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Autore: LaceyPotter    03/03/2023    0 recensioni
Quando Smaug si impadronì della Montagna Solitaria, il principe dei nani perse tutto: il suo regno, la sua casa, la sua famiglia. Intenzionato a riconquistare Erebor, Thorin Scudodiquercia componerà una compagnia di tredici nani con l'aiuto di Gandalf il Grigio. Per far sì che la missione abbia successo però, saranno necessari altri due membri nella compagnia: uno scassinatore e un alchimista.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia
Note: Movieverse | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 34 

Io ti amo 

 

Erano rimasti abbracciati a lungo, non avendo il coraggio di lasciarsi. Temevano che se l’avessero fatto, non si sarebbero ricongiunti mai più. Ma dovettero farlo perché Thorin ebbe una fitta talmente forte, che si accasciò in ginocchio. 

Beth lo sostenne rimettendolo a letto e senza perdere tempo gli fece una piccola iniezione per alleviargli il dolore. 

Mentre Thorin si distendeva sul letto, lei si sedette sulla sedia accanto, tenendogli la mano. 

Rimasero in silenzio tutti e due, non c’era niente da dire. L'unica cosa che Thorin le disse, fu << No te ne andare questa volta >>. 

Pareva più una supplica; temeva che al suo risveglio Beth sarebbe sparita di nuovo. 

<< No >> lo tranquillizzò. 

Ben presto Thorin si rilassò completamente e si addormentò. Beth rimase sveglia, ma anche i suoi occhi si chiusero e cadde in un sonno profondo. Al suo risveglio, trovò Dollie già vestita e sazia della colazione, che la osservava con un sorriso da trentadue denti. All'inizio non capì il perché di quella faccia, poi abbassò lo sguardo e trovò la sua mano ancora intrecciata a quella di Thorin. 

<< Buongiorno, Miss Lomien! >> la salutò Dollie canterellando allegra. 

Beth le lanciò uno sguardo irritato e corse di sopra a mangiare qualcosa in cucina. 

Quando arrivò, trovò ancora seduti a tavola Lania e i bambini. Anche loro le diedero il buongiorno e Beth rispose con stanchezza, << Si è svegliato >>. 

<< Davvero?! Possiamo vederlo?! >> esclamarono i bambini. 

<< No! >> rispose immediatamente. 

Aveva alzato un po’ troppo la voce, però. 

<< No >> ripeté più moderata, << Quando starà meglio, lo vedrete >>. 

I bambini non insistettero più. Beth mangiò velocemente e senza dire una parola, ritornò in infermeria. 

Thorin ancora dormiva mentre Dollie stava scegliendo che calderone usare. Dalla sua faccia si capiva che perfettamente di quanto fosse curiosa, moriva dalla voglia di sapere cosa fosse successo tra Beth e il nano. 

Stava per chiederle qualche dettaglio, ma Beth la precedette.  

<< Chiudi il becco! >>. 

Così Dollie rimase muta come una tomba fino all’ora di pranzo. 

<< Voi non venite? >> le domandò in cima alle scale. 

<< Tu vai, poi ti ragiungo >> rispose Beth e Dollie la lasciò sola. 

Aspettò che la parete scorrevole fosse chiusa, poi tornò a sedersi accanto a Thorin. 

Sinceramente non le andava di tornare di sopra. Non aveva nemmeno molta fame. Voleva solo restare lì con lui. 

Quando fu quasi l’una, Thorin aprì gli occhi. 

<< Ciao >> lo salutò Beth. 

<< Ciao >> le rispose e allungò per stringere la sua. 

Rimasero con le mani intrecciate, finché Beth non ruppe il silenzio. 

<< Che sia chiaro: io non ti ho perdonato >> disse con rimprovero. 

Thorin si irrigidì un po’ e abbassò gli occhi per la vergogna. 

<< O almeno, non ancora >> aggiunse, << Non provo più risentimenti per te Thorin. Hai pagato abbastanza. Ma il mio perdono dovrai guadagnartelo >>. 

<< E come posso farlo? >> le chiese. 

<< Potresti rimetterti in sesto, per cominciare >>. 

Beth si alzò dalla sedia e si sedette sulla sponda del letto, senza mai lasciargli la mano. 

<< E finché non sarai completamente guarito, farai il bravo paziente senza discutere >>. 

Un accordo più che equo; fino ad ora era sempre stati lui a dare ordini. 

<< E poi? >> le domandò Thorin. 

<< E poi … ricominceremo da zero >> concluse Beth. 

Thorin annuì e dopo un po’ le disse, << Ti amo >>. 

Beth sorrise. 

<< Lo so >> gli rispose e anche lui sorrise.  

<< Ma le parole dolci con me non attaccano >> aggiunse, << Ti va di mangiare qualcosa? >>. 

<< Sì >>. 

<< Torno subito >>. 

Andò al piano di sopra e tornò con un vassoio con sopra un paio di scodelle di minestra. Thorin mostrò di avere molto appetito nel mangiarla e la finì tutta quanta, senza essere aiutato da Beth.  

Questo era un buon segno e che stava guarendo in fretta. 

Stavano parlando del più e del meno quando arrivò Dollie, che spalancò gli occhi eccitata nel vedere il nano sveglio per la prima volta. 

<< Salve >> salutò lei allegra. 

<< Lui è Thorin >> le disse Beth, << Thorin, lei è Dollie. La mia assistente >>. 

Dopo quelle rapide presentazioni, Beth si alzò e tornò al lavoro nel laboratorio. Dollie invece, ne approfittò per restare con Thorin e assillarlo di domande. Sembrava più piccola di com’era in realtà; curiosa e affascinata dal mondo esterno, che non aveva mai visto. 

Beth, più di una volta, ebbe l’idea di rimetterla al lavoro con lei, come scusa per allontanarla da Thorin. Voleva che lo lasciasse in pace! E anche se Thorin rispondeva volentieri alle sue domande, la cosa la infastidiva lo stesso. 

Ogni tanto riuscì a convincerla a venire ad aiutarla, ma la ragazzina continuò a fargli domande anche dal tavolo da lavoro, rimanendo distratta per tutto il tempo. 

Quando fu ora di cena, la mandò di sopra e finalmente se ne andò. 

<< Non l’ho mai sentita parlare così tanto >> borbottò sfinita. 

Anche in quel caso, consumò la cena con Thorin in infermeria, senza che nessuno li disturbasse. Poi gli tolse la benda per controllargli la ferita. Si era rimarginata notevolmente e non c’erano più ematomi o lividi. Gli spalmò un unguento e gli rimise delle bende pulite. 

Questo portò Beth ad avvicinarsi di più a lui e sentì un odore strano. Per quanto lei e Dollie gli avessero asciugato il sudore, l’odore era rimasto e i suoi capelli erano piuttosto sporchi. 

<< Ce la fai ad alzarti? >> gli domandò. 

<< Credo di sì. Perché? >>. 

<< Hai bisogno di un bagno. Puzzi terribilmente >> gli rispose. 

Thorin le mise un braccio attorno al collo e si alzò dal letto. Con calma e molta attenzione Beth lo sorresse accompagnandolo fino all’ascensore e raggiunsero il secondo piano. 

Fortunatamente tutti erano già andati a letto, compresa Dollie. Inoltre avevano i loro alloggi al primo piano, perciò nessuno li incrociò. 

Beth aprì la porta della camera da letto dei suoi genitori, ormai diventata sua e quando la richiuse, fece sedere Thorin su una poltrona. 

Si assicurò che stesse comodo, poi entrò nel bagno. Nel pavimento, sprofondava una grande vasca quadrata molto spaziosa, ma non troppo profonda. 

La riempì con acqua calda e sali da bagno e ben presto l’ambiente profumò di lavanda e mirtilli. 

Stava per tornare da Thorin, quando Beth realizzò una cosa a cui non aveva nemmeno pensato: Thorin si sarebbe dovuto spogliare e lei lo avrebbe visto nudo! Il suo volto divenne rosso e ardente come una brace in meno di un secondo. 

“E adesso che faccio?”. 

Non voleva svegliare Hion e disturbarlo a quest’ora, ma d’altronde non poteva di certo spogliarlo lei. Non aveva nemmeno mai visto un uomo nudo! Però lui aveva visto lei nuda quando erano stati ospitati a Pontelagolungo … 

Beh, quasi nuda. E lei non si era sentita affatto a disagio. Non capì da dove provenisse tutto quell’imbarazzo. 

Thorin non era ancora guarito completamente, ma si stava già riprendendo bene. Si sarebbe spogliato da solo e lei avrebbe tranquillamente aspettato fuori dal bagno. 

Ma se si fosse sentito male e avrebbe avuto bisogno di aiuto? 

Non sapendo cosa fare, uscì dal bagno indecisa e arrossì di nuovo quando lo trovò a petto nudo. 

Doveva essersi tolto la maglietta da solo, mentre lei stava riempiendo la vasca. 

Era la prima volta che lo vedeva a petto nudo. Certo che col suo lavoro, aveva visto molti uomini in quello stato, ma solamente per visitarli e non aveva mai avuto dei pensieri … “strani”. 

Con Thorin invece, era diverso. Osservò le sue spalle larghe, le braccia muscolose e i pettorali scolpiti. Beth rimase lì impalata a fissarlo con il volto in fiamme. 

Una vocina nel suo cervello le diceva smettere di guardarlo così, ma al tempo stesso un’altra vocina glielo impediva. “Lo stai solo guardando. In fondo, cosa c’è di male?”. 

Pensò di toccargli i pettorali, ma subito dopo si rimproverò. 

<< Ti senti bene? >> le domandò Thorin, che nel frattempo si era alzato in piedi. 

Beth ci mise un po’ per realizzare che le aveva appena parlato. 

<< Sì >> si affrettò a rispondere con la voce divenuta un po’ acuta. 

Indicò il bagno impacciata, << La vasca è pronta >>. 

Throin la fissò per un secondo un po’ perplesso, poi varcò la porta del bagno. 

<< Se hai bisogno di me, io sono qua fuori >> aggiunse Beth.  

Si aspettò che Thorin chiudesse la porta, ma invece l’aspettò sulla soglia. 

<< Vieni? >> le chiese. 

Beth sentì il cuore sobbalzare, << Come? >>. 

<< Credo sia meglio che tu venga dentro >>. 

<< E come la mettiamo con … >> disse abbassando lo sguardo nervosa. 

Non c’era bisogno di concludere la frase; Thorin capì cosa intendesse dire. 

<< Ti girerai dall’altra parte >> le rispose malizioso e senza aspettarla, entrò nel bagno. 

Beth guardò la porta indecisa, ma alla fine entrò anche lei. 

Fortunatamente al centro del bagno c’era un muro divisorio che nascondeva la vasca e Thorin finì di spogliarsi dietro di esso. Beth rimase dall’altra parte con la schiena appoggiata alla parete. Ebbe l’impulso di trattenere il fiato quando lo sentì entrare in acqua. 

<< Beth? >>. 

<< Sì? >>. 

<< Puoi uscire adesso >>. 

Si fece coraggio e sbirciò oltre il muro. Thorin era immerso nell’acqua calda, con la schiena appoggiata al bordo. Era di spalle e le uniche cose che erano visibili erano la testa e le braccia. Tutto il resto era coperto da un enorme e spesso strato di schiuma bianca. 

Beh, se era così, non avrebbe visto niente e si sarebbe potuta sedere vicino a lui tranquillamente … 

Si decise a uscire fuori, anche se il suo nervosismo crebbe di più e cercò di non guardarlo in faccia. 

<< Ti siedi? >> le chiese Thorin. 

<< Sì >>. 

Beth fece per sedersi ma si girò un po’ troppo e i loro occhi si incrociarono. Sentì l’imbarazzo sgonfiarsi e tutto ciò che riuscì a pensare era quanto lui fosse bello.  

<< Aspetta >> gli disse Beth e tornò dietro la parete. 

Ci rifletté per un minuto e in fine si decise. 

“Chi se ne frega”. Si tolse velocemente gli stivali, i pantaloni e il corsetto, rimanendo solo con la camicia. 

A piedi scalzi e con le gambe scoperte tornò da Thorin, dopo aver preso del sapone e una terrina di ceramica da un armadietto vicino. 

Silenziosamente si mise dietro a Thorin, si sedette sul bordo della vasca e immerse le gambe nell’acqua calda. 

Thorin portò la schiena avanti, per poi riappoggiarla contro le sue ginocchia. Fu un po’ sorpreso per questa sua iniziativa, ma non se ne lamentò. Anzi, parve soddisfatto; gli angoli della sua bocca si erano alzati leggermente in un sorriso. 

Beth iniziò ad accarezzargli la testa delicatamente, infilando le dita nei suoi lunghi capelli neri. Spostò le mani dalla fronte fin sotto alla nuca per qualche minuto, poi ne sfilò fuori una e prese la terrina. Lo riempì d’acqua calda per poi versarla sulla testa di Thorin. Presto i capelli divennero bagnati fradici e Beth poggiò a terra la terrina e afferrò il sapone. Lo strofinò agilmente sul capo trasformandolo in una morbida schiuma profumata.  

Thorin, per tutto il tempo, era rimasto in silenzio ad occhi chiusi, rilassandosi beandosi ogni secondo di quelle coccole. Beth sorrise nel vederlo così, le ricordò un gattino che faceva le fusa. Ma sorrise di più quando Thorin si lamentò in silenzio mentre gli sciacquava i capelli con la terrina. Così Beth riprese a massaggiargli il capo. 

Non si sa per quanto andarono avanti così; fatto sta che Beth sentì un brivido quando Thorin le accarezzò le gambe. Sentì le sue dita sfiorarle la pelle, dal dorso dei piedi alle ginocchia. 

Era una sensazione piacevole, ma lo fu di più quando iniziò le palpò e massaggiò i polpacci.  

Poi a un tratto, Beth pensò di ricambiare e spostò le mani ai lati del suo collo, massaggiandoglielo dolcemente. Si spostò ai lobi delle orecchie e li strofinò e tirò tra l’indice e il pollice. Fece scorrere le dita sulle mandibole, raggiungendo la gola e la parte inferiore del mento. 

La barba le pizzicò piacevolmente e provò ad infilarci i polpastrelli per poter raggiungere la pelle sottostante. 

Le mani si spostarono ancora e finirono sulle spalle di Thorin. All'inizio le accarezzò dolcemente con le dita, poi ci appoggiò anche il palmo per poterle toccare meglio. Erano grandi, larghe e muscolose, ma le sentì anche piuttosto rilassate e prive di qualsiasi tensione. Iniziò a pensare che toccarle e basta non era sufficiente e iniziò a stringerle con forza e palparle. 

La sua mano sinistra continuò quell’operazione, mentre la destra scese ancora di più lungo il petto di Thorin. Quando gli sfiorò uno dei suoi pettorali, si fermò. Poi, appoggiò piano piano il palmo sopra al capezzolo e cominciò a strofinarlo. 

Thorin iniziò a respirare profondamente e inarcò leggermente la schiena. Anche lui spostò le mani e dalle ginocchia passò a toccare le cosce di Beth. Solo quando sentì il suo respiro farsi più frenetico, si spostò verso i suoi glutei. 

Alzò la testa in alto e spalancò i suoi occhi azzurri, incrociando quelli nocciola di Beth. 

Lei si abbassò verso di lui, finché i loro nasi non si sfiorarono. Non resistette più e lo baciò. Fu un bacio così intenso, che entrambi rimasero senza fiato. Non si baciavano da tanto tempo, da troppo tempo … 

Così tanto, che si erano dimenticati di quanto fosse così bello e in quel momento, ne avevano assolutamente bisogno. 

Si baciarono con così tanto ardore, da succhiarsi le labbra, fino a farle diventare rosse. 

Senza staccarsi da lui, Beth sentì le mani di Thorin infilarsi sotto la sua camicia, accarezzandole la schiena e la pancia. Improvvisamente la sentì piuttosto pesante, fastidiosa e stretta. 

Smise di baciare Thorin, si sollevò e se la tolse assieme alla biancheria intima. 

Ora anche lei fu completamente nuda e si immerse dentro la vasca di fianco a Thorin. Senza dargli il tempo, riprese a baciarlo, sedendosi a cavalcioni sopra di lui. 

Mentre gli mise le braccia attorno al collo, Thorin la strinse a sé per i fianchi con una mano e con l’altra le afferrò un seno. 

Beth cominciò a gemere, sentendo dei brividi lungo la spina dorsale provocati da quel contatto. Le dita di Thorin presero a tormentare i suoi capezzoli, premendoli e strizzandoli. 

Ma gemette ancora di più quando Thorin insinuò la mano tra le sue cosce. Lei le aprì un po’ di più per facilitargli la cosa e mentre continuava a baciarlo, lui iniziò a strofinare la mano contro la sua femminilità. 

Inizialmente fu una cosa piuttosto lenta e dolce, poi divenne più veloce e frenetica, tant’è che Beth percepì nel suo ventre una sensazione calorosa e piacevole, quanto bruciante e strana. 

Aumentò quando Thorin tolse il dito dal clitoride e lo infilò dentro di lei. Quella fu una sensazione ancora più strana: per la prima volta Beth sentì un corpo estraneo muoversi dentro e fuori da lei. Non era doloroso, ma all’inizio lo trovò fastidioso. Thorin si accorse che Beth si era un po’ irrigidita, così rallentò il ritmo. Le ci volle un po', ma presto si abituò sempre di più e quel fastidio divenne un piacere mai provato prima. Thorin fu molto gentile e delicato, rispettando i suoi tempi. 

A un tratto Beth pensò che quel contatto non le bastava. Così aumentò il ritmo, muovendo il bacino e sentì il dito infilarsi più a fondo. Ma subito dopo volle di più e Thorin vi infilò un secondo dito e successivamente un terzo. 

Beth gemeva di piacere con le guance rosse e il fiato corto. Inarcò la schiena e le dita si infilarono all’interno ancora di più.  

Aveva permesso a Thorin di studiare a fondo il suo corpo, ora toccò a lei fare lo stesso. 

Fece scendere la sua mano dalla sua enorme spalla sul suo petto, poi la immerse sotto l’acqua e lo strato di schiuma sfiorandogli la pancia e l’addome, finché non sentì qualcosa di lungo.  

Sta volta fu Thorin a gemere di piacere. Beth fece scorrere i polpastrelli sul suo membro fino alla punta. Glielo accarezzò con molta cautela, come se fosse stata la cosa più delicata e fragile al mondo. Poi lo prese con tutta la mano e cominciò a tirarlo verso di sé. 

Vide sul volto di Thorin un’espressione beata di piacere. Ne fu soddisfatta, così lo tirò con più forza. Con tutte quelle attenzioni, Thorin non resistette più. Tolse le dita e con entrambe le braccia prese Beth per la vita e la avvicinò di più a sé.  

Lei sentì il suo membro alzarsi in alto e senza lasciarlo, lo fece aderire al suo clitoride e lo strofinò su e giù. Fu ancora meglio delle dita! Quel formicolio nel suo ventre crebbe sempre di più. Ma non durò molto, perché entrambi divennero impazienti. 

Aiutandosi con la mano, Beth lo prese delicatamente e se lo posizionò tra le gambe. 

Sentì la punta premere e con una sola spinta lo fece entrare dentro di lei. Forse era stata troppo veloce, perché le fece un po’ male. Si era tutta irrigidita e non osò muovere un muscolo, mentre tentava di trattenere una smorfia di dolore. Fino ad ora era stato bello e non voleva rovinare tutto adesso, fermandosi lì. Provò a muoversi, ma le mancò il coraggio.  

Sarebbe uscita dalla vasca se non fosse stato per Thorin. L'aveva vista in difficoltà e riprese a baciarla dolcemente per rassicurarla. Beth capì che non c’era niente da temere e mentre ricambiò il bacio, si rilassò. 

Senza smettere di baciarla, Thorin prese ad accarezzarle la schiena, mentre lei gli cinse il collo con le braccia e si avvinghiarono l’uno all’altra. 

Thorin iniziò a spingere lentamente. Le prime tre volte fu un bruciore fastidioso per lei, ma ben presto il dolore si attenuò sempre di più, trasformandosi in piacere. Quando Beth si staccò per poterlo guardare negli occhi, spinse con più forza. 

Beth lo assecondò, muovendo il bacino in sincrono con lui. E a quel punto il loro piacere arrivò a mille, aumentando le spinte sempre di più. 

Ben presto nel bagno echeggiarono i loro gemiti, divenuti più intensi, mentre l’acqua si scontrava contro le pareti della vasca a causa dei loro movimenti frenetici. 

Beth sentì tutti suoi sensi sparire. Tutto ciò che sentiva, era un piacere così intenso da non riuscire a trovare le parole per descriverlo, mentre la sua mentre si sollevava in alto, leggera e rapida come una farfalla. 

Quando arrivarono al culmine, le si annebbiò la vista. Come se stesse per svenire. Appoggiò la fronte sulla spalla di Thorin, completamente esausta e priva di fiato. Lui la tenne stretta a sé e si appoggiò alla parete della vasca, con lei in braccio. 

<< Ti amo anch’io >> gli sussurrò Beth nell’orecchio senza pensarci. 

Lo sentì sorridere felice e Thorin immerse il suo viso nell’incavo del suo collo, lasciandole una scia di minuscoli baci da farle venire la pelle d’oca. 

Rimasero in quella posizione in silenzio. Quando sentirono l’acqua raffreddarsi, si staccarono e dopo aver aiutato Thorin ad alzarsi, tolse un grande tappo dal fondo della vasca. Questa si svuotò mentre si asciugarono con dei lunghi panni. 

Beth cambiò di nuovo la fasciatura a Thorin, sostituendola con una asciutta e si misero a letto. Non sentirono la necessità di rivestirsi, perciò si infilarono sotto le coperte ancora nudi. 

  Avrebbero tanto voluto fare di nuovo l’amore, ma non lo fecero. Thorin non era ancora guarito e sarebbe stato meglio per lui restare a riposo.   

Non c’era fretta comunque, sarebbe dovuto rimanere lì con lei per un paio di mesi. Si addormentarono profondamente, abbracciati l’uno all’altra.   

Ancora non lo sapevano, ma quello non fu solo che l’inizio di un nuovo grande viaggio, che avrebbero intrapreso insieme. 

   
 
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