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Autore: Wilson Walcott    13/02/2023    0 recensioni
La storia d'amore tra Nerone e Biancaneve
Genere: Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La osservava dal balcone della padrona mentre lei si leccava il pelo arruffato con fare distaccato, come compete ad una della sua razza.

Imbambolato, non poteva far altro che ammirarla da lontano.

Del resto, le piaceva tutto di lei: le zampette paffute, i grandi occhi azzurri come il celo, la pelliccia candida e morbida, la coda voluminosa.

Gli ricordava tutto ciò che di bello c'è a questo mondo e, ai suoi occhi, le appariva meravigliosa.

 

Dalla medaglietta color oro che portava al collo si poteva leggere il nome: Biancaneve. Fu come una folgorazione per lui.

Nerone, invece, era un gatto comune dagli occhi verdi e dal manto ispido di colore nero dal quale, appunto, prendeva il nome.

Salvato da morte certa, in una Domenica d'estate, dalla signora Olivetti, una donna anziana rimasta vedova e che lo aveva cresciuto come fosse suo, aveva sviluppato questo suo carattere particolare; un po' domestico e un po' selvatico.

 

Gastone era il suo migliore amico, un bassotto di 5 anni che colmava il vuoto lasciato dall'ormai defunto marito della Olivetti, la quale aveva conservato il cognome e qualche foto sbiadita sparsa per casa del sig. Enrico, vecchio avvocato il cui cuore non aveva retto alla dieta malsana portata avanti per anni.

Amava circondarsi dell'amore disinteressato che solo un animale può dare e se ne procurava in abbondanza, come chi ne vuole sempre di più e non si sazia mai.

Ogni giorno preparava da mangiare per tutti i gattini affamati del vicinato, gli stessi che i vecchi padroni non avevano più voluto tenere o che erano semplicemente nati dall'atto d'amore randagio.

Loro ricevevano il cibo e la cura necessari per la loro sopravvivenza mentre lei, in cambio, aveva l'amore di cui sentiva la mancanza.

 

Un giorno il bel gatto, osservandola sempre dal solito punto del balcone, decise di farsi coraggio ed avvicinarsi per ammirarla meglio, da vicino.

Salì dunque sul muretto che separava le due case, quella della signora Olivetti da un lato e quella della famiglia Gianguiscaglia, dall'altro.

Biancaneve era distesa sulle scalette che si anteponevano all'uscio di casa, intenta a prendere il Sole, immersa in pensieri da gatta.

Lui cercò dapprima di farsi vedere, in lontananza, alzando un po' il pelo e strusciandosi sull'albero adiacente il muro di separazione delle due abitazioni, dopo di che cominciò a chiamarla con un miagolio dolce e seducente, o almeno così appariva nella sua mente, molto meno alle orecchie degli abitanti del quartiere.

Lei, però, non sembrava dargli altrettanta attenzione.

A quel punto, vedendo di non aver più nulla da perdere, decise di avvicinarsi all'amata che, con fare superbo, non lo degnò di uno sguardo.

Non si arrese, si avvicinò ancora e dopo diversi tentativi di avere un contatto, riuscì ad attirare il suo interesse.

Nel girarsi, infatti, se lo trovò di fronte, occhi negli occhi. Quegli stessi occhi verdi che adesso erano diventati irresistibili per lei, magnetici e dai quali non riusciva più a discostare la vista.

Cominciò dunque una lunga storia d'amore tra i due dalla quale nacquero due cuccioli: Puscio ed Aurora.

Sembrava che nulla potesse interferire con la loro felicità. Quasi sempre lui si recava da lei e lei lo aspettava, come sovviene ad una coppia di gatti innamorati.

Un giorno, però, tutto cambiò.

 

Questo stravolgimento si ebbe quando la famiglia Gianguiscaglia, avvezza al lusso e alla brama di possedere sempre di più, acquistò un altro gatto, di nome Corsaro, della stessa specie di Biancaneve, in modo da poter tramandare la discendenza di razza pura. Sui due gravava la responsabilità di continuare la dinastia persiana.

A quanto pare la famiglia non l'aveva presa bene del meticciato che si era creato in casa dalla nascita dei due cuccioli, i quali furono presto regalati ad amici e parenti.

 

Iniziò, dunque, una faida tra i due mici di zona che si combattevano l'amore di Biancaneve.

Ci furono agguati da parte di Nerone e rappresaglie di Corsaro.

Dopo numerosi litigi infruttuosi, che vedevano quando l'uno o quando l'altro prevalere, un giorno i due si trovarono faccia a faccia per regolare i conti e per risolvere la questione che si era creata, una volta per tutte.

Chi avesse vinto quello scontro avrebbe ottenuto il controllo del territorio e tutti i benefici e doveri che ne comportava.

Azzuffarono il pelo in segno di sfida, spalancarono gli occhi per scrutare ogni singolo movimento dell'avversario mentre controbattevano geremiadi e versi feroci per intimidirsi a vicenda.

Giunti ad un palmo di distanza l'uno dall'altro, lo scontro era diventato ormai inevitabile.

Corsaro si scagliò contro Nerone il quale, di tutta risposta, sguainò gli artigli e lo colpì. Seguirono morsi e graffi tremendi.

 

Dopo un'efferata baruffa durata all'incirca 15 minuti in cui Nerone fu ferito ad un occhio, Corsaro ne uscì sconfitto.

Era stato dunque decretato il vincitore del combattimento e così Nerone poté finalmente reclamare l'amore di Biancaneve.

Decise, dunque, di recarsi il giorno successivo sull'uscio di casa dell'amata, nonostante fosse ancora dolente e malconcio.

 

Dall'unico occhio che gli era rimasto, però, la vide in lontananza, in compagnia di un gattone arancione, dal pelo gonfio e la testa fuor misura dalla grandezza, a scambiarsi effusioni reciproche. Un tale Marachello, della famiglia Ubaldi, la cui casa era ubicata subito di fronte la strada che affacciava sul parco comunale.

 

Nerone capì allora di come non valesse la pena amare e che da quel giorno il suo cuore non sarebbe stato più di nessuna gattina, ma di tutte.

 

   
 
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