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Autore: LorasWeasley    09/02/2023    1 recensioni
[Blue Lock]
AU [NagiReo]
Tutti pensano di sapere cosa sia giusto o meno fare per non rovinare il futuro dell'erede dei Mikage, ma nessuno di loro si rende conto che questa è solo una scelta di Reo.
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il tuo futuro

-Dobbiamo lasciarci.
Era stata una frase che era arrivata alle orecchie di Reo in modo tranquillo, rendendosi conto di quello che aveva effettivamente detto l'altro solo dopo diversi secondi.
Nagi l'aveva affermato senza esitazione, con il suo tono impassibile e senza tralasciare alcun tipo di espressione dal suo volto.
-... cosa?
Era difficile non pensare che fosse uno scherzo di cattivo gusto. Perché non aveva alcun senso, non dopo che la loro relazione andava avanti da 8 mesi senza alcun tipo di problema, non dopo che avevano passato il finesettimana precedente a coccolarsi a casa come se il mondo esterno non esistesse.
-Non voglio più mandare avanti questa relazione.
-Perché?- stava provando molte emozioni in quel momento, ma si sentiva soprattutto scombussolato e non poteva fare a meno di pensare che non fosse ancora del tutto reale. Quindi quella semplice domanda fu più che naturale.
-È stancante. Non è quello che voglio e non ne vale la pena.
-Dimmi che stai scherzando.
-Non scherzo. Non è una cosa che ho mai voluto, hai fatto sempre tutto tu e io ho sempre accettato passivamente, ma non mi va più. Mi sono rotto a stare con te, Reo.
Nonostante quelle parole terribili, Reo cercò comunque di capire quale fosse la vera motivazione dietro tutto quello. Cosa fosse cambiato da quando avevano deciso di mettersi insieme otto mesi prima. Era uno il cambiamento più evidente che subito invase la mente del più basso: l'arrivo di una persona.
-È per Isagi?
Nagi si bloccò e, da quando aveva iniziato quella conversazione, fece trasparire un piccolo accenno di disagio. Sembrò star per dire qualcosa, forse anche negare l'affermazione di Reo, poi però si ricompose abbastanza in fretta e affermò -Sì, è per Isagi.
La rabbia si mescolò alla delusione e alla tristezza e infine, con il cuore a pezzi, Reo non poté fare altro che dirgli -allora vai a farti fottere insieme a lui.
 
 
 
2 anni dopo…
 
Reo si trovava a una delle solite feste dell’azienda di suo padre, aveva partecipato a così tante di loro da quando aveva compiuto vent’anni da aver ormai perso il conto.
Era sempre tutto uguale: la location lussuosa dove decidevano di farla, le persone che fingevano di interessarsi a lui, i sorrisi programmati, i bicchieri di vino pregiato, il cibo ricercato in piccole porzioni, le conversazioni e i volti delle persone.
La festa di quella sera era iniziata da appena due ore e Reo stava solo pregando che i camerieri si decidessero a servire i primi piatti, così che quello strazio sarebbe finito.
Nel mentre stava parlando con uno dei suoi cugini di quasi la sua età. Era una di quelle persone che vedeva poche volte all’anno, cinque forse se gli andava bene. Quindi le conversazioni erano sempre le stesse: “Come va all’università?” “Quanti esami ti mancano?” “La ragazza non l’hai portata oggi?”
-Non ho una ragazza e non ho interesse ad averla.
Era quella la risposta che Reo dava a chiunque gli ponesse quella domanda, risposta che potevano interpretare come volevano.
Suo cugino rise -Non penso che tuo padre si aspettasse questo quando ha mandato via quel ragazzino che ti stava sempre dietro.
Il gelo invase il corpo di Reo e si voltò a guardare il parente di scatto -Parli del mio ex ragazzo? Di Nagi?- non pronunciava il suo nome da due anni.
-Oh- il cugino sembrò cadere dalle nubi -Non avevo capito che fosse il tuo ragazzo… ora capisco perché lo zio l’ha trattato in quel modo. Mi sembrava assurdo che gli ordinasse di non vederti perché poteva tenerti lontano dalle ragazze, di solito gli amici non fanno così. Ma ora ha più senso.
Reo era estremamente intelligente e non ebbe bisogno di chiedere nessun’altra informazione. Con quelle due semplici frasi, dopo due anni, Reo riuscì a scoprire in parte cosa diavolo fosse successo quel giorno che non lo faceva ancora dormire la notte perché non aveva mai capito cosa avesse fatto di sbagliato.
Cinque minuti dopo si trovava nel parcheggio della struttura e Ba-ya lo stava aspettando con la macchina che aveva richiesto.
-Signorino- lo salutò.
-Portami da lui.
 
Quando Nagi aprì la porta del suo appartamento (lo stesso di due anni prima, lo stesso che era sempre stato condiviso con i suoi genitori anche se questi non erano mai a casa) non riuscì a nascondere la sorpresa di trovare Reo alla sua porta. Il suo respiro si bloccò e i suoi occhi si spalancarono. La mano rimase ferma sulla maniglia e, quando si riprese, semplicemente mormorò -Non sei il fattorino.
Reo non rispose, in attesa che l’altro lo invitasse a entrare. Era buio fuori e faceva freddo, di conseguenza Nagi era il primo a non voler fare entrare quel gelo nel proprio appartamento riscaldato. Si mise da parte e Reo lo sorpassò, rimanendo fermo all’ingresso mentre Nagi chiudeva la porta.
-Cosa ci fai qui?- domandò il più alto mentre gli dava le spalle.
-Ti sei fatto ricattare da mio padre?- Reo non aveva preparato un discorso, era solo infuriato da quello che aveva scoperto e voleva solo urlargli contro.
Nagi, continuando a non guardarlo, non rispose.
-Ti facevo migliore di così. Pensavo che non ti facessi mettere i piedi in testa da nessuno e che, soprattutto, non fossi qualcuno a cui potevano dire cosa fare o cosa non fare. Mi hai deluso, Nagi.
Solo a quel punto l’albino si voltò a guardarlo e rispose piano -Tuo padre non mi ha ricattato. Ho scelto io di lasciarti.
-Perché?- la domanda di Reo era urgente, bisognosa di risposte.
-Ti ho già detto il perché.
-Sì, ricordo le cazzate di due anni fa. Ma voglio sapere la verità. So che mio padre ti ha parlato e so che mi hai lasciato dopo quella discussione. Voglio sapere cosa ti ha convinto ad ascoltarlo e a fare come ti ha ordinato.
Nagi non rispose di nuovo. Reo sentì la rabbia che diventava sempre più forte.
-Sei stato bravo a inventarti la balla di Isagi, era facile usare lui per mandarmi via visto quanto sono stato geloso dal primo momento che l’hai conosciuto, strano però che Isagi abbia appena festeggiato il suo secondo anniversario con il suo attuale ragazzo. Quindi cosa? Era una cosa a senso unico? Sei il suo amante? Vi siete divertiti a fare sesso a tre? Sei sempre stato innamorato di lui ma non hai avuto fortuna? Sarebbe divertente se fosse quest'ultima cosa, il karma funzionerebbe davvero bene visto che è quello che io…
-Dio Reo, sta zitto! Sono sempre stato innamorato solo di te! Non ho mai smesso di farlo! Quella di Isagi era una scusa per farti desistere!- fin da quando quella discussione era iniziata, Nagi non aveva mai alzato la voce. Era difficile che mostrasse così tanto le sue emozioni, ma l’aveva appena fatto.
Questo portò Reo a chiedere con più urgenza -Come ti ha convinto mio padre a lasciarmi? Ti ha pagato?
Il volto di Nagi si indurí -No. Te l'ho già detto, non mi ha convinto a farlo, è stata una mia decisione.
-E pensi sia stata una decisione intelligente?
-Lo era, finché non ti sei ripresentato alla mia porta distruggendo tutti i progressi che avevo fatto in questi due anni nel dimenticarti.
-Non voglio che mi dimentichi.
Fu Reo a fare quel passo in più che li divideva per baciarlo, ma Nagi non si fece trovare impreparato neanche per un secondo e lo assecondò aprendo la bocca e stringendogli le dita sui fianchi coperti. Non erano più abituati a baciarsi, ma non fu difficile ritrovare il loro ritmo, come se non fosse passato nemmeno un giorno da quando l’avevano fatto per l’ultima volta.
Nagi si trovò sbattuto contro il muro alle sue spalle mentre la lingua dell’altro tornava a intrecciarsi alla sua in un modo che lo faceva sempre sospirare, in compenso le mani dell’albino salirono a stringere i capelli viola dell’altro, sciogliendolo dall’elastico che li aveva tenuti insieme fino a quel momento.
Fu un susseguirsi di baci, morsi e sospiri. Mani che cercavano di scoprire sempre più pelle, corpi che si avvicinavano e strusciavano per dare sollievo a entrambi.
La magia fu spezzata quando il campanello suonò. I due si staccarono come se avessero preso la scossa e Reo si perse a fissare il volto dell’altro: era distrutto con le sue labbra gonfie, le guance rosse, i capelli scompigliati, gli occhi lucidi e il respiro pesante. Ma non poteva giudicare visto che era abbastanza sicuro di essere nella stessa situazione.
Nagi, incurante della situazione in cui versava, si spostò di lato e andò ad aprire. Era il fattorino, abbastanza plausibile visto che aveva aperto a Reo proprio perché era quello che si aspettava.
Nagi non disse nulla e l’uomo, notando ovviamente tutti quei dettagli che Reo aveva già elencato, si limitò a consegnargli la pizza e andare via, probabilmente l’altro aveva già pagato sull’app con la carta. Era ovvio che fosse la pizza, non era un pasto molto diffuso in Giappone come in Occidente, ma Nagi amava mangiarla perché “è già tagliata e posso usare le mani”.
Nagi richiuse la porta e si voltò verso di lui con il cartone della pizza tra le mani, poi propose -Dividiamo?
Reo si sciolse e sorrise -Sto morendo di fame.
Finirono a mangiare la pizza sul divano, accendendo la tv e commentato il primo reality stupido che trovarono. Tutti gli argomenti che toccavano non riguardavano nulla di personale né nulla sulla loro storia o sul bacio che si erano appena scambiati. Finché, quando Nagi finì il suo secondo pezzo di pizza, mise giù il tovagliolo e chiese -eri a una festa aziendale?
Non era difficile capire da cosa l’aveva intuito, i vestiti eleganti di Reo non passavano di certo inosservati anche se aveva ormai lasciato la giacca e le scarpe all’ingresso.
Tuttavia, Reo scherzò comunque -Lo chiedi perché ti ho detto che ho fame? Sai bene che quello che servono a serate del genere non può essere definito un pasto.
-Sempre detto quando mi mandavi le foto.
Passò qualche altro secondo di silenzio, con Nagi che fissava una nuova fetta di pezza, sembrava indeciso se prenderla o meno ma in realtà non la stava neanche guardando davvero, perso nei suoi pensieri.
Infine sbottò -Non voglio rovinare il tuo futuro.
Non era quello che Reo si aspettava e guardandolo confuso chiese -Cosa?
-È questo il motivo per cui ti ho lasciato.
-In che senso?- si stava nuovamente agitando, lasciando andare il cibo e voltandosi anche con il busto verso di lui.
-Tuo padre mi ha mostrato il vostro impero, tutto quello che un giorno sarà tuo, tutto quello che non potrai avere se stai con me.
-E chi lo dice questo?
-Sono un uomo e il cognome della mia famiglia non è famoso. Tu sei… troppo per me.
Adesso Reo era alzato e infuriato mentre urlava e gesticolava contro l’altro.
-Mi fai incazzare tanto quanto mi fanno incazzare i miei genitori! È il mio cazzo di futuro, è la mia vita e decido io come voglio o non voglio viverla! Non decidono loro e non decidi tu! Non hai il diritto di scegliere al mio posto cosa posso o non posso fare! Avrò te e avrò il mio impero, non importa quanto dovrò lottare per entrambi, non rinuncerò tanto facilmente.
-Ma Reo…
-Sta zitto! Ti ho lasciato andare perché mi avevi detto che non mi amavi più. Ma se tu mi vuoi ancora…
-Reo…
-Sei il mio tesoro, Nagi. Non voglio perderti di nuovo.
Quelle ultime due frasi furono dette in un sussurro, come se la rabbia fosse completamente evaporata e l’unica cosa che rimaneva era la supplica di non lasciarlo andare di nuovo.
Nagi sorrise -Mi mancava questo.
-Questo cosa?
-Tu che arrivi, stravolgi la mia vita e imponi cose.
-Non va bene?
Nagi sorrise di più. Poi allungò una mano e gli afferrò il braccio per avvicinarlo.
-Va bene- sussurrò prima di baciarlo di nuovo, più lento, più dolce, facendogli capire con i gesti quanto gli dispiaceva per aver preso quella decisione anni prima, facendogli capire che non l’avrebbe lasciato andare di nuovo.
  
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