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Autore: LadyPalma    23/02/2023    5 recensioni
[Questa storia partecipa al "Torneo TreMaghi – multifandom edition" indetto dal gruppo facebook L'angolo di Madama Rosmerta].
Un Corvonero, una Tassorosso e un Serpeverde sono chiamati a rappresentare la Scuola di Hogwarts nella nuova edizione del Torneo Tremaghi, capiranno ben presto che l'unico modo per vincere è collaborare.
| Alicent, Larys, Tyland |
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Alicent Hightower, Larys Strong, Tyland Lannister
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Larycent [Alicent/Larys]'
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Alicent Hightower ha ricevuto innumerevoli inviti per il Ballo del Ceppo: ha detto no a tutti. Anzi, non proprio no, più che altro si è assestata puntualmente su un incerto e diplomatico forse che non deve aver convinto nessuno dei suoi pretendenti. 

Larys Strong, però, di un forse non si è proprio accontentato. Dopo quella risposta standard, esibisce un sorriso sinistro, invece, e si accomoda tranquillamente al tavolo Tassorosso accanto a lei, convinto in qualche modo di poter trasformare nel giro di una sola conversazione il forse in un sì.

"Vieni al Ballo con me e saremo pari. Potrei considerare estinto il tuo debito nei miei confronti per aver messo il tuo nome nel Calice".

Alicent lo guarda a lungo, in silenzio, giusto il tempo di tenere a freno la sua abituale paura – nei confronti degli altri, delle minacce, della vita.

"È qualcosa che io non ti ho mai chiesto, ti ricordo".

Il ragazzo appare sorpreso, eppure un sorriso si apre sul suo volto. "Se abbiamo superato la Prima Prova è solo grazie a me. Di certo ti considererai in debito almeno per questo".

"Non sono stata io a partecipare, magari dovresti chiedere a Tyland di accompagnarti al Ballo".

Le parole le escono fuori quasi ancor prima di rendersene conto. È conosciuta per essere sempre gentile, dolce, disponibile; non è proprio da lei non essere remissiva, opporre resistenza e ingaggiare battaglie di parole. Dev'essere una conseguenza dell'essere diventata Campionessa, forse, ma quale paradosso che quell'enorme cambiamento lo deve in fondo proprio a lui! Larys, intanto, continua a sorridere e basta. Il sottile gioco dei ricatti lo conosce, del resto, molto meglio di lei.

"D'accordo, Alicent. E dimmi, con chi pensi di andare? Magari con quel bellimbusto di Arryk Cargyll oppure proprio con il nostro comune amico Tyland?"

"Potrei considerare il mio amico Criston Cole" risponde, anche se sa benissimo di tirare fuori quella possibilità soltanto perché è ben noto quanto tra i due non corra affatto buon sangue –  e i duelli sfiorati nei corridoi possono testimoniarlo.

La menzione di quel nome ha, infatti, l'effetto improvviso di far sparire il sorriso dalla faccia di Larys. Stringe i denti, al contrario, ed è con un'espressione di palese irritazione che si china leggermente su di lei, riducendo la sua voce a un sussurro. 

"Beh, sarebbe un vero peccato se il tuo amico Criston Cole finisse in infermeria, non credi? Non sarebbe molto difficile per me, sai?".

Alicent sgrana gli occhi, tornando per un attimo la ragazza timorosa di sempre.

"Mi stai minacciando?"

I ruoli si ristabiliscono: Larys è di nuovo calmo, in controllo, mentre puntella il bastone a terra pronto ad alzarsi in piedi. "Non sto minacciando te" precisa in tono casuale. "Tutto ciò che ti chiedo è di essere la mia dama al Ballo, non mi sembra di chiedere molto".

Alicent esita solo un altro istante prima di ritrovarsi lentamente ad annuire. "E poi mi lascerai finalmente in pace?"

"Poi ti lascerò in pace" concorda lui, senza nascondere l'aria di trionfo, e si sente così vittorioso da aggiungere anche: "E, se posso permettermi, ti consiglierei di vestirti di giallo oppure di rosa. Starebbero bene come contrasto al mio completo blu-rosso tipico della famiglia Strong".




 

Capitolo 3: Il tradizionale Ballo del Ceppo



 

"In nome di Tosca, è proprio stupenda questa sera, non credi?" commenta Harwin, rompendo il teso clima di silenziosa attesa dei cavalieri in attesa delle proprie dame.

Sono tutti stipati lì ai piedi della scalinata principale del castello, ragazzi di ogni scuola e di ogni casa per una volta complici in quella breve parentesi del Torneo TreMaghi. Nella mezz'ora da quando sono arrivati i due fratelli Strong, molte ragazze hanno fatto la loro comparsa, accolte perlopiù da brusii concitati e fischi di ammirazione.

"Direi passabile" dice Larys in tono incolore, con gli occhi fissi sull'ultima arrivata, la campionessa di Durmstrang Mysaria nel suo elegante vestito bianco, che proprio in quel momento sta prendendo la mano che Daemon Targaryen le porge.

Ma Harwin al suo fianco ridacchia, colpendolo piano sulla spalla per invitarlo a voltarsi. E, quando lo fa, qualsiasi pensiero calcolatore si stava formando nella sua testa nello studiare i suoi avversari sparisce del tutto. Dall'alta scalinata sta scendendo in quel momento proprio Alicent, con i capelli ramati raccolti in modo da lasciarle scoperto completamente il viso, e il corpo fasciato in un lungo abito di velluto verde smeraldo. È stupenda, non trova un'altra parola migliore in effetti, e Larys si rende conto che gli riesce impossibile toglierle gli occhi di dosso. Soltanto quando lei è ormai davanti a lui, si costringe a sbattere le palpebre e a rendersi conto dei dettagli del mondo esterno che, a quanto pare, ha continuato in qualche modo a girare nel frattempo. Dettagli come il fatto che la sagoma rossa accanto ad Alicent è la sua migliore amica Rhaenyra Targaryen, o che suo fratello sta richiamando ripetutamente la sua attenzione.

"Scusami, Harwin, ero sovrappensiero" dice in tono distratto, con gli occhi ancora fissi sulla ragazza. Ci sono fiori ricamati sul vestito e ad un fiore assomigliano anche le sue labbra laccate di rosso.

"Oh, per la barba di Silente, non credevo avrei mai sentito dire una cosa del genere. Sovrappensiero tu?" lo canzona bonariamente Harwin, prima di fargli un occhiolino di incoraggiamento e avviarsi verso la Sala Grande con Rhaenyra sottobraccio.

Senza più valide interruzioni (se tali non possono essere considerati l'arrivo di altre fanciulle o gli apprezzamenti niente affatto sottili all'indirizzo di Alicent), i due restano a guardarsi e guardarsi è quello che fanno, in silenzio, per un tempo decisamente lungo. Alla fine è lui, con una esitazione degna di nota, il primo ad agire, pescando da una tasca un braccialetto di fiori rossi e boccioli verdi non ancora schiusi. "Si intonano perfettamente con sfumatura del vestito, sai? Speravo proprio ti vestissi di verde, forse sarà banale dirlo per un Serpeverde, ma è un colore meraviglioso e tu sei nata per indossarlo".

"Non è possibile!" esclama lei, mostrando stupore e irritazione insieme, "mi avevi detto di vestirmi di rosa o giallo!"

Larys ridacchia allegro, mentre le afferra con gentilezza il polso sinistro e le fissa con precisione il corsage. Poi, si porta la mano alle labbra per porgerle un perfetto baciamano. "Oh, Alicent, sei così adorabile quando provi a tenermi testa. Non riuscirai mai a stare un passo avanti a me, ma mi diverte immensamente vederti provare".

Alicent scuote la testa seccata, per quanto non riesca a smettere di fissare l'omaggio floreale che le ha regalato. È un pensiero bellissimo, in mezzo a un pericoloso gioco di manipolazioni sottili. "Come facevi a sapere che avrei scelto proprio il verde?"

"Vediamo: il nero non è il tuo colore e non avresti mai indossato il rosa e il giallo, visto che ti avevo espressamente detto di farlo. Dopo che ti ho consigliato come vestirti, sapevo che tu avresti di certo provato a contraddirmi in tutti i modi, quindi avresti anche evitato il rosso e il blu che avrei indossato io, e i loro affini – quindi via anche il bordeaux e l'azzurro. Indirizzarti verso il verde è stato abbastanza facile".

La ragazza apre la bocca un paio di volte senza emettere alcun suono. Ha ragione forse: non riuscirà mai a stare dietro una simile macchinazioni mentale. Quella catena di pensieri è stata esattamente la sua mentre sceglieva la stoffa adatta da Madama McClan; per quanto credesse di fargli un dispetto, stava invece inconsapevolmente cadendo nella sua trappola ben tesa.

"Esistono però anche altri colori, l'arancione, il bianco, il viola…"

"Ed esiste anche il verde" ribatte lui, serafico, prima di porgerle finalmente il braccio, "e, tra l'altro, dopo aver menzionato la mia famiglia era naturale che tu scegliessi il colore della tua. Non è fuoco verde quello in cima alla torre nello stemma degli Hightower?"

Alicent non sa come sia possibile, ma ogni sua nuova aggiunta riesce a essere una sorpresa. Afferra il braccio di Larys mostrandogli una palese smorfia di disappunto; dentro di sé, però, non può fare a meno di fare un plauso alla sua intelligenza e accogliere, tacitamente, la sfida a intuire le sue prossime mosse.

Odia che ciò che prova per quel ragazzo è ammirazione più che paura.

Eppure la lusinga, nonostante tutto, che a vederla davvero sia lui e non qualcun altro.

 

*

 

Ai piedi dalla grande scalinata non c'è ormai più nessuno, ma Tyland Lannister indugia ancora un po'. Potrebbe andare in Sala Grande da solo – avere un accompagnatore è indicato ma non obbligatorio, in fondo, e lui è pur sempre un Campione – ma il punto è che, tra tutte le dame che ha visto sfilare una dopo l'altra, non ha potuto fare a meno di accorgersi che una manca ancora all'appello. Ed eccola finalmente, trenta minuti di ritardo rispetto alle altre, come fanno le vere dame, in un vaporoso vestito azzurro cielo e un'espressione vagamente insicura sul volto. Tyland è estasiato nel vederla scendere le scale e farsi sempre più vicina, più vicina a lui. Prima di incontrare lei, pensava che Alicent fosse la ragazza più carina che avesse mai visto, ma se Alicent era una regina, quella che ha di fronte ora è una dea, e non può essere diversamente, del resto, per una ragazza che ha un quarto di sangue Veela nelle vene e il suo cognome – Velaryon – esiste per ricordarlo a tutti. Curiosamente, è solo quando la ragazza è esattamente di fronte a lui e lo saluta con un semplice sorriso, che lui si rende conto dell'implicazione insita nel fatto che non c'è davvero nessun altro accanto a loro. Possibile che lei non abbia trovato un accompagnatore?

"La tua dama non ancora si palesa?" domanda Laena proprio in quel momento, giocando quasi d'anticipo sulla stessa domanda.

"Non ho nessuna dama, a dire il vero. La ragazza a cui avevo chiesto ha preferito andare con qualcun altro, mentre io ho preferito rifiutare le ragazze che lo hanno chiesto a me" si ritrova a dire, e si stupisce da solo per essere così sincero. E per pronunciare una frase così lunga senza balbettare.

Laena annuisce comprensiva. "Anche il mio accompagnatore ha preferito qualcun'altra, appena qualche ora fa. Ma avevo appena iniziato a sistemarmi i capelli, quindi non ho avuto proprio il tempo di trovare un sostituto" dice, con una punta lieve di disappunto, indicandosi l'elaboratissima acconciatura di capelli argentei. Poi torna a sorridere. "Ma tu… davvero non avevi un'altra dama in mente da voler invitare?"

Tyland arrossisce appena, forse senza neanche rendersene conto, e adesso sì che torna a balbettare. "F-forse, anzi sì, sic-sicuramente sì, ma non sono davvero un Grifondoro, io, non sono così coraggioso da rischiare un altro r-rifiuto".

Laena lo studia in silenzio per qualche secondo, poi senza preavviso lo prende sottobraccio. "Per fortuna sono coraggiosa io, allora" replica, con un occhiolino, e a quel punto sono diventati senza troppe cerimonie accompagnatori di fatto.

Soltanto allora, con quella dea stretta al braccio, si sente abbastanza sicuro da lanciarle uno sguardo e dirle ciò che avrebbe dovuto dire fin da subito. "Stavo aspettando te, prima. Perché non c'era nessuno e tu mancavi e… e sei meravigliosa questa sera, e qualcuno doveva dirtelo".

Gli occhi di Laena si illuminano, mentre ride innegabilmente compiaciuta. "Siete tutti così galanti voi inglesi? O soltanto i bei ragazzi Corvonero come te?"

 

*

 

L'inizio del Ballo non è stato dei migliori. Mentre il Preside Silente invitava le coppie dei Campioni – Daemon Targaryen e Mysaria Whyte da Durmstrang, l'altra campionessa di Durmstrang Rhea Royce al fianco di un fortunato Jason Lannister, Joffrey Lonmouth e Laenor Velaryon da Beauxbatons, Laena Velaryon da Beauxbatons e Tyland Lannister di Hogwarts – a prender posto al centro della sala per aprire le danze, Alicent e Larys sono stati gli unici a declinare l'invito e a restare seduti ai margini. E se diversi ragazzi (e anche un paio di ragazze) da tutte le scuole si sono fermati di fronte a Alicent chiedendole di ballare, lei ha sempre rifiutato con gentilezza, anche se la delusione per doversene stare seduta è evidente sul suo viso – e nei suoi piedi che non smettono involontariamente di accennare movimenti al tempo di musica.

"Credo di aver capito il tuo gioco" esordisce la ragazza dopo i primi venti minuti dall'inizio del Ballo, con gli occhi fissi sulle coppie danzanti che, nel frattempo, si sono moltiplicate, "mi hai invitata per costringermi a stare seduta per tutto il tempo".

Larys appare sorpreso e, nella sorpresa, divertito. "Non ti sto impedendo di accettare gli inviti a ballare da parte degli altri, stai facendo tutto da sola".

"Ma sono venuta al Ballo con te, non potrei mai lasciarti qui da solo e–"

"Ah, la proverbiale cortesia dei Tassorosso, contavo proprio su questo, a dire il vero".

Alicent sospira seccata. "Quindi lo stai ammettendo. Mi hai invitata soltanto per non farmi ballare, è una sorta di strana punizione?"

"Non ti sto punendo per nulla, Alicent, né voglio che tu non ti diverta stasera. Non sono una persona cattiva, soltanto egoista".

"Egoista?"

"Non avrei sopportato di vederti ballare con qualcuno altro per tutta la sera, tutto qui".

Larys la fissa negli occhi con una tale intensità che Alicent – e di questo si dà immediatamente della stupida – arrossisce. Quasi per nascondere quella reazione, forse, si alza in piedi e mormora distrattamente che va a prendersi qualcosa da bere. Larys la segue con gli occhi (e con un mezzo ghigno sulle labbra), ma non riesce a godersi a lungo la sensazione di soddisfazione nell'averla messa in imbarazzo. Infatti, ancor prima che Alicent raggiunga il tavolo delle bevande situato nel lato opposto della Sala Grande, la sedia rimasta libera viene occupata da una ben nota ragazza in bianco.

"Mysaria, a cosa devo il piacere?" domanda Larys in tono appena infastidito.

La Campionessa di Durmstrang non ci gira intorno. "Tempo di tornare a conti pari, Strong. Un indizio per un indizio è ciò che mi pare giusto" dice, con il suo forte accento straniero, che l'incantesimo di traduzione non è riuscito a coprire.

Il ragazzo annuisce. "Quel che giusto è giusto" ammette, consapevole che senza l'alleanza con lei non sarebbe mai riuscito a scoprire la creatura destinata a loro durante la Prima Prova. Certo, sarebbe stato molto meglio nei suoi piani se quell'aiuto fosse andato a favore di se stesso o di Alicent, ma di questo Mysaria non è responsabile. La sua parte di accordo l'ha rispettata e, al di là di tutto ciò che si può dire su di lui, Larys onora sempre i suoi impegni – se non c'è alternativa, perlomeno. Così, si china al suo orecchio e le sussurra la soluzione all'enigma dell'inizio della Seconda Prova contenuto nel cilindro che tutti i Campioni hanno recuperato durante la Prima Prova.

Mysaria spalanca gli occhi e sembra quasi delusa. "Tutto qui?"

Larys non può fare a meno di ridacchiare. "Sì, tutto qui, potevi arrivarci anche da sola. Adesso, comunque, siamo pari, da ora in poi niente più aiuti, torniamo a essere rivali e che vinca il migliore" sentenzia, come se l'intero risultato del Torneo non dipendesse dall'esito concreto delle Prove ma semplicemente dai giochi di astuzia tra loro due. Poi, fa però una pausa, durante la quale qualcosa nella folla attira la sua attenzione. "Un ultimo aiuto gratuito voglio dartelo lo stesso, però: stai attenta al tuo accompagnatore, il tuo Daemon sembra un po' troppo preso a parlare con la fidanzata di mio fratello".

Mysaria curva le labbra in una smorfia di fastidio a quella notizia, ma il suo sguardo vaga in un'altra direzione. "Un consiglio anche per te, allora: stai attento anche tu, la tua di accompagnatrice mi sembra presa a parlare con il padre della fidanzata di tuo fratello".

 

*

 

Larys si alza subito in piedi e afferra il bastone, avviandosi purtroppo a passo lento verso il tavolo del buffet, davanti al quale, in effetti, la sua accompagnatrice sta conversando con Viserys Targaryen, il braccio destro del Ministro della Magia. C'è qualcosa di strano in quella conversazione, se ne accorge subito dal modo in cui Alicent ha iniziato a torturarsi le dita e si guarda intorno con una certa agitazione; quando però arriva finalmente a portata di orecchio, tutto quello che riesce a udire è un invito a ballare.

"Signorina Hightower, mi farebbe un immenso piacere avere almeno un ballo con lei".

È in quel momento, mentre guarda altrove per l'ennesima volta, che lei lo vede e sembra quasi sollevata – e curiosamente divertita. 

"Piacerebbe anche a me, signor Targaryen, ma vede ho già un cavaliere con cui ballare" replica e, con un'audacia imprevista, porge la mano a Larys. "Ci uniamo alle Danze?"

D'istinto lui le afferra la mano, ma non si muove, non può muoversi. Imbarazzato come mai è stato nella vita, come mai credeva di poter essere, resta semplicemente immobile a farsi travolgere dal proprio senso di inferiorità che da sempre segna, gli sembra, una barriera invisibile tra lui e il resto del mondo. Da un lato vorrebbe ballare con Alicent, sottrarla dalla situazione di imbarazzo con Viserys Targaryen e far vedere a tutti che è lui, tra tutti, a ballare con lei; dall'altra però sa che non può, che questo va oltre anche la sua capacità di macchinazione.

"Non posso ballare, Alicent, lo sai bene" sussurra alla fine, abbassando lo sguardo e puntandolo sulle loro mani intrecciate.

"Per via del tuo piede? Mi sono resa conto che è soltanto una scusa".

Non sa cosa lo irrita di più, se quella risposta o il tono di sufficienza usato, ma Larys solleva di scatto la testa con un'espressione ferita. "Una scusa?"

"Sì, una scusa" conferma lei, facendogli cenno di guardare alla loro destra, dove, a pochi passi di distanza, una improbabile coppia sta danzando senza problemi. "Questo è il terzo giro di valzer che Dolores Umbridge, l'inviata del Ministero, sta facendo con Malocchio Moody, il famoso Auror. E a lui manca un'intera gamba, non ha soltanto un piede difettoso".

Larys appare dubbioso, ma i secondi che passa a fissare la coppia indicata gli fanno in qualche modo affiorare un mezzo sorriso. Effettivamente, quel mago sta ballando senza problemi, anche se è evidente che l'intero ballo è guidato in qualche modo incomprensibile dalla pingue strega in rosa che è con lui.

"Fidati di me" dice Alicent, in tono dolce, approfittando di quel piccolo spiraglio. Gli sottrae il bastone, posandolo accanto a una sedia, e gli afferra l'altra mano per posarla sul proprio fianco. "Sarò io il tuo sostegno, ti prometto che non cadrai". Fa una piccola pausa per fare un sorriso ironico. "Permettimi di stare io un passo avanti a te per una volta, che dici?"

Larys non è per niente convinto, ma credere di poter essere normale per una volta è una possibilità talmente bella che non riesce a rinunciarvi. Fidarsi di qualcuno ed esporre al mondo la propria problematica fisica è forse la vera Prova di questo Torneo: nulla potrà mai essere peggio di questo a suo avviso. Eppure, se alla fine silenziosamente cede, non è tanto per se stesso o per i suoi desideri, ma in modo più bene per lei, per non deluderla e perché sì, di lei lui si fida.

Dapprima si muovono sul posto, poi pian piano compiono qualche piccolo movimento lento e goffo verso la pista, in cui lei dimostra che è in grado di sorreggerlo per davvero. Lui guarda fisso negli occhi di lei, non potrebbe fare altrimenti, e lei lo fissa di rimando con una dolcezza che sa di non meritare, ma nella quale vorrebbe sprofondare. Fintanto che dura quello sguardo, ha quasi l'illusione che ci sono soltanto loro due in quella Sala, che nessuno li sta guardando, che…

"Hem hem, mia cara, vedo che condividi la mia stessa fortuna" dice all'improvviso una voce stridula accanto a loro sovrastando la musica e facendoli quasi trasalire. "Due esili e leggiadre fanciulle a sostenere il peso di due invalidi. Perlomeno il tuo ha ancora entrambi gli occhi!"

 

*

 

"E così sei un ballerino provetto, Strong, mh?"

"Tornatene a fraternizzare con la nemica Veela, Lannister. Sparisci, altrimenti ti affatturo".

Nonostante le finte provocazioni reciproche, il tono è leggero. I due Campioni maschili di Hogwarts si sorridono e Tyland arriva perfino a strizzare l'occhio con fare complice. Quella sembra essere proprio la serata delle cose impossibili, pensa Larys, e tra queste potrebbe esserci persino cominciare a trovare Tyland Lannister simpatico e sentirsi finalmente una squadra.















 
NDA: Il Multiverso esiste e io non potevo fare a meno di far incontrare le mie due OTP (Larys/Alicent e Dolores/Alastor di HP). Un giorno, forse, riuscirò ad avere un personaggio maschile che non ha un problema di deambulazione ma non è questo il giorno – amo troppo il trope del ballo con queste due coppie, in ogni caso.
   
 
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