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Autore: stefybluemonday    04/02/2023    0 recensioni
Nessuna introduzione.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gilbert Nightray, Vincent Nightray
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Gilbert si sveglia con la calda luce del sole che si accumula sul suo viso, filtrando attraverso le tapparelle semichiuse della finestra nella sua camera da letto. Girandosi sotto le coperte, prende il telefono per controllare l'ora. 7:30. Ha trenta minuti per prepararsi e arrivare puntuale a Pandora e Dio solo sa quanto ci vorrà per far alzare Vincent dal letto. Mette giù il cellulare e si gira verso il fratellino che giace accanto a lui, ancora profondamente addormentato. Lo osserva per un po', studiando le occhiaie sotto i suoi occhi e come il suo naso si curva perfettamente e si adatta al resto del suo viso. Sorride tra sé, guardando il petto del ragazzo alzarsi e abbassarsi con il suo respiro.
"Vince" Lo chiama dolcemente. 
"Devo andare e dovresti alzarti anche tu"
Vincent apre un occhio e lancia uno sguardo assonnato verso Gilbert. Mugola tirandosi completamente addosso il soffice piumone per avvolgendoselo in modo che solo i suoi occhi siano visibili. Il suo sguardo si trasforma lentamente in un sorriso malizioso e sebbene Gilbert non possa vedere la sua bocca, può sentire il sorriso sinistro crescere.
"Vince sono già in ritardo, non possiamo-" Gilbert viene interrotto.
"No, no, non è questo che avevo in mente, fratello pervertito. Lo so che vai di fretta, non vorrei che ti mettessi nei guai con il Cappellaio per essere arrivato tardi al lavoro"
"Non sarebbe Break ad essere sconvolto, ma Reim. Il Cappellaio, come lo chiami tu, non batterebbe ciglio. Ho perso il conto di quante volte è arrivato lui in ritardo"
Vincent soffoca una risata, senza degnarsi di muoversi.
"Ti lascio la chiave di riserva, chiudi la porta quando esci" 
Aggiunge Gilbert, allungando le gambe e scendendo dal letto. Come prima cosa va alla finestra, tirando indietro le persiane e rivelando la vista della città per cui lavora così duramente. Prova un senso di orgoglio sapendo di averla salvata più di una volta dalle costanti minacci derivate dai Chain. Vincent sibila drammaticamente, imitando un vampiro che sta bruciando al sole, facendo alzare gli occhi al cielo al fratello.
Mentre si toglie la maglietta e si dirige verso il bagno, Vincent inizia a ridacchiare.
"P-perché ridi di me?" chiede Gilbert con una fitta di genuina preoccupazione nella voce.
"Non sto ridendo di te, te lo giuro”
"Allora di cosa stai ridendo?"
Vincent cerca di contenersi, ma a questo punto sta ridacchiando come una scolaretta a un pigiama party. Gilbert allora, temendo il peggio, si fionda davanti lo specchio del bagno, asciugandosi il sonno dagli occhi. Mentre si guarda più da vicino, nota dei piccoli segni rossi che gli scendono dal collo lungo tutto il petto e la clavicola. Sono... succhiotti? 
"E-ehi! quando l'hai fatto!" Gilbert sbircia la testa oltre la porta del bagno per guardare Vincent che continua a sorridere maliziosamente e questo riempie di calore il viso del fratello imbarazzato.
"Mentre stavi dormendo. Sono un po' sorpreso che tu non ti sia svegliato." Dice timidamente.
"Avevi un qualche motivo specifico o volevi solo mettermi in imbarazzo?"
Vincent si sente arrossire. Abbassa lo sguardo per evitare che Gilbert veda la sfumatura rosea che gli cresce sulle guance.
"Volevo che tutti sapessero... che sei mio. Off limits." Dice piano, sottovoce. 
Chiunque non sia Gilbert non sarebbe stato in grado di sentire qualcosa di così silenzioso dall'altra parte della stanza. Il ragazzo arriccia le labbra, nascondendo il sorriso, addolcito da tale rivelazione. 
Sia Gilbert che Vincent hanno un senso del romanticismo un po' particolare: abbandonati e venduti dalla madre; costretti a vagare per strada combattendo il freddo, la fame e la paura; ingannati da una persona spregevole che li ha salvati solo per poi usarli per i suoi folli scopi, e la lista non finisce certo qui.
Dopo una lunga pausa, Gilbert finalmente risponde: 
"Lo sai che devo andare a lavorare così, vero?"
"Questo è un po' il punto." Vincent alza lo sguardo e incontra gli occhi del maggiore, facendo un tenero broncio con indosso una maglietta oversize rubata. Gilbert si avvicina al ragazzo nel suo letto, gli striscia sopra e lo abbraccia.
"Sapevo che in realtà non eri arrabbiato" dice Vincent, ridacchiando e accettando con piacere quel gesto semplice ma pieno di affetto. Lo stesso affetto che gli era stato negato per anni e di cui, finalmente, poteva godere quando e come desiderava.
"Zitto" Gilbert stringe più forte a sé, cogliendolo un po’ di sorpresa. Restano in quella posizione per qualche secondo, ma Vincent è convinto che, in realtà, siano trascorse ore e si sente triste e deluso quando Gilbert si stacca da lui. Voleva restare ancora tra quelle braccia in cui si sentiva protetto e amato. Non sognava altro che la vicinanza della persona a cui teneva più in assolto.
"Va bene, va bene, ora devo davvero andare" 
Annuncia il ragazzo più grande cominciando a raccogliere i vestiti dal pavimento. Si avvicina al suo lato del letto e prende il telefono. 7:45. Il tempo scorre troppo in fretta a volte. 
"Immagino niente doccia per me stamattina, dato che qualcuno mi ha distratto"
"Vai a farti la doccia, ti preparo io qualcosa da mangiare"
Gilbert adora quando Vincent cucina per lui. Ha imparato in fretta come muoversi tra i fornelli senza farsi male o bruciare il cibo e adesso può assaporare delle vere prelibatezze. Certo, non è a suo stesso livello, ma non se ne sarebbe lamentato, non quella mattina almeno.
Pochi minuti dopo, Gilbert arriva barcollando in cucina, i capelli fradici, i pantaloni gettati sulle spalle e la camicia abbottonata male. Vincent è in piedi dietro il bancone della cucina, intento a tagliare la frutta in piccoli quadrati.
"C'è un profumo così buono qui dentro!" esclama Gilbert, avvicinandosi e mettendo le mani sulla vita dell'altro ragazzo. Sente che il corpo del più piccolo si tende, rilassandosi quasi subito quando realizza che è suo fratello.
"E’ pronto. Sto anche preparando il caffè proprio come piace a te. Forse dovresti finire di vestirti, no?" dice Vincent, senza distogliere lo sguardo dal suo compito. Gilbert lo bacia sulla guancia e va a mettersi il resto della sua tenuta da lavoro. Quando torna, c'è una tazza fumante di caffè che lo aspetta sul tavolo, insieme a una ciotola di mela perfettamente tagliata a cubetti. Gilbert sorride mentre si siede, pronto a rilassarsi per altri cinque minuti, giusto il tempo per terminare di mangiare, prima di dover correre fuori dalla porta. 
"Hai davvero bisogno di asciugarti i capelli. Ti prenderai un raffreddore, baka Nii-san" 
Vincent corre in bagno e torna velocemente con un asciugamano iniziando ad strofinare con cura i capelli di Gilbert.
"A-aspetta, Vince! Non riesco a mangiare così!" Gilbert inclina la testa all'indietro e guarda i fratellino negli occhi eterocromatici.
"Sono serio, Gil. Non voglio che ti ammali, anche se non mi dispiacerebbe affatto prendermi cura di te. Ma fa freddo la mattina"
Vincent tiene il viso del ragazzo tra le mani, guardandolo accigliato. Fa un sorriso e bacia Gilbert sulla fronte. A quel punto il ragazzo più grande si arrende, lasciandosi coccolare ancora un po’. Per una mattina arrivare in ritardo non lo avrebbe ucciso.
Circa venti minuti più tardi, Gilbert è pronto ad uscire, afferrando la pistola e mettendosi il suo fidato cappello, picchiettandosi le tasche per assicurarsi di avere tutto. Controllo del portafoglio. Controllo delle chiavi. Telefono: introvabile. Alza lo sguardo e inizia a cercarlo prima di essere interrotto da Vincent.
"Cerchi qualcosa?" Porge ad Gilbert il suo cellulare e il favore viene ripagato da un bacio sulla guancia che lo fa arrossire fino alla punta dei capelli. Deve ancora abituarsi a quelle dimostrazioni d’amore proprio da parte di Gilbert. Ma lo farà, vuole farlo.
Gilbert cammina verso la porta prima di assicurarsi di guardarsi bene allo specchio e a quel punto ricorda. Ha ancora i succhiotti su tutto il collo, ben visibili. Geme per la frustrazione e Vincent non può fare a meno di ridere.
"Buona giornata al lavoro, Gil, mi assicurerò di chiudere a chiave prima di tornare alla villa dei Nightray" scherza Vincent prima di salutare il suo fratellone con un bacio.
   
 
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