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Autore: fiorediloto40    04/02/2023    3 recensioni
Quando arrivò in prossimità del primo tempio, accadde qualcosa di insolito. Normalmente non avrebbe dato peso ad una scena come quella, passando oltre con disinteresse e celerità, tuttavia, qualcosa di più forte di lui lo costrinse a fermarsi...il terzo guardiano non avrebbe saputo spiegare perché, ad un certo punto, sentì il bisogno di sopprimere il proprio cosmo per nascondersi dietro ad una delle colonne...ma fu proprio quello che fece, osservando di nascosto le due persone che parlavano tra di loro.
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I personaggi appartengono a Masami Kurumada, Toei e Bandai.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Aries Mu, Gemini Saga
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 - Cosa diavolo credi di fare Ariete?! - nonostante l’asprezza della sua voce, il volto di Saga rimase impassibilmente duro. Come sempre. Ruvido come tutto il suo essere.

Dritto, nella sua abituale posa marziale, guardava il cavaliere della prima casa senza manifestare alcun tipo di sentimento, né mostrare alcuna comprensione.

- Nulla...sei tu che mi hai chiamato per chiedermi spiegazioni... - spiegò Mu con calma, mascherando l’imbarazzo che una situazione come quella inevitabilmente portava con sé - è giunto alle tue orecchie il fatto che provo dei sentimenti per te...ho voluto semplicemente essere onesto e farti sapere come mi sento - sebbene si aspettasse quella reazione, non poté comunque evitare un tonfo sordo nel suo cuore.

Ciononostante, non lo dette a vedere. 

- Sono al corrente della tua relazione con Shaka, e non ho alcuna intenzione di mettermi in mezzo…volevo solo chiarire le cose - la voce calma del tibetano suonò dolce e profonda tra le pareti cupe del terzo tempio.

Saga allargò un sorriso cinico.

- Tu…metterti in mezzo? - il tono odioso accentuava lo scherno evidente sul suo volto - Ti ricordo che il mio partner è quasi una divinità…come potresti tu, un cavaliere d’oro qualunque, competere con l’uomo più vicino agli dei? -.

Come tutti, Mu sapeva della relazione che legava il terzo ed il sesto guardiano del Santuario, tuttavia, quella mattina si era visto costretto a confessare a Saga l’affetto speciale che nutriva nei suoi confronti, poiché qualcuno, negli ultimi tempi, si era preso la briga di scoprirlo e riferirglielo. Con tutta probabilità lo stesso Shaka. 

Sapeva che vi erano ben poche speranze che il suo sentimento fosse ricambiato, ma avendo sempre pensato che la chiarezza fosse alla base di tutti i rapporti umani, volle semplicemente essere onesto, per dare a se stesso la possibilità di andare avanti, evitando fraintendimenti e false illusioni. 

Tuttavia, pur avendo immaginato una reazione più simile all’indifferenza, non si sarebbe aspettato l’inutile crudeltà che il proprietario del suo cuore non aveva problemi a mostrare. 

Se ci fosse stato un premio per la detestabilità, Saga avrebbe potuto tranquillamente concorrere per le prime posizioni. Seguito a ruota dal suo assente ed oltremodo arrogante compagno.

Da quando erano tornati in vita, per gentile intercessione della dea Atena, che era riuscita a riscattare l’onore dei suoi fedeli cavalieri agli occhi degli altri dei, molte erano le coppie che si erano formate all’interno dell’élite d’oro. In alcuni casi non era stata una sorpresa per nessuno, dato che alcune relazioni esistevano già prima della guerra santa… Milo e Camus avevano finalmente deposto i fantasmi del passato per darsi una nuova possibilità, Aphrodite e Deathmask avevano semplicemente ufficializzato ciò che era sempre stato evidente, Saga e Shaka avevano ripreso la relazione interrotta con la morte del primo nella battaglia delle dodici case… 

Al contrario, una coppia che aveva lasciato più d’uno sconcertato era quella formatasi tra il Sagittario, anch’esso riportato in vita dall’amore della sua dea, ed il Capricorno. Il fatto che Aiolos avesse ufficializzato la relazione con colui che era stato il suo assassino aveva suscitato non poche perplessità all’interno dell’ordine, soprattutto da parte di Aiolia, che all’inizio non aveva ben compreso la scelta di suo fratello, tuttavia, bastava guardarli insieme per comprendere ciò che legava i due cavalieri…Aiolos aveva saputo curare le ferite di Shura, permettendogli di perdonarsi ed iniziare una nuova vita insieme.

Saga e Shaka erano indubbiamente la coppia più potente, la più rispettata o meglio…la più temuta. E la ragione era più che ovvia, dato il potere che li caratterizzava. Allo stesso tempo, però, rappresentavano anche la più strana…difficilmente si poteva vedere i due scambiarsi un gesto di affetto, o anche solo di complicità, mentre più spesso, era l’altezzosità di entrambi a spiccare nelle loro scarse relazioni sociali. 

- No, infatti… - Mu abbassò lo sguardo per non mostrare come le poche parole crude di Saga lo avessero ferito - ti chiedo perdono per averti disturbato…non accadrà più…e spero che questo evento spiacevole non pregiudichi la nostra relazione come compagni d’armi...arrivederci Saga - furono le sue ultime parole, deluse ma ferme, prima di voltare le spalle al padrone del tempio e ritirarsi.

Quando fu solo, Saga non poté evitare di scoppiare a ridere.

Idiota Ariete…pensava davvero che confessandomi di amarmi sarei caduto ai suoi piedi?!

Allo stesso tempo, però, sentì uno strano disagio all’altezza del petto...una puntura sottile che avrebbe volentieri ignorato se non fosse stata così insidiosa da spingersi in fondo alla sua carne. 

Quel fastidio fece suonare la sua risata tremendamente amara, e sebbene le sue orecchie lo percepissero, scelse di fingere indifferenza, e stava ancora ridendo, quando sentì un cosmo ben noto entrare nel suo tempio senza chiedere il permesso.

- Congratulazioni Saga… - il cavaliere della Vergine si avvicinò in modo felino al suo compagno applaudendo - vedo che hai degli ammiratori… - anche in questo caso, lo sfottò era evidente nelle parole del sesto guardiano - che peccato aver spezzato il cuore tenero del dolce Mu… -. 

Naturalmente non c’era alcuna empatia nelle parole di Shaka, né tantomeno fastidio, essendo certo della propria superiorità rispetto ai compagni d’armi.

- Lo sai bene…dato che sei stato tu ad informarmi... - si limitò a rispondere Saga. Senza alcuna ironia.

- Sciocco Ariete… - Shaka girò intorno ai Gemelli con sguardo predatorio – chi sarebbe così pazzo da lasciare me per lui? Lo sai…vero…Saga, che stare con me è un privilegio che ti concedo? -.

Il greco non rispose. Non gli importava quando Shaka si poneva su un piano di superiorità rispetto agli altri, anzi, in un certo qual modo lo inorgogliva, ma quando lo faceva con lui lo trovava a dir poco odioso. Quindi fece ciò che normalmente faceva quando voleva far tacere il suo compagno...lo prese per la vita, sollevandolo facilmente, per perdersi con lui nella parte più privata del tempio.

Ad onor del vero, per quanto imponente fosse la casa dei Gemelli, e lo era davvero, era un luogo troppo piccolo per contenere l’ego smisurato di quella coppia. 

Qualunque tempio lo sarebbe stato.

****

L’indomani mattina, non appena i deboli raggi del sole filtrarono attraverso le pesanti tende che oscuravano la sua stanza, Saga si alzò. Di buonora come tutte le mattine. 

Solo come ogni giorno.

Per scelta sia sua che di Shaka, non condividevano mai il letto durante la notte, trovandola un’abitudine sciocca e poco civile. Entrambi avevano le proprie abitudini radicate e la necessità di privacy, e non avevano mai trovato la ragione per abdicare a questa, a detta loro sana, consuetudine. In realtà, Saga non aveva mai trascorso la notte insieme a nessuno...anche nelle sue avventure aveva sempre evitato la compagnia notturna, trovandola oltremodo molesta e fastidiosa.

Senza perdere troppo tempo si diresse in cucina, dove lo aspettava il suo più grande peccato in questa nuova vita... 

Quando il liquido caldo scese attraverso la sua gola, Saga ricongiunse la propria anima al mondo...il caffè era uno dei suoi pochi piaceri...forse l’unico che si concedeva prendendosi tutto il tempo necessario. Che non era poco. Ed infatti era questa la ragione delle sue levate mattutine.

E stava ancora godendo del conforto che il calore dell’oro nero infondeva nel suo petto, quando qualcosa attraversò la sua mente, proiettandosi di riflesso nelle sue iridi viridiane, provocandogli un insolito sussulto.

Grandi occhi verde smeraldo sembravano passarlo da parte a parte. 

Lo sguardo che, il giorno precedente, Mu gli aveva rivolto aprendogli il suo cuore, lo aveva colpito più di quanto volesse dare a vedere. Per quanto avesse cercato di ignorare la sensazione che gli occhi dell’Ariete avevano lasciato in lui, o finto di averlo fatto, non vi era stato modo di rimuoverla. 

Una lama di luce che attraversa il petto...solo in questo modo avrebbe potuto descrivere quel turbamento. 

Anche scavando nella sua memoria non avrebbe potuto ricordare una tale fermezza, dolcezza e purezza messe insieme.

Scosse la testa visibilmente infastidito per scacciare quell’immagine...l’Ariete era l’ultima persona alla quale avrebbe voluto rivolgere i suoi pensieri mattutini, non valeva la pena perdere tempo su riflessioni inutili...ma così facendo attirò la curiosità di qualcuno che, proprio in quel momento, stava entrando in cucina.

- Stai bene Saga? - domandò Kanon passandogli accanto ancora assonnato e guardandolo perplesso.

- Sì - fu l’unica sillaba che Saga si limitò a grugnire.

Kanon alzò le sopracciglia confuso, tuttavia, decise di non infastidire suo fratello provocandolo con le sue solite battute. Almeno non ancora...

Per evitare qualunque tipo di interrogatorio, Saga terminò in fretta la colazione per dirigersi verso la sua stanza da letto. Senza prestarvi particolare attenzione, si preparò con la sua divisa da allenamento, per essere dopo poco fuori dal suo tempio diretto verso il Colosseo per l’addestramento mattutino. 

Era da un po' che non si dedicava a quel tipo di routine, e la ragione era che da quando Shion aveva ripreso il suo ruolo nel Santuario, gli affidava missioni piuttosto delicate, che lo tenevano occupato per quasi tutto il tempo.

Un po' di allenamento con i compagni d’armi non gli avrebbe fatto male. Magari lo avrebbe anche aiutato a non sprecare inutilmente le energie in questioni di scarsa importanza.

Sebbene fosse ancora presto, tutti i cavalieri, o quasi tutti, dato che nelle retrovie qualcuno impiegava un po' più di tempo, erano già in piedi, o almeno quelli ai quali Saga avrebbe dovuto chiedere il permesso per passare. Alzò gli occhi al cielo pensando di dover attraversare il tempio dell’Ariete e sperando che quel giorno la fortuna fosse dalla sua parte evitandogli incontri imbarazzanti...

Con Aldebaran non ci furono problemi, dato che il Toro gli concesse il passaggio prima che gli fosse richiesto...tuttavia, quando arrivò in prossimità del primo tempio, accadde qualcosa di insolito.

Normalmente non avrebbe dato peso ad una scena come quella, passando oltre con disinteresse e celerità, tuttavia, qualcosa di più forte di lui lo costrinse a fermarsi...il terzo guardiano non avrebbe saputo spiegare perché, ad un certo punto, sentì il bisogno di sopprimere il proprio cosmo per nascondersi dietro ad una delle colonne...ma fu proprio quello che fece, osservando di nascosto le due persone che parlavano tra di loro.

- Che bastardo! -.

- Aiolia...per favore...non parlare così -.

Saga aggrottò le sopracciglia, vedendo Mu impegnato nel tentativo di placare un Leone furioso. Qualcosa gli diceva che quella conversazione aveva a che fare con lui.

- Stai scherzando Mu? Lo stai davvero difendendo?! - Aiolia stringeva i pugni sdegnato, desiderando ardentemente sfogare la sua rabbia su una persona in particolare. 

- Non lo sto difendendo... - Mu mantenne il tono più calmo possibile, tentando di placare l’ira del suo amico - Ma converrai con me che ho fatto tutto da solo, sapendo già in partenza che non avrebbe potuto ricambiare i miei sentimenti -.

Sì. Chiaramente stavano parlando di lui.

- No Mu...un conto è non ricambiare, un altro è prendersi gioco del tuo affetto, deridendolo e disprezzandolo come ha fatto - si avvicinò lentamente all’Ariete, e con la massima cura prese il viso delicato di Mu tra le sue mani ruvide - Saga non merita l’amore di una persona speciale come te... -.

Per la prima volta nella sua vita, Saga fu colto impreparato. Come se una scheggia si fosse conficcata tra le sue costole, sentì una insolita pressione opprimergli il petto. 

Tuttavia, liquidò quella sensazione come fatto meramente casuale, riportando la sua attenzione ai due cavalieri di fronte a lui, e soprattutto facendo attenzione a non tradire la propria presenza.

- Posso farti una domanda? - Aiolia vide Mu annuire, mentre con i pollici accarezzava il suo volto - Perché lo hai fatto? Voglio dire...se sapevi già cosa avrebbe risposto... -.

- L‘ho fatto per me...solo per me - rispose Mu sorridendo tristemente - per non illudermi -.

Il quinto guardiano annuì, prendendo subito dopo un respiro profondo.

- Mu...tu sai che se volessi...beh, sì, insomma, noi potremmo... - ma non riuscì a terminare, perché un dito si posò delicatamente sulle sue labbra chiedendogli silenziosamente di tacere.

- Non potrei mai Aiolia - Mu parlò con serietà - L’amore può finire, ma l’amicizia no...e non sarei mai così sciocco da rischiare di perdere un’amicizia preziosa come la tua per qualcosa di incerto ed effimero -.

Quello che seguì fu un abbraccio carico di affetto, tra due persone che provano un bene sincero l’una per l’altra. 

Ed era tutto vero. Aiolia avrebbe volentieri cominciato qualcosa con Mu se gliene avesse dato l’opportunità, tuttavia, comprendeva perfettamente le sue remore nel non voler mettere a repentaglio un rapporto bello e sincero come quello che già avevano. Conosceva i sentimenti di Mu e a chi erano diretti, per sua sfortuna...e lui stesso, dovendo scegliere tra una relazione precaria con Mu o un’amicizia longeva, non avrebbe avuto dubbi.

Di nuovo quella sensazione sgradevole si manifestò all’altezza del petto. Di nuovo Saga la ignorò.

Quando infine si separarono, Aiolia allargò un grande sorriso, lanciando uno sguardo malizioso in direzione del tibetano.

- Beh...allora adesso non hai più scuse per rifiutare il tuo corteggiatore... -.

Mu roteò gli occhi - Aiolia...smettila di dire idiozie... - ma il suo sorriso tradì il finto fastidio.

- Fai sul serio Mu? - continuò a stuzzicarlo Aiolia - Non dirmi che il modo in cui Kanon ti guarda ti lascia indifferente... -.

Se Saga non avesse avuto una prontezza di riflessi eccezionale, si sarebbe certamente tradito, lasciando il suo cosmo libero di manifestarsi nel primo tempio. Quello era l’ultimo nome che si sarebbe aspettato di sentire. 

Era vero che ultimamente non aveva frequentato assiduamente gli allenamenti, però...diamine...Kanon!

Dopo averci riflettuto per qualche istante, pensò che si trattasse di uno degli sproloqui tipici del quinto guardiano, relegando la questione ad un mero scherzo. Aiolia a volte poteva essere un po’ distratto con le parole...non era raro vedere lui e Milo accapigliarsi per questioni sciocche o per la reciproca verbosità avventata.

Sì...doveva essere così...uno degli scherzi dello sciocco Leone.

Quando fu certo che Mu e Aiolia avessero lasciato il primo tempio in direzione del Colosseo, Saga riprese i suoi passi tenendosi ad una certa distanza per non farsi notare... dare a quei due l’idea che stesse curiosando era l’ultima cosa che avrebbe voluto, anche se...in effetti era proprio ciò che aveva appena fatto. 

Arrivando in prossimità dell’arena, vide diverse sopracciglia alzarsi meravigliate. Non era usuale vedere il maggiore dei Gemelli agli allenamenti quotidiani, tuttavia, nessuno osò dire niente, a parte il consueto scambio di saluti mattutini. Il genio di Saga poteva essere alquanto imprevedibile.

- Che onore Saguita! -.

Naturalmente faceva eccezione il suo gemello furbo, che, vedendolo lì, non riuscì ad evitare di prenderlo in giro. Non dopo averlo già graziato di prima mattina. 

Saga strinse gli occhi infastidito, ma Kanon lo ignorò dirigendosi direttamente verso Mu e riservandogli tutt’altro saluto.

Anche se sommessamente, tutti i presenti sorrisero...Kanon era in grado di far crollare in un attimo l’austerità del gemello. 

Saga si limitò a guardarlo di traverso, e non avrebbe dato alcun tipo di importanza alle sciocchezze di suo fratello, se qualcosa non avesse attirato la sua attenzione.

Il fatto che parlasse con il tibetano probabilmente non era una novità, dato che nessuno sembrava trovare strana l’interazione tra i due, ma il modo in cui lo faceva non poteva che richiamare la sua attenzione. 

Il piccolo sorriso mentre Mu parlava... l’annuire come se stesse ascoltando la cosa più interessante al mondo...la lieve carezza sul mento dell’Ariete per guardarlo negli occhi e lo sguardo fisso sulle sue labbra...

- Ti va di allenarti con me...Saga? -.

Non si era reso conto di quando aveva aggrottato le sopracciglia, ma una voce lo distrasse riportandolo alla realtà. Rimase stupito per qualche istante quando vide Aiolia di Leo guardarlo in attesa di una risposta, tuttavia, dopo quel breve momento di sorpresa, un sorriso malizioso si allungò sulle labbra del cavaliere dei Gemelli mentre annuiva lentamente.

Se il Leone voleva vendicare il trattamento subito dall’amico, gli avrebbe dato una bella lezione...ed infatti, senza troppe cerimonie, i due cavalieri iniziarono l’allenamento con una raffica di colpi reciproci, non risparmiando nulla l’uno all’altro.

In realtà, la vendetta di Aiolia non era propriamente quella immaginata da Saga...per quanta voglia il Leone avesse di sfogare la sua rabbia proprio su di lui, ed in parte lo stava facendo, la sua intenzione era piuttosto quella di metterlo alla prova con qualcosa di meno violento e più emotivamente impattante...poco prima aveva visto il minore dei Gemelli chiedere a Mu di allenarsi insieme, e non gli ci era voluto molto per mettere insieme le cose e comprendere le sue reali intenzioni...

Volendo verificare se davvero Saga fosse così indifferente al tibetano come gli aveva crudelmente fatto credere, volutamente scelse un’area limitrofa a quella in cui Kanon si stava allenando con Mu. Lì avrebbe confermato i dubbi che aveva in mente da un po' di tempo.

Ed infatti, se Saga e Aiolia non risparmiavano colpi, accanto a loro le cose erano ben diverse...

Di per sé già era strano vedere l’Ariete e il gemello più piccolo allenarsi insieme, data la loro palese differenza fisica, ma era ancor più strano vedere il modo in cui lo stavano facendo. O meglio, in cui lo stava facendo Kanon...

- Per favore Kanon, ti ho chiesto di fare sul serio! - sebbene fosse un rimprovero, la voce di Mu suonò calma e piacevolmente dolce, facendo sorridere il Drago del mare.

- Come vuoi montone... - Kanon gli rivolse uno sguardo malizioso, pregustando ciò che aveva in mente.

Non era un mistero per nessuno l’interesse che l’abitante del terzo tempio nutriva nei confronti del cavaliere dell’Ariete. Da quando erano tornati in vita, Kanon, accettando di rimanere al Santuario, aveva avuto modo di conoscere i suoi nuovi compagni. Con alcuni di loro, come Milo, Deathmask e Dohko, aveva creato un buon rapporto di amicizia, e spesso passavano il tempo libero insieme, con altri si limitava ai reciproci convenevoli...ma l’Ariete aveva attirato fin da subito la sua attenzione.

La bellezza così particolare, il suo modo di fare, pacato ma fermo, quei grandi occhi verdi che non si abbassavano davanti a niente e nessuno, il sorriso gentile e il suo volto delicato, e quel corpo all’apparenza esile che nascondeva la forza del fabbro celeste che era...per Kanon, un uomo alla ricerca di riscatto dopo gli errori del passato, Mu dell’Ariete rappresentava lo stesso richiamo del miele per un orso....

L’imponenza del gemello rendeva difficile per Mu schivare i suoi colpi, tuttavia, dalla sua il tibetano sfruttava la maggiore agilità che la sua corporatura gli conferiva. In questo modo, il combattimento mantenne un suo equilibrio per un tempo ragionevole, che però non fu eterno...

Approfittando di un attimo di distrazione, Kanon riuscì a far cadere Mu, immobilizzandolo a terra con il suo corpo e guardandolo con aria predatoria...scivolando agilmente, l’Ariete riuscì a rialzarsi, ma Kanon lo seguì e lo immobilizzò bloccandogli le spalle con le braccia e attirandolo contro il suo petto. Mettendo una gamba tra quelle di Mu gli rese impossibile muoversi.

Il risultato fu che più Mu tentava di divincolarsi, più il suo corpo si strofinava contro quello del gemello minore, con somma soddisfazione di quest’ultimo.

Quando, poi, si rese conto dello spettacolo che stavano dando si bloccò all’istante, vedendo tutti i compagni guardarli divertiti - Kanon...che stai facendo?! - sussurrò Mu, non potendo evitare che il suo viso si tingesse di vergogna. 

- Io niente Mu...ma non posso negare di divertirmi parecchio... - rispose Kanon non preoccupandosi di tenere basso il tono di voce, e facendo sorridere più di un compagno. 

Tuttavia, l’azione successiva del gemello fu di liberare il primo guardiano e guardarlo con un sorriso mentre sistemava con cura una delle sue ciocche lilla dietro l’orecchio.

- Stavo solo scherzando Mu...non farei mai niente contro la tua volontà... -.

Ed era vero. L’interesse di Kanon nei confronti di Mu non era mai stato sfacciato né volgare, ma piuttosto sottile. Come l’indole discreta del primo guardiano richiedeva. Il minore dei gemelli rispettava molto il tibetano, e, per quanto approfittasse di ogni momento buono per insinuarsi maliziosamente nella sua vita, lo rispettava troppo per metterlo in imbarazzo. Per di più davanti ad altre persone.

Mu ricambiò il sorriso, che tuttavia apparve triste - Kanon...io... -. Avrebbe davvero voluto ricambiare le attenzioni di Kanon. Ma purtroppo quell’interesse era già rivolto a qualcun altro...e per quanto fosse conscio di quanto poco lo meritasse, non poteva dominare quel sentimento.

- So tutto Mu...non preoccuparti - Kanon gli prese il mento per guardarlo nelle iridi smeraldine - E ti auguro il meglio, di cuore, perché te lo meriti - disse serio, prima di riacquistare la sua solita posa allusiva - Ma se cambi idea... - sorrise strizzando l’occhio, lasciando la frase a mezzaria e voltandosi subito dopo per dirigersi verso la fontanella al bordo del Colosseo.

Anche se la distanza non aveva permesso agli altri di ascoltare la conversazione, tutti sorrisero divertiti per quell’intermezzo. 

Tutti meno uno.

Per Saga non era difficile parare i colpi di Aiolia, al contrario...la sua fisicità imponente gli permetteva di schivare qualsiasi attacco con facilità. Ma era necessaria una concentrazione costante per poterlo fare. Ed il problema era proprio quello...

Le allusioni di Kanon avevano attirato l’attenzione di tutti e la sua in particolare. In prima battuta aveva cercato di ignorare ciò che stava accadendo, limitandosi a sbirciare di tanto in tanto, ma quando anche tutti gli altri si fermarono per assistere alla scena, non poté fare altrimenti. 

Vedere quella vicinanza pericolosa ed il volto compiaciuto di suo fratello mentre stringeva a sé l’Ariete gli aveva procurato una fitta simile a quella che aveva provato quella stessa mattina, quando aveva ascoltato di nascosto la conversazione tra Mu e Aiolia.

- È brutto...vero? -.

Le parole sussurrate al suo orecchio ebbero come effetto di far girare rapidamente Saga nella direzione dalla quale provenivano, e di farlo accigliare quando vide Aiolia, a pochi centimetri da lui, sorridere astutamente.

- Di che diavolo stai parlando?! - la voce di Saga suonò dura come sempre.

Aiolia mantenne la sua espressione sarcastica, mentre scrutava il suo compagno d’armi dalla testa a i piedi - Volere qualcosa che avrebbe potuto essere tua...ma che hai disprezzato a causa della tua arroganza...e stupidità! -.

Saga stava per rispondere per le rime all’insolenza del quinto guardiano, e gli avrebbe anche assestato volentieri qualche altro colpo, se qualcuno non li avesse interrotti proprio in quel momento.

- Aiolia...tieni - Mu allungò un braccio, offrendo una bottiglia al suo amico - È succo d’arancia -.

Aiolia mostrò un bel sorriso, molto diverso da quello rivolto poco prima a Saga - Grazie Mu, sei molto gentile, come sempre... -.

- Figurati - rispose l’Ariete alzando leggermente le spalle - So quanto ti piace -.

Ignorando la presenza di Saga, stavano per allontanarsi insieme verso gli spalti, ma qualcuno fu più veloce di loro, circondando le spalle dell’Ariete con aria teatralmente depressa.

- E per me...non hai preparato niente per me?! -.

Mu scoppiò in una bella risata, che riempì l’aria di un suono cristallino. Un suono che più di un orecchio trovò tremendamente piacevole...

Senza dire nulla, prese dalla sua borsa un’altra bottiglia, porgendola a Milo che lo stava ancora abbracciando.

- Mele... - esclamò Milo estasiato - guarda, Camus, mi ha preparato il succo di mele! - gridò al compagno, che si stava avvicinando con la sua solita discrezione.

- Non essere maleducato Milo! - Camus rivolse un’occhiataccia allo Scorpione, prima di rivolgere a Mu un’espressione contrita - Perdona il disturbo Mu...a volte non si rende conto di essere quantomeno... inopportuno!  -.

Mu sorrise, apprezzando gli eufemismi dell’Acquario - Non preoccuparti Camus, nessun disturbo -.

- Mi spieghi come fai a sopportarli? - domandò il francese indicando in direzione di Milo e Aiolia che, come al solito, avevano già cominciato ad accapigliarsi.

- Non lo so... - rispose Mu sorridendo e alzando le spalle - ma è da quando abbiamo combattuto insieme nella guerra santa che non riesco a fare a meno di quei due...abbiamo condiviso troppo per non essere legati anche in questa nuova vita - lo sguardo di Mu vagò lontano, ripensando a quei momenti - Credo che tu possa capirmi, sicuramente hai lo stesso legame con Shura e Saga... -.

Camus annuì, mostrando un leggero sorriso - Più che altro con Shura, ed il fatto di essere vicini di casa aiuta, ma con Saga è diverso...non sai mai come prenderlo - aggiunse alzando le spalle - A proposito...tu come stai? - domandò cambiando la direzione del discorso. 

Normalmente Camus non entrava nei problemi degli altri, ma data l’amicizia che intercorreva tra l’Ariete e lo Scorpione, il tempo trascorso con il primo guardiano gli aveva permesso di conoscerlo e stimarlo molto. Inoltre, suo malgrado, sapeva benissimo cosa fosse accaduto...

Il giorno precedente infatti, dopo che Mu ebbe lasciato il terzo tempio, si diresse verso la sua casa, incontrando lungo la strada Milo e Camus di ritorno da Rodorio. Per Milo non era stato difficile capire cosa fosse accaduto, essendo al corrente delle intenzioni del tibetano ed avendolo lui stesso incoraggiato, e sebbene Mu serbasse con discrezione il suo dispiacere, era chiaro che le cose non fossero andate per il verso giusto. 

Per di più, passando poco dopo per il terzo tempio, poterono sentire benissimo le parole di scherno che il sesto guardiano rivolse al loro amico prendendosi gioco dei suoi sentimenti...

Camus dovette faticare non poco per trattenere il suo compagno dall’entrare nel tempio dei Gemelli e dare a Shaka la lezione che avrebbe meritato, tuttavia...non poteva negare che lui stesso gli avrebbe assestato più che volentieri un colpo che gli togliesse dal volto quella risata inopportuna, inumana e completamente fuori luogo.

- Passerà - disse Mu guardando negli occhi l’Acquario, mostrando quel velo opaco che offuscava il suo cuore - Ci vorrà del tempo...ma passerà -.

Camus annuì, stringendo affettuosamente una delle spalle di Mu.

Ad una certa distanza, il maggiore dei Gemelli osservava tutto con aria accigliata. Com’era possibile che il dannato Ariete piacesse a tutti?!

Scuotendo leggermente la testa, si voltò e, senza degnarsi di salutare, diresse i suoi passi verso il luogo dal quale era venuto. La terza casa. Non sarebbe mai dovuto venire, quell’allenamento era stata solo un’inutile perdita di tempo...

****

Più tardi, nel tempio dei Gemelli, dopo un bagno che lo aveva aiutato a rilassare i suoi muscoli, Saga si godeva la lettura di un libro disteso sul divano del soggiorno.

Erano rari i giorni in cui Shion gli lasciava un po' di tempo libero, e, quando accadeva, lo passava prendendosi del tempo per sé, di solito a casa, dedicandosi a ciò che non poteva fare quotidianamente a causa dei suoi impegni. 

Ragion per cui, fece una smorfia seccata quando sentì il suo vivace fratello tornare a casa portando con sé i soliti schiamazzi.

- Ciao Saguita...già a casa vedo... - Kanon amava prendere in giro suo fratello, e amava ancora di più quando riusciva a farlo uscire fuori di sé - L’allenamento ti ha stancato? - aggiunse prima di dirigersi in cucina, per tornare subito dopo con una bibita fresca in mano.

Saga non rispose, limitandosi a guardarlo dall’alto in basso...cosa che peraltro gli riusciva piuttosto bene data la frequenza con la quale lo faceva.

- Allora...perché non rispondi? Non ti sei divertito oggi? - insistette Kanon.

- E cosa avrebbe dovuto divertirmi...eh Kanon? - Saga strinse gli occhi, segno che stava iniziando ad infastidirsi - Forse avrebbe dovuto divertirmi vedere mio fratello...il mio gemello...rendersi ridicolo davanti a tutti mentre si strofinava contro uno dei suoi compagni?! -.

- Per la precisione era lui che si strofinava contro di me, anche se...beh...in effetti non gli ho lasciato molta scelta - rispose Kanon sorridendo maliziosamente.

Senza rendersene conto, Saga chiuse il libro che stava leggendo, segno che il suo relax era terminato. Al contrario, dal modo in cui stringeva le labbra, la discussione non sarebbe finita lì.

- Cosa diavolo credi di fare? - domandò a denti stretti.

Kanon alzò un sopracciglio, guardandolo incuriosito in attesa che continuasse.

- Ti informo che meno di ventiquattrore fa, il tuo caro Ariete era qui...in questo tempio... a confidarmi di provare dei sentimenti per me... -.

- E tu sei stato così idiota da rifiutarlo...giusto? - uno strano sorriso comparve sul volto di Kanon, soprattutto vedendo l’espressione turbata di Saga - Non fare quella faccia...so molte cose...più di quante tu possa anche solo lontanamente immaginare... -.

Il maggiore non si aspettava le parole del gemello, ma soprattutto, non le comprendeva.

- Che vuoi dire? - domandò Saga, ora confuso - Come avrei potuto accettare quello che mi ha detto? Io sto insieme a Shaka che è... -.

- L’uomo più vicino agli dei... - concluse Kanon con voce annoiata, provocando ancora più sconcerto in suo fratello - Ancora con questa storia? Ma non ti ha stancato? - domandò allargando le braccia per enfatizzare le sue parole - Viviamo in tempi di pace... grazie alla nostra dea tutti, e ribadisco TUTTI, abbiamo avuto una nuova opportunità di vivere...e tu pensi ancora a queste sciocchezze?! -.

Saga aprì la bocca nel tentativo di rispondere, ma non uscì alcun suono. Aveva sempre pensato che il fatto di stare insieme a Shaka li rendesse rispettati, temuti...e forse in un certo qual modo era ancora così, ma probabilmente aveva ingigantito la dimensione del fenomeno...i tempi delle guerre erano finiti.

Approfittando dello sconcerto di suo fratello, Kanon sfruttò il momento per togliersi qualche sassolino dalla scarpa...

- Posso sapere perché stai ancora insieme a lui? -.

- Che vuoi dire? -.

Kanon roteò gli occhi esasperato - Perché stai ancora insieme a lui se non puoi neanche sopportarlo?! -.

- Che stai dicendo?! - rispose Saga allarmato. In realtà era stato preso in contropiede da suo fratello...dopo l’allenamento, aveva pensato di potersi prendere gioco di lui quando fosse tornato al tempio, ma la verità era che stava accadendo l’esatto contrario.

- Saga... - lo guardò con finta compassione - non sopporti neanche di sentirlo parlare...fai sesso con lui solo per zittirlo... -.

-  Non è vero... - a dispetto delle parole, la voce di Saga suonò debole...ma il suo tentativo fece solo innervosire Kanon.

- NON DORMI NEANCHE CON LUI! -.

Saga spalancò gli occhi, tuttavia la ragione non era nell’urlo del fratello...bensì nel fatto che gli stesse sbattendo in faccia ciò che non poteva controbattere in alcun modo.

- Come...come sai tutto questo? - quando ritrovò la voce, Saga disse l’unica cosa coerente che gli venne in mente.

- Te l’ho detto...so molte cose...più di quelle che tu stesso puoi vedere... - Kanon abbassò il tono di voce, puntando al tempo stesso un indice in direzione di suo fratello - e ti dirò una cosa Saga, ma sappi che non ti piacerà -. 

Il maggiore si limitò a fissarlo con espressione interrogativa.

- La verità - cominciò Kanon e le sue parole suonarono dure - è che sebbene tu sia rinato, come tutti noi, ed abbia una nuova opportunità di vivere, preferisci rifugiarti nella tua vecchia vita e fingere di essere ciò che sei stato, per la dannata paura di guardarti dentro e trovare davvero ancora tracce di quello che eri una volta... - poi prese un respiro profondo - fingi di rifugiarti in quello che eri per paura di scoprire di essere realmente così... -.

Saga puntò gli occhi verso il pavimento, non osando proferire parola, e quando rialzò lo sguardo, vide il suo gemello voltarsi per lasciare la stanza. Ma prima di uscire, Kanon volle dirgli un’ultima cosa...qualcosa che, da quel momento in poi, si sarebbe insinuata nella mente di suo fratello piantando un seme che sarebbe germogliato a poco a poco...

- L’amore è un’altra cosa...Saga... - la voce di Kanon si ammorbidì leggermente - ti rende felice, anche quando non hai alcun motivo per esserlo...perdona, non ti umilia...è incondizionato, e non per gentile concessione... -.

Saga deglutì a secco restando in silenzio, poiché non aveva argomenti per controbattere. 

Quella che aveva davanti, si preannunciava una notte difficile.

****

Come previsto, la notte appena trascorsa non aveva dato un minimo di tregua al cavaliere dei Gemelli, e quando il sole fece capolino rischiarando con i suoi timidi raggi la cupa stanza da letto, decise di alzarsi per mettere fine agli infruttuosi tentativi di riposare. Le parole di suo fratello riecheggiavano ancora nella sua mente, provocandogli un buco all’altezza dello stomaco.

Perfino il caffè quella mattina non aveva lo stesso sapore, o quantomeno non gli dava il solito conforto. Peraltro non dedicò nemmeno il solito tempo a quel rito, temendo l’arrivo del gemello...non aveva intenzione di affrontare nuovamente Kanon...non così svuotato come si sentiva in quel momento.

Una volta richiusa alle sue spalle la porta della camera da letto, prese un respiro profondo passando una mano tra la sua folta chioma blu...di andare al Colosseo non aveva alcuna voglia...di vedere il suo “partner” tantomeno, e peraltro quell’appellativo gli fece stranamente storcere il volto in una smorfia di fastidio...di dedicarsi ai suoi interessi non aveva lo spirito...sospirò irritato.

Senza avere un programma migliore, decise quindi di dedicarsi a riordinare la sua stanza. Non che Saga fosse una persona disordinata, al contrario...la differenza tra la sua camera e quella di Kanon era abissale, e non era infrequente vedere il fratello maggiore inseguire per casa il minore urlandogli contro a causa del caos che creava dentro casa...ma, in assenza di altri programmi, una rinfrescata alla biancheria e una pulita non avrebbero fatto male.

Stava per cominciare, seppur svogliatamente, nel suo proposito, quando una chiamata dal tredicesimo tempio catturò immediatamente la sua attenzione. La voce di Shion nella sua mente risuonò chiara nel suo sintetico ordine di recarsi da lui il prima possibile.

Senza neanche rendersene conto, Saga alzò gli occhi al cielo tirando un sospiro di sollievo...se Shion gli avesse affidato una nuova missione, magari ad una buona distanza dal Santuario e per un tempo ragionevolmente lungo, gli avrebbe solo fatto un favore, liberandolo dai suoi pensieri...

Naturalmente non indugiò oltre, partendo immediatamente dal terzo tempio in direzione della stanza del Patriarca.

I suoi compagni erano già agli allenamenti mattutini, quindi non fu un problema passare attraverso i loro templi, tuttavia, quando stava per oltrepassare la sesta casa, qualcosa attirò la sua attenzione. 

Appoggiato ad una delle colonne del sacro tempio della Fanciulla, vide Shaka parlare amabilmente in compagnia di qualcuno...per Saga non fu difficile riconoscere nell’ospite il cavaliere d’argento della Lucertola...tuttavia, lungi dall’infastidirlo come si sarebbe convenuto data la confidenzialità con la quale stavano parlando tra di loro, una risata maliziosa si allungò sul suo volto.

Ah Shaka...vecchia volpe...

Solo quando si fu allontanato, dopo essere passato velocemente ed aver rivolto ai due cavalieri un breve cenno con la mano, il pensiero che la sua non fosse una reazione normale gli balenò nella mente. 

Avrei dovuto dire qualcosa?

Il problema, tuttavia, non era il fatto di dover dire o meno qualcosa, bensì che non si fosse innescato nulla che lo portasse a farlo...

D’altronde, era anche vero che, a dispetto della relazione di lungo corso che aveva con il cavaliere della Vergine, durante i suoi anni da Patriarca nessuno dei due si era mai privato di nulla, tantomeno delle avventure sessuali. Il che non era mai stato un problema. 

Di conseguenza, non vedeva la ragione per la quale avrebbe dovuto diventarlo ora...

Per un momento, ed in modo del tutto involontario, gli tornò in mente la scena di suo fratello che si strofinava contro l’Ariete e la conseguente fitta che il giorno precedente si era fatta largo nel suo costato.

Con una smorfia rimosse quella sensazione di fastidio, proseguendo lungo la scalinata.

Fortunatamente non ci furono altre interruzioni lungo la strada, il che gli permise di arrivare dopo poco nelle stanze private di Shion, e data la frequenza con la quale Saga vi si recava, non dovette neanche passare il vaglio delle guardie che sorvegliavano il tredicesimo tempio.

Non avrebbe saputo spiegare il motivo dello strano nervosismo che gli impediva di bussare alla porta davanti alla quale era fermo già da qualche istante, ma quando, dopo aver preso un respiro per calmarsi, batté i due soliti colpi ricevendo il passaggio che infilò spedito, comprese perché il suo sesto senso gli avesse giocato quel tiro.

Seduto ad un lato della grande scrivania dove Shion stava esaminando alcuni documenti c’era lui... Mu dell’Ariete.

Saga strinse leggermente le labbra. Era possibile che Mu avesse a raccontato a Shion quanto accaduto nei giorni precedenti?

Che diamine...è venuto a piagnucolare dal suo maestro!

Tuttavia, al contrario degli strani pensieri che si erano formati nella mente di Saga, Shion alzò lo sguardo nella sua direzione salutandolo con la sua abituale cordialità.

Da quando erano tornati in vita, Shion aveva un atteggiamento molto pacato nei confronti dei cavalieri d’oro...pur accettando di riprendere il suo vecchio ruolo, aveva ben compreso di avere ormai a che fare con uomini adulti e non più con i ragazzini che aveva lasciato diversi anni prima. Non poteva permettersi di redarguirli come bambini...a meno che non fosse necessario naturalmente!

Con Saga aveva chiarito le cose, non portando alcun rancore per quanto accaduto in passato, e discolpandolo dagli errori commessi dal suo malvagio alter ego. D’altronde...Shion sapeva perfettamente cosa sarebbe accaduto, avendolo letto nelle stelle, e aveva accettato che le cose si compissero così come erano destinate. Ragion per cui, nel momento in cui tornarono in vita, non solo aveva appianato le divergenze con il cavaliere dei Gemelli, ma lo aveva fatto suo uomo di fiducia, affidandogli le missioni più delicate. Anche perché conosceva perfettamente la portata della forza di Saga...

- Buongiorno Saga -.

- Buongiorno - rispose Saga, e subito dopo rivolse lo sguardo a Mu, che si limitò ad annuire in segno di saluto senza alzare gli occhi dalle carte che stava guardando.

Beh...che saluto è?

- Per quale ragione mi hai chiamato Shion? - senza tradire il fastidio dovuto allo strano atteggiamento dell’Ariete, Saga andò dritto al dunque, sperando davvero nell’affidamento di una missione. Ormai era sempre più convinto del fatto che allontanarsi dal quel luogo per schiarirsi le idee fosse essenziale per riprendere le fila della sua vita.

Shion allungò un piccolo sorriso - Niente di particolarmente impegnativo Saga...stavolta non ti ho chiamato per una missione - per un attimo gli parve di cogliere una sorta di delusione sul volto del terzo guardiano - È solo che abbiamo... -.

- No! - la voce di Mu suonò perentoria, mentre scuoteva lentamente il capo in segno di diniego.

Shion sbuffò leggermente - Va bene...ho - sottolineò a voce un po' più alta - pensato che potresti essere utile per un incarico che Mu sta svolgendo per conto del Santuario -.

Dunque era stato Shion a convocarlo, e contro il volere del suo vecchio allievo...con la coda dell’occhio Saga guardò il primo guardiano, che, braccia incrociate, ora fissava un punto imprecisato di fronte a sé continuando ad evitare il suo sguardo.

Saga riportò l’attenzione sul Patriarca, inclinando leggermente il capo e facendo capire di essere in ascolto.

Shion sorrise leggermente prima di parlare, anche se...non gli era di certo sfuggita l’occhiata di Saga al suo allievo, né tantomeno, la riluttanza di quest’ultimo nei confronti del Gemelli...

- Come ben sai Saga, sto procedendo ad un riordino della documentazione ufficiale del Grande tempio... - Shion vide Saga annuire, essendo a conoscenza di tutta l’organizzazione necessaria per il ripristino del buon funzionamento del Santuario dopo la guerra santa, e facendone parte lui stesso - Ho affidato a Mu il compito di redigere i rapporti del periodo in cui sei stato Patriarca - la voce di Shion suonò calma e morbida, sebbene vide comunque il terzo guardiano accigliarsi - Bene...a mio parere sarebbe opportuno che tu lo aiutassi in questo lavoro...nessuno meglio di te potrebbe... - e non aggiunse altro, lasciando tutti i presenti in un silenzio scomodo.

Saga rifletté per qualche istante prima di parlare - Sembra che il tuo discepolo non sia d’accordo... -.

Stranamente, fu l’unico pensiero che gli venne in mente. Per tutto il tempo aveva guardato di sbieco Mu, non perdendo l’evidente disappunto che tradiva il viso del sempre calmo cavaliere dell’Ariete.

Shion alzò i tilak sorpreso...era l’ultima cosa che si sarebbe aspettato di sentire da Saga, tuttavia, allungò un sorriso comprensivo mentre scuoteva dolcemente il capo.

- No, infatti...Mu non la ritiene una buona idea... -.

- E posso sapere perché? - Saga si voltò in direzione del diretto interessato, non nascondendo la sua irritazione. Evidentemente l’Ariete non lo riteneva affidabile, o all’altezza del compito. 

Sciocchezze! Chi meglio di lui era in grado di riferire in merito al suo periodo come Patriarca?!

Continuando ad evitare lo sguardo di Saga, Mu si limitò a scuotere dolcemente il capo - Sinceramente, non mi sembra il caso... - senza aggiungere altro. 

Il che inasprì ulteriormente l’umore dei Gemelli. Cosa che non sfuggì all’attuale Patriarca.

- Mu... chi meglio di Saga può aiutarti? - Shion si rivolse direttamente a Mu mantenendo il tono pacato. L’ultima cosa che voleva era scatenare una discussione nel suo tempio.

- Ci sono altre persone che possono aiutarmi - Mu rispose con fermezza guardando il suo maestro - Aphrodite e Deathmask erano parte attiva di quello che accadeva nel Santuario e sono certo che non avranno problemi a collaborare... -.

- Anche Shura? - domandò Shion.

- Sì, e sono sicuro che mi aiuterebbe, ma preferirei non coinvolgerlo -.

- Perché? -.

- Shura ha faticato molto per ritrovare un po' serenità, e ci è riuscito grazie ad Aiolos - Mu sospirò leggermente - Non voglio turbare la sua tranquillità... -.

Shion annuì, sebbene non fosse del tutto convinto.

- Sono certo che sia Aphrodite che Deathmask possano essere un valido aiuto...anche perché sono davvero poche le cose in grado di turbare quei due... - strappò un leggero sorriso al suo allievo - tuttavia, nessuno meglio di Saga sa cosa accadesse davvero in quegli anni...non solo nel Santuario...ma anche qui dentro - aggiunse picchiettando una delle sue tempie.

- Non è l’unico... - la sicurezza con la quale Mu parlò lasciò sorpresi sia Shion che Saga, che lo guardarono accigliati in attesa che continuasse.

- Anche Kanon sapeva tutto - Mu prese un respiro profondo - e mi ha già dato la sua disponibilità per... -.

- Per me non c’è alcun problema! - la voce di Saga, dura, profonda, virile, riecheggiò nell’ufficio di Shion, impedendo all’Ariete di proseguire, e mettendo fine a tutte quelle sciocchezze.

O almeno così le riteneva Saga...

La verità era che il nome di Kanon aveva fatto scattare qualcosa nel suo cervello, provocando in lui un netto rifiuto che non aveva potuto tacere.

Riflettendoci, attribuì la sua impulsività all’idea che suo fratello lo scavalcasse...che accidenti ne sapeva suo fratello?! Anche se, a ben pensarci, Kanon era stato parte in causa di ciò che era accaduto e dunque ne sapeva molto più di quanto Saga fosse disposto ad ammettere.

Non avrebbe mai confessato, nemmeno a se stesso, che il fatto di aver immaginato suo fratello trascorrere ore interminabili accanto al primo guardiano gli avesse risvegliato la solita fitta che, ormai da qualche giorno, era diventata una costante quando c’era di mezzo l’Ariete...

Nel frattempo, un lieve bussare aveva attirato l’attenzione del Patriarca, che, dopo aver risposto alla guardia che aveva richiesto la sua presenza in un’altra area del Grande tempio, fece il gesto di alzarsi dal suo scranno.

- Bene, allora è deciso... - sentenziò Shion - accordatevi tra di voi per gestire i vostri incontri...ora, se volete scusarmi, sono richiesto altrove... - terminò alzandosi per infilare speditamente la porta alle sue spalle.

Dopo che il Patriarca fu uscito, un silenzio imbarazzante regnò all’interno della stanza.

Saga puntava il suo sguardo insistente su Mu, che, a sua volta, con la stessa insistenza faceva finta di non vedere, e quando il primo guardiano fece per alzarsi per rimettere a posto le carte che stava precedentemente visionando, probabilmente con l’intenzione di tornare nella propria casa, Saga gli si parò innanzi, mettendo una mano sui documenti per costringerlo a guardarlo.

- Posso sapere che accidenti di problema hai con me?! - andò dritto al punto. Secco come sempre.

Mu si limitò a stringere con due dita il ponte del naso, senza rispondere.

- È perché ti ho rifiutato...giusto? - insistette Saga infastidendo visibilmente il suo interlocutore - E quindi vuoi vendicarti estromettendomi... -.

- NON DIRE SCIOCCHEZZE! -.

Era molto raro sentire il pacifico cavaliere dell’Ariete inalberarsi, o meglio...anche andando indietro con la memoria, Saga non riusciva a ricordare un solo episodio in cui Mu avesse alzato la voce contro qualcuno.

Per qualche secondo non riuscì a dire nulla, quella reazione lo aveva spiazzato. Anche se...non poté negare che un insolito brivido lo percorse da cima a fondo. Dunque l’Ariete aveva mostrato le corna...

- E allora perché? - quando ritrovò la parola, la sua voce uscì meno dura del solito.

Continuando a fissare insistentemente Mu, lo vide alzarsi per dirigersi senza ulteriori indugi verso l’uscita, ma quando il tibetano posò la mano sulla maniglia della porta, si fermò, voltandosi leggermente di lato e guardandolo da oltre la spalla.

- Non voglio...perché ti farà male... -.

   
 
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