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Autore: Karla_Heisenberg    22/02/2023    5 recensioni
[Ousama Ranking\\\\\\\\\\\\\\\\ Ranking Of Kings]
[Ousama Ranking\ Ranking Of Kings]
Un Re irriconoscibile e ferito;
Una Regina affranta e rabbiosa;
Una Ladra dall'animo nobile;
Tra dame, feste, combattimenti e saccheggi, il Regno di Bosse vi saluta nella sua nuova e ombrosa atmosfera. Strizzando l'occhio ai poemi cavallereschi e i cicli arturiani si scoprirà cos'è successo dopo l'ascesa di Re Daida e la partenza del Principe Bojji, in un mondo dove nulla è più come sembra.
Potranno cambiare le cose?
Che cosa è accaduto al regno?
E cosa tormenta la Regina Madre?
Salite a cavallo e seguitemi in questa nuova avventura~
[STORIA AMBIENTATA DOPO LA FINE DELLA SERIE]
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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“Che Dio ci conceda la capacità di riconoscere il giusto, 

 

la volontà di sceglierlo 

 

e la forza per conservarlo”

 

 

 

 

 

 

 

*** 

 

 

 

 

 

 

 

Mordred aveva architettato la copertura a regola d'arte:

 

Le fiamme si erano rapidamente espanse, lambendo l'intero edificio in pochi minuti e gettando gli ospiti nel panico; Dorshe e Apeas dovettero fare del loro meglio per coordinare la scarna guarnigione presente sul posto per scortare gli invitati nel giardino e prestare primo soccorso a chi era sfortunatamente rimasto ferito. 

 

E l'ombra dei ladri, sicuri artefici del colpo, aleggiava ancora attorno a loro… se avessero voluto attaccare, quello sarebbe stato il momento giusto; oramai all'esterno il Re aveva preso posto su una panchina, lasciando che una nobile, la stessa ragazza con cui aveva passato gran parte del ballo, imponesse le mani sul suo viso per risanare alcune scottature superficiali. Ancora scosso dall'accaduto Daida gettò uno sguardo verso la marea umana… e il cuore gli si fermò.

 

Non scorgeva traccia di sua madre.

 

Si alzò, e dopo un rapido congedo dalla ragazza scattò verso l’imponente figura di Dorshe a qualche metro da lui “DORSHE!!” chiamò “DOV'È MIA MADRE?!” chiese agitato; la guardia strinse I denti “Maestà, Vostra madre potrebbe essere ancora dentro, ma non temete! Ora torneremo all’interno per cercarla” spiegò rapidamente. Per non concedere tempo di azione al ragazzo l'uomo si diresse rapido verso l'entrata richiamando alcune guardie con sé: era stato sciocco a non imporsi nel rimanere accanto alla sua protetta, ma come sua guardia doveva anche seguirne gli ordini, e lei aveva ordinato di essere lasciata sola.

 

Nel frattempo Tyr stava percorrendo ad ampie falcata la distanza che la separava dalla struttura.

 

Il piano era semplice: trovare una via d'accesso, liberare eventuali civili intrappolati, ed uscire… un boato però arrestò la corsa della ladra, seguito dalla voce preoccupata di Apeas “L'ingresso principale è bloccato!” sentì gridare il cavaliere “ANDATE SUL RETRO!! DOVETE ENTRARE, SUBITO!!” fece eco la voce disperata del giovane re. La donna imprecò sottovoce.

 

Questo complicava le cose…

 

Si mosse velocemente verso il lato sinistro dell’edificio: la stessa finestra dalla quale erano scesi risultava la migliore alternativa… unico problema? 

 

Avrebbe dovuto scalare il muro poiché la corda usata precedentemente era stata rimossa da Mordred durante la fuga.

 

Si colpì un paio di volte le guance scuotendo il capo “Forza Tyr!” Si disse “Puoi farcela, DEVI! Qualcuno potrebbe morire senza il tuo aiuto!” 

 

La ladra prese un respiro, dopodiché mosse i primi passi sulla parete verticale: quasi immediatamente la testa fu pervasa da un fastidioso senso di vertigini che minacciava di farle perdere la presa, ma la donna strinse i denti, costringendosi a continuare.

 

Presa dopo presa, Tyr si issò all’interno della stanza; rimase a quattro zampe cercando di riprendersi dalla pesante sensazione di nausea e stordimento… quella sua condizione sconosciuta era odiosa! Voltò il viso semicoperto dalla maschera verso la porta precedentemente barricata: era stata sfondata da strani fendenti, e persino la cassapanca era in pezzi! “Almeno posso entrare…” pensò.

 

Si rialzò, e passando per l'apertura si ritrovò nel corridoio…

 

Era un vero inferno!! 

 

Le fiamme avevano reso l'aria pesante e fumosa, oltre che insopportabilmente calda, in più non sapeva con esattezza quante cariche Mordred aveva disseminato in giro. Doveva sbrigarsi a perlustrare quel posto! Prese la sinistra, ed iniziò il suo giro.

 

Ignara della presenza della ladra, in una stanza dell'ala Est, Hiling guardava ancora sconvolta la porta oramai inesistente e ciò che giaceva sotto al legno e i calcinacci: il cadavere orrendamente sfigurato dalle bruciature del servo con cui stava discutendo fino a poco prima che l’incendio peggiorasse.

 

Nemmeno la sua magia lo avrebbe aiutato stavolta! Ma vedere una persona morire di fronte ai propri occhi lascia il segno… 

 

Hiling tossì a causa del fumo, conscia di doversi alzare ed allontanare prima di una nuova esplosione, ma le gambe non obbedivano. Era completamente paralizzata, non riusciva nemmeno a gridare! Sarebbe davvero stata la fine?! 

 

Un crollo l’avrebbe schiacciata?

 

 Sarebbe bruciata viva? 

 

Soffocata da quel fumo denso e scuro?! L'idea di morire come un topo in trappola le fece salire le lacrime agli occhi…

 

No.

 

Non sarebbe finita così. 

 

La Regina Madre si costrinse ad alzare un braccio verso la porta, si concentrò e rilasciò un accecante bagliore ripetuto: se qualcuno fosse stato nei corridoi l'avrebbe notata forse! 

 

Presto il fumo aumentò e così i colpi di tosse della donna; Hiling si accasciò al suolo respirando a fatica, lottando per restare cosciente… la vista si stava offuscando, e il suo segnale luminoso si stava affievolendo “Daida…” fu in grado di rantolare flebile, ormai certa della fine prossima. Eppure si costrinse a perpetrare quella muta supplica di aiuto…

 

Curioso come il Fato mescola le carte, no?

 

Come intreccia le vite, come sceglie gli eventi, come premia gli audaci…

 

Dalla porta la bionda poté scorgere un’ombra affacciarsi ed entrare, una voce lontana le porse domande incomprensibili alle sue orecchie, alle quali la donna rispose semplicemente con un rantolio esausto, abbassando le palpebre 

 

“Nonono, hey!! Hey resta sveglia!! Non puoi dormire… porca puttana!!” Tyr la scosse di malagrazia, ringhiando. 

 

Svenire in un incendio significava meno probabilità di salvezza! Era riuscita a indirizzare un paio di domestici verso il retro, sentendo le guardie muoversi da basso e sicura che sarebbero stati aiutati… ma ora doveva uscire! 

 

La nobile era spacciata, tanto valeva lasciarla lì e guadagnare l'uscita, no?!

 

Strinse i denti “Maledizione, schifosa puttana ornata d'oro! FANCULO A ME E ALLA MIA SCEMPIAGGINE!!” urlò; con un gemito di fatica issò la donna sulla propria spalla, gettò un ultimo sguardo allo sfortunato servo, e lasciò la stanza.

 

Sarebbe uscita dal retro e nell'ipotesi peggiore avrebbe menato fendenti contro le guardie o gli avrebbe direttamente scagliato contro chi stava trasportando per poi fuggire, qualunque ipotesi avrebbe fronteggiato una volta fuori, sapeva per certo che il tempo era agli sgoccioli: le fiamme ormai erano incontrollabili, il fumo aveva sporcato il suo viso e quello della sopravvissuta di nero, la faceva tossire e lacrimare, e l'aria calda era ormai irrespirabile.

 

Presto vide la scalinata principale, accelerò… ma uno scricchiolio la fece saltare indietro giusto un attimo prima che il soffitto crollasse, sbarrandole la strada “MERDA!!” urlò la ladra.

 

Se ne fosse uscita viva, avrebbe ficcato la testa di Mordred nella prima latrina sporca del Nido! 

 

Si affrettò a tornare sui suoi passi e cambiare direzione, ritornando nella stanza dalla quale era entrata “Sono un'idiota, sono una CAZZO di idiota!!” gemette. Posò l’inerme carico al suolo e diede uno strattone ad una delle tende per verificarne la stabilità,  dopodiché riprese la donna in spalla, strinse la tenda con una mano, prese la rincorsa… e balzò nel vuoto proprio mentre un crepitio inquietante le gelava il sangue nelle vene: l'ennesima esplosione detonò alle sue spalle bruciando la tenda ed accompagnando la discesa con lingue di fuoco. Lesta la ladra fece scivolare la bionda in avanti, stringendola a sé quando l'impatto le tolse il fiato; ruzzolò di qualche metro, rimanendo poi immobile sull'erba gelida continuando a schermare il carico umano con il proprio corpo.

 

Udì chiaramente un boato, una pioggia di ciottoli e pietre colpirle la schiena, ed infine un urlo maschile carico di disperazione levarsi dall'altro lato del palazzo. Solo quando si sentì nuovamente stabile Tyr allentò la presa sulla donna per guardarla.

 

Non trattenne un gemito di sorpresa.

 

I bagliori della luna e del fuoco rivelarono l’identità di chi aveva appena salvato: nientemeno che Hiling, la Regina Madre.

 

“Visto? Lo dicevo che sarebbe uscita illesa da lì dentro~ o quasi…” Esclamò la voce di Mordred rivelandone la presenza al suo fianco “TU?!” La corvina si alzò barcollante afferrandolo per la casacca “BRUTTA VISCIDA SALAMANDRA!! SCHIFOSA PIATTOLA!! TI VENISSE LA DIARREA INCENDIARIO DEI MIEI STIVALI!!” gli ringhiò contro mentre lo scuoteva “POTEVO MORIRCI LÀ DENTRO!!” 

 

“Ma sei ancora tra noi invece~” replicò l'uomo per nulla impressionato dalla sua rabbia; Tyr fece per ribattere, ma dovette lasciare la casacca dell'uomo alla svelta: si piegò in due un paio di passi più in là, lasciandosi andare in conati ben poco eleganti dopo essersi tolta la maschera in fretta, riversando l'intero contenuto del suo stomaco sul prato “La tua bravata non ti ha giovato" commentò Arthur, avvicinandosi assieme a Gale “… ancora il tuo malessere immagino…” fece l'uomo mentre osservava la dama svenuta e la ladra impegnata a vomitare, sostenuta da Mordred.

 

Si accovacciò accanto alla Regina, sollevandola tra le braccia dopo un rapido controllo “Ci conviene andare, prima che le guardie si ricordino che il giardino è vasto"

 

“Un attimo!!” boccheggiò Tyr asciugandosi la bocca nella manica “Non staremo mica per portarci via la REGINA?!” 

 

“Il mio ruolo di medico mi impone di non lasciare nessuno senza cure, e questa signora, benché testa coronata, non sarà un’eccezione" replicò Arthur, precedendo i tre verso il carro e i cavalli. Venne seguito dai colleghi, e presto la tenuta fu una forma lontana… 

 

Il viaggio si svolse silenziosamente.

 

Nessuno aveva voglia di conversare: Mordred guidava i cavalli con maestria, mentre Gale stava seduto dandogli le spalle. Lo sfregiato teneva le braccia conserte, e pareva fremere di rabbia. 

 

Una carica pronta ad esplodere…

 

“… sareste dovuti tornare senza di me” disse improvvisamente Tyr “Avrei trovato comunque la strada! Rientrare è stata una mia idea dopotutto!” 

 

“Siamo una squadra, Tyr…” le ricordò Arthur con il suo solito tono risoluto “E tra compagni e amici funziona così: nessuno viene lasciato indietro” la frase strappò un borbottio da parte di Gale; la ladra diede un'ultima occhiata alla nobile sorretta dal superiore, dopodiché abbassò lo sguardo.

 

Con una Regina al seguito ora la loro condizione era ancora più a rischio del solito! Ma… non poteva lasciarla bruciare.

 

Non era quella la sua morale, non dopo tutti quegli anni… e quella sua correttezza poteva essere una grandissima debolezza a volte.

 

Una volta arrivati al Nido il medico, primo a scendere dal carro, si avviò verso una costruzione in legno con la Regina tra le braccia, accompagnato dagli sguardi e i mormorii degli abitanti, mentre Mordred chiamò aiuto per scaricare il bottino. 

 

Subito Tyr cercò di seguire il capogruppo, ma la salda presa di Gale sulla sua spalla la  fermò; la ladra sbuffò alzando l'occhio al cielo “Avanti Gale, non aspettavi altro…” borbottò "Sei stata una vera sconsiderata" le disse lui duro "Ti sei lanciata in un palazzo in fiamme per... cosa?! Per tirare fuori la regina di tutti quei bastardi?! Ti rendi conto che avresti potuto morire, oppure venire ferita ancora più gravemente di quanto non fossi quando ti abbiamo trovata?!" 

 

"Per prima cosa…” iniziò la corvina, scostando bruscamente la mano del colosso “Io non ero a conoscenza della sua identità o presenza, e poi l'incendio non era programmato! E se ci fossero stati dei bambini lì dentro?! Avrebbero dovuto pagare per i propri genitori con la loro vita?!" aggiunse accigliata, Gale emise un ringhio 

 

"E i bambini che vengono maltrattati per le strade con i loro genitori solo perché hanno commesso il crimine di nascere nella classe sbagliata? Loro dove li metti?! Anche il re un tempo era un bambino, eppure quello che tormenta il popolo per le sue ridicole feste è lui! Anche suo fratello era un bambino, eppure nulla ha impedito che una congiura gli si abbattesse contro, e anche noi un tempo eravamo bambini, però guarda caso, nessuno ci pensa MAI!” le abbaiò contro.

 

Tyr scosse il capo "Hai ragione Gale... la nobiltà è corrotta, non lo metto in dubbio, e io sono la prima a dirlo..." sospirò, iniziando ad avanzare verso la stessa struttura dove era sparito Arthur assieme al guerriero "Ma... non so come spiegarlo, però la Regina ha un qualcosa di strano attorno a lei" commentò "Come se un pesante velo ne avvolgesse la figura..." 

 

“Lo stesso alone che ho io dopo sei pinte di birra” replicò l'uomo. Inutile… quando Gale aveva una convinzione, ogni tentativo di ragionamento era vano! Solo Arthur era capace di persuaderlo! Tyr alzò l'occhio al cielo liberandosi del cappuccio 

 

"Non intendo la sbronza... ha qualcosa di strano. Me lo sento, me lo dice l'istinto... lo so che suo figlio è responsabile del malcontento, ma come può essere colpa della madre?" “Come può essere colpa sua chiedi? Vediamo un po' Tyr, chi è responsabile dell’educazione dei propri figli? E non iniziare con la storia dei Precettori. Anche loro vengono accuratamente selezionati dalle teste coronate dopotutto…” bofonchiò il colosso irremovibile “Se suo figlio si comporta in tale maniera, la colpa è della madre e del padre" sentenziò. Tyr preferì non ribattere, sprecare fiato era inutile e stancante… 

 

Presto i due giunsero all'infermeria; all'interno Arthur era impegnato a sistemare alcune erbe nei rispettivi contenitori e pulire il banco da lavoro “Questa donna è stata molto fortunata” informò i colleghi una volta entrati “Le sue scottature erano solo superficiali, e con ciò che le ho fatto bere i suoi polmoni si libereranno del tutto, ma ha bisogno di assoluto riposo" 

 

“Fantastico, ci aspetterà sicuramente un degno ringraziamento per il nostro operato da buoni samaritani…” fece Gale acido; Arthur si limitò a scuotere il capo con un sospiro, mentre Tyr assunse un'aria pensierosa “E se volgessimo questa giocata a nostro favore?” domandò illuminandosi “Potremmo tenerla qui con noi, e chiedere un riscatto!” esclamò. L'idea fece spuntare un ghignetto lieve sulle labbra di Gale, e persino Arthur pareva ponderare la proposta folle “Pensateci, la tesoriera ne gioverebbe molto!!” incalzò la corvina 

 

“Unico ostacolo in questo roseo scenario? Se il figlio terrà davvero a riavere la madre con sé~” il commento di Mordred, apparso all’improvviso sulla soglia, fece compiere un salto a tutti i presenti. Come facesse a muoversi come un felino era un mistero 

 

“Mordred, io ti attacco un campanello al collo prima o poi, lo giuro!” ringhiò la ladra guardandolo storto e strappandogli una risata “E che intendi con la tua frase così funesta?” aggiunse; il castano aggiustò i propri occhiali sul naso “Vedete, pare proprio che tra la nostra ospite e il suo pargolo regnante non ci sia proprio un bel rapporto, o meglio… c'era. Ma ahimè, qualcosa si è incrinato… quindi non è scontato che egli la riaccolga a braccia aperte" “Mordred ha ragione" si intromise Gale “Non so quanto lui, ma posso confermare queste insinuazioni dalla taverna… senza contare che recentemente molte ragazze del bordello sono state lautamente ricompensate proprio da lei, quindi se per pura sfiga il viziato non è comprensivo…” il discorso fece scaldare le guance di Tyr “Beh! Io propongo di fare un tentativo. Mal che vada la riporterò indietro io stessa!!” Squittì. 

 

Marciò verso il letto, accomodandosi su una sedia accanto ad esso “Mi assumo ogni singola responsabilità di questo folle piano” i tre uomini si scambiarono uno sguardo perplesso, annuendo infine. Tyr e Gale si somigliavano nelle loro convinzioni: una volta che si mettevano in testa qualcosa, non c'era modo di smuoverli o dissuaderli del tutto…

 

“Dunque! C’è comunque aria di festa stasera! Sono sicura che taverna e piazza si daranno da fare… andate, e tenetemi una pinta da parte!” aggiunse la ragazza con un sorriso “Certo, non vogliamo disturbare la tua osservazione notturna oltre~” canzonò Mordred, dovendo schivare lo stivale dell'amica scagliatogli contro.

 

Se nel Nido aleggiava un'aria di tesa gioia e nell'ormai distrutta tenuta regnavano l'angoscia e la disperazione, dalla parte opposta delle foreste regnava la calma.

 

In uno spiazzo tra gli alberi, vicino ad un limpido laghetto, si ergeva una graziosa casupola di tronchi; dall'interno, arredato con gusto, provenivano voci e risate, un chiacchiericcio udibile dalla giusta distanza… accompagnato da un fioco sibilare.

 

Accanto al camino acceso sonnecchiava un lupo più grosso del normale, mentre sul pavimento coperto di morbidi tappeti strisciavano alcuni serpenti; al tavolo ricavato da un singolo tronco intagliato stavano tre persone: la prima era una ragazza sui trent'anni il cui dettaglio più vistoso oltre ai grandi occhi scuri era la folta chioma nera dai riflessi bluastri, fermata in complesse trecce decorative. L'abito crema era abbellito da una sorta di grembiule scuro, che richiamava la tinta del mantello di pelliccia consumato e selvaggio assicurato alle spalle della persona che le stava dietro.

 

L'uomo in questione era alto, indossante un’armatura argentea vissuta, e il viso era celato dal pesante elmo modellato a formare un cipiglio demoniaco sovrastato da un paio di corna a completarne l'inquietante aspetto; anche il terzo ospite, accomodatosi di fronte alla donna, portava un'armatura: nera come la notte e chiaramente di pregio, proteggeva il corpo tarchiato dell'uomo la cui unica parte visibile era il capo su cui svettava il taglio a caschetto dei capelli scuri. Gli occhi piccoli e azzurri passavano dalla padrona di casa al cavaliere alle sue spalle durante la conversazione, soffermandosi di tanto in tanto sulle serpi e sul canide assopito.

 

Una casa accogliente all'esterno, che nascondeva forti difese all'interno.

 

“Beh! Penso che presto sarà ora per me di andare" annunciò l'uomo “Da qui al mio carro è lunga!” “Sicuro che non vuoi fermarti, Drogodok?” chiese la ragazza; l’ospite rabbrividì lievemente, asciugandosi la fronte con un fazzoletto “Ti ringrazio, Hela, ma devo rifiutare… non vorrei mai che il tuo cagnolino troppo cresciuto mi mangi o una delle tue serpi mi morda… sai no? Sono un uomo d'affari, chi svolgerebbe i miei compiti se muoio?! Oltretutto deluderei i miei Signori con una mia dipartita!” si lasciò andare ad una risata che contagiò la corvina… che smise di ridere un attimo dopo quando i suoi occhi si rivoltarono e la sua figura minuta scivolò verso il pavimento.

 

Il cavaliere alle sue spalle la afferrò appena in tempo, stringendo la presa e sorreggendole la testa mentre convulsioni la scuotevano come una bambola di pezza tra le fauci di un cane e dalla sua bocca fuoriusciva schiuma; Drogodok scattò in piedi incerto sul da farsi, mentre il lupo si destò di soprassalto con un guaito, e persino i serpenti si bloccarono come preoccupati per la loro padrona “Per l'ira dei Draghi, proprio ora?!” imprecò l'ospite, ricevendo un’occhiata sbieca dal cavaliere. Lo spettacolo durò qualche minuto, finché Hela non smise di scalciare; si irrigidì, inarcandosi tra le braccia di chi la sorreggeva

 

“Il triste usignolo che più non cantava rincontrò il falco che già lo ascoltava” mormorò “Ferito ad un'ala, solo e smarrito, il suo animo verrà addolcito; lo stormo li acclama, vola e gorgheggia... ma un'ombra attorno la gabbia aleggia.

 

Una candida serpe giunge strisciante, la sua bugia un bagliore accecante.

 

Fermala, o prode, attacca la belva... che il felino ferito dall'ombra ti osserva…”

 

prese poi un lungo respiro e finalmente rilassò i muscoli; la strega impiegò un momento per risvegliarsi, volgendo lentamente il viso verso Drogodok 

 

“… che cosa ho detto?” fece diretta.

 

 Il mercante, ancora scosso, ripeté le parole criptiche che vennero prontamente trascritte su un foglio e affisse ad una sorta di bacheca “La prossima volta avvertimi prima di darti alle contorsioni!” bofonchiò Drogodok mentre leggeva le frasi con la ragazza “Pensi di riuscire già ad interpretare la tua visione?” Chiese confuso. 

 

Hela fissò il foglio “… secchio” mormorò; l'ospite si spostò appena in tempo: nel punto in cui si trovava un momento prima fu riversata la cena della veggente, che venne prontamente affiancata dal cavaliere in argento. Questi le porse un secchio e la sorresse per nulla impressionato dalla sua violenta nausea… non era la prima volta che capitava dopotutto… 

 

Una volta che ebbe finito Hela poté salutare l'ospite, abbandonandosi su una delle sedie “Mi dispiace, chiedo scusa a tutti…” mormorò rivolta alla sua “famiglia”. Uno dei serpenti le strisciò sulla gamba, acciambellandolesi in grembo, mentre il lupo si erse in tutta la sua altezza e la raggiunse con passo lento dandole una testata affettuosa che la fece sorridere. 

 

Il cavaliere si aggiunse, poggiandole una mano sulla spalla “Senza te avrei rischiato di farmi male, Ouken" commentò la veggente alzando il viso per guardare il punto dove sarebbero dovuti essere i suoi occhi “Ti devo così tanto…” commentò con voce stanca.

 

Ne era uscita più provata del solito!

 

L'uomo inclinò il capo di lato senza proferire verbo, aspettò che la serpe scendesse e prese la strega in braccio, spostandola fino a raggiungere il salotto. Ouken la fece sedere sul morbido tappeto, con un cenno chiamò il lupo, e solo quando l’animale si fu accoccolato per farle da cuscino prese posto a sua volta, accomodandosi a terra dandole le spalle; la mano celata dal guanto metallico si spostò sull’elsa della spada che portava alla vita.

 

Avrebbe vegliato sulla sua protetta, come faceva ogni notte… dopotutto i non morti non avevano bisogno di dormire.

 

Hela corrugò le sopracciglia “Drogodok non ritornerà, non temere" cercò di calmarlo tirandosi una coperta addosso “E se anche entrasse tu, Fenrir e i nostri amici squamosi lo fermereste" ridacchiò; si rannicchiò come un gattino, abbracciando il grosso canide e augurando la buonanotte ai presenti… le ore passarono, e presto ognuno degli inquilini si assopì.

 

Tutti tranne Ouken.

 

Il cavaliere non necessitava di riposare, aveva un solo obiettivo al momento ovvero fare la guardia alla strega addormentata; si voltò appena verso di lei e allungò un braccio, rimboccando la coperta della corvina e tornando a concentrarsi sulla porta.

 

Curioso come le sue mani, un tempo solo fonte di morte e distruzione, ora fossero in grado di compiere gesti così delicati…

 

Per un singolo momento gli parve di intravedere un bagliore dorato sul metallo argenteo…

 

Splendente come l’armatura che per lungo tempo aveva indossato.

 

 

 

Ah, il Fato… 

 

 

 

Così curioso, 

 

così crudele, 

 

così misterioso…

 

 

 

 

 

 

 

***  

 

 

 

 

 

E Zia Karla vi lascia con questo nuovo cap, che preannuncia un sacco di guai~

 

Benvenuti o bentornati amici vicini, lontani e svizzeri; spero la lettura vi sia piaciuta, e vi chiedo… secondo voi quale può essere l’interpretazione della predizione di Hela? Aspetto le vostre interpretazione se ne avete! 

 

Spero di rivedervi al prossimo cap, e se conoscete la serie vi dico: il fatto che Ouken stia camminando ha un motivo, ma ve lo spiegherò a tempo debito~ 

 

 

 

Un abbraccio 

 

⚙Karla_Heisenberg⚙

 

 

 

PS. Honorable mention a Maria_la_Sanguinante, creatore di Drogodok proprio per questa storia! 

PPS. SCUSATE EVENTUALI ERRORI MA POTREBBERO ESSERMI SFUGGITI CAUSA STANCHEZZA POST LAVORATIVA💔

 

 

   
 
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