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Autore: Aurora Barone    11/09/2009    1 recensioni
Naoki:Un'assassina su commissione, uccide solo per delle "buone ragioni", come gli strupratori, di donne che non sanno come altro fare, per non venire più perseguitate, dato che le denunce si rivelano spesso inutili.
Ma un giorno riceve una particolare commissione, uccidere un commercialista, che non ha l'aria di essere affatto un uomo tanto cattivo, anzi ha l'aria di un uomo tonto e indifeso, sembra quasi una femminuccia.
Lo ucciderà? Oppure lo terrà sottosequestro o sfocerà in lui una profonda sindrome di stoccolma?
Si innamoreranno? Oppure no? E perchè le è stato commissionato di ucciderlo, cosa ha fatto quest'uomo di tanto crudele? E come mai Naoki ha deciso di fare l'assassina? Non è un lavoro comune e semplice no?
Se volete scoprirlo leggete!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Siamo quasi vicini alla fine di questa storia, come andrà a finire? Penso che il prossimo capitolo sarà quello decisivo...la cosa bella di essere la scrittrice di qualcosa è sapere prima degli altri cosa succederà, mi sento una veggente!=)

27 marzo 2009

Mi destò dal mio sonno il suono di un violino, era “la campanella” di Paganini che risuonava fuori dalla porta di casa.

Guardai dallo spioncino era Naoki che stava suonando, guardai il mio orologio da polso erano solo le 3 del mattino, di questo passo avrebbe svegliato tutto il vicinato, così aprì la porta infuriato.

Lei sollevò lo sguardo verso di me sorridendo e continuò a suonare, mentre io la guardavo con disapprovazione.

“Cosa hai intenzione di fare? Disturbare tutto il vicinato?” le chiesi infuriato.

Lei continuò a suonare dicendo “ Smetterò solo quando tornerai a casa con me!”

“Tu non sei normale” le urlai contro per contrastare il brano di Paganini.

“E tu credi di esserlo? Ti ricordo che tu sei quello che è voluto rimanere al fianco di un' assassina e che ha ucciso un uomo per proteggerla” affermò ironica.

“Ho commesso degli errori e me ne pento...” affermai cercando di apparire freddo e distaccato.

Naoki gettò il violino per terra e si avvicinò a me, io indietreggiai, non volevo che si avvicinasse troppo, altrimenti sarebbe riuscita a persuadermi.

“Lasciami in pace” le urlai contro.

“D'accordo” disse prima di andarsene, porgendomi il violino che mi aveva comprato e il diario di Saichi e poi mi diede quel quel cd degli Ynot.

Dal diario cadde un foglio,era una lettera di Naoki, così la presi e la lessi:“Continuerai ad avercela con me,?Non vuoi proprio capire che ti amo! Torna a casa con me, io ti insegnerò tutto quello che serve per diventare un assassino privo di rimorso”

Rilessi la lettera una decina di volta, avrei tanto voluto tornare a casa di Naoki ma non potevo, mi imponeva una vita che non mi apparteneva fatta di morte e di vendette, ma non ero fatto per queste cose, adesso ne ero più che certo.

Mi recai nella mia stanza posando il diario di Saichi sulla scrivania, osservai la stanza era così ordinata e pulita come l' avevo lasciata, non aveva nulla a che vedere con la stanza di Naoki.

Posai il cd degli Ynot sulla lettera y, tutti i miei cd seguivano un rigoroso ordine alfabetico , avevo pochi cd con quella lettera.

Mi buttai sul letto osservando un punto in precisato della stanza, ero depresso, non riuscivo a fare a meno di pensare a lei.

La mia casa vuota non mi era di conforto, mi faceva sentire così solo e triste, così aprì il diario di Saichi trovai un'altra fogliettino era quello schema che Naoki mi aveva fatto quando voleva che me ne andassi.

“.Ecco la lista delle cose da fare per rendere la tua vita più interessante.”

Erano le stesse cose che avevo letto in precedenza, poi però mi soffermai sulla nove, l' aveva aggiunta forse da poco “ 9 non dimenticarmi” “ 10 non voglio che tu te ne vada”.

Senza accorgermene incominciai a piangere, avrei tanto voluto tornare più di quanto lei credesse, ma non mi lasciava altra scelta, possibile che non capisse quello che provavo?

“Non voglio che tu te ne vada” lo rilessi diverse volte, ma nonostante tutto sapevo di non poterlo fare, non poteva chiedermi di diventare come lei.

Il suo amore era ossessivo ed egoista, non si curava affatto dei miei sentimenti, pensava solo a se stessa, non si curava dei miei sensi di colpa, ma nonostante tutto non riuscivo a smettere di pensare a lei, quel suo modo di amare per certi aspetti la rendevano più dolce, perché era come una bambina che amava in un modo così ingenuo da diventare egoista e ossessiva, ma non lo faceva di proposito, non se ne rendeva affatto conto.

Alla fine lessi il diario di Saichi, mi soffermai sulle giornate più importanti, il giorno della morte della madre di Naoki:


Oggi io e Naoko siamo usciti con la mamma per andare a fare la spesa, sarebbe stata una giornata come tante altre pensavamo io e Naoko.

Lei non ama andare al supermercato con la mamma, preferisce di gran lunga stare a casa,infatti mia madre l' ha praticamente obbligata a venire.

Non ho mai capito perché Naoko sia così ostile nei confronti della mamma, forse perché non l' asseconda mai come fa sempre papà, infatti questo diventa spesso motivo di lite tra i miei genitori, perché secondo mia madre la vizia troppo.

Ogni sua richiesta viene sempre soddisfatta, dice sempre che Naoko è la sua principessina, quindi tutto quello che lei chiede diventa un ordine che mio padre soddisfa ben volentieri.

A volte penso anch'io che la vizi troppo, però come si può non farlo, anch'io farei lo stesso, perché vedere il suo sorriso è più importante di qualunque altra cosa.

Naoko sbuffò tutto il tempo, mentre mia madre le dava a parlare per evitare che facesse il muso lungo, ma lei continuava ad assumere quell' espressione imbronciata e anche un po' buffa.

Mia madre era esasperata e ringraziava il cielo che non fossi come Naoko, infatti lei per quanto si sforzasse di non fare favoritismi, alla fine finiva per apprezzare di più me, perché ero il figlio meno problematico, calmo e pacato, mentre Naoko era per così dire la più vivace e la più difficile, ogni cosa doveva andare come diceva lei altrimenti non andava bene.

Naoko vide un libro che le piaceva così ordinò a mia madre di comprarglielo, mia madre glie lo avrebbe anche comprato se glie lo avesse chiesto con cortesia mettendoci “un per favore”, ma Naoki non era il tipo da chiedere, lei ordinava e basta.

Così non gli comprò il libro, quindi Naoko divenne ancora più imbronciata nonostante avesse ormai all' incirca sedici anni, continuava a comportarsi come una bambina viziata e mia madre tentava soltanto di porre fine a quel suo modo di fare per il suo bene, ma Naoko non voleva capirlo.

Avevamo finito di fare la spesa, così giunti in macchina aiutai mia madre a posare la spesa dentro il bagagliaio.

Invece Naoko salì in macchina, senza volerci dare alcun aiuto, così mia madre si arrabbiò, urlandole contro che avrebbe dovuto prendermi come esempio, ma Naoko non le dava neppure ascolto e si mise gli auricolari alle orecchie per non sentirla.

Mia madre aveva i nervi a fior di pelle e mentre guidava talvolta dava un' occhiata a Naoko che era seduta nel posto davanti perché stava più comoda, mentre io ero seduto nel posto dietro.

Canticchiava una qualche canzone incurante dello sguardo di mia madre, così lei tornò a guardare la strada, ma in quello stesso istante una macchina ci venne addosso senza che mia madre avesse il tempo di fare nulla.

Quella macchina che ci aveva investito era scappata via, senza prestarci alcun soccorso, se soltanto l' avesse fatto forse mia madre si sarebbe salvata.

Fortunatamente almeno Naoko non si era fatta niente, di solito non si allaccia mai le cinture perché dice che le stringono troppo la pancia, ma oggi stranamente se l' era allacciate. Purtroppo mia madre non è stata così fortunata come lei ed è morta, quando mia sorella chiamò l' ospedale, riuscendo ad uscire dalla macchina era troppo tardi.

E' stato un giorno veramente triste, ancora non ci credo che mia madre sia morta, neanche Naoko è riuscita ad accettare quello che è successo, si sente un po' colpevole perché aveva sempre avuto un rapporto conflittuale con lei. Inoltre pensava che se avesse chiamato prima l' ambulanza forse mia madre sarebbe ancora viva, anche mio padre non l' ha presa bene, nonostante cerchi di farci coraggio, in realtà è stravolto pure lui da quello che è successo.


E poi lessi il giorno in cui morì il padre di Naoki, solo in quell' istante scoprì come erano andate davvero le cose.


Dimostrami che mi ami!” mi disse una volta mia sorella non volendo credere a quello che provassi per lei, così senza pensarci due volte, mi avvicinai a mio padre, se quello poteva ancora chiamarsi padre, era così invecchiato e il suo alito puzzava di alcool.

Mi faceva schifo, aveva abusato di Naoko più volte a causa dell' alcool e nonostante ripetesse sempre che primo o poi avrebbe smesso non lo faceva mai.

Avevo detto a Naoko di denunciarlo.

Una volta l' avevo portata alla centrale di polizia, ma lei se ne andò rifiutandosi di farlo, non voleva, perché nonostante tutto si ostinava a volergli bene.

Così quel giorno ripensai alle parole di Naoko e guardando mio padre che si avvicinava pronto ad abusare di lei per la quindicesima volta mi decisi a dimostrarle il mio amore.

Presi un coltello da cucina e lo ferii mentre cercava di afferrare Naoko per poterle fare del male, Naoko pianse ritenendo che fosse tutta colpa sua perché io le dissi che in questo modo le avevo dimostrato il mio amore.

La polizia arrivò a casa nostra, era stata chiamata dai vicini che avevano sentito dei rumori, Naoko aveva toccato l' arma del delitto per confondere le impronte digitali, infatti espose la sua versione dei fatti alla polizia dicendo che era stata lei ad uccidere mio padre. E' sempre stata così protettiva nei miei confronti, non sopporto davvero questo suo comportamento, ci togliamo soltanto un anno e mi tratta come se fossi un bambino.


Scorrendo le altre pagine del diario, il rapporto tra lui e Naoko si poteva definire perfettamente non corrisposto da lei, le voleva molto bene ma come una sorella, mentre lui l' amava ossessivamente e le stava sempre dietro e finiva per assecondandola, proponendosi quasi come un sostituto del padre.

Ma Naoko lo trattava come un bambino nonostante avesse solo un anno in meno di lei, così si occupava di lui e si preoccupava dei suoi studi, mentre lei aveva abbandonato i suoi per mandare avanti la casa, ma dopo furono costretti a cambiare casa a causa dei debiti del padre.

Naoki ne aveva passate veramente tante, era stata pure in prigione per un reato non commesso, anche se per poco tempo ed era stata maltrattata dai suoi parenti che la ritenevano un' assassina, che non aveva alcun diritto di far parte della loro famiglia. Dovevo essere comprensivo con lei, anche se quello che mi aveva fatto non poteva definirsi normale, non potevo abbandonarla, dovevo aiutarla a trovare se stessa, perché mi stava chiedendo disperatamente aiuto inconsapevolmente.

Ma come potevo aiutarla senza lasciare che mi trascinasse nell' oblio insieme a lei?

No, non dovevo più pensarci, dovevo smetterla di lasciarmi ossessionare da lei così riposai il diario dalla scrivania e uscì di casa per distrarmi.

Camminai senza una metà, chiedendomi che cosa stesse facendo mio padre, non quello vero, ma Kikuchi Ojo colui che mi aveva cresciuto, continuavo a chiedermi perché non avesse denunciato la mia scomparsa.

Così senza pensarci troppo mi recai a casa sua, mi aprì con scarso entusiasmo, era freddo e distaccato come al solito non accennò neppure un saluto, ma si limitò a guardarmi con sguardo severo chiedendomi “Che vuoi?”

Non mi vedeva da giorni, non era stato in pensiero per me? Lui che mi aveva cresciuto non si preoccupava per me, mentre una vicina di casa con cui scambiavo si e no un saluto stava in ansia per me e la mia salute pensai rattristato.

Stava fumando la sua pipa, ripensavo al signor Poirot e mi scappò un sorriso, mentre lui continuava a guardarmi con severità sembrava non vedesse l' ora che sparissi dalla sua vista.

Mi fece entrare forzatamente, stava facendo colazione, aveva apparecchiato come al solito per due, l' altro pasto era per mia madre anche se era morta.

“Ti serve qualcosa?” chiese lui.

“No, volevo soltanto vedere come stai”

“Come vedi sto benissimo!” affermò senza neppure guardarmi negli occhi.

“Papà, tu...” affermai bloccandomi, avrei tanto voluto chiedergli se mi voleva bene, ma la domanda suonava stupida e impertinente e avevo persino paura di conoscere la sua risposta.

“Hai interrotto la mia colazione, se non hai niente da dirmi ti conviene andartene...”

“Lo sai che ho perso il lavoro?” gli chiesi per rimanere un po' di più in sua compagnia, era l' unico modo che avevo per suscitare il suo interesse, anche se ero sicuro che si fosse arrabbiato, non mi importava, perché il fatto che si infuriasse pensavo corrispondesse al fatto che ci tenesse alla mia carriera e quindi significava che mi voleva bene.

“Si, che lo so, sei un essere inutile e dire che ho fatto tanto per farti avere quel lavoro!” mi urlò contro.

“Mi dispiace” affermai scusandomi.

“Sparisci, non ti voglio più vedere fino a quando non avrai trovato un lavoro!” affermò buttandomi fuori di casa con violenza.

“Si, papà sto bene anch'io” sussurrai fuori dalla porta, trattenendo a stento le lacrime, confermando quello che avevo pensato a casa di Naoki, lui mi odiava, non ero suo figlio e non mi avrebbe mai amato.

Dopo mi diressi a casa di mia cugina, lei sicuramente non mi avrebbe accolto con lo stesso “entusiasmo” di mio padre, a lei sicuramente dovevo essere mancato e poi mi ricordai la data del suo matrimonio era il 20 marzo, non c'ero andato e adesso? Di certo non potevo spiegarle tutta la verità, che ero stato tenuto come ostaggio da un'assassina.

Izuko aprì la porta, era molto sorpresa di vedermi, ma era molto contenta di rivedermi, dopotutto io e lei abbiamo sempre avuto un legame molto forte.

Sin da piccoli giocavamo sempre insieme, mentre i nostri genitori giocavano a carte o parlavano di affari di lavoro, io l' avevo sempre amata sin da piccolo, ma non avevo mai avuto il coraggio di confessarle i miei sentimenti, per lei ero solo il suo cuginetto imbranato e dolce, ma rivendendola mi resi conto che le cose erano cambiate, il mio cuore non batteva più per lei.

“Non sai quanto io ti abbia cercato, ma che diamine di fine hai fatto? Mi hai spaventato a morte...tuo padre mi ha detto che sei partito ad Hokkaido, ti sono persino venuta a cercare ad Hokkaido...”

“Sul serio?” le chiesi sorpreso.

“Si” affermò sorridendo.

“Ma come mai abiti ancora qui? Non ti sei sposata?”le chiesi sorpreso.

“E come potevo farlo, ero troppo in pensiero per te...non potevo sposarmi senza la presenza del mio cuginetto”

“Mi dispiace, avrei dovuto dirtelo che partivo...e quindi come è finita con il tuo uomo?”

“Si , è arrabbiato un po', ma credo abbia capito...”

“Avresti dovuto sposarti anche senza di me, dopotutto la mia presenza non era affatto necessaria!”

“Vedi, quando non ti ho visto ho capito tutto, ho capito che non potevo sposarmi, perché io ti amo Imouchan!”disse con agitazione e dolcezza.

La guardai perplesso ed esterrefatto, prima Naoki e adesso pure lei, prima non mi volevano e mi sdegnavano e adesso mi amavano?

Le donne sono tutte pazze pensai, cercando di venirne a capo, la sua confessione mi faceva molto piacere, ma non corrispondevo più i suoi sentimenti le cose erano cambiate.

Cercai un modo delicato per dirle come stavano le cose, lei non la prese bene, ma tuttavia non aveva intenzione di infuriarsi con me, pensava che la colpa dopotutto fosse sua avrebbe dovuto capire prima i suoi sentimenti e non giocare con i miei come aveva sempre fatto, fingendo di non esserne a conoscenza.

Così almeno quella visita si concluse tutto sommato bene, ma quando uscì da casa sua mi ritrovai davanti gli occhi Naoki che mi scrutava, sembrava arrabbiata.

“Tu che ci fai qui?le chiesi sorpreso.

“E tu che ci fai qui?” mi chiese lei furiosa.

“Mi hai seguito?” le chiesi altrettanto arrabbiato.

“E per lei che non vuoi stare con me?” chiese incollerita, cercando di contenere le lacrime.

“Naoki tu adesso devi lasciarmi in pace, non dico di non amarti, dico semplicemente che devi farmi respirare, mi sento soffocare!” affermai urlando.

“Prima però non ti sentivi soffocare come mai hai cambiato improvvisamente idea?”

“Perchè devo fare chiarezza...e se tu mi stai addosso non riuscirò mai a capire cosa veramente voglio”

Naoki se ne andò rassegnata e ferita, mi dispiaceva vederla così, ma non potevo comportarmi in un altro modo, stava diventando troppo insistente e pressante ed io ero ancora confuso, non sapevo cosa avrei dovuto fare e il suo comportamento non mi era affatto di aiuto.

Tornai verso casa, ma ad accogliarmi c'era quell'uomo che mi estorceva denaro con la forza, aveva un coltello fra le mani, non appena lo vidi mi misi a correre a più non posso, ma lui riuscì a raggiungermi.

“Dammi i tuoi soldi” affermò lui minaccioso.

Mi toccai le tasche avevo la mancia che mi era rimasta del bar, ma erano ben pochi spiccioli, ma glie li detti tremando di paura sperando che non mi facesse del male.

“E tu speri che con questi soli spiccioli io mi accontenti?” disse lui minaccioso tirandomeli con violenza addosso.

“Io non ho altro... ho perso il lavoro” farfugliai terrorizzato.

“Allora sai adesso cosa succede?” mi chiese lui sadicamente.

“No” risposi tremando.

“Adesso tu muori” disse con un ghigno folle e sadico.

Cercai di scappare, ma non ci riuscì prima che riuscissi a farlo mi afferrò da dietro puntandomi il coltello alla gola.

L'unica persona che avrebbe potuto tirarmi fuori dai guai era Naoki, ma lei doveva essersene andata via, dopo il modo in cui l' avevo trattata, non poteva aver continuato a pedinarmi, così mi rassegnai al mio destino.

Mi preparavo a morire, sperando che il coltello alla gola non mi avrebbe fatto tanto male, ma avvertivo già un dolore lancinante mentre premeva quel coltello contro la mia gola con violenza.

Chiusi gli occhi pensando a Naoki, le dissi mentalmente addio, ma mentre mi preparavo a morire, sentì la sua voce, no era soltanto una mia impressione.

“Lascialo andare se non vuoi che ti ammazzi!” affermò lei puntandogli la pistola da dietro.

L'uomo mi lasciò andare, ma Naoki continuò a puntarle la pistola, era arrabbiata sembrava decisa a volerlo fare fuori e poi disse “Chi è che ti manda?”

Lui guardava Naoki incespicando un nessuno, ma Naoki non sembrava volergli credere così gli porse per una seconda volta quella domanda, allora si arrese dicendo “E' stato Kikuchi Ojo”

Rimasi incredulo e ferito da quella risposta, l uomo che mi aveva cresciuto, era lui a mandare quell'uomo che mi prelevava i soldi e che mi minacciava e che adesso aveva tentato di uccidermi.

Naoki mi osservò chiedendomi “Adesso capisci perché ti dicevo di stare attento a Kikuchi Ojo?”

La guardai, ancora scioccato da quella scomoda verità, adesso era tutto così chiaro Kikuchi Ojo aveva ucciso mia madre e mi aveva tenuto in vita semplicemente per sfruttarmi al meglio, infatti mandava quell'uomo a prelevarsi i miei soldi ecco perché ci teneva tanto alla mia carriera.

Naoki lasciò andare l'uomo dicendogli che se ci avrebbe provato un'altra volta lo avrebbe di sicuro ucciso, lui se ne andò spaventato.

Ringraziai Naoki, se non altro anche se continuava a seguirmi, questa volta il suo pedinamento mi era stato di aiuto.

“Che cosa dovrei fare?” le chiesi ancora sotto choc.

“Tu non devi fare niente, non riuscirà mai ad ammazzarti non glie lo permetterò!”

“Si, ma non voglio che usi i tuoi metodi, penso che userò i miei...chiamerò la polizia!”

Naoki scoppiò a ridere dicendo “Fai come credi, ma non servirà a niente, la polizia lo arresterà quando ti avrà già ammazzato!”

“Ah, non può essere deve pur servire a qualcosa la polizia!” affermai.

Percorremmo la strada di casa mia, ero ancora in ansia per quello che era successo così la pregai di tenermi compagnia per tutto il giorno, lei non voleva affatto accettare la mia proposta, era arrabbiata per come l' avessi trattata prima.

“ Sei veramente un bastardo, prima mi maltratti e ci provi con un'altra e poi mi chiedi di farti compagnia perché sei un fifone!”

“Mi dispiace, non mi sono comportato bene e ti sono grato per quello che hai fatto, e poi non ci ho provato con nessuna ragazza quella è mia cugina”

“La cara Izuko quella di cui sei tanto innamorato...”

“Lo ero, ora non più...”

“Bene e che vuoi fare?”

“Nulla di che stare un po' a casa...”

“Non credere che venga a letto con te dopo un simile comportamento”

Sembrava tornato tutto come prima, lei che mi respingeva ed io che la desideravo, sorrisi pensando questo scordandomi di Miamoto Osae e di tutto il resto.

Naoki entrò a casa mia, rimanendo stupefatta,inoltre lessi nella sua espressione un po' d'invidia ed un certo imbarazzo che non le avevo mai visto prima d'ora, forse perché casa sua era tutto il contrario.

“Questa è casa tua, ma è bellissima è così ordinata e pulita non sembra la casa di un uomo che vive da solo...”

Naoki esagerava, casa mia non era bellissima,ma nella media, certo bisognava pur capirla la mia casa al confronto con la sua era una reggia, quindi il suo stupore era abbastanza giustificato.

“Voglio vedere la tua stanza” affermò superandomi.

Era maleducata come al solito, ma mi faceva ridere, era troppo carina con quell' espressione meravigliata mentre guardava e toccava ogni oggetto di casa mia con accesso interesse senza chiedere il permesso, di solito mi sarei infuriato perché nessuno doveva toccare le mie cose, perché ogni oggetto della casa seguiva un ordine ben preciso di cui ero a conoscenza soltanto io e se mi mettevano qualcosa fuori posto mi infuriavo.

Naoki fece quello che non avrebbe dovuto,aveva disordinato tutto senza rendersene neppure conto, ma stranamente riuscì a mantenermi calmo, la lasciavo fare incurante di tutto, poi la accolsi nella mia stanza.

Lei scoppiò a ridere “Ma le pareti sono rosa...”

“Ora non incominciare con la storia che il rosa è un colore femminile, mi piace e così le ho fatte rosa punto!”

“Sicuro di non avere qualche tendenza?” incominciò a stuzzicarmi come al solito, sembrava tornato tutto come prima, ero contento ma sapevo che non sarebbe durata per molto perché primo o poi se ne sarebbe andata.

Ci pensa su, una soluzione c'era, lei voleva farmi diventare come lei, ma se le avrei chiesto io di abbandonare il suo mondo di morte e vendette per abbracciare il mio, lei cosa avrebbe risposto?

Dopotutto nonostante la mia coscienza fosse a pezzi per Miamoto Osae dovevo riconoscere che non riuscivo a fare a meno di lei, così la ragione incominciava a scontrarsi con il sentimento, ritenendo che la soluzione ideale fosse farle abbandonare il suo mondo per farla vivere nel mio.

“Naoki se io ti chiedessi di smettere di fare l' assassina per stare con me, tu cosa mi risponderesti?” le chiesi mentre stava scombinando l' ordine alfabetico dei miei dischi.

Naoki rimase stupita dalla mia proposta, così tanto che un cd finì sul pavimento, si chinò per riprenderlo e riposarlo nello scaffale, poi dopo un po' mi guardò negli occhi con un espressione decisa disse “ Ti direi di no!”

“Perchè?” le chiesi dispiaciuto.

“Perchè?” ribadì lei infuriata.

“Non capisco davvero il motivo del tuo no...” dissi insistendo su quel punto.

“Perché...io non posso vivere come te, come qualsiasi persona normale, ho un debito di

55.000.000 yen e poi non posso perché le vendette sono l' unico senso della mia intera esistenza”

“E allora chiedi a me di stravolgere la mia vita per rimanere al tuo fianco? Lo sai sei molto egoista e viziata...”affermai arrabbiato.

“Ah, e tu non sei egoista, mi chiedi di abbondare quello che sono per te?”

“E' diverso, lo sai perfettamente che la cosa è diversa, io penso anche al tuo bene...non è bello quello che fai ed è anche molto pericoloso....”

“E che cosa dovrei fare?”

“Lasciare che ripaghi io il tuo debito, ora non ho quei soldi, ma cercherò un lavoro,inoltre mia nonna mi ha lasciato in eredità dei soldi nel testamento...”

“No, non mi servono i tuoi soldi” affermò sdegnata.

“D'accordo, mi arrendo, ma per oggi non ho alcuna voglia di litigare, penso che sarà anche l' ultima che ci vedremo” affermai con una certa angoscia.

“Quindi non hai intenzione di tornare con me?” chiese lei con un espressione cupa.

“Pensi che io non abbia considerato la tua idea? Io l' ho considerata, ho vissuto quello che significa essere un criminale, ma tu neppure ci hai provato ad entrare nel mio mondo perché sei troppo egoista!”le invei contro.

Naoki cambiò bruscamente discorso, non aveva il coraggio di controbattere perché sapevo che avevo ragione, lo capivo dalla sua espressione.

Alla fine cambiammo discorso e così passammo una bella giornata scordandoci di quella sfuriata, le avevo fatto mangiare una zuppa di soba preparata da me, avevo pure provato a spiegarle come si cucinava, ma Naoki non era per nulla pratica in cucina.

“Cucini divinamente” disse toccandosi il pancione che si era gonfiato per tutta quella zuppa che aveva avidamente ingurgitato, rubandomi anche la mia dal piatto.

“Che strana assassina” pensai, per quanto cercassi di tenerla lontana dalla mia vita non ci riuscivo, inoltre notai che era come se ci fosse una netta distinzione tra lei e il suo lavoro,adesso non era la Naoki che mi aveva fatto uccidere quell'uomo, era la Naoki di sempre, quella che avevo amato.

Ma se non abbandonava il suo lavoro, mi trovavo costretto a rinunciare per sempre a lei,possibile che non lo capisse?

Io l' amavo e volevo trascinarla via da quel mondo orribile che aveva scelto, anche per il suo bene, perché non voleva comprenderlo, perché era così dannatamente testarda?

Parlammo per tutto il giorno del più e del meno, delle cose di cui parlano tutti gli esseri umani, di cinema, di musica, di letteratura, strano a dirsi ma Naoki era ben informata su tutti quegli argomenti, aveva tutti i requisiti per essere una persona normale, a parte il fatto che non sapesse cucinare e che non amasse fare le pulizie, ma quelle erano delle cose secondarie e che si potevano anche tralasciare, dopotutto se avremo vissuto insieme, avrei potuto fare io quelle attività come facevo vivendo da solo.

L'unico problema era che lei non volesse, doveva soltanto volerlo ed io avrei fatto qualunque cosa. Mi sarei accollato qualunque cosa mi avrebbe chiesto, se avesse rinunciato ad essere un 'assassina, avremo potuto anche avere dieci bambini oppure una trentina, anche senza sposarci nonostante dessi molta importanza al matrimonio e non mi piacesse l' idea di avere figli al di fuori da esso.

Si era ormai fatta l' ora di cena e ripresi a cucinare, lei apparecchiò la tavola poi quando ci sedemmo per mangiare, non mangiò siubito, ma rimase immobile a fissarmi mentre mangiavo.

Il suo sguardo attento che mi scrutava mentre impugnavo le mie bacchette, mi metteva a disagio, così arrossii chiedendole se c'era qualcosa che non andava, lei rispose semplicemente che le piaceva il modo in cui mangiavo.

Dopo la cena Naoki se ne stava per andare a casa, ma io la fermai chiedendole se poteva dormire a casa mia, usando come scusa quell'uomo con il coltello, dopotutto era vero, ero ancora terrorizzato da quell'uomo, ma oltre a quello non volevo che se ne andasse, avrei voluto che rimanesse lì con me per sempre, ma sapevo che non avrebbe accettato, così mi limitai a proporle di rimanere solo per la notte.

Pensavo che Naoki avrebbe rifiutato invece stranamente accettò, così le feci vedere la stanza per gli ospiti e le diedi una mia maglietta per dormire, ma lei non sembrava d'accordo e mi chiese “ E se dormo con te ti crea forse qualche problema?”

“No, affatto ho un letto da una piazza e mezzo come hai visto...c'è posto per tutti e due” affermai goffamente.

Eravamo ormai dentro la mia stanza, così le dissi che per cambiarsi poteva andare in bagno, ma Naoki sbuffò dicendo “Sei noioso!” e cominciò a togliersi i vestiti davanti a me, così mi voltai.

“Se tutte le volte che mi spoglio distogli lo sguardo oppure te ne scappi, potrei anche offendermi e pensare di avere un corpo orribile e grasso...”

“No, non è affatto così...” affermai imbarazzato.

“E allora com'è?” chiese lei parandosi davanti ai miei occhi.

“Tu stai cercando di persuadermi a tornare con te...usi la seduzione in modo così subdolo”

“No, voglio semplicemente fare l' amore con te per un'ultima volta, giuro non c'è nulla di subdolo!” sembrava sincera mentre pronunciava queste parole, poi mi concentrai su quella frase “ voglio semplicemente fare l'amore con te”non aveva mai usato quel termine di solito diceva scopare, andare a letto, ma mai fare l' amore.

Così concentrai lo sguardo verso il suo corpo, era bello come lo ricordavo nelle sue imperfezioni e così senza pensarci troppo la baciai con travolgente passione, pronto ad assecondare la sua richiesta senza pormi troppi scrupoli e problemi.

Questa volta era meno imbranato e più sicuro di me, volevo che fosse qualcosa di intenso e memorabile sia per me che per lei e dovevo esserci riuscito, dato che Naoki ansimava e gemeva sopra di me.

   
 
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