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Autore: Sekunden    12/09/2009    3 recensioni
E' un mistero.
Il giorno prima sei solo, il giorno dopo hai una famiglia alle spalle, ma non ti accorgi degli errori che commetti.
E allora i tuoi figli cercano delle risposte, e cercano dei genitori in cui credere.
Vorresti aggiustare tutto, ma come è possibile?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Clark Kent, Lois Lane
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Eccoci qui con il secondo capitolo!
So che non è un granchè, ma quoto le mie precedenti parole riguardo ai primi capitoli delle mie fanfiction.
Spero comunque che sia di vostro gradimento! ;-P
Vi ringrazio per le recensioni, sono contenta di avere qualche fans XD e spero di leggerne altre!

E ora... go go! ;D

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Capitolo 2 – Welcome Back

Capitolo 2 – Welcome Back

Lois stava aspettando che Clark finisse di fotocopiare alcuni documenti, per poter tornare a casa.

Lui uscì dal seminterrato e prese la giacca di Lois, che accidentalmente si era dimenticata.

“Hai dimenticato la giacca dentro” gliela pose, lei la prese e gli sorrise.

“Grazie, cominciavo a sentire freddo” lui ricambiò il sorriso, e cominciarono a camminare verso le proprie macchine, che erano un po’ distanti rispetto all’edificio. All’inizio non si dissero una parola, Clark stava ancora pensando al bacio di Lana, ma questa volta era diverso. Non stava soffrendo perché non erano più insieme. E per pensare tutto questo gli bastava guardare Lois. Pensava che il vero motivo per cui era tornato alla sua vita quotidiana, all’essere di nuovo ‘umano’ era proprio lei. Alia aveva ragione anche questa volta. Lei era l’unica che poteva riportarlo ad essere il vero Clark Kent.

“Cos’hai Clark? Ti vedo particolarmente pensieroso” la voce di Lois risvegliò Clark da quello stato di trance che stava sviluppando.

Pensò cosa rispondergli, e infine decise che era meglio dirle la verità. “Lana è tornata” quando sentì quel nome, Lois si fermò di colpo, restando immobile per qualche secondo, dopodiché disse “Di nuovo? Clark, non ho niente contro di lei, ma penso che in questo periodo sia molto indecisa su quello che deve o non deve fare. Che fa, va via facendoti soffrire e poi ritorna implorando il tuo perdono?! Se è così, io…” Lasciò sospesa la frase, perché aveva capito che si stava mostrando un po’ gelosa nei confronti di Clark. “Ho capito Lois, tranquilla, Lana non è tornata per riavermi, ma perché ha deciso di lavorare con Chloe, e di vivere qui. Siamo solo grandi amici, tutto qua. Lois rimase un po’ perplessa. Clark che non lotta per riavere Lana? E’ incredibile, ovviamente qualcosa è cambiato in quella sua testolina. Pensò.

“Va bene, allora come non detto” chiuse l’argomento.

Lois arrivò prima di Clark alla macchina, “Allora a domani” si scambiarono un lungo sguardo. Era evidente che entrambi stavano provando qualcosa.

“Ciao Lois, passa una buona serata” fece finta di andare a cercare la sua auto, e quando Lois fu già lontana corse via per andare alla fattoria.

Stava aprendo la porta quando si accorse che le luci erano accese. Pensò di averle dimenticate lui, aprì la porta ed entrò.

Posato lo zaino, sentì un rumore provenire dal soggiorno. Così andò a vedere.

Incredibile chi vide davanti ai suoi occhi. “Non ci posso credere!” esclamò. “Mamma!” corse ad abbracciarla, “Clark! Figliolo!” rispose lei con quasi le lacrime agli occhi dalla felicità.

 

 

Tolta la camicia e i pantaloni, Clark indossò la sua solita maglietta blu e i jeans scoloriti. Adesso si sentiva molto meglio.

Scese le scale di corsa e non potè fare a meno di sentire il buon odore che proveniva dalla cucina. Da quanto tempo non lo sentiva.

“Mi mancava quest’odorino, sai?” Martha sorrise al figlio, che stava già apparecchiando la tavola per due.

“Finalmente si sono decisi a darmi una vacanza. Starò qui per 3 mesi”

“Fantastico!” Clark esclamò felice. Pensava a tutto quello che entrambi si dovevano raccontare, erano successe tante di quelle cose da quando se n’era andata. Si sentivano quasi ogni settimana al telefono, ma non bastava mai.

“Come stai Clark?” chiese lei sedendosi a tavola. Dovevano aspettare che finisse di cuocere il pollo.

“Per ora sto bene. Sono successe molte cose. Per un po’ non sono stato più lo stesso” Martha si fece seria. “Sono orgogliosa di te, sai anche a Washington si parla della misteriosa macchia che salva Metropolis dal crimine. Lui sorrise. “Ma questa macchia ha avuto un periodo oscuro ultimamente” Martha non capiva “Che cosa intendi per periodo oscuro?” Clark cominciò a raccontare “Sai mamma, dopo che io e Lana ci siamo lasciati, il mondo stava per cadermi adosso, ma ho trovato la forza di andare avanti. Tutto andava bene, ho cominciato a lavorare al Planet, insieme a Lois. Chloe ha accettato di sposarsi con Jimmy Olsen. E proprio dal suo matrimonio che sono iniziate le disgrazie. E’ tornata Lana per un po’, ma è meglio lasciar stare la fine della nostra ‘storia’. Jor-El mi aveva parlato di un distruttore finale Kryptoniano che avrebbe distrutto la terra, e me. Senza saperlo, Chloe c’è l’aveva vicino. Era un paramedico, Davis Bloome. L’aveva conosciuto durante un esplosione causata da una ragazza con un potere da meteorite. Lui era la bestia. Chloe ha sacrificato i momenti più belli della sua vita per proteggermi, e infine è stata ripagata con la morte di Jimmy, causata da quel Davis, che dopo averlo diviso con la kryptonite nera, pensavo ci fosse qualcosa di buono in lui, ma mi sbagliavo. Lois era sparita, ed io non sapevo più cosa fare. Avevo sbagliato, perché basavo tutto sulle emozioni umane. Così ho deciso di rimanere soltanto Kal-El, e di continuare l’addestramento alla fortezza. Ma non sono riuscito a resistere. Ho scoperto che Lois si trovava nel futuro, l’ho riportata indietro grazie a Jor-El ma non c’è la facevo a stargli lontano. Era una sofferenza per me. E’ come se lei fosse la mia luce nell’oscurità. E rieccomi qui, al solito posto. Questo è in breve il riassunto della mia triste vita di questi ultimi 12 mesi.

Martha ascoltò attentamente Clark. Non potè fare a meno di notare che per lui Lois stava cominciando a significare davvero tanto. “Tu ami Lois, non è vero?” Clark guardò la madre sconcertato. “Non riesco a capirlo, ma so che nel profondo sono innamorato di lei. Ho annebbiato il sentimento perché ero enfatuato da Lana, ma adesso ci vedo nitidamente. E forse è così. Non so se è la stessa cosa per entrambi”

Martha si alzò dalla sedia per sfornare il pollo. Era felice di essere tornata, ma era triste per la maggior parte di quello che era successo durante la sua assenza. Ma l’unica cosa che le importava in quel momento, era essere lì, con suo figlio.

 

 

Intanto Lois stava cercando di buttare giù qualcosa per un articolo. Non aveva molta ispirazione, il che significava che erano guai per la sua carriera di giornalista. Aveva molta confusione in testa, e l’ultima cosa a cui avrebbe pensato volentieri in quel momento era proprio scrivere qualcosa.

Doveva capire chi era quella donna, doveva scoprire che cosa la portava da lei. Ma soprattutto voleva sapere che cosa aveva visto nel futuro.

I fogli che erano sul tavolo volarono di colpo, e Lois sentì una folata di vento colpira sul viso. Sbatté un paio di volte le palpebre per via del vento, e vide un’ombra avvicinarsi dal fondo della stanza, finché non si avvicinò del tutto. “Ti ho fatto spaventare?” era tornata, lei. Alia.

“Di nuovo tu. Che cosa dovevi dirmi?” lei si avvicinò ancora di più per vedere meglio il suo viso. Quella donna aveva i capelli neri, un po’ lunghi. Gli occhi verdi chiari e uno sguardo di rabbia, di tristezza. Come quello di qualcuno che non ha avuto di certo un’infanzia facile.

“Niente. Più che altro devo farti vedere” prese il braccio di Lois e sparì insieme a lei.

 

Clark si ricordò che doveva assolutamente controllare Lois. Andò nel granaio.

Non sapeva cosa fare. Voleva chiamarla nei panni della macchia ma, sapeva che in quel momento Lois non era molto felice del suo comportamento. L’aveva lasciata da sola per un po’ di tempo, ignorando qualsiasi contatto. Con quale faccia si sarebbe fatto sentire?

Infine decise di chiamarla come Clark, e non come RBB. Il cellulare squillava, ma lei non rispondeva. Era strano. Presto scattò la segreteria, e questo fece ancora di più insospettire Clark. Così decise di andare da lei, per vedere se era tutto a posto.

Arrivò in poco tempo, e notò che non c’era nessuno. Dove diavolo era finita Lois?

 

   
 
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