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Autore: MaryFangirl    14/02/2023    0 recensioni
La freccia di Cupido colpisce Bruno e Camilo è in conflitto a causa dei propri sentimenti.
Coppia: Bruno/Camilo.
Oneshot scritta per l’evento Madrigalcest Valentine’s Day 2023.
Prompt: vuoi essere il mio Valentino e freccia di Cupido.
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Bruno Madrigal, Camilo Madrigal
Note: Traduzione | Avvertimenti: Incest
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Questa è una fanfiction tradotta dall’inglese, potete trovare i dettagli dell’originale qui sotto.
 
Titolo originale: Burn my heart to ashes
Link storia originale: https://archiveofourown.org/works/44905705
Link autore: https://archiveofourown.org/users/scarlettrosedust/pseuds/scarlettrosedust
 

 
 
“Vuoi essere il mio Valentino?”
 
“Cosa?” Camilo fissò Bruno come se gli fosse spuntata un’altra testa. Cercò di sfregarsi gli occhi con la mano, ma nulla cambiò. Bruno lo stava ancora guardando con quello stupido sorriso sdolcinato che Camilo aveva sempre sognato di vedere da quando aveva posato gli occhi su quell’uomo enigmatico.
 
“Ti ho chiesto, vorresti essere il mio Valentino?” disse Bruno, porgendo a Camilo una rosa rossa. Le spine erano state accuratamente rimosse, e la procedura aveva richiesto un prezzo a giudicare dai piccoli graffi e lividi sulle mani di Bruno. Camilo si sentì improvvisamente a disagio. Aveva sempre desiderato sentire quelle parole, o una qualsiasi dichiarazione d’amore nei suoi confronti da parte di Bruno, ma era sbagliato. Eppure le parole che gli rotolarono fuori dalle labbra tradirono i suoi pensieri.
 
“Certo, mi piacerebbe molto” disse Camilo. Bruno ridacchiò, proprio come una scolaretta che aveva appena ricevuto una proposta di appuntamento dalla sua cotta.
 
“Oh, è...fantastico. Sono così felice che tu abbia accettato, Camilo” disse Bruno con una risata sfiatata. Il suo sorriso si allargò quando Camilo prese la rosa. Non vedeva la sua palese esitazione?
 
“Pensavo di fare una passeggiata al fiume, magari mano nella mano? O è troppo presto?” Bruno aveva un lieve rossore sul volto mentre evocava il tenersi per mano. Scacciando il disagio che risaliva nel suo stomaco, Camilo sorrise gentilmente e prese la mano di Bruno.
 
“Certo che no, sono il tuo Valentino, giusto?” Camilo sentì le mani di Bruno stringere la presa.
 
-È così che si comporta quando è innamorato?- il cuore di Camilo si spezzò al pensiero. Se quello era il reale atteggiamento di un Bruno innamorato, Camilo sapeva di aver già perso la sua occasione. Bruno non aveva mai balbettato né evitato il contatto visivo quando parlava con lui. Suo zio era un uomo carismatico che non mancava mai di impressionarlo. Era affascinante e sicuro, o perlomeno non aveva problemi a fingere fiducia in sé. Era Camilo quello che tremava sempre come un cerbiatto appena nato, non Bruno.
 
Finalmente Bruno ricambiava i suoi sentimenti e Camilo non voleva fare altro che piangere. Camilo strinse la mano di Bruno mentre cercava di ignorare la risposta che già conosceva. Sentì Bruno ridere mentre appoggiava la testa sulla sua spalla. Bruno era infatuato di lui a causa di Cupido, e allo scoccare della mezzanotte, così come le frecce magiche, l’amore di Bruno per lui sarebbe ugualmente scomparso.
 
.
 
La magia di Cupido aveva colpito l’Encanto. Le frecce volavano da tutte le parti, provenienti dall’essere mistico che giungeva nel villaggio isolato ogni 14 febbraio. Nessuno sapeva da dove giungesse o come sbarazzarsi di lui, ma la divinità formava coppie fin da quando la popolazione dell’Encanto aveva messo piede in quella città.
 
Le coppie già presenti e i bambini venivano risparmiati secondo una delle regole di Cupido, gli innamorati non corrisposti e i romantici solitari erano tra le priorità principali, o almeno era così che le persone valutavano il funzionamento di quel sistema.
 
Quel mattino, Bruno era stato colpito dalla freccia di Cupido. Un forte guaito e il rumore della carne sfrigolante avevano attirato l’attenzione sull’uomo raggomitolato per il dolore. Cupido aveva strizzato l’occhio a Camilo prima di svanire nel nulla, lasciando tutta la famiglia a osservare la freccia rosa trasparente scomparire sulla schiena di Bruno, in stato di shock. Gli occhi di Bruno da quel momento erano sempre stati su Camilo. Nonostante la dinamica non convenzionale, tutti i Madrigal si erano fatti una bella risata. Tutti tranne Camilo.
 
Cupido sapeva? Camilo era innamorato di suo zio da tempo. Non aveva ancora capito se si fosse invaghito del comportamento pacato dell’uomo o della sua assurda gentilezza, ma era evidente dal modo in cui il suo cuore reagiva. Era un amore sia romantico che fisico. Voleva baciare Bruno tanto quanto voleva recitargli poesie d’amore. Forse Cupido sapeva della sua infatuazione. Camilo era diventato da poco un adulto, era la prima volta che veniva inserito nelle mire di Cupido. Ripensando a come quel maledetto con le ali gli aveva strizzato l’occhio, doveva sicuramente saperlo.
 
“Stai al gioco, tesoro, non sa di essere stato colpito” disse Pepa mentre lisciava la ruana di Camilo con le mani, “anzi, fai del tuo meglio, magari domani avrai qualcosa per cui prenderlo in giro” aggiunse. Sembrava euforica.
 
“Lo so” disse Camilo sorridendo a sua madre. Pepa aveva un sorriso malizioso. Era stata lei ad alimentare in Bruno l’idea di invitare Camilo a uscire non appena l’obiettivo di Cupido era stato evidente.
 
Se solo sapesse, pensò Camilo. Sua madre sembrava fin troppo divertita dalla situazione. Il vivido arcobaleno sulla sua testa la diceva lunga su quanto fosse entusiasta. Ma Camilo sapeva che quell’arcobaleno sarebbe svanito nel momento in cui avesse scoperto la verità.
 
“Bruno ti sta chiamando” disse Dolores, facendo capolino nella stanza di Camilo. Indossava un bellissimo vestito rosso con balze dorate, modello su cui lei e Mirabel avevano lavorato per settimane. Era sempre molto attenta ai suoi outfit per San Valentino, così come il marito Mariano. I loro gusti combaciavano alla perfezione, era un dettaglio carino. Camilo lasciò un bacio sulla guancia di sua madre per salutarla prima di raggiungere la sorella.
 
“Non dirò niente, prometto” sussurrò Dolores con un sorriso cauto quando Camilo fu abbastanza vicino. Qualche imbarazzante svista era scappata all’insonorizzazione, rivelando il suo interesse per lo zio. Il giorno in cui Dolores lo aveva affrontato era stato mortificante, ma Camilo era grato che lei non lo avesse giudicato troppo duramente. Lei gli aveva consigliato di chiedere a Casita di insonorizzare meglio le pareti. Camilo aveva annuito, abbassando gli occhi. Era davvero una sorella fantastica.
 
“Camilo, eccoti!”
 
Camilo alzò lo sguardo alla voce allegra di Bruno. “Sono qui!” aggiunse.
 
Camilo aveva voglia di piangere per quanto si sentisse felice e allo stesso tempo miserabile. Bruno sembrava uscito direttamente dai suoi sogni. Aveva in mano un mazzo di rose rosse e bianche, maldestramente assemblato perché non aveva chiesto supporto a Isabela.
 
“Non sapevo se ti piacessero di più quelle bianche o quelle rosse, quindi ho scelto entrambe” disse porgendo con orgoglio il bouquet.
 
“Grazie, sono bellissime” disse Camilo. Abbracciò Bruno, che reagì allegramente. “Ti amo” disse Camilo. Una risata ariosa solleticò le sue orecchie mentre braccia flessuose lo stringevano a sua volta.
 
“Ti amo anch’io” disse Bruno. Camilo sapeva che Bruno non lo ricambiava affatto.
 
.
 
Il loro appuntamento fu magnifico. Bruno aveva preparato un picnic in un punto appartato vicino al fiume, al confine di Encanto. Aveva trovato un bel banchetto ad aspettarlo, con frutta e prosciutto su un vassoio, una bottiglia di vicino e alcune pietanze di Julieta su graziosi piatti, il tutto sistemato su un telo fiallo. Il giallo era il colore preferito di Camilo, come le farfalle che svolazzavano sopra il letto del fiume. Bruno aveva ridacchiato mentre diceva che dovevano festeggiare il loro primo appuntamento. Era terribilmente romantico.
 
Parlarono per ora, mangiucchiando formaggio e altri snack mentre Camilo teneva la testa sulla spalla di Bruno. Non era sicuro di quanto tempo fosse passato e non voleva nemmeno saperlo con esattezza. Camilo lanciò un’occhiata alla clessidra disegnata sulla ruana di Bruno.
 
-Anche tu sai che sto per esaurire il tempo- pensò. Mentre il sole tramontava dietro le montagne, anche il cuore di Camilo faceva lo stesso.
 
“Bellissimo, vero?” disse Camilo guardando le sfumature di rosso, arancione e giallo che coloravano il cielo poco prima azzurro.
 
“Sì, ma non più di te” disse Bruno.
 
Camilo cercò di afferrare ogni secondo che passava, ma il tempo sembrava filtrare tra le sue dita come sabbia. Si convinse che Bruno era sincero quando lo chiamava ‘amore’, ‘vita mia’ e altri vezzeggiativi con cui si interpellavano i suoi genitori. Lasciò che Bruno lo stringesse, lo abbracciasse, lo tenesse contro di sé mentre l’uomo canticchiava la sua ninna nanna d’infanzia preferita. Lasciò che Bruno gli baciasse la fronte e gli tenesse teneramente le mani, cose che tante volte aveva sognato a occhi aperti. Eppure, la sua mente rimaneva vuota, incapace di fermare la sensazione di profonda disperazione. Di dolore.
 
“Cosa c’è che non va?” chiese Bruno accarezzandogli dolcemente la schiena. Sembrava preoccupato e Camilo non poté fare altro che fingere un sorriso. Era sicuro che Bruno avesse notato la sua sottile sofferenza mentre curvava le labbra in alto, ma non fece commenti, stringendo Camilo un po’ di più. A Camilo piaceva. Avrebbe voluto che Bruno lo facesse più spesso.
 
“Mi preoccupa solo come reagirai quando l’effetto svanirà” disse Camilo. Non avrebbe dovuto accennare ai poteri di Cupido, era una regola non scritta del giorno di San Valentino, ma era troppo stanco per preoccuparsene. Cercò di rendere vaghe le sue parole in modo da non apparire irrimediabilmente innamorato dell’uomo che lo amava per finta. “Lascia stare. Rimaniamo così ancora un po’, per favore?”
 
Bruno apparve smarrito per un secondo. Era normale, ma vederlo gli fece male. Dopotutto, era sotto un incantesimo e ignaro della magia di Cupido.
 
“Certo, amore” disse Bruno lasciando un bacio sulla sua tempia. I baci erano leggeri e affettuosi, dolci come zucchero. Camilo appoggiò il viso nell’incavo del suo collo e sospirò. Era così bello essere stretto all’uomo dei suoi sogni, a guardare il tramonto mentre la luna iniziava a mostrare il suo volto. Camilo rise quando sentì i capelli di Bruno solleticargli la guancia. Era perdutamente innamorato.
 
.
 
Camilo era nella sua stanza quando l’orologio suonò le dodici. Non si preoccupò di andare da Bruno: a cosa sarebbe servito ascoltare le sue scuse?
 
‘Mi dispiace tanto, Camilo, è stato inappropriato da parte mia. Grazie per essere stato al gioco e non avermi ridicolizzato. Per favore, dimentica tutto”
 
Era quello che Camilo immaginava di sentire. Le lacrime gli spuntarono agli occhi al pensiero. Udire le scuse di Bruno gli avrebbe spezzato il cuore, sempre se ci fosse ancora qualcosa di abbastanza consistente da potersi spezzare.
 
Camilo era sul suo letto mentre osservava la scatola di cioccolatini a forma di cuore. Accanto c’era una busta con dentro una lettera ben ripiegata. Lo faceva ogni anno: comprare una scatola di cioccolatini che Bruno non avrebbe mai ricevuto e scrivere una lunga lettera d’amore che Bruno non avrebbe mai letto. Fissava gli offetto per ore finché non svuotava la scatola, piangendo, infilandosi la cioccolata in bocca per intorpidire il dolore del suo cuore a pezzi. Le lettere venivano bruciate subito dopo. Camilo aveva imparato che i dolci non curavano lo struggimento.
 
Camilo sussultò al distinto suono dei colpi alla porta.
 
“Posso entrare?” disse Bruno sbirciando dalla fessura, e proprio come Camilo si era aspettato, sembrava mortificato. Era esasperante. Anche se era l’ultimo modo con cui Camilo voleva concludere la giornata, annuì. Bruno entrò e si chiuse la porta alle spalle.
 
Il materasso affondò quando Bruno si sedette accanto a Camilo.
 
“Mi dispiace per oggi. Dev’essere stato strano avere tuo zio come Valentino. Oh, questi erano per la persona con cui volevi realmente uscire?” Bruno alzò le sopracciglia indicando la scatola rossa a forma di cuore e la busta marrone accanto. “Oh, Camilo, mi dispiace tanto. Ti ho rovinato la giornata, vero?” disse Bruno. Sembrava pieno di senso di colpa.
 
Camilo sospirò. A cosa serviva mentire?
 
“Sono per te” disse. Facendo del suo meglio per ignorare gli occhi sbarrati di Bruno, prese la scatola e gliela porse. Il petto gli ribollì con un piccolo senso di soddisfazione. L’aveva fatto, era finalmente riuscito a fare un regalo per San Valentino a Bruno, a differenza degli anni passati. Aveva seguito la tradizione. Camilo rimosse la lettera prima che Bruno potesse recuperarla e la mise da parte. Quella no.
 
“Buon San Valentino, Bruno”
 
“Sei così gentile, grazie” disse Bruno con un sorriso caloroso. Guardò la scatola e la lettera. “Lo apprezzo, ma non devi mentirmi solo per essere cortese. Si capisce che è un regalo importante. È molto bello. Dovresti consegnare la scatola e la lettera al vero destinatario” disse Bruno, restituendo i cioccolatini. Camilo si morse l’interno della guancia e spinse nuovamente la scatola.
 
“No, non capisci! Non sono...non è...” Camilo voleva piangere. Era già sull’orlo delle lacrime, era imbarazzante. L’espressione di Bruno si fece preoccupata mentre abbracciava Camilo. Il ragazzo si lasciò avvolgere, sentendosi al sicuro ma vulnerabile al tempo stesso. Dannazione. Forse era il momento di fare qualcosa di più incisivo.
 
“Tieni” mormorò passando la busta a Bruno. Era così stanco. Camilo osservò Bruno prendera la busta e tirare fuori la lettera. Se Bruno avesse saputo la verità, forse avrebbe smesso di essere gentile e avrebbe taciuto. Voleva che Bruno mangiasse quei dannati cioccolatini e lo lasciasse piangere in pace.
 
Camilo osservò attentamente il volto di Bruno mentre leggeva la lettera. Ci furono lampi di shock genuino e occhi che si spalancavano per la sorpresa, ma per la maggior parte del tempo la sua espressione rimase illeggibile. Quando Bruno terminò le ultime righe, Camilo gemette e si nascose il viso tra le mani.
 
“Mi dispiace, non meriti tutto questo. Ma non ce la faccio più. So che non mi ricambierai mai e ho provato a fingere che questa giornata fosse reale, anche solo per una volta, ma non ci riesco. Non dal momento che in realtà tu non provi-”
 
Le parole di Camilo furono interrotte dalla collisione di morbide labbra sulle sue. Gli sfuggirono dei lamenti quando sentì le labbra muoversi, baciandolo con tenerezza. La mano di Bruno gli sollevò il mento e lo guidò per approfondire il bacio, che Camilo ricambiò appassionatamente. Il calore delle labbra e delle lingue che si univano gli provocò brividi lungo la schiena e Camilo si aggrappò a Bruno. Quando si separarono, Camilo respirava affannosamente. Era sicuro di essere sul punto di svenire.
 
“Camilo” disse Bruno. Era senza fiato, come lo era Camilo quando pronunciò un “Sì” a malapena coerente. “Non avevo idea di averti ferito o che tu mi amassi. Mi dispiace”
 
Camilo trattenne il respiro. Bruno voleva scaricarlo subito dopo averlo baciato? Per fortuna, Bruno proseguì.
 
“Dovrei respingerti, ma non credo di essere abbastanza forte. Non dovrei amarti, ma è così” disse. Bruno sospirò mentre asciugava le lacrime di Camilo. “Camilo, io ti amo. Mi dispiace di averti ferito tanto. Puoi perdonarmi?”
 
“Se davvero ti dispiace, rimani”
 
Camilo attirò Bruno in un altro bacio e si lasciò avvolgere dalle fiamme.
 
.
 
Caro Bruno,
 
so che non leggerai mai questa lettera, ma nella remota possibilità che succeda, ti prego di bruciarla e di dimenticare tutto. È quello che ho cercato di fare per anni. Forse, finirai tu il lavoro per me.
 
Ti amo. Ti amo così tanto da stare male. Soffro da anni ormai. Ogni anno compro per te una scatola di cioccolatini e ti scrivo una stupida lettera, sperando sia l’ultima volta. Ho perso il conto delle lettere che ho bruciato. Brucio ogni poesia e canzone che scrivo per te, sperando così di ridurre anche il mio cuore in cenere, ma fino ad ora sono solo riuscito ad alimentare l’incendio. Controproducente, eh?
 
Mi dispiace. Mi odieresti se sapessi cosa penso di te. Penso di baciarti al chiaro di luna e di svegliarmi al tuo fianco alla luce del sole. Sogno le tue mani su di me mentre mi tocchi in posti dove non oseresti mai. Mi domando quali dolci suoni emetteresti nell’estasi della passione, o di come pronunceresti il mio nome. Se sei arrivato fino a questo punto, mi dispiace. Sono disgustoso, lo so. Non dovrei avere questi pensieri, ma è così.
 
È troppo pensare che tu possa ricambiare? Non devi farlo e non me lo aspetto, ma vorrei davvero che succedesse. Per favore, brucia la lettera quando avrai finito di leggerla. Io non la voglio. Abbi cura di te.
 
Con amore, Camilo.
  
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