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Autore: Quella Della Pasta    28/02/2023    0 recensioni
Non c’era niente che Parker ritenesse più tranquillizzante, sicuro e assolutamente controllato di un incendio doloso. Fosse anche sulla punta delle dita. Come sulla testolina di un fiammifero.
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(Partecipa al COW-T #13 col prompt (seconda settimana): Missione 2 (al fuoco!) - 06. Fiammiferi)
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Parker
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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(titolo tratto da Set Fire To The Rain, di Adele)

 

Non c’era niente che Parker ritenesse più tranquillizzante, sicuro e assolutamente controllato di un incendio doloso. Fosse anche sulla punta delle dita. Come sulla testolina di un fiammifero. Ne portava sempre una scatolina con sé, a volte anche tre, quattro per missione, anche se Sophie le consigliava di no, prima di lasciar perdere, Hardison sgranava gli occhi prima di lanciarsi in una delle sue sparate isteriche sulla sicurezza del gruppo e su quanto lei fosse matta da legare – oh, lui sì che avrebbe avuto un gran bisogno di rilassarsi, anche se Parker era certa non gli avrebbe mai dato fuoco. Ragionevolmente certa – e Nathan, d’altro canto, non le diceva mai niente. Elliot avrebbe approvato, però. Non che Parker fosse ragionevolmente certa anche di quello. Ma una via di fuga a sorpresa era sempre ben gradita, per un non-lavoro come, be’, il loro, e minacciare il cattivone di turno con un buon fiammifero acceso ed un’altrettanto buona, vecchia bottiglia di birra ricolma di benzina era sempre efficace. Finché il cattivone di turno non avrebbe scoperto che quella benzina puzzava di beverone all’arancia, ed era in effetti il beverone all’arancia di Hardison, ma anche in quel caso, si faceva sempre in tempo a contare sui pugni di Elliot, la parlantina di Sophie o le serrature fatte scattare da Hardison per darsela a gambe in tempo. Insomma, si diceva Parker: un pacco di fiammiferi in più, poteva sempre far comodo.

Gli psicologi che l’avevano visitata in istituto – e sì che lei cercava di non ripensarci più, ma era una giornata davvero piovosa, quella, e nelle giornate di pioggia non ci si può buttar giù dai tetti, non ci si può far seppellire vive e tentare di battere ogni record di fuga…erano giornate davvero noiose, insomma – quei maledetti camici bianchi saputelli, insomma, l’avevano vista una volta – una sola! – con in mano uno dei fiammiferi fregati alla buona giù in cucina, e avevano pensato di sapere già tutto di lei. E via coi test attitudinali, con le sempre meno famiglie affidatarie, col divieto di lasciarle il benché minimo oggetto personale. Non era stato poi così difficile, rubare da capo il suo coniglietto e fuggire un’altra volta in strada.

Archie era come Nathan: non le aveva detto niente, a riguardo dei suoi fiammiferi, né le avrebbe detto altro in seguito. Tranne se ci fossero stati di mezzo dei laser: in quel caso, i fiammiferi le potevano cadere dalla tasca, dallo zaino, dai capelli in cui li aveva fissati, ed attivare gli allarmi e far venire giù la polizia e tutto il loro lavoro sarebbe andato in fumo senza che lei avesse acceso uno solo di quei maledettissimi bastoncini così avvincenti. Così interessanti. Archie non le diceva di star lontano dal fuoco, non le faceva fare nessun test: solo, la metteva in guardia dal non farsi ritorcere contro quel fuoco.

In giornate uggiose come quella, Parker era solita accendere almeno un fiammifero. E tenerlo così, tra due dita, a fissare la fiammella consumare la fragile testolina rossa. Lo stoppino avrebbe subito preso a contorcersi come una stupida, insonnolita guardia notturna se lei l’avesse elettrificata con un taser. E il fuoco sarebbe strisciato in basso, mangiandosi pian piano il legnetto fino a sfiorarle le dita. E ustionarle i polpastrelli. Ma Parker non era così stupida, né pazza, da lasciarlo permettere. Buttava via il fiammifero, a quel punto. Poi ne prendeva un altro. E ricominciava da capo quel ciclo, finché la noia non sarebbe svanita. Se ne sarebbe andata a dormire di nuovo, e lei avrebbe avuto un’altra idea geniale su cosa rubacchiare in serata, giusto per togliersi il prurito. Per non annoiarsi di nuovo.

Anche adesso si annoia. Piove a dirotto, su Boston e sui suoi pensieri uggiosi. Non può certo prendere le sue imbracature e convincere Hardison a sfidare una volta per tutte le sue vertigini. Non molto tempo addietro, si sarebbe seduta di fronte alla finestra, con l’acqua che batteva contro il vetro, avrebbe acceso uno dei suoi fiammiferi e si sarebbe messa ad aspettare.

Adesso, che Parker si porta dietro ancora due, tre pacchetti di fiammiferi, ma pure quattro, ché non si sa mai – be’, la considera solo una perdita di tempo. Perché, dietro quella finestra, non è più sola.

Così, lascia che il pensiero dei fiammiferi nel suo zaino torni a dormire, in attesa del giorno in cui tornerà sola per davvero. E va a prepararsi una tazza di cereali. Perché, dopotutto, andare a infastidire Hardison dietro al suo computer è molto più divertente, che bruciare fiammiferi in attesa di un cambiamento che non arriverà mai.

 
   
 
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