Non ho trovato un posto più vicino al Tokiwaso Manga Museum, Minaminamigasaki Street. Però è un bel posto. Sai, anch’io ero uno senza pause. Per Ivan Paduano sono morto per karoshi Karoshi? Morte per stress da troppo lavoro. L’unica cosa che unisce salarymen e capi. Anche tu sei il tipo che lavora e basta su quel tuo manga Dragon Ball?Due leggende sedute a uno stesso tavolo. Un Akira Toriyama con le mani incollate e depresse dove le rotule si gonfiavano attraverso i pantaloni come un corimbo appassito e un Osamu Tezuka con il basco giallognolo, gli occhiali da Babbo Natale assisi sul naso triangolare, le gambe incrociate e lo sguardo rivolto all’esterno. Toriyama-kun disse di sì e che si era andati molto più in là, adesso stava lavorando a Dragon Ball Super Ah sì l’ho letto. Qui ho l’ultima copia presa all’edicola alla fermata di Nakai. Pensa: ho fondato io una rivista, COM. Una pietra miliare Toriyama-kun assentì lasciando a intendere come queste fossero cose a lui note Ho fatto anche l’editore. Un curriculum su cui il Giappone fonda la sua storia. Hai innanzi a te Namazu! Ridacchiò senza coerenza, mentre arrivava al lavoro del discepolo. Dal canto suo Toriyama sorrideva con circostanza e lasciava l’aura dell’uomo che lo guardava in faccia lo sfiorasse indifferentemente come una corrente di temperatura diversa in una piscina. Ti chiamano Dio per un motivo Tezuka sembrò diventare l’uomo più attento del mondo Un Dio che ne ha fatte e non ne ha fatte tante perché tu possa continuarlo a definire Dio e tanti saluti. Ci sono manga che avrei voluto non fare mai. Seguimi a Tokiwaso

Alabaster? Che cos’è? Un manga fantahorror sull’ipocrisia della bellezza che è uscito fuori sciatto come poche cose. E ti assicuro che le tavole di questi 3 tankobon sono curatissime

Questi scheletri di cavalli infatti sono disegnati fino al millimetro. C’è altro che non senti d’essere riuscito a fare al tuo meglio? Sono stato il primo e pertanto i miei piedi si sono mossi molte volte dove c’era fango e oscurità. Certe mie cose sono invecchiate pesantemente, Metropolis pubblicato per la Shuppan ha un equilibrio molto incerto tra momenti comici e drammatici, preferisco l’anime fatto da Shigeyuki Hayashi. In Kimba c’è molto razzismo, erano i tempi che furono. Anche tu hai rimpianti? Cose che butteresti nel tritadocumenti? Toriyama-kun venne disarcionato da quella così spontanea richiesta di archeologia soggettiva Tutto Dragon Ball. Ormai è solo una palla al piede, dopo il ciclo di Namek con Freezer e la Squadra Ginew non c’è altro da raccontare. Nemmeno io so dire per certo se riesumare il Fiocco Rosso con il Dr Gero sia stata una cosa da fare o no. Morirò con Dragon Ball senza una fine Dovresti vedere questo. Potresti già conoscerla, oppure esserne all’oscuro

Toriyama-kun guardò i volumi della Fenice di Tezuka-sama e il suo corpo-in pienissima trance-si genufletté con un espressione così pregante e severa da essere sentita da Tezuka-sama stesso estranea a lui. Quando si distanziò dal parquet e resse l’espressione più stravolta della sua di Tezuka-sama si scusò nonché giustificò dicendo che la Fenice 火の鳥 era la Bibbia dei manga, un capolavoro di un importanza gigantesca, e si sentì quasi un pazzo a parlarne così scimmiescamente, alla stregua di uno scimpanzé reso attaccabrighe dopo aver visto The Tom Green show Già…la mia opera della vita. E incompleta. Ah, scusateci se vi avevamo ignorati. Toriyama, Le presento Hiroshi Fujimoto e Shotaro Ishinomori I creatori di Doraemon e dei Super Sentai in persona. Toriyama Tremò con le rotule che ballavano in rewind e in play come in un animazione di Zbigniew Rybczyński ma Tezuka lo fermò con una paterna mano sulla spalla. I due diedero le loro mani da stringere a Toriyama e lo salutarono con più distanza del Sensei Tezuka Ci dobbiamo ancora presentare gli uni con gli altri? No, ma io, Toriyama, vincitore del Grand Prix alla carriera sono davanti a Osamu Tezuka, vincitore della prima edizione del festival dell’animazione di Hiroshima e tra i pochi giapponesi vincitore di un Eisner Award, Hiroshi Fujimoto, che ha vinto un premio a TUO nome, Shotaro Ishinomori, parte del Guinness dei primati per quanto è vasta la tua produzione fumettistica. Sono anch’io una leggenda, ma uno zimbello leggendario. Il mio Dragon Ball è il buco nero che ha risucchiato e depauperato ogni altro manga che mi sia mai messo a realizzare, e tutti ridono delle nostre e vostre opere per colpa mia! Ehi Tezuka! Era arrivata ancora un altra persona. Gajo Sakamoto, ancora più un precursore di Osamu Tezuka, era arrivato su una Ferrari Dino e si era imbambolato per il capannello dentro quella sincera stamberga Chi è quello? Akira Toriyama, il mio allievo Un altro? E Shotaro? Mitsuteru? Leiji? Sanpei? Stavo per dargli un compito Sentiamo. Di che si tratta? Di fargli finire la mia Fenice, perché questo allievo è prigioniero del suo manga, come lo sono anch’io. E se dandogli la mia galera posso liberarlo dalla sua sarò un uomo felice, e non L’avrò delusa il Sensei Sakamoto sorrise, di quei saggi sorrisi che ti danno un nulla osta da aver finalmente capito un cazzo della dura legge del goal Allora caro Akira datti da fare

Casa Toriyama, Kiyosu, mentre fuori piove. In cammino fuori da una camera da letto avvolta dal buio e nel buio c’era una ragazza dai capelli azzurri lunghi, occhi chiari e seno davvero prosperoso, vestita con una vestaglia e intenzionata a portarsi a letto il novello Gabriele Lavia nipponico Non posso tesoruccio. Poi hai già un impegno Marion Crilin li sorpassò in pigiama per trarre dal frigorifero qualcosa da bere anche lui. Notò Maron che filtrava con Toriyama e le fece capire che non doveva importunarlo. Studiando gli eventi pur con l’intera concentrazione avvinta dal manga che stava maieutando Toriyama trasse un respiro di sollievo. Accettò di grado assai ben maggiore Rin e Mol che avevano messo a dormire i loro figli Astro e Gam, nonché Ageha seduta sul recipiente dei suoi pennini con Mamezo assopito dietro di esso, coperto da un brano di carta igienica. Non lo avvertì, ma Kimba con Bokko erano sotto il tavolo, poco propensi a interferirgli chiedendo coccole stiracchiandosi sulle sue ciabatte. Reggerà lo sforzo? O nemmeno lui ce la farà? Dubitava Tezuka in persona passando sotto la sua finestra accesa. Aveva appena smesso di piovere, e al posto dell’arcobaleno scintillava in cielo la riscoperta Luna. Era troppo lontana e senza strumenti perché Tezuka potesse vedere se sulla sua gessosa superficie bruxava il teschio di Prince Norman, convincendolo comunque quella non fosse una notte come le altre per la troppa luce che faceva. Si ossessionò con quella luminescenza troposferica alla fine accorgendosi provenire dalla Fenice a ali spiegate. Davanti a una pasticceria vederne i vetri rimbombare gli fece alzare gli occhi al cielo una seconda volta vedendo il [Varidorin] secare il freddo mare blu le cui coste sono i denti dei palazzi di quella via. Tenne per sé quello che venne poi detto essere stato solo un aereo abbassatosi di quota mentre raggiungeva l’aeroporto di Tokyo. Quando stava vicinissimo alla stazione di Biwajima un treno gli esplose i timpani. Ma nessuno correva sulle rotaie. Era lassù in cielo, l’espresso interplanetario 999. Messosi comodo, ammazzò il tempo del suo viaggio in treno leggendo le sue stesse opere, notando tra quei nottambuli Koichi Furuta con in braccio un gatto nero. Si immerse daccapo nella lettura sforzandosi d’ignorare il Poseidon che emergeva dal Gojo. Arrivato dove doveva arrivare scoccò un ultimo pensiero al Toriyama. Ho aiutato un mangana come me a non appendere la carriera al chiodo, a continuare a raccontare storie…vi sembra poco?