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Autore: Dreamer47    05/02/2023    1 recensioni
È il 2005.
Sam e Dean sono ancora all'oscuro dei piani di Azazel.
Le loro giornate sono intrise di mostri e di streghe, vogliono ancora trovare John ed uccidere l'assassino di Mary, quando una ragazza incontrata per caso entrerà a far parte della loro vita.
Hunters' legacies non è solamente la storia dei fratelli Winchester, ma anche quella di Abby Harrison, una giovane ragazza dal cuore spezzato e dal destino turbolento il cui unico scopo è la vendetta.
Insieme, riusciranno ad ottenere ciò che vogliono più di ogni altra cosa.
Genere: Erotico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: AU, Soulmate!AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
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Hunter's legacies
Capitolo 41.
 
 
Spense il motore della sua auto dopo averla fatta scivolare fino al garage del bunker e rimase per qualche secondo in silenzio e ferma all'interno dell'abitacolo buio, sospirando rumorosamente lasciandosi andare sul sedile: era davvero stanca dopo aver guidato da sola per quasi nove ore, fermandosi ogni tanto per sgranchirsi le gambe e pernottando per qualche ora in un motel lungo la strada. 
Abby era stata chiamata qualche giorno prima da Silver, la quale l'aveva invitata a recarsi urgentemente a casa sua perché aveva qualcosa di molto importante da dirle chiedendole però di mantenere il segreto con il loro fratello Dan, col quale si sentisse giornalmente poiché Dan era sempre preoccupato per l'incolumità di Abby data la vita che avesse scelto. 
Abby riuscì a partire solamente il giorno successivo alla telefonata della sua sorella, perché si trovava invischiata insieme ai due ragazzi in un caso piuttosto particolare: Kevin non era passato oltre dopo che Gadreel per mano di Sam lo avesse ucciso, ed il profeta era riuscito a mettersi in contatto con loro per chiedergli aiuto nel ritrovamento di sua madre, Linda. 
Fu un colpo al cuore per i tre cacciatori, specialmente per Dean, quando Kevin riuscì a manifestarsi e a farsi vedere, dicendo loro che non ci fosse nulla da perdonare perché la sua morte non era stata colpa loro. 
Dopo aver salvato Linda, l'avevano vista andare via e portare con sé l'anello a cui Kevin fosse rimasto attaccato; Abby aveva visto il modo in cui il maggiore soffrisse per via della perdita del profeta, ma anche per ciò che Sam gli avesse detto in un momento di pure rabbia, quando gli aveva puntato un dito contro per fargli sapere che se fosse stato Dean in punto di morte, lui lo avrebbe semplicemente lasciato andare senza curarsi di riportarlo dentro o di mettere dentro di lui un angelo, perché la vita doveva seguire il suo corso naturale e se uno dei due fosse morto, l'altro avrebbe solamente dovuto lasciare la presa. 
Abby sbuffò e scosse la testa all'interno della sua auto scacciando quei pensieri, sentendosi invece ancora parecchio scossa dalla rivelazione di sua sorella; si passò una mano sul viso e sentí il suo telefono vibrare abbandonato sul sedile del passeggero, allungando una mano per afferrarlo. 
Sorrise amaramente quando vide il messaggio di Silver che le chiedesse con preoccupazione se fosse arrivata al bunker e se stesse bene, ed Abby non riuscì a far altro che pensare che fosse una grande ruffiana, premendo i tasti sullo schermo per dirle che fosse tutto ok, nonostante non lo fosse. 
Abby aveva sentito Anael che ogni tanto la chiamasse da quando lei e Dean fossero tornati al bunker e si fosse instaurata una sorte di pseudo pace con Sam, con il quale riuscissero ad andare almeno a caccia insieme, mantenendo i rapporti sul professionale anche col suo stesso fratello; Anael e Castiel di tanto in tanto li aggiornavano, riferendo loro come l'ennesima guerra civile in Paradiso andasse pian piano rientrando da quando Castiel avesse ucciso Bartolomeo, l'ex protetto di Naomi che volesse assumere il controllo, e da quel momento un piccolo gruppo di angeli si era unito a loro per costituire una vera e propria fazione che si opponesse a Metatron, che si servisse della tavoletta angelica per avere più potere. 
Abby era mancata da casa solamente per due giorni, eppure aveva sentito tanto la mancanza di quel posto, aveva sentito la mancanza di Dean ma più terribilmente quella di Mary, che ormai non vedesse da quasi un mese; aveva chiuso il suo contratto di lavoro con Molly e Jerry, dicendo loro che non sarebbe più stata disponibile per quel lavoro. 
Lo faceva per il bene della piccola ed anche un po' per la già precaria salute mentale sua e di Dean, ma era difficile riuscire a resistere all'impulso di mettersi alla guida della sua auto per dirigersi ad Austin, a quasi undici ore dal bunker. 
L'ultima cosa che i due ragazzi avrebbero voluto era proprio che Abaddon venisse a sapere dell'esistenza di Mary, preda molto facile per lei e che rappresentasse l'unico modo che avesse per bloccare il piano dei cacciatori che consistesse nel trovare la Prima Lama ed ucciderla una volta per tutte. 
Per questo era necessario che Abby e Dean azzerassero i contatti con Mary, per questo non dovevano più sentire i suoi genitori adottivi, né vedere la bambina. 
Sospirò rumorosamente ed aprí lo sportello, iniziando a farsi forza per trovare i due ragazzi e chiedere loro cosa fosse successo durante la sua assenza, dato che Dean le avesse detto che si fossero messi sulle tracce della Prima Lama, poiché Crowley non ne aveva trovato la minima traccia in fondo all'oceano, punto in cui Cain l'avesse gettata secoli prima per mantenere la sua promessa a Colette. 
Salì le scale del garage tenendo in spalla il suo borsone ed accedendo alla sala lettura completamente vuota: era pur vero che fossero le tre di mattina, ma Abby pensava che avrebbe trovato qualcuno sveglio a fare qualche ricerca. 
Non capí se il fatto che non ci fossero libri sparsi sui tavoli o pc con delle pagine aperte sul web fosse un fattore negativo o uno positivo, ma passò oltre in silenzio fino ad imboccare il piccolo corridoio alla destra delle grandi scale che portassero all'accesso principale del bunker, e vide la luce della cucina accesa mentre dei rumori di bottiglie attirarono la sua attenzione. 
Si sporse dalla porta, appoggiando una mano allo stipite per osservare chi vi fosse lì dentro e vide Dean seduto sulla panca del tavolo intento a sorseggiare una birra ed a leggere qualcosa al suo portatile che lo interessasse molto, o almeno quello fu ciò che dedusse Abby dedusse dal fatto che lo vide metterci molto prima di sollevare lo sguardo ed accorgersi di lei. 
Il viso serio, teso e preoccupato di Dean, si sciolse in un grande sorriso felice che distese la sua espressione, mentre la vide avanzare verso di lui con il suo stesso sorriso e lasciare andare il suo borsone a terra. 
Dean chiuse di scatto il suo PC e posò la sua birra, tendendo le sue braccia in avanti per accoglierla e farla sedere sulle sue gambe, abbracciandola stretta e sorridendo contro le sue labbra, per poi respirare il suo odore che gli fosse decisamente mancato e scambiando con la ragazza un lungo bacio intenso e significativo che avesse il sapore di un caloroso bentornato a casa. 
Abby strinse le braccia attorno al suo collo sistemandosi sulle sue gambe, mentre sentiva le mani del cacciatore toccarle la schiena e la testa per avvicinarla di più a sé, per poi appoggiare la fronte contro la sua e ricambiare il suo grosso sorriso. "Ciao..". 
"Ciao ragazzina.." sussurrò Dean sorridendo ed allentando appena la presa su di lei per guardarla meglio e spostare i suoi lunghi capelli ramati dietro la schiena, avvicinandosi nuovamente e dandole un bacio a fior di labbra. "Mi sei mancata tanto". 
"Lo sento.." sussurrò Abby ridendo di gusto, muovendo la coscia destra contro la quale sentiva la mancanza di Dean trasformarsi in passione, ma poi tornò più seria e gli sfiorò il viso con un sorriso felice. "Anche tu mi sei mancato". 
Dean seguí la sua risata e la continuò a tenere ferma su di sé, superando la sua giacca di pelle ed insinuando le mani sotto la sua maglia di cotone, sfiorandole la pelle della schiena e dei fianchi per farle venire i brividi, chinandosi a baciarle il collo con dolcezza. "Come stanno Silver e Matt? Qual era l'emergenza?".
Abby sentí la voce del cacciatore divenire sempre più rauca mentre la stringeva a sé e lei non lo aiutò, dato che si mosse istintivamente su di lui e toccando ciò che emergesse in rilievo dai suoi jeans scuri facendolo gemere e meritandosi un'occhiataccia fintamente arrabbiata da Dean, che stava provando con tutte le sue forze a non spingersi troppo oltre, altrimenti l'avrebbe trascinata velocemente nella loro stanza senza neanche parlare. 
Abby rise ancora e lo sentí tornare ad affondare il viso sul suo collo e le sue mani sulla schiena, e si schiarí appena la gola per concentrarsi e rispondere alla sua domanda. "Beh, decisamente troppo bene: mia sorella è incinta". 
Il ragazzo sollevò il viso per guardarla seriamente e smise di baciarla, sollevando un sopracciglio ed iniziando a sorridere. "Ma è una notizia fantastica!". 
Dean vide però lo sguardo scocciato di Abby, che scosse la testa e si allungò sul tavolo per prendere la birra mezza vuota che fino a qualche istante prima stesse bevendo lui, e bevve qualche sorso abbondante per poi scuotere nuovamente la testa con aria seccata. Osservando la sua espressione quasi arrabbiata, Dean mise su uno sguardo confuso continuandola a guardare. "Immagino che non sia fantastico, giusto? Perché non lo è, scusa?". 
Abby roteò gli occhi con aria seccata, scuotendo la testa e serrando le braccia al petto mentre lo guardava con un sopracciglio sollevato. "Perché il figlio è di Matt e io non voglio che il bambino sia vegetariano o che salti la scuola per andare dietro agli ideali del padre! Basta già Matt come hippie in famiglia".
Dean non riuscì a trattenersi e scoppiò in una fragorosa risata, notando però il modo in cui Abby lo stesse fulminando con lo sguardo, facendogli capire che per lei fosse davvero importante che suo nipote vivesse in una famiglia normale. "Stai esagerando: Matt non è così male e poi data la stravaganza di Silver, credo che ci voglia un tocco più neutralista in quella casa". 
Abby fece una smorfia e lo guardò in cagnesco, perché sapeva che la gravidanza di sua sorella avrebbe inciso molto sul rapporto fra i tre fratelli o forse era solamente spaventata che Silver facesse un passo più lungo della gamba, dato che stesse con Matt da poco più di un anno; Dean sorrise audacemente e l'avvicinò piú a sé tirandola più a sé dalle cosce e facendola sistemare questa volta a cavalcioni su di lui, tornando a far collimare le loro labbra per farla rilassare ed eliminare ogni traccia di rabbia dalla sua mente. 
La ragazza si scostò dopo poco facendo pressione sul suo petto per dirgli di fermarsi, appoggiandosi con i gomiti al tavolo dietro di sé e guardandolo con un ghigno sul viso per poi diventare più seria. "Non mi hai detto com'è andata la caccia per trovare la Prima Lama". 
Dean la guardò per qualche istante cercando di nascondere nel punto più profondo di sé cosa avesse sentito dentro si sé quando avesse stretto la Lama per la prima volta fra le dita e la sensazione di essere onnipotente, e accennò un sorriso ironico, per cercare di avvicinarla nuovamente a sé. "Non voglio parlare di questo adesso, voglio solamente toglierti tutti i vestiti". 
Abby sorrise e gli afferrò il viso fra le mani, che nel frattempo era tornato a baciarle il collo per poi scendere sempre di più facendola rabbrividire e rendendole arduo il compito di resistere al suo corpo; ma la ragazza spezzò quel momento con molta forza di volontà e gli sollevò il viso, guardandolo negli occhi nonostante lui cercasse di distogliere lo sguardo per non farle capire quanto fosse andata male. 
Dean sospirò rumorosamente e scosse la testa, liberandosi della sua presa e mettendosi dritto con la schiena, grattandosi distrattamente il naso e facendo spallucce. "Ce l'aveva l'unico superstite degli Uomini di Lettere, un pazzo che nascondeva la sua casa con la magia e dove all'interno teneva tanti manufatti, tra cui la Lama. Voleva imprigionare anche me per far parte della sua collezione, ma io l'ho ucciso.. con la Lama". 
Abby ascoltò molto attentamente e si sforzò di non dar peso al fatto che Dean avesse distolto lo sguardo per qualche istante prima di pronunciare la fine della frase, notando però che ci fosse davvero qualcosa che non andasse nella sua espressione e nelle sue parole. 
Sospirò rumorosamente e gli sfiorò io petto attraverso la camicia, accennando un piccolo sorriso di incoraggiamento. "Dov'è adesso la Prima Lama?". 
Dean tornò a guardarla con aria più seccata e fece spallucce. "L'ha rubata Crowley, ha paura che io la possa usare su di lui prima di uccidere Abaddon".
Abby annuí sospirando, avvicinandosi un po' di più a lui e stringendo le gambe attorno alla sua schiena, e gli carezzò le braccia. "Pensi che ce la darà quando sarà il momento e dovrai uccidere Abaddon?".
"Penso che Crowley voglia Abaddon fuori dai giochi quanto noi, quindi.." sussurrò Dean facendo spallucce e sospirando, afferrando la sua mano con cui giocasse con la sua camicia e portandosela alle labbra per baciarle il dorso con dolcezza. 
Abby sospirò ancora con sopracciglia aggrottate, scuotendo la testa e guardandolo con aria colpevole. "Mi dispiace, avrei dovuto essere lì con te. Sarei potuta andare da Silver in un altro momento, ma proprio adesso che..". 
"Ogni tanto almeno uno di noi si merita un po' di normalità. Hai fatto bene ad andare da tua sorella, tanto non mancheranno altri momenti orribili da condividere.." sussurrò Dean sorridendo con un ghigno e sfiorandole il viso per liberarlo dai lunghi capelli, avvicinandosi nuovamente al suo viso e guardandola con un bruciante e fortissimo desiderio che gli inscurisse persino le iridi verdi. "Ti ho già detto che mi sei davvero mancata, ragazzina?". 
Abby lo guardò per un istante e del suo malumore dovuto alla rivelazione di sua sorella - di cui per altro sarebbe dovuta essere lei ad informare il loro fratello maggiore per subirne prima lei stessa l'ira, evitando un ulteriore stress alla sorella in dolce attesa- rimase ben poco; sorrise e sentí nuovamente le labbra di Dean scontrarsi con le sue, lasciando che si impadronisse di lei la voglia di gettare a terra il PC ed i fascicoli che il ragazzo avesse impilato precedentemente sul tavolo, per amarsi proprio lì tanta era l'eccitazione che le fece salire con uno sguardo. 
Sentí le mani del ragazzo afferrarla con troppa forza dai glutei ed Abby si sforzò di ignorare il dolore, mentre Dean si alzò di corsa con lei in braccio ed uscì dalla cucina, mentre la risata di Abby si perse nei corridoi del bunker; lo sentí lottare con la serratura della loro stanza che non accennava ad aprirsi sotto la sua grande mano tremante, dato che Abby aveva preso a baciargli il collo in quella maniera che sapeva gli facesse perdere il controllo. 
Dopo innumerevoli tentativi, Dean riuscì ad averla vinta sulla maniglia e solo dopo si accorse che gli fosse rimasta in mano per la troppa forza che avesse usato, ma non ci prestò attenzione più di tanto lasciandola scivolare sul pavimento con un tonfo, entrando con la ragazza ancora aggrappata su di sé e sbattendosi la porta alle spalle; spinse Abby con forza contro le assi di legno della porta ed iniziò a baciarla con urgenza, arrivando persino a strappare la maglia che indossasse per la troppa voglia che avesse di lei in quel momento. 
La ragazza cercò di spingerlo leggermente per uscire da quella trappola non più piacevole per via della forza che Dean stesse usando senza neanche rendersene conto mentre la baciava e la schiacciava contro il legno, ma il cacciatore non riuscì più a udire i suoi richiami sempre più seri, mentre le sue mani la toccavano ovunque inziando ad aprire la fibbia della cintura dei jeans che Abby indossasse. 
Tutto ciò che Dean riusciva a sentire in quel momento era solamente il suo folle desiderio verso Abby, oltre che il forte pulsare del Marchio sul suo avambraccio destro che lo istigasse ad essere più violento e lo inferosisse sempre di più.
Solamente quando si accorse della pressione esercitata sul suo petto da Abby, si rese conto della forza che stesse usando su di lei e sgranò appena gli occhi guardandola con aria confusa: fu solamente un momento, ma Abby era riuscita a percepire nei suoi occhi qualcosa di diverso, qualcosa che non lo faceva sembrare più neanche Dean, e subito intuì che qualcosa di strano doveva essere accaduto nel momento in cui il ragazzo avesse stretto la Prima Lama fra le sue mani. 
Ricordò le parole di Cain che avevano cercato di dissuaderlo dal prendere il suo Marchio, eppure Dean si era interstardito che quello fosse l'unico modo per mettere in salvo Mary da Abaddon, rifiutandosi di ascoltare le conseguenze mentre gli porgeva il suo braccio ed osservava il modo in cui la cicatrice rossastra che altro non fosse che il simbolo del peccato di Cain trasferirsi sulla sua pelle. 
"Tutto bene, ragazzina?".
Abby vide il suo sguardo tornare normale ed il sorriso sul volto del ragazzo essere esattamente uguale a quello che gli avesse visto qualche istante prima di finire schiacciata contro la porta, ma la ragazza fece spallucce accennando un sorriso e cercando di non dare troppo peso a quell'episodio: se c'era un aggettivo che si adattasse perfettamente ai due ragazzi era proprio l'essere tremendamente e profondamente passionali, quindi il modo di fare di Dean si sarebbe perfettamente potuto classificare in un eccesso di passione, eppure Abby non riusciva a convincersene fino in fondo. 
"Si, certo" rispose la ragazza sorridendo, sollevandosi sulle punte per dargli un veloce bacio a fior di labbra e sfiorandogli le braccia. "Sono solamente stanca per il viaggio, tutto qui". 
Dean le sorrise teneramente e le sfiorò la guancia, guardandola con la sua solita aria preoccupata che la fece rasserenare non poco e sciogliere di più dopo quel piccolo episodio che decise di ignorare, e si avvicinò al suo orecchio per sussurrarle in maniera seducente: "Vuoi che ti lasci riposare?". 
"Oh, ho ancora qualche energia da poter usare.." sussurrò la ragazza ridendo di gusto, lasciando scivolare le mani sulle sue spalle per tornare a baciarlo con un po meno trasporto di prima. 
Dean rise contro le sue labbra e ricambiò il bacio, lasciandosi trascinare con lei sul loro grande letto mentre Abby si metteva a cavalcioni su di lui, sorridendogli audacemente per fargli capire che sarebbe stata lei a prendere in mano la situazione e a soddisfare entrambi, mentre i vestiti iniziarono a scivolare sul pavimento uno dopo l'altro. 
Il ragazzo la lasciò fare e cercò di non perdere il controllo mentre Abby si muoveva su di lui prima velocemente, fino a portarlo quasi all'apice del piacere, e poi in maniera lenta, tenendolo giù e controllando ogni sua mossa con sguardo attento; si guardarono negli occhi per dei lunghi istanti e Dean pensò che fare i conti con la passione di Abby e fare l'amore con lei fosse sempre un'esperienza mistica, che gli facesse perdere il controllo in quel modo, e non riuscì a trattenersi dal dirle ciò che pensasse mentre ancora Abby si muovesse sul suo corpo. 
Ma quella volta fu diverso, perché nonostante dirle quanto l'amasse fosse una consuetudine, Dean quella notte glielo disse con tono differente e quasi per farsi perdonare dall'aver ecceduto un po' troppo con l'enfasi: Abby non era la sola ad essersi accorta di quell'istante in cui avesse perso il controllo e Dean si era ritrovato a risvegliarsi da quel momento in cui vedeva tutto rosso e stringeva le mani un po' troppo sul suo corpo, rendendosi conto che probabilmente sarebbero apparsi dei lividi. 
La osservò sorridere serena e stendersi sul suo petto, nonostante capisse la preoccupazione che Abby stesse nascondendo dietro al suo sguardo e il cacciatore si trovò a chiedersi fino a che punto si sarebbe spinto e cosa il Marchio gli avrebbe chiesto di fare, lasciandolo ad obbedire in un altro di quei momenti in cui avrebbe perso il controllo. 
 
 
 
 
Si mosse lentamente uscendo dalla porta del casale abbandonato dentro cui avessero concluso la loro ennesima caccia, seguendo i due ragazzi davanti a sé muovendosi con aria sconvolta e confusa; stava provando con tutte le sue forze ad apparire normale, come se niente di tutto ciò che avesse visto dentro quel casolare l'avesse sconvolta davvero, come il sangue e le morti violente. 
Abby intercettò lo sguardo di Sam, quando i due l'accompagnarono fino allo sportello della sua auto: le sembrò di guardare in uno specchio data l'espressione sul volto del cacciatore. 
Anche Sam era estremamente sconvolto ma cercava in tutti i modi di non darlo a vedere perché non aveva ancora elaborato il modo in cui Dean si fosse comportato durante quella caccia, il modo in cui avesse dilaniato quei mostri solamente per gratificazione personale. 
Abby si affrettò ad interrompere quello sguardo eloquente con Sam per non far insospettire Dean che si sporse ad aprire la sua portiera con un gesto galante ed un sorriso tranquillo sul volto; Abby si voltò a guardarlo e si sforzò di sorridere mantenendo le distanze, ma presto il ragazzo si sporse verso di lei per darle un veloce bacio a fior di labbra, sorridendole e sfiorandole una guancia. 
Quasi si tirò indietro per non farsi toccare quando sentí la mano di Dean indugiare sul suo viso per eliminare uno schizzo di sangue sul suo zigomo, probabilmente depositatosi sulla sua pelle quando Abby si fosse avvicinata sconvolta a Dean, che dopo aver ucciso quel covo di vampiri aveva continuato a colpire i loro corpi senza vita, indugiando su di loro con la Prima Lama che avesse segretamente portato con sé. 
Crowley infatti aveva ceduto sotto insistenza dei tre cacciatori e aveva consegnato loro la Prima Lama, dato che nelle sue condizioni non fosse d'aiuto a nessuno e avesse rivelato alla serva di Abaddon il loro piano di ucciderla proprio con Lama: avevano perso l'effetto sorpresa, ma il piano restava e presto o tardi Dean l'avrebbe uccisa. 
Solamente dopo Sam ed Abby si erano resi conto che farsi consegnare quell'arma dal demone fosse stata l'idea peggiore che potessero avere, perché Dean iniziò a portare la Lama sempre con sé, usandola anche quando non fosse necessario ed iniziando ad colpire ancor prima che potessero fare delle domande. 
Come quando Sam aveva scoperto che Abaddon avesse iniziato a rubare le anime degli umani per creare un piccolo esercito di demoni sempre epiu forti pronti a seguirla, e subito dopo avevano trovato insieme Gadreel, poi torturato e quasi ucciso da Dean, che riuscì a fermarsi proprio pochi istanti prima che la Lama perforasse il petto dell'angelo. 
Era stata Anael ad urlargli di fermarsi, perché Gadreel per quanto meritasse di morire per ciò che avesse fatto utilizzando il corpo di Sam, rappresentava però l'unica speranza che avessero per riavere indietro Castiel, tenuto prigioniero da Metatron e che volesse compiere uno scambio: un soldato per un soldato. 
In tutto quel trambusto, Metatron stava inziando ad avere un numero di seguaci sempre maggiore, per questo Castiel, una volta tornato, decise insieme alla sua compagna Anael di richiamare a loro quanti più angeli possibili per contrastare la sua ascesa al Pardiso. 
Abby si schiarí la gola e si sforzò di sorridere nella direzione del ragazzo, strisciando sulla fiancata ed entrando in macchina, dopo aver detto loro che si sarebbero visti al bunker, e senza neanche aspettare una risposta aveva acceso il motore ed era uscita da quella strada privata sparendo nel buio della notte. 
Dean rimase a fissare la macchina allontanarsi sempre più velocemente fino a che non ne rimase più traccia, ed abbassò il viso con aria dispiaciuta e scuotendo la testa, sentendo lo sguardo del fratello sopra di lui; si voltò a guardarlo e Sam rimase a fissarlo con le mani nelle tasche della sua giacca leggera e un'espressione molto diversa da quella della donna che fosse appena andata via, ma il maggiore scosse la testa perché sapeva che dentro di sé Sam stesse provando le stesse sensazioni che avesse provato Abby prima di scappare via, la differenza stava nel fatto che suo fratello fosse molto più bravo a nasconderlo. 
"Che c'è, Dean?".
Il maggiore lo guardò per qualche istante stringendo le labbra un un'espressione contrariata e scosse la testa, dirigendosi verso la sua auto e camminando sul terreno fangoso, ma non entrò subito in auto, piuttosto rimase a fissare un punto indecifrato oltre la casa ormai vuota e silenziosa. "Hai visto come mi ha guardato?".
"Di che parli?". 
Dean spostò lo sguardo verso il fratello ed accennò un sorriso amaro, perché sapeva che Sam stesse provando a coprire Abby e la sua incapacità di mentirgli e di nascondere le sue vere emozioni quando si trattasse di lui, e sospirò profondamente. "Il nostro lavoro è difficile Sam e ultimamente mi sono ripetuto fin troppo che non c'è niente di male se di tanto in tanto mi diverto tagliando qualche gola. Ed Abby, beh lei mi vede uccidere questi esseri da.. da sempre. Ma non mi ha mai guardato come stasera: era spaventata, Sammy. Spaventata da me". 
Sam deglutí a fatica e sospirò, iniziando però a considerare quel dialogo e quell'apertura nei suoi confronti come un grosso passo avanti, perché nelle ultime settimane Dean non aveva mai parlato con suo fratello di cosa gli stesse accadendo, nonostante fosse evidente. 
Fece qualche passo avanti raggiungendo la fiancata opposta dell'auto ed appoggiando gli avambracci contro il tettuccio, puntando il suo sguardo dritto in quello confuso del fratello, che lo guardò in cerca di risposte: per la prima volta Dean non aveva la più pallida idea di cosa fosse giusto fare, iniziando a pensare che magari la risposta giusta ce l'avesse Sam. 
"Hai ragione: ho visto Abby lottare con Azazel, Lucifer o con me quando non avevo l'anima, ma non l'ho mai vista spaventata come questa sera" disse Sam sospirando e confermando i dubbi del fratello, facendo spallucce e scuotendo appena la testa. 
Dean aggrottò le sopracciglia e lo guardò con aria ancora più confusa, appoggiandosi alla fiancata mentre studiava il suo volto con attenzione. "Dovresti rassicurarmi, dirmi che..".
"Che le passerà? Che non è solo questione di tempo prima che scappi a gambe levate da te, perché tu la spaventi? Non ti dirò quello che vuoi sentirti dire, Dean: non posso dirti che va tutto bene, quando è evidente che non è cosi" rispose Sam guardandolo con espressione sinceramente dispiaciuta, perché lo faceva soffrire e stare male da matti sapere che suo fratello fosse arrivato fino a quel punto. "Ma se tu accetti di darmi la Lama adesso e di riprendertela solamente quando dovrai affrontare Abaddon, magari riuscirai a tornare te stesso e a non perdere Abby". 
Dean lo guardo per qualche istante con le labbra dischiuse e sopracciglia aggrottate, ritrovandosi senza neanche accorgersene a stringere forte i pugni per la rabbia solamente all'idea di allontanarsi dalla Lama: ben presto però si rese conto che quella rabbia fosse dettata dal Marchio, lo stesso che gli aveva fatto compiere dei massacri nelle ultime settimane e che gli aveva fatto perdere il controllo con Abby, quando fosse tornata a casa dopo il viaggio a Peoria da Silver, ed il mattino seguente aveva notato sulla pelle pallida della ragazza ancora nuda e addormentata accanto a sé dei lividi che combaciassero perfettamente con la forma delle sue dita e dei suoi palmi.
Il maggiore annuì lentamente e distolse lo sguardo, chiedendosi sempre di più cosa stesse diventando. 
Infilò la mano destra nel retro della sua cintura, dove trovò la Prima Lama ancora imbrattata di sangue, e la impugnò sfiorando con le dita l'osso che la costituisse e sentendo il forte richiamo del Marchio che gli suggerisse di non compiere un'azione così stupida; si morse la lingua per concentrarsi sul dolore fisico e senza guardala spinse la Lama sul tettuccio dell'Impala, facendo segno al fratello di afferrarla e di toglierla dalla sua vista. 
Si infilò velocemente in auto per accendere il modo e vide presto Sam entrare in auto senza arma in mano, presumendo che l'avesse inserita nella tasca interna della sua giacca dato che Dean perepí il suo richiamo per tutto il viaggio di ritorno al bunker, ma trovò la forza di ignorarlo: aveva accettato di portare il Marchio e di essere l'unico a poter sconfiggere Abaddon per un unico motivo, cioè quello di salvare il mondo in cui sarebbe vissuta la sua bambina e di certo Dean non voleva che Mary una volta cresciuta avesse scoperto della sua incapacità di resistere al fascino del male, condannando la sua anima uccisione dopo uccisione. 
Guidò più velocemente nel tentativo di raggiungere l'auto di Abby, immaginando però che la ragazza avesse schiacciato il piede sull'acceleratore a tavoletta per arrivare al bunker il più velocemente possibile ed iniziare un'altra delle sue ricerche sul Marchio, cercando una scappatoia che potesse toglierlo dal braccio di Dean. 
Ringraziò mentalmente il cielo che quella caccia fosse proprio vicino casa e posteggiò la sua auto proprio vicino a quella di Abby nell'ampio garage del bunker, dove vide Sam sparire con aria seria e poco rassicurante perché avrebbe nascosto la Lama in un punto in cui Dean non poteva trovarla, in maniera tale che non potesse rubarla e scappare via senza che se ne accorgesse. 
Dean scese dall'auto, trovandosi solo nel garage e sospirò chiudendosi dietro lo sportello, dirigendosi a grandi passi verso la scala che lo avrebbe condotto alla sala lettura, dove rimase un po' deluso perché non trovò Abby intenta a sfogliare qualche vecchio tomo polveroso per trovare una soluzione; continuò la sua perlustrazione del bunker, trovando la cucina del tutto spenta e aggrottò le sopracciglia, dirigendosi verso la stanza che condividesse con Abby.
Aprì la porta per poi richiudersela alle spalle, trovando la luce accesa ed il borsone della ragazza sul loro letto: si tolse la giacca imbrattata di sangue e poi si sedette sul bordo del letto per togliersi i suoi scarponi pesanti e rovinati che usasse per cacciare, facendoli cadere sul pavimento con un forte tondo, e si diresse silenziosamente verso la porta del bagno in camera che la ragazza avesse lasciato socchiusa, spingendolo lentamente ed udendo il suono del getto dell'acqua interrompersi. 
Entrò piano, notando lo specchio completamente appannato e la mano della ragazza sporgersi alla cieca fino ad individuare l'asciugamano che avesse precedentemente preparato, e poco dopo Dean la vide uscire dalla doccia sentendo il cuore perdere qualche battito, perché Abby con il passare del tempo era diventata sempre più bella: i lineamenti delicati da ragazzina si erano trasformati in quelli di una donna sicura di sé e delle proprie doti, così come il suo corpo era diventato più formoso specialmente dopo la gravidanza che le avesse regalato probabilmente una misura in più di seno, e la sua chioma rossastra era diventata qualche tono più scura e più lunga.  
La vide sobbalzare per lo spavento di trovarlo lì in silenzio ad osservarla con le braccia incrociate al petto e si tenne al freddo marmo del lavandino rimanendo però immobile ad asservarlo con aria dura, che nascondesse però una grande paura. 
"Mi hai spaventata, Dean. Da quanto sei qui?" chiese Abby abbozzando un sorriso tirato, stringendosi di più l'asciugamano contro il corpo per coprirsi di più, sentendo però lo sguardo penetrante del ragazzo su di sé. 
"Qualche istante, sono appena entrato" disse Dean accennando un sorriso, avanzando verso di lei ed osservando le goccioline di acqua scivolare dai suoi capelli ed infrangersi contro il panno, notando come la ragazza si fosse del tutto paralizzata ad eccezion fatta per il modo in cui stringesse forte la tovaglia attorno al suo corpo. 
Abby annuí e ricambiò il sorriso per poi dirigersi verso la porta del bagno per vestirsi ed uscire da quella situazione, ma Dean fu più veloce di lei e le sbarrò la strada col proprio corpo, mettendosi davanti a lei e guardandola dritta negli occhi: vedeva ancora la paura nel suo sguardo e ciò gli faceva male, perché Dean avrebbe sempre preferito morire piuttosto che aggredirla o farle del male. 
La vide aprire la bocca per dire qualcosa, ma Dean le fece segno di rimanere in silenzio mentre la guardava con uno sguardo quasi ferito, chiedendosi come potesse pensare quello cose di lui. 
L'andamento scordinato di una gocciolina d'acqua solitaria catturò la sua attenzione, osservandola con lo sguardo scivolare lungo il suo corpo e non si rese neanche conto di aver sollevato l'indice sinistro per seguirne il movimento, partendo dal collo esile della ragazza ed arrivando lentamente fino al seno, facendola sospirare lentamente. 
Sollevò lo sguardo verso i suoi occhi e Dean la vide fin troppo rigida sotto il suo tocco, così per evitare di spaventarla oltre tirò subito indietro la mano che avesse sporto in avanti per toccarla qualche secondo prima spinto dall'impulso del Marchio che pulsasse sul suo avambraccio destro. 
"Volevo solamente che sapessi che ho dato via la Lama: adesso ce l'ha Sam e l'ha nascosta. Non la rivedrò più fin quando non ucciderò Abaddon" disse Dean guardandola con aria dispiaciuta ed accennando un sorriso amaro, mentre la osservava distogliere lo sguardo ed annuire lasciandogli intendere che avesse capito ma che adesso volesse proprio mettere un po' di distanza fra loro due; ma presto Dean sentí nuovamente la rabbia crescere dentro di lui, così fece un ulteriore passo avanti nella sua direzione divenendo fin troppo vicino a lei. "Ho visto come mi hai guardato prima e come mi guardi anche adesso: come puoi pensare che io possa farti del male? Sono sempre io, Abby!".
La ragazza sollevò lo sguardo colpevole verso il suo e sospirò lentamente, stringendosi di più nell'asciugamano mentre deglutiva a fatica facendo spallucce. Gli sfiorò una guancia con dolcezza e percepí la sua pelle irsuta sotto ai polpastrelli. "Lo so, lo so che non mi faresti mai del male. E se ci provassi, sai che riuscirei a difendermi, Dean. Ma non é per me che ho paura". 
Dean stentò a credere alle sue parole e serrò la mascella con nervosismo all'istante, stringendo i pugni e facendo una smorfia di disapprovazione, digrignando i denti e guardandola in cagnesco perché sapeva cosa Abby intendesse con quelle parole, mentre sentiva la rabbia dentro di sé crescere in maniera molto veloce. "Come fai a pensare che potrei fare del male a lei?". 
Abby lo guardò con aria accigliata e fece per superarlo e andare nella loro stanza, quando Dean le sbarrò di nuovo la strada appoggiando un braccio allo stipite: non dissero niente, ma si guardarono arrabbiati l'un l'alta, ricordando entrambi ciò che poche notti prima fosse accaduto in quello stesso luogo, quando Dean in preda allo sconforto le avesse confessato che prima di affrontare Abaddon, non sapendo se sarebbe riuscito ad uscire vivo dal combattimento, avrebbe voluto vedere almeno per l'ultima volta Mary. 
Ma Abby si era subito opposta a quel suo desiderio, cercando di farlo riflettere sulle sue condizioni attuali e su ciò che avrebbe potuto fare stringendo un po' più forte la bambina fra le braccia senza rendersene conto, o quando avrebbe dovuto lasciare andare Mary, magari perdendo il controllo ed uccidendo i genitori adottivi. 
Ma Dean sapeva di potersi controllare, sapeva di essere sempre lo stesso uomo, in fin dei conti. 
Dopo un ulteriore sguardo di fuoco il ragazzo abbassò il braccio per lasciarla passare, osservandola chiudersi la porta alle spalle e lasciarlo solo nel bagno con i suoi pensieri e se stesso, dove iniziò a spogliarsi e ad infilarsi nella doccia per lavare via col getto dell'acqua calda tutto il sangue e l'odore di quella caccia, con la speranza vana che riuscisse a portare via da lui anche la rabbia, la frustrazione ed il senso di colpa che convivessero dentro di sé da ormai troppo tempo. 
 
 
"Deean!!".
L'urlo disperato di Abby arrivò forte e chiaro alle sue orecchie, e Dean sobbalzò e quasi scivolò all'interno della doccia, rischiando di rompersi come minimo una gamba; non ebbe il tempo di sciacquarsi completamente e con ancora dei residui di sapone, Dean si avvolse una tovaglia attorno al ventre e spalancò la porta del bagno per raggiungere Abby nella loro stanza da letta. 
La trovò già completamente vestita e asciutta, mentre si muoveva in maniera scoordinata e altamente agitata come mai l'avesse vista prima di quel momento. 
I suoi occhi azzurri erano arrossati e gonfi, il suo corpo era scossa da dei tremori così come le sue mani, e Dean la vide provare più volte prima di riuscire ad aprire la cerniera del suo borsone. "Che è successo? Perché hai quella faccia?". 
Abby parve accorgersi che Dean fosse effettivamente entrato nella stanza e tirò su con il naso, deglutendo a fatica e finalmente lo guardò. 
Si avvicinò in silenzio e la sua espressione cambiò: era ancora tremendamente addolorata per qualcosa che Dean ancora non sapeva, però era anche molto infuriata. 
"Dobbiamo andare ad Austin, adesso! Non abbiamo tempo da perdere".
Dean sollevò un sopracciglio e sentí il cuore battere più veloce mentre la sua mente veniva affollata da una moltitudine di domande che riguardassero tutte la sua bambina che vivesse ad Austin; si avvicinò ad Abby velocemente, bloccandola con forza dalle braccia perché non capiva cosa stesse succedendo, né perché fosse agitata tanto da non riuscire a dirgli cosa l'allarmasse in quel modo. "Calmati, Abby! Dimmi che è successo". 
Abby lo guardò dritto negli occhi con disperazione e rabbia, mentre una patina lucida comparve nei suoi occhi ed il cuore batteva forte nel petto per l'agitazione: in un attimo dentro di lei sparì la paura che provava per Dean, paura che il Marchio lo stesse cambiando e che lo influenzasse negativamente. 
Adesso Abby aveva proprio bisogno che Dean impugnasse la Prima Lama e che corresse insieme a lei in Texas per commettere l'ennesimo omicidio.
Adesso Abby aveva bisogno che le sue mani grandi e forti che l'avevano sempre protetta, si imbrattassero di sangue. 
Doveva uccidere. Per lei, per la loro figlia, per sé stesso. 
Abby abbassò lo sguardo e scosse la testa mentre sentiva lo stomaco rigirarsi, e si annullò, quella breve distanza fra loro affondando il capo sul suo petto. 
"Mi ha chiamata Abaddon.. dal telefono di Molly. Ha preso Mary e dice che la lascerà andare solamente dopo averci uccisi".
 
Si aggirarono bassi ed in silenzio attorno alla casa dalla staccionata blu che Dean ed Abby ormai conoscessero bene, mentre Castiel ed Anael si unirono a Sam iniziando ad esaminare la casa dall'esterno sul retro, spiando dalle finestre e notando come il salotto e la cucina fossero vuoti; il ragazzo fece segno ai due angeli di entrare insieme a lui, mentre vide Dean ed Abby entrare dalla porta principale, incontrandosi davanti alle scale e guardandole un silenzio. 
Sam si affrettò a passare al fratello la Prima Lama, annuendo senza dire niente ma lanciando uno sguardo molto eloquente al fratello, che sospirò e prese nuovamente l'arma fra le mani; non aveva tempo per le raccomandazioni, ma Dean sapeva che lo sguardo di suo fratello valesse a dire di non farsi prendere troppo la mano. Di uccidere Abaddon e riconsegnargli la Lama in modo che potesse nasconderla. 
Dean cercò di ignorare quella sensazione di onnipotenza che lo pervase nel momento in cui avesse anche solo sfiorato la sua Lama e guardò Abby negli occhi, che annuì al suo fianco con un gesto di fiducia e gli strinse la mano per dargli coraggio e per comunicargli che sapeva che ce l'avrebbero fatta tutti insieme. 
Ognuno aveva la sua parte: prima di tutto sarebbero andati Castiel ed Anael, attaccando Abaddon con i loro poteri angelici per iniziare a sfinirla, poi sarebbero entrati Sam ed Abby, ed il ragazzo avrebbe iniziato a spararle contro per indebolirla mentre Abby avrebbe preso la bambina, Molly e Jerry e si sarebbe dovuta allontanare per metterli in salvo, e poi sarebbe arrivato Dean a darle il tocco finale, uccidendola a sangue freddo mentre Sam avrebbe trovato il modo di fermarlo se avesse ecceduto troppo. 
E così fu: i ragazzi videro gli angeli salire al piano di sopra. 
Passarono molti secondi di silenzio, tempo in cui i tre cacciatori si scambiarono delle occhiate serie mentre tenevano le orecchie tese per carpire fino all'ultimo rumore. 
Molto presto udirono dei forti rumori provenire dal piano di sopra e poi delle forti urla farsi strada dentro la casa, spaventandoli terribilmente per l'incolumità dei loro due amici; Abby fece uno scatto in avanti per salire le scale ed aiutare i suoi amici, ma la presa ferrea di Dean la tenne ferma, intimandole di aspettare il suo turno e di non lasciarsi trasportare dalle emozioni, perché l'incolumità di Mary era la sola cosa che contava. 
La ragazza abbassò lo sguardo perché sapeva che avesse ragione: nonostante sentisse Anael e Castiel urlare, Abby scosse la testa perché doveva aspettare per salire e salvare la loro piccola. 
Quando le urla diminuirono sempre di più ed un forte boato giunse alle loro orecchie, sentí la presa sul suo braccio diventare nulla ed il ragazzo spinse lei e Sam su per le scale; Abby capì che fosse arrivato il momento giusto per attaccare e tenne stretto fra le mani il suo fucile, caricandolo proprio come fece Sam, che la guardò con un sorriso incoraggiante prima di salire le scale davanti a lei per proteggerla: al primo piano sembrava tutto normale ed il silenzio sembrò impadronirsi nuovamente della casa, ma presto Sam si rese conto che tutto il trambusto arrivasse dalla cameretta della piccola e guardò Abby, facendole segno di entrare insieme a lui ed essere più veloce possibile. 
Dei loro amici angeli non vi fu neanche l'ombra, ma quando Abby sentí il pianto di sua figlia non riuscì a controllare se stessa e corse nella stanza senza neanche guardarsi attorno mentre il cuore le batteva forte nel petto: niente aveva più importanza di salvare quella piccola creaturina che piangesse e si dimenasse nel suo box, sentendosi spaventata a morte da quelle urla e quel baccano. "Oh mio Dio, stai bene piccola". 
Abby sentí la vista appannarsi per le lacrime e per la paura e si sporse per carezzare il viso di Mary, che puntò i piedi e sollevò le braccia verso la donna per essere presa; il suo cuore perse qualche battito per la gioia di vedere sua figlia sana e salva. 
Non prestò attenzione a qualsiasi cosa stesse accadendo attorno a loro, tutto ciò che vedeva e sentiva era Mary mentre guardava nei suoi occhi che stessero diventando sempre più verdi come quelli di Dean. 
Sentí dei forti spari dietro di sé e la voce di Sam che gli intimasse di scappare alla svelta, ed Abby sobbalzò e sgranò gli occhi. 
Si voltò di scatto e si tenne alle sbarre del box di sua figlia, dandole la schiena e nascondendola dalla vista di Abaddon. 
Il Cavaliere avanzava verso di lei con uno dei sorrisi più agghiaccianti che Abby avesse mai visto, nonostante Sam continuasse a spararle addosso con i proiettili caricati di sale. 
Il suo corpo era imbrattato dalle ferite ed Abby sapeva che Abaddon non fosse più al meglio delle sue energie: Anael e Castiel dovevano aver svolto un ottimo lavoro. 
Abaddon roteò gli occhi all'ennesima pallottola che le perforò il contenitore di carne che indossasse e si voltò verso Sam, il quale venne scaraventato contro una parete con un solo gesto della mano e perse i sensi, proprio sotto il simbolo enocchiano che il Cavaliere avesse usato per allontanare i due angeli. Abaddon rise divertita vedendo Sam incosciente sul pavimento e si voltò a guardare Abby con un sorriso: adesso erano da sole. Adesso Abaddon avrebbe avuto la sua vendetta. 
Adesso l'avrebbe potuta uccidere una volta per tutte e le avrebbe impedito di incarnarsi ancora e ancora. 
Adesso non ci sarebbe stato poi nessuno a frapporsi fra lei ed il trono dell'inferno. 
Abaddon allungò una mano verso di lei e l'afferrò per la gola con molta forza, ma Abby non sprecò neanche un po' delle proprie energie per difendersi: cercò di proteggere la piccola dietro di sé, nascondendola per impedire che potesse prenderla, nonostante l'aria iniziasse a mancarle e l'ossigenazione nel suo sangue calasse drasticamente. 
"La stessa pietosa scenetta di cento anni fa, te la ricordi Syria? Quando ho fatto si che Cain uccidesse tua figlia Collette.." sussurrò il Cavaliere sorridendo maleficamente, ridendo e mordendosi il labbro mentre avvicinava il suo volto a quello della ragazza. "Ucciderò ogni persona che ami, una dopo l'altra. Perché posso farlo e perché ti odio davvero tanto". 
Abby rise leggermente mentre bofonchiava qualcosa di incomprensibile, abbassando il viso mentre scuoteva la testa, afferrando saldamente il polso del Cavaliere che ancora stringesse la presa sul suo collo, e la sentí avvicinarsi di più a lei e prendersi gioco di lei, ridendole dritto in faccia. "Che cosa stai cercando di dire?". 
La cacciatrice sollevò nuovamente il suo sguardo verso di lei, ma questa volta fu uno sguardo glaciale e carico di odio, che fece sorridere Abaddon ormai troppo vicina a lei. "Ho detto fottiti, puttana". 
Estrasse la sua pistola velocemente e le sparò dritto sotto il mento, facendola indietreggiare e bloccando i suoi poteri con un pallottola con incisa la trappola demoniaca che l'avrebbe tenuta buona per un po', dando a Dean il tempo necessario per ucciderla. 
Il ragazzo entrò dalla porta in silenzio raggiungendo Abby velocemente e controllando che stesse bene, dopo aver lanciato un'occhiata al fratello che giacesse a terra privo di sensi. 
Dean sospirò rumorosamente e lasciò scivolare lo sguardo fino alla bambina dentro al box, che continuò a piangere e dimenarsi perché era fin troppo spaventata da quei rumori così forti. 
Non ebbe il tempo di rallegrarsi che Mary fosse viva, che incrociò lo sguardo divertito di Abaddon che non smetteva neanche per un istante di sfidarlo con lo sguardo. 
"Portala via di qua.." sussurrò Dean quasi con una supplica, distogliendo lo sguardo dal Cavaliere e puntandolo sulla donna di fianco a sé, che scosse la testa con disapprovazione. "Abby, per favore. Porta Mary via di qua". 
La ragazza lo guardò in cagnesco ed afferrò il suo braccio sinistro, scoprendo il suo polso e mostrandogli ciò che avesse tenuto con lui per tutti quegli anni: il braccialetto di cuoio ormai usurato dal tempo che Abby gli avesse regalato molti anni prima come dono del Natale precedente allo scadere del contratto di Dean, che lo avrebbe portato all'inferno. 
Gli mostrò il bracciale con aria arrabbiata, indicando la scritta Always with you che gli aveva fatto incidere e in cui credeva davvero, e Dean scosse la testa supplicandola di andare, ma a giudicare dal suo sguardo Abby non ne aveva la minima intenzione. "Era il tuo piano fin dall'inizio, non è vero? Non pensi a Mary?".
La ragazza annuì e gli sfiorò la mano sinistra delicatamente mentre lo guardava negli occhi, perché mai avrebbe potuto lasciare il suo fianco e permettere che affrontasse Abaddon da solo; si sporse dalle sponde di legno del box per afferrare saldamente la piccola Mary fra le braccia che continuava a piangere ed a dimenarsi per la paura. 
La strinse a sé, sentí il suo profumo e la sensazione di amore più grande che avrebbe mai potuto provare la invase; sollevò lo sguardo fino a Dean che le stesse guardando con lo stesso sguardo.
L'uomo le avvolse entrambe in un grande e caldo abbraccio, facendo sentire la piccola protetta e al sicuro. 
Mary smise di piangere ma rimase comunque parecchio nervosa ed agitata, sentendo le grandi mani del padre sfiorarle delicatamente la schiena mentre le baciava la testolina con un sorriso dispiaciuto perché non era così che sarebbe dovuta andare la loro vita: Dean guardò la piccola un'ultima volta e poi rivolse il suo sguardo verso la ragazza, che capì cosa volesse dire ed annuí in silenzio mentre due pesanti lacrime scivolarono dai suoi occhi. 
Abby vide le mani di Dean allontanarsi dalla bambina e subito la donna si avvicinò silenziosamente alla porta, continuando a cullare Mary fra le sue braccia in maniera dolce, che nel frattempo avesse preso a giocare con le ciocche dei suoi capelli. 
La cacciatrice sospirò rumorosamente ed incrociò lo sguardo di Anael sulla soglia, che era riuscita a tornare in tempo come previsto, e mise Mary fra le sue braccia provando un forte dolore a separarsi ancora una volta da lei, mentre le lacrime continuarono a scivolare sul suo volto e la piccola iniziò a piangere nuovamente per la lontanza; Abby intimò all'angelo di andare via e portarla lontana da lì, e Anael annuì sparendo in un battito d'ali seguita da Castiel, lasciando un vuoto nel cuore dei due genitori che rimasero a guardare la scena col cuore spezzato. 
Abby e Dean avrebbero davvero tanto voluto che Molly e Jerry fossero ancora vivi per prendersi cura di Mary come avevano fatto fino a quel momento, ma Abaddon lì aveva uccisi per primi una volta che riuscì a scavalcare i sigilli e le trappole demoniache che Abby avesse accuratamente piazzato in quella casa, e lì ringraziò mentalmente per aver dato la loro stessa vita mentre provavano a proteggere Mary dal Cavaliere. 
"Volete uccidermi di noia? Sono qui perché voglio combattere!" esclamò Abaddon ridendo di gusto e guardandoli, rimanendo costretta nel punto in cui Abby le avesse sparato.
La ragazza udì quella voce malefica e prepotente e sospirò, chiudendo la porta e dando un'occhiata a Sam, che intanto iniziava a riprendere consocienza molto lentamente, e si avvicinò a Dean mantenendo un fronte unito; vide il ragazzo concentrarsi sul Cavaliere e provare dentro di sé probabilmente il suo stesso dolore che trasformò in rabbia cieca e pura, stringendo più forte la Lama nel pugno chiuso della sua mano destra. "È finita, Abaddon. Hai perso e questa volta non ci sarà alcun modo per scappare: sei in trappola". 
Il Cavaliere li guardò per qualche istante con aria seria, osservandoli uno dopo l'altro, e presto iniziò a ridere in maniera davvero divertita, scuotendo la testa e guardando la notte buia fuori dalla finestra. "Potete uccidere me, ma non fermerete mai tutti i miei seguaci: ho fatto si che la notizia dell'esistenza della vostra preziosa Mary raggiungesse tutti i demoni e gli angeli, e potete scommettere che prima o poi qualcuno riuscirà a prenderla. Sappiamo che cos'è quella bambina e sappiamo quale sarà il suo destino: è uno degli abomini che secondo la profezia, fermerà l'inferno. Nessun demone o angelo lascerà che questo accada". 
Abby sgranò gli occhi e sentí dentro di sé una sensazione di freddo che la paralizzò dalla paura. 
Dean ascoltò le parole del demone e strinse i pugni, non facendo altro che aumentare la forte rabbia che provasse nei suoi confronti. 
Si mosse piuttosto velocemente, tant'è che Abby e Sam, il quale nel frattempo si fosse avvicinato con fatica e con la tempia ancora sanguinante, non si accorsero di ciò che stesse per accadere fin quando non accadde: Dean colpí Abaddon con la Lama centrando il ventre e come se fosse fatta di gommapiuma la sollevò da terra, indietreggiando ed affondando la Lama sempre di più dentro di lei, facendole colpire la parete con la schiena e sporcando la parete di sangue. 
I due cacciatori rimasero a guardare per qualche secondo increduli e sbalorditi dall'azione che Dean avesse compiuto, specialmente per la furia incontrollata che lo spinse ad accanirsi sempre di più con la Lama sul corpo senza vita di Abaddon, che piegò la testa di lato sul pavimento mentre il ragazzo la colpiva ancora e ancora. 
Quando si resero conto di quanto Dean avessero perso il controllo, Abby e Sam si scambiarono un'occhiatina eloquente di pochissimi istanti, e presto provarono a fermarlo, a tirarlo indietro ed a richiamarlo, ma Dean era sordo ai loro richiami. 
Non rispose neppure una volta, preso per come fosse dalla sensazione di onnipotenza e di supremazia che la Prima Lama insufflasse dentro di lui; Abby guardò Sam, chiedendosi cosa avrebbero potuto fare per fermarlo, e decise di compiere un gesto probabilmente sbagliato, ma che lì per lì le sembrasse l'unico possibile: urlò il suo nome e bloccò il suo braccio destro per impedire che Dean continuasse a colpire un corpo morto, ma il ragazzo si liberò della sua presa e tornò a caricare l'ennesima pugnalata per centrare ciò che restasse di Abaddon. 
Abby non riuscì a trovare appiglio da nessuna parte e si sbilanciò all'indietro, cadendo rovinosamente contro il box dentro cui si trovava Mary fino a una decina di minuti prima, sbattendo la schiena contro le assi di legno massiccio; solo quando sentí il gemito di dolore di Abby, Dean riuscì a risvegliarsi dalla sorta di trance dentro cui il Marchio lo avesse indotto e sgranò gli occhi, osservando il sangue colare da dei piccoli graffietti che Abby si fosse provocata sulla guancia con quella caduta. 
Dean guardò ciò che restasse del corpo di Abaddon su cui si fosse messo a cavalcioni e poi le sue mani sporche si sangue, mentre l'odore tipico di ruggine salisse fino alle sue narici facendogli venire quasi la nausea, e si rese conto di ciò che avesse fatto e di come avesse colpito Abby senza neanche capirlo; guardò il fratello con aria dispiaciuta, che nel frattempo si fosse avvicinato alla ragazza per constatare che stesse bene, e poi guardò Abby negli occhi mentre si rimetteva in piedi con fatica e si massaggiava la schiena con una mano, che lo guardò con occhi sbarrati perché non poteva credere che Dean l'avesse davvero colpita.
Aprí la mano con la quale avesse stretto la Prima Lama fino a quel momento e l'arma cadde per terra con un forte tonfo proprio accanto al corpo martoriato di Abaddon. 
Scosse la testa lasciandosi cadere accanto al fasciatoio che i Thompson usassero per cambiare Mary, cercando di pulire via il sangue sulle sue mani mentre guardava ciò che avesse fatto, inziando a pensare che non ci fosse alcuna via di ritorno dal punto in cui si fosse spinto. 
 
 
  
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