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Autore: Nemesy_    28/01/2023    0 recensioni
Dopo che Arcadia Bay è stata rasa al suolo, Max e Chloe fuggono dal tornado abbandonando per sempre la loro città natale per raggiungere i Caulfield a Seattle, ma la tempesta non ha ancora terminato con loro. L'unico modo per sopravvivere, sarà ricominciare da zero. Solo quando le nuvole saranno state spazzate via definitivamente, potranno essere certamente sicure che la tempesta sia davvero passata. Ha così inizio la loro nuova vita, che non risulta essere affatto semplice a causa delle grandi perdite, dei traumi subiti e dei forti sensi di colpa. Il percorso che le attende alla scoperta dei loro sentimenti, sarà pieno di ostacoli che metteranno a dura prova il loro rapporto di amicizia. Riusciranno le due ragazze a superare le difficoltà che si troveranno a dover affrontare? Torneranno a riappropriarsi delle loro vite e ricominciare di nuovo a vivere? Ma soprattutto, la loro unione, resterà per sempre una bella amicizia, diventerà un grande amore, o sarà destinata a perire esattamente come Arcadia Bay?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri, Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Chloe Price, Kate Marsh, Max Caulfield, Victoria Chase
Note: Lemon, Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Nota dell'autrice

 

Rieccomi di nuovo qui. Come sapete la mia storia su questo sito si interrotta al capitolo 12, ma anche se non avete letto il resto, sappiate che ho continuato a pubblicare i capitoli su Wattpad. Il problema resta sempre lo stesso e cioè, l'inserimento delle immagini in ogni capitolo che pubblico qui su EFP. Le immagini dopo un qualche tempo scompaiono e non c'è ancora una soluzione. Nonostante tutto avevo promesso di continuare la pubblicazione anche su questo sito, visto che è proprio qui che ho iniziato. Chiaramente non inserirò nessuna immagine, però la storia la potrete leggere tranquillamente. Per chi invece preferisce anche le immagini, dovrà andare su Wattpad. Vorrei aggiungere un'altra cosa sulle immagini, che molto probabilmente le cambierò, perché ho altri progetti in testa, sperando che io riesca nell'intento. Ora non vi resta che leggere questi altri dodici capitoli che ho pubblicato solo su Wattpad. Come certamente già saprete i miei capitoli girano intorno alle cento e passa pagine, ma vi annuncio che il capitolo a cui sono giunta, cioè il numero 24, sono arrivata a duecento pagine. Sappiate anche che la mia storia non è ancora terminata e che quindi ci saranno altre pubblicazioni in seguito. Cercherò di aggiornare anche qui, man mano che scrivo i capitoli. Vi ricordo anche che potrebbero essere degli errori, ma l'ultima revisione me la lascio alla conclusione dell'intera fanfiction. Detto questo non mi resta che augurarvi una buona lettura. A presto!

 


Ci saranno sempre pietre sulla strada davanti a noi. Saranno ostacoli o trampolini di lancio; tutto dipende da come le usiamo.

                                                                         (Friedrich Nietzsche)

 

Era passate ormai due settimane dall'arrivo delle ragazze a Portland e le avevano trascorse tra la ricerca di un posto di lavoro al mattino e la sera uscendo in compagnia di Timothy e Aaron per iniziare ad ambientarsi un po' nella città. Kate poteva contare sul sostegno economico della sua famiglia, quindi non era per lei necessario trovare un lavoro. Poteva tranquillamente concentrarsi sullo studio ma essendo estate, aveva deciso di dedicarsi al suo vecchio progetto di un libro per bambini sul bullismo. Come aveva precedentemente chiesto a Max, quando la ragazza era andata a trovarla in ospedale prima dell’arrivo del tornado che distrusse Arcadia Bay, avrebbe inserito delle sue foto nel libro e anche quelle di Victoria. La ragazza era abbastanza serena non avendo nessuna preoccupazione, tutt'altra storia invece era per le sue amiche. Victoria con l’aiuto di Aaron, si era data da fare creando un sito web per farsi pubblicità inserendo una raccolta delle sue fotografie migliori. Tra queste c’erano anche delle foto scattate a degli eventi a cui aveva partecipato insieme a sua madre a Seattle. Mostrando i suoi lavori e le sue capacità come fotografa, sarebbe stato più semplice farsi conoscere e così acquisire clienti. Il suo intento era quello di lavorare come free lance vendendo foto ai giornali della città, a meno che non fosse riuscita a farsi assumere in modo permanente da qualche giornale o rivista locale. Anche se il suo desiderio più grande rimaneva quello di entrare nel settore della moda, ma sapeva quanto potesse essere difficile intraprendere quella strada senza qualche aiuto esterno e agganci giusti. I suoi genitori si erano offerti di parlare con una loro vecchia conoscenza a Portland, che poteva in qualche modo darle una mano, ma lei si era categoricamente rifiutata perché voleva dimostrare a sé stessa, ma soprattutto a sua madre, che poteva cavarsela benissimo da sola. Nell'ultima settimana aveva partecipato a un evento importante, grazie a un conoscente di un amico di Timothy, ma non era ancora riuscita a vendere le sue foto e questo stava lentamente iniziando a innervosirla. Max invece aveva optato di lavorare come free lance tramite un’agenzia, che tratteneva in deposito tutte le sue foto che consegnava, per poi successivamente proporle a potenziali clienti editoriali o commerciali. Anche lei non era riuscita a vendere ancora nulla, ma dopotutto erano passate soltanto due settimane. Questo però aveva iniziato comunque a demoralizzarla un po’, perché sapeva di avere un problema. Si sentiva troppo demotivata e con poco entusiasmo verso la sua professione di fotografa. Temeva che questo si riflettesse nei suoi scatti e per questa ragione nessuno si interessasse ad acquistare le sue foto. Victoria che alla fine era venuta a conoscenza del suo problema non sapeva come aiutarla. Così aveva insistito affinché la ragazza prendesse in seria considerazione di andare dallo psichiatra consigliatole dalla dottoressa Tyler. Max si era ovviamente rifiutata facendo infuriare Victoria, che nonostante fosse contrariata dal suo diniego, comprendeva il suo bisogno di cavarsela da sola. Dopotutto anche lei era andata via da Seattle per vivere per conto proprio e realizzarsi senza l’aiuto di nessuno, soprattutto della sua famiglia.

 

Giovedì 6 luglio 2017

Quel mattino Kate si era svegliata ben presto per fare colazione e mettersi subito a lavoro sul suo progetto disegnando tante illustrazioni. Erano le nove quando anche Victoria e Max si alzarono dal letto uscendo dalle loro stanze.

“Buongiorno ragazze!” disse Kate guardandole.

“Buongiorno Kate!” rispose Max mentre Victoria emise solo un grugnito.

“Beh, è già qualcosa considerando che ieri mattina non mi hai nemmeno risposto!”

“Lo sapete che ho bisogno di un po’ di tempo per iniziare la giornata!” disse Victoria.

“C’è del caffè pronto per voi se lo volete!” disse Kate.

“Cosa faremmo senza di te!” rispose Max sorridendo.

Si misero a tavola per fare colazione e Kate smise di disegnare. “Cosa fate oggi?”

“Io il solito! Andrò in giro per i giornali nella speranza che si decidano a comprare le mie foto!” disse Victoria un po’ irritata.

“Vedrai che andrà meglio Victoria! Sono sicura che riuscirai a vendere le tue foto e anche tu Max!”

“Ammiro la tua positività Kate, ma non è credendoci che si vendono le foto! Devono essere gli altri a credere in me e nel mio lavoro!” disse Victoria.

“Victoria, non lasciarti abbattere…” aggiunse Kate.

“Non sono abbattuta, sono semplicemente stufa!” disse alzandosi tornando nella sua stanza per prepararsi a uscire senza finire il suo caffè.

“Non ce l’ha con te Kate!” disse Max.

“Lo so questo! È estremamente stressata da tutta la situazione, ma deve comunque cercare di mantenere la calma! Non è alterandosi che sistemerà le cose! E anche tu Max, non sarai arrabbiata ma ti vedo spenta! È come se tu fossi già arrivata al punto di gettare la spugna! Mi avevi promesso che non ti saresti arresa subito!”

“Non mi sto arrendendo è solo che sono un po’ delusa da me stessa!”

“Non devi esserlo! Tu sei una fotografa molto brava Max e devi solo ritrovare la passione che avevi un tempo!”

“Ci proverò Kate, anche se è più facile a dirsi che a farsi! Mi concederò del tempo e se le cose non dovessero proprio andare, potrei cercare un altro lavoro! Non si vive solo con la fotografia!”

“Questo è vero ma tu ami la fotografia! Non credo che ameresti un altro lavoro nello stesso modo!”

“Non sarebbe la prima volta che mi trovo a dover rinunciare a qualcosa, ragion per cui va bene così! La vita va avanti lo stesso! Si trovano comunque delle alternative!”

Kate stava per dire qualcosa ma venne interrotta da Victoria che uscì dalla sua stanza dopo essersi preparata. “Io esco, ci vediamo dopo!”

“Buona giornata Victoria!” dissero Kate e Max.

“Anche a voi!” rispose la ragazza con freddezza uscendo dall’appartamento.

In quel momento fece capolino Donnie con un rotolo di carta igienica.

“Oh santo cielo, per fortuna Victoria è già uscita e non lo ha visto!” disse Kate preoccupata mentre Max rideva.

 

 

Erano già due ore che andava in giro senza concludere nulla. Mentre era in macchina con l'intento di tornarsene a casa, dopo aver passato un’altra mattinata a vedersi chiudere la porta in faccia, si ritrovò dinanzi all’ennesima redazione di un giornale. Decise di fare un ultimo tentativo e dopo aver parcheggiato l’auto, entro in redazione. All’interno, c'era un via vai di gente indaffarata e nessuno sembrava essersi accorta di lei. Un ragazzo troppo preso dal guardare alcuni fogli che aveva tra le mani, le andò a sbattere contro facendo cadere a terra tutto il materiale.

“Oh merda! Scusami non ti avevo proprio vista! disse guardando la ragazza. Poi abbassò lo sguardo a terra vedendo il macello che aveva combinato. “Oh cazzo, avevo quasi finito di riordinarli!”

Si chinò velocemente per raccogliere tutti i fogli sparsi sul pavimento e Victoria con lui per dargli una mano.

“Mi dispiace tanto per questo! Lascia che ti dia una mano!” disse la ragazza.

“Grazie, sei molto gentile!”

Quando finalmente riuscirono a raccogliere tutto da terra si alzarono.

“Ecco fatto!” disse Victoria consegnandogli i fogli.

“Beh, grazie per il tuo aiuto... ehm...”

“Oh, io sono Victoria Chase!”

“Piacere di conoscerti Victoria, ma sei una nuova dipendente del giornale o...”

“No, io a dire il vero sono una fotografa e a questo proposito, vorrei sapere chi è il direttore responsabile qui! Vorrei potergli mostrare alcune foto nel caso fosse interessato!”

“Oh, allora guarda” disse il ragazzo indicandogli una porta aperta nel quale c'era un uomo brizzolato seduto alla sua scrivania che parlava con qualcuno davanti a sé. “Lui è il direttore, si chiama Harry Brogart! E se vuoi un consiglio, stai bene attenta a cosa dici! Basta veramente poco a fargli perdere le staffe! Se per qualche ragione non gli interessa nulla di ciò che hai da offrire, non insistere perché sa essere davvero un grande stronzo!”

“Ma tu lavori qui?!”

“Hai intenzione di farmi licenziare per caso?!”

“Oh no, figurati! Non mi permetterei mai! Anzi, ti ringrazio per avermelo indicato e per il consiglio!”

“Bene, adesso scusami ma ho molto da fare!” disse il ragazzo allontanandosi. Poi si girò di nuovo per un attimo verso di lei e disse: “In bocca al lupo Victoria!”

“Grazie!”

La ragazza si voltò a guardare il direttore facendo un profondo respiro, mentre l'uomo che era con lui usciva dall'ufficio chiudendo la porta. Si avvicinò bussando più volte finché non sentì la voce dell'uomo invitarla a entrare.

“Avanti!”

“Buongiorno!”

L'uomo la guardò smarrito. Sembrava stesse cercando di ricordare chi fosse senza alcun risultato.

“Buongiorno!”

“Posso rubarle qualche minuto del suo tempo?!”

“Certo accomodati!” rispose l'uomo poco convinto.

La ragazza entrò del tutto nel suo ufficio senza chiudere la porta alle sue spalle. Si avvicinò alla scrivania presentandosi porgendogli la mano.

“Io sono Victoria Chase e sono una fotografa freelance! Sono qui per mostrarle delle foto dell'evento di beneficenza di alcuni giorni fa a cui hanno partecipato numerosi ospiti illustri! Così se trova qualcosa che le interessa potremmo metterci d'accordo e magari potremmo collaborare anche in futuro se le piace come lavoro!”

L'uomo aveva ricambiato la sua stretta di mano guardandola in maniera disinteressata. “Oh, di nuovo!”

“Di nuovo?! Questa è la prima volta che mi presento qui!”

“Sembra davvero che oggi abbiate tutto lo stesso obbiettivo, cioè vendermi le vostre dannate foto! Mi ascolti bene signorina non ho tempo per questo adesso! Sto aspettando una persona e non posso guardare le tue foto!”

“Ma deve soltanto dargli un’occhiata! Sono sicura che…”

“Senta, facciamo così, mi lasci le foto qui sulla scrivania e gli darò un’occhiata più tardi!”

“Non posso lasciare qui le mie foto!”

“E allora vada via o aspetti fuori! Se vuole che guardi le sue foto deve attendere!”

Mentre i due discutevano qualcuno si stava avvicinando a loro.

“Ma ci vorranno soltanto pochi minuti!” disse Victoria cercando di mantenere la calma.

Il direttore stava per risponderle ma proprio in quel momento l’uomo vide la persona tanto attesa fermarsi davanti alla porta aperta del suo ufficio. Gli si illuminarono gli occhi e comparve sul suo viso un largo sorriso. “Oh eccoti qua! Ti stavo aspettando, entra pure!”

Victoria si voltò per vedere a chi si stesse rivolgendo e si ritrovò davanti una ragazza, sicuramente più grande di lei. La tizia portava con sé una borsa fotografica sulla spalla.

“Posso attendere qui fuori Harry…”

“Non se ne parla nemmeno, entra immediatamente!”

Victoria guardò l’uomo. “E le mie foto?!”

L’uomo non le rispose nemmeno continuando a rivolgersi alla sua ospite. “Sapevo di poter contare su di te!”

“Aspetta a dirlo!” rispose la ragazza entrando nell’ufficio affiancandosi a Victoria dandogli un’occhiata di sfuggita.

“Oh avanti, abbiamo sempre fatto grandi affari insieme non puoi negarlo!”

“Le mie foto?!” chiese ancora una volta Victoria spazientita.

“Oh, sei ancora qui!” disse l’uomo che sembrava essersi completamente dimenticata di lei. “Lascia qui le tue foto e gli darò un’occhiata dopo aver concluso con la mia ospite! Per il momento accomodati fuori!”

Victoria stava per mandarlo al diavolo ma si trattenne estraendo dalla sua borsa una busta contenente le sue fotografie. L’appoggiò sulla scrivania voltandosi e uscendo dalla stanza per appoggiarsi a una parete, in attesa che l’uomo si decidesse a dare un’occhiata alle sue foto. La porta era ancora aperta e quindi rimase a guardare i due che parlavano tra loro, sperando che quell’incontro terminasse al più presto.

“Ascolta, lo so che abbiamo avuto qualche piccolo screzio in passato, ma io ho ancora molta stima di te!”

“Ma davvero?! Comunque vorrei precisare che sono passata di qui solo perché mi ci sono trovata per puro caso! Non avevo nessuna intenzione di venirti a fare visita! Soprattutto perché non amo molto quando qualcuno mi disturba mentre sto lavorando! Le tue telefonate le trovo alquanto moleste! Direi che sembri quasi uno stalker!”

“Su non esagerare!”

“Cosa vuoi da me?!”

“Un uccellino mi ha detto che hai per le mani alcune foto scattate ieri sera al bar e club Mississippi Studios! C’era una band davvero interessante. Quei ragazzi si stanno facendo un nome qui a Portland!”

“Si e allora?!”

“Quindi è vero!”

“Certamente, ero lì con alcuni amici! Ho anche scattato qualche foto! E tu cosa ne sai?! Hai per caso delle spie?! Come si chiama l’uccellino?!”

“Ho saputo che vuoi vendere le foto a un altro giornale! A questo punto voglio cercare di farti cambiare idea! Possiamo metterci d’accordo sul prezzo e…”

“Wow, dritto al sodo come al solito! Mi dispiace Harry ma non sono interessata a vendere le mie foto!”

“Lo so che mi sono comportato a volte da vero stronzo, ma sappi che il passato è passato e…”

“E adesso sei un uomo nuovo, vero?!” disse la ragazza sarcastica.

“Ascoltami, posso pagarti quanto vuoi…”

“No no, non hai capito! Non so chi ti abbia messo in testa questa cosa, ma non ho nessuna intenzione di vendere le mie fotografie a nessun giornale! Non stavo lavorando in quel momento perché ero con i miei amici! Sono foto ricordo che ho scattato in loro compagnia e insieme ai membri della band!”

“Beh, ma io te le pagherei davvero tanto!”

“Non credo che i miei amici sarebbero d’accordo!”

“Ma se te le pago bene potrebbero guadagnarci anche loro!”

“Cosa?!” chiese la ragazza incredula. Poi di sfuggita guardò sulla scrivania la busta con le foto di Victoria e chiese a l’uomo: “Posso dargli un’occhiata?!”

Harry la guardò prima confuso. “Ma si guardale pure!” disse con disinteresse.

Mentre l’uomo continuava a blaterale per cercare di convincerla, lei guardava le foto di Victoria. Pensò che non erano assolutamente male. Sembravano essere state scattate alla serata di beneficenza di qualche giorno prima. Anche lei avrebbe dovuto partecipare ma a causa della presenza di una persona poco gradita aveva cambiato idea. “Secondo me dovresti guardare queste!” disse la ragazza con il suo sguardo ancora basso su di loro.

“Cosa?!” chiese l’uomo confuso non sapendo a cosa si riferisse.

La ragazza alzò lo sguardo verso di lui. “Queste dico, dovresti guardarle!” disse la ragazza alzando la busta con le foto tenendole in una mano.

“Aaah lascia perdere quelle foto, sono soltanto una perdita di tempo! Ora tutti si credono di essere dei fotografi esperti! Io voglio solo il meglio per il mio giornale e quindi i tuoi scatti!”

La ragazza cambiò la sua espressione guardandolo duramente. “Ti vorrei ricordare che anche io ho cominciato così!”

“Si ma tu sei una vera artista! Non devi sminuirti paragonandoti alla solita plebaglia che tenta il successo con foto scadenti!”

“Queste non sono foto scadenti!” disse la ragazza sventolandogli davanti alla faccia la busta con le foto dentro.

Victoria che si era distratta un attimo, riportò il suo sguardo su di loro notando il gesto della ragazza. Sentì crescere la sua rabbia al pensiero che quel pallone gonfiato avesse permesso a una completa estranea di vedere le sue foto senza il suo consenso. Si precipitò nell’ufficio dell’uomo sfilando con rabbia e uno sguardo omicida, la busta delle sue foto dalle mani della ragazza che rimase sorpresa dal gesto. Poi Victoria si voltò verso Harry che era seduto alla sua scrivania. “Sai una cosa, non voglio più che guardi le mie foto, perché anche se ti piacessero non le venderei mai a un uomo così arrogante, spocchioso e testa di cazzo come te! Vaffanculo Harry, le mie foto te le sogni gran pezzo di merda!”

Nel mentre che Victoria gli vomitava addosso tutto il suo disprezzo ad alta voce, i dipendenti del giornale guardarono tutti nella loro direzione attirati dalle urla. Nel frattempo la ragazza al suo fianco la guardava sorridendo con ammirazione. Harry era rimasto senza parole dalla reazione della ragazza che usciva come una furia mentre tutti la guardavano. Ellis la seguì con lo sguardo fino a quando non scomparve dalla porta di uscita dalla redazione. Si voltò verso l’uomo sorridendo divertita dalla scena. “Non prendertela tanto Harry! Dovresti essere felice di sapere che al mondo esistano ancora persone intelligenti come quella ragazza!”

Stava per lasciare anche lei l’ufficio quando all’improvviso l’uomo la chiamò facendola voltare.

“E le foto?!” chiese l’uomo terrorizzato dalla possibile risposta.

La ragazza lo guardò cominciando a ridere allontanandosi da lui. Quando giunse fuori trovò Victoria che stava parlando al telefono con qualcuno. Indecisa sul da farsi attese qualche minuto e quando la vide chiudere la chiamata le si avvicinò.

“Harry non capisce un cazzo!”

Victoria si voltò di scatto verso di lei con uno sguardo poco amichevole.

“Mi dispiace se mi sono permessa di vedere le tue foto! Però devo dirlo, sono bellissime e hai davvero molto talento!”

Lo sguardo di Victoria si addolcì un po' alle sue parole. “Però a quanto pare non basta!”

“No, non è questo! Lui non ha proprio visto le fotografie, quindi non sa a cosa sta rinunciando! Se solo si fosse degnato di darci un’occhiata lo avrebbe capito! Non è interessato a conoscere cosa può offrire un nuovo fotografo! Preferisce la strada più facile che gli dà certezze e non vuole correre rischi!”

“Beh, che vada al diavolo!” disse Victoria irritata.

“Mi è piaciuto come sei riuscita a tenergli testa! Gli hai fatto fare una bella figura di merda davanti a tutti!” disse la ragazza sorridendole.

“Tu lavori per lui?!”

“No, non più! Però un tempo si, collaboravo con lui vendendogli le mie foto!”

“Quindi anche tu sei una fotografa!”

“Si!”

“A guardarti non si direbbe!”

“Davvero?!” chiese la ragazza ridendo. “Come dovrebbe essere una fotografa?!”

“Non lo so… diversa forse!”

“L’abito non sempre fa il monaco!”

“Comunque a quanto pare gli piaci anche tanto!”

“Già, peccato che lui non piaccia a me!”

“In che settore di fotografia sei specializzata?!”

“Beh, questa è davvero una bella domanda! Diciamo che la mia professione mi ha portato a spaziare un po’ in quasi tutti i settori! Ho fatto un po’ di tutto! Per farla breve ho cominciando scattando foto dai generi più disparati, come paesaggi, luoghi, persone e tanto altro ancora! Poi le depositavo presso un'agenzia che si occupava della vendita, proponendole a potenziali clienti che le utilizzavano a loro piacimento! Ho perso il conto di quante ne ho scattate in quel periodo, anche perché avevo molto tempo a mia disposizione! La mia percentuale di guadagno per ogni scatto oscillava tra il quaranta e il settanta per cento della cifra che pagava il cliente. Poi sono giunta a vendere foto alle varie redazioni di giornale, soprattutto quella di Harry! Successivamente sono passata a scattare foto a ricevimenti privati, matrimoni, lauree, cose così!”

“Praticamente hai esperienza in tutto!”

“Diciamo di sì ma questo non fa di me la migliore in assoluto, anche se molti lo pensano! Credo che sia meglio eccellere in un solo settore!”

“C’è altro?!” chiese Victoria suscitando una risata dalla ragazza.

“Sono giunta fino alle foto di ritratto, anche se non può essere considerato un vero e proprio settore, ma semplicemente un genere che a sua volta rientra in altri diversi settori, che ovviamente comprendono quelli che ti ho già elencato! E in fine foto artistiche e di moda!”

“Foto di moda?!”

“Si, l'ho detto! Fotografo modelle o aspiranti! Una volta realizzavo anche immagini commerciali per cataloghi di abbigliamento ed editoriali del settore della cosmesi!”

“Mi prendi in giro vero?!”

“No, perché dovrei!”

“Ma con tutta l’esperienza che hai quanti puoi avere?!”

“Ventisette!”

“Ah!”

“Sei interessata al settore di moda?!”

“Ero indecisa tra il settore del giornalismo e quello di moda! Alla fine ho optato per il primo visto che entrare nel settore di moda non è così facile come speravo!”

“Se qualcuno ti ha fatto credere che fosse facile, ti ha dato false speranze! Non lo è affatto credimi! E te lo dice una che ci è già passata anche se con qualche agevolazione forse!” disse la ragazza con poco entusiasmo.

“Sapevo che fosse difficile ma credevo anche che il nome Chase, avrebbe inevitabilmente fatto un po' la differenza!”

“Chase?! Aspetta, Chase come la galleria che si trova a Seattle?!”

“Si, proprio quella!” disse Victoria felicemente sorpresa. “A quanto pare qualcuno è informato qui, per un attimo ho pensato di essere finita nel terzo mondo!”

La ragazza rise alle parole di Victoria. “Credimi, il nome Chase è conosciuto anche qui, anche se non tanto quanto vorresti! Ci sono stata a Seattle per un paio di settimane anni fa! E ho anche visto una mostra organizzata da Robert e Amanda che suppongo siano i tuoi genitori? Zii?!”

“Si, sono i miei genitori!”

“E tu sei?!”

“Victoria, Victoria Chase!”

“Piacere di conoscerti Victoria!” disse la ragazza porgendole la mano.

“Piacere... ehm...” disse Victoria stringendole la mano.

“Ellis, il mio nome è Ellis!”

“Ellis e basta?!”

“Magari ci siamo anche incontrate e non lo sappiamo!” disse Ellis ignorando la domanda di Victoria. “Ma i tuoi non hanno delle conoscenze qui a Portland per darti una mano?!”

“A dire il vero sì, ma ho rifiutato di ricevere il loro aiuto! Voglio cavarmela da sola! E poi pensavo che il mio nome, mi avrebbe comunque dato dei vantaggi anche senza volerlo!”

La ragazza la guardò comprensiva. “Sai, ti capisco perfettamente! Però credo che se hai tanto a cuore la fotografia dovresti approfittarne! Lo so che sembra brutto da dire, ma se hai la possibilità di arrivare allo scopo grazie a qualche aiuto dovresti accettarlo, fossero anche i tuoi genitori! Pensa a tutti quelli che hanno talento ma che nonostante tutto non riescono a realizzarsi!”

“Si e magari non si realizzano grazie a persone come me che hanno la precedenza su tutto e tutti, solo perché hanno la possibilità di avere la strada spianata da qualcuno!”

“Non siamo noi a volerlo! Non è colpa nostra perché è così che va il mondo Victoria! Se ci tieni tanto a essere una grande fotografa, devi lottare con le unghie e con i denti per affermarti! Non devi guardare in faccia a nessuno e questo non vale solo nel mondo della fotografia, ma in generale! Non devi avere scrupoli verso nessuno perché gli altri non se ne avranno per te! Credi che qualcuno non venderebbe l'anima al diavolo o che non ti metterebbero lo sgambetto per poterti soffiare il posto?! Così è la vita Victoria! Meglio che ti adatti subito o altrimenti ti schiacceranno in men che non si dica!”

Victoria rimase a guardarla ripensando alla discussione avuta con sua madre quando aveva saputo della sua decisione di trasferirsi a Portland.

 

 

“Victoria, fino a ora hai vissuto nell’agio! Là fuori non è così semplice come può sembrare! Qui hai l’opportunità di ottenere tutto con più facilità! Come hai sempre ottenuto tutto in modo semplice!”

“Certo, grazie al nome Chase!” disse la ragazza con sarcasmo.

“Tu non hai idea di cosa significa farsi le ossa nel mondo!”

“Ah, ma davvero?! E indovina di chi è la colpa?!”

“Non osare rivolgerti così a me Victoria! Tutto quello che hai ottenuto da noi, non mi sembrava ti pesasse così tanto! Hai la tua bella auto, le tue bellissime macchine fotografiche, e ogni ben di Dio!”

“Si, hai ragione mamma! Mi avete offerto tutto questo, tranne l’unica cosa davvero importante! La libertà di poter decidere io della mia vita! Di gestire il mio lavoro come voglio! Perché tutto deve essere come Amanda Chase comanda! Giusto?!”

 

 

Forse tutto sommato sua madre non era poi così tanto lontana dalla realtà, perché adesso a dirle le sue stesse cose in maniera più nuda e cruda, era una ragazza sconosciuta che faceva la fotografa e che ne aveva viste tante, sicuramente più di lei.

“Ascolta Victoria, le tue foto sono davvero belle! E sarebbe davvero un peccato se il tuo talento non dovesse essere riconosciuto!”

La ragazza aprì la sua borsa fotografica tirando fuori un block notes e una penna per annotandoci sopra qualcosa. Dopo staccò il foglietto consegnandolo alla ragazza.

Victoria prese il foglietto leggendo un indirizzo e un recapito telefonico. “Cos'è questo?!”

La ragazza richiuse la sua borsa fotografica. “È l'indirizzo di una redazione di una rivista di moda! Penso che potresti provarci! Prova a prendere appuntamento con la direttrice della rivista! Se dovessero esserci dei problemi fai il mio nome! Di loro che ti manda Ellis!”

“Solo Ellis? Senza un cognome?!” ritentò Victoria.

“Non è il cognome che rivela chi sei Victoria! E comunque per quella rivista c'è stata solo una Ellis a lavorarci, cioè io!”

“Lavori ancora lì?!”

“Ha importanza?!”

“Beh... io...”

“A te la scelta Victoria! Ti sto dando soltanto una piccola spinta per far conoscere chi sei davvero, il resto dovrai farlo tu! Puoi anche decidere di non accettare il mio aiuto! In quel caso prenderanno qualcun altro e sarebbe davvero un peccato!”

“Aspetta, sono in cerca di un fotografo?!”

Ellis la guardò con un sorriso. “Sbrigati Victoria, quel posto non resterà libero a lungo!”

Detto questo cominciò ad allontanarsi lentamente mentre Victoria guardava il foglietto tra le sue mani.

“Ellis!” la chiamò Victoria facendola voltare.

“Cosa c'è?!”

“Ma tu chi sei?!”

“Una fotografa come tante Victoria!” disse la ragazza rimettendosi in cammino senza più voltarsi.

“Dimmi qual è il tuo cognome?!” chiese Victoria mentre Ellis si allontanava.

“Ripeto, non è quello che determina chi sei!” rispose la ragazza continuando per la sua strada.

Victoria rimase ferma lì imbambolata senza comprendere l'atteggiamento strano della ragazza.

 

 

Nel frattempo Max e Kate avevano deciso di fare una passeggiata e decisero di passare dall’auto concessionaria di Timothy e Aaron. Appena arrivarono si ritrovarono dinanzi a un edificio immenso con grandi vetrate da cui si potevano ammirare le varie auto in vendita. Sull’edificio torreggiava l’insegna blu con la scritta Road Engines. Quando entrarono Aaron era impegnato in una telefonata dietro al bancone e Timothy stava mostrando l’interno di un’auto a un cliente. Le ragazze cominciarono a camminare per l’edificio guardando le auto.

“Max, non credi che dovremmo comprare un’auto?!”

“Un’auto al momento è fuori discussione, visto che le cose a livello lavorativo non vanno affatto bene!”

“Infatti non dico adesso! Magari più in là quando finalmente lavorerai fino allo sfinimento, perché so che succederà!”

“Perché hai pensato a un’auto?!”

“Perché non possiamo sempre contare sulla disponibilità di Victoria di lasciarci la sua!”

“Questo è vero!”

Aaron che aveva terminato la sua chiamata si avvicinò alle due ragazze. “Ehi voi due, state progettando di rubare un’auto?!” chiese il ragazzo con ironia.

“Lo sapevo, ci hanno scoperte subito Max!” disse Kate scherzando.

“Non preoccuparti Kate! Vorrà dire che verremo a notte fonda mentre tutti dormono e non ci sono i proprietari!”

“Mi dispiace per te Max, ma siamo circondati da telecamere di sorveglianza dentro e fuori! Inoltre abbiamo fatto istallare il miglior sistema di allarme quindi non avreste nessuna possibilità di compiere il furto!” rispose Aaron divertito.

“Credimi, saprei come fartela sotto al naso!” rispose Max sapendo che c’era un fondo di verità nelle sue parole.

“Spiegami come!” disse il ragazzo confuso.

“Oh no, mi dispiace ma non posso svelarti i miei trucchi!”

“Max, adesso cominci a spaventarmi!” disse Kate ridendo.

“Allora ragazze, come mai da queste parti?!”

“Niente, eravamo qui di passaggio e abbiamo pensato di fare una capatina qui da voi!” disse Kate.

“Mi fa piacere e sicuramente farà piacere anche a qualcuno di là!” disse il ragazzo indicando Timothy che aveva appena concluso di mostrare l’auto al potenziale cliente. Il ragazzo salutò cordialmente l’uomo e si girò verso di loro avvicinandosi sorridendo. “Ma chi abbiamo qui?!”

“Qualcuno che vuole sgraffignarci le auto socio!”

“Davvero?! Allora chiamo la polizia!”

“Io sono innocente!” disse Kate alzando le mani in segno di resa.

“Ah, che bell’amica che sei!” rispose Max dandole una spintarella.

“Ragazze vi posso offrire un caffè?! Qui vicino c’è un bar!” disse Aaron.

“Si, io lo gradirei!” rispose Kate.

“Tu Max?!”

“Si, non dispiacerebbe anche a me!”

“Anche io vorrei un caffè!” disse Timothy.

“Ma io ho solo due mani!” rispose Aaron.

“Troverai il modo di portarlo anche a me!” disse Timothy.

“Uhm, va bene! Max ti andrebbe di accompagnarmi al bar così mi dai una mano?!”

“Certo, non c’è nessun problema!”

“Visto?! Hai trovato subito la soluzione al problema!” disse Timothy entusiasta sapendo che questo gli avrebbe dato l’occasione di restare solo con Kate per un po’. Quello che però ignorava, era il vero intendo che si celava dietro al semplice gesto di offrire un caffè alle ragazze da parte dell’amico. “Mi raccomando non correte, non vorrei che si rovesciasse il caffè!”

“Certo, come sua maestà desidera!” disse Aaron con un inchino. Poi si allontanò con Max uscendo dalla concessionaria d’auto.

“Allora Max, cosa ne pensi della faccenda tra quei due?! Si decideranno mai a fare la loro mossa?!” chiese il ragazzo a Max mentre si dirigevano al bar.

“Quindi stai ammettendo che Tim è interessato a Kate?!” chiese la ragazza sorridendo.

“Non dovrei parlare alle spalle del mio amico, però è così! Ti giuro che non ce la faccio più a sentire parlare di Kate tutto il santo giorno!” rispose il ragazzo ridendo.

“Lo avevo capito subito che fosse interessato a lei!”

“E Kate invece?!”

“Quando cerco di parlare di Tim finisce sempre per interrompermi o trova scusa!”

“E questo vuol dire che non è interessata?!”

“Non lo so, ma credo che sia più una questione di timidezza! Se Tim si aspetta che faccia lei la prima mossa sta aspettando invano! E poi per lei sarebbe una cosa nuova!”

“Mi stai dicendo che non ha mai avuto un ragazzo?!”

“Infatti, diciamo che è troppo presa dai suoi studi e da suoi altri interessi!”

“Quindi non prenderebbe mai in considerazione di iniziare una storia con qualcuno?!”

Max si fermò incrociando le braccia al petto e guardandolo con sospetto.

“Che c’è?!” chiese il ragazzo fermandosi e guardandola confuso.

“Non è che Tim ti ha chiesto di sondare il terreno con me vero?! Perché non ho intenzione di fare il vostro gioco! Kate è mia amica!”

“Oh no, ti sbagli Max! Credimi, non sto facendo niente del genere! È vero, sto cercando di capire se Tim ha qualche possibilità con Kate, ma non lo faccio perché me lo ha chiesto lui! È una mia idea perché credo che lui si sia preso davvero una bella cotta per la tua amica!”

“Ok, ti credo!” disse la ragazza ricominciando a camminare seguita da Aaron.

“Sono una persona sincera Max!”

“Bene, buon per te!”

“Questa suona come una minaccia! Insomma sei una ladra ora minacci pure! Chi diavolo sei Max?!” chiese il ragazzo ridendo.

“Una ragazza normale come tante!” disse Max senza crederci davvero.

 

 

Io sono tutto tranne che normale. Non è normale possedere un potere così grande come il mio che può decidere vita e morte per l’umanità.

 

 

“No, dico davvero! Chi sei Max?!”

“Non capisco, cosa vuoi dire?!”

“Di te so soltanto che sei una fotografa e che sei amica di Victoria e…”

“Cosa vuoi sapere?!”

“Cosa fai quando non sei impegnata a escogitare piani diabolici per effettuare furti di notte e minacciare la gente?!” chiese divertito il ragazzo.

“Ah-ah, come sei spiritoso!”

“Hai un ragazzo?! Sei single?! Hai altri interessi oltre alla fotografia?!”

“Il mio interesse è solo la fotografia, sono single e non ho intenzione di iniziare una relazione con nessuno al momento! Soprattutto perché vengo fuori già da una storia e non credo di voler ricominciare di nuovo!” rispose la ragazza per essere chiara. Aveva come l’impressione che il ragazzo avesse posto quelle domande per uno scopo ben preciso. Non poteva esserne certa ma rispondendo in quel modo aveva almeno chiarito che se si fosse fatto avanti, avrebbe ricevuto un no come risposta.

“Wow, chiara e concisa! Sembra quasi che tu abbia posto un limite come Victoria! Siete proprio amiche!” disse il ragazzo ridendo.

Max parve confusa e si fermò di nuovo. “Victoria?!”

Il ragazzo si fermò voltandosi verso di lei con un sorriso sul volto.

“Di che limite parli?!”

“Quello di Victoria per suo cugino Tim! Non vuole che quei due abbiamo una relazione!”

“Che cosa?!” chiese Max stupefatta.

“Non lo sapevi?! Credevo di sì, visto che siete amiche!” disse il ragazzo riprendendo a camminare. La ragazza lo raggiunse affiancandosi a lui e poco dopo entrarono nel bar. Mentre Aaron aspettava il suo turno, Max rifletteva sulle parole del ragazzo.

 

 

Possibile che Victoria abbia fatto una cosa del genere? E poi perché lo avrebbe fatto? Ricordo come avesse intenzione di leggere i messaggi che si erano scambiati Kate e Tim. Non capisco per quale motivo dovrebbe intromettersi così nella vita sentimentale degli altri. Adesso che ci penso non vedeva l’ora che chiudessi definitivamente con Lucas. Adesso invece non vuole che nasca qualcosa tra Kate e suo cugino. Credo di aver imparato a conoscerla ma non fino a questo punto.

 

 

Nel frattempo in concessionaria Timothy e Kate stavano chiacchierando tra loro. “Come prosegue il tuo progetto del libro per bambini?”

“Bene direi, anche se un po’ a rilento. Ma tanto ho tutta l’estate a mia disposizione, quindi conto di arrivare a buon punto”.

“Spero che me lo mostrerai quando lo avrai finito”.

“Si certo che lo farò”.

“Spero tanto non passerai tutta l’estate sul libro”.

“No, certo che no”.

“Bene, perché dopo domani fanno ci sarà musica dal vivo in un locale dove io e Aaron andiamo ogni tanto”.

“Certo, per me va bene. Vengono anche gli altri vero?”

“Si, come sempre. Temi di rimanere sola con me per caso?” chiese lui ridacchiando.

“Io? No no… io… non volevo dire questo…” rispose la ragazza a disagio arrossendo.

“Lo so, stavo scherzando Kate”.

Dopo un minuto di silenzio Timothy trovò il coraggio per dire quello che gli passava per la testa. “Kate...”

“Si?”

Ma il suo coraggio non durò a lungo perché ripensò alle parole di Victoria. “Niente, mi è passato di mente all’istante” disse lui sorridendo nervosamente.

“Ti tornerà in mente se è davvero importante” disse distogliendo lo sguardo da lui. “Mi mostreresti qualche auto? Credo che prima o poi dovremmo comprarne una”.

“Ah bene, sono lieto di questo. Vieni che te le mostro” disse il ragazzo facendole strada.

 

 

Chloe e Steph durante la loro pausa al lavoro, avevano preso posto a un tavolo in compagnia di Shonei che era alle prese con un cruciverba sul giornale.

“Tre orizzontale, contraccettivo per evitare gravidanze indesiderate! Questa è davvero troppo semplice, l'omosessualità!”

“Sei incredibile!” disse Steph scuotendo la testa mentre Chloe se la rideva.

“Sai, me lo hanno detto spesso ma mai fuori dalle lenzuola! Adesso sono un po' confusa al riguardo! Non so davvero come interpretarlo!”

Chloe continuava a ridere e Steph si voltò a guardarla con sguardo di disapprovazione.

“Che c'è?! Devi ammettere che era bella questa!” disse Chloe continuando a ridere.

“Basta, mi arrendo!” disse Steph.

“Oh avanti, lo sai che è così! L'omosessualità è il contraccettivo migliore in assoluto e soprattutto non ha controindicazioni!” aggiunse Shon.

In quel momento si avvicinò Eddie al loro tavolo. “Ciao Shon, vuoi ordinare qualcosa?!”

“A dire il vero sì ma non voglio nulla da te!”

Tutti la guardarono confusi.

“In che senso scusa?!” chiese il ragazzo.

“Ok, te lo spiego in modo semplice! Sto aspettando che sia Emily a venire al tavolo per prendere la mia ordinazione!”

“E perché?!” chiesero tutti e tre all'unisono.

“Ho notato che continua a lanciarmi delle occhiate sorridendomi! Credo che stia cercando di lanciarmi un forte segnale!”

“Oh santi cielo!” disse Steph.

“Che segnale?!” chiese Chloe.

“Guarda e sorride anche agli altri quindi non iniziare a fantasticare su di lei!” disse Eddie divertito.

“Vi dico che lei è interessata a me! Vuole che io ci provi con lei! Io le capisco al volo queste cose!”

“Ma piantala!” disse Eddie ridendo mentre si sedeva accanto a lei.

“Vedo che ti sei messo comodo!” disse Chloe rivolta a Eddie.

“Ehi, non ci sono altri clienti che devono ordinare a parte Shon e l'hai ascoltata, non vuole essere servita da me!”

“Ragazzi, vi ricordate il Lux?” chiese Shonei riportando la sua attenzione al giornale.

“No, cos'è?” chiese Chloe.

“È uno dei locali più gettonati di Portland! Una volta ti ci ho anche portato!”

“Uhm, non ricordo” rispose Chloe.

“E ci credo, quando stavi con lei eri sempre ubriaca!” disse Steph mentre Chloe la guardava sospirando.

“Ebbene a quanto pare sta per chiudere i battenti...” continuò Shonei.

“Aspetta, fa vedere!” disse Eddie prendendole il giornale. “Ma si certo, ora mi ricordo di quel locale! Ci sono stato qualche volta, posto abbastanza carino anche se preferisco il Paradise!”

“Solo perché ci lavori” disse Shonei dandogli un colpo al braccio.

Il ragazzo lesse l'articolo. “Cazzo, allora è proprio vero!”

“Che cosa?!” chiese Chloe.

“Che sta chiudendo, ma semplicemente per rinnovo del locale!”

“Ah, quindi avete ancora la concorrenza!” disse Shonei.

“Beh, non so se si può parlare di concorrenza in questo caso! Mi sono giunte delle voci in proposito! A quanto pare quel locale sta per diventare un vero porcaio e quindi non avrà più nulla in comune con il Paradise!”

“Anche io ho sentito qualcosa del genere!” aggiunse Steph.

“Ma in che senso porcaio?!” chiese Chloe.

“Diciamo che faranno degli spettacolini di un certo livello, non so se mi spiego!” disse Eddie.

“Ohhh, sì che ti sei spiegato! È il posto che fa per me! Gli andrò a dare un'occhiata quando riapre!” disse Shonei entusiasta.

In quel momento sopraggiunse Emily al tavolo. “Ciao!”

“Ma ciao Emily!” disse Shonei incrociando le braccia sul tavolo, lanciandole uno sguardo inequivocabile. “Vorrei ordinare il solito caffè se non ti spiace!”

Steph roteò gli in alto.

“Ma certo, vuoi dell'altro?!” chiese Emily.

“Veramente ci sarebbe qualcos'altro ma aspetterò un'occasione migliore di questa! Magari ne potremmo parlare un giorno di questi!”

Emily sorrise un po' confusa. “Ok, ti porto subito il caffè!”

“Grazie, sei davvero molto gentile e carina e professionale e...” disse la ragazza a Emily che si stava già allontanando.

“E piantala!” disse Steph mentre Eddie e Chloe ridevano.

Eddie continuava a leggere il giornale. “Ehi ragazzi, sentite questa! Alcuni grandi uomini di scienza hanno affermato attraverso degli studi, che fare sesso tre volte a settimana prolunghi l'aspettativa di vita di ben dieci anni! Inoltre sembra che renda anche più intelligenti!”

Tutti guardarono Shonei che nonostante avesse ascoltato le parole del ragazzo, continuava a fissare Emily. Poi accorgendosi di avere tutti gli occhi puntati addosso chiese: “Che diavolo avete da guardare?!”

“Di cosa stavamo parlando?! Di intelligenza?! Deve esserci un errore, non può essere!” disse Steph.

“Bene, quindi la scienza afferma che moriremo tutti soli e stupidi! Tranne Shon ovviamente!” disse Eddie.

“Sono solo stronzate, io sono intelligente anche senza sesso e poi anche Chloe scopa alla grande!” disse Shon indicandola.

“Io non lo faccio tre volte a settimana, non più almeno!” rispose Chloe.

“Oh-oh, guai in paradiso!” disse Eddie divertito.

“Houston, abbiamo un problema!” disse Shonei.

Mentre Eddie rideva Shonei continuava con le sue battute poco apprezzate da Chloe e Steph. “May day may day crrr... abbiamo perso i contatti con la libido di Chloe crrr... richiediamo subito un intervento di ricerca passo crrr” disse Shonei mentre emulava delle interferenze radio facendo ridere Eddie.

“Oppure senti questa, AAA cercasi cause e rimedi per il calo del desiderio di Chloe Price!” disse Eddie spalleggiando Shonei con le battute.

“Idiota!” disse Chloe.

Mentre i due si davano il cinque con la mano ridendo, ritornò Emily al loro tavolo servendo la tazza di caffè fumante a Shonei che smise di prendere in giro Chloe.

“Ecco il tuo caffè!” disse Emily.

“Grazie infinite Emily! Il caffè servito da te ha tutto un altro sapore sai?!”

Steph la guardò quasi disgustata fingendo di mettersi due dita alla gola.

“Se serve altro...” disse Emily.

“Te lo farò sapere subito!” rispose Shonei.

Mentre la ragazza iniziava ad allontanarsi di nuovo Eddie guardò Shonei al suo fianco. “Ma davvero queste stronzate ti bastano per portarti a letto qualcuno?!”

Shonei indicando la ragazza che si allontanava. “Aspetta e guarda tu stesso, uno, due, tre eeee...”

Emily si voltò a guardare verso il loro tavolo sorridendo e poi proseguì.

“Visto?!”

“Visto cosa?!” chiese Eddie confuso.

“Sapevo che si sarebbe voltata e sai perché?!”

“No, perché?”

“Perché le piace che flirto con lei e si aspetta che io mi faccia avanti e tutto questo perché le piaccio!”

“Convinta tu...” disse Eddie alzandosi. “Meglio che torni al lavoro!”

“Già che ci sei analizza la situazione da vicino con Emily!”

“Cioè?!”

“Indaga!”

“Ma neanche per sogno! Anche se non sembra, ci tengo alla mia vita!”

Detto questo si allontanò. Steph si voltò verso Chloe. “Come vanno le cose con Lauren?!”

“Non lo so, pensavo bene dopo la nostra cena al lume di candela ma a quanto pare mi sbagliavo!”

“Che vorresti dire?!” chiese Shonei bevendo il suo caffè.

“Che cosa hai combinato stavolta Chloe?!” chiese Steph.

“Ehi, io non ho fatto un bel niente! È solo che lei si comporta in modo strano in questi giorni! Sembra sempre nervosa, distratta e non so cosa pensare!”

“Beh, scusa ma perché non le chiedi cosa c'è che non va?!” chiese Steph.

“L'ho fatto ma lei ha risposto che va tutto bene e che è solo un po' stanca per il lavoro! E lo dice in modo tranquillo quindi non posso controbattere! Insomma se mi dice che è tutto ok, io che diavolo dovrei fare?! Dirle che non è così?! Contraddirla?! Io non voglio litigare!”

“Tu che non dai di matto in una situazione del genere è una novità!” disse Shonei.

“Ragazze, io ci tengo a lei e voglio che le cose vadano bene! Il punto è che temo di forzare le cose e litigarci! Questa relazione mi sta dando molto! Sto davvero bene e non voglio fare cazzate per poi rovinare tutto come al solito! Forse ho paura che si sia già stancata di me! Forse mi sono data troppo da fare con quella cena, ho esagerato!”

“Ma se hai detto che era felicissima!” disse Steph.

“E lo era però poi... non lo so ok?!”

“Dovresti affrontare la situazione Chloe, che ti spaventi o meno quello che ha da dire! E poi, io non credo che tu non le interessi più! Tra l'altro così di colpo e senza nessuna ragione apparente!”

“Parla con lei Chloe, dico davvero!” disse Steph.

“Lo farò...”

 

 

Lauren e Allison erano sedute sulla panchina di un parco mente sorseggiavano un caffè da asporto.

“Allora, cosa hai deciso di fare per quella faccenda?!”

“Non lo so ancora! Ti giuro che non faccio altro che pensarci tutti i giorni, continuamente!”

“Secondo me stai perdendo soltanto tempo ad arrovellarti il cervello! Dannazione Lauren è della tua professione che stiamo parlando!”

“Forse... sì insomma io... sto pensando di non accettare...”

“Che cosa?! Ma sei impazzita per caso?! Non puoi fare una cosa del genere! Da quando hai iniziato a lavorare non hai mai rinunciato a nessuna occasione per tenerti aggiornata e ora ti tiri indietro?! E per cosa poi?! Per Chloe?!”

“Allison, lei non mi sta impedendo nulla!”

“Certo che no, non lo sa nemmeno che diavolo sta succedendo! Quando ti deciderai a parlargliene?!”

“Sto evitando di dirglielo, anche perché se non ho intenzione di accettare non ha senso metterla al corrente!”

“Quindi anche se ci pensi continuamente in realtà una scelta l'hai già fatta! Secondo me stai sbagliando tutto!”

“Allison, tu non puoi capire!” disse Lauren esasperata.

“No, hai ragione! Non posso capire come una persona che ama così tanto la professione che svolge, rinunci facilmente a un'occasione del genere! Sei stata sempre in prima fila quando si trattava del tuo lavoro! E poi la tua famiglia... davvero non vuoi rivederli?!”

“Ma certo che voglio rivederli! È solo che sono preoccupata che quel bastardo possa scoprire che mi trovo in città e inizi a dare di nuovo fastidio a me e soprattutto a loro!”

“Lauren, sono passati anni! Non pensi che quello squilibrato possa aver trovato qualcun altro da tormentare?!”

“Questa non è una cosa carina da dire!  Quello che ho vissuto io non lo auguro a nessun altro!”

“Non sto augurando del male a nessuno Lauren! Però è chiaro che la sua vita sia andata avanti anche senza di te! E che tu lo voglia o meno, lui resterà quello che è sempre stato, cioè un bastardo! Ed è inevitabile che tu non sia l'unica ad averci avuto a che fare!”

“E comunque ho i miei pazienti di cui occuparmi, non posso di certo mollarli così!”

“Sono più che sicura che Daisy ti possa aiutare in questo! E poi non sei l'unica fisioterapista in città! Potresti passare temporaneamente i tuoi pazienti a qualche tuo collega!”

“Daisy ha pensato anche a questo!”

“Visto?! Allora dov’è il problema?! Tu stai cercando solo delle scuse per non andarci! È tutto a causa di Chloe anche se non vuoi ammetterlo! È solo questo che ti impedisce di accettare!”

“Allison, le cose tra me e Chloe stanno andando alla grande! Temo che andando via le cose possano complicarsi! Ho paura e non voglio stare lontana da lei!”

“Sarà per un breve periodo di tempo e lo stai facendo per una buona ragione! Per favore, non continuare ad annullarti per l'amore degli altri!”

“Non lo sto facendo per lei ma per me! Io non me la sento di allontanarmi!”

“Così ricadi soltanto nelle vecchie abitudini come al solito! E poi resterei via per breve tempo! Non è così tanto un mese!”

“Per me che la vedo quasi tutti i giorni da quando stiamo insieme è davvero troppo! Anche solo a pensarci mi sento male!”

“E va bene se è questo che vuoi! Però ti chiedo di fare una cosa! Parlane con lei almeno!”

“Se non accetto non c'è alcun bisogno di dirglielo!”

“Non vuoi dirglielo perché sai bene quanto me che sarebbe contraria alla tua decisione! Ma sappi questo! Un giorno senza volerlo, potresti finire per rinfacciarle qualcosa di cui lei non sa assolutamente niente! Mi hai detto che lei vuole trasparenza nel vostro rapporto! Che vi diciate sempre tutto senza riserve! Ebbene, questo è il momento giusto per farlo! Se un giorno dovesse scoprire che non le hai detto nulla, si sentirà tradita sapendo di non aver avuto nessuna voce in capitolo! E si sentirà anche in colpa perché la tua rinuncia è dovuta a lei! Siete una coppia Lauren, non devi dimenticarlo!”

Lauren continuò a rimuginarci sopra. La sua amica non aveva tutti i torti, anzi aveva perfettamente ragione. Ma nonostante questo non riusciva a immaginarsi lontana dalla sua ragazza. Sapere di non poterla vedere e di non poterle stare accanto per un certo periodo, la faceva star male. Era troppo abituata ad averla intorno. Per quanto fosse sicura dei sentimenti che la ragazza provasse nei suoi confronti, sentiva che allontanandosi avrebbe cambiato le cose tra loro. Per non parlare del senso di abbandono che Chloe avrebbe potuto provare se lei avesse accettato la proposta di Daisy. Non voleva che si sentisse abbandonata per l'ennesima volta a causa sua.

“Lauren! Lauren!”

La ragazza si ridestò dai suoi pensieri quando si sentì chiamare da Allison.

“Dimmi!”

“Non mi hai ascoltata?!”

“No!”

“Ti ho chiesto se lo farai!” disse Allison guardandola con preoccupazione.

“Fare cosa?!”

“Parlarne con Chloe!”

“E va bene, proverò a parlargliene!” disse sospirando.

“Non devi solo provarci ma farlo e basta!”

Lauren annuì.

“Non aspettare ancora Lauren!”

 

 

All’uscita dal lavoro, Chloe riaccompagnò Steph a casa affinché preparasse qualcosa al volo per il pranzo. Lei invece si occupò di andare a fare un po’ di spesa. Nel frattempo Lauren che si era decisa a parlare con Chloe, si presentò al Paradise non trovandola. Chiese a Eddie che proprio in quel momento stava per andarsene, avendo terminato anche lui il suo turno. Il ragazzo la informò che Chloe era andata via già da un po’, così Lauren decise di raggiungerla al suo appartamento. Arrivò al parcheggio condominiale non notando che l’auto della sua ragazza non era lì. Entrò nel palazzo per prendere l’ascensore ma dopo aver schiacciato più volte il pulsante, si rese conto che era fuori uso. Chloe le aveva accennato qualcosa su quell’ascensore che puntualmente si guastava costringendole a salire scalinate per raggiungere l’appartamento. La ragazza sospirò pensando che in qualche modo, quello era il chiaro segno che non doveva parlarne con lei. Ma poi dopo qualche esitazione cominciò a salire le scale. Era appena giunta al sesto piano, ormai mancava l’ultimo che la separava dall’appartamento ventisette. Mentre si accingeva a raggiungere l’ultima scalinata che la separava dall’appartamento della sua ragazza, vide sul pianerottolo Flerk, seduto e fermo davanti a una porta. La ragazza dapprima confusa si avvicinò lentamente al gatto.

“Ehi Flerk, che ci fai tu qui?”

Il gatto la guardò miagolando e tornò a fissare la porta.

“Ok, come vuoi” disse la ragazza prendendo il gatto per portarlo di sopra, ma appena lo avvicinò a sé, Flerk le graffiò una mano con le sue unghie affilate. Di istinto la ragazza lo lasciò andare e in quel momento comparve Chloe che era appena arrivata allo stesso piano con le buste della spesa.

“Lauren?!” disse Chloe sorpresa di vederla lì ma soprattutto preoccupata perché si stava tenendo una mano. Vide anche Flerk piazzarsi dinanzi a una porta. Si avvicinò velocemente alla sua ragazza per capire cosa fosse successo. “Ehi Lauren, che hai alla mano?!”

“Beh, a quanto pare il tuo gatto non ha gradito molto la mia iniziativa di riportarlo di sopra!”

“Fa vedere!” disse Chloe lasciando le buste a terra e rimuovendo la mano della ragazza per controllare. “Ti ha graffiato! E sta uscendo del sangue!”

“Non è niente! È soltanto un graffio!”

Chloe si voltò verso Flerk lanciandogli uno sguardo minaccioso prendendo le buste della spesa con una mano. Con l’altra afferrò con forza il gatto. “Andiamo di sopra Lauren, ti disinfetto la mano!”

Dal tono che aveva usato sembrava furibonda per quello che era successo. Preferì non discutere con lei e quindi la seguì di sopra in silenzio. Con la mente cercava di inventare qualche buona scusa per spiegare la sua presenza lì. Non era solita andare a trovarla, anche perché di solito stavano al suo di appartamento potendo rimanere completamente sole. Dopo essere entrate nell’appartamento Chloe lasciò le buste della spesa sulla penisola e portò il gatto in camera sua.

“Con te facciamo i conti dopo, oggi resterai senza cibo!” disse alzando la voce e chiudendo la porta sbattendola.

Nel frattempo Lauren si era seduta sul divano maledicendosi di essersi presentata. Troppi erano stati i segnali a indicarle che non doveva essere lì e che parlare con Chloe non fosse una buona idea.

“Aspetta, prendo del disinfettante!” disse Chloe entrando in bagno. Dopo essersi lavata le mani e aver preso l’occorrente tornò da lei sedendosi sul divano. Appoggiò tutto sul tavolinetto davanti a lei. Verso del disinfettante sul cotone e prese la mano di Lauren tamponando sulla ferita facendo sussultare la ragazza. “Scusa Lauren!”

“No, va bene! Non è colpa tua!”

“Gli insegnerò le buone maniere una volta per tutte!”

“Non avrei dovuto prenderlo! Infondo lo sapevo di non piacergli tanto!”

“A lui non piace nessuno, ma non deve permettersi di graffiare le persone! Ok, ecco fatto!”

“Grazie” disse Lauren dopo che la ragazza aveva finito di disinfettarle la ferita.

Chloe si alzò gettando via nel pattume il cotone usato e diede un’occhiata al forno a microonde acceso. “Uhm, credo che ci sia uno sformato di non so cosa! Ti andrebbe di restare a pranzo?!”

“Oh no, ero passata un attimo solo per… per un saluto!”

“Ok, ma già che sei qui potresti fermarti con noi!”

“Io non…” disse Lauren interrotta dall’uscita di Steph dalla sua camera che si era rivestita dopo aver fatto una doccia.

“Ehi, ciao Lauren!” disse Steph vedendola.

“Ciao Steph!”

“Steph, potresti farmi la cortesia di stare più attenta la prossima volta che apri la porta quando rientri o esci di casa?! Flerk era di nuovo di sotto!” disse Chloe infastidita.

“Oh, è uscito di nuovo?!”

“Si, perché non stai attenta!”

“Ehi, vorrei ricordarti che il gatto è tuo! Dovresti starci tu più attenta!”

“Si, ma io non c’ero! E Lauren lo ha preso per riportarlo qui ed è stata graffiata!”

“Si ma non è che adesso devi trovare qualcuno a cui dare la colpa! E soprattutto non puoi darla a me! Io lo volevo fuori di qui da molto tempo!”

“Ragazze è tutto ok! È soltanto un graffietto! Non è niente di grave! Non è colpa vostra!” disse Lauren per far cessare quel diverbio.

“Brava Lauren, diglielo ancora così forse recepisce il messaggio!” disse Steph.

Chloe stava per dire qualcosa ma qualcuno bussò alla porta interrompendola. Quando aprì la porta si ritrovò davanti Shonei. Poi si voltò dirigendosi verso il forno per preparare i piatti.

“Ahia, che faccia!” disse Shonei vedendo l’espressione di Chloe. “È un brutto momento per caso?!”

“Perché?! In quel caso cambierebbe qualcosa per te?!” disse Steph lanciandole una frecciatina.

“Devo esserti mancata tanto Steph se non mi dai nemmeno il tempo di mettermi comoda per accogliermi in questo modo! Oh ciao Lauren!”

“Ciao Shonei!” disse Lauren sorridendole trovando in lei la sua ancora di salvezza. Forse grazie a lei se ne sarebbe potuta andare subito.

“Allora?! Che è successo?!”

“Resti a mangiare con noi?!” chiese Chloe mentre Lauren sbiancava e Steph sospirava.

“Se insisti!” rispose Shonei.

“Veramente non sta insistendo!” disse Steph.

“Allora ragazze?! Che diavolo è successo?! È morto il gatto per caso?!” chiese Shonei ignorando l’ennesimo commento della ragazza.

“Non ancora!” rispose Chloe ritornando a preparare i piatti.

“Mh, interessante! Spero che non ci sia Flerk in quella teglia, altrimenti dovrò declinare l’invito!”

Poco dopo si misero tutti a tavola, Chloe e Lauren da un lato e Steph e Shonei dall’altro. Mangiarono chiacchierando tra loro. Alla fine si ritrovarono a parlare di quello che era accaduto con il gatto.

“Sta diventando violento quel gatto!” disse Shonei.

“Ma io non capisco cosa diavolo va a fare davanti a quella porta!” disse Chloe.

“Forse ci vive qualcuno che gli dà del cibo!” azzardò Lauren.

“Si certo, come se con noi patisse la fame!” rispose Steph.

“Qualsiasi sia la ragione che lo spinga ad andarci, dobbiamo prestare molta attenzione! Non deve uscire di qui!” disse Chloe guardando Steph.

“Si certo, padrona!” rispose la ragazza con sarcasmo.

Continuarono a parlare tra loro, ma a un certo punto Lauren sembrava del tutto assente e Chloe lo notò. “Lauren, è tutto ok?”

“Eh? Si certo!” disse Lauren con un sorriso forzato voltandosi verso di lei.

“Sei sicura?”

“Si Chloe, ho solo un leggero mal di testa!”

“Ti prendo qualcosa!” disse Chloe iniziando ad alzarsi.

Lauren le afferrò un polso bloccandola per non farla alzare da tavola. Aveva semplicemente mentito per giustificare la sua stranezza che non era sfuggita a Chloe. Non avendo nessun mal di testa non voleva prendere un farmaco senza nessuna ragione. “È molto leggero, mi passerà!”

“Ma se prendi qualcosa ti passa subito!” insistette Chloe.

Non mi piace tanto abusare dei farmaci! Soprattutto per un semplice mal di testa!”

“Ma se non ti ho mai vista prenderne qualcuno!” disse Chloe.

“Appunto, perché non amo abusarne!” disse Lauren un po’ alterata davanti all’insistenza della ragazza.

Steph e Shonei si guardarono tra loro un po’ a disagio davanti a quella situazione che stava prendendo una brutta piega.

“Ok, allora tieniti il mal di testa! Per quello che mi importa!” rispose Chloe.

“Sei incredibile! Perché devi prendere tutto sul personale?! Se non si fa come dici tu diventa sempre un putiferio!”

“Cosa?! Ti posso assicurare che tu non hai mai visto un mio putiferio!”

“Beh, a me non sembra proprio, lo stai mostrando adesso!”

“Ero solo preoccupata per te Lauren!”

Steph prese il bicchiere per bere un po’ d’acqua mentre Shonei la guardava grattandosi la testa, non sapendo cosa fare.

“Per cosa?! Un mal di testa?! Un graffio?!”

“Si e non solo! In questo periodo hai la testa tra le nuvole! Ti comporti in modo strano!”

“Oooh, scusami tanto Chloe se mi capita di avere dei momenti no come tutti i comuni mortali!”

“Eeehm… ragazze…” disse Shonei mentre le due ragazze la ignoravano. Steph le appoggiò una mano sul braccio scuotendo la testa e lei non disse più altro.

“Non ti sto negando nulla Lauren, puoi avere tutti i tuoi momenti di merda che vuoi! Però visto che stiamo insieme gradirei almeno che tu ti aprissi con me!”

“Certo, devo sempre dirti tutto per non farti pensare a come eri intrattabile in passato con gli altri! Per evitare che poi tu ti senta in colpa nel caso mi succedesse qualcosa di spiacevole!”

In quel momento calò il silenzio. Chloe rimasse di sasso a quelle parole non riuscendo più a controbattere. Si alzò dalla tavola guardando Lauren. “Sai cosa ti dico?! Vaffanculo Lauren!”

Si alzò anche Lauren di scatto. “Bene! Me ne vado, così tolgo il disturbo con i miei stati d’animo! Tanto non volevo nemmeno rimanere per pranzo!”

“Bene! Vattene cazzo! Quella è la porta!” disse Chloe gridando indicandogliela.

Lauren uscì dall'appartamento sbattendo la porta e Chloe si chiuse in camera sua senza accorgersi che Flerk era sgattaiolato fuori dalla stanza. Shonei e Steph rimasero a guardarsi.

“Wow, non è stato solo un sogno vero?” chiese Shonei.

“No cazzo, non lo era! Piuttosto era un incubo!”

“Bene, credo che adesso ci sono due opzioni! O fingiamo che non sia successo niente e io non riesco a far finta di nulla! Oppure ci occupiamo di loro per sistemare la situazione! Non so tu, ma non voglio trovarmi più in una situazione del genere!”

“Nemmeno io! Scelgo la seconda opzione!”

“Si anche io! Ok, allora io mi occupo di Lauren e tu di Chloe!” disse Shonei iniziando ad alzarsi.

Ma Steph la fermò afferrandola per un braccio. “Ehi, non essere troppo frettolosa!”

“Ma devo raggiungerla!”

“Perché non posso essere io a parlare con lei?!”

“Perché questo è il tuo appartamento e vivi con Chloe! Credevo fosse più semplice così!”

“Oppure pensavi di risolvere le cose in maniera poco appropriata con Lauren!”

“Cosa?! Non capisco cos…” disse Shonei intuendo cosa stesse insinuando la ragazza.

“Beh, ammettilo che Lauren ti piace!”

“Non l’ho mai negato infatti! Certo che mi piace ma riesco a pormi dei limiti! Non sono una maniaca sessuale Steph!”

“Ah, quindi sei attratta da lei!” disse la ragazza sorpresa dalla sua ammissione.

“Si e allora?!”

“E va bene… va da lei! Io mi occupo di Chloe!”

“Oh, ok! Allora io vado!” disse Shonei stranita da quella situazione. Si alzò dalla sedia e raggiunse la porta aprendola per uscire. Flerk ne approfittò sgattaiolando fuori ancora una volta prima che la porta si richiudesse. Steph se ne accorse e lo seguì riaprendo la porta. Poi si fermò guardando il gatto dirigersi al piano di sotto. Lo lasciò andare riflettendo. Era intenzionata a capire cosa si celasse dietro le attenzioni di Flerk verso quell’appartamento. Lo seguì lentamente al piano di sotto rimanendo in attesa dietro a una parete sbirciando ogni tanto. Rimase lì per quindici minuti e l’unico movimento che vide, fu Flerk che graffiò un po’ la porta dell’appartamento. Dopo di che non successe più nulla. Stanca di aspettare, decise di prendere Flerk e riportarlo su prima che Chloe si accorgesse della sua assenza. Si avvicinò al gatto chinandosi per afferrarlo da dietro. “È ora di finirla maledetto! Porti solo problemi! Se non fosse stato per te molto probabilmente quelle due non avrebbero nemmeno litigato! Ti faremo patire la fame gattaccio indemonia…”

Non terminò di inveire contro il gatto interrotta dall'aprirsi della porta dell'appartamento. Dinanzi a lei c’era una ragazza forse della sua stessa età che la guardava sorridendo. “Salve!”

“C-ciao… cioè salve!” disse Steph nervosamente.

La ragazza rise avvicinandosi a lei accarezzando Flerk che era tra le sue braccia. Steph non riusciva a spiccicare mezza parola dinanzi alla ragazza.

“E così Il gatto è tuo eh?!”

“Il gatto… ehm… si… lui è il nostro gatto!”

La ragazza la guardò perplessa.

“Cioè non volevo dire nostro ma mio e della mia amica!”

“Ah, capisco!”

“Siamo al piano di sopra. È solo un’amica… non stiamo insieme!”

La ragazza continuò a guardarla confusa. “Come si chiama?”

“Chloe!”

“Ah, bel nome! Ciao Chloe!” disse la ragazza continuando ad accarezzare il gatto lasciando Steph perplessa. “Davvero particolare la scelta di un nome femminile per un gatto maschio!”

“Cosa?! Oh no, credo che ci sia stato un malinteso! Credevo stessi chiedendo il nome della mia amica! Per questo ho detto Chloe!”

“Aaaah, ora è chiaro! Lo trovavo un po’ strano il nome Chloe per il gatto!”

“Si scusami! Non avevo capito! Lui si chiama Flerk!”

“Finalmente conosco il tuo nome!” disse la ragazza che ancora non staccava la mano da Flerk. Steph si ritrovò a essere gelosa delle carezze che la ragazza stava riservando al gatto. Le avrebbe volute per sé. Nel frattempo non riusciva a staccare gli occhi da lei. Nell’esatto momento in cui i suoi occhi avevano incrociato quelli della sconosciuta, il suo cuore aveva iniziato a battere velocemente. Il respiro le si era mozzato di colpo non riuscendo più a dire niente di sensato. Le sue mani erano diventate gelide e stavano iniziando a tremare. Temeva che a causa della forte vicinanza della ragazza, lei potesse accorgersi del tremolio. Era bellissima e stranamente le ricordava tanto qualcuno che ormai non c’era più. A un tratto la ragazza smise di accarezzare il gatto e guardò Steph. “Comunque io sono Jessie!” disse la ragazza porgendole la mano presentandosi.       

“Oh, piacere di conoscerti, i-io mi chiamo Stephanie ma puoi chiamarmi Steph!” disse stringendole la mano.

“Piacere mio Steph!”

“Non ricordavo che questo appartamento fosse occupato!” disse Steph.

“L’ho occupato da poco tempo!”

“Ah, ora capisco! Mi dispiace tantissimo se Flerk ti sta causando dei disagi…”

“Oh no, nessun disagio! Amo i gatti e poi ne ho uno anche io! La mia è femminuccia e si chiama Kira!”

“Ah! Ora si spiega tutto!” disse Steph.

“Eh sì, a quanto pare il vostro gatto si è innamorato della mia!” disse la ragazza ridendo.

“Mi dispiace io…”

“Non devi dispiacerti! Non mi dà alcun fastidio!”

“Si ma non devi preoccuparti, lo farò smettere!”

“No, non c’è problema davvero!”

“Da oggi ti terrò d’occhio Romeo!” disse Steph guardando il gatto che le soffiò contro.

“Wow, ha un bel caratterino eh!”

“Già, ma non è come sembra sai! Abbiamo un modo tutto nostro di volerci bene! Vero Flerk?!”

Il gatto soffiò di nuovo accanto al suo viso.

“Si, decisamente molto strano!” disse Jessie.

A un tratto si avvicinò alla porta un gatto bianco con occhi azzurri, sicuramente Kira. “Oooh eccola la mia Giulietta! Guarda chi è venuto a trovarti?! Il tuo spasimante!” disse Jessie prendendola in braccio sorridendo e avvicinandola a Flerk che iniziò ad annusarla.

Steph rimaneva incantata ogni volta che la vedeva sorridere. A un tratto suonò un telefono all’interno dell’appartamento della ragazza. “Oh cavolo! Scusami tanto, stavo aspettando una telefonata di lavoro!”

“Ma si certo, fai pure! Scusa per il disturbo!”

“Nessun disturbo Steph!”

“Ok” disse Steph allontanandosi di più dalla porta.

“Adesso devo proprio rispondere ma ci vediamo in giro ok? Ciao Steph!”

“C-certo, eccome! Ciao Jessie!”

La ragazza chiuse la porta e Steph lentamente risalì le scale tornando al suo appartamento. Lasciò il gatto a terra per bere un bicchiere d’acqua tutto d’un fiato. Poi si diresse nella sua stanza chiudendo la porta per stendersi sul letto e pensare a quell’incontro chiedendosi se fosse avvenuto per davvero o era solo frutto della sua immaginazione. Era così stordita da quell'incontro che si dimenticò di dover parlare con Chloe addormentandosi beata con un sorriso, pensando a Jessie.

 

 

Quando Victoria era rientrata non aveva trovato nessuno in casa. Così si era sdraiata sul divano sdraiandosi ripensando alla sua giornata. A come era stata trattata con sufficienza da Harry e alla ragazza che si era offerta di aiutarla. L'incontro con Ellis poteva rivelarsi il più grande colpo di fortuna o la più grande presa per i fondelli da parte di una completa estranea. Le sue amiche tornarono a casa trovandola sul divano.

“Ciao Victoria!” salutarono le due ragazze.

“Dove siete state?!”

“Oh, abbiamo fatto un giro e siamo passate anche a fare un saluto ad Aaron e Timothy” disse Kate.

“Non vi basta vederli tutte le sere?!” disse Victoria alzandosi dal divano.

“Non fare polemica Victoria!” disse Max ripensando a ciò che gli aveva detto Aaron.

“Non sto facendo polemica!” rispose Victoria avvicinandosi alla penisola della cucina per prendere una mela dal cesto della frutta. Le diede un morso mentre guardava Kate che si sedeva sul divano.

“Non mi dispiace camminare però sono sfinita Max, abbiamo bisogno di un’auto anche noi!”

“Come un’auto?!” chiese Victoria.

“Beh, andare a piedi non va bene se c’è molta strada da fare!”

“Potevate aspettare me! Vi avrei accompagnate io, anche se non vedo l’utilità di andare da loro quando viviamo nello stesso condominio! Il loro appartamento è al piano di sopra!”

Max si sedette su una delle due poltrone osservandola. Ormai dopo le parole del ragazzo, non faceva altro che ricondurre ogni sua frase al modo in cui cercava di tenere tutto sotto controllo. O per meglio dire, controllare le loro vite. Non le piaceva pensare questo della sua amica, però non sopportava un comportamento simile soprattutto da parte sua. Non voleva che qualcuno si intromettesse così tanto nella loro vita privata. Pensò che forse era il caso di parlarne direttamente con lei. Decise di aspettare il momento più opportuno per farlo. Voleva evitare che Kate ascoltasse la loro conversazione, non sapendo come l’avrebbe presa. Non voleva assolutamente portare scompiglio tra loro, soprattutto adesso che vivevano tutti insieme.

“Come è andata la tua giornata Victoria?!” chiese Kate girandosi alle sue spalle per guardarla.

Victoria che stava addentando di nuovo la mela si fermò un momento in difficoltà, non sapendo cosa rispondere.

“Bene” disse la ragazza con indifferenza continuando a mangiare la sua mela mentre evitava lo sguardo delle ragazze. Ma ormai la conoscevano fin troppo bene e non persero tempo a chiedere spiegazioni.

“Victoria!” disse Kate.

“Che c’è?!”

“Non sei brava a far finta di nulla!” disse Max.

La ragazza sospirò finendo la sua mela per poi sedersi sull’altra poltrona. Decise di raccontare tutto alle sue ragazze di come era stata trattata dal direttore del giornale e del suo incontro con la ragazza che le aveva offerto il suo aiuto.

“E cosa farai al riguardo?! Ci andrai a quella redazione della rivista?!” chiese Max.

“Io non lo so! Insomma, quella tizia magari mi ha preso solo per il culo! Si è comportata in modo strano! E poi sembrava non voler dire il suo cognome, come per nasconderlo! Non è un atteggiamento normale questo!”

“Si ma se non ci vai non saprai mai se diceva il vero o no!” disse Kate.

“E quindi cosa mi consigliate di fare?! Di andarci?!”

“Victoria, questa potrebbe essere la tua grande occasione! Non gettarla via al vento in questo modo!” disse Kate.

“Ma io volevo farcela con le mie sole forze!”

“Ed è quello che farai Victoria! Non penserai che una semplice raccomandazione ti possa sistemare a vita?! Dovrai darti da fare ogni giorno per mostrare di meritare quel posto!” disse Max.

“Quello che è successo oggi consideralo un dono da qualcuno che sa bene cosa stai passando e vuole solo aiutarti! Se lo hai ricevuto è perché te lo meriti!”

“Chi sarebbe questo qualcuno?! Ellis?!”

“No, colui che vede tutto!”

“L’occhio di Sauron?!” chiese Victoria seria.

“Oddio!” disse Max cominciando a ridere.

“Esatto Max, lui!” disse Kate.

“Giuro che quando fate così mi viene voglia di andare a vivere da sola!”

“E poi chi ti preparerà da mangiare?!” chiese Kate.

“Il tuo amico lì sopra potrebbe provvedere anche a questo! Non vede che non sono capace a cucinare?!”

“Su questo sono d’accordo con te Victoria, non sai cucinare!” disse Max divertita.

“Nemmeno tu cara!”

“E invece si Victoria, Max se la cava bene!”

“Voi fate troppa comunella! Di questo passo dovrò iniziare a fare squadra con Donnie!”

“Allora cosa farai Victoria?!” insistette Kate.

“E va bene proverò ad andarci!”

“Bene!” disse Kate.

“Stai facendo la cosa giusta!” disse Max alzandosi dalla poltrona. “Vado un attimo in bagno!”

“Ok” disse Victoria guardandola. Poi si voltò verso Kate. “Non credi che sia brutto per me accettare questo aiuto?! Metti che va bene! Io avrò un lavoro stabile e Max invece è ancora in alto mare!”

“Invece sarebbe brutto proprio se tu non accettassi questa occasione che ti è stata offerta su un piatto d’argento! Max ne risentirebbe se capisse che non ne approfitti per via della sua situazione o solo perché te la vuoi cavare da sola! È un colpo di fortuna che hai avuto e non devi rinunciarci! A lei non è capitato niente del genere quindi almeno tu che puoi, accetta!”

“Pensi che lei lo farebbe se fosse al mio posto?!”

“Credo di sì Victoria quindi devi farlo anche tu!”

Max in bagno si guardò allo specchio non riconoscendosi quasi più. Aveva sempre desiderato diventare una fotografa e adesso che lo era, niente sembrava andare per il verso giusto. Aveva perso sé stessa non riuscendo a ritrovare più la voglia di raggiungere il suo obbiettivo. Di mantenersi facendo quello che più amava fare, scattare foto. Si sentiva persa, demoralizzata e poco motivata a continuare a coltivare quel sogno che aveva bramato a lungo. Ciò che non sapeva, è che come era successo per Victoria, anche lei avrebbe avuto la sua occasione per riscattarsi da una vita di impegno e sacrificio per far diventare il suo sogno una realtà. E tutto questo sarebbe successo grazie a una sola persona.

 

 

Nel frattempo Shonei non riuscendo a trovare Lauren da nessuna parte, la chiamò al telefono chiedendole di offrirle da bere come aveva promesso molto tempo addietro. Così dopo averla convinta si diedero appuntamento per la serata in un bar nella zona in cui viveva la ragazza. Quando Shonei raggiunse il luogo dell’incontro, la trovò seduta a un tavolo con aria afflitta e una birra davanti. Andò a sedersi davanti a lei guardandola si rese conto che aveva gli occhi un po’ arrossati, segno che avesse pianto.

“Ne è dovuto passare di tempo per ricevere ciò che mi spetta di diritto eh?!” disse Shonei per scherzare e alleggerire un po’ la tensione.

“Si hai ragione, scusami tanto! Ti avevo promesso di offrirti da bere per quello che avevi fatto per me e invece…”

“Ehi, è tutto ok! Forse non si è notato ma stavo solo scherzando! Tu non mi devi niente!”

“Già, per come stanno andando le cose adesso forse hai perfettamente ragione!”

“Non dire così Lauren! Avete solo discusso e questo succede in tutte le coppie! È una cosa del tutto naturale! E poi comunque non c’è nulla di irreparabile! Voi due vi amate tanto e non c’è niente che possa tenervi separate a lungo!”

“In realtà c’è qualcosa che può tenerci separate!” disse Lauren lasciando spiazzata Shonei dalle sue parole. “Prendi qualcosa da bere, offro io!”

“Certo!” disse Shonei alzando una mano verso un tizio che stava servendo a un tavolo. Quando il ragazzo arrivò al loro tavolo ordinarono due birre, una per Shonei e un’altra per Lauren. Dopo un paio di minuti arrivarono le loro birre e quando il ragazzo si allontanò Shonei cercò di capire il motivo per cui la ragazza avesse detto quelle parole. “Come mai dici che c’è qualcosa che può tenervi separate?!”

Lauren non rispose abbassando lo sguardo sulla sua birra.

“C’è per caso… qualcun altro?!” chiese Shonei cercando di essere delicata ponendole la domanda.

Al che la ragazza alzò la testa di scatto guardandola con sgomento. “No! Io non farei mai una cosa del genere!”

“Ok, tranquilla! Era solo per chiedere! Queste cose possono succedere anche se non si vuole! Basta un attimo di smarrimento e...”

“Non ho tradito Chloe!” disse la ragazza con determinazione.

“Va bene! Non volevo offenderti! E poi un tradimento non ti dipingerebbe come un mostro! Ma ora dimmi cosa c’è sotto!”

Lauren si passò una mano tra i capelli appoggiandosi allo schienale. “La sera dopo la cena al Desire ho ricevuto una telefonata! Era Daisy, la direttrice dell’ospedale dove lavoro!”

“Ok, continua!”

“Mi ha detto che presto partirà per New York per partecipare ad alcuni convegni di cardiochirurgia che è il suo campo e quello di fisioterapia che il mio!”

“Quindi riguarda il tuo lavoro!”

“Esattamente! Questi convegni dureranno per qualche giorno perché saranno suddivise in varie sessioni! Inoltre ci sarà un corso di aggiornamento per fisioterapisti!”

“Aggiornamento?!”

“Si! La mia professione prevede sempre dei costanti aggiornamenti su tecniche, metodiche, disturbi e tipologie di cure! Io ho l’esigenza di aggiornare le mie competenze teoriche e pratiche! Devo farli per forza! Questi corsi prevedono dei costi spesso abbastanza elevati! In questo caso Daisy si offerta di accollarsi le spese!”

“Questa sì che è generosità! Cosa vuole in cambio?! Che tu gliel’ha dia?!”

“Shon!”

“Ok scusa!”

“Si offre di pagarmi il corso perché lavoro anche nel suo ospedale e inoltre è un’amica di famiglia!”

“Ah ecco, ora si spiega tutto!”

“In passato ho partecipato ad altri corsi, però online! C’è stato uno anche qui a Portland! Quindi per me non è stato un problema, perché non ho dovuto lasciare i miei pazienti! I corsi di aggiornamento rappresentano quasi un vero lavoro, parallelo a quello di ogni giorno! Ma questo corso è a New York il che mi mette in una situazione scomoda! Per risolvere il problema Daisy ha chiesto a un suo amico fisioterapista di occuparsi dei miei pazienti durante la mia assenza!”

“Beh, ha pensato proprio a tutto a quanto pare!”

“Si, lo ha fatto e non è finita qua! Daisy vorrebbe anche passare a trovare la mia famiglia a Sacramento! Di certo non mi posso rifiutare! Starò via da Portland per un bel po’!”

“Ah, di quanto tempo stiamo parlando per l’esattezza?!”

“Non lo so di preciso, ma sicuramente un mese e anche qualcosa in più!”

“Chloe di questo non ci ha detto assolutamente nulla!”

Lauren non rispose e Shonei capì cosa significasse quel silenzio.

“Oh merda santa! Chloe non ne sa nulla di questa faccenda vero?!”

“No, non le ho detto nulla perché ci stavo ancora riflettendo! Penso di rifiutare l’offerta di Daisy così da non dover partire! Dunque non è necessario che Chloe lo sappia!”

“Era questo che ti preoccupava in questo periodo?!”

“Che vuoi dire?!”

“Chloe si è accorta subito che c’era qualcosa che non andava! Ha iniziato a credere che tu ti fossi stancata di lei! E il litigio di stamane può soltanto aver peggiorato la situazione!”

“Cosa?! Io non mi sono affatto stancata di lei! Anzi io non voglio partire proprio perché non sopporto l’idea di stare lontana da lei!”

“Ma hai detto che ti serve il corso di aggiornamento!”

“Ed è così infatti, ma posso sempre cercarne un altro! Magari uno online in modo da non dover sospendere il mio lavoro!”

“Lauren, io penso di conoscere abbastanza Chloe e ti dico che se scoprisse che stai rinunciando a qualcosa di così importante per te a causa sua, non lo accetterà!”

“Non ha importanza perché non gliel’ho dirò!”

“Invece devi farlo! Non le lascerai credere che ti sei davvero stancata di lei?!”

“No! Dirò che ho avuto dei problemi sul lavoro in ospedale con un collega e stop! Le dirò che ero nervosa per questo motivo! E che non le ho detto nulla per non farla preoccupare!”

“Lauren, guarda io sono una maestra nelle stronzate da raccontare! Se fossi al tuo posto farei esattamente così! Ma adesso si tratta di Chloe, della mia amica! Non posso permetterti di fare una cosa del genere!” disse Shonei bevendo un sorso dalla sua birra.

“Non mi dirai che hai intenzione di raccontarle quello che ti ho detto?!”

“No, perché sarai tu a farlo!”

“Mi stai dando un ultimatum?!”

“Lauren, il vostro rapporto è vero e sincero! Non puoi iniziare a macchiarlo di bugie anche se lo fai a fin di bene! Lei deve sapere! E tu dovresti accettare quell’offerta!”

“Ma io non voglio che lei si senta abbandonata ancora!”

“Non la stai abbandonando! Si tratta di un mese circa Lauren! Il tempo passerà in un battibaleno!”

“No, non è così! Il tempo passerà lentamente e sarà come una tortura per me! Non voglio lasciarla!”

“Lauren!”

“Dio Shon, non credo di essermi mai sentita così presa da qualcuno in questo modo!” disse la ragazza appoggiando i gomiti sul tavolo e portandosi le dita delle mani alle tempie massaggiandosi. “Adesso mi sta arrivando davvero il mal di testa!”

Shonei sorrise percependo i sentimenti di disperazione che la ragazza provava in quel momento. Le afferrò le mani stringendole tra le sue. “Andrà tutto bene Lauren ma devi fare la cosa giusta! Lei vuole che tu le dica tutto e se la ami per davvero devi metterla al corrente! Poi potrai anche decidere di non partire ma lei deve sapere! Ok?!”

La ragazza annuì mentre il suo telefono cominciò a suonare e Shonei le lasciò le mani. Lauren rispose al telefono subito dopo aver lanciato un’occhiata al display per vedere chi fosse. “Ciao Daisy!”

Shonei che proprio in quel momento stava alzando la bottiglia per bere un altro sorso di birra, si bloccò sentendo il nome del suo interlocutore.

“Si, hai ragione! Ci stavo pensando infatti! Cosa?! Fra due giorni?! Va bene, lo farò! Ti faccio sapere domani! Ciao e grazie!” disse la ragazza terminando la telefonata.

Shonei la guardò con aria interrogativa. “E allora?! Cosa è successo?!”

“Mi ha chiesto di decidermi in fretta perché la partenza è tra due giorni!” disse la ragazza demoralizzata.

“Cristo Santo! Hai fatto passare tutto questo tempo e adesso il giorno della partenza è quasi arrivato! Vai da Chloe ora!”

“Oggi no Shon! Non ce la posso fare! Sono un’idiota!” disse la ragazza cominciando a piangere.

“Ehi, non piangere! Si sistemerà tutto, non preoccuparti!” disse la ragazza appoggiandole una mano sulla spalla per consolarla. “Ti riaccompagno a casa!”

“No, grazie Shonei ma sono venuta con la mia auto!”

“Ok!”

La ragazza lasciò dei soldi sul tavolo. “È meglio che vada! La mia testa sta per esplodere! Le parlerò domani! Ti giuro che lo farò Shonei!”

“Si, lo so che lo farai!”

Si alzarono entrambe e Shonei l’attirò in un abbraccio che durò per qualche secondo. In quell’arco di tempo il suo sguardo venne attirato dalla presenza di qualcuno seduto al bancone del bar.

Anche se non riusciva a credere che quella persona fosse chi pensava, ogni fibra del suo corpo le diceva il contrario. Si staccò dall’abbraccio di Lauren che le diede un bacio sulla guancia. “Grazie di tutto Shon!”

“Di nulla, fammi sapere domani ok?!”

“A domani Shon!”

“Ciao Lauren!”

La ragazza uscì dal bar e Shonei si voltò di nuovo verso la persona seduta su uno sgabello al bancone. Si avvicinò lentamente dubbiosa e con le mani che cominciavano a sudarle dalla tensione. Mentre si avvicinava un tizio prese posto accanto alla ragazza seduta. Shonei si bloccò per un attimo non sapendo cosa fare. Poi leggendo i movimenti dei due si accorse che non erano fidanzati e anzi la ragazza sembrava infastidita. Così riprese ad avvicinarsi e quando fu abbastanza vicina riuscì ad ascoltare le battute finali della loro conversazione.

“Oh avanti, non fare la difficile! Voglio soltanto offrirti da bere e fare conoscenza!” disse l’uomo sorridendo.

“Prima cosa sto già bevendo! Seconda cosa non meno importante non sono interessata a conoscerti e nemmeno fare conversazione! Quindi fa un piacere a entrambi e sparisci dalla mia vista se non vuoi avere problemi con il titolare del bar che guarda caso è anche il mio fidanzato!” disse lei con nonchalance.

Shon capì dalle parole della ragazza che non si sbagliava affatto. Era proprio chi pensava che fosse. La riconobbe dalla sua voce e dal modo di fare che l’aveva sempre contraddistinta. Si fermò a pochi passi da loro per assistere a tutta la scena con un sorriso. 

L’uomo nel frattempo guardava la ragazza non convinto delle sue parole. “Non ti credo! Sono solo balle quelle che stai raccontando!”

A quel punto la ragazza finse di mettersi a piangere portandosi le mani al volto attirando l’attenzione del barista e di alcuni clienti. L’uomo spalancò la bocca sorpreso dalla reazione della ragazza. “Ehi… ma che… cosa… perché piangi adesso?!”

Qualcuno iniziò a guardarlo in malo modo pensando che la causa di quel pianto fosse da attribuire a lui. Tutti li guardavano in attesa di capire se lui stesse importunando la ragazza. L’uomo sentendosi tutti gli occhi addosso cercò di tranquillizzare la ragazza al suo fianco. “Ehi, dai stai tranquilla! Non è successo nulla, adesso io…”

Il pianto forzato della ragazza diventò più intenso attirando altri sguardi verso di loro. A quel punto non potendone più, l’uomo si alzò tempestivamente andandosene via dal bar. Nel frattempo il barista dall’altra parte del bancone si avvicinò alla ragazza per assicurarsi che stesse bene.

“Signorina?! Va tutto bene?! Posso aiutar…” non finì la frase che la ragazza rimosse le mani dal viso completamente asciutto e privo di lacrime.

Con un’espressione del tutto serena la ragazza rispose: “Sto benissimo, perché me lo chiede?!”

Il barista guardò la ragazza allontanandosi confuso mentre lei tornava a bere il suo drink. Dopo aver assistito a tutta la scena Shonei si avvicinò del tutto prendendo posto sullo sgabello dove prima c’era l’uomo. Mentre la ragazza guardava dal lato opposto da dove era lei, Shonei si schiarì la voce.

La ragazza credendo che si trattasse di nuovo del tizio di prima sospirò voltandosi lentamente. “Di nuovo?! Ma perché non vai a spararti una…” si bloccò guardando accanto a lei un volto familiare sorriderle. “Shonei?!” disse la ragazza sorpresa, quasi scioccata.

“In carne ed ossa! Chi non muore si rivede eh Ashley?!”

“Così dicono!” disse Ashley con sguardo malizioso ricambiando il suo sorriso.

“Non sapevo che fossi qui a Portland!”

“Neppure io sapevo di te Shonei!”

“Beh, adesso lo sappiamo entrambe!”

“Bene, quindi adesso che si fa?!”

“Ti offro da bere?!”

“Sto già bevendo!”

“E allora potremmo fare qualcos’altro! Proponi tu?!”

Ashley cominciò a ridere. “I tuoi metodi di approccio non cambiano mai vedo!”

“Non penserai che io ci stia provando con te?!” disse Shonei fingendosi offesa.

“Certo che no!” rispose la ragazza con sarcasmo.

“Mi è dispiaciuto che due anni fa tu te ne sia andata lasciandomi un semplice messaggio!” disse Shonei nascondendo il risentimento che provava.

“È stata una cosa improvvisa! Però qualcuno mi ha detto che anche tu sei mancata da Portland per due anni!”

“Vedo che sei ben informata su di me!”

“Non fraintendermi l’ho saputo per caso!”

“Tu dove sei stata?!” chiese Shonei curiosa.

“Oh, un po’ ovunque, poi sono rimasta in California!”

“E come mai qui?! La California ti ha stancata?!”

“Sai bene che trovo la mia stabilità rimanendo sempre in movimento!”

“Oh certo, capisco di che movimento parli!” disse Shonei maliziosa facendo ridere la ragazza.

“Tu invece?! Come mai te ne sei andata?!”

“Sai anche io ho trovato un po’ di movimento altrove!” rispose Shonei.

“Ah e come si chiama questo movimento?!” chiese Ashley ridendo.

“Maggie!”

“Oh, ma certo! Maggie me la ricordo! Quella dolce e splendida ragazza che avrebbe fatto i salti mortali per te! Quindi alla fine è riuscita a tenerti buona!”

“Ho rotto con lei!”

“Mh, c’era da aspettarselo! Adesso cosa fai?!”

“Non lo so, dipende da cosa vuoi fare tu!” disse Shonei guardandola dritta negli occhi.

“Mi riferivo a cosa fai per vivere!” disse Ashley scuotendo la testa.

A quel punto Shonei si avvicinò a pochi centimetri di distanza dal suo viso parlando a bassa voce. “Lavoro per Steven come ai vecchi tempi!”

A quelle parole Ashley che aveva preso un sorso del suo drink, iniziò a tossire un po’.

“Ehi, piano!” disse Shonei ridacchiando dandole un colpetto dietro la sua schiena scoperta a causa del vestito troppo succinto. “Non credevo che ti avrebbe scioccato così tanto!”

“Beh, se non ricordo male era successo qualcosa che aveva messo in crisi il vostro rapporto!”

Si, infatti quando sono tornata a Portland ha voluto vedermi! Forse con l’intento di ammazzarmi, ma alla fine abbiamo trovato un accordo! Devo saldare il debito lavorando per lui! Gli lascio una percentuale di ciò che guadagno!”

“Mi prendi per il culo?!”

“No, ma devo ammettere che è molto allettante come idea!”

La ragazza scosse la testa ridacchiando. “Ma quanto tempo ci vorrà per sdebitarti?!”

“Non lo so ma a questo punto non ha importanza, visto che l’alternativa era essere morta e sepolta!”

“Mi dispiace ma nello stesso tempo sono felice di vederti viva e vegeta!” disse la ragazza con sincerità.

“Anche a me fa piacere rivederti Ashley e mi farebbe ancora più piacere se che ce ne andassimo di qua! Magari potremmo andare da te!”

“Non credo Shon!”

“Non hai un posto dove stare?!”

“Certo che ho un posto dove stare!”

“Quindi ora ti sei stabilità qui! Avremo modo di rivederci ancora!”

“Shon, io vivo in un appartamento con un amico!”

“Oh! Un amico eh?! L’ennesimo pollo che si è fatto rivoltare come un calzino?!”

“No, non è un pollo!”

“Per te lo sono tutti!”

La ragazza non disse nulla finendo di bere il suo drink, mentre Shonei continuava a fissarla rimanendo vicinissima a lei. Era sempre stata attratta da Ashley sin dal primo momento in cui l’aveva vista. Tra loro c’era stata una specie di relazione a intermittenza senza nessun impegno serio. Entrambe vivevano la loro vita in modo sregolato e senza tante complicazioni. Nonostante la sintonia, avevano avuto anche loro degli alti e bassi, che spesso finiva per allontanarle per dei periodi di tempo indeterminato. Ma poi alla fine tornavano sempre insieme. I motivi dei loro litigi erano dovuti soprattutto a causa di Shonei che la voleva tutta per sé. Shonei non sembrava una persona gelosa e non voleva impegnarsi seriamente con qualcuno rinunciando alla sua libertà. Ma se c’era qualcuno che poteva farle cambiare idea, quella era proprio Ashley. La ragazza aveva un forte ascendente su di lei, anche a distanza di tempo. Nonostante Ashley quest’ultima se ne era andata lasciandole semplicemente un messaggio di saluti, sentiva di essere ancora fortemente attratta da lei. Per quella ragazza sarebbe stata anche capace di mollare la sua vita fin troppo libertina e sistemarsi per davvero. Fatto alquanto insolito per una come lei.

“Vieni da me allora?!” propose Shonei non arrendendosi.

“Non posso Shon! E poi lo sai come funziona tra noi!” disse lei abbassando la voce in modo provocante. La ragazza era consapevole di essere il suo punto debole. Questo era il vantaggio che aveva sempre avuto su di lei e che le permetteva di ottenere tutto come e quando voleva.

“Ok, come vuoi, però hai qualcosa da farti perdonare!”

“Non credo Shon!”

“Invece sì!” disse lei sussurrandole vicinissima a un orecchio della ragazza.

Rimasero con i loro volti pericolosamente vicini mentre si guardavano negli occhi. Ashley si morse il labbro inferiore e Shonei si spinse più vicina a lei tentando di baciarla. Riuscì appena a sfiorarle le labbra quando la ragazza appoggiò un dito sulle sue allontanandola leggermente. Si alzò lentamente dallo sgabello per andare via ma Shonei l’afferrò per un polso. “Aspetta! Che ne dici se domani ci vediamo?! Magari andiamo al Paradise, sono sicura che a Eddie farebbe piacere rivederti!”

“Si certo, a Eddie piacerebbe!” disse la ragazza sarcastica.

“Ti prego!” disse Shonei speranzosa.

La ragazza le si avvicinò sussurrandole. “Ci vediamo lì domani in mattinata!”

“Ok!” disse Shonei soddisfatta.

Ashley le diede un bacio sulla guancia e si allontanò uscendo dal bar. Shonei si voltò verso il barista ormai su di giri. “Una birra!” disse ordinando di nuovo da bere.

 

Venerdì 7 luglio 2017

Il giorno successivo Max trova l’occasione giusta per parlare con Victoria, grazie all’assenza di Kate che era uscita per andare a fare un po’ di spesa a un negozio poco distante. Victoria era appena uscita dalla sua stanza per fare colazione prima di andare via. Mentre mangiava una brioche versandosi del caffè nella tazza in cucina, Max le si avvicinò.

“Victoria, hai un po’ di tempo prima di uscire? Vorrei parlarti di una cosa”.

“Certo, tanto devo ancora finire la colazione”.

Si sedettero entrambe al tavolo in cucina una dinanzi all’altra.

“Allora…”

“Dimmi” disse Victoria dando un morso alla brioche.

“Ieri mattina quando io e Kate siamo state dai ragazzi ho saputo una cosa un po’ strana di cui vorrei parlarne con te per capirci qualcosa”.

“Va bene”.

“Ho avuto una conversazione con Aaron che mi ha detto che hai imposto dei limiti a Tim per non avvicinarsi troppo a Kate”.

Victoria cambiò espressione mandando giù l’ultimo boccone di brioche. “E allora?!” chiese la ragazza passando alla difensiva.

“È vero questo?!”

“Si, ho detto esplicitamente a Tim di non farsi venire strane idee con Kate! Per la precisione gliel’ho detto quando è venuto a Seattle! Era abbastanza evidente che volesse provarci con lei!”

Max la guardò perplessa. “Non capisco, per quale motivo Timothy che tra l’altro è tuo cugino, non dovrebbe iniziare una storia con Kate che è tua amica?!”

“Oh avanti Max! Kate è mia amica e non voglio che abbia dei problemi e nemmeno io voglio averne!”

“Continuo a non capire! Da quando la vita sentimentale degli altri ti creerebbe problemi?!”

“Kate è una ragazza religiosa e sappiamo bene come la pensano quelle come lei! Il sesso fuori dal matrimonio è peccato e quelle stronzate lì! Timothy invece è un ragazzo a cui piace divertirsi! Sarebbe come unire il diavolo e l’acqua santa!”

“Si, capisco il tuo punto di vista ma sono due persone adulte e possono prendere le loro decisioni da sole! Kate sarà anche religiosa ma non stupida!”

“Max, lei non ha esperienze di questo genere ed è anche per questo che può cadere facilmente vittima di tranelli come è già successo in passato!”

“Tipo come con Nathan?!”

“Non c'è bisogno di tornare a parlarne Max!”

“Stai paragonando Tim a Nathan?!”

“No, non li sto paragonando! Però lo conosco bene mio cugino! È uno a cui piace divertirsi e non credo che sia il tipo da pensare al matrimonio o cose del genere! Quindi se vuole soltanto divertirsi è bene che si trovi qualcun'altra, perché Kate non è quel tipo di ragazza!”

“Quindi stai proteggendo lei?!”

“Si Max e sto proteggendo Tim dal fare cazzate e me dalle conseguenze di quello che potrebbe succedere! Non voglio che abbiano una relazione perché sono sicura che avranno dei problemi! Sono due persone estremante diverse, nelle idee e nei modi di vivere! Sono praticamente l’opposto e non hanno nulla in comune! Non sono destinati a durare e non voglio complicazioni! So come vanno queste cose e lo dovresti sapere bene anche tu! I loro problemi si ripercuoteranno inevitabilmente su di noi e sul rapporto che abbiamo con i ragazzi! Uno dei quali vorrei ricordarti che è mio cugino!”

“Lo dovrei sapere bene perché?! Ti riferisci alla mia storia con Lucas?!”

“Esattamente Max! Quando ci sono stati complicazioni tra di voi ci sono stati problemi con tutto il gruppo! Vorrei evitare di ripetere quell’esperienza!”

“Oh capisco! Scusami tanto sei miei problemi con Lucas ti sono pesati così tanto! Però poi alla fine si è risolto tutto vero?! Il tuo desiderio si è avverato!”

“Di che desiderio stai parlando?!”

“Della mia rottura con Lucas! Nel momento in cui hai deciso che te ne saresti andata da Seattle, sono sicura che hai sperato tanto che la nostra finisse, così che noi saremmo venute con te!”

“Spero tanto che tu non mi ritenga responsabile della fine della tua storia Max! Perché non ero certamente io il problema tra di voi!”

“Però se io avessi deciso di rimanere con lui a Seattle molto probabilmente non mi rivolgeresti nemmeno la parola!”

“Non avrei mai fatto una cosa del genere!”

“Però ti avrebbe dato fastidio!”

“Si, mi avrebbe dato molto fastidio!” disse alzandosi di scatto dalla sedia.

“Perché avevi bisogno di qualcuno con cui condividere le spese dell’appartamento. Inoltre non partendo da sola i tuoi hanno trovato più semplice accettare la tua decisione!”

“Aspetta un attimo! Mi stia dicendo che secondo te era solo un piano da me architettato per poter lasciare Seattle?! È davvero questo che pensi di me Max?!” disse la ragazza scioccata incrociando le braccia al petto.

“Non vorrei pensarlo ma ogni tanto il tuo egoismo salta fuori! Non puoi permetterti di condizionare la vita delle persone a tuo piacimento, per poter vivere la tua vita serenamente! Kate e Timothy hanno il sacrosanto diritto di decidere della loro vita sentimentale! Lei non ha avuto esperienze certo, ma ci siamo noi due che siamo le sue amiche! E invece di ostacolare qualcosa che magari lei ancora non sa nemmeno di volere, dovremmo sostenerla! Kate non è una ragazzina e penso che sia abbastanza matura da valutare bene le situazioni! Quindi ti chiedo di rimanere fuori da questa situazione!”

“Sai che ti dico Max, seguirò il tuo consiglio! Mi farò gli affari miei ma ricordati di una cosa! Il giorno in cui succederanno casini, io non mi intrometterò esattamente come mi hai chiesto di fare! Il mio intento è quello di prevenire invece di curare! Mi chiamo fuori da questa storia! E ora se non ti dispiace devo uscire, per pensare a cose più importanti delle infatuazioni assurde di chi non è in grado di capire l’errore che sta commettendo!”

Victoria uscì di casa furibonda visto che aveva deciso di accettare l’aiuto di Ellis. Max anche lei arrabbiata e delusa perché non voleva di certo che finissero per litigare, si preparò per uscire. Voleva scattare delle foto non destinate all’agenzia ma solo per poter scaricare la tensione.

 

 

Steph stava preparando la colazione quando Chloe uscì dalla sua stanza da letto e aveva una cera che non lasciava presagire nulla di buono.

“Buongiorno!” disse Steph chiedendosi se fosse il caso di parlare con lei di quello che era successo con Lauren.

“Mh!” rispose Chloe sedendosi al tavolo della cucina leggendo l’ennesimo messaggio di Lauren che le chiedeva di incontrarsi per parlare. La ragazza visualizzava i messaggi senza risponderle. “C’è del caffè anche per me?!”

“Si certo!” disse Steph riempendole una tazza di caffè appoggiandola davanti alla faccia ancora assonnata di Chloe.

“Sembra che tu non abbia riposato abbastanza stanotte!” valutò Steph appoggiandosi al bancone della cucina guardandola.

“Mh!” rispose ancora una volta Chloe mentre il gatto le si strusciava alle gambe. “Tu levati dal cazzo!” disse respingendolo con un piede.

“Ieri sera gli ho dato da mangiare!”

“Cosa hai fatto?!”

“Continuava a miagolare tutto il tempo e io volevo dormire al contrario di te!”

Chloe scosse la testa cominciando a bere il caffè. Steph prese la sua tazza di caffè sedendosi al tavolo con lei. “Senti Chloe, so che magari non ne vuoi parlare ma forse…”

“Infatti non voglio parlarne! Lasciami in pace per favore! Non sono dell’umore!”

Il telefono emise un altro suono. Un altro messaggio di Lauren che Chloe lesse per poi mettere di nuovo il telefono giù ignorandolo. “Vaffanculo!”

“È lei che ti manda messaggi?!”

“Si!”

“Non credi che forse sarebbe il caso di parlarle e risolvere la cosa da persone mature?! Non potete mandare all’aria mesi di relazione per un semplice litigio!”

“Non ho chiesto la tua opinione Steph e non mi interessa un cazzo! Se ci tieni così tanto vai tu a parlarci con lei! Chissà, così magari la smette di mandarmi questi stramaledetti messaggi del cazzo che non servono ad altro, se non farmi incazzare di più!”

“Ehi, datti una calmata!”

“Io sono calmissima se nessuno mi rompe i coglioni dicendomi cosa è giusto fare! Questi sono affari miei e intendo risolvere la faccenda a modo mio e con i miei tempi!”

“Sono più che sicura che il tuo modo di risolvere la situazione con lei sarebbe quella di ignorarla!”

“Infatti è quello che farò al momento! Le cose cambieranno quando e come voglio io!”

“Non è giusto Chloe! Stai esagerando adesso! So bene quanto tieni a lei quindi cerca di mantenere la calma e risolvi la faccenda se non vuoi perderla!”

“No Steph, è lei che mi perderà! C’eri anche tu quando mi si è rivoltata contro?! Sono io la parte lesa qui!”

“Lo so questo ma sei stata tu stessa a dire che in questo periodo si comportava in modo strano! Forse ha qualche preoccupazione! Dovresti saperne di più prima di mettere fine alla vostra storia!”

“Te lo dico io come stanno le cose, molto probabilmente si è stufata di me! Non sa come mollarmi perché non ha le palle per farlo! Ha deciso di mandarmi in bestia così sarò io a mollarla! Lei ritornerà finalmente libera e con la coscienza pulita! Così potrà dire che sono stata io a voler mettere fine alla nostra storia!”

“Ma non dire stronzate Chloe!”

“Ora ci sono! Magari ha un’altra o un altro, chi lo sa!”

“Lei non mi sembra il tipo!”

“Non mi sorprenderebbe, tanto io sono sempre stata la seconda scelta!” continuò Chloe alzandosi dalla sedia e camminando avanti e indietro. “Una ruota di scorta!”

“Chloe, stai dicendo una marea di stronzate come al solito!”

 “Sono utile per scopare nei momenti di solitudine! Fa bene Shonei a non relazionarsi con nessuno!”

“Chloe smettila!”

“Sono stata così stupida a illudermi che potesse funzionare! Ma dove diavolo avevo la testa!” disse Chloe dando un colpo con la mano alla tazza sul tavolo, facendola andare a terra frantumandola in mille pezzi e sporcando il pavimento di caffè.

Steph sgranò gli occhi dinanzi al gesto di rabbia dell’amica. Invece di dire qualcosa che l’avrebbe fatta arrabbiare ulteriormente, si alzò in silenzio per pulire il pavimento e raccogliere i cocci della tazza. Chloe nel frattempo tornò a sedersi appoggiando i gomiti sul tavolo e portandosi le mani tra i capelli. Dopo aver ripulito tutto qualcuno bussò alla porta. Steph andò ad aprire. “Lauren!”

“Lei è qui?!”

“Si” rispose Steph scostandosi di lato per farla entrare.

Chloe rimase ferma dove era, voltandosi a guardare dal lato opposto con il mento appoggiato su una mano.

Steph prese le chiavi della sua auto e decise di fare colazione al Paradise. “Bene, io credo che uscirò a fare un giro!”

“Ok! Ciao Steph!” disse Lauren.

“Ciao Lauren!” rispose la ragazza uscendo dall’appartamento.

Così rimasero solo loro due con Flerk che le osservava da lontano.

“Chloe!” disse Lauren avvicinandosi a lei da dietro, avvolgendole un braccio attorno alla vita, mentre con l’altra mano le spostava i capelli dalla fronte lasciandole un bacio. “Perdonami per ieri, ti giuro che non volevo dire quelle cose! Non volevo rivangare cose del tuo passato!”

“Hai messo in mezzo Rachel in una faccenda che riguardava soltanto noi due! Hai fatto riferimento a una parte del mio passato che ancora oggi mi fa male pensarci! Tu che dici tanto di amarmi come hai potuto farlo?!” disse Chloe divincolandosi da lei alzandosi di colpo facendola indietreggiare.

“Hai ragione Chloe, sono stata crudele e ingiusta nei tuoi confronti ma lascia che ti spieghi…” disse la ragazza mentre una lacrima le scendeva sul viso.

“Cosa c’è da spiegare?! Non c'è nessuna giustificazione per quello che hai detto! E per cosa poi?! Perché mi preoccupavo per te?!”

“C’è una ragione se in questo periodo ero diversa Chloe! Avrei dovuto dirtelo subito ma non ce la facevo!”

Chloe sentendo quelle parole iniziò a credere davvero che ci fosse qualcun altro. “Cazzo! Hai qualcun altro?!”

“Chloe no, lascia che ti spieghi!” disse Lauren afferrandole una mano che la ragazza scansò con un gesto.

“È così vero?! Mi hai tradita?!”

“No, non ti ho tradita! Non sarei mai capace di farti una cosa del genere! Io ti amo Chloe!”

“E allora cosa cazzo sta succedendo?!” gridò Chloe.

“Dovrei lasciare Portland per un po’ di tempo!”

Chloe parve confusa. “Che cosa… che cazzo significa?!”

“Lascia che ti spieghi tutto dall’inizio! Ti prego!”

Così le due ragazze presero posto sul divano una accanto all’altra mentre Lauren esponeva le sue ragioni.

Shonei ansiosa di vedere Ashley andò al Paradise e si sedette al tavolo dove c’era Steph che stava facendo colazione. La ragazza non si accorse della sua presenza finché non si sedette davanti a lei, troppo presa a pensare a Jessie.

“Giorno Steph!”

“Santo cielo Shon! Ci sarà mai una mattina in cui io non sia costretta a guardare la tua faccia?! È come se tu già sapessi in anticipo dove mi trovo! Se adesso fossi stata a casa ti saresti presentata lì, ma visto che sono qui sei qui! Mi segui per caso?! Mi hai messo una cimice addosso?!”

“Non ti sto seguendo e non hai niente addosso ma per esserne davvero sicure, sarebbe il caso di controllare!” disse Shonei ammiccando verso di lei.

Steph fece una smorfia di disgusto tornando alla sua colazione.

“Allora, hai parlato con Chloe ieri?”

Steph la guardò non sapendo cosa rispondere. “Ehm… sì certo… l’ho fatto…”

“Steph, non ci hai parlato vero?!” chiese la ragazza avendo capito che non lo aveva fatto.

“Diciamo che sono stata un po’ distratta ieri! Flerk è scappato fuori quando hai aperto la porta per andare da Lauren!”

“E quanto tempo ci hai messo a prendere un gatto?!”

“Quando sono tornata all’appartamento mi è passato di mente! Ho parlato con lei stamattina o meglio, ci ho provato! Sai bene come è fatta! È arrabbiata da morire! Crede che Lauren si veda con qualcun altro e che voglia mollarla!”

“Avevo pensato anche io a questa cosa! Ne ho parlato ieri sera con Lauren!”

“Ah, quindi non sono l’unica ad averci messo troppo tempo per parlarle!” disse Steph soddisfatta.

“Ascolta, adesso so perché Lauren si comportava in modo strano con Chloe in questo periodo!”

Steph si fece attenta. “Di cosa si tratta?! È preoccupante?! Non l’ha tradita vero?!”

“No, non l’ha tradita! Ehi Eddie, portami un caffè e ti prometto che tra un po’ avrai una sorpresa!” disse Shonei vedendo il ragazzo passare accanto a loro.

“Una sorpresa per me?! Corro!” disse Eddie correndo a preparargli il caffè mentre Shonei esponeva i fatti a Steph.

Quando il ragazzo tornò al loro tavolo servendole il caffè rimase fermo ad aspettare.

“Grazie Eddie!” disse Shonei riportando la sua attenzione a Steph. Poi si accorse che il ragazzo era rimasto in attesa a guardarla. “Sei ancora qui?!”

“E la mia sorpresa?!”

“Ah…” disse Shonei voltandosi alle sue spalle per dare un’occhiata all’entrata del locale. Steph ed Eddie guardarono nella sua stessa direzione confusi. Shonei si voltò di nuovo verso di loro. “Non ancora Eddie, torna più tardi!”

Il ragazzo si allontanò perplesso pensando di essere stato preso in giro.

“Quindi il problema di Lauren è che non vuole stare lontana da Chloe!” disse Steph.

“Esattamente! Cazzo, quella ragazza si è fottuta proprio il cervello per Chloe! Però credo che oggi le parlerà così le cose si sistemeranno! Almeno questo è quello che spero!”

“In questo momento sono insieme a casa e ne stanno già parlando!”

“Davvero?!”

“Si, secondo te perché sto facendo colazione qui?!”

“Ah, allora speriamo bene!”

Durante la loro chiacchierata Shonei aveva ricevuto dei messaggi sul telefono da parte di Matthew, ma non si era accorta di nulla.

 

 

Lauren aveva raccontato tutto alla sua ragazza che era rimasta in silenzio ad ascoltare senza interromperla.

“Ora sai perché ero così strana e nervosa! Tu non c’entri nulla! Sono io che ho sbagliato, tu non hai colpe! Non c’è nessun altro nella mia vita a parte te!”

Lauren rimase in attesa che Chloe dicesse qualcosa in proposito mentre l’altra assimilava tutte le informazioni. Poi si alzò dal divano per prendere una birra in frigo. “Ne vuoi una?!”

“Grazie Chloe, ma no! E non dovresti bere neanche tu a quest’ora del…” disse Lauren interrompendosi quando lei la guardò con un’espressione un po’ dura.

“Ho bisogno di bere adesso! Devo cercare di scaricare un po’ di tensione!”

“Ok… scusa!” rispose Lauren.

Chloe si sedette sul tavolo con gambe penzolanti mentre beveva la sua birra. “Dunque non avevi nessuna intenzione di mettermi al corrente dei fatti!”

“Si e mi dispiace! Temevo che la mia scelta di rifiutare la proposta di Daisy ti avrebbe fatta sentire in colpa! Come se fossi tu la responsabile del mio rifiuto ma non è così! Il problema è mio e la scelta tocca a me!”

“Quindi io non ho voce in capitolo!”

“Lo so cosa può sembrare ma credimi Chloe, non è come pensi! Io prendo molto in considerazione le tue opinioni…”

“Quindi accetterai!”

“Cosa?!”

“Accetterai l’offerta di Daisy!”

“Chloe… io non voglio andarci! Posso seguire altri aggiornamenti senza dover per forza…”

“Se è vero che tieni in considerazione le mie opinioni, lo farai! Si tratta solo di un mese…”

“Forse anche di più…”

“Non fa alcuna differenza Lauren! Non resterai via per sempre! Dannazione si tratta del tuo lavoro! Non voglio che un giorno tu mi rinfacci una cosa del genere, magari dicendo che lo hai fatto per me!”

“Non ti rinfaccerò mai una mia scelta!”

“Adesso dici così, ma non puoi sapere cosa potresti fare un giorno! Quando è la partenza?!”

Lauren non rispose abbassando lo sguardo.

“Lauren?!”

“Dopo domani!”

“Così presto?! Ah certo, hai fatto passare due settimane senza dirmi nulla!” disse con sarcasmo.

“Non partirò!”

“Invece lo farai!”

“Non puoi impormi il tuo volere Chloe!” disse Lauren determinata.

Allora Chloe cambiò atteggiamento addolcendosi un po’, visto che non riusciva a ottenere nessun risultato in quel modo. Non che volesse liberarsi della sua ragazza. Al contrario, non le piaceva affatto l’idea che sarebbe stata via così tanto tempo. Entrambe erano troppo abituate a passare molto tempo insieme e un mese non sarebbe passato così velocemente. Chloe lasciò la bottiglia di birra sul tavolo e raggiunse Lauren sul divano. Prese una mano della ragazza tra le sue.

“Ascolta Lauren, so bene come ti senti all’idea di stare via per un po’ ma credo che dovresti partire! Se si trattasse di un viaggio di piacere sarei d’accordo con te, ma si tratta di lavoro! È una cosa importante per te e io non mi perdonerei mai se non cercassi di convincerti ad accettare l’offerta di Daisy!”

“Ma Chloe…”

“E poi si tratta anche della tua famiglia! È da tantissimo tempo che non li vedi e sono sicura che li renderesti molto felici! Un mese passa in fretta quando hai tanti impegni! Non te ne accorgerai nemmeno!”

“Forse tu non sentiresti la mia mancanza ma io…”

“Preferisco sentire la tua mancanza per un po’ di tempo invece di vederti rinunciare a qualcosa di importante! E non voglio che tu stia in pensiero per me perché io starò bene! Non sarò sola! Se parti io non mi sentirò abbandonata, perché è solo per un breve periodo di tempo!”

“E se questo cambiasse le cose tra di noi?!”

“Non cambierà nulla Lauren perché io ti amo! Sarò qui quando tornerai!”

“Io non riesco a togliermi di dosso questa strana sensazione che qualcosa andrà storto se parto! Ho paura ma non so di cosa!”

“Non devi aver paura perché non succederà nulla! E poi ci sentiremo per telefono tutti i giorni! Magari faremo delle video chiamate! Così che la nostra distanza ci pesi di meno!”

Si strinsero in un abbraccio per qualche secondo. Quando si separarono Chloe si assicurò che Lauren facesse la cosa giusta. “Daisy aspetta ancora una risposta da te?!”

Lauren annuì.

“Chiamala e dille che partirai con lei!”

Lauren prese il telefono dalla sua borsa e prima di chiamare guardò Chloe. “E se venissi anche tu con me?!”

Chloe sgranò gli occhi. “Cosa?!”

“Potresti prenderti delle ferie anticipate e partire con me! Così non dovremmo stare lontane!”

“Lauren, io ho un lavoro qui! Ho delle responsabilità a cui non posso sottrarmi soprattutto in questo periodo! Non posso prendermi delle ferie anticipate! E poi sarai così impegnata che non avrai tempo per me!”

“Beh, potremmo stare insieme la sera! La mattina te ne vai in giro a visitare New York…”

“Lauren!”

“Mi farebbe piacere se la mia famiglia ti conoscesse!”

“Lauren… non posso!”

Lauren abbassò lo sguardo sospirando.

“Fai quella chiamata adesso!” disse Chloe appoggiandole una mano sul viso per farle alzare la testa.

La ragazza annuì facendo partire la chiamata. La donna dall’altro lato del telefono ci mise un po’ a rispondere. Quando finalmente rispose, Lauren confermò di volere partire con lei. La donna era entusiasta della sua scelta ma Lauren no. Quando terminò la chiamata guardò Chloe. “Ecco fatto!”

“Ora dovresti iniziare a preparare i bagagli! Domani mi prendo la serata libera così potremo passarla insieme prima che tu parta! Resterò a dormire da te se vuoi, tanto Steph capirà!”

“Va bene!”

“Vieni qui!” disse Chloe stringendo Lauren tra le sue braccia riflettendo sulla situazione, ma soprattutto su come si sentisse.

 

 

È soltanto per un breve periodo certo, ma allora perché mi sento così? Perché sento come se qualcuno mi stesse strappando via qualcosa di vitale importanza per me? Spero che questo mese passi in fretta.

 

 

E con questi pensieri nella testa, Chloe cercò di trovare conforto nell’abbraccio della ragazza. La persona che era riuscita a portare un po’ di luce e speranza nella sua vita piena di oscurità. Non poteva immaginare come quel viaggio, avrebbe agevolato situazioni che si erano già messe in moto a sua insaputa e che l’avrebbero portata irrimediabilmente a rimettere in discussione tutto quanto ancora una volta.

 

 

Michael attendeva ancora una risposta da parte di Shonei che non accennava ad arrivare. Iniziò a perdere la pazienza dell’indifferenza della ragazza. Visto che era a conoscenza della sua posizione avendola seguita a distanza di sicurezza, decise di presentarsi di persona al Paradise. Questa volta avrebbe evitato di pagare ragazzi problematici con famiglie disagiate alle spalle. Ragazzi che avrebbero fatto di tutto pur di poter guadagnare qualche dollaro e magari acquistare un po’ d’erba. Un paio di settimane prima era stato un po’ sprovveduto in uno dei suoi inseguimenti e aveva rischiato di farsi scoprire dalla ragazza. Ma a lui non importava, anzi non gli dispiaceva affatto esporsi perché in questo modo sarebbe riuscito a farle commettere qualche passo falso. Una persona è più propensa a commettere errori se messa sotto pressione. Però Steven era stato chiaro in proposito, voleva assolutamente che il tutto fosse eseguito con discrezione. Aveva già messo al corrente il suo capo di come Shonei iniziasse ad avere sospetti che qualcuno la seguisse, nella speranza che l’uomo gli concedesse un po’ più di campo libero, ma Steven sembrava essere irremovibile su questo punto. Adesso però si era stufato e voleva fare a modo suo.

 

 

Shonei era ancora in compagnia di Steph e ogni tanto si voltava alle sue spalle per guardare l’entrata del Paradise. Alla fine la curiosità vinse sull’indifferenza di Steph e quindi le chiese spiegazioni.

“Shon!”

“Si?!”

“Si può sapere perché continui a voltarti?!”

“Io?!”

“No, la signora che vive di fianco al tuo appartamento! Certo che mi riferisco a te, vedi qualcun altro?!”

“Ok, calmati!”

“Allora?!”

“Ehm… diciamo che sto aspettando una persona!”

“Hai un appuntamento?!”

“No… non lo definirei proprio un appuntamento… diciamo che sarebbe più un… ehm…”

“È una tua cliente?!”

“No!”

“E allora cosa?! Anzi no, non mi interessa saperlo!” disse Steph cambiando idea mettendo a tacere la sua curiosità.

 

 

Michael scese dall’auto dopo aver parcheggiato ed entrò nel locale. Si girò intorno per vedere dove fosse la ragazza e appena individuata si avvicinò lentamente al suo tavolo. La prima a vederlo fu Steph che alzò il suo sguardo fissandolo con curiosità. Ormai conosceva a prima vista i clienti che frequentavano abitualmente il locale e lui non era tra questi. Shonei vide l'espressione interrogativa sul volto di Steph e si voltò per capire cosa stesse guardando. Appena si girò, sgranò gli occhi riconoscendo Michael che si stava dirigendo verso di loro con un sorriso tutt'altro che rassicurante.

“Ciao Shon! Vedo che te la stai prendendo comoda!” disse il ragazzo fermandosi al loro tavolo.

Steph guardò entrambi confusa chiedendosi chi diavolo fosse quel tizio. Shonei invece era rimasta quasi paralizzata dalla sorpresa, non sapendo cosa dire.

“Cosa c'è Shon, il gatto ti ha mangiato la lingua?!” continuò Michael non staccando gli occhi da lei.

“Oh... c-ciao... Michael!”

“Ah, allora riesci a parlare!” disse lui sedendosi accanto a lei facendola spostare sul divanetto, ritrovandosi proprio davanti a Steph. “Buongiorno, tu devi essere un'amica di Shon! Io sono Michael!”

Il ragazzo le sorrise porgendole la mano.

“Io sono Steph!” rispose lei ricambiando la stretta di mano titubante, mentre Shonei iniziava a sudare dalla tensione.

“Che ci fai qui?!” chiese Shonei temendo cosa potesse rispondere, soprattutto dinanzi a Steph.

“Beh, dovresti saperlo no?!”

“Non credo di capire!”

“Ti ho inviato dei messaggi! Lo sai che il lavoro è lavoro!” disse il ragazzo serio.

Shonei tirò subito fuori dalla tasca il telefono e vide che c'erano davvero dei messaggi, tutti appartenenti al ragazzo. Si voltò a guardarlo mentre lui si sforzava di sorridere. “Visto?!”

“S-si... cazzo io... io non ho sentito l'arrivo dei messaggi! Mi dispiace!”

“Lo so che ti dispiace Shon! Dispiace tanto anche a me!”

Steph passava il suo sguardo dall'uno all'altra notando il nervosismo della ragazza. Sembrava quasi come se lo temesse un po'. Lui invece sembrava decisamente troppo sicuro di sé. “Voi due come vi conoscete?!”

I due si girarono verso di lei che attendeva una risposta.

“Hai sentito Shon?! Ci conosciamo?!” disse lui senza staccare gli occhi da Steph.

Shonei non rispose nulla allora intervenne lui. “Noi ci siamo conosciuti a lavoro! Non è vero Esse Esse?!” disse il ragazzo riportando l'attenzione sulla ragazza accanto a lei.

Steph rimase a riflettere e poi stava per dire qualcosa ma venne interrotta da Shonei. “Quindi anche tu sei un accom...”

“Lui è il mio agente!” disse Shonei tutto a un fiato.

Michael si girò di scatto verso di lei con un'espressione sorpresa. “Agente...”

“Vedi Steph, chi fa il mio lavoro ha bisogno di appoggiarsi a un'agenzia! La quale viene contattata dai clienti che sono in cerca di un'accompagnatrice per cene di lavoro o altro! Chi lavora in agenzia ha il compito di informarci e assegnarci ai clienti in base alle loro richieste e...” disse interrompendosi un momento guardando il ragazzo infastidito di essere usato per coprire la verità su ciò che faceva realmente. “...anche in base ai servizi che noi accompagnatrici offriamo!” concluse la ragazza deglutendo guardando Steph.

Steph la guardava dubbiosa.

“Infatti i messaggi che mi ha inviato riguardano proprio questo! Vero Michael?!” chiese la ragazza voltandosi verso di lui guardandolo speranzosa che potesse reggerle il gioco.

“Ma certo!” disse lui dandole una pacca sulla spalla mentre sorrideva a Steph. “È molto richiesta la tua amica qui, ma l'ultima volta ha fatto cilecca e quindi deve rimediare se vuole tenersi il lavoro!”

“In che senso?!” chiese Shonei confusa.

“Oooh, te lo spiego subito Shon! Vedi l'ultima cliente non è stata molto contenta del tuo servizio e quindi si è lamentata con me! E ti è andata bene perché se si fosse rivolta al direttore, tu adesso non avresti più il tuo lavoro! Ora dovrai cercare di rimediare altrimenti chissà come potrebbe andare a finire!” rispose il ragazzo.

Shonei comprese quello che stava dicendo il ragazzo. Michael parlava per metafore adattandosi alla messa in scena creata da lei sul momento, ma il senso era chiarissimo.

“Dovresti ringraziarmi Shon!” continuò il ragazzo.

“Si certo... grazie... Michael!”

“Bene, adesso che ho fatto il mio dovere posso tornare all'agenzia! Mi occuperò io della cliente per evitare che tu perda il lavoro Shon! Ma non potrò pararti il culo sempre!” disse alzandosi. Poi si voltò verso Steph riporgendole la mano. “Mi ha fatto piacere conoscerti Steph, sono sicuro che ci rivedremo ancora!”

Detto questo il ragazzo si allontanò lanciando un'occhiata eloquente a Shonei. Era chiaro che non avrebbe accettato un'altra sua disattenzione, che per lui equivaleva a un vero e proprio affronto. Steph guardò Shonei incrociando le braccia al petto mentre l’altra guardava altrove per evitare il suo sguardo battendo distrattamente le dita sul tavolo. “Shon!”

“Si?!”

“Lui sarebbe il tuo agente?!”

“Ehm… non è mio! Cioè è uno dei tanti agenti che lavora all’agenzia!”

“E io dovrei credere che quel tizio losco sia un agente?! Considerando il lavoro che fai potrei definirlo più un pappone!”

Shonei che fino a quel momento evitava di incrociare il suo sguardo con quello della ragazza, la fissò dritta negli occhi risentendosi delle sue parole. “Io non mi prostituisco Steph e bene che tu lo tenga a mente questo! Le accompagnatrici non sono donne di strada! Non tutte finiscono per andare a letto con i loro clienti!”

“Ma trattandosi di te…”

“Ci vado solo se sono io a deciderlo!”

Continuarono a fissarsi fino a quanto Steph fu distratta dall’ennesimo arrivo di una persona alle spalle di Shonei. E se prima con il ragazzo non aveva la benché minima idea di chi fosse, di quest’altra persona invece sapeva fin troppo! “Oh porca puttana!”

“Che c’è?!” chiese Shonei voltandosi per vedere chi diavolo fosse ancora.

“Ciao Shon!” disse Ashley per poi rivolgersi a Steph. “Oh Steph, ma quanto tempo è passato!”

“Si, decisamente troppo poco!”

Ashley sorrise divertita dalle sue parole. “Vedo che non sei cambiata affatto nei tuoi modi di fare!”

“E perché mai dovrei farlo visti i soggetti che ho di fronte!”

Tra le due non era mai corso buon sangue visto che la ragazza era spesso presente ai festini organizzati da Shonei e Chloe nel suo appartamento. Mentre le due si punzecchiavano tra loro Shonei chiamò Eddie, che accortosi della presenza della ragazza si precipitò da loro.

“Cazzo Ashley, sei proprio tu?!” disse il ragazzo felicemente sorpreso.

“Ebbene sì, sono proprio io! A meno che tu non stia ancora dormendo e io sono semplicemente un sogno!” rispose la ragazza.

“Oh beh, un bellissimo sogno direi!” disse il ragazzo abbracciandola.

Tra i due c’era sempre stata una grande simpatia che però non mai sfociata in altro. Anche se al ragazzo non sarebbe dispiaciuto avere una storia con lei. Aveva perso la testa per Ashley dal primo momento che i suoi occhi si erano posati su di lei.

“Dunque era questa la sorpresa eh!?” disse il ragazzo rivolto a Shonei che invitò Ashley a sedersi di fianco a lei.

“Si!”

“A quanto pare non eri l’unica ad aspettarmi!” disse Ashley a Shonei con il suo solito modo di fare da panterona, atteggiamento che infastidiva parecchio Steph.

“Posso portarti qualcosa da bere Ashley?!”

“Si, un caffè se non ti spiace e con tanto zucchero mi raccomando!”

“Hai tuoi ordini signorina!” disse Eddie allontanandosi.

“Allora Steph, come va la vita?!” chiese Ashley.

“Diciamo che andava bene fino a qualche minuto fa, ma poi sei arrivata tu e… la pacchia è finita!”

“Quando mi sono mancate le tue frecciatine lanciate per colpirmi senza riuscirci!”

“Ok ragazze, che ne dite di darci un taglio adesso?!” chiese Shonei.

Eddie ritornò al loro tavolo per servire il caffè ad Ashley per poi allontanarsi di nuovo con una faccia da ebete mentre la guardava.

“Oddio, quanto mi è mancato!” disse Ashley dopo aver bevuto un sorso del suo caffè. “Dimmi Steph, per caso ti hanno licenziato o cosa?! Mi sembra strano vederti seduta al tavolo!”

“Non credo siano affari tuoi!”

“Stavo solo cercando di fare conversazione!”

“Evitiamo di conversare usando come soggetto Steph!” disse Shonei stufa dei loro continui battibecchi.

“Si infatti! Piuttosto torniamo a parlare del tuo lavoro di accompagnatrice!” disse Steph lasciando Ashley completamente esterrefatta da quella rivelazione.

Ashley si voltò a guardare Shonei al suo fianco ridacchiando. “Cosa?! Davvero fai l’accompagnatrice?! Credevo che vista la situazione la tua occupazione fosse quella…”

Non terminò la frase sentendo una mano di Shonei appoggiarsi sulla sua gamba e stringere. Tutto avvenne sotto al tavolo lontano dallo sguardo attento di Steph. Ashley comprese subito attraverso quel gesto cosa stesse cercando di dirle e non aggiunse altro sorridendo divertita.

“Stavi dicendo?!” chiese Steph curiosa di sapere cosa stesse per dire prima di interrompersi.

“Oh, adesso ti interessa sapere cosa stavo dicendo!”

“Ok, adesso sono davvero stufa e me ne vado! A non rivederci Ashley!” disse Steph andando via dal locale.

“Wow, è rimasta esattamente come me la ricordavo!” disse Ashley bevendo il suo caffè.

“Grazie per non aver proseguito!” disse Shonei.

“Figurati! Solo che adesso mi domando perché stai nascondendo ancora il fatto che lavori per Steven!”

“Beh, ho evitato sempre di farlo sapere a lei e Chloe perché non voglio che questo rovini il nostro rapporto di amicizia! Non so come la prenderebbero!”

“E invece sapere che fai l’accompagnatrice rende tutto più semplice eh?!” disse Ashley con sarcasmo.

“Non mettertici anche tu per favore! Informatevi bene prima di paragonare le accompagnatrici a delle prostitute!” disse Shonei infastidita.

“Tesoro, lo so bene cosa sono! Ti stavo solo prendendo in giro!”

“O magari è una chiara reazione di fastidio verso la possibilità che io possa fare un lavoro del genere! Magari sei gelosa!” disse Shonei sorridendo maliziosa appoggiando il gomito sul tavolo e la testa su una mano.

“Oh Shonei, non ce la fai proprio a pensare ad altro eh?!”

“Tipo cosa?! Noi due che ci appartiamo da qualche parte nella più completa solitudine?!”

“Non cambi mai!”

“Come mai ci hai messo tanto ad arrivare?!”

“Ho avuto un po’ da fare, inoltre non posso restare a lungo! Giusto il tempo di un saluto veloce e un caffè!”

“Così presto?! Oh avanti, resta un altro po’!”

“Mi dispiace Shon sarà per un’altra volta! Anzi, credo sia arrivato proprio il momento di andare!” disse la ragazza lasciando dei soldi sul tavolo.

“Oh no, lascia stare! Offro io!”

Le due rimasero a guardarsi sorridendo ma proprio in quel momento sopraggiunse qualcun altro.

“Ah sei ancora qui?!” disse il tizio rivolto ad Ashley che sembrava agitata.

Shonei lo conosceva molto bene infatti anche lui lavorava per Steven. “Jeffrey?!” disse perplessa alzandosi.

Il ragazzo si voltò a guardarla. “Eeeehi Shonei! Quanto tempo che non ci si vede!”

Si avvicinò a lei per un abbraccio veloce. “Come stai?! Ti trovo in gran forma come sempre!” disse Jeffrey sorridendo.

“Si sto bene e anche tu vedo!”

“Eh già!” disse Jeffrey. Poi si rivolse ad Ashley. “Sapevo che ti avrei trovata qui! Visto che mi sono liberato prima dagli impegni ho pensato di passare a prenderti! Allora andiamo?!” disse Jeffrey mettendole un braccio attorno alla vita attirandola più vicino a sé. Il gesto, come anche la reazione di Ashley, non sfuggì a Shonei che sembrava del tutto confusa.

“Scusate… ma voi due…”

“Non le hai detto di noi?!” chiese Jeffrey ad Ashley.

“Detto cosa?!” chiese Shonei anche se era ben evidente cosa avrebbe detto.

Ma Ashley aprì la bocca senza poter dire niente. Fu Jeffrey a rispondere per lei. “Stiamo insieme da un bel po’!” disse lui felice e soddisfatto.

Shonei guardò entrambe sbalordita mentre Ashley teneva lo sguardo basso.

“Oh! Così voi due state insieme! Beh, ma questo è… fantastico! Sono felice… per voi due!”

“Grazie due volte Shon visto che sei stata proprio tu a presentarci!”

“Già… me lo ricordo bene!”

Infatti era stata proprio lei a presentarli anni prima durante una serata di sballo, mentre era in compagnia di Ashley, Nick e Alec, i suoi due compagni di bevuta e di lavoro. Questo era avvenuto tempo prima che Shonei lasciasse Portland e prima che lei e Ashley avessero altri dissapori fino al distacco completo.

“Beh, adesso dobbiamo proprio andare! Mi ha fatto piacere rivederti Shon!” disse il ragazzo porgendogli la mano.

“Oh… sì certo… anche a me!” rispose Shonei stringendogli la mano.

“Mi raccomando rimani in giro! Magari una di queste sere ci vediamo e rivanghiamo i bei momenti andati!”

“Si certo!”

“Ci conto eh!” disse lui indicandola.

Ashley in tutto questo non fece altro che salutarla con un semplice ciao, evitando di incontrare il suo sguardo. Si comportava come se fosse stata colta in fallo. Shonei invece si sentiva una vera merda in quel momento. Non avrebbe mai immaginato che la ragazza della quale era sempre stata invaghita, iniziasse una storia con lui. Non che lei non avesse mai avuto altre storie, ma erano tutti utili e nessuno indispensabile. Lei puntava solo ai soldi, al divertimento e a tutto quello che un uomo o donna potesse offrirle in cambio delle sue attenzioni. Lei era una maestra in tal senso! Era capace di far sentire speciale chiunque ed era in grado di fare innamorare e cadere ai suoi piedi anche le persone più schive e fredde. Shonei iniziò a porsi qualche domanda ma una la tormentava più di tutte. Ashley da quando stava con lui? Era possibile che avevano iniziato a frequentarsi mentre anche loro due stavano insieme?

 

 

Dopo aver scattato varie foto, Max decise di fermarsi in un bar per prendere un caffè. Quando uscì dal bar un ragazzo le passò accanto di fretta travolgendola, facendole perdere l'equilibrio. Nel tentativo di non cadere, la sua borsa finì a terra con un colpo secco facendo riversare fuori parte del suo contenuto. Una busta di carta dalla quale fuoriuscirono le foto scattate che si sparpagliarono a terra e la sua immancabile macchina fotografica regalatole da Chloe, che si ostinava a portare sempre con sé e a utilizzarla nonostante avesse deciso di non usarla più.

“Merda, stai attento a dove metti i piedi!” disse Max infuriata.

“Mi dispiace, scusami tanto vado di corsa!” disse il ragazzo allontanandosi velocemente senza fermarsi ad aiutarla.

Una ragazza appena uscita da un negozio di fianco al bar e che stava raggiungendo la sua auto parcheggiata lì davanti, assistette a tutta la scena. Max era decisamente infuriata con il ragazzo per il danno causatole, ma non fece nulla per cambiare il corso degli eventi. Poteva risolvere tutto riavvolgendo il tempo di poco per evitare il disastro, ma non lo fece. Si era ripromessa di non utilizzare il suo potere mai più, perché le aveva soltanto creato problemi. Fu proprio la scelta di lasciar perdere, che la portò a incontrare per la prima volta la ragazza, che sarebbe diventata presto una presenza costante nella sua vita.

“Stronzo!” urlò Max. Poi si chinò a raccogliere la sua roba. Non si preoccupò tanto delle foto anche se ci aveva speso del tempo a scattarle. La sua preoccupazione era rivolta più alla macchina fotografica che a tutto il resto.

La ragazza le si avvicinò offrendosi di aiutarla. “Ehi, va tutto bene?! Posso aiutarti?!”

“No grazie, ce la faccio benissimo da sola!” disse Max in modo scontroso e senza alzare la testa.

La sconosciuta si abbassò lo stesso accanto a lei afferrando alcune foto sparse, notando anche la macchina fotografica. “Wow, quello è un pezzo di antiquariato! Ti dico sin da subito che i collezionisti pagherebbero oro per averla! Puoi farci dei bei soldi vendendola!”

Max a quelle parole alzò la testa guardandola contrariata. “Non è in vendita! Per me ha un valore affettivo e non è un semplice oggetto!”

In quel preciso istante mentre i loro occhi si incontrarono per la prima volta, la ragazza si sentì pervadere da una strana sensazione ma non spiacevole. “Scusami, non ne avevo idea, perdonami!” disse con aria contrita.

Max si rese conto di essere stata un po' troppo brusca nei confronti della ragazza. Dopotutto aveva cercato semplicemente di aiutarla, cosa che il ragazzo non si era degnato di fare scappando via. Nonostante tutto non riuscì a calmarsi vista la pessima giornata. Si alzò rimettendo le foto appena recuperate da terra nella busta.

“Tieni!” disse l’estranea porgendole il resto delle foto raccolte da terra.

Max le sfilò le foto dalle mani con poca delicatezza. Poi prese la sua macchina fotografica. “Questo sembra un déjà-vu!” disse guardandola tra le sue mani. “Spero che funzioni ancora e che non si sia rotto nulla all'interno!”

“Per scoprirlo non c'è modo migliore di scattare una foto!”

Max non rispose.

“Vedendo tutte quelle foto mi sembra di capire che non sei proprio inesperta!”

“Infatti non lo sono! Non vado di certo in giro con una macchinetta fotografica a caso!” rispose Max freddamente.

“Oh, allora sei una fotografa! Quindi quella non ha soltanto un valore affettivo!”

“E allora?!”

“Allora scatta una foto, così saprai se è rotta o meno!”

La sconosciuta vedendo che stava per riporre la macchina fotografica nella borsa, gliel'ha sfilò dalle mani lasciando Max sorpresa dal gesto. Alzò la macchina puntandola nella sua direzione e fece uno scatto. La foto spuntò fuori confermando di non aver subito nessun danno.

“Ecco fatto! La tua fotocamera polaroid e sana come un pesce ed è ancora perfettamente funzionante!” disse la ragazza porgendole la foto.

Max prese la foto per guardarla ma prima l'agitò come faceva di solito.

“Cosa era quello?!” chiese la ragazza divertita riferendosi al suo gesto.

“Serve per far sviluppare prima l'immagine della foto, anche se in realtà è…”

“No, non è così! Cioè, dipende dalla pellicola! Posso?!” chiese l'estranea indicando la foto.

Max gliela restituì e lei le diede un'occhiata. Dopo averla controllata disse: “Come sospettavo, questa non è una tipica pellicola istantanea polaroid!”

“E da cosa lo deduci?!”

“In una pellicola istantanea polaroid è possibile vedere il nome del marchio, ma qui non ce n’è traccia!” disse restituendole la foto.

“Quindi?!”

“Quindi agitare la foto non è necessario! La pellicola che utilizzi non è come le precedenti! Se fosse stato del vecchio tipo sarebbe comprensibile agitare la foto, ma non è questo il caso! Di quelle vecchie non se ne trovano più in circolazione, non sono più prodotte dal duemilanove! Quella che stai usando è la nuova pellicola Polaroid realizzata dall'azienda The Impossible Project! L'unica che continua a produrre pellicole istantanee e in formato originale per fotocamere polaroid! Se scuoti la foto rischi di danneggiare l'immagine! Quindi come ti dicevo prima, non è necessario agitare le foto! Piuttosto è un gesto da evitare!”

La sconosciuta la guardò orgogliosa di sé stessa nell’aver mostrato quanto fosse ben informata. Ma ciò che ricevette da Max non fu certamente ammirazione. Infatti Max la guardò con uno strano sorriso, quasi ironico. La ragazza alzò un sopracciglio con aria interrogativa, ma alla fine comprese. “Però ho come l'impressione che tu lo sapessi già, non è vero?! È ovvio che se scatti foto con il nuovo film realizzato dall'azienda, che tra l’altro costa un casino di soldi, tu ne sia già a conoscenza!”

“Se tu mi avessi interrotta, ti avrei detto che il mio gesto è più per abitudine che per utilità!”

L’estranea annuì in imbarazzo e Max sorrise con soddisfazione. “Ti assicuro che di solito sono più intelligente di così!” si giustificò la ragazza continuando a sorridere imbarazzata.

“Certo, ne sono più che sicura!” rispose Max con sarcasmo. “Adesso visto che la lezione è finita, potresti restituirmi la mia macchina fotografica?!”

“Oh sì, certo!” disse la ragazza restituendogliela.

“Adesso devo andare!” disse Max rimettendo la sua fotocamera polaroid in borsa.

“Ok... senti... non è che magari ti andrebbe di prendere un caffè o qualcosa altro da bere?! Offro io! Giusto per farmi perdonare delle lunghe chiacchiere inutili che ti ho fatto subire!”

“Non serve!”

“Insisto! Sai... odio prendere il caffè da sola!”

“E io insisto a dire no! L'odio che provi nel prendere il caffè da sola è un tuo problema e non mi riguarda!”

“Permettimi almeno di darti un passaggio!”

“No!” disse Max avviandosi per tornare a casa non potendone più di quella giornata.

La ragazza continuò a parlarle mentre lei si allontanava. “Come ti chiami?! Spero ci rivedremo presto!”

Max non si voltò andando avanti per la sua strada. L'estranea sorrise sperando davvero di poterla rincontrare un giorno. Per quanto fosse stata scontrosa nei suoi confronti, la ragazza l'aveva decisamente incuriosita. Forse per via del fatto che fosse anche lei una fotografa o perché aveva trovato molto divertente il suo atteggiamento. Ma forse c’era qualche altra ragione ad attrarla a lei.

 

 

Victoria dopo aver girato a lungo in macchina per cercare di non pensare alla discussione avuta con Max, andò alla redazione della rivista di moda. Chiese a una ragazza di poter parlare con la redattrice che in quel momento era impegnata. La ragazza la fece accomodare su una sedia fuori dall'ufficio della donna. Nell'attesa di parlare con la lei, la ragazza era seduta su una delle sedie di lato alle pareti. Per ammazzare il tempo, cominciò a sfogliare il suo portfolio chiedendosi se potessero mai essere interessate al suo lavoro. A un certo punto una donna sulla cinquantina d'anni, vestita con un trailer e camicetta bianca e occhiali da vista, fece capolino da una stanza da cui vennero fuori altre persone. La donna si diresse nell'ufficio proprio dove era lei in attesa.

Si fermò sulla porta chiamando la ragazza che l'aveva messa in attesa. “Susan, portami subito un caffè e mi raccomando, senza zucchero questa volta!”

“Certo signora Cunningham!”

La donna entrò nel suo ufficio sedendosi alla sua scrivania. Dopo poche minuti, Susan arrivò con il caffè dando un’occhiata a Victoria, facendole un segno per farle capire che non si era dimenticata di lei. Nel frattempo l'ansia di Victoria aumentava sempre di più. Dopo aver portato il caffè alla redattrice, Susan disse qualcosa indicando Victoria seduta fuori dall'ufficio. La donna la guardò per un attimo e disse qualcosa che Victoria non riuscì a capire. La ragazza uscì dall'ufficio.

“Victoria Chase, adesso puoi entrare!”

“O-ok” disse Victoria deglutendo.

La donna stava sorseggiando tranquillamente il suo caffè. Quando la vide dinanzi all'entrata del suo ufficio le fece segno di entrare indicando la sedia davanti alla scrivania.

“Buongiorno!” disse Victoria sedendosi timorosa.

“Buongiorno!” rispose la donna allungando un braccio verso di lei in attesa del suo portfolio.

Victoria rimase un po' spiazzata, perché era passata subito al dunque senza prima chiedere le motivazioni della sua presenza lì. La donna iniziò a sfogliare il suo portfolio senza lasciar trasparire nulla. In quel momento Victoria si sentì morire, credendo di aver perso solo del tempo presentandosi lì così.

“Come ti chiami?!” chiese la donna senza alzare lo sguardo dalle sue foto.

“Mi chiamo Victoria Maribeth Chase!”

“Mh! Quanti anni hai?!”

“Ne ho ventuno!”

“Hai già avuto esperienza di fotografa nell’ambito della moda?!”

“I-io no, però ho...”

“Hai già risposto alla domanda!”

Victoria si maledisse per aver preso la decisione di presentarsi a quella redazione della rivista. Maledisse Ellis e anche le sue amiche che l'avevo spinta ad accettare il suo aiuto.

“Mi sono laureata a pieni voti nel duemilaquindici alla scuola priv…” disse Victoria, ma la donna alzò una mano per interromperla.

“Come mai sei giunta proprio qui?!”

“Mi scusi, non comprendo la domanda!”

“Ci sono molte redazioni di riviste qui a Portland! Perché proprio qui?!” chiese la donna guardando la ragazza chiudendo il suo portfolio appoggiandolo sulla scrivania.

Victoria ci pensò un attimo prima di rispondere. “Ho saputo che state cercando un fotografo e io vorrei dedicarmi al settore della moda!”

“Da chi hai saputo che abbiamo bisogno di un fotografo?!”

Victoria pensò che quello era il momento in cui doveva decidersi se accettare o meno l'aiuto di Ellis nominandola. Oppure cavarsela da sola, affidandosi esclusivamente alle sue capacità di fotografa.

“E allora?!” incitò la donna riportando l'attenzione al suo portfolio.

“Ellis...” disse Victoria senza nemmeno rendersene conto.

La donna alzò di scatto lo sguardo su di lei togliendosi gli occhiali lasciandoli sulla scrivania. Poi si appoggiò allo schienale della sua poltrona girevole guardando la ragazza come per studiarla. “Ellis?! Ellis come?!”

Victoria a questa domanda non poté rispondere, visto che la ragazza non aveva voluto dirglielo. Però poi si ricordò di una cosa che aveva detto la ragazza. “C'è stata soltanto una Ellis che ha lavorato in questa redazione!”

La donna prese il telefono sulla sua scrivania e compose un numero mettendo in viva voce. La redattrice non si fidava della ragazza. Era fin troppo semplice dire un nome di una persona importante come quello di Ellis, per poi sfruttarlo ottenendo il risultato sperato. Il vivavoce era un modo per mettere alle strette la ragazza, dinanzi all'evidenza che stava mentendo. D'altronde non era la prima volta che succedeva. Il telefono squillò per un bel po', finché una voce femminile che Victoria riconobbe come quella di Ellis, rispose.

“Cunningham, a cosa devo la tua telefonata?! Non stai cercando di riportarmi a bordo vero?!”

“C'è qualche possibilità che tu possa accettare?!”

“Assolutamente no, lo sai che ora come ora sto cercando di portare alla ribalta delle modelle poco comprese e ho delle mostre da presentare!”

“Per quanto mi dispiaccia il tuo rifiuto, penso che tu stia facendo un ottimo lavoro come sempre! Mi raccomando tieni le migliori modelle al caldo per me!”

“Dipende cosa intendi per caldo!” disse la ragazza ironica suscitando le risate della donna. “Ora torniamo al motivo della tua telefonata!”

“Si certo! In questo momento ho qui davanti a me una ragazza che dice di essere stata informata da te del posto libero di fotografo!”

“Oh, parli di Victoria Chase?!”

La donna che fino a quel momento sorrideva assaporando la sconfitta della ragazza davanti a lei, tornò seria. “La conosci?!” chiese sorpresa.

“Si, l'ho mandata io lì! Sei stata tu a parlarmi della vostra situazione e che avessi bisogno di qualcuno in gamba! Quindi dopo aver visto le sue foto, ho pensato di mandarla lì da te! E comunque... hai messo il vivavoce vero?!”

“Si!” rispose la donna sorridendo imbarazzata.

“Aaaah Cunningham, non cambi mai! Sei perfida come sempre! E comunque, permettimi di salutare la vostra nuova fotografa! Ciao Victoria!”

Victoria in imbarazzo non sapeva cosa fare ma alla fine rispose al saluto. “Ciao… Ellis!”

“Mi fa piacere sapere che alla fine tu ti sia presentata! Adesso finalmente le tue foto avranno il posto che meritano! Hai davvero del gran talento!” disse Ellis.

“Grazie Ellis!”

“Non devi ringraziarmi! Allora Cunningham, ora sei più tranquilla?!”

“Si, ora lo sono!”

“Bene, adesso scusami ma devo andare, mi stanno aspettando!”

“Si certo, non voglio trattenerti più del dovuto! Un’ultima cosa Ellis...”

“Si?”

“Grazie!”

“Di nulla Cunningham, arrivederci! Ciao Victoria e buon lavoro!”

“Ciao Ellis!” rispose dopo aver dato un’occhiata alla donna, quasi come per chiedere se potesse risponderle.

La chiamata terminò e la donna alzandosi dalla scrivania allungò una mano verso di lei. “Benvenuta a bordo Victoria Chase! Inizierai lunedì mattina!”

La ragazza le strinse la mano dubbiosa. “Ma... le mie foto...”

“Le ho viste le tue foto ed Ellis ha ragione, hai del talento! Ma al giorno d'oggi non sei l'unica ad averne! Ce ne sono tante di persone lì fuori che farebbero i salti mortali per essere al tuo posto! Ma la ruota gira e questa volta si è fermata su di te! Inoltre abbiamo un urgentissimo bisogno di un nuovo fotografo e tu sembri avere le carte in regola! Non essendoti mai occupata di moda posso sempre decidere di mandarti via se non sarò soddisfatta del tuo lavoro!”

“Mi sta ingaggiando perché lo ha detto Ellis o perché riconosce il mio talento?! Io non capisco! Vorrei saperlo se non le dispiace!”

“Riconosco il tuo talento! Come già detto ho visto le tue foto! Inoltre Ellis non dice mai nulla così tanto per dire! Se ti ha raccomandato di venire qui, vuol dire che hai qualcosa in più! Qualcosa che solo una grande fotografa come lei può vedere!”

“Posso farle una domanda?!” chiese Victoria curiosa di sapere qualcosa di più sulla sua misteriosa benefattrice di cui conosceva poco. Certo, l'aveva incontrata di persona, sapeva il suo nome e conosceva la sua professione, ma mancava qualcos’altro. La ragazza si era rifiutata più volte di rivelare il suo cognome e si stava chiedendo per quale motivo. Sembrava volesse nascondere qualcosa. Adesso aveva la possibilità di scoprirlo grazie alla donna davanti a lei, che forse più di tutti poteva toglierle quel dubbio.

“Certo!”

“Ma Ellis chi è davvero?!”

“Non conosci Ellis Williams?! Strano che tu non sappia nulla di lei, considerando quanto sia conosciuta, soprattutto qui a Portland!”

“Ellis Williams?!”

La donna sorrise. “Ellis è una delle fotografe più conosciute in tutto l'Oregon e oltre! E non è conosciuta solo come fotografa!”

 

 

Steph dopo essere uscita dal Paradise era passata a trovare la sua vecchia amica e coinquilina Katy. Verso l'ora di pranzo ritornò a casa. Quando arrivò a piedi al terzo piano, vide Jessie alle prese con delle buste della spesa. Appena la vide il suo cuore ebbe un sussulto iniziando a battere velocemente. Un po' titubante prese coraggio e si avvicinò a lei.

“Ciao Jessie!”

“Oddio!” disse la ragazza portandosi una mano al petto facendo cadere una busta della spesa. “Non ti ho sentita arrivare!”

“Mi dispiace! Scusami non volevo spaventarti!”

“No scusami tu! Ero troppo presa da tutta questa roba! Poi con l'ascensore ancora guasto...”

“Ti do una mano io!”

“Oh no Steph! Non sentirti obbligata!”

“Scherzi?! Non sono affatto obbligata! Anche perché a me non sembra che tu mi abbia puntato una pistola contro!” disse Steph sorridendo.

“Questo è vero!” disse Jessie ridendo. “Beh, allora grazie per l'aiuto!”

“Per te questo è d'altro!” Si trovò a dire Steph che si chiese se non avesse esagerato un po' con quella affermazione. Ma la ragazza sembrava non averci fatto caso.

Quando entrarono nell'appartamento, Steph appoggiò le buste sul tavolo della cucina sotto indicazione di Jessie.

“Ti ringrazio davvero tanto per l'aiuto Steph, sei stata gentilissima!”

“Figurati, non ho fatto niente di che!”

In quel momento Steph sentì qualcosa strusciarsi contro le sue gambe e abbassando lo sguardo vide Kira.

Jessie sorrise vedendo la scena. “A quanto pare le piaci, di solito non fa così con gli estranei! Le ci vuole un po' per adattarsi a una nuova presenza!”

“Chissà, forse avrà percepito Flerk, visto che di solito a lui piace usare i miei vestiti come lettiera, cuccia, tira graffi e tanto altro ancora!”

La ragazza cominciò a ridere. “Non corre buon sangue tra voi eh?!”

“Cosa?! Noooo assolutamente, ci amiamo alla follia!” disse Steph sarcastica per scherzare, prendendo Kira in braccio. “Magari Flerk fosse come lei!”

“Avete intenzione di farlo accoppiare?!” chiese Jessie.

“Flerk?! Oh non lo so! Il gatto appartiene a Chloe e non ha mai detto nulla al riguardo!”

“Beh, se nel caso la tua amica volesse farlo accoppiare pensate a me!”

“Così suona male Jessie!” disse Steph con ironia.

La ragazza ci pensò su un attimo e poi scoppiò a ridere per quello che aveva detto. “Oddio, hai perfettamente ragione! Così sembra che sia io volermi accoppiare con lui!”

“Si infatti e con grande disappunto di Kira! Vero?!” chiese Steph rivolgendosi alla gatta tra le sue braccia. Poi parlando in modo strano, diede voce alla possibile risposta di Kira. “Sei una traditrice Jessie, mi stai soffiando la mia palla di pelo! Dovresti vergognarti!”

Jessie continuò a ridere divertita dalle battute della ragazza. “Sei molto simpatica Steph!”

“Ma non ero io a parlare!”

“Si certo!”

Dopo essere rimaste a guardarsi per un po' in silenzio, Steph mise giù Kira sentendo di non riuscire a reggere lo sguardo della ragazza. “Ok, adesso ti lascio alle tue cose!”

“Ok, grazie ancora Steph!”

“Di niente!” rispose Steph dirigendosi verso la porta per uscire mentre Jessie l'accompagnava.

Steph avrebbe voluto trovare il modo di passare del tempo con lei ma non sapeva come fare. Pensò che forse poteva sfruttare Flerk per ottenere ciò che voleva, anche se non era proprio il massimo. Però meglio di niente! Si voltò verso la ragazza fermandosi davanti all'entrata. “Senti Jessie, che ne dici se un giorno di questi facciamo passare un po' di tempo insieme i nostri perfidi felini?! Magari un miagolio tira l'altro...”

“E la tua amica sarà d'accordo?!”

“Oh no, staremo attente che non succeda nulla! Poi successivamente vedremo il da farsi!”

“Ok, per me va bene!”

“Davvero?!”

“Si, davvero!”

“Ok, allora... ci vediamo in questi giorni! Ti faccio sapere!”

“Ok, ciao Steph!”

“Ciao Jessie!” disse uscendo dall'appartamento e poi si fermò di nuovo. “Ah... E se per caso ti servisse qualcosa noi siamo al piano di sopra, appartamento ventisette!”

“Ok, grazie per disponibilità!” disse la ragazza sorridendo.

“Ok, ora vado davvero! Ci vediamo Jessie!”

“A presto Steph!” rispose la ragazza sorridendole mente chiudeva la porta.

“Si!” disse Steph con un gesto del braccio, stringendo la mano a pugno entusiasta del risultato ottenuto.

Ora doveva soltanto acquistare una corazza in acciaio per difendersi da Flerk, visto il tempo che avrebbe inevitabilmente passato anche con lui.

Quando entrò nel suo appartamento trovò Chloe seduta sul divano, con Flerk appoggiato sulle sue gambe mentre lo accarezzava. Andò a sedersi accanto a lei guardandola. “Perdono in corso eh?!”

Chloe sorrise guardando Flerk mentre rispondeva. “Ma guarda il suo musetto, come faccio a restare arrabbiata con lui! Certo che l’ho perdonato!” disse la ragazza afferrando la testa di Flerk tra le mani dandogli un bacio.

Steph la guardò confusa. “Stavo parlando di Lauren!”

“Ah! Si, ci siamo chiarite! Dopo domani va via da Portland per un mese o più, per questioni di lavoro!”

“Lo so!” disse Steph.

Chloe si voltò verso di lei. “Se già lo sai perché me lo hai chiesto?!”

“Per sapere se state ancora insieme o è finita!”

“No, non è finita! Ma tu come lo sai che lei parte?!”

“Shon!”

“Ah, ma certo! Sono sempre l’ultima a sapere le cose!”

“Certo che è proprio innamorata di te se si fa dei problemi del genere!” osservò Steph vedendo l’espressione di Chloe cambiare. Poi aggiunse: “Nemmeno tu vuoi che parta vero?!”

“Le ho detto di andare! Sarei un’egoista a volere il contrario!”

“No, se alla fine lei partirà comunque perché glielo hai detto tu!”

“Pensava che mi sarei sentita abbandonata da lei se fosse partita!”

“Ma non ti sta abbandonando!”

“Nonostante questo non è piacevole! Non lo so, forse dopo tutto quello che mi è successo in passato, faccio ancora fatica ad abituarmi alla mia nuova vita! Dove tutti restano e nessuno mi volta le spalle, ma adesso che lei va via…”

“Hai paura che tutto possa ripetersi!”

“Si, anche perché tutti nella mia vita sono andati via senza volerlo! E lo stesso sta succedendo con Lauren!”

“Capisco cosa vuoi dire!” disse Steph annuendo.

“Steph, scusami tanto per stamattina!”

“No, va bene! Ormai lo so che diventi intrattabile quando sei arrabbiata!” disse Steph appoggiando la testa sulla spalla dell’amica.

“E tu?! Tutto ok?!” chiese Chloe.

“Non lo so ancora Chloe! Richiedimelo tra qualche giorno!”

“Mmh, interessante! Lo farò! A proposito, ti dispiace se per un paio di notti resto a dormire da Lauren?!”

“No, vai pure! Goditi questo tempo con lei!”

Dopo qualche minuto di silenzio Steph disse: “Chloe?!”

“Mh?!”

“Hai mai pensato di far accoppiare Flerk?!” chiese la ragazza rimuovendo la testa dalla spalla dell’amica per guardarla, mentre Chloe spalancava la bocca dalla sorpresa.

 

 

Victoria tornò a casa trovando Kate e Max che preparavano la tavola per cinque e Timothy e Aaron che stavano guardando una partita comodamente seduti sul divano. “Che succede qui?!” chiese Victoria.

“Ehi, ciao cuginetta! Siamo appena stati invitati a rimanere a pranzo da voi! Spero non ti dispiaccia!”

Victoria diede un'occhiata alle sue amiche, soprattutto a Max. “No certo, mi fa piacere se rimanete!”

“Ragazzi, però che ne dite adesso di alzare il sederino da quel divano e venite a tavola?!” chiese Kate mentre iniziava a servire i piatti in tavola.

“Agli ordini Kate!” rispose Aaron.

Victoria rimase in piedi a guardarli mentre prendevano posto.

“Vic, è tutto ok?!” chiese Timothy mentre tutti la guardavano con aria interrogativa.

“Si… è solo che… non lo so… non riesco ancora a crederci…”

“A cosa?!” chiese Kate confusa.

“Sono stata assunta alla redazione di quella rivista!”

Tutti rimasero sorpresi dalla notizia ma dopo poco tempo cominciarono ad avvicinarsi a lei per abbracciarla e complimentarsi.

“Ma questo è fantastico cazzo!” disse Timothy. “Aspetta che lo sappiano i tuoi, soprattutto zia Amanda!”

“Sono davvero felice per te!” disse Aaron.

“Lo sapevo che ce l’avresti fatta!” disse Kate entusiasta, mentre la stringeva in un forte abbraccio.

“Grazie ragazzi!” disse Victoria leggermente emozionata.

Infine guardò Max che le si avvicinò con un sorriso sincero. “Adesso non ti resta che mostrare a tutti chi è Victoria Chase!”

“Grazie Max!” disse la ragazza con sincerità. Non riuscendo a trattenersi si avvicinò ulteriormente a Max stringendola in un lungo e forte abbraccio. “Scusa!”

Max sorrise ricambiando l’abbraccio mentre gli altri rimasero un po’ sorpresi dal gesto, soprattutto Kate.

“Comunque per festeggiare domani sera si va al Paradise!” disse Aaron con entusiasmo.

“Si, assolutamente! E poi domani è sabato e questo vuol dire alcool a fiumi!” disse Timothy facendo ridere tutti tranne Kate.

“Non contate su di me!”

 

Sabato 8 luglio 2017

Come già deciso il giorno prima, Chloe si liberò dagli impegni lavorativi chiedendo il permesso ad Asher che acconsentì. In questo modo lei e Lauren poterono passare tutta la giornata insieme prima della partenza di quest’ultima. Steph a cui venne in mente la splendida idea di invitare Jessie al Paradise, dovette rinunciarci proprio per permettere alla sua amica Chloe di avere la serata libera, sostituendo l'amica al bar con l’aiuto di un altro collega. Shonei aveva passato tutta la giornata a pensare ad Ashley e alla sua attuale relazione. Cercò anche di mettersi in contatto con la ragazza inutilmente, visto che aveva cambiato numero di telefono. Inoltre non sapeva nemmeno dove abitasse. Voleva assolutamente sapere da lei come stavano realmente le cose con Jeffrey. E non era questo l'unico pensiero a darle il tormento. Già sospettava che qualcuno la seguisse ma adesso ne aveva quasi la certezza. In automatico si ritrovò a collegare ciò che era avvenuto due settimane prima, quando era in compagnia di una delle sue tante amanti, con l'arrivo improvviso di Michael al Paradise. Come poteva sapere che lei fosse lì in quel momento? Possibile che la tenesse d'occhio? E se era così, per quale ragione lo stava facendo? Capì che l'unico che potesse sapere davvero cosa stesse succedendo fosse Steven. Così decide di andare a fargli visita, anche se non sarebbe stato facile farsi ricevere da lui. Erano le quattro del pomeriggio quando Shonei arrivo da Steven. Fuori dall'edificio c'erano due uomini, uno dei quali era il tizio dell'ultima volta che non voleva farla entrare.

“Che gran rottura di coglioni!” disse Shonei vedendolo. La ragazza si ritrovò in un primo momento a parlare con il tizio alla porta e quello dopo seduta a terra a gambe incrociate ad aspettare. Non aveva nessuna intenzione di arrendersi. Dopo circa mezz'ora una macchina sopraggiunse sul luogo. Ne uscì proprio Steven con uno dei suoi compari che quando la vide storse il naso.

“Ehi Steven!” disse Shonei alzandosi da terra mentre l'uomo si avvicinava.

“Cosa cazzo ci fai qui Shon?!” disse lui infastidito dalla sua presenza.

“Ho bisogno di parlare urgentemente con te di una cosa molto importante!”

“Importante per me o per te?!”

“Beh... diciamo che... forse... magari...”

“Sparisci!” tagliò corto l'uomo dirigendosi verso l'entrata dell'edificio.

“Ti prego Steven concedimi solo qualche minuto! Ti giuro che non ci vorrà molto!”

L'uomo si girò a guardarla decidendo cosa fare.

“Ti supplico!” aggiunse Shonei.

Steven tornò sui suoi passi facendosi aprire la porta dai suoi uomini. Poi dopo aver superato la porta guardò ancora una volta verso di lei che ormai aveva perso le speranze.

“Beh?! Cosa fai ancora lì?! Ti muovi esse esse o vuoi che cambi idea?!”

La ragazza sgranò gli occhi sorpresa, seguendo subito l'uomo nel suo ufficio. Erano soli nella stanza, Steven seduto dietro quella vecchia scrivania malridotta che puzzava più dell'ultima volta e la ragazza sulla sedia davanti.

“Sai, credo dovresti dare una ripulita a questo posto! Vado a fare l'antitetanica ogni volta che esco da qui!”

L'uomo la guardò male.

“Ok scusa, però che cazzo! Quando c'ero io risiedevi in un posto migliore di questo!”

“Io non vivo qui Shon! Qui svolgo solo i miei affari! E ora non farmi perdere tempo e dimmi cosa cazzo vuoi!”

“Ok, arrivo subito al punto! Dunque, ultimamente mi sono resa conto che c'è la possibilità che io sia seguita da qualcuno!”

“E io che c'entro?!” chiese l'uomo con indifferenza.

“Tu niente ma forse Michael potrebbe c'entrare qualcosa!”

Steven a quel punto cercò di restare calmo e si appoggiò allo schienale della sua poltrona accendendosi una sigaretta. “In che senso c'entra Michael?!”

“Beh, ieri in mattinata mi ha invitato alcuni messaggi per svolgere uno dei soliti lavori per te! Però non mi sono accorta di aver ricevuto dei messaggi! Così lui dopo un po' si è presentato in un locale che frequento spesso! Io ero in compagnia di una mia amica e lui ha iniziato a dirmi di avermi mandato dei messaggi e cose così! Il punto è che mi ha messo in difficoltà! Quando lavoravo per te ero sempre molto discreta e lo sono anche adesso! Non ho mai rivelato a nessuno dei miei amici che lavoro facessi! E non l'ho fatto per proteggere soltanto me ma anche te! Ancora oggi non sanno cosa faccio per vivere! Non riuscirò a tenere a lungo il segreto se lui mi compare davanti soprattutto quando non sono da sola! Perché poi devo spiegare chi sia lui e non è facile credimi! Per questa volta me la sono cavata ma la prossima non lo so!”

“Quante volte è successo?!”

“Una volta sola!”

“Allora non vedo dove sia il problema! Ti sei inventata una storia ed è tutto risolto!”

“Adesso, ma la prossima volta cosa dirò?! I miei amici non sono stupidi sai?!”

“Perché è così difficile inventare cazzate da dare a bere ai tuoi amici?!”

“E me lo chiedi?! No scusa, ma dico lo hai visto?!”

“Chi?!”

“Michael! Ha un aspetto trasandato manco fosse un barbone! Mi fulmina con lo sguardo ogni volta che mi vede! Diventa minaccioso! Ho la vaga sensazione che se la tiri un po' troppo! Dovresti dirgli di non starmi addosso!”

“Ah, quindi in pratica vuoi che lui non faccia più da tramite tra me e te!”

“Si, non sarebbe male!”

“Posso accontentarti però questo vorrà dire non lavorare più per me! E quindi non prenderai più un soldo da parte mia! E inevitabilmente non potrai estinguere il tuo debito! In quel caso può finire in un solo modo!”

“Avanti Steven! Non mi serve una balia! Oppure sostituiscilo con qualcun altro!”

“Stai facendo tanto casino per un unico evento!”

“È questo il punto non credo sia l'unico!”

“È successo altre volte?!”

“Credo di sì!”

“Credi?!”

“Si... beh... non ho la certezza ma un paio di settimane fa, qualcuno mi seguiva con la macchina!”

“Quindi non sai se era lui!”

“Io... sento che era lui!”

“Non hai prove e io non posso basarmi solo sulle tue parole e teorie! Soprattutto dopo che hai perso la mia fiducia! Se vuoi posso chiedere a lui!”

“Si certo e lui ti risponderà di sì ammettendo tutto!” disse lei sarcastica.

“C'è altro che devi dirmi?!”

“No, grazie lo stesso Steven!” disse Shonei alzandosi dalla sedia per andarsene, ma prima di uscire disse un'ultima cosa. “Non so quali siano le sue intenzioni, ma non mi faccio prendere per il culo!”

Detto questo uscì dalla stanza lasciando l'uomo ai suoi pensieri. Era stato chiaro con Michael. Doveva essere discreto ma aveva deciso il contrario e senza il suo consenso. Decise che avrebbe parlato al ragazzo al più presto e non dovette attendere a lungo. Infatti mentre Shonei lasciava l’edificio, Michael scese dalla sua auto e si diresse verso l’entrata. La ragazza lo fulminò con gli occhi proseguendo per la sua strada per raggiungere la sua auto.

“Ehi Shon, cosa ci fai qui?!” chiese il ragazzo con una punta di soddisfazione.

“Non sono cazzi tuoi gran figlio di puttana!” rispose la ragazza salendo a bordo della sua macchina andando via.

Il ragazzo entrò nell’edificio dirigendosi proprio verso la stanza di sopra dal suo capo. Dopo essere entrato, prese posto sulla sedia dinanzi alla scrivania.

“Capiti al momento giusto Mike!” disse l’uomo.

“Bene, eccomi qui! Mi stavi cercando?!”

“Poco fa era qui…”

“Si lo so, Shon!”

“Esattamente! Ora rinfrescami un po’ la memoria Mike! Non ti avevo chiesto di essere discreto nel tenere d’occhio Shonei?!”

“Si e io sono stato sempre molto bene accorto! Ma come già ti ho accennato due settimane fa, credo che abbia capito di essere seguita! Però non sa che sono io!”

“Beh, diciamo che non ha la certezza ma sospetta di te Mike!”

Il ragazzo rimase in silenzio.

“Mi ha appena detto che ti sei presentato al Paradise mentre era in compagnia di una sua amica!”

“Si è vero, non posso negarlo ma c’è una buona ragione se l’ho fatto!”

“E quale sarebbe?!”

“Le avevo inviato dei messaggi e…”

“Questo lo so già! Ora dimmi quello che non so!”

Il ragazzo lo fissò per un po’ riflettendo su cosa dire. Poi si decise a parlare esprimendo il suo parere personale. “Senza nessuna offesa Steven ma quello che sto facendo da un po’ di tempo a questa parte, non ci permetterà di capire un bel niente su cosa è successo anni fa! Lei è molto accorta! Sa bene cosa rischia se fa un passo falso! Ciò non toglie la possibilità che lei possa essere ancora in contatto con la sua complice o i suoi complici! Per quanto io possa tenerla d’occhio, sono più che sicuro che lei riesca a fare i suoi porci comodi senza nessun problema! Credo che lei sia abbastanza serena e conti molto sul fatto che non ci sia nessuno a metterle un po’ di strizza!”

“Quindi stai dicendo che i miei modi non sono utili allo scopo di capire come sono andate le cose?!”

“Esatto! Credo che metodi più invadenti nei suoi confronti, la spingeranno a commettere dei passi falsi! Non tutti riescono a gestire situazioni di stress! Se messa sotto pressione credo che possa commettere qualche errore! E con i miei occhi vigili, posso risalire facilmente alla verità!”

Steven si appoggiò allo schienale della poltrona guardandolo dritto negli occhi. Non gli piaceva che qualcuno decidesse per conto suo di una situazione che gli riguardava da vicino. Però nello stesso tempo pensò che forse non aveva tutti i torti. “Quindi cosa mi stai chiedendo Mike?!”

“Semplice, ti chiedo di farmi gestire la situazione a modo mio! Credo di poter arrivare a qualcosa in questo modo! Infondo al momento non abbiamo ancora nessuna prova del suo coinvolgimento, anche se credo che ci sia davvero il suo zampino! Però non credo nemmeno che sia l’unica a essere coinvolta! Qualcuno deve averla aiutata! Basta solo scoprire chi!”

“E va bene, ti concedo di procedere a modo tuo ma senza esagerare!” disse l’uomo poi appoggiandosi in avanti con i gomiti sulla scrivania, fece segno al ragazzo di avvicinarsi. Michael si avvicinò di più a lui rimanendo in attesa e Steven gli sorrise per poi tornare serio. “La prossima volta che decidi di cambiare programma, non prendere iniziative senza avermi prima interpellato! Ricorda sempre chi è che comanda qui e da chi prendi ordini Mike! Sono stato chiaro?! Che non si ripeta mai più una cosa del genere!”

Michael cercò di mantenere la calma anche se aveva un gran desiderio di dargli un gancio sulla faccia, ma tanto era riuscito a ottenere ciò che voleva. “Ma certo Steven!”

“Bene!” disse l’uomo appoggiandosi di nuovo allo schienale mentre il ragazzo si alzava dalla sedia.

“Un’ultima cosa!” aggiunse Steven. “Da oggi verrai affiancato da Nick e Alec, che tra l’altro sono i ragazzi con cui lei ha legato di più quando lavorava qui per me!”

Il ragazzo rimase di sasso a quelle parole. Non gradiva l’idea di avere qualcuno intorno. “Steven, non ho alcun bisogno…”

“Non mi interessa di quali siano o non siano i tuoi bisogni! Conosco bene i tuoi metodi e credo che in questo caso potrebbero essere controproducenti!”

“Non ho nessuna intenzione di metterle le mani addosso Steven!”

“E ti credo, ma sappiamo entrambi molto bene come perdi la pazienza in alcuni frangenti! Io ho bisogno di sapere assolutamente chi c’è dietro la faccenda del furto e i tuoi metodi potrebbero in qualche modo rendere più difficoltoso il tutto, se dovessi perdere le staffe! E credimi, avendo a che fare con una come lei non è affatto facile! Inoltre credo che la presenza dei due ragazzi possa attutire il colpo di vederti sempre tra i piedi! Una faccia conosciuta e amica è sempre molto utile! Mi raccomando però, Nick e Alec non devono assolutamente sapere che cosa stai facendo! Devono credere che il tuo compito sia sempre quello di assegnare degli incarichi a lei da parte mia! È tutto chiaro Mike?!”

“Si Steven!” disse il ragazzo per nulla entusiasta della sua decisione.

 

 

Victoria era rimasta a letto tutta la mattinata visto che non era riuscita a chiudere occhio tutta la notte. Nel pomeriggio inoltrato si alzò dal letto uscendo dalla sua stanza con gli occhi spiritati, i capelli sconvolti e ancora con tanto di ore arretrate. Si andò a sedere al tavolo della cucina appoggiando la testa su un braccio mentre Kate stava preparando uno dei suoi soliti dolci che facevano gola alle sue amiche. La ragazza si girò a guardarla cominciando a ridere.

“Buongiorno, o forse dovrei dire buon pomeriggio! Ti vedo davvero in piena forma oggi!” disse con sarcasmo.

“Non prendermi in giro Kate yaaaaawn” rispose la ragazza stiracchiandosi.

“Cosa ti ha tenuta sveglia stanotte?!”

“Vorrei poter dire un ragazzo bello, affascinante e prestante ma non è così!”

Kate scosse la testa al suo commento. “Parlo sul serio Victoria!”

“Anche io! Comunque mi ha tenuta sveglia l’idea che lunedì comincia il mio lavoro! Sono terrorizzata!”

“Non devi esserlo! Se ti hanno assunta c’è un motivo!”

“Si, tipo grazie a Ellis!”

“Ancora con questa storia?! Quando inizierai a credere di più nelle tue capacità! E io che pensavo che questo problema riguardasse soltanto Max!”

“A proposito, dov’è Max?!” chiese Victoria guardandosi intorno.

“È uscita a fare un giro con Aaron ma credo che stiano per tornare!”

“Ah! Perché sono usciti insieme?!”

Kate stava versando il composto del dolce in una teglia imburrata e infarinata. Si fermò di colpo guardando la ragazza. “Ci deve essere per forza una motivazione per uscire con un amico?!”

“No, non volevo dire questo!”

Kate finì di versare il composto e infilò la teglia in forno. Poi si voltò a guardare di nuovo Victoria avvicinandosi al tavolo. “Posso sapere cosa è successo tra te e Max?!”

Victoria sgranò gli occhi sorpresa. “Tra me e Max?! N-niente! Che cosa dovrebbe essere successo?!”

“Victoria, ieri ti ho sentito! Le hai chiesto scusa e non capisco perché!”

“Abbiamo avuto una piccola divergenza di opinione! Ma ti assicuro che non è nulla di grave!”

“Posso sapere di cosa si tratta?!”

Victoria non sapeva cosa rispondere a quella domanda. “Kate io non...”

“Cosa?!”

“Abbiamo discusso per via di Timothy!”

“Tuo cugino?! Per quale motivo?!”

“È complicato...”

“Capisco le cose complicate Vicky!”

Victoria annuì facendo un sospiro. “Ok, siediti un attimo!”

Kate prese posto su una sedia davanti a lei.

“Vedi, quando Timothy è venuto a Seattle e siamo usciti tutti insieme, mi sono resa conto che lui... sì insomma... gli piaci!”

“Oh… anche tu con questa storia!”

“Cioè?!”

“Anche Max è convinta di questo!”

“E ha ragione perché è così!”

“Ok, ma non capisco perché avreste dovuto discutere di questo!”

“Ho detto a Timothy di non farsi venire strane idee con te!”

“Cioè?!”

“Gli ho fatto capire che non avrebbe dovuto provarci con te!”

Kate rimase in silenzio guardando l’amica senza capire il senso del suo gesto. “Non capisco, per quale motivo?!” chiese confusa. “Non che io sia interessata ad avere una storia con lui!” aggiunse subito con un certo imbarazzo.

“Beh… conosco Timothy e per carità è un bravo ragazzo! Però lui non è interessato a delle storie serie! Tra voi non potrebbe mai funzionare e io non voglio che tu soffra a causa sua! Cerca di capire Kate, lui è mio cugino e tua una delle mie migliori amiche! Non posso permettere che si creino situazioni che possano mettere a rischio la nostra amicizia o il mio rapporto con lui!”

Rimasero in silenzio per un po’ mentre Kate metabolizzava le parole della ragazza.

“Credimi Kate, non è che io voglia intromettermi nella tua vita privata! So che dovresti essere tu a decidere quando, come e con chi avere una storia ma in questo caso faccio un po’ fatica perché si tratta di Tim” aggiunse Victoria.

E perché hai discusso con Max?!”

“Perché lei è convinta che io stia sbagliando a comportarmi così! Che dovrei rimanerne fuori perché non sono affari miei! Dice che tu sei una persona adulta e responsabile e che puoi gestire la situazione e bla bla bla!”

“E pensi che non sia così?! Mi trovi immatura per caso?!”

“No, però non hai mai avuto esperienze di questo genere e non vorrei che tu prendessi un abbaglio! So come ci si sente quando qualcuno ti fa il filo per la prima volta! Hai visto cosa è successo a Max! Credeva davvero di essere innamorata di Lucas, invece guarda come è andata a finire!”

“Victoria, capisco cosa vuoi dire e apprezzo davvero la tua preoccupazione ma Max ha ragione! Non puoi decidere della mia vita privata, nemmeno se c’è di mezzo una persona che tu conosci! Poi è vero che non ho esperienze in questo genere di cose! Ma per averne dovrò pure iniziare da qualche parte prima o poi!”

Victoria sgranò gli occhi dalla sorpresa. “Vuoi avere una storia con lui?! Lui ti piace!”

“Cosa?! No, non volevo dire questo!” disse Kate arrossendo alzandosi dalla sedia con la scusa di dover dare un'occhiata al dolce nel forno.

In quel momento entrarono nell’appartamento Max e Aaron che parlavano tra loro.

“Ti giuro che è vero Max! Ehi, ciao Victoria! Sai, pensavamo che il letto ti avesse risucchiato trascinandosi in un’altra dimensione ultra terrena!”

“Forse non sarebbe male a volte!” rispose Victoria in modo serio.

Max chiuse la porta guardando le due ragazze e capì che doveva essere successo qualcosa.

“Allora ragazze, siete pronte per stasera?! E soprattutto tu Vic visto che sei la festeggiata! Sei pronta a pagare da bere per tutti?!”

“Si certo!”

“A proposito, a che ora ci vediamo stasera?!” chiese Kate.

“Allora io e Timothy abbiamo una commissione da sbrigare, quindi ci metteremo un po’ ad arrivare! Fareste bene ad avviarvi voi per prime così da trovate posto! Noi vi raggiungeremo appena ci libereremo!”

“Victoria, tu sai dov’è il Paradise?!” chiese Max.

“Si, me lo ha detto Tim!”

“Ok, adesso vi lascio ragazze! Ci vediamo dopo allora!” disse Aaron.

“Ciao Aaron!” dissero le ragazze mentre il ragazzo usciva.

Dopo aver chiuso la porta, Max riportò la sua attenzione alle sue amiche. “Allora, cosa è successo?!”

Le due ragazze si guardarono e poi fu Kate a rispondere. “Abbiamo parlato di cosa è successo tra voi ieri! Per la faccenda di Tim e me!”

“Ah, capisco! Eee…?!”

“E niente! Avevi ragione tu Max, ma ciò non toglie la mia preoccupazione verso Kate!”

“Victoria, non hai motivo di preoccuparti! E poi io posso sempre contare su di voi!” disse Kate per tranquillizzarla. “Non sarà una possibile storia con Timothy a distruggere la nostra amicizia! Giusto Max?!” chiese a Max per chiedere conferma.

“Assolutamente, ci vuole ben altro per rovinare la nostra amicizia!”

“Ok, non mi piace questa cosa però non posso fare altro che accettare! Però se vi mettete insieme e lui inizia a forzare la mano per portarti a letto, giuro che non rispondo di me!”

“Victoria!” disse Kate arrossendo. “Io non ho nessuna intenzione di farlo al di fuori del matrimonio!”

“E lui invece si, prima, dopo e durante!”

“Durante il matrimonio?!” chiese Max ridendo mentre Kate arrossiva ulteriormente.

“Non vi abituate troppo all’idea di sentirvelo dire, ma vi voglio bene davvero ragazze! Siete le mie amiche e non voglio che nessuno si intrometta tra noi o che comprometta in qualche modo la nostra amicizia!” disse Victoria un po’ a disagio.

Le ragazze la guardarono con un dolce sorriso. Poi Kate disse: “Abbraccio di gruppo?!”

“E abbraccio di gruppo sia!” confermò Max mentre si avvicinavano a Victoria abbracciandola.

“Ok, ora basta con queste smancerie!” disse la ragazza in imbarazzo ma con un lieve sorriso al loro gesto.

Per la prima volta dopo aver perso Taylor e Courtney, sentiva di non essere più da sola. Era felice di avere delle amiche sincere che tenevano davvero a lei e che non la temevano affatto. Pensava che forse Chloe aveva ragione, quando diceva che le due ragazze morte nel tornado, erano diventate sue amiche solo per timore e per raggiungere una certa popolarità. Ma le due ragazze morte a causa del tornado, non avevano nessuna responsabilità. La colpa era soltanto sua per non essere stata in grado di rapportarsi agli altri nel modo giusto. Senza imporre nulla e senza prendere di mira nessuno, come aveva fatto con Max e Kate.

 

Chloe tornò al suo appartamento per cambiarsi per la sua ultima serata da passare in compagnia di Lauren.

“Sei tornata?!” chiese Steph che si stava preparando per andare a lavoro.

“Si, ma solo per cambiarmi! Dopo passo a prendere Lauren e andiamo al Paradise!”

Flerk si avvicinò a lei strusciandosi alle sue gambe.

“Ehi, che c’è? Ti sono mancata?” disse Chloe prendendolo in braccio.

“Stanotte è rimasto davanti alla porta di nuovo in attesa che tornassi!” disse Steph.

“Credo che dovrò sedarlo allora!”

“Oppure, dovresti farlo accoppiare così penserà ad altro!”

“Steph, ne abbiamo già parlato non voglio che si accoppi!”

“Perché tu devi scopare e lui no?!”

“Perché io non rischierò di rimanere e né di mettere incinta nessuna! Lui invece sì!”

“Innanzitutto non è detto che metta incinta la gatta!”

“Steph, in media i gatti possono avere dai sei ai sette cuccioli e in alcuni casi anche di più! Non voglio avere tante palle di pelo in giro per casa e nemmeno tu!”

“Ma anche se fosse non li terremo noi! Se ne dovrà occupare il padrone della gatta! Potrebbe farli adottare da qualcuno!”

Chloe mise giù il gatto guardando l’amica sospettosa. “Perché tutto a un tratto ti interessa così tanto la vita sessuale e sociale del mio gatto?!”

“Beh… dicevo così per dire! Insomma… anche gli animali… hanno i loro bisogni!” rispose Steph cercando di evitare lo sguardo indagatore della sua amica.

“Tu non me la racconti giusta! Mi stai nascondendo qualcosa!”

“Io?! Pff… no… non ti nascondo nulla!”

“Mh, sarà…”

“Senti adesso devo andare a lavoro, ci vediamo lì!” disse Steph prendendo le chiavi dell’auto e dirigendosi verso la porta.

“A proposito Steph, grazie per aver preso il mio posto al bar per oggi! Avevi la serata libera e invece adesso…”

“Lascia perdere Chloe, non è un problema! Anzi, mi fa piacere se posso concedervi del tempo in più!”

“Già…” disse Chloe.

“Chloe, se non vuoi che parta dovresti dirglielo!”

“No, non posso fare una cosa del genere! Io voglio che parta!”

“Ma hai una faccia che dice tutto il contrario!”

“Non amo questa situazione! E non amo ancora di più il fatto che me lo abbia detto così tardi!”

“Sarebbe cambiato qualcosa così?!”

“Si, avrei avuto il tempo di digerire questa cosa! Ma così di colpo… io odio i cambiamenti, soprattutto quelli improvvisi! Mi mettono ansia!”

“Chloe, lei tornerà presto! Non te ne accorgerai nemmeno! C’è così tanto da fare al Paradise in questo periodo che non avrai nemmeno il tempo di pensarci!”

“Si certo, come no!”

Steph le si avvicinò sorridendo e le diede un bacio sulla guancia. “Ci vediamo dopo!”

“Ok, a dopo!”

Steph uscì dall’appartamento mentre lei prendeva di nuovo in braccio Flerk. “Beh, sarai contento, mi avrai tutta per te per un mese e forse anche di più!”

Flerk miagolò mentre strofinava la sua testolina al petto della sua padroncina.

 

 

Per la serata Asher aveva optato per della musica dal vivo invitando una band abbastanza conosciuta a Portland. I componenti del gruppo erano in gamba e sapevano il fatto loro. Per questo motivo erano molto richiesti dai vari proprietari dei locali della città. Erano le nove e mezza di sera e l’evento era iniziato da un po’. Gli amici di Lauren, Chris, Allison e Jonathan erano già tutti al locale. Erano seduti su un divanetto dinanzi alla pista da ballo e il palchetto che ospitava la band. I tre ragazzi stavano aspettando l'arrivo di Chloe e Lauren, che non si fecero attendere più del dovuto. L’intento dei ragazzi era quello di passare una serata tutti insieme, in vista della partenza della loro amica. Quando finalmente arrivarono le due ragazze incominciarono a ordinare da bere per poter aprire le danze successivamente. Inutile dire che entrambe le ragazze non erano proprio dell’umore giusto per passare la loro ultima serata in compagnia degli amici, ma cercarono comunque di divertirsi e di non pensare ad altro.

 

 

Nel frattempo Victoria, Max e Kate erano in macchina dirette proprio al Paradise. Poco prima di arrivare Max ricevette una telefonata da Aaron.

“Ciao Aaron!”

“Ciao Max! Ascoltami abbiamo un problema qui! Non credo che riusciremo ad arrivare in tempo!”

“Che è successo?! Dove siete?!” chiese Max mentre Victoria ogni tanto le lanciava un’occhiata, per cercare di capire cosa stesse succedendo.

“Nulla di grave, siamo stati coinvolti in un incidente e…”

“Un’incidente?!” chiese Max spaventata.

“Cosa?!” dissero Kate e Victoria altrettanto preoccupate.

“No, tranquilla Max non è successo nulla! Io e Timothy stiamo benissimo! Però siamo ancora molto distanti da voi e poi stiamo aspettando il carrozziere! La macchina non riparte, è messa abbastanza male!”

“Oh merda, veniamo a prendervi!” disse Max.

“No Max, lascia stare ce la caviamo da soli! Sappiamo come tornare a casa! E poi non vorremmo assolutamente rovinarvi la serata! Mi dispiace che non possiamo essere lì con voi per poter festeggiare l’assunzione di Victoria!”

“Capisco…”

“Posso sapere che diavolo sta succedendo?!” chiese Victoria perdendo la pazienza.

“Sono rimasti coinvolti in un incidente stradale, la macchina non riparte e stanno aspettando il carrozziere! Ma loro stanno bene per fortuna!” disse Max.

“Ok, li andiamo a prendere…”

“Aaron ha detto di no!”

“Non se ne parla nemmeno, li andiamo a prendere!” disse Victoria.

Aaron dopo essere riuscita ad ascoltare le parole della ragazza chiese a Max di inserire il vivavoce.

“Ragazze, so che dovevamo passare la serata insieme e divertirci, ma al momento non è possibile! Avremo un’altra occasione me vi prego, andate al Paradise! Non è giusto che non andiate a causa nostra! Ci sentiremmo una vera merda!” disse Aaron rivolte a tutte.

“Ma non possi…” disse Victoria interrotta da una voce che tuonava dal telefono di Max. Era Timothy.

“Cazzo Victoria, sei sempre la solita! Non ti permettere a rovinare la serata a te e le tue amiche! Hai ottenuto quel cazzo di lavoro e adesso voi festeggiate! Con o senza di noi! Se ti azzardi a restare a casa io ti diseredo come cugina!”

“Come scusa?!”

“Hai capito bene! Se lo fai ti disconosco come Victoria Chase!” disse il ragazzo mentre Kate e Max ridevano.

“Oooh e va bene! Hai vinto, ma non pensare di potertela cavare così tutte le volte! Te lo concedo solo perché ho una voglia matta di bere!”

“Certo cuginetta! Ora andate e divertitevi anche per noi! Vi prometto che ci rifaremo la prossima volta! Ora vi lascio!”

“Ok, ciao Tim!” dissero le ragazze chiudendo la telefonata.

“Beh, li hai sentiti no?!”

“Non ci resta che andare! Avremo altro da festeggiare!”

“Si, tipo quando sarai tu a ottenere un lavoro!” disse Kate rivolta a Max.

“E va bene! Andiamo!” disse Victoria.

 

 

Non ci misero molto ad arrivare a destinazione e dopo aver parcheggiato l'auto si diressero lentamente all’entrata del Paradise mentre chiacchieravano. Nello stesso momento anche Shonei si stava dirigendo verso il locale e mentre camminava stando qualche passo dietro a loro, si voltò alle sue spalle. Vide due ragazze, una delle quali sembrava essere una delle sue amanti a cui promise di farsi risentire, cosa che ovviamente non aveva fatto.

“Oh merda santa!” disse Shonei iniziando a camminare più velocemente verso l’entrata del Paradise, continuando a lanciare delle occhiate alla ragazza alle sue spalle, preoccupandosi di essere riconosciuta. Accelerando di più il passo, andò a sbattere contro Kate facendola quasi cadere a terra se non fosse per l’intervento delle sue due amiche.

“Ehi!” esclamò Victoria furibonda.

“Oh, scusami!” disse Shonei afferrando le braccia di Kate. “Stai bene, non ti sei fatta male, vero?!”

“No, è tutto ok! Tranquilla!” rispose Kate.

“Ok?! Ma se stava per scaraventarti a terra!” disse Victoria guardando Shonei.

“Victoria!” disse Max guardandola come per chiederle di smetterla.

“Ehi, mi sono scusata e assicurata che stesse bene!”

“E credi che questo basti?!”

Shonei la guardò sgranando gli occhi. “E cosa dovrei fare scusa?!”

“Oh, non farci caso! Lei è soltanto un po’ iperprotettiva!” disse Kate per giustificare la reazione della sua amica.

“Sentite, mi dispiace di esservi venute addosso, ok?! Però adesso non posso continuare a stare qui fuori!” disse Shonei guardando la ragazza dalla quale si stava nascondendo, avvicinarsi sempre di più. “Merda!”

“Oooh, scusaci tanto per averti intralciato la strada!” disse Victoria con sarcasmo.

“Ok, facciamo così allora, entrate con me nel locale! Vi offro da bere per farmi perdonare! Per voi va bene?!”

“Oh, non credo sia necessario!” disse Kate.

“Si, non è affatto necessario!” rispose Max mentre Shonei la guardò per la prima volta con una sensazione strana.

“Credo che possa andar bene!” rispose Victoria lasciando sbalordite le sue amiche.

Shonei distratta dalle parole di Victoria, riportò l’attenzione su di lei. “Bene, allora entriamo e anche di fretta!”

Entrarono nel locale che sembrava già strapieno di gente. C'era chi occupava i divanetti sulla sinistra, situati davanti alla pista da ballo e al palco. Chi sedeva ai tavoli a destra, dove di solito veniva servita la colazione al mattino. Altri ancora seduti sugli sgabelli del bancone del bar dove Steph, aiutata da un altro collega, stava servendo da bere. Shonei sapendo che Chloe, Lauren e gli altri sarebbero stati presenti, si diresse sulla sinistra dove era un po’ più difficile addentrarsi a causa della moltitudine di gente. Rimanendo al limite della pista da ballo, cercò di individuarle nella mischia senza successo, mentre le tre ragazze in sua compagnia restavano un passo indietro. Mentre la band sul palco intratteneva i clienti con il loro repertorio, Chloe e Lauren continuavano a ballare guardandosi negli occhi ignare di tutto, strette in un caloroso abbraccio.

“Non riesco a credere che questa sia l’ultima sera che passiamo insieme!” disse Lauren con tristezza.

“Da come lo dici sembra la fine di tutto! Mi sembra un po’ eccessivo, non trovi?!” rispose Chloe.

“No, non lo trovo eccessivo perché anche se non sono ancora partita, mi manchi già!”

“Ci rivedremo presto, vedrai! E poi ci terremo in contatto telefonicamente! Quindi non c’è nessun problema!”

Lauren la guardava con aria interrogativa. “Non so come prendere la tua reazione! Sei ancora arrabbiata perché non ti ho avvisata subito?! O semplicemente non ti pesa più di tanto non vedermi?!”

“Perché adesso ho come la strana sensazione che qualsiasi risposta io dia, mi ritroverò nella merda fino al collo?!”

Lauren sorrise: “Perché ti ho dato due sole possibili risposte!”

“Ti sei sprecata!”

“Forse giusto un po’!”

“Ok, allora che ne dici se ne aggiungo una terza?!”

“Te lo concedo!”

“Sto solo cercando di essere ottimista, ed esserlo non è mai stato il mio forte! Quindi apprezza il mio grande sforzo!”

“Io lo apprezzo ma non mi dispiacerebbe sapere che ti senti almeno un filino come me!”

“Lauren… io non…” disse Chloe interrompendosi sentendosi in difficoltà.

Così rimase in silenzio.

“Stai pensando a qualcosa ma non vuoi dirlo! Posso sapere cos’è?!” aggiunse Lauren.

“Lauren, non ho nulla da dire!”

“Sei stata tu a dire che dovremmo dirci sempre tutto quanto! Io non l’ho fatto rischiando di perderti! Ho imparato la lezione! Quindi adesso non commettere il mio stesso errore Chloe! Dobbiamo dirci sempre tutto! Ti sto chiedendo di dirmi cosa ti passa per la testa! Se ci tieni a me devi farlo!”

Chloe sospirò arrendendosi. Era diventato un po’ troppo difficile tenerle nascoste le cose. “Non voglio dire quello che penso davvero, perché ho paura di farti cambiare idea sul fatto di partire! Io non voglio questo e quindi preferisco tenere tutto per me!”

“Bene, adesso mi hai dato una ragione in più per sapere…!”

“Lauren!”

“Ti prego Chloe, ti giuro che non cambierò idea!” disse la ragazza con sincerità.

“Non voglio dirti quanto mi mancherai! Non sento che tu mi stia abbandonando ma fa male lo stesso, ed è come se tu non potessi ritornare più indietro! Un po’ come è sempre successo con tutte le persone importanti della mia vita! Lo so che è da stupidi quello che sto dicendo e…”

“No Chloe, non è da stupida!” disse la ragazza accarezzandole il viso con una mano. Poi aggiunse: “Io tornerò sempre da te, non dubitarne mai!”

Lauren si strinse ancora più forte a lei avvolgendo le braccia attorno al collo e appoggiandole la testa sulla spalla continuando a ballare dondolandosi.

Shonei a causa della confusione e delle luci basse non riuscì proprio a individuarle, nonostante Chloe e Lauren stessero ballando a poca distanza da lei. Così ci rinunciò rivolgendosi alle tre ragazze. “Andiamo a sederci ai tavoli dall’altra parte che c’è meno confusione!”

Ma proprio nel momento in cui le ragazze si voltarono per seguire Shonei, Chloe che ballava con la sua ragazza a poca distanza da loro, guardò nella loro direzione giusto in tempo per intravedere un volto familiare che si allontanava. I suoi passi rallentarono fino a quasi fermarsi del tutto. Continuò a spostare lo sguardo un po’ ovunque in quella direzione, anche se ormai chiunque fosse, sembrava essere svanito nel nulla come risucchiato dalla marea di gente. Quanto Lauren si accorse che Chloe aveva quasi smesso di ballare, le appoggiò una mano sul viso facendola voltare verso di sé. “Cosa c’è Chloe?!”

“No… niente… è solo che… mi è sembrato di vedere qualcuno!”

“Chi?!” chiese Lauren.

“Non lo so, è questo il punto! Forse non era nessuno, ma sembrava familiare!”

“Chloe, tu qui ci lavori! Per te sono quasi tutti volti familiari!” disse la ragazza sorridendo.

“Si, hai ragione!” rispose Chloe.

Così ritornarono a ballare mentre Shonei accompagnava le ragazze a uno dei pochi tavoli liberi. Le tre ragazze si sedettero sui sedili mettendo una certa distanza tra loro e la ragazza. Shonei da un lato e loro dall’altra parte. Victoria che era seduta proprio davanti alla ragazza la guardava quasi come per studiare il soggetto.

“Ehi Eddie!” disse Shonei facendo segno al ragazzo di avvicinarsi visto che era nei paraggi. Lui le fece segno di attendere.

“Allora, cosa volete da bere?! Potete ordinare quello che volete, tanto offro io!”

“Oh non lo so! Qual è il cocktail più costoso in questo posto?!” chiese Victoria cercando di provocare la ragazza senza riuscirci.

“A dire il vero non so quale sia il più costoso ma volendo posso chiedere!”

“Ehi Shon!” disse Eddie arrivando al loro tavolo, salutandola con un pugno sul braccio.

“Ehi Eddie! Vedo che oggi avete il pieno!”

“Di solito succede in queste serate!” rispose il ragazzo girandosi verso le ragazze guardandole una per una finché i suoi occhi non si posarono su Victoria che in quel momento chiacchierava con Kate a bassa voce.

“Allora Eddie, per me solo una birra al momento e per... Eddie?!” disse la ragazza accorgendosi che il ragazzo fosse totalmente distratto. “Eddie!”

Lui si voltò di colpo verso Shonei. “Si... dimmi Shon, cosa vuoi da bere?!”

“Guarda che te l'ho già detto!” disse la ragazza sorridendo mentre scuoteva la testa, avendo capito da cosa era distratto.

“Ok, potresti ripetere?!”

“Una birra ho detto!”

“Ok, una birra e per...”

“Ragazze, cosa volete da bere?!” disse Shonei interrompendo il ragazzo.

“Per me una birra andrà bene!” rispose Kate.

“Anche per me!” si aggregò Max.

“E tu?!” chiese Shonei rivolgendosi a Victoria.

“Un margarita andrà più che bene!”

“Ok, allora tre birre e un margarita” disse il ragazzo prendendo appunti. “Nient'altro?!”

“No, a meno che non vogliate prendere qualcosa da accompagnare all'alcool!” disse Shonei rivolgendosi alle ragazze.

“No, va bene così!” disse Victoria odiando quella serata sempre di più.

“Ok, arrivo subito con le vostre ordinazioni” disse Eddie lanciando un'altra occhiata a Victoria prima di allontanarsi.

Shon ridacchiò. “Certo Eddie, sono sicuro che sarai velocissimo!” Poi si voltò verso le tre ragazze. “Allora, posso sapere i vostri nomi o vi devo chiamare tutte tu?!”

“Se è una battuta ti posso dire che non fa ridere!” rispose Victoria.

“Oh, ma io non volevo farvi ridere! Comunque mi presento, io sono Shonei ma potete chiamarmi Shon!”

“Io preferirei non chiamarti proprio se non ti spiace!” disse Victoria tagliente, mentre le sue amiche le lanciavano un’occhiataccia.

“Beh, allora saresti davvero una delle poche a non farlo!” rispose Shonei sorridendo lasciando le ragazze confuse. “Se vuoi fare la difficile per me va bene!”

“Mi chiamo Victoria!” disse la ragazza incrociando le braccia al petto.

“Bel nome Victoria!”

Poi Shonei guardò la ragazza al fianco di Victoria.

“Io mi chiamo Kate!”

“E tu?!” chiese Shonei rivolgendosi questa volta a Max seduta accanto a Kate.

“Io sono Max!”

“Max?!” disse Shonei riflettendo.

“Si, perché hai qualche problema con il suo nome?!” chiese Victoria.

“Oh no! Solo che Max è un nome maschile e mi stavo chiedendo...”

“È un'abbreviazione del mio nome per intero! In realtà mi chiamo Maxine, ma preferisco essere chiamata Max!”

“Ok... Max!” disse Shonei annuendo senza staccarle gli occhi di dosso. Più guardava la ragazza e più sentiva che le sfuggisse qualcosa.

“Ecco qui le vostre ordinazioni!” disse Eddie servendo per prima Victoria.

Shonei lo guardò divertita scuotendo la testa. Poi il ragazzo servì le altre ragazze e infine Shonei che lo afferrò per un braccio attirandolo a sé per sussurrargli qualcosa nell'orecchio. “Guarda che hai la patta dei pantaloni aperta!”

“Cosa?!” chiese Eddie terrorizzato dalla possibile pessima figura.

Lui di istinto si girò di spalle al loro tavolo per darsi una sistemata, ma capì di essere stato preso per i fondelli dalla ragazza che se la rideva sotto ai baffi. Lui la fulminò con lo sguardo. “Se avete bisogno di altro, chiamatemi pure!” disse il ragazzo in imbarazzo mentre si allontanava.

“Bene, allora facciamo un brindisi a...” disse Shonei interrompendosi e rinunciando al brindisi, dopo aver visto Victoria già attaccata al suo bicchiere. “...come non detto!”

Dopo che ognuno prese un sorso dalla sua bevanda, Shonei cercò di saperne di più sul trio che aveva davanti.

“Non mi sembra di avervi già viste! Siete di qui o...”

“Non siamo di Portland!” tagliò corto Victoria.

“Ci avrei giurato! E di dove siete?!”

“Io e Max di...” rispose Kate interrotta da Victoria.

“Di Seattle! Siamo di Seattle!” disse Victoria con determinazione, mentre le amiche la guardavano con aria interrogativa.

Shonei prese un altro sorso della sua birra guardandole e capì subito che c'era qualcosa che non andava. Victoria stava mentendo su qualcosa. “Seattle eh... ci sono stata qualche volta!”

“E tu, di dove sei?!” chiese Victoria ricambiando la domanda.

“Di qui!”

“Si... Certo!” rispose Victoria.

“Siete qui di passaggio o per le vacanze estive?!”

“Veramente ci siano trasferite da poco!” rispose Kate.

“Ah bene! E qual è il motivo del vostro trasferimento se si può sapere?!”

“Io finirò gli studi qui per laurearmi!”

“Interessante! E quali sono i tuoi progetti per il futuro!”

“Voglio diventare psicologa!”

“Ah è un buon lavoro! Sicuramente con tutti gli svitati che ci sono in giro, farai soldi palate!” disse Shonei con ironia.

Ma nessuno rise alla sua battuta, soprattutto Victoria che la stava fulminando con uno sguardo omicida. “Scusa Kate, spero di non averti offesa! Volevo solo fare una battuta!”

“Nessuno ti ha mai detto che le tue battute non fanno ridere per niente?!”

“Ok, chiedo umilmente perdono! Dunque Kate studia e voi due?!”

“Tu cosa fai?!” chiese Victoria.

“Io lavoro!”

“È un po' troppo vago!”

Shonei ridacchiò a quel commento. “Io mi occupo di... pubbliche relazioni!” mentì la ragazza.

“Fingerò di crederci!” rispose Victoria ritornando al suo drink.

“Dove sono i bagni qui?!” chiese Kate.

“La in fondo, sempre dritto!” rispose Shonei indicando alle spalle della ragazza.

“Grazie Shon!”

“Di nulla Kate!”

“Mi accompagneresti?!” chiese Kate a Victoria senza aspettare una risposta, tirandola per un braccio. Dopo essere entrate in bagno Kate rimproverò Victoria per il suo atteggiamento poco carino nei confronti della ragazza che cercava solo di essere gentile.

Nel frattempo al tavolo rimasero solo Shonei e Max che si guardarono sorridendo. Poi a un tratto Shonei scivolò sul sedile a destra avvicinandosi a Max.

“Allora Max, vuoi ordinare qualcos'altro?!”

Max non capì la domanda a causa del frastuono della gente intorno e della musica. “Non ho capito!”

A quel punto Shonei si avvicinò a lei appoggiando un braccio sul sedile dietro alle spalle di Max. Avvicinandosi all'orecchio della ragazza ribadì: “Ti ho chiesto se vuoi qualcos'altro!”

Nel momento stesso in cui percepì la vicinanza della ragazza, così tanto da sentire il suo profumo, si sentì subito in imbarazzo. Quella ragazza la faceva sentire in modo strano e per quanto la sensazione che provava non fosse del tutto spiacevole, si sentiva fortemente a disagio e intimorita, tanto che si scostò leggermente da lei arrossendo. Shonei capì subito di cosa avesse provocato in lei, del resto era più che abituata alle reazioni delle ragazze in sua presenza. Sorrise rimuovendo il braccio dallo schienale e scivolando di nuovo al suo posto, per togliere dall'imbarazzo la ragazza. “Max, ma ci conosciamo?!”

“Che cosa vuoi dire?!”

“Non lo so, ho come la sensazione di conoscerti già!”

“No, non credo proprio! Me ne ricorderei se ci conoscessimo!”

“Infatti, nessuna si scorderebbe di me!” disse Shonei con disinvoltura lasciando Max perplessa.

Arrivarono Victoria e Kate riprendendo i loro posti. Nel frattempo Shonei e Max continuavano a guardarsi e Victoria non poté fare a meno di notarlo.

“Credo che questa serata sia davvero noiosa! Ce ne andiamo dopo aver finito di bere!”

“Aspetta Victoria! Non mi avete ancora detto come mai vi siete trasferite! Kate studia e voi due?!” chiese indicando Victoria e Max.

E mentre iniziava a bere un altro sorso di birra, Victoria le rispose: “Siamo delle fotografe!”

A quella frase un'immagine prese forma nella sua mente realizzando finalmente, chi fosse la ragazza. Un po' di birra le andò di traverso e in un attimo si trovò a sputare il contenuto della bevanda, nella direzione della ragazza di fronte, sporcandole la camicetta.

“Ehi, ma che cazzo! Questa è la mia nuova camicia!” disse Victoria infuriata.

Shonei cercò di scusarsi tra un colpo di tosse e un altro. Poi quando finalmente riuscì a parlare disse: “Scusatemi, voi restate qui! Arrivo subito ok?! Non vi muovete!”

Corse verso il bar cercando di attirare l'attenzione di Steph, battendo un palmo della mano sul bancone. A un tratto Steph che stava servendo un cliente, la vide agitarsi facendole segno di avvicinarsi. Dopo aver servito il cliente si avvicinò dall'altro lato verso la ragazza. “Si può sapere perché ti stai agitando tanto?!”

“Cazzo Steph! Dov'è Chloe?! Prima l'ho cercata nella folla ma non c'è!”

“E allora guarda meglio, perché è qui!”

“Si ma di preciso dove?!”

“Prova nella pista da ballo!”

“Ok, allora ricontrollo!”

“Ehi, non andare a disturbarle! È l'ultima serata che stanno insieme e già sono in compagnia degli amici di Lauren! Non mettertici pure tu!”

“Dannazione Steph, devo farlo per forza!”

“No non devi!”

“Invece sì! Max è qui!”

“Cosa?! Max chi?!”

“Lo sai bene a chi mi riferisco! È lei ne sono più che sicura!”

“Ma dove?!”

“È seduta a un tavolo con alcune amiche!”

“Hai bevuto vero?!”

“Dannazione Steph, sto parlando sul serio!”

Eddie si avvicinò a Shonei appoggiandogli una mano sulla spalla. “È stato uno scherzo di cattivo gusto, quello di prima! Ma sono disposto a perdonarti se mi dici il nome della biondina con i capelli corti!”

“Eddie, non è il momento questo!”

“Lascia stare Chloe e Lauren!” avvisò Steph prima di iniziare ad allontanarsi.

“Allora, qual è il suo nome?!” insistette Eddie.

Così alla fine la ragazza, stufa dell'insistenza del ragazzo rispose: “Victoria, si chiama Victoria! Adesso lasciami in pace!”

In quel momento Steph sentendo il suo nome tornò indietro afferrandola per un braccio. “Cosa hai detto?! Chi è Victoria?!”

“È una delle amiche di Max e ora se non ti dispiace, devo avvisare Chloe immediatamente!” disse Shonei allontanandosi, mentre Steph guardava in direzione dei tavoli. Ma non riuscì a distinguere nessuno.

Shonei si buttò nella mischia delle persone intente a ballare un lento. Finalmente riuscì a individuare Chloe Lauren che stavano ballando abbracciate l'una all'altra. “Ehi Chloe!” disse Shonei dandole un colpo sulla spalla.

“Ehi Shonei, sei arrivata!”

“Ascoltami, devo parlarti urgentemente!”

“Di cosa?!”

“Shon per favore è la nostra ultima serata! Non rovinarcela!”

“Non voglio rovinare un bel niente, ma devo parlare a Chloe di una cosa importante!”

“Ma non può aspettare! Se è così importante, lo sarà anche tra un'ora!”

“Non c'è tempo!” disse Shonei a Lauren. Poi si voltò verso Chloe. “Ci vorranno pochi minuti! Poi potrete continuare a strusciarvi quanto volete!”

Chloe, guardò Lauren e la ragazza capì quali fossero le sue intenzioni. “Oddio Chloe! Non ci posso credere!”

“Ci vorrà un attimo! Tu vai dagli altri, vi raggiungo subito!” disse Chloe dandole un bacio sulle labbra.

Poi si allontanò con Shonei che la teneva stretta per un polso trascinandola per portarla nel bagno, il più possibile rasente al bancone del bar per evitare che vedesse Max. Steph vide la scena iniziando a preoccuparsi sul serio. Quando raggiunsero il bagno, Shonei lasciò la presa assicurandosi che non ci fosse nessuno nelle cabine.

Chloe si appoggiò di spalle ai lavelli guardando l'amica. “Spero sia davvero importante come dici o Lauren ti ammazzerà!”

“Ok...” disse Shonei fermandosi davanti a lei non sapendo bene da dove cominciare. “Lo so che quello che ti sto per dire sembrerà assurdo, ma ti prego di credermi!”

Chloe la guardava in modo strano. “Ok... spara!”

“Stasera ho incontrato una persona che credevo di conoscere! Anche se in realtà a pensarci bene, non la conosco! O almeno non la conosco come potrei conoscere te o Steph o...”

“Ok Shon, arriva al punto perché mi stai mandando in confusione!”

“Quando ho sentito il suo nome mi sono un po' allarmata! Però poi pensandoci bene era solo un nome, fino a quando...”

Chloe spazientita da quelle parole inutili e confusionarie sbottò. “Ma porco cazzo Shon, dì quello che devi dire e basta! Lauren mi sta aspettando e domani va via!”

“Max è qui!” disse tutto d'un fiato Shonei.

Chloe ci mise un po' a realizzare cosa avesse detto. “C-che...cosa?!”

“Max, la tua amica è qui a Portland!”

“Ma vaffanculo Shon! Che cazzo stai dicendo!”

“Lo so che può sembrarti assurdo, ma ti dico che lei è qui!”

“Non è solo assurdo, è praticamente impossibile!”

“Invece è così, l'ho vista con i miei occhi!”

“Ma se non l'hai mai vista!”

“Ti sbagli, io l'ho vista! La tua foto e il murale... ti dico che è lei, anche se è un po' diversa! Ora porta i capelli lunghi!”

A un tratto Chloe ripensò al momento in cui stava ballando con Lauren, quando le era sembrato di vedere qualcuno di familiare. Era sicuramente una ragazza e portava i capelli lunghi. E se fosse Max che avesse visto? Possibile che la sua amica fosse a Portland?

“C'è una bella differenza tra foto, murales e...”

“Chloe, ti sto dicendo che sono sicura si tratti di lei!”

“No, non è possibile! Lei non può essere qui! Anche io stasera ho visto qualcuno di familiare, ma questo non vuol dire nulla!” disse Chloe agitata spostandosi sulla parte opposta dei lavelli e appoggiandosi al muro tra una cabina e un'altra.

“È qui con delle amiche! Vengono da Seattle!” incalzò Shonei.

“Shon, piantala per favore!” disse Chloe evitando il suo sguardo.

“Victoria e Kate! Ti dicono nulla questi nomi?!”

Chloe di scatto tornò a guardare l'amica incredula.

“Le conosci non è vero?! Kate studia per diventare psicologa e Victoria e Max sono delle fotografe! La tua amica preferisce farsi chiamare Max, piuttosto che Maxine!”

Chloe ascoltando le sue ultime parole iniziò a sentire il suo cuore pulsare velocemente e a respirare affannosamente. Si portò una mano al petto, mentre i suoi battiti aumentavano di velocità e sentì una sensazione di soffocamento travolgerla e le mani cominciarono a tremare.

“Mi manca... il respiro!” disse iniziando a scivolare sulla parete fino a raggiungere il pavimento sedendosi.

“Chloe, Chloe che cazzo succede?! Cos'è?! Stai male?! Non ti senti bene?! È uno dei tuoi attacchi di panico?!”

Chloe non rispose continuando a respirare a fatica. Shon si inginocchiò davanti a lei afferrandola per il viso. “Guardami Chloe, è tutto ok! Ora passa! Cerca di respirare lentamente! Piano ok?! Respira e inspira lentamente con il naso!” disse la ragazza respirando insieme a lei.

Continuarono così fino a quando il respiro di Chloe tornò regolare. Il tremore alle mani invece, ancora non passava.

“Ok, brava così! Continua a respirare lentamente!” disse Shonei rimettendosi in piedi. “Dobbiamo andarcene da qui! Ce la fai ad alzarti?!”

“Si...” rispose Chloe incerta.

“Avanti, ti aiuto io!” disse Shon aiutandola a rialzarsi. “Usciamo di qui!” aggiunse Shon aprendo la porta del bagno per uscire. Ma appena aprì la porta la richiuse immediatamente voltandosi verso l'amica. “Non possiamo uscire!”

“Cosa?!” chiese Chloe confusa.

“Stanno venendo qui!”

“Chi?!”

“Max e le sue amiche!”

“Ma cosa... mi ha vista?! Sa che sono qui?!”

“No, non sa nulla ed è meglio che non lo sappia per adesso!”

“Perché?!”

“E me lo chiedi?! Ti è venuto un attacco di panico Chloe! Non sei nelle condizioni per una rimpatriata! Anche perché da quello che mi hai raccontato non credo sarà un incontro proprio piacevole! Ora nascondiamoci!” disse Shonei afferrando di forza Chloe per un polso, trascinandola in una cabina e chiudendo con la sicura. “Ora fai silenzio e aspettiamo che vadano via!” aggiunse Shonei.

In quel preciso istante la porta del bagno venne aperta e le tre ragazze entrarono.

“Dannazione, guardate come mi ha ridotto la mia nuova camicetta!” disse Victoria furibonda.

“Su Victoria, è stato solo un incidente!” disse Kate.

“Davvero?! Come quando stava per spiaccicati a terra?!”

“Non mi ha vista!”

“Si, perché tu sei trasparente al contrario di Max!”

Quando Chloe sentì pronunciare il nome della sua amica, il suo cuore fece un sussulto. Nel frattempo Shonei la guardava preoccupata, temendo che potesse avere un altro attacco di panico. In quel caso non avrebbero avuto altra scelta, se non uscire allo scoperto.

“Cosa vuoi dire?!” chiese Max.

Alle sue prime parole, l'espressione di preoccupazione di Chloe si trasformò in stupore. Erano passati tre anni da quando aveva ascoltato la sua voce e quasi non riusciva a credere alle sue orecchie. Se fino a quel momento aveva qualche dubbio sulla presenza di Max a Portland, nonostante le parole convincenti di Shonei, adesso ne era più che certa. Max era lì, nella stessa città e per di più nello stesso bagno. Erano a un passo l'una dall'altra. In quel momento senza nemmeno accorgersi afferrò il chiavistello della porta con le mani per aprirla, spinta dal desiderio di vederla con i propri occhi. Shonei le afferrò le mani con fermezza, bloccandola dal suo gesto avventato. La guardò scuotendo la testa e Chloe si arrese al volere di Shonei.

“Lo sai bene cosa voglio dire Max! Avanti, non dirmi che non hai notato come ti guardava!” disse la ragazza mentre cercava di pulirsi la camicia come meglio poteva, con un fazzolettino di carta.

“Perché?! Come la guardava?!” chiese Kate.

“Uno sguardo del tipo: mi piacerebbe saltarti addosso ma c'è troppa gente e finirei per mettermi nei guai!”

A quelle parole Chloe guardò Shonei con disappunto. Shon si difese dicendo che non era vero nulla, mimando con la bocca senza emettere alcun fiato.

“Quindi secondo te lei è...” disse Kate senza riuscendo a terminare la frase.

“Oh avanti Kate, guarda che puoi parlare liberamente! Non rischi di essere infettata e non ti prenderà fuoco la lingua! Penso che non comparirà nemmeno il diavolo con le corna, la coda a punta e il forcone a chiedere la tua anima solo per aver pronunciato la parola gay!”

Shonei si portò subito una mano sulla bocca, cercando di trattenere una risata, mentre Chloe le diede un colpo sulla spalla.

“Victoria, non puoi parlare a sproposito su persone che non conosci, che non sono presenti e che non possono controbattere!” disse Max suscitando l'ennesima risata di Shon che cercò di ridacchiare nel modo più silenzioso possibile senza riuscirci, visto che le sfuggì un leggero ghigno dalla bocca. Max, fu l'unica ad accorgersene, mentre le sue amiche continuavano a chiacchierare.

Appoggiata di spalle al lavello, guardò verso la porta della cabina che aveva di fronte. “Avete sentito?!”

Chloe e Shon rimasero pietrificate temendo di essere sul punto di essere scoperte. Si guardarono terrorizzate non sapendo cosa fare.

“Sentito cosa?!” chiese Kate.

“Mi è sembrato di sentire qualcosa...”

“Sentite, non so voi ma io mi sono rotta di stare qui! Sapevo che sarebbe stata una serata di merda! Io direi di tornarcene nel nostro appartamento!” disse Victoria con veemenza ignorando quello che aveva detto Max.

“Si, forse è il caso di tornare a casa!” aggiunse Kate.

“Ok, andiamo via! Però aspettiamo Shonei!” disse Max.

“Cosa?! E perché dovremmo farlo?!”

“Mi sembra scortese da parte nostra andarcene via così, senza ringraziarla per averci offerto da bere!”

“Sono d'accordo con Max!” disse Kate.

“Oh merda! Non è giusto, ogni volta che si decide qualcosa per maggioranza, sono sempre io a rimetterci! E va bene, aspettiamo pure se volete! Ma se per caso non si presenta entro pochi minuti, io me ne vado! Vi giuro che vi lascio qui!” disse Victoria iniziando ad avviarsi verso la porta per uscire, con le amiche al seguito.

“Si certo, come no!” rispose Kate.

“Non mi credi Kate?!”

“No, non lo faresti mai!”

La prima a uscire fu Victoria, seguita da Kate e Max a chiudere la fila. Ma prima di uscire, quest'ultima si voltò guardando ancora una volta la porta da cui le era sembrato di aver udito qualcosa. La curiosità vinse su di lei come al solito. Si diresse lentamente alla porta, mentre le due ragazze all'interno della cabina trattenevano il fiato sentendo i suoi passi avvicinarsi. Quando Max appoggiò la mano sulla maniglia, Victoria sbucò dall'entrata del bagno. “Max, ma si può sapere che diavolo stai facendo?! Io vorrei andarmene in fretta se non ti dispiace!”

“Ok, va bene!” disse Max lasciando la maniglia seguendo l'amica fuori dal bagno.

Shonei a quel punto non del tutto sicura, aprì lentamente la porta dopo aver fatto scattare il chiavistello. Diede un'occhiata e dopo essersi assicurata che le ragazze fossero uscite, l'aprì definitivamente. “Cazzo, c'è mancato poco!”

“Beh, se tu ti fossi risparmiata dal ridere non avremmo rischiato! E poi comunque la porta era chiusa!”

“Si, ma quale bagno è chiuso dall'interno senza che ci sia nessuno dentro?!”

“Avrebbe pensato che fosse rotto... o conoscendola, forse no...”

“Adesso mi credi?!”

“Non riesco a capire, cosa ci fa a Portland?!”

“Le hai ascoltate?! Hanno un appartamento, che chiamano casa! Te l'ho detto, si sono trasferite qui! Non è una cosa passeggera questa! Ma non perdiamoci in chiacchiere! Dobbiamo andare via di qui! Anzi, tu devi andare via!”

“Che vuoi dire!”

“Tu lavori qui, quindi ti è permesso uscire dal retro! Raggiungi la tua macchina al parcheggio! Io nel frattempo vado da Lauren per avvisarla che la aspetti fuori!”

“Penserà che sono fuori di testa! Io che esco di qua senza andare da lei!”

“Mi inventerò qualcosa!”

“Del tipo cosa?!”

“Le dirò che ti sei sentita poco bene e che sei uscita a prendere un po' d'aria! Quindi sei uscita fuori e mi hai chiesto di raggiungerla per avvisarla! Che sei stanca della serata e vuoi andartene con lei! Sicuramente sarà molto meglio della scusa delle tubature!”

“E tu, cosa farai dopo?!”

“Beh, le hai sentite no?! Mi stanno aspettando! Le raggiungo, mi scuso e poi me ne vado! O resto a prendere per il culo Steph!”

“Sta lavorando!”

“Il che renderà tutto più facile! Ora basta chiacchiere e andiamo fuori prima che il bagno diventi il mio habitat naturale!”

 

 

Così Chloe seguì le indicazioni dell'amica, oltrepassando l'entrata che si trovava di fianco al bar per raggiungere il retro. Nel frattempo Shonei si stava dirigendo ai divanetti infondo per raggiungere Lauren, stanno bene attenta a non farsi vedere dalle ragazze. Appena si trovò a passare davanti al bar, vide Lauren seduta su uno dei sgabelli che si intratteneva parlando con Steph. Si avvicinò a lei appoggiandole una mano sulla spalla. La ragazza si girò e non perse tempo ad attaccare.

“Ti rendo conto che è la mia ultima sera con lei?!”

“Si è mi scuso, però era una cosa importante!” disse Shonei rendendosi conto che non si era messa d'accordo con Chloe su cosa dire al riguardo.

“Cosa c'era di così importante?!”

“Ehm... beh... sai io...” disse Shonei guardando Steph quasi con uno sguardo implorante per chiedere aiuto.

Steph alzò gli occhi al cielo e intervenne. “Lauren, credo che la cosa più importante adesso, sia capire che diavolo di fine ha fatto Chloe”.

Lauren sgranò gli occhi rendendosi conto solo in quel momento che presa dal nervosismo, non si era accorta dell'assenza della sua ragazza. “Dov'è Chloe?!”

“Lei a un tratto non si è sentita molto bene e...”

“Che cosa?!” chiese Lauren spaventata.

“Ma non è niente di grave tranquilla! È uscita a prendere una boccata d'aria e mi ha chiesto di avvisarti! È stufa della serata e vuole andare via!”

“Ok, allora saluto tutti adesso e la raggiungo! Ciao Steph, a presto!” disse Lauren sporgendosi in avanti abbracciando la ragazza che fece lo stesso.

“Ci vediamo Lauren!”

“Ciao Shon e scusami, ma non ce l'ho con te! È per via della partenza e...”

“Tranquilla Lauren, lo capisco! Ci vediamo al tuo ritorno!” disse Shonei abbracciandola.

Poi la ragazza si allontanò per raggiungere gli altri e salutarli, prima di lasciare il locale.

“Cosa è successo?!” chiese Steph preoccupata.

“Le ho detto di Max e...”

“E?”

“Le è venuto un attacco di panico!”

“Ma cosa... sembravano essere spariti!”

“È quello che pensavo anche io! Comunque adesso sta meglio!”

“Ma tu sei sicura che Max sia...!”

“Si, sono entrate nel bagno e ci siamo nascoste!”

“Oh cazzo! Oh mio Dio, non posso crederci!”

“Già! Senti io adesso devo andare! Raggiungo le ragazze al tavolo per chiedere scusa!”

“Per cosa?!”

“Per aver sputato la birra addosso a Victoria quando ho realizzato con chi fossi seduta al tavolo!”

“E sei ancora viva?!”

“Io sì, ma la camicia di Victoria un po' meno!”

Le parole di Shonei la fecero ridere. “Vorrei poter lasciare la mia postazione per vedere con i miei occhi ma non posso!”

“Se vuoi, provo a fare una foto alla camicia!”

“Idiota, non mi riferivo alla camicia ma a loro!”

“Ah ok! Adesso vado, augurami buona fortuna!”

“Credo che ti servirà molto più di questo!”

Così Shonei raggiunse le ragazze mentre Chloe fuori al parcheggio, si avvicinò all'auto di Victoria riconoscendola. Appoggiò una mano sul cofano come per avere conferma che fosse tutto vero! Poi si allontanò raggiungendo la sua auto accendendosi una sigaretta. Lauren salutò i suoi amici, Chris, Jonathan e Allison e si diresse verso l'uscita del Paradise.

“Scusate ragazze per l'attesa!” disse Shonei sedendosi al suo posto al tavolo con le tre ragazze. “Sono mortificata Victoria! Ti giuro che non volevo!”

“Si certo, non volevi!” disse Victoria con una punta di stizza alzandosi dal suo posto. “Ora ragazze fate quello che dovete e andiamocene”.

A quelle parole Shonei rimase terrorizzata. Non era affatto sicura che Chloe fosse andata già via. Temeva che potessero incontrarla nel parcheggio. “Ehi, aspettate un attimo!”

“Ti volevamo solo ringraziare per averci offerto da bere, è stato molto gentile da parte tua!” disse Kate.

“Oh, ma figurati! Se volete, vi posso offrire qualcos'altro!”

“Per carità, la mia camicia non regge l'alcool!” rispose Victoria.

Poi Shonei si voltò verso Max. “Avanti, restate un altro po'!”

“Mi dispiace Shonei ma dobbiamo andare via!” disse Max.

Mentre Shonei cercava di trattenerle ancora un po', Lauren raggiunse Chloe al parcheggio. La ragazza era appoggiata contro la sua auto, fumando una sigaretta e con la testa altrove.

“Chloe, stai bene?! Shon mi ha detto che non ti sei sentita bene!” disse Lauren preoccupata.

“No, tranquilla! È stato solo un giramento di testa! Forse è dovuto alla confusione che c'è lì dentro!” disse Chloe sforzandosi di sorridere.

“Getta via quella sigaretta per favore!”

“Lauren, sto bene!”

“Dammi le chiavi, guido io!”

“Io che ti faccio guidare la mia auto, non esis...”

Lauren la fulminò con lo sguardo mettendo ben in chiaro che non avrebbe accettato delle prediche.

“E va bene!” disse Chloe lanciandole le chiavi che la ragazza afferrò al volo. Si infilarono in auto uscendo dal parcheggio.

 

 

Nel frattempo Shonei si arrese lasciando andare il trio di amiche, sperando che le Chloe e Lauren fossero già andate via. Seguì le ragazze mentre si allontanavano per raggiungere l'auto, restando a guardarle. Max che chiudeva la fila sentendosi osservata, si voltò verso di lei. Shonei le sorrise alzando una mano salutandola e Max ricambiò il saluto sentendosi estremamente a disagio.

“Ehi Max, aspetta!” disse Shonei raggiungendola.

Victoria e Kate che erano più avanti si fermarono a guardare la scena.

“Ti dispiace se ci facciamo un selfie?!”

“Cosa?! Ma perché…”

“È solo per ricordare questa serata!”

“Oh Gesù santissimo, io farei di tutto per dimenticare questa serata!” disse Victoria riprendendo a camminare.

“Veramente non mi sembra neces…”

“Ok grazie!” disse Shonei mettendole un braccio sulle spalle e avvicinandola a sé. “Di cheeeeese!” aggiunse la ragazza scattando il selfie. “Ecco fatto! Grazie Max e a presto!”

“Di niente…” disse Max guardandola perplessa mentre si allontanava.

“Sei molto fotogenica sai?!” aggiunse Shonei.

Max si voltò un’ultima volta verso di lei scuotendo la testa sorridendo, dopo di che raggiunse finalmente le sue amiche.

“Dio quanto è stato facile!” disse Shonei inviando il selfie a Steph.

 

Shonei: Ti presento Max Caulfield.

Steph: È come nella foto.

Shonei: Si, è solo più allettante.

Steph: Non farti venire strane idee adesso. 😑

·        Perché me l’hai inviata?

Shonei: Chloe voleva vederla mentre eravamo chiuse in bagno. Non so se mostrargliela o meno, quindi lascio a te la scelta.

Steph: Ci penserò su. Adesso devo tornare a lavoro.

Shonei: Ok, io vado a casa.

Steph: Ma come a casa? L’hai appesa al chiodo oggi? 😕

Shonei: Assolutamente no. Per caso ti stai offrendo volontaria per tenermela impegnata?

Steph: Scusa ma non posso, devo andare a vomitare. 😒

 

Shonei scoppiò a ridere, soffermandosi poi a guardare ancora il selfie con Max.

“Ma ciao Maxine Caulfield, felice di conoscerti!” disse Shonei sorridendo.

 

 

“Cosa voleva Shonei da te?” chiese Lauren mentre guardava la strada raggiungendo il suo appartamento.

“Oh… niente di importante! Mi ha chiesto solo un consiglio su una cosa sua personale!”

“Ah, non posso saperla?!”

“È personale! Se riguardasse me te la direi ma non è così quindi…”

“Ok, hai ragione!” disse Lauren sorridendole.

Chloe ricambiò il sorriso, poi si girò a guardare fuori dal finestrino sentendosi in colpa per averle mentito.

 

 

Mi dispiace Lauren ma non posso dirti la verità. Ti preoccuperesti così tanto per me che rinunceresti a partire. Ti metterò al corrente quando sarai già andata via. È la cosa giusta da fare per adesso.

 

 

Chloe e Lauren finirono per fare l’amore ma c’era qualcosa che tormentava la ragazza e non era altro che la consapevolezza che Max fosse a Portland. Con il peso di aver mentito alla sua ragazza si addormentò non immaginando che quella bugia, sarebbe stata la prima di tante altre a seguire.

 

 

Le tre ragazze tornarono a casa ma prima passarono dall’appartamento di Timothy e Aaron, per assicurarsi che stessero davvero bene e per farsi raccontare di come era avvenuto l’incidente. I ragazzi invece volevano sapere come era andata la loro serata. Così passarono il resto del tempo a chiacchierare ridendo di ciò che era successo a Victoria per via di Shonei. Max nel frattempo non riusciva a smettere di pensare alla ragazza non comprendendone il motivo. Ma presto lo avrebbe scoperto da sé…

 

                                                                                                                                                     Continua…

   
 
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