So che non è un granchè, ma quoto le mie precedenti parole riguardo ai primi capitoli delle mie fanfiction.
Spero comunque che sia di vostro gradimento! ;-P
Vi ringrazio per le recensioni, sono contenta di avere qualche fans XD e spero di leggerne altre!
E ora... go go! ;D
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Capitolo 2 – Welcome Back
Lois stava aspettando che
Clark finisse di fotocopiare alcuni documenti, per poter tornare a casa.
Lui uscì dal seminterrato e
prese la giacca di Lois, che accidentalmente si era dimenticata.
“Hai dimenticato la giacca
dentro” gliela pose, lei la prese e gli sorrise.
“Grazie, cominciavo a
sentire freddo” lui ricambiò il sorriso, e cominciarono a camminare verso le
proprie macchine, che erano un po’ distanti rispetto all’edificio. All’inizio
non si dissero una parola, Clark stava ancora pensando al bacio di Lana, ma questa volta era diverso. Non stava soffrendo perché
non erano più insieme. E per pensare tutto questo gli
bastava guardare Lois. Pensava che il vero motivo per cui
era tornato alla sua vita quotidiana, all’essere di nuovo ‘umano’ era proprio
lei. Alia aveva ragione anche questa volta. Lei era l’unica che poteva
riportarlo ad essere il vero Clark Kent.
“Cos’hai
Clark? Ti vedo particolarmente pensieroso” la voce di Lois risvegliò Clark da
quello stato di trance che stava sviluppando.
Pensò cosa rispondergli, e
infine decise che era meglio dirle la verità. “Lana è tornata” quando sentì quel nome, Lois si fermò di colpo,
restando immobile per qualche secondo, dopodiché disse “Di nuovo? Clark, non ho
niente contro di lei, ma penso che in questo periodo sia molto indecisa su
quello che deve o non deve fare. Che fa, va via
facendoti soffrire e poi ritorna implorando il tuo perdono?!
Se è così, io…” Lasciò sospesa la frase, perché aveva
capito che si stava mostrando un po’ gelosa nei confronti di Clark. “Ho capito
Lois, tranquilla, Lana non è tornata per riavermi, ma perché ha deciso di
lavorare con Chloe, e di vivere qui. Siamo solo grandi amici, tutto qua.” Lois rimase un po’ perplessa. Clark che non lotta per
riavere Lana? E’ incredibile, ovviamente qualcosa è
cambiato in quella sua testolina. Pensò.
“Va bene, allora come non
detto” chiuse l’argomento.
Lois arrivò
prima di Clark alla macchina, “Allora a domani” si scambiarono un lungo
sguardo. Era evidente che entrambi stavano provando
qualcosa.
“Ciao Lois, passa una buona
serata” fece finta di andare a cercare la sua auto, e quando Lois fu già lontana corse via per andare alla fattoria.
Stava aprendo la porta quando si accorse che le luci erano accese. Pensò di averle dimenticate lui, aprì la porta ed entrò.
Posato lo zaino, sentì un
rumore provenire dal soggiorno. Così andò a vedere.
Incredibile
chi vide davanti ai suoi occhi.
“Non ci posso credere!” esclamò. “Mamma!” corse ad abbracciarla, “Clark!
Figliolo!” rispose lei con quasi le lacrime agli occhi dalla felicità.
Tolta la camicia e i
pantaloni, Clark indossò la sua solita maglietta blu e i
jeans scoloriti. Adesso si sentiva molto meglio.
Scese le scale di corsa e
non potè fare a meno di sentire il buon odore che proveniva dalla cucina. Da quanto tempo non lo sentiva.
“Mi mancava quest’odorino,
sai?” Martha sorrise al figlio, che stava già apparecchiando la tavola per due.
“Finalmente si sono decisi
a darmi una vacanza. Starò qui per 3 mesi”
“Fantastico!” Clark esclamò
felice. Pensava a tutto quello che entrambi si dovevano
raccontare, erano successe tante di quelle cose da quando se n’era andata. Si
sentivano quasi ogni settimana al telefono, ma non bastava mai.
“Come stai Clark?” chiese
lei sedendosi a tavola. Dovevano aspettare che finisse di cuocere il pollo.
“Per ora sto bene. Sono
successe molte cose. Per un po’ non sono stato più lo stesso”
Martha si fece seria. “Sono orgogliosa di te, sai anche a Washington si
parla della misteriosa macchia che salva Metropolis dal crimine.” Lui sorrise. “Ma questa macchia ha avuto un periodo oscuro
ultimamente” Martha non capiva “Che cosa intendi per periodo oscuro?” Clark
cominciò a raccontare “Sai mamma, dopo che io e Lana ci siamo
lasciati, il mondo stava per cadermi adosso, ma ho trovato la forza di andare
avanti. Tutto andava bene, ho cominciato a lavorare al
Planet, insieme a Lois. Chloe ha accettato di sposarsi con Jimmy Olsen. E
proprio dal suo matrimonio che sono iniziate le
disgrazie. E’ tornata Lana per un po’, ma è meglio lasciar stare la fine della
nostra ‘storia’. Jor-El mi aveva parlato di un distruttore finale Kryptoniano
che avrebbe distrutto la terra, e me. Senza saperlo, Chloe c’è
l’aveva vicino. Era un paramedico, Davis Bloome. L’aveva conosciuto durante un esplosione causata da una ragazza con un potere da
meteorite. Lui era la bestia. Chloe ha sacrificato i momenti più belli della
sua vita per proteggermi, e infine è stata ripagata con la morte di Jimmy,
causata da quel Davis, che dopo averlo diviso con la kryptonite nera, pensavo ci fosse qualcosa di buono in lui, ma mi sbagliavo.
Lois era sparita, ed io non sapevo più cosa fare. Avevo sbagliato, perché
basavo tutto sulle emozioni umane. Così ho deciso di rimanere soltanto Kal-El,
e di continuare l’addestramento alla fortezza. Ma non
sono riuscito a resistere. Ho scoperto che Lois si trovava nel futuro, l’ho
riportata indietro grazie a Jor-El ma non c’è la
facevo a stargli lontano. Era una sofferenza per me. E’
come se lei fosse la mia luce nell’oscurità. E rieccomi
qui, al solito posto. Questo è in breve il riassunto della mia triste vita di
questi ultimi 12 mesi.”
Martha ascoltò attentamente
Clark. Non potè fare a meno di notare che per lui Lois stava
cominciando a significare davvero tanto. “Tu ami Lois, non è vero?”
Clark guardò la madre sconcertato. “Non riesco a
capirlo, ma so che nel profondo sono innamorato di lei. Ho annebbiato il
sentimento perché ero enfatuato da Lana, ma adesso ci vedo nitidamente. E forse è così. Non so se è la stessa cosa per entrambi”
Martha si alzò dalla sedia
per sfornare il pollo. Era felice di essere tornata, ma era triste per la
maggior parte di quello che era successo durante la
sua assenza. Ma l’unica cosa che le importava in quel
momento, era essere lì, con suo figlio.
Intanto Lois stava cercando
di buttare giù qualcosa per un articolo. Non aveva molta ispirazione, il che
significava che erano guai per la sua carriera di giornalista. Aveva molta
confusione in testa, e l’ultima cosa a cui avrebbe pensato volentieri in quel
momento era proprio scrivere qualcosa.
Doveva capire chi era
quella donna, doveva scoprire che cosa la portava da
lei. Ma soprattutto voleva sapere che cosa aveva visto
nel futuro.
I fogli che erano sul
tavolo volarono di colpo, e Lois sentì una folata di vento colpira sul viso.
Sbatté un paio di volte le palpebre per via del vento, e vide un’ombra
avvicinarsi dal fondo della stanza, finché non si avvicinò del tutto. “Ti ho
fatto spaventare?” era tornata, lei. Alia.
“Di nuovo tu. Che cosa dovevi dirmi?” lei si avvicinò ancora di più per
vedere meglio il suo viso. Quella donna aveva i capelli neri, un po’ lunghi. Gli occhi verdi chiari e uno sguardo di rabbia, di tristezza.
Come quello di qualcuno che non ha avuto di certo un’infanzia facile.
“Niente. Più che altro devo farti vedere” prese il braccio di Lois e sparì insieme
a lei.
Clark si ricordò che doveva
assolutamente controllare Lois. Andò nel granaio.
Non sapeva cosa fare.
Voleva chiamarla nei panni della macchia ma, sapeva
che in quel momento Lois non era molto felice del suo comportamento. L’aveva
lasciata da sola per un po’ di tempo, ignorando qualsiasi contatto. Con quale
faccia si sarebbe fatto sentire?
Infine decise di chiamarla
come Clark, e non come RBB. Il cellulare squillava, ma lei non rispondeva. Era
strano. Presto scattò la segreteria, e questo fece ancora di più insospettire
Clark. Così decise di andare da lei, per vedere se era tutto a posto.
Arrivò in poco tempo, e
notò che non c’era nessuno. Dove diavolo era finita
Lois?