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Autore: itsalixx    07/02/2023    0 recensioni
Raccolta di One-shots basate sugli episodi della serie di cui sto facendo il rewatch. Sono ispirati a momenti della serie casuali che avevo voglia di riscrivere per ricordare il rapporto tra Nick e Jess prima e dopo la rottura.
Dal testo. "[...] Mentre Nick accarezzava con il pollice la parte superiore della coscia della donna, verso i glutei, si sentì dire un “Jess, io…” ovattato, come fosse appena uscito da un sogno.
Lei lo osservava, gli occhi da cerbiatto eccitati e nel frattempo curiosi di sentire se quel che Nick pensava e voleva dirle fosse quello che voleva anche lei.
Nick avrebbe voluto dirle che l’amava ancora, che la desiderava talmente tanto che aveva bisogno di stare lontano da lei più spesso di quanto non sembrasse pur di non saltarle addosso. [...]"
Genere: Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jessica Day, Nick Miller
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ambientata nell’episodio 4x20 “Incontri interessanti”
 
La gonna
 
Jess sbatté la porta entrando in casa.
“Ahhhh sono stanchissimaaaaa” si lamentò, buttandosi a peso morto sul divano, con ancora addosso i vestiti usati nella giornata dedicata al golf. La visiera che indossava volò dall’altra parte del divano durante il tuffo.
Nick e Schmidt si guardarono straniti, distogliendo gli occhi dalla propria cena, poi puntandoli nella direzione della ragazza.
“Che succede piccola?” domandò Nick.
“Giornata pesante? Fawn ti ha stressata? So che è un po’ pesante ma ti assicuro che è una brava ragazza!” aggiunse Schmidt, sorridendo quasi a convincere sé stesso.
Nick fissò l’amico stranito, come a dirgli di tacere.
“Sono distrutta, ho girato tutto il giorno in quel maledetto campo da golf assieme a Fawn nella speranza che mi dessero i soldi per comprare i computer per la scuola, però è stata dura e in più ho scoperto di essere pessima a golf. Non ho azzeccato nemmeno un tiro, e le buche le ho viste a malapena…”.
Nick ridacchiò “Non penso sia una scoperta che sei una frana negli sport.”
“Senti chi parla” sussurrò Schmidt, mescolando il cibo nel piatto.
Prima che avesse il tempo di rispondere, Nick venne distratto da Jess che si stava alzando dal divano.
Lui non voleva guardarla, né fissarla, certamente. Ma gli occhi non rispondevano al suo comando in quel momento, perché caddero inevitabilmente sulle sue gambe fasciate da una gonna da golf striminzita che si agitava ad ogni passo. Era imbambolato e lo sapeva, ma non riusciva a farci nulla.
Si accorse che le gambe che stava fissando si erano dirette nella sua direzione soltanto quando si fermarono di fronte a lui e la proprietaria lo fissò con sguardo interrogativo.
“Ho qualcosa sulla gonna?” si chiese lei, tastandola e provando a tirare via pelucchi inesistenti. “Con tutta la fatica che ho fatto per trovare le palline perse durante questa giornata, è probabile che sia tornata a casa con metà campo sulla gonna…” disse cercando di guardare anche il retro, nel caso le sue accidentali cadute nel ritrovare le palline le avessero lasciato un segno del suo sedere fatto con la terra sulla gonna bianca immacolata.
Nick si riscosse dalla trance e scosse la testa, distogliendo lo sguardo e riportandolo verso il suo piatto, senza dire una parola.
Schmidt ridacchiò sotto i baffi al suo solito, notando l’azione involontaria dell’amico. Ad un tratto, il suo telefono vibrò e vi dedicò la sua totale attenzione. “Oddio!” esclamò “Fawn ha ricevuto una valanga di email sul suo scandalo della gonna, devo chiamarla immediatamente!”.
Prese quindi il telefono e, digitando velocemente i tasti, si diresse verso la sua stanza chiudendo la porta mentre accostava il telefono all’orecchio.
I due amici rimasti in soggiorno lo fissarono finché non sparì, senza proferir parola, finché un silenzio carico di disagio non calò sulla stanza.
Jess si lasciò sedere su una sedia, sbuffando. Nel giro di un secondo spalancò i grandi occhi blu, come ad essersi ricordata di qualcosa, e schizzò velocemente in piedi.
Nick, ridacchiando e appoggiandosi sullo schienale della sedia col suo solito modo di fare, disse “Che fai Jess? Hai beccato una delle viti che ho usato per riparare il lampadario sulla sedia? Se si ridammela perché la stavo cercando.”
Jess sembrava a disagio, mentre si teneva allo schienale della sedia con una mano, lasciando Nick leggermente stranito “No, ehm… è che… vedi oggi Fawn mi ha dato un consiglio strano…”
“Ho paura di cosa potrebbe averti insegnato quella donna.”
“Ecco appunto… sai, lei dice che” continuò gesticolando “una donna che non indossa le mutandine sotto la gonna ha uno charme differente, più sicuro di sé, perché il potere sembra provenire dalla vagina e quindi ti rende automaticamente inarrestabile.”
Jess scoppiò in una risata stranita, come a chiedersi perché glielo stesse raccontando.
Sulle prime Nick fece una faccia scioccata, poi scoppiò a ridere. “Quindi in questo momento non hai le mutandine? Ma Jess è una cosa da pazzi.”
“Eh già” rispose lei “è proprio da pazzi…”. Dopo un secondo di silenzio, spezzato solo dalle risatine dei due, aggiunse “Eppure sai una cosa? Mi fa sentire più viva, più donna… desiderabile.”
Fissò Nick dritto negli occhi, quasi come a sfidarlo. E quando lui si ritrovava a guardare quei grandi occhi blu, soprattutto quando lei lo guardava così intensamente, era difficile pensare.
Per qualche attimo si guardarono negli occhi senza che nessuno fiatasse.
La tensione nell’aria poteva tagliarsi con un coltello. Sembrava di essere tornati ai tempi prima che si mettessero insieme, quando qualunque cosa che l’altro faceva era una scusa per correre l’uno verso l’altra, stringersi con passione in un intreccio di braccia e lingue.
Fu Nick il primo a sciogliere quella tensione, con un semplice “beh… buon per te.” alzandosi da tavola con un sorriso accennato, per poi dirigersi verso il lavello e appoggiarci il piatto ormai vuoto.
Rimase fermo un momento, con le mani appoggiate sul bordo del lavandino, cercando di respirare.
Non avrebbe voluto ammetterlo, però quello che Jess aveva lasciato intendere l’aveva scosso ed eccitato oltremisura, tanto che stava tentando di pensare a sua nonna in costume da bagno pur di placare l’erezione prorompente che le parole della ragazza gli avevano provocato.
Non capiva perché lei ancora gli facesse quell’effetto così travolgente, facendogli venire in mente tutte le cose sporche che avevano fatto in precedenza. Ma soprattutto quello che aveva voglia di farle in quel momento.
E quei pensieri non migliorarono sicuramente la situazione.
Senza girarsi poté ancora sentire la presenza di Jess alle sue spalle, forse anche a fissarlo. Non mosse un muscolo, cercando una scusa per deviare la conversazione dal pensiero del ben di dio che l’aspettava sotto quella gonna. Stava giusto per aprire la bocca sparando la prima cosa che gli fosse venuta in mente, quando sentì un rumore alle sue spalle. Girando leggermente la testa, vide che la ragazza l’aveva raggiunto e, con un balzo, era saltata a sedere sul tavolo della cucina e lo fissava.
“Sai” esordì, giocherellando con la punta di una forchetta situata alla sua sinistra, distrattamente, mentre parlava “penso che dovrei provare più spesso questa cosa delle mutandine. Perché oltre che lasciare poco spazio all’immaginazione” continuò, immergendo un dito nella salsa greca preparata da Schmidt e portandoselo in modo provocante alla bocca “fa eccitare tanto anche me, sai?” e il dito, dopo aver aspettato la fine della frase, finalmente raggiunse la bocca. Portando le mani dietro la schiena e appoggiandosi sul tavolo, allargando le cosce ancora coperte dalla gonna, buttò la testa indietro con un gemito di piacere.
Ora, la ragazza aveva la sua più completa attenzione: il collo scoperto, i seni in bella vista, le cosce aperte per lui come se gli volesse offrire un banchetto fatto di lei. Lo stava facendo impazzire.
Jess lo stava… seducendo? E cavolo, lo stava facendo anche bene.
Ora l’erezione bruciava nei pantaloni, in attesa di unirsi alla donna che lui trovava la più affascinante, sexy e intelligente di tutte.
Girandosi verso di lei, Nick portò le braccia al petto in un ultimo, disperato tentativo di trattenersi.
Jess, vedendo che il ragazzo esitava, riportò il suo sguardo su di lui, facendolo scendere dal suo viso al torace ampio e le spalle larghe. Poi ancora più giù fino a notare l’erezione che, trionfante, sapeva di aver provocato con il suo teatrino.
Si morse un labbro, tornando a guardarlo negli occhi, in attesa.
E fu lì che Nick crollò.
In un unico movimento, le afferrò rudemente il retro delle cosce e le allargò tanto da potervici inserire in mezzo. Spinse il corpo della donna verso di sé, facendo aderire il petto morbido contro il suo. Raggiunse il suo volto, le labbra a pochi millimetri di distanza.
“Vuoi che ti scopi Jess? Se lo vuoi, non hai altro da fare che chiedere” sussurrò, sfidandola come aveva fatto la sera in cui il loro bacio passionale li aveva portati a rompere l’acquario di Schmidt. Non si sarebbe mai pentito di quella sera.
Jess ebbe un sussulto all’improvviso avvicinamento dell’uomo così non rispose, continuando a spostare lo sguardo dai suoi occhi, pieni della stessa eccitazione che aveva posseduto lei, fino alle sue labbra, quelle labbra che tante volte l’avevano fatta sentire desiderata.
Nick era un’amante passionale. Molto. L’aveva sempre fatta sentire una vera donna, proprio come la faceva sentire in quel momento. La guardava come se volesse sempre venerarla, a letto e fuori da esso. La prendeva sempre circondandola col suo corpo, accarezzandola nei suoi punti più erotici e coinvolgendola nel bacio come nessuno, davvero nessuno le aveva mai fatto provare.
A volte, ricercava quella passione negli uomini con cui usciva.
Non aveva mai trovato nessuno al pari di Nick. Non ne esistevano.
Per qualche momento nella cucina poterono udirsi solo i respiri affannati dei due che, eccitati come non mai, stavano aspettando che l’altro facesse la prima mossa. Nessuno voleva ammettere che entrambi avevano desiderato quel momento per troppo tempo, fin da quando avevano fatto l’errore di lasciarsi ormai troppo tempo fa.
Il petto di lei, ad ogni respiro, continuava a scontrarsi contro il suo, ricordando a Nick uno dei perché fosse pazzo di lei nella sua interezza: il suo seno così morbido era sempre stato un’enorme tentazione, tanto da portare la mano sinistra a salire dalla coscia di lei fino al fianco, fermandosi quando ebbe sfiorato la parte inferiore del seno. Le provocò un dolce sospiro.
La mano destra, ancora ferma sul retro della sua coscia a stringere, quasi a saggiarne la morbidezza, si spostò lentamente verso l’alto e al di sotto della gonna, fino a sfiorare il bordo della stessa.
Ora ne aveva la conferma: non portava le mutandine. Una smorfia d’eccitazione passò sul suo volto.
Al sentire le dita ruvide e callose dell’uomo sulla sua pelle nuda, Jess strinse le cosce intorno al bacino di Nick, portandolo ancora più vicino a sé.
La brama di un bacio ormai aveva catturato i due che, quasi con furia animalesca, si gettarono l’uno contro l’altra alla ricerca della danza di lingue che sempre aveva caratterizzato i loro baci.
Si strinsero con passione, lui cercando quanta più pelle esposta riusciva a trovare e accarezzando, stringendo, portandole una mano al seno e saggiandone nuovamente la morbidezza che tanto gli mancava di sentire sotto le dita.
Jess portò le sue braccia sulle spalle dell’uomo, lasciandosi travolgere dalla passione del momento, abbandonandosi completamente alle sue carezze.
Passarono minuti, ore, giorni prima che riprendessero fiato, staccandosi ancora ad occhi chiusi ma sempre con le mani l’uno addosso all’altro.
Jess non si era neppure accorta di aver tenuto in pugno la maglietta di Nick, sollevandola di conseguenza, pur di portarlo più vicino a lei.
Respirarono affannosamente e, dopo qualche secondo, aprirono insieme gli occhi l’uno verso l’altra e sprofondarono nei propri reciproci sguardi.
Si dissero interi discorsi, lunghi e appassionati, solo tramite qualche sguardo. I polmoni che ancora recuperavano fiato.
Entrambi si rendevano conto che quel bacio era pieno di cose non dette, di emozioni sfiorate e di pensieri poco consoni che avevano accumulato nel corso dei mesi di separazione.
Mentre Nick accarezzava con il pollice la parte superiore della coscia della donna, verso i glutei, si sentì dire un “Jess, io…” ovattato, come fosse appena uscito da un sogno.
Lei lo osservava, gli occhi da cerbiatto eccitati e nel frattempo curiosi di sentire se quel che Nick pensava e voleva dirle fosse quello che voleva anche lei.
Nick avrebbe voluto dirle che l’amava ancora, che la desiderava talmente tanto che aveva bisogno di stare lontano da lei più spesso di quanto non sembrasse pur di non saltarle addosso. Che desiderava sentire ancora le sue cosce stringerlo, i suoi gemiti mentre veniva, la sua risatina stridula quando lui la prendeva in giro durante le coccole dopo averla posseduta… ma soprattutto desiderava più di tutto poterla di nuovo baciare ogni volta che ne sentiva il bisogno.
Era tutto quello che la aveva detto mentalmente prima di riuscire ad esprimerlo a parole.
Avrebbe cercato quelle giuste per spiegarle esattamente come si sentiva.
Ad interromperlo, però, intervenne Schmidt che, finita la telefonata, uscì dalla sua camera quasi in trance per la conversazione appena subita.
“Vi rendete conto? Uno scandalo simile… ehi ma che succede qui?”
I due si erano separati al volo al suono della porta che si apriva, ed ora si trovavano in una situazione di estremo disagio: si davano le spalle e, mentre Nick era al lavandino che alzava e abbassava il piatto che vi aveva posto dentro, Jess era scesa velocemente dal tavolo e stava continuando ad immergere il dito zuppo nella ciotola di salsa di Schmidt, il quale a guardarla fece una faccia schifata.
“Ma no niente… noi… parlavamo di-”
“Stavamo pensando che-”
Ma nessuno dei due riuscì a finire la frase perché parlarono contemporaneamente.
Schmidt li fissò stranito mentre ridacchiava. “Va bene va bene, non mi interessa, ora devo andare da Fawn per un po’ di sesso consolatorio col suo giocattolino.” sorrise ammiccando. “Anzi, Nick mi accompagneresti in macchina prima di andare al bar?”
Nick annuì anche troppo vigorosamente, finalmente lasciando il piatto nel maledetto lavello.
“Bene, allora io…” “Si, ci vediamo…”
Jess girò sui tacchi per tornare verso la sua stanza, molto lentamente.
Mentre si preparavano ad uscire, Nick sentì la porta della camera della donna chiudersi e, prima di chiudere la porta d’ingresso, non poté fare a meno di guardare in quella direzione.
Avrebbe voluto tornare indietro, spalancare la porta della camera e toglierle i vestiti immediatamente, fare l’amore con lei e baciarla tutta la notte.
Quanto avrebbe voluto andare fino in fondo, poter tornare a recuperare il rapporto che aveva con Jess. La sua Jess.
Sconsolato, chiuse la porta e si diresse verso l’ascensore.
“Tutto okay amico?” chiese Schmidt, mentre premeva il tasto per scendere al pianterreno.
“Mh-mh” mormorò distrattamente l’altro.
Schmidt lo guardò per un momento, pensieroso.
“Jess?”
Nick non rispose.
   
 
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