a ballare mentre Shonei accompagnava le ragazze a uno dei
pochi
tavoli liberi. Le tre ragazze si sedettero sui sedili mettendo una
certa
distanza tra loro e la ragazza. Shonei da un lato e loro
dall’altra parte.
Victoria che era seduta proprio davanti alla ragazza la guardava quasi
come per
studiare il soggetto.
“Ehi
Eddie!” disse Shonei
facendo segno al ragazzo
di avvicinarsi visto che era nei paraggi. Lui le fece segno di
attendere.
“Allora,
cosa volete da bere?! Potete
ordinare quello che volete, tanto offro io!”
“Oh
non lo so! Qual è il cocktail più
costoso in questo posto?!” chiese Victoria
cercando di provocare la ragazza senza riuscirci.
“A
dire il vero non so quale sia il
più costoso ma volendo posso chiedere!”
“Ehi
Shon!” disse Eddie
arrivando al loro
tavolo, salutandola con un pugno sul braccio.
“Ehi
Eddie! Vedo che oggi avete il
pieno!”
“Di
solito succede in queste serate!” rispose il
ragazzo girandosi verso
le ragazze guardandole una per una finché i suoi occhi non
si posarono su
Victoria che in quel momento chiacchierava con Kate a bassa voce.
“Allora
Eddie, per me solo una birra
al momento e per... Eddie?!” disse la
ragazza accorgendosi che il ragazzo fosse
totalmente distratto. “Eddie!”
Lui si
voltò
di colpo verso Shonei. “Si... dimmi
Shon,
cosa vuoi da bere?!”
“Guarda
che te l'ho già detto!” disse la
ragazza sorridendo mentre
scuoteva la testa, avendo capito da cosa era distratto.
“Ok,
potresti ripetere?!”
“Una
birra ho detto!”
“Ok,
una birra e per...”
“Ragazze,
cosa volete da bere?!” disse Shonei
interrompendo il
ragazzo.
“Per
me una birra andrà bene!” rispose Kate.
“Anche
per me!” si
aggregò Max.
“E
tu?!” chiese Shonei
rivolgendosi a
Victoria.
“Un
margarita andrà più che bene!”
“Ok,
allora tre birre e un margarita”
disse il ragazzo
prendendo appunti. “Nient'altro?!”
“No, a
meno che non vogliate prendere
qualcosa da accompagnare all'alcool!” disse Shonei
rivolgendosi alle ragazze.
“No,
va bene così!” disse Victoria
odiando quella serata
sempre di più.
“Ok,
arrivo subito con le vostre
ordinazioni” disse
Eddie lanciando un'altra occhiata a Victoria prima di allontanarsi.
Shon
ridacchiò. “Certo Eddie,
sono sicuro che
sarai velocissimo!” Poi si voltò verso
le tre ragazze. “Allora, posso
sapere i vostri nomi o vi devo chiamare tutte tu?!”
“Se
è una battuta ti posso dire che
non fa ridere!” rispose
Victoria.
“Oh,
ma io non volevo farvi ridere!
Comunque mi presento, io sono Shonei ma potete chiamarmi
Shon!”
“Io
preferirei non chiamarti proprio
se non ti spiace!” disse
Victoria tagliente, mentre le sue amiche le lanciavano
un’occhiataccia.
“Beh,
allora saresti davvero una
delle poche a non farlo!” rispose Shonei
sorridendo lasciando le ragazze confuse. “Se
vuoi fare la difficile per me va bene!”
“Mi
chiamo Victoria!” disse la ragazza
incrociando le
braccia al petto.
“Bel
nome Victoria!”
Poi Shonei
guardò la ragazza al fianco di Victoria.
“Io mi
chiamo Kate!”
“E
tu?!” chiese Shonei
rivolgendosi questa
volta a Max seduta accanto a Kate.
“Io
sono Max!”
“Max?!” disse Shonei
riflettendo.
“Si,
perché hai qualche problema con
il suo nome?!” chiese
Victoria.
“Oh
no! Solo che Max è un nome
maschile e mi stavo chiedendo...”
“È
un'abbreviazione del mio nome per
intero! In realtà mi chiamo Maxine, ma preferisco essere
chiamata Max!”
“Ok...
Max!” disse Shonei
annuendo senza
staccarle gli occhi di dosso. Più guardava la ragazza e
più sentiva che le
sfuggisse qualcosa.
“Ecco
qui le vostre ordinazioni!” disse Eddie
servendo per prima
Victoria.
Shonei lo
guardò divertita scuotendo la testa. Poi il ragazzo
servì le altre ragazze e
infine Shonei che lo afferrò per un braccio attirandolo a
sé per sussurrargli qualcosa
nell'orecchio. “Guarda che hai la
patta
dei pantaloni aperta!”
“Cosa?!”
chiese Eddie
terrorizzato dalla
possibile pessima figura.
Lui di
istinto si girò di spalle al loro tavolo per darsi una
sistemata, ma capì di
essere stato preso per i fondelli dalla ragazza che se la rideva sotto
ai
baffi. Lui la fulminò con lo sguardo. “Se
avete bisogno di altro, chiamatemi pure!” disse il
ragazzo in imbarazzo
mentre si allontanava.
“Bene,
allora facciamo un brindisi
a...” disse Shonei
interrompendosi e rinunciando al brindisi, dopo aver visto Victoria
già
attaccata al suo bicchiere. “...come
non detto!”
Dopo che
ognuno prese un sorso dalla sua bevanda, Shonei cercò di
saperne di più sul
trio che aveva davanti.
“Non
mi sembra di avervi già viste!
Siete di qui o...”
“Non
siamo di Portland!” tagliò
corto Victoria.
“Ci
avrei giurato! E di dove siete?!”
“Io e
Max di...” rispose Kate
interrotta da Victoria.
“Di
Seattle! Siamo di Seattle!” disse Victoria
con determinazione,
mentre le amiche la guardavano con aria interrogativa.
Shonei prese
un altro sorso della sua birra guardandole e capì subito che
c'era qualcosa che
non andava. Victoria stava mentendo su qualcosa. “Seattle
eh... ci sono stata qualche volta!”
“E tu,
di dove sei?!” chiese Victoria
ricambiando la
domanda.
“Di
qui!”
“Si...
Certo!” rispose
Victoria.
“Siete
qui di passaggio o per le vacanze
estive?!”
“Veramente
ci siano trasferite da
poco!” rispose Kate.
“Ah
bene! E qual è il motivo del
vostro trasferimento se si può sapere?!”
“Io
finirò gli studi qui per
laurearmi!”
“Interessante!
E quali sono i tuoi
progetti per il futuro!”
“Voglio
diventare psicologa!”
“Ah
è un buon lavoro! Sicuramente con
tutti gli svitati che ci sono in giro, farai soldi palate!” disse Shonei
con ironia.
Ma nessuno
rise alla sua battuta, soprattutto Victoria che la stava fulminando con
uno
sguardo omicida. “Scusa Kate, spero
di
non averti offesa! Volevo solo fare una battuta!”
“Nessuno
ti ha mai detto che le tue
battute non fanno ridere per niente?!”
“Ok,
chiedo umilmente perdono! Dunque
Kate studia e voi due?!”
“Tu
cosa fai?!” chiese Victoria.
“Io
lavoro!”
“È
un po' troppo vago!”
Shonei
ridacchiò a quel commento. “Io
mi occupo
di... pubbliche relazioni!” mentì la
ragazza.
“Fingerò
di crederci!” rispose
Victoria ritornando al suo
drink.
“Dove
sono i bagni qui?!” chiese Kate.
“La in
fondo, sempre dritto!” rispose Shonei
indicando alle spalle
della ragazza.
“Grazie
Shon!”
“Di
nulla Kate!”
“Mi
accompagneresti?!” chiese Kate a
Victoria senza
aspettare una risposta, tirandola per un braccio. Dopo essere entrate
in bagno
Kate rimproverò Victoria per il suo atteggiamento poco
carino nei confronti
della ragazza che cercava solo di essere gentile.
Nel
frattempo al tavolo rimasero solo Shonei e Max che si guardarono
sorridendo.
Poi a un tratto Shonei scivolò sul sedile a destra
avvicinandosi a Max.
“Allora
Max, vuoi ordinare
qualcos'altro?!”
Max non
capì
la domanda a causa del frastuono della gente intorno e della musica. “Non ho capito!”
A quel punto
Shonei si avvicinò a lei appoggiando un braccio sul sedile
dietro alle spalle
di Max. Avvicinandosi all'orecchio della ragazza ribadì: “Ti ho chiesto se vuoi
qualcos'altro!”
Nel momento
stesso in cui percepì la vicinanza della ragazza,
così tanto da sentire il suo
profumo, si sentì subito in imbarazzo. Quella ragazza la
faceva sentire in modo
strano e per quanto la sensazione che provava non fosse del tutto
spiacevole,
si sentiva fortemente a disagio e intimorita, tanto che si
scostò leggermente
da lei arrossendo. Shonei capì subito di cosa avesse
provocato in lei, del
resto era più che abituata alle reazioni delle ragazze in
sua presenza. Sorrise
rimuovendo il braccio dallo schienale e scivolando di nuovo al suo
posto, per
togliere dall'imbarazzo la ragazza. “Max,
ma ci conosciamo?!”
“Che
cosa vuoi dire?!”
“Non
lo so, ho come la sensazione di
conoscerti già!”
“No,
non credo proprio! Me ne
ricorderei se ci conoscessimo!”
“Infatti,
nessuna si scorderebbe di
me!” disse Shonei
con disinvoltura lasciando Max perplessa.
Arrivarono
Victoria e Kate riprendendo i loro posti. Nel frattempo Shonei e Max
continuavano a guardarsi e Victoria non poté fare a meno di
notarlo.
“Credo
che questa serata sia davvero
noiosa! Ce ne andiamo dopo aver finito di bere!”
“Aspetta
Victoria! Non mi avete
ancora detto come mai vi siete trasferite! Kate studia e voi
due?!” chiese
indicando Victoria e Max.
E mentre
iniziava a bere un altro sorso di birra, Victoria le rispose: “Siamo delle fotografe!”
A quella
frase un'immagine prese forma nella sua mente realizzando finalmente,
chi fosse
la ragazza. Un po' di birra le andò di traverso e in un
attimo si trovò a
sputare il contenuto della bevanda, nella direzione della ragazza di
fronte,
sporcandole la camicetta.
“Ehi,
ma che cazzo! Questa è la mia
nuova camicia!” disse
Victoria infuriata.
Shonei
cercò
di scusarsi tra un colpo di tosse e un altro. Poi quando finalmente
riuscì a
parlare disse: “Scusatemi, voi
restate
qui! Arrivo subito ok?! Non vi muovete!”
Corse verso
il bar cercando di attirare l'attenzione di Steph, battendo un palmo
della mano
sul bancone. A un tratto Steph che stava servendo un cliente, la vide
agitarsi
facendole segno di avvicinarsi. Dopo aver servito il cliente si
avvicinò
dall'altro lato verso la ragazza. “Si
può
sapere perché ti stai agitando tanto?!”
“Cazzo
Steph! Dov'è Chloe?! Prima
l'ho cercata nella folla ma non c'è!”
“E
allora guarda meglio, perché è
qui!”
“Si ma
di preciso dove?!”
“Prova
nella pista da ballo!”
“Ok,
allora ricontrollo!”
“Ehi,
non andare a disturbarle! È
l'ultima serata che stanno insieme e già sono in compagnia
degli amici di
Lauren! Non mettertici pure tu!”
“Dannazione
Steph, devo farlo per
forza!”
“No
non devi!”
“Invece
sì! Max è qui!”
“Cosa?!
Max chi?!”
“Lo
sai bene a chi mi riferisco! È
lei ne sono più che sicura!”
“Ma
dove?!”
“È
seduta a un tavolo con alcune
amiche!”
“Hai
bevuto vero?!”
“Dannazione
Steph, sto parlando sul
serio!”
Eddie si
avvicinò a Shonei appoggiandogli una mano sulla spalla. “È stato uno scherzo di
cattivo gusto, quello di prima! Ma sono
disposto a perdonarti se mi dici il nome della biondina con i capelli
corti!”
“Eddie,
non è il momento questo!”
“Lascia
stare Chloe e Lauren!” avvisò
Steph prima di iniziare ad
allontanarsi.
“Allora,
qual è il suo nome?!” insistette
Eddie.
Così
alla
fine la ragazza, stufa dell'insistenza del ragazzo rispose: “Victoria, si chiama Victoria! Adesso
lasciami in pace!”
In quel
momento Steph sentendo il suo nome tornò indietro
afferrandola per un braccio. “Cosa
hai detto?! Chi è Victoria?!”
“È
una delle amiche di Max e ora se
non ti dispiace, devo avvisare Chloe immediatamente!” disse Shonei
allontanandosi, mentre
Steph guardava in direzione dei tavoli. Ma non riuscì a
distinguere nessuno.
Shonei si
buttò nella mischia delle persone intente a ballare un
lento. Finalmente riuscì
a individuare Chloe Lauren che stavano ballando abbracciate l'una
all'altra. “Ehi Chloe!”
disse Shonei dandole un
colpo sulla spalla.
“Ehi
Shonei, sei arrivata!”
“Ascoltami,
devo parlarti
urgentemente!”
“Di
cosa?!”
“Shon
per favore è la nostra ultima
serata! Non rovinarcela!”
“Non
voglio rovinare un bel niente,
ma devo parlare a Chloe di una cosa importante!”
“Ma
non può aspettare! Se è così
importante, lo sarà anche tra un'ora!”
“Non
c'è tempo!” disse Shonei a
Lauren. Poi si voltò
verso Chloe. “Ci vorranno pochi
minuti!
Poi potrete continuare a strusciarvi quanto volete!”
Chloe,
guardò Lauren e la ragazza capì quali fossero le
sue intenzioni. “Oddio Chloe! Non
ci posso credere!”
“Ci
vorrà un attimo! Tu vai dagli
altri, vi raggiungo subito!” disse Chloe
dandole un bacio sulle labbra.
Poi si
allontanò con Shonei che la teneva stretta per un polso
trascinandola per
portarla nel bagno, il più possibile rasente al bancone del
bar per evitare che
vedesse Max. Steph vide la scena iniziando a preoccuparsi sul serio.
Quando
raggiunsero il bagno, Shonei lasciò la presa assicurandosi
che non ci fosse
nessuno nelle cabine.
Chloe si
appoggiò di spalle ai lavelli guardando l'amica. “Spero sia davvero importante come dici o
Lauren ti ammazzerà!”
“Ok...” disse Shonei
fermandosi davanti a
lei non sapendo bene da dove cominciare. “Lo
so che quello che ti sto per dire sembrerà assurdo, ma ti
prego di credermi!”
Chloe la
guardava in modo strano. “Ok...
spara!”
“Stasera
ho incontrato una persona
che credevo di conoscere! Anche se in realtà a pensarci
bene, non la conosco! O
almeno non la conosco come potrei conoscere te o Steph o...”
“Ok
Shon, arriva al punto perché mi
stai mandando in confusione!”
“Quando
ho sentito il suo nome mi
sono un po' allarmata! Però poi pensandoci bene era solo un
nome, fino a
quando...”
Chloe
spazientita da quelle parole inutili e confusionarie sbottò.
“Ma porco cazzo Shon, dì
quello che devi
dire e basta! Lauren mi sta aspettando e domani va via!”
“Max
è qui!” disse tutto
d'un fiato Shonei.
Chloe ci
mise un po' a realizzare cosa avesse detto. “C-che...cosa?!”
“Max,
la tua amica è qui a Portland!”
“Ma
vaffanculo Shon! Che cazzo stai
dicendo!”
“Lo so
che può sembrarti assurdo, ma
ti dico che lei è qui!”
“Non
è solo assurdo, è praticamente
impossibile!”
“Invece
è così, l'ho vista con i miei
occhi!”
“Ma se
non l'hai mai vista!”
“Ti
sbagli, io l'ho vista! La tua
foto e il murale... ti dico che è lei, anche se è
un po' diversa! Ora porta i
capelli lunghi!”
A un tratto
Chloe ripensò al momento in cui stava ballando con Lauren,
quando le era
sembrato di vedere qualcuno di familiare. Era sicuramente una ragazza e
portava
i capelli lunghi. E se fosse Max che avesse visto? Possibile che la sua
amica
fosse a Portland?
“C'è
una bella differenza tra foto,
murales e...”
“Chloe,
ti sto dicendo che sono
sicura si tratti di lei!”
“No,
non è possibile! Lei non può
essere qui! Anche io stasera ho visto qualcuno di familiare, ma questo
non vuol
dire nulla!” disse
Chloe agitata spostandosi sulla parte opposta dei lavelli e
appoggiandosi al
muro tra una cabina e un'altra.
“È
qui con delle amiche! Vengono da
Seattle!” incalzò
Shonei.
“Shon,
piantala per favore!” disse Chloe
evitando il suo sguardo.
“Victoria
e Kate! Ti dicono nulla
questi nomi?!”
Chloe di
scatto tornò a guardare l'amica incredula.
“Le
conosci non è vero?! Kate studia
per diventare psicologa e Victoria e Max sono delle fotografe! La tua
amica
preferisce farsi chiamare Max, piuttosto che Maxine!”
Chloe
ascoltando le sue ultime parole iniziò a sentire il suo
cuore pulsare
velocemente e a respirare affannosamente. Si portò una mano
al petto, mentre i
suoi battiti aumentavano di velocità e sentì una
sensazione di soffocamento
travolgerla e le mani cominciarono a tremare.
“Mi
manca... il respiro!” disse iniziando
a scivolare sulla
parete fino a raggiungere il pavimento sedendosi.
“Chloe,
Chloe che cazzo succede?!
Cos'è?! Stai male?! Non ti senti bene?! È uno dei
tuoi attacchi di panico?!”
Chloe non
rispose continuando a respirare a fatica. Shon si
inginocchiò davanti a lei
afferrandola per il viso. “Guardami
Chloe, è tutto ok! Ora passa! Cerca di respirare lentamente!
Piano ok?! Respira
e inspira lentamente con il naso!” disse la ragazza
respirando insieme a
lei.
Continuarono
così fino a quando il respiro di Chloe tornò
regolare. Il tremore alle mani
invece, ancora non passava.
“Ok,
brava così! Continua a respirare
lentamente!” disse
Shonei rimettendosi in piedi. “Dobbiamo
andarcene da qui! Ce la fai ad alzarti?!”
“Si...”
rispose Chloe
incerta.
“Avanti,
ti aiuto io!” disse Shon
aiutandola a rialzarsi. “Usciamo di
qui!” aggiunse Shon aprendo
la porta del bagno per uscire. Ma appena aprì la porta la
richiuse
immediatamente voltandosi verso l'amica. “Non
possiamo uscire!”
“Cosa?!”
chiese Chloe
confusa.
“Stanno
venendo qui!”
“Chi?!”
“Max e
le sue amiche!”
“Ma
cosa... mi ha vista?! Sa che sono
qui?!”
“No,
non sa nulla ed è meglio che non
lo sappia per adesso!”
“Perché?!”
“E me
lo chiedi?! Ti è venuto un
attacco di panico Chloe! Non sei nelle condizioni per una rimpatriata!
Anche
perché da quello che mi hai raccontato non credo
sarà un incontro proprio
piacevole! Ora nascondiamoci!” disse Shonei
afferrando di forza Chloe per un polso,
trascinandola in una cabina e chiudendo con la sicura. “Ora
fai silenzio e aspettiamo che vadano via!” aggiunse
Shonei.
In quel
preciso istante la porta del bagno venne aperta e le tre ragazze
entrarono.
“Dannazione,
guardate come mi ha ridotto
la mia nuova camicetta!” disse Victoria
furibonda.
“Su
Victoria, è stato solo un
incidente!” disse Kate.
“Davvero?!
Come quando stava per
spiaccicati a terra?!”
“Non
mi ha vista!”
“Si,
perché tu sei trasparente al
contrario di Max!”
Quando Chloe
sentì pronunciare il nome della sua amica, il suo cuore fece
un sussulto. Nel
frattempo Shonei la guardava preoccupata, temendo che potesse avere un
altro
attacco di panico. In quel caso non avrebbero avuto altra scelta, se
non uscire
allo scoperto.
“Cosa
vuoi dire?!” chiese Max.
Alle sue
prime parole, l'espressione di preoccupazione di Chloe si
trasformò in stupore.
Erano passati tre anni da quando aveva ascoltato la sua voce e quasi
non
riusciva a credere alle sue orecchie. Se fino a quel momento aveva
qualche
dubbio sulla presenza di Max a Portland, nonostante le parole
convincenti di
Shonei, adesso ne era più che certa. Max era lì,
nella stessa città e per di
più nello stesso bagno. Erano a un passo l'una dall'altra.
In quel momento
senza nemmeno accorgersi afferrò il chiavistello della porta
con le mani per
aprirla, spinta dal desiderio di vederla con i propri occhi. Shonei le
afferrò
le mani con fermezza, bloccandola dal suo gesto avventato. La
guardò scuotendo
la testa e Chloe si arrese al volere di Shonei.
“Lo
sai bene cosa voglio dire Max!
Avanti, non dirmi che non hai notato come ti guardava!” disse la
ragazza mentre cercava di
pulirsi la camicia come meglio poteva, con un fazzolettino di carta.
“Perché?!
Come la guardava?!” chiese Kate.
“Uno
sguardo del tipo: mi piacerebbe
saltarti addosso ma c'è troppa gente e finirei per mettermi
nei guai!”
A quelle
parole Chloe guardò Shonei con disappunto. Shon si difese
dicendo che non era
vero nulla, mimando con la bocca senza emettere alcun fiato.
“Quindi
secondo te lei è...” disse Kate senza
riuscendo a terminare
la frase.
“Oh
avanti Kate, guarda che puoi
parlare liberamente! Non rischi di essere infettata e non ti
prenderà fuoco la
lingua! Penso che non comparirà nemmeno il diavolo con le
corna, la coda a
punta e il forcone a chiedere la tua anima solo per aver pronunciato la
parola
gay!”
Shonei si
portò subito una mano sulla bocca, cercando di trattenere
una risata, mentre
Chloe le diede un colpo sulla spalla.
“Victoria,
non puoi parlare a
sproposito su persone che non conosci, che non sono presenti e che non
possono
controbattere!”
disse Max suscitando l'ennesima risata di Shon che cercò di
ridacchiare nel
modo più silenzioso possibile senza riuscirci, visto che le
sfuggì un leggero
ghigno dalla bocca. Max, fu l'unica ad accorgersene, mentre le sue
amiche
continuavano a chiacchierare.
Appoggiata
di spalle al lavello, guardò verso la porta della cabina che
aveva di fronte. “Avete
sentito?!”
Chloe e Shon
rimasero pietrificate temendo di essere sul punto di essere scoperte.
Si guardarono
terrorizzate non sapendo cosa fare.
“Sentito
cosa?!” chiese Kate.
“Mi
è sembrato di sentire qualcosa...”
“Sentite,
non so voi ma io mi sono
rotta di stare qui! Sapevo che sarebbe stata una serata di merda! Io
direi di
tornarcene nel nostro appartamento!” disse Victoria
con veemenza ignorando quello che aveva detto
Max.
“Si,
forse è il caso di tornare a
casa!” aggiunse Kate.
“Ok,
andiamo via! Però aspettiamo
Shonei!” disse Max.
“Cosa?!
E perché dovremmo farlo?!”
“Mi
sembra scortese da parte nostra
andarcene via così, senza ringraziarla per averci offerto da
bere!”
“Sono
d'accordo con Max!” disse Kate.
“Oh
merda! Non è giusto, ogni volta
che si decide qualcosa per maggioranza, sono sempre io a rimetterci! E
va bene,
aspettiamo pure se volete! Ma se per caso non si presenta entro pochi
minuti,
io me ne vado! Vi giuro che vi lascio qui!” disse Victoria
iniziando ad avviarsi verso la porta
per uscire, con le amiche al seguito.
“Si
certo, come no!” rispose Kate.
“Non
mi credi Kate?!”
“No,
non lo faresti mai!”
La prima a
uscire fu Victoria, seguita da Kate e Max a chiudere la fila. Ma prima
di
uscire, quest'ultima si voltò guardando ancora una volta la
porta da cui le era
sembrato di aver udito qualcosa. La curiosità vinse su di
lei come al solito.
Si diresse lentamente alla porta, mentre le due ragazze all'interno
della
cabina trattenevano il fiato sentendo i suoi passi avvicinarsi. Quando
Max
appoggiò la mano sulla maniglia, Victoria sbucò
dall'entrata del bagno. “Max, ma si
può sapere che diavolo stai
facendo?! Io vorrei andarmene in fretta se non ti dispiace!”
“Ok,
va bene!” disse Max
lasciando la maniglia seguendo
l'amica fuori dal bagno.
Shonei a
quel punto non del tutto sicura, aprì lentamente la porta
dopo aver fatto
scattare il chiavistello. Diede un'occhiata e dopo essersi assicurata
che le
ragazze fossero uscite, l'aprì definitivamente. “Cazzo, c'è mancato
poco!”
“Beh,
se tu ti fossi risparmiata dal
ridere non avremmo rischiato! E poi comunque la porta era
chiusa!”
“Si,
ma quale bagno è chiuso
dall'interno senza che ci sia nessuno dentro?!”
“Avrebbe
pensato che fosse rotto... o
conoscendola, forse no...”
“Adesso
mi credi?!”
“Non
riesco a capire, cosa ci fa a
Portland?!”
“Le
hai ascoltate?! Hanno un
appartamento, che chiamano casa! Te l'ho detto, si sono trasferite qui!
Non è
una cosa passeggera questa! Ma non perdiamoci in chiacchiere! Dobbiamo
andare
via di qui! Anzi, tu devi andare via!”
“Che
vuoi dire!”
“Tu
lavori qui, quindi ti è permesso
uscire dal retro! Raggiungi la tua macchina al parcheggio! Io nel
frattempo
vado da Lauren per avvisarla che la aspetti fuori!”
“Penserà
che sono fuori di testa! Io
che esco di qua senza andare da lei!”
“Mi
inventerò qualcosa!”
“Del
tipo cosa?!”
“Le
dirò che ti sei sentita poco bene
e che sei uscita a prendere un po' d'aria! Quindi sei uscita fuori e mi
hai
chiesto di raggiungerla per avvisarla! Che sei stanca della serata e
vuoi
andartene con lei! Sicuramente sarà molto meglio della scusa
delle tubature!”
“E tu,
cosa farai dopo?!”
“Beh,
le hai sentite no?! Mi stanno
aspettando! Le raggiungo, mi scuso e poi me ne vado! O resto a prendere
per il
culo Steph!”
“Sta
lavorando!”
“Il
che renderà tutto più facile! Ora
basta chiacchiere e andiamo fuori prima che il bagno diventi il mio
habitat
naturale!”
Così
Chloe
seguì le indicazioni dell'amica, oltrepassando l'entrata che
si trovava di
fianco al bar per raggiungere il retro. Nel frattempo Shonei si stava
dirigendo
ai divanetti infondo per raggiungere Lauren, stanno bene attenta a non
farsi
vedere dalle ragazze. Appena si trovò a passare davanti al
bar, vide Lauren
seduta su uno dei sgabelli che si intratteneva parlando con Steph. Si
avvicinò
a lei appoggiandole una mano sulla spalla. La ragazza si
girò e non perse tempo
ad attaccare.
“Ti
rendo conto che è la mia ultima
sera con lei?!”
“Si
è mi scuso, però era una cosa
importante!” disse
Shonei rendendosi conto che non si era messa d'accordo con Chloe su
cosa dire
al riguardo.
“Cosa
c'era di così importante?!”
“Ehm...
beh... sai io...” disse Shonei
guardando Steph quasi
con uno sguardo implorante per chiedere aiuto.
Steph
alzò
gli occhi al cielo e intervenne. “Lauren,
credo che la cosa più importante adesso, sia capire che
diavolo di fine ha
fatto Chloe”.
Lauren
sgranò gli occhi rendendosi conto solo in quel momento che
presa dal
nervosismo, non si era accorta dell'assenza della sua ragazza. “Dov'è Chloe?!”
“Lei a
un tratto non si è sentita
molto bene e...”
“Che
cosa?!” chiese Lauren
spaventata.
“Ma
non è niente di grave tranquilla!
È uscita a prendere una boccata d'aria e mi ha chiesto di
avvisarti! È stufa
della serata e vuole andare via!”
“Ok,
allora saluto tutti adesso e la
raggiungo! Ciao Steph, a presto!” disse Lauren
sporgendosi in avanti abbracciando la ragazza
che fece lo stesso.
“Ci
vediamo Lauren!”
“Ciao
Shon e scusami, ma non ce l'ho
con te! È per via della partenza e...”
“Tranquilla
Lauren, lo capisco! Ci
vediamo al tuo ritorno!” disse Shonei
abbracciandola.
Poi la
ragazza si allontanò per raggiungere gli altri e salutarli,
prima di lasciare
il locale.
“Cosa
è successo?!” chiese Steph
preoccupata.
“Le ho
detto di Max e...”
“E?”
“Le
è venuto un attacco di panico!”
“Ma
cosa... sembravano essere
spariti!”
“È
quello che pensavo anche io!
Comunque adesso sta meglio!”
“Ma tu
sei sicura che Max sia...!”
“Si,
sono entrate nel bagno e ci
siamo nascoste!”
“Oh
cazzo! Oh mio Dio, non posso
crederci!”
“Già!
Senti io adesso devo andare!
Raggiungo le ragazze al tavolo per chiedere scusa!”
“Per
cosa?!”
“Per
aver sputato la birra addosso a
Victoria quando ho realizzato con chi fossi seduta al tavolo!”
“E sei
ancora viva?!”
“Io
sì, ma la camicia di Victoria un
po' meno!”
Le parole di
Shonei la fecero ridere. “Vorrei
poter
lasciare la mia postazione per vedere con i miei occhi ma non
posso!”
“Se
vuoi, provo a fare una foto alla
camicia!”
“Idiota,
non mi riferivo alla camicia
ma a loro!”
“Ah
ok! Adesso vado, augurami buona
fortuna!”
“Credo
che ti servirà molto più di
questo!”
Così
Shonei
raggiunse le ragazze mentre Chloe fuori al parcheggio, si
avvicinò all'auto di
Victoria riconoscendola. Appoggiò una mano sul cofano come
per avere conferma
che fosse tutto vero! Poi si allontanò raggiungendo la sua
auto accendendosi
una sigaretta. Lauren salutò i suoi amici, Chris, Jonathan e
Allison e si
diresse verso l'uscita del Paradise.
“Scusate
ragazze per l'attesa!” disse Shonei
sedendosi al suo posto
al tavolo con le tre ragazze. “Sono
mortificata Victoria! Ti giuro che non volevo!”
“Si
certo, non volevi!” disse Victoria
con una punta di
stizza alzandosi dal suo posto. “Ora
ragazze fate quello che dovete e andiamocene”.
A quelle parole Shonei rimase
terrorizzata. Non era affatto
sicura che Chloe fosse andata già via. Temeva che potessero
incontrarla nel
parcheggio. “Ehi, aspettate un
attimo!”
“Ti
volevamo solo ringraziare per
averci offerto da bere, è stato molto gentile da parte
tua!” disse Kate.
“Oh,
ma figurati! Se volete, vi posso
offrire qualcos'altro!”
“Per
carità, la mia camicia non regge
l'alcool!” rispose
Victoria.
Poi Shonei
si voltò verso Max. “Avanti,
restate un
altro po'!”
“Mi
dispiace Shonei ma dobbiamo
andare via!” disse
Max.
Mentre
Shonei cercava di trattenerle ancora un po', Lauren raggiunse Chloe al
parcheggio.
La ragazza era appoggiata contro la sua auto, fumando una sigaretta e
con la
testa altrove.
“Chloe,
stai bene?! Shon mi ha detto
che non ti sei sentita bene!” disse Lauren
preoccupata.
“No,
tranquilla! È stato solo un
giramento di testa! Forse è dovuto alla confusione che
c'è lì dentro!” disse Chloe
sforzandosi di
sorridere.
“Getta
via quella sigaretta per
favore!”
“Lauren,
sto bene!”
“Dammi
le chiavi, guido io!”
“Io
che ti faccio guidare la mia
auto, non esis...”
Lauren la
fulminò con lo sguardo mettendo ben in chiaro che non
avrebbe accettato delle
prediche.
“E va
bene!” disse Chloe
lanciandole le chiavi
che la ragazza afferrò al volo. Si infilarono in auto
uscendo dal parcheggio.
Nel
frattempo Shonei si arrese lasciando andare il trio di amiche, sperando
che le
Chloe e Lauren fossero già andate via. Seguì le
ragazze mentre si allontanavano
per raggiungere l'auto, restando a guardarle. Max che chiudeva la fila
sentendosi osservata, si voltò verso di lei. Shonei le
sorrise alzando una mano
salutandola e Max ricambiò il saluto sentendosi estremamente
a disagio.
“Ehi
Max, aspetta!” disse Shonei
raggiungendola.
Victoria e
Kate che erano più avanti si fermarono a guardare la scena.
“Ti
dispiace se ci facciamo un
selfie?!”
“Cosa?!
Ma perché…”
“È
solo per ricordare questa serata!”
“Oh
Gesù santissimo, io farei di
tutto per dimenticare questa serata!” disse Victoria
riprendendo a camminare.
“Veramente
non mi sembra neces…”
“Ok
grazie!” disse Shonei
mettendole un braccio
sulle spalle e avvicinandola a sé. “Di
cheeeeese!” aggiunse la ragazza scattando il
selfie. “Ecco fatto! Grazie Max e a
presto!”
“Di
niente…” disse Max
guardandola perplessa
mentre si allontanava.
“Sei
molto fotogenica sai?!” aggiunse Shonei.
Max si
voltò
un’ultima volta verso di lei scuotendo la testa sorridendo,
dopo di che
raggiunse finalmente le sue amiche.
“Dio
quanto è stato facile!” disse Shonei
inviando il selfie a
Steph.
Shonei: Ti
presento Max Caulfield.
Steph:
È come nella foto.
Shonei: Si,
è solo più allettante.
Steph:
Non farti venire
strane idee adesso. 😑
·
Perché
me l’hai inviata?
Shonei: Chloe
voleva vederla mentre
eravamo chiuse in bagno. Non so se mostrargliela o meno, quindi lascio
a te la
scelta.
Steph: Ci
penserò su. Adesso devo
tornare a lavoro.
Shonei: Ok, io
vado a casa.
Steph: Ma come a
casa? L’hai appesa
al chiodo oggi? 😕
Shonei:
Assolutamente no. Per caso ti stai
offrendo volontaria per tenermela impegnata?
Steph: Scusa
ma
non posso, devo andare a vomitare. 😒
Shonei
scoppiò a ridere, soffermandosi
poi a guardare ancora il selfie con Max.
“Ma
ciao Maxine Caulfield, felice di
conoscerti!” disse Shonei
sorridendo.
“Cosa
voleva Shonei da te?” chiese Lauren
mentre guardava la strada
raggiungendo il suo appartamento.
“Oh…
niente di importante! Mi ha chiesto solo
un consiglio su una cosa sua personale!”
“Ah,
non posso saperla?!”
“È
personale! Se riguardasse me te la direi ma
non è così quindi…”
“Ok,
hai ragione!” disse Lauren
sorridendole.
Chloe
ricambiò il sorriso, poi si girò
a guardare fuori dal finestrino sentendosi in colpa per averle mentito.
Mi
dispiace Lauren ma non posso dirti
la verità. Ti preoccuperesti così tanto per me
che rinunceresti a partire. Ti
metterò al corrente quando sarai già andata via.
È la cosa giusta da fare per
adesso.
Chloe e Lauren
finirono per fare l’amore
ma c’era qualcosa che tormentava la ragazza e non era altro
che la
consapevolezza che Max fosse a Portland. Con il peso di aver mentito
alla sua
ragazza si addormentò non immaginando che quella bugia,
sarebbe stata la prima
di tante altre a seguire.
Le tre ragazze
tornarono a casa ma
prima passarono dall’appartamento di Timothy e Aaron, per
assicurarsi che
stessero davvero bene e per farsi raccontare di come era avvenuto
l’incidente.
I ragazzi invece volevano sapere come era andata la loro serata.
Così passarono
il resto del tempo a chiacchierare ridendo di ciò che era
successo a Victoria
per via di Shonei. Max nel frattempo non riusciva a smettere di pensare
alla
ragazza non comprendendone il motivo. Ma presto lo avrebbe scoperto da
sé…
Continua…