Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: dragun95    26/02/2023    2 recensioni
Sono passati sei mesi dagli eventi della città di Nidolan in cui gli Inquisitori hanno trionfato. Nonostante ciò il lavoro degli Inquisitori non è ancora finito.
Havel un membro dei Consiglieri dell'ordine con il secondo potere decisionale più forte. Decide di riprendere le sue armi è mettersi alla ricerca di una reliquia che forse, potrebbe aiutarli. Ma trovarla non sarà semplice nemmeno per lui e l'epidemia della piaga, potrebbe complicare le cose.
Genere: Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'The Thorn Cronicles'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 3

 
Seguirono le indicazioni di Cornelia che li avrebbero portati al suo villaggio. Mentre camminava al fianco dell’Anfisbena, sentiva lo sguardo dell’Alchimista su di sé. Sicuramente si stava chiedendo come mai un Inquisitore si trovasse lì, se era solo di passaggio o era per qualcosa riguardante la Piaga delle spine.
 
-Vuoi farmi delle domande?- distolse lo sguardo imbarazzata, lo aveva fissato troppo e lui se n’era accorto. Anche se si chiedeva come potesse con la maschera che indossava.
 
-È comprensibile. Appena gli altri ci vedono, si mettono subito in guardia- non erano di certo i primi o gli ultimi che si sarebbero comportati in quel modo. I due non si parlarono più dopo ciò, mentre l’Alchimista gli indicava la strada, fino a raggiungere un muro di cinta in pietra nascosto dagli alberi. Una costruzione che stonava moltissimo nel luogo in cui si trovava.
 
-L’avete fatto voi?- alludendo alle mura.
 
-Si. Era il solo modo per difenderci- dopo quello che aveva visto poteva anche capire da cosa. Fece un altro passo alzando di scatto la mano, usando la protezione in acciaio dei guanti per bloccare una freccia diretta al suo volto. Alzò gli occhi sulle mura vedendo che qualcuno li aveva presi di mira.
Lanciò uno sguardo al suo Anfisbena, forse li consideravano una minaccia o dei rapitori. In ogni caso era chiaro che non avrebbero esitato ad attaccarli.
 
-FERMI. Non è una minaccia!- Cornelia si alzò sul dorso del serpente alzando le braccia per fargli segno di smetterla.
 
-Cornelia…- si sentì un vociferare dalle mura e tutti sembrarono abbassare gli archi.
 
-Bene, hanno abbassato le armi-
 
-Sicura?- il Consigliere indicò dietro di lui, dove degli elfi oscuri lo stavano tenendo sotto tiro. Accerchiare gli intrusi per coglierli di sorpresa, doveva dargliene atto, erano astuti anche se bassi. L’Anfisbena fece per far scattare di colpo la testa sulla coda, ma Havel la fermò con un fischio.
 
-Calmi, cerchiamo di non inasprire le cose-
 
-Parole grosse dette da un intruso. Che cos’hai fatto a Menvil?- chiese l’elfo alludendo al suo simile che l’Inquisitore portava sulle spalle.
 
-Non è stato lui…ma i Felinx- disse subito l’Alchimista per non rischiare che qualcun altro si facesse male. Gli altri guardarono la donna e poi i corpi che l’Anfisbena trasportava.
 
-Quando li ho trovati erano stati catturati da dei Felinx puma, sfortunatamente loro due erano già morti al mio arrivo- spiegò subito l’uomo girandosi lentamente per guardare l’individuo, che lo stava tenendo sotto tiro. Questi dopo un minuto di silenzio gli chiese.
 
-Puoi confermare la sua storia?- l’Alchimista annuì, mentre l’arciere continuava a guardare la maschera dell’Inquisitore: -Dovrai spiegarlo ai leader, quello che è successo. Ma prima dacci le tue armi!- ad Havel gli sembrò una proposta ragionevole, portò lentamente la mano al fucile venendo costantemente tenuto d’occhio in caso tentasse qualcosa. Quando arrivò il turno della lama a mezza luna la poggiò a terra staccando però il manico in mezzo che gli rimase in mano.
 
-Anche quello!- disse una delle guardie guardando il bastone in metallo nero. Lo fece ruotare nella mano e lo porse all’elfo davanti a sé.
Quando si accertarono che fu disarmato, gli altri sulle mura aprirono il cancello.
 
 
---/--/--/--/--/---
 
 
Il villaggio all’interno non era così primitivo come pensava, c’erano case totalmente in pietra con delle rifiniture eleganti, sicuramente grazie alla maestria degli Alchimisti. All’entrata aveva notato che la popolazione era composta solo da elfi oscuri e Alchimisti.
L’Anfisbena fu portato in una delle celle della loro prigione. Il lupo degli Inquisitori, aveva chiesto di non legargli le bocche, avrebbe solo scatenato di più l’irritazione del serpente a due teste, che già non era felice del trattamento.
 
Il Consigliere invece venne condotto all’interno di un grande edificio. Forse usata per delle cerimonie o delle feste, visti i lunghi tavoli e le decorazioni ai muri. Gli erano state legate le mani e portato via la sua borsa, ma se non altro non lo avevano spogliato.
Si guardò intorno aspettando che arrivasse qualcuno che non si fece di certo attendere.
Due individui entrarono dal portone, il primo era un elfo oscuro e l’altra un’Alchimista, scortati da delle guardie. Dovevano trattarsi dei capi del villaggio.
 
-Allora signori, mi avete già giudicato colpevole?- domandò alzando lo sguardo sui due. I quali sembravano stupiti e intimoriti di trovarlo lì.
 
-Cornelia ci ha raccontato la sua versione- rispose l’elfo.
 
-Quindi ora volete anche la mia versione. Ma prima, posso sapere con chi ho il piacere di conversare?-
 
-Io sono Cirdan capo di questo villaggio e lei è mia moglie Lisa. Tu chi sei Inquisitore?!- visto che si erano presentati sarebbe stato scortese non fare altrettando.
 
-Sono Havel Solcar, membro degli Inquisitori- si presentò lui a sua volta. L’elfo oscuro lo guardò con sospetto.
 
-Cosa ci fai qui?- la presenza di un Inquisitore era sempre preludio che la Piaga delle spine era vicina. Da quella domanda, sicuramente voleva sapere se preoccuparsi che la sua casa potesse venire infettata.
 
-Devo dirvelo per forza?- l’elfo annuì serio: -Prima potete slegarmi le mani, non ho intenzioni ostili-
 
-Come possiamo crederti?- gli fece la moglie di Cirdan, contrariata.
 
-Forse perché, finora non mi sono ribellato e vi ho consegnato le mie armi. Varrà pur qualcosa?- marito e moglie si guardarono negli occhi, come se volessero discutere senza usare alcuna parola. Per poi annuire. Una delle guardie si avvicinò e gli slegò le mani, lui ringraziò con un gesto del capo.
 
-Ora risponderai alle nostre domande!- era chiaro che fossero insistenti, sebbene non era obbligato a rivelare alcuna informazioni. Vista la situazione e che non voleva cercare guai, era meglio usare la diplomazia.
 
-Mi sto dirigendo al Lago della luna, per un affare di massima importanza-
 
-Che genere di affare?- Lisa sentì una sensazione di sollievo. Ma se non riguardava la piaga, allora perché era interessato al lago. La cosa gli puzzava parecchio.
 
-Non sono obbligato a rispondere a questa domanda!- le guardie sguainarono le spade per quell’affronto. Sicuramente lo avrebbero fatto confessare con la forza. Ma Cirdan gli fece cenno di non muoversi.
 
-Dicci che è successo quando hai trovato i membri del nostro villaggio?- Havel raccontò ciò che era successo nei minimi dettagli. Quando ebbe finito l’elfo oscuro lo guardò con espressione seria.
 
-Dobbiamo discutere se lasciarti andare o no. Ma finché non decideremo starai in cella!-
 
-Se posso chiedere…potrei essere messo insieme al mio Anfisbena?-
 
-Perché dovremmo acconsentire a questa richiesta?- gli fece una delle guardie che si vedeva non si fidasse di lui.
 
-Quell’esemplare è stato addomesticato dagli Inquisitori. E come ogni cavalcatura del nostro ordine è stata addestrata a rispondere ai comandi di uno di noi. Se dovesse irritarsi, sono il solo che lo può calmare…inoltre non vorrei rischiare di perderlo per un vostro errore!- spiegò il Consigliere, marito e moglie si guardarono per poi annuire.
Dopo di che gli furono nuovamente legate le mani e le guardie lo scortarono fuori.
 
-Credi stia mentendo?- chiese Cirdan, ma sua moglie scosse il capo.
 
-La sua versione combacia con quella di Cornelia. Dovremmo aspettare che anche Menvil si riprenda, così da poterci dare anche la sua versione- rispose lisciandosi i capelli color del rame, pensierosa.
 
-Ma non ti convince, che dica di non sia qui per la piaga- riusciva a leggere le emozioni e capirne i pensieri di sua moglie, semplicemente guardandola negli occhi. Lei annuì.
 
-Cosa facciamo?-
 
-Per il momento lo terremo sotto stretta sorveglianza. Ma se la storia di Menvil coincidesse, non avremmo motivi per giustiziarlo…dato che non ha fatto male a nessuno dei nostri. Ma al contrario li ha aiutati- ammise l’elfo oscuro, per quanto come sua moglie, non credeva a pieno delle parole dell’Inquisitore.
Non poteva di certo uccidere qualcuno senza motivo o solo seguendo i pettegolezzi. Li avrebbe solo fatti sembrare dei barbari.
 
 
---/--/--/--/--/---
 
 
Havel venne messo in una cella, sorpreso di rivedere l’Anfisbena insieme a lui. Forse avevano capito di non poter gestire a pieno il serpente a due teste.
Il Consigliere si guardò intorno. La cella era piuttosto ampia con un rudimentale letto in legno e della paglia come coperta.
 
“Non è così diversa dalle nostre prigioni” si ritrovò a pensare, appena lo vide, la testa nera fu la prima ad avvicinarsi per annusarlo. Accarezzò la testa del serpente per poi passare a quella rossa, sedersi nel mezzo vicino alle sue spire.
 
Vista la struttura della cella, avrebbe potuto benissimo piegare le sbarre con la magia o dire all’Anfisbena di distruggere il muro. Ma metterseli contro sarebbe stato controproducente, quando il ferito si sarebbe svegliato avrebbe confermato la sua versione.
Sperava però che si svegliasse presto, aveva una data di scadenza da rispettare. O sarebbe dovuto tornare alla base a mani vuote, e avrebbe preferito tornare a mani vuote, solo se si fosse sbagliato sul fatto che l’oggetto ci fosse o no. Piuttosto del perché era scaduto il tempo. Le due teste sibilarono infastidite, per comunicare con lui.
 
-Lo so che non vi piacciono gli spazzi chiusi. Ma dovete resistere- gli disse. Anche se gli avevano portato via le armi, non sapevano dei pugnali nascosti nella sua uniforme. Inoltre aveva nascosto loro la cosa più importante, portò la mano al collare di pelliccia della sua uniforme e ne tirò fuori il piccolo cofanetto, datogli da Greed. Era troppo prezioso per permettere a quei tipi di prenderlo.
 
Alzò la testa guardando la finestra della cella, nonostante le sbarre riusciva a vedere un frammento di luna. Si alzò superando il corpo del serpente per essere più vicino alla finestra, Portandosi le mani al volto per rimuovere la maschera ed esporre il volto alla luna.
 
Il viso di Havel aveva lineamenti leggermente marcati con dei capelli grigio argentei lunghi fino alle spalle tirati indietro, occhi neri come il carbone e labbra sottili. Rivolse lo sguardo alla luna, mentre si metteva seduto con le gambe incrociate e portava le mani unite in preghiera davanti al petto.
Rivolgendo le sue parole a Tsukuyomo il dio della luna, così che vegliasse su di lui. L’Anfisbena vedendolo in quello stato si avvicinò posizionando le spire intorno a lui, come a impedire a chiunque di disturbarlo.
 
“Tsukuyomi, ho bisogno della tua guida. Ascolta questo tuo devoto e rispondi alla mia chiamata!” rimase in ascolto per un tempo indefinito, mentre aspettava sicuro che lui avrebbe risposto alla sua chiamata.
 
<< Buona sera, Havel >>.
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’autore
 
Dopo un po' di tempo ecco il nuovo capitolo.
Vediamo che Havel riporta i due feriti al loro villaggio e gli abitanti per ringraziarlo lo hanno messo agli arresti. Ma visto che si tratta di un’Inquisitore e la fama che si sono fatti, non poteva dargli torto.
Dopo un breve interrogatorio, viene messo in cella. E ciliegina sulla torta, Tsukuyomi la divinità della luna ha risposto ad una sua chiamata.
 
Per sapere che cosa si diranno, dovrete aspettare il prossimo capitolo. A presto.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: dragun95