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Autore: Anown    04/02/2023    1 recensioni
Per Leshawna è un periodo storto, ha delle responsabilità in merito e rischia di trascinare con sé chi le sta attorno. Si rifà viva solo per la lettura di un testamento… potrebbe rivelarsi una terribile idea!
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harold, LeShawna, Nuovo Personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale
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Leshawna, di sua iniziativa, aiutò Harold a lasciare la posizione distesa e a rimettersi seduto sul pavimento. -Potevo farlo anche da solo...- mormorò infastidito. Mentendo.
Lui e il fantasma con cui condivideva il corpo, non stavano più riuscendo a coordinarsi bene. Riuscivano comunque a muovere il corpo ospitante, ma in modo meno preciso.
“Temo che Leshawna ci abbia messo in tilt...” pensò Harold, ma Roza aveva un'altra, catastrofica teoria: “Ci stiamo rompendo, rimarremo intrappolati nel tuo corpo senza poterlo più muovere.”
“Oppure le nostre prestazioni calano perchè sono stanco.”  propose Harold infastidito. “Ho passato la notte in bianco, dopotutto...”
Roza tirò metaforicamente un sospiro di sollievo, le piaceva quella spiegazione, poi si preoccupò: “Ma se ci addormentiamo... cosa ci succederà al risveglio?”
Anche Harold era preoccupato. Durante il sonno,  il cervello riorganizza molte informazioni, emozioni e ricordi. Ma, anche condividendo lo stesso spazio, le loro menti erano due. Sarebbero state riorganizzate come una sola?
Leshawna era tesa per altri motivi. Non ricordava perfettamente cosa avesse detto al ragazzo quando ci aveva litigato il giorno prima, o peggio ancora la notte prima. Ma era abbastanza sicura di aver detto di odiarlo più volte e di non esserselo rimangiata esplicitamente. “Beh... però dal contesto si capisce, giusto? Ma lui mi ha rinfacciato più volte di non avergli detto esplicitamente qualcosa quindi... Magari per cominciare col piede giusto dovrei scusarmi? Ah, certo che lui è un rompi... no, forse sono io un po' maleducata...” pensò imbarazzata. Maleducata, suonava meglio di codarda.
-Smetti di fissarmi in quel modo cupo. Mi metti a disaggio.- dichiarò Harold.
“Come fa a vedere come lo fisso se non ha gli occhiali?” pensò infastidita. -Sono qui, eppure non stai avendo alcun attacco di panico.- gli fece notare. “No, non era questo quello che volevo dirgli...”
-...Vuoi che mi scusi perchè ti ho fatta sentire in colpa per l' attacco di panico, prima?- disse perplesso.
-Così mi fai sembrare meschina.- affermò irrequieta. -Volevo solo farti notare che non era colpa mia. Altrimenti saresti ancora spaventato, no?- “Mi sa che aspetterò un momento migliore per scusarmi... Ah ah... Ah... AIUTO!”
-Non è esattamente così che funziona.- rispose lui con un po' di fastidio, poi sospirò. -Però... magari... potrei essere stato troppo frettoloso a incolparti.- “Sei comunque la goccia che fa traboccare il vaso, ma non ho voglia di litigare con te.” pensò stanco.
Roza era un po' infastidita da quelle scuse, Harold stesso non si sentiva del tutto a posto. “In effetti perchè sono solo io a scusarmi?!” Poi avvertì che Leshawna lo aveva afferrato per i fianchi cercando di portarlo più vicino a sé e di sollevarlo.
Per compensare le braccia deboli, il ragazzo chinò all'indietro la schiena e poggiò le piante dei piedi contro le spalle della ragazza per mantenerla a distanza. -Che fai?- le chiese accusatorio.
-Ti sposto sul divano letto. Così non ti congeli.-
Infastidito, Harold rotolò via fino al divano letto e ci si arrampicò sopra. “Suppongo che a questo punto, le difficoltà nei movimenti che abbiamo avuto prima, fossero solo dovute a un blocco psicologico.” comunicò mentre era irritato.
-Avresti faticato meno lasciando fare a me.- disse Leshawna con rassegnazione.
-Beh, sarebbe stato carino da parte tua, dirmi cosa volevi fare e chiedermi il permesso. Solo perchè hai la forza di farlo non significa che puoi...-
Leshawna lo interruppe. -Ok, va bene, mi spiace.- disse scocciata sedendosi accanto a lui.
-In tuo atteggiamento mi dice che non sei affatto dispiaciuta.- rispose il ragazzo cercando di allontanarsi. Per non guardarla le diede le spalle. Pur assecondandolo, Roza protestò “Non mi sento molto al sicuro così!”
Leshawna sospirò, era mentalmente stanca e irrequieta. -Senti, mi spiace davvero. Sono solo preoccupata per te e ho avuto una pessima giornata.-
-E secondo te, io come sto? E... Ehi!- si interruppe accorgendosi che la ragazza gli stava tenendo e muovendo la ciocca di capelli più corta delle altre.
-L'hai accorciata per... lutto?- ipotizzò Leshawna.
-Stavo facendo un esorcismo.- confessò Harold con naturalezza facendo atterrire Roza.
-Un esorcismo per cosa?- Leshawna glielo chiese tranquillamente per rassicurarlo.
-Uhm... Uuuhm... per qualcosa...-
A Roza venne un colpo “Harold, dimmi la verità, vuoi farle capire che qualcosa non va e farti portare da un esorcista che mi faccia svanire nell'oblio... o che mi releghi all'inferno... Non ho la minima idea di come funzionino le cose, ma sono sicura che se gli esorcisti hanno un effetto, non è positivo! Ma se vuoi sbarazzarti di me... lo capisco...”
“Al massimo mi porterebbe in ospedale...” Harold avrebbe voluto risponderle per rassicurarla che non stava complottando contro di lei ma venne interrotto dalla sensazione di qualcuno che gli teneva gli avambracci e gli appoggiava la fronte contro la nuca.
-Che fai?!- Harold cercò di limitare al minimo la sua isteria.
-Ah, scusa... Ero sovrappensiero.-
Roza puntualizzò infastidita: “Te l'avevo detto che non mi piaceva darle le spalle...”
Ma Leshawna continuò a tenerlo per gli avambracci per avvicinarlo. -Pensavo che l'avessi superato il... ribrezzo nell'essere toccato da me.- disse vagamente indispettita.
-Vero, il meccanismo di difesa è purtroppo crollato.- ammise freddamente “Lo hai fatto crollare di proposito? Complotti per rimettermi con con te o per distruggermi?” Pensò Harold irrequieto. Poi ci ripensò. Era irragionevole comportarsi come se Leshawna avesse dei poteri mentali che potevano disattivare i suoi meccanismi difensivi come e quando voleva. “Anche se a volte ho l'impressione che sia proprio così...”
“Le relazioni sono terrificanti...” mormorò Roza. Harold concordò.
-Non è niente di inappropriato se cerco di riscaldarti, giusto? Sei un fottuto ghiacciolo!- disse Leshawna prima sfregandogli le mani. Poi si alzò e abbassò il divano letto con lui sopra che in un primo momento cappottò.
Mentre cercavano di riassumere una posizione difensiva, Roza immaginò i peggio scenari. Harold era un po' in confusione ma cercò di acquietare lo spettro. Leshawna semplicemente disfò le coperte e le sistemò attorno ad Harold probabilmente nel tentativo di riscaldarlo. Inizialmente aveva anche cercato la gatta per mettergliela vicino, ma Kunoichi stava dormendo su una sedia della cucina.
“Visto, Roza? Non aveva brutte intenzioni, te lo avevo detto. Ah ah...” disse Harold fingendo di esserne stato certo per tutto il tempo. “Almeno questa volta ha dato una specie di spiegazione e chiesto una specie di permesso. Son piccoli progressi, eh...”
“Ma se non ha aspettato la tua risposta!” obiettò Roza.
-Vado a bollire dell'acqua.- disse Leshawna lasciando la stanza.
“No Roza, non vuole bollirci. Non ho mica pentole così grandi! Non sono uno stregone...”
“Ormai mi aspetto di tutto da te... Dici che fai un esorcismo e lei non fa una piega, che devo pensare?”

Harold non riuscì a toccare la tazza di tè. Era troppo calda, non sapeva se fosse Leshawna ad aver bollito troppo l'acqua o lui a percepire un'eccessiva differenza di temperatura fra sé e la tazza. Effettivamente anche le mani di Leshawna gli sembravano insopportabilmente calde.
Roza con la sua solita positività aveva deciso che la donna volesse deliberatamente ustionarli! Ma allo stesso tempo, la ragazza spettro era imparanoiata all'idea di star seccando il suo compagno di sventure.
“Roza, sul serio, va tutto bene.” preoccupato, il ragazzo decise di volersi affrettare con la risoluzione della possessione anche con la presenza di Leshawna.
-Ehi, Leshawna.- disse cercando di usare il tono più innocente che gli usciva. -Non è che mi porteresti la mia tuba? Vorrei suonare un po'... magari mi sentirei meglio!- fece del suo meglio per farlo sembrare il naturale desiderio di una persona convalescente annoiata.
Con un po' di perplessità, Leshawna gli accarezzò il capo. Harold si sentì a disagio “No, no, no... non stavo richiamando la tua attenzione e il tuo affetto! Ti stavo chiedendo un favore!” pensò nella contrarietà e nella confusione.
-Quando starai meglio.- rispose Leshawna, contrariata a sua volta ma dal fatto che il ragazzo avesse la testa umida. Controllandola meglio si accorse che alcune parti erano proprio bagnate. -Tutto il lavoro che ho fatto per riscaldarti è inutile.- sbuffò andando in bagno.
-Io non te l'ho chiesto!- si lamentò Harold. -Ti avevo chiesto la mia tuba, ma a quanto pare mi devi odiare proprio come musicista...- fece offeso.
Leshawna uscì dal bagno con il phon e una prolunga. Mentre la ragazza gli asciugava i capelli, lui era estremamente stordito dal rumore e dal calore. Sentiva la testa leggera, come se stesse per svenire “O evaporare.” pensò. Non sapeva nemmeno lui perchè rimaneva così passivo, si sentiva strano. Forse voleva avere un malore e far sentire Leshawna in colpa? Era troppo stanco e debole per respingerla? Sentiva che non gli importava particolarmente di cosa gli sarebbe successo.
Si risvegliò da quello stato perchè non sentiva più la presenza di Roza. -Non mi sento bene! Calo di pressione!- esclamò allarmando Leshawna che spense il phon e capendo dopo qualche tentativo andato a vuoto che lui non voleva o non poteva rispondere alle sue domande cercò di controllare che fisicamente il ragazzo fosse integro.
A parte la pelle fredda, il sudore freddo che produceva dalle tempie, qualche tremore e il fatto che sembrava improvvisamente traumatizzato sembrava ,che fosse tutto a posto... “Quindi non è apposto per niente!” -Ha... Har... Mi spieghi cosa ti senti e cosa devo fare per aiutarti, cazzo?! Eh, intendevo, per favore...-
Nel frattempo Harold cercava di ritrovare la calma “T-tranquillo! Forse Roza è solo tornata al suo corpo o... o magari esiste un al di la ed è passata a miglior vita o... magari è semplicemente uscita dal tuo corpo e non riesci più a vederla! Non è ciò che volevate?! Perchè devi per forza pensare che si sia disintegrata a causa del phon!?” si disse. “aaaaah... uccisa da un phon! Che fine triste, miserabile e patetica... è orribile!” se pensava troppo a quell'ipotesi gli veniva da urlare.
Riusciva a muoversi in autonomia ora, anche se sentiva il suo corpo pesante e la sua vista... “Continuo a non avere gli occhiali, giusto?” si toccò il viso per accertarsene e rabbrividì. Non aveva gli occhiali, ma ci vedeva ancora.
“Ho tenuto la vista di Roza... che significa?” ripetè l'ultima frase più volte mentre nella sua testa emergeva un'ipotesi spregevole. “Io... io ho... Io ho assorbito la mia amica e ho tenuto la sua vista?!” pensò assalito dalla nausea. “E' stata uccisa dal mio istinto passivo e autolesionista?! I-io...”
La sua crisi venne interrotta da uno strano rumore. C'era qualcuno che russava, ma il suono proveniva dalla sua testa... dall'interno della sua testa...
“Mentre io soffrivo, questa qui... Si è addormentata per il calore del phon?” -Fanculo!- esclamò. Era estremamente sollevato, ma il suo corpo chiedeva vendetta per lo spavento provato.
-Fanculo lo devo dire io!- esclamò Leshawna furiosa. Mentre Harold spaventato emise uno squittio acuto. Leshawna continuò: -Mi hai fatto prendere un colpo! Ho perso minimo nove anni di vita! Si può sapere cosa avevi?!-
Harold cercò in fretta una scusa. -Ehm... ecco, è che... mi sono sentito morire... poi ho capito che non stavo morendo... così mi sono sentito preso in giro e... e...- Leshawna nel mentre sospirò affaticata, portandosi una mano alla testa. Harold si sentì molto in colpa. -Scusami, davvero...- mormorò col capo chino. Le porse un lembo di lenzuolo per farle asciugare gli occhi.
Leshawna balbettò qualcosa agitata, poi cominciò a toccarsi la faccia nervosamente. -Mi sarà entrato qualcosa negli occhi.- disse per giustificarne l'umidità. -E comunque usare le lenzuola per asciugarsi non è affatto igenico!- lo criticò continuando ad evitarne lo sguardo. Dopo qualche secondo di imbarazzante silenzio gli chiese frustrata “Non è deludente?”
Harold visibilmente confuso scosse le spalle. -Cosa?- le domandò con una smorfia nervosa.
Lei parlò guardandolo con rancore, ma Harold non era sicuro di essere davvero l'oggetto del suo sentimento. -Harold, a te piacciono le persone con un carattere molto forte... che sanno sempre cosa fare... che prendono decisioni al posto tuo... che non...- si interruppe sentendo con disappunto che Harold si stava trattenendo dal ridere. Alla fine il ragazzo non riuscì a trattenersi e produsse una risatina da persona stressata.
-Ma sei deficiente?!- esclamò incredulo. Mentre cercava di smettere di ridere si scusò -P-pardon... il mio corpo deve aver accumulato parecchie risa isteriche già da prima.-
Leshawna lo fulminava con lo sguardo in una disarmonica combinazione di furia e imbarazzo.
Harold provò ad assumere un'espressione neutrale, per un attimo sorrise di nuovo nervosamente, poi si schiarì la voce e parlò: -Dicevo... Sei cretina?- sospirò. -Indipendentemente da cosa mi ha attratto di te inizialmente, non è per quello che mi sono innamorato. Mi sono innamorato di te, non di alcune tue caratteristiche!- Leshawna lo guardò stranita, Harold, un po' arrossato, si corresse. -Mi ero... Al passato... Quello che intendevo è che ciò che ti spinge ad essere attratto da una persona è solo una scusa per conoscerla meglio. Volendola guardare da un punto di vista più... più naturalistico e meno romantico, serve qualcosa per creare l'attrazione iniziale e spingere alla conoscenza, ma poi serve innamorarsi della persona per quello che è. Altrimenti tutte le coppie sarebbero formate a cazzo e non sarebbero abbastanza funzionali e stabili per l'accudimento di un' eventuale prole.-
-Ma è proprio così che funziona. A cazzo.- commentò Leshawna con un'inappropriata allegria.
-...Perchè ti piace così tanto sabotarmi?- chiese Harold, più abbattuto di quanto Leshawna si sarebbe immaginata.
-Beh scusa... ti volevo contraddire perchè era un discorso strano. Volevo sdrammatizzare.- ammise. -Però ho ragione io. Gli innamorati sono rincoglioniti, non vedono i difetti l'uno dell'altro. Poi passa il periodo dell'infatuazione e si rendono conto di quanto sia deludente la persona che un attimo prima speravano di avere accanto per tutta la vita.- disse sorridendo compiaciuta.
“Sì, decisamente lei adora sabotarmi.” -Ah, si? E tu che ne sai? Tanto non ti sei mai innamorata.- disse con fare dispettoso.
-Vero. Ma gli occhi li ho. So come funzionano le cose.- ribattè infastidita.
-Ma davvero? Ma se pensavi che dovessi essere deluso da te perchè in quanto essere umano hai dei momenti di debolezza...- non potè fare a meno di sorridere tristemente. Sapeva che lei non si era mai considerata innamorata di lui, però avrebbe voluto sentirle dire che si era sbagliata e che in realtà l'aveva amato, almeno per un periodo. Non aveva senso provare ciò, forse era solo un capriccio infantile che si era portato dietro.
Harold sospirò, gli venne un dubbio: -Non è che ti sei sentita sotto pressione a causa mia?- chiese preoccupato. -Io non ho mai voluto che tu...-
Leshawna fece una smorfia imbarazzata. -C-che dici?! E poi che me ne frega a me di non deludere qualcuno e di compiacerlo? L'hai detto anche tu, non mi sono mai innamorata! F-figurati se sono capace di rincretinire al punto da preoccuparmi perchè non sono la donna ideale di qualcuno. Ah ah...- rise nervosamente sotto ci occhietti a palla straniti di Harold.
Leshawna distolse lo sguardo e cercò di riacquistare un tono meno imbarazzante: -Sono delusa da me in questo periodo, devo aver fatto quel commento sull'essere deludente per quello... Ovviamente lo so che sei affezionato a me, quindi che non ha più importanza se non sono il tuo tipo ideale. Ti voglio bene quindi lo capisco come funziona.-
Harold sospirò nervosamente. -Ehm... posso farti una domanda imbarazzante?- le chiese.
Lei rispose con un sorriso rassegnato. -Perchè? Fino ad ora non è stato tutto imbarazzante?-
-Tu sai come sei rimasta incinta?- le domandò cauto. -Dici che il padre sono io. E mi fido, ok... ma non ricordo di aver fatto sesso con te in un periodo compatibile con la tua gravidanza. Però... si tratta di un periodo di cui ho alcuni buchi nella memoria.- ammise a disagio e si mise a fare un elenco segnandosi le cose con le dita:
-Ero stressato, c'era una situazione molto frustrante in università, stavo provando dei medicinali per le vertigini che hanno avuto degli effetti collaterali sul mio tono dell'umore, poi ho dovuto prendere degli antistaminici che mi hanno indotto sonnolenza avendo anche quelli effetti collaterali sul mio tono dell'umore. Insomma, il mio cervello potrebbe aver registrato male gli eventi di quel periodo. In particolare ricordo alcune mattine in cui ero molto disorientato e inconsapevole su ciò che era successo il giorno precedente... Vorrei capire cos'è successo. Non eravamo in buoni rapporti in quel periodo, non avremmo dovuto avere rapporti...-
Leshawna era a sua volta molto tesa. -Ah... quindi, tu non ricordi davvero, giusto? Non è una questione di “Ah sì... c'è stata quella volta, ma è imbarazzante. Fingiamo che non sia successo, tanto è improbabile che sia accaduto proprio... in quell'occasione”-
-Eh... no... non ricordo sul serio.- confermò Harold.
-Quindi, non abbiamo più parlato di quella volta perchè non ricordavi, non perchè volevi cancellarlo dalla tua mente...- ripetè lei sorridendo nervosamente e coprendosi la fronte con una mano.
Harold si insospettì. Quell'espressione e quel modo di nascondere il viso, gli ricordavano quelle situazioni in cui lei si accorgeva con ritardo di aver detto o fatto una cavolata...
-Ah... Ehm... Dunque...- disse Leshawna preparandosi al discorso. -Tu reggi bene l'alcol. Non ti sei mai davvero ubriacato... o almeno io non ti ho mai visto davvero non lucido, incapace di intendere e di volere, di reggerti in piedi o cose così...-
-Uhm... già. È sempre stato molto deludente per quelli che alle feste o alle gite speravano di farmi ubriacare per giocarmi degli scherzi. Poveri sfigati illusi...- ricordò Harold con un lieve sorriso. -Peccato per l'effetto collaterale, fortunatamente non sono mai arrivato a quel punto davanti a quelli...-
-Esatto... il tuo effetto collaterale...- ripetè Leshawna tesa.
Su alcune persone, un po' di alcol induceva un po' di euforia o alleggeriva i freni inibitori. Su Harold invece, quando arrivava ad avere effetti lo rendeva sistematicamente triste, appiccicoso verso chi conosceva, alla ricerca di rassicurazioni e più incline a piangere senza motivo.
Non avrebbe dovuto farlo, ma a volte aveva sfruttato gli effetti collaterali dell'alcol quando si sentiva in crisi ma non riusciva a sfogarsi. Prima i suoi sentimenti negativi e le sue paure venivano liberate, prima poteva riprendersi.
Ma non tornava a casa quando succedeva, pensava che Leshawna si sarebbe infastidita. Tanto lei non si chiedeva dove stava e cosa faceva, bastava che l'avvertisse prima che non tornava, non le interessavano le motivazioni. Questo contribuiva a farlo sentire ancora più abbandonato a sé stesso. “Quindi è così che è andata? Mi sono sentito solo e sono voluto tornare a casa anche se temevo che lei mi avrebbe trovato insopportabile?”
-Quindi, quello che vuoi dirmi è che avevo bevuto e che presentavo i miei tipici sintomi da alcol, ma che visto che tendenzialmente reggo bene l'alcol non ti sei preoccupata che non fossi lucido e hai fatto sesso con me?- era un po' turbato, ma illustrò il tutto con freddezza.
-Eri consenziente. Ti conosco da anni, me ne accorgerei se non fossi consenziente. Saresti stato perfettamente capace di dirmelo se non ti andava o di respingermi fisicamente.- precisò Leshawna nervosamente. -Non so perchè non ricordi nulla! Non eri messo così male da non ricordare nulla...-
-Ok, ok... Però perchè? Ci siamo ignorati per tipo un mese. Perchè proprio mentre ero in uno stato alterato hai voluto fare sesso?- chiese nervoso. Si sentiva molto irrequieto ma non voleva farsi trasportare delle emozioni su qualcosa di andato, fece del suo meglio per non far trasparire troppo.
-Mi dispiaceva per te, sembravi estremamente abbattuto. Non mi disturbava fare sesso, quindi ho pensato perchè no? Ho pensato che era un modo per starti vicino.- ammise imbarazzata. -Non avevo preservativi e non ho preso precauzioni... ma posso dire che onestamente ho sempre pensato che fossi sterile dopo tutti i colpi che hai preso fra sbadataggine e sfiga?- chiese con una smorfia nervosa.
-Se il mio apparato riproduttore esterno fosse stato compromesso da un urto, fidati che l'avrei notato...- affermò perplesso.
-E io che ne so di come funzioni?- disse scocciata.
-Non è una questione di come sono fatto io! Penso che anche tu se...-
-Ok! Ma di nuovo, in mia difesa, posso dire che abbiamo avuto effettivamente sfiga visto che non abbiamo manco terminato il rapporto. Di punto in bianco ti sei staccato e ti si messo in un angolino a piagnucolare... O-ok, capisco che suoni un po' sospetto ma...-
-Eh... Siamo proprio sicuri che fossi consenziente?-
-Se non fossi stato consenziente ti saresti lamentato di quello!- ribattè. -E invece hai piagnucolato di quanto detesti il tuo professore... Ed io invece di infuriarmi per la tua ossessione per quel vecchio cafone ti ho ascoltato... Sono una santa!-
-Non ho mai avuto un'ossessione per il mio professore... Ero solamente in crisi perchè questo passava la lezione a dare informazioni errate e a me non andava di dire il falso per farmi promuovere all'esame.-
-Ti conosco, so che non riesci a mettere da parte il tuo pensiero per farti furbo e ottenere vantaggi e temo che vivrai male se continui così... Ma ogni volta che tornavi da lezione sembravi prosciugato nell'anima! Inoltre quando eri a lezione mi mandavi un sacco di messaggi in cui ti segnavi tutte le cose che non ti stavano bene di ciò che quello ti diceva. Questo non significa ossessionarsi?-
-Volevo solo il parere di una persona esterna per capire se stavo esagerando o se davvero il professore diceva cavolate...-
-So qual è stato il tuo principale problema con quell'uomo. Ha preso in giro te e tutte le altre persone cresciute perlopiù solo dalle madri dicendo che non avendo avuto una figura autoritaria siete con ogni probabilità deboli, mammoni, dipendenti e irresponsabili... solo che invece di farlo in veste di vecchio bestia che si lamenta delle nuove generazioni viziate, l'ha fatto in veste di vecchio strizzacervelli... Non avevi bisogno che fossi io a confermarti che erano cavolate, potevi benissimo capirlo da solo.-
-Il fatto che volessi una tua conferma non mostra che almeno su di me quell'uomo aveva ragione?- chiese Harold incupito.
-Cos... no! È normale volere parere estern...- lei si accorse che si stava contraddicendo. -Harold, tu sei molto indipendente. Sei davvero bravo a stare per conto tuo, sei sempre riuscito anche a rimanere isolato senza andare fuori di testa!- disse come se si stesse complimentando.
Harold rise tristemente. -Come scusa? Ma se chiaramente non ti fidi di me e pensi che muoia dalla voglia di ammazzarmi!-
-In questo momento non sei proprio al tuo meglio, ma se fossi davvero debole, ti saresti ammazzato molto prima o saresti diventato un serial killer! Io onestamente ci avrei fatto un pensierino se fossi stata circondata da facce di culo ipocrite. Già ho pensieri omicidi e violenti sulle facce di culo ipocrite della mia vita! Se i nostri compagni di classe avessero riservato a me lo stesso trattamento che hanno riservato a te, sarebbero morti supplicando e invocando terrorizzati le loro madri e...- lei si stava scaldando e stava cominciando a gesticolare violentemente ma sentendosi osservata si fermò. -Scusami... stavo ripensando... ad alcune persone che mi hanno davvero fatta infuriare e mi sono lasciata trasportare...-
-Cosa ti è successo?- domandò il ragazzo in un sussurrò flebile ma apprensivo. Leshawna era consapevole che anche se erano a meno di un metro di distanza, Harold senza occhiali non poteva mettere a fuoco il suo viso, ma si sentì comunque a disagio.
-Nulla... Comunque temo che tu stia così a causa mia. Ti sei troppo abituato alla mia compagnia. Se fossi rimasto solo, non ti saresti preoccupato di quel vecchio strizzacervelli. Ti saresti difeso da solo mandandolo a quel paese come hai col professore di storia quando... Cos'è che ti aveva detto il professore che ti aveva fatto arrabbiare?- chiese sorridendo leggermente per alleggerire l'atmosfera.
Harold ignorò quella domanda e ne fece un'altra: -Sarebbe stata una buona cosa se fossi rimasto con la modalità di difesa che avevo quando ero solo? Senza il bisogno di confrontarmi e aprirmi con nessuno...-
-Direi di sì.- rispose la ragazza pensandoci poco, era distratta dai suoi di pensieri. Gli pose affettuosamente la mano sul capo. -Al posto tuo non vorrei scombinarmi per una relazione, altrimenti è un bel casino quando finisce, no?- si incupì e ritirò la mano. -Ormai è tardi quindi non mi resta che portare avanti la cosa ma se avessi saputo come mi sarei incasinata, avrei abortito.-
Pensava che confessandolo si sarebbe sentita meglio ma si sentì giudicata, non sapeva se da Harold, da sé stessa o da un' ombra invisibile che l'aveva perseguitata fin da quando era tornata a casa dei suoi. Aveva praticamente ammesso che quella gravidanza era stata colpa della sua imprudenza.
Inoltre continuava a temere che la sua situazione mentale potesse solo peggiorare. -Come insegna quella tua materia sulle cose che possono andare storte nell'utero, la sanità mentale della madre e i suoi livelli di stress possono avere tanti simpatici effetti suoi cervelli dei neonati... ma allo stesso tempo anche i medicinali per tenere sotto controllo depressione e disturbi vari posso avere altri simpatici effetti... Se qualcosa va storto dovrò anche sentirmi in colpa per uno stato che non posso neanche controllare!- affermò con un'ironia crudele per nascondere la sua disperazione.
Non sapeva se erano o meno paranoie ma Harold percepì un'accusa nei suoi confronti. Stava per rispondere, ma venne fermato dai suoi stessi pensieri. “Forse è davvero colpa mia...Forse mi sentivo solo, non volevo essere abbandonato e l'ho messa incinta per legarla a me?”
In un primo momento bollò il suo stesso pensiero come irrazionale. Ciò che era accaduto era al di fuori del suo controllo... Poi si rese conto che la verità era che lui non aveva la minima idea di cosa gli fosse passato per la testa quella notte. Forse aveva approfittato dell'imprudenza della ragazza... magari l'aveva manipolata lui stesso... poi si era sentito in colpa e aveva interrotto il coito ma non era servito.
Harold rabbrividì “Potrei davvero fare qualcosa di così irresponsabile? Con quello che è il mio materiale genetico poi...” il ragazzo deglutì, sentiva qualcosa di incastrato in gola.
-Quindi... il coso è mio, non ci sono altre possibilità?-
-Speravi ti avessi tradito?- chiese Leshawna perplessa e infastidita.
-Sarebbe stato meglio. Se la natura avesse un senso non dovrei potermi riprodurre! Sono guasto! Sono guasto!- balbettò allarmato.
-Ma che... oh no... fammi indovinare, sono altre perle di saggezza del tuo professore, eh?-
-No! No! Prova a guardarmi un attimo!- disse esasperato dal modo in cui le sue preoccupazioni venivano ridicolizzate. Provò ad abbassare il tono, ma tutto quello che riuscì a fare fu provocarsi l'ennesima risatina nervosa -Davvero ti sembro qualcuno idoneo a generare individui sani?- disse con un timbro pericolosamente vicino a quello di Roza.
“Così sembri davvero posseduto, la stai spaventando... E' lei che dovrebbe partorire il coso guasto, ricordi?” a parlargli non fu lo spettro, si era rimproverato da solo, ma solo in seguito a quell'auto-rimprovero si rese conto di ciò che stava facendo. E con quella postura storta data dai problemi motori che aveva in quel momento e con quel colorito particolarmente morto sembrava anche più guasto e potenzialmente dannoso nel generare della prole di quanto era in realtà.
-S-scusami...- disse a Leshawna cercando di non guardarla.
-Ah, tranquillo. Sono troppo intelligente per farmi trascinare nelle tue paranoie del cavolo!- rispose furiosa. Anche lei sembrava non volerlo guardare.
-Non sono nelle condizioni per farlo in questo momento, ma più tardi ti darò dei testi su quella che tu hai chiamato “materia su ciò che può andare storto nell'utero” per ridimensionare le tue paure... o forse è meglio di no perchè potrebbe caricarti di ansie inutili! Ah! Non so che fare!- balbettò e respirò affannosamente, poi continuò: -C-comunque... Gli altri figli dei miei genitori sono normali. E mio nipote è normale. Quindi col mio DNA non dovrebbero esserci davvero dei problemi. Forse qualcosa è andato storto mentre crescevo o... Magari i miei genitori erano troppo avanti con gli anni quando sono stato concepito... Tanto essere posseduti non dovrebbe c'entrare con il DNA... O forse è colpa del mio carattere se sono in questo stato? In quel caso il DNA potrebbe c'entrarci un pochettino... M-ma con un'educazione decente non ci dovrebbero esserci rischi!- si affrettò a dire sentendosi in colpa per la sua lingua lunga. -D-dovrei tagliarla...- balbettò abbassando e tenendo fra le dita la sua testa.
-Harold, cosa cazzo stai...-
Il ragazzo la interruppe con quello che sembrava un altro delirio: -Ehi, Leshawna. È peggio se sei incinta perchè ho preparato un piano malvagio da ubriaco che non ricordo o perchè stavo pensando al mio vecchio professore?- disse con una piccola voce tremolante e innaturale.
-Harold, ma che...- guardandolo si accorse che il ragazzo stava lacrimando. Sentendosi osservato, lui nascose il volto con le braccia.
-Mi dispiace, non voglio infastidirti oltre, sono una persona fastidiosa che dovrebbe stare da sola.- disse il ragazzo. -Scusa non dovrei lamentarmi. Scusa, sto continuando a farlo. Scusa, davvero non lo faccio a posta. Mi spiace se ti ho costretta a stare con me per pena. Mi spiace se sto continuando a farlo.- ad ogni frase il tono sembrava frantumarsi e tremare maggiormente.
Leshawna sospirò mantenendo la calma e cercò di scoprire il volto del ragazzo. -Am... Harold, calmiamoci un attimo. Sarai anche uno stramboide, ma non sei affatto una persona intollerabile...- la sua voce si fece più bassa man mano che parlava. -Sì... potrei aver detto qualcosa sull'odiarti... ed è vero, ma non ti odio sempre! Per la maggior parte del tempo mi piace stare con te... sono felice di essere con te anche ora...-  forse il ragazzo non l'aveva sentita “Ma così non vado da nessuna parte!”
Leshawna si costrinse ad alzare la voce: -Insomma, io davvero ti sembro tipo da addossarmi il peso di qualcun altro per pena? Io che detesto le situazioni seccanti, problematiche e le cause perse?-
Il corpo raggomitolato del ragazzo smise di vibrare. Pian piano si scoprì il volto. Aveva l'espressione di qualcuno stupito e confuso che stava realizzando qualcosa. -E' vero... tu sei molto egoista!- affermò il ragazzo ridendo e lacrimando un altro po'. Visto il tono positivo con cui l'aveva detto, Leshawna decise di farglielo passare come complimento.
Harold si chinò il avanti e si poggiò con la fronte sulla spalla della ragazza abbracciandola leggermente. -Anche io sono... sono a posto sull'essere con te ora, comunque...- mormorò a disagio e rimase in quella posizione probabilmente aspettando che il proprio respiro si stabilizzasse. -Se ti fa stare meglio, dopo il parto puoi fare la parte del padre assente...- era l'unica cosa rassicurante che gli veniva in mente per ripagarla.
“Altri deliri?” si chiese la ragazza. Gli accarezzò la schiena con cautela. Supponeva che il ragazzo volesse vicinanza affettiva.
Harold non sapeva perchè si comportava in quel modo, cercò di distrarsi pensando ad altro. “Forse a Roza farebbe bene interagire e parlare con qualcuno che non sono io... Magari potrebbe esserle d'aiuto...” la sua mente stava cercando un modo per parlare a Leshawna della sua situazione.
Ma forse era solo egoismo. Tenere quella persona e i suoi ricordi all'interno era un grosso peso, sentiva di volerne parlare e condividerlo. “E' questo che sentiva Leshawna dicendo di sentirsi ridotta ad un contenitore?” pensò per un attimo. “No, no... Il feto non parla, non russa...” il russare occasionale dello spettro gli provocava un gorgoglio e una sensazione di calore alle orecchie. Se lo prendeva di sorpresa gli faceva solletico.
“Il bambino farà sentire la sua presenza più avanti...” ed era un po' preoccupato per come si sarebbe sentita Leshawna quando avrebbe cominciato a muoversi, non mancava molto in realtà. “La mia situazione invece è molto temporanea... e nessuno mi chiederebbe di tenere a lungo un' altra persona nella testa e nel corpo. Almeno credo...” mosse un po' a disagio le scapole percependo delle dita che gli toccavano la schiena.
Leshawna percependo il fastidio del ragazzo era tentata di peggiorare la situazione. Era nella sua natura essere dispettosa e vendicativa, ma si trattenne. “Vuole rimanere in questa posizione a lungo? Deve essere scomoda... è già abbastanza storto... Ah, perchè doveva essere così allampanato?” pensò infastidita.
Con naturalezza decise di stendersi con il ragazzo sopra per fargli smettere di tenere la schiena piegata. Ma Harold non percepì le sue buone intenzioni e saltellò velocemente all'indietro fino a finire sul pavimento. Se era una caduta accidentale, il ragazzo non lo diede a vedere. Rimase a osservarla con fare guardingo, accovacciato, dietro il lato opposto del letto.
-Non è che provi eccitazione quando gli altri soffrono o sono particolarmente vulnerabili?- le domandò sospettoso.
Sentendosi un po' meglio, Leshawna non si scompose. -Ehi, ti assicuro che l'ho fatto senza malizia. Ho una mente pura e innocente io.- lo prese in giro, a giudicare dalla smorfia di Harold, il ragazzo non ci vedeva molta verità dietro quel tono scherzoso. -Hai bisogno che ti aiuti a risalire?- gli chiese con un sorriso soddisfatto.
Harold si arrampicò sul letto per conto suo, ma Leshawna ne fu un po' delusa.
-Comunque mi hai interrotto mentre pensavo ad una cosa importante.- fece presente Harold.
-Ah mi spiace! Io cerco di non pensare troppo visto che tutto ciò che mi direbbe il mio cervello è “Sarai una madre terribile”- nella sua testa doveva essere una battuta, ma suonava abbastanza passivo-aggressiva.
-Non mi sono comportato bene...- disse Harold nervoso. -Se vuoi, per sentirti meglio puoi; strattonarmi, pizzicarmi, tirarmi i capelli, tagliarmi i capelli o molestarmi.- elencò freddamente ad una Leshawna incredula. Lui mostrò disagio solo quando parlò di tagliare i capelli. L'idea di tenere orecchie e nuca eccessivamente esposte a lungo non gli piaceva e le sue orecchie a sventola sarebbero state troppo evidenti. -Comunque sarebbe meglio se ti trattenessi dal fare cose penalmente perseguibili.- puntualizzò Harold con naturalezza. Era come se fosse in attesa di togliersi un grosso peso della coscienza.
-Ha-Harold, guarda che le molestie sono...-
-Se ti do il permesso è ok. Se dovessi esagerare ti dirò di fermarti ma farò del mio meglio per ripagarti.- Harold scosse le spalle e si preparò coraggiosamente a qualunque cosa dovesse subire.
Leshawna non aveva neanche voglia di spaventarlo per fargli capire a cosa l'aveva sfidata. Già se provava ad avvicinargli la mano, il ragazzo stava zitto ma strizzava gli occhi e si stringeva di più su sé stesso come per proteggersi. Indipendentemente da cosa le avesse detto, era chiaro che non volesse farsi toccare in nessun senso.
-Non penso che tu sia tanto in te... ora che ci penso, non sei sempre un po' stordito dopo aver pianto?- gli chiese apprensiva.
-Non sono io ad essere stordito! È che il pianto induce il rilascio di ormoni che inducono stanchezza e rilassamento. Alla faccia di chi dice che piangere non serve a niente, ha una sua utilità biologica invece!- sussurrò ghignando con soddisfazione. -Ah, ma tu non puoi saperlo, dici di non piangere mai...- la punzecchiò.
“Sì... Sì, è decisamente stordito...”
-Comunque... Leshawna? Perchè sei a testa in giù?- le chiese confuso.
-Amore mio, non sono io... a testa in giù...-
Il ragazzo si rese conto finalmente di star tendo le gambe e la parte inferiore della schiena sollevate come se fosse una verticale incompleta o se i suoi piedi avessero preso una coscienza propria e avessero cercato di arrampicarsi verso soffitto.
-Eh... da quanto sono così?- le chiese rosso in viso ma con un tono calmo e rassegnato.
-Direi che ti sei messo in questa posizione subito dopo che ho smesso di minacciare di toccarti. Non mi sembra una buona posizione di difesa, ma ehi, in fondo che ne so.-
“Roza?!” si lamentò lui istintivamente.
“Perchè dai la colpa a me?! Mi sono appena svegliata!” protestò l'assonnato fantasmino.
“Roza! Sono così felice di riveder... sentir... di percepirti! Mi hai fatto prendere un colpo...”
“Oh... non mi sono mai sentita così ben voluta...” disse imbarazzata. “Quasi quasi rimango qui, eh eh...” ridacchiò commossa.
“Eh... No. Non ci pensare nemmeno...” -Leshawna, ora finalmente posso parlarti di una cosa.- disse Harold con fare allegro, rimettendosi in una posizione umana... più o meno, era più una posizione da gatto o cane seduto. Roza era un po' agitata per l'improvviso entusiasmo del ragazzo, Leshawna invece si chiedeva se non doveva essere lei ad averli gli sbalzi d'umore.
-Leshawna, vuoi fare un gioco con me?-
-...Sono abbastanza sicura che ci sia qualche horror che comincia così.-
-No, al massimo potrebbe essere la frase che fa cominciare le vicende.-
-Per favore, non farmi di nuovo una proposta sadomasochista a cui in realtà non vuoi sottoporti.-
-Allora, avevo ragione! Non hai affatto una mente pura e innocente...- commentò Harold, Roza nel mentre sembrava confusa. Harold cercò di spiegarsi: -Si tratta di un gioco di... di punti di vista, di proiezione e... interpretazione.- disse incerto. -Facciamo finta che io sia posseduto da uno spettro e che ti ci voglia far parlare.- Roza buttò nella sua testa un urlo che lo fece vibrare dall'interno, ma all'esterno decise di non far trasparire nulla, si lasciò sfuggire solo una smorfia nervosa. Il gioco non era ancora cominciato.


Angolo dell'autrice:

Ciao! Come ve la passate? Spero bene.
Anche questo è stato un capitolo difficile da scrivere. C'è anche il fatto che ogni volta devo andare a ricontrollare cose dei capitoli precedenti per accertarmi di non fare alcuni errori e questo mi fa notare ancora di più quanto, per quante volte possa ricontrollare un testo, troverò sempre errori grammaticali, soggetti troppo sottointesi e altro...
Anche per questo, mi scuso molto per gli errori che mi saranno sfuggiti in questo capitolo, spero non diano troppi problemi e spero anche che il capitolo in sé possa piacervi. Difficile o meno, sono contenta di come mi è venuto.
Per ora è tutto sullo strano o inquietante o strano-inquietante, affettuoso-inquietante o affettuoso-strano... ma per il momento avendo un personaggio posseduto, un'allegra fantasmina e un'allegra donna incinta è un po' difficili che le cose non siano strane e inquietanti...
Mi scuso di nuovo per i ritmi di pubblicazione, fra esami e altro faccio il possibile ma scrivere mi piace molto e spero che ciò che scrivo possa piacere in qualche modo anche a voi. Sopratutto vi ringrazio come sempre di essere arrivati fin qui. Mi scuso se sono ripetitiva con i ringraziamenti ma lo dico sinceramente; grazie di cuore e vi auguro il meglio!
Se volete darmi dei pareri, come al solito sarò molto contenta di ascoltarvi anche se purtroppo sono molto lenta nel rispondere o_o
Alla prossima e statemi bene ^^
  
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