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Autore: evil 65    03/03/2023    2 recensioni
La guerra per il destino della Terra di Mezzo è cominciata.
A vent’anni dalla creazione dei primi Anelli, Sauron ha dato il via ad una guerra di logoramento contro il popolo degli Elfi, distruggendo Eregiorn e costringendoli a rintanarsi nelle regioni del Lindon.
Malgrado i suoi migliori sforzi, Galadriel non riesce a contrastare l’ondata di morte che ha colpito il Regno. Tutto sembra ormai perduto… almeno fino a quando l’Oscuro Signore in persona non le propone un insolito accordo…
(Post Gli Anelli del Potere – Episodio 8)
Genere: Angst, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Galadriel, Sauron
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Eccovi un capitolo in anticipo! Vi auguro una buona lettura.



Capitolo 12 – Presagi di guerra


Galadriel scansò di lato, evitando per un soffio la lama avversaria.
Azog non si lasciò cogliere impreparato e compì una brusca rotazione con la spada, mirando al collo. Lei fu altrettanto rapida e frenò il colpo con la propria.
Scintille lampeggiarono in mezzo alla coppia di combattenti, mentre orchi, umani e goblin osservavano a debita distanza con espressioni eccitate. Con la coda dell’occhio, l’Elfa scorse alcuni di loro mentre si scambiavano monete e oggetti di vario tipo, intuendo che stessero scommettendo su chi sarebbe stato il vincitore.
Per quanto odiasse ammetterlo, non era una scelta poi così scontata. Azog si era più volte dimostrato l’Orco più abile che avesse mai affrontato, e al momento le sue vittorie compensavano abbondantemente le sconfitte subite per mano della Nolde.
Molte cose erano cambiate, all’interno della fortezza. Da quando lei e Hal… Sauron erano tornati dalla loro visita al regno di Er-Murazor, l’Elfa aveva cominciato a vivere la sua situazione con un po’ più di ottimismo.
Ora visitava quotidianamente gli accampamenti di Mordor, interagendo con i suoi occupanti senza badare troppo alla loro specie. Nelle ultime settimane aveva cominciato addirittura ad informarsi sulle tradizioni e le abitudini di Orchi e Goblin, e una sera aveva perfino assistito alla nascita di un neonato.
Era stata un’esperienza a dir poco disgustosa… eppure affascinante, e per qualche ragione la sua presenza era stata accolta con gioia da quelle orride creature.
La sorprese quanto stessero iniziando a sembrarle simili a Elfi e uomini, nonostante il loro aspetto grottesco. Forse, nelle parole che una volta aveva ascoltato per bocca di Adar, c’era molta più verità di quanto le sarebbe piaciuto ammettere.
La battaglia si trasformò ben presto in uno strano balletto, mentre il suono del metallo contro il metallo riecheggiava in tutto il cortile. Infine, fu Galadriel colei che riuscì a scoccare il colpo vincente, portandosi dietro Azog con un balzo e toccandogli il retro del collo con la punta della spada.
Un rivolo di sangue macchiò la pelle bianca del guerriero, ma egli non ne fu affatto infastidito. Dopotutto, tra gli orchi le cicatrici erano considerate un segno di grande rispetto.
<< Combatti molto meglio >> grugnì Azog, con tono d’approvazione.
Galadriel si rimise a posto i capelli e lo guardò con circospezione.
<< Tu credi? >>
<< Sembri più agile >> confermò l’altro, mentre rimetteva a posto la spada << Più concentrata. Meno impulsiva. >>
Sul volto dell’Elfa si dipinse un cipiglio.
<< Non sono mai stata impulsiva… Non in battaglia, almeno >> aggiunse, perché in fondo erano state proprio le sue azioni sconsiderate a condurre l’Oscuro Signore nelle terre di Eregiorn.
Azog scrollò le spalle.
<< Prima lo eri >> disse, con tono fin troppo innocente << Sei anche meno arrabbiata. Il padrone ti rende più felice? >>
Galadriel esitò a rispondere.
Dove prima c’era fiducia, ora indugiava una pesante incertezza, la vaga sensazione che stesse camminando cieca in un sentimento che non era ancora sicura se abbracciare o allontanare.
Gli incontri tra lei e Sauron erano diventati più cordiali… e intensi, a dirla tutta.
Il Maia non perdeva mai occasione di baciarla, quando erano soli o lontani da occhi indiscreti. E per quanto l’Elfa avrebbe preferito negare il contrario, ogni volta era stata più che felice di restituire gli affetti del marito, lasciandosi cullare dal suo calore.
Ma non si erano mai spinti oltre, non come in quella notte. Galadriel aveva sempre interrotto i loro rapporti prima che potessero portare a qualcosa di più intimo, e - con suo grande sollievo - Sauron non aveva mai cercato di costringerla a continuare. Proprio come promesso, si stava ancora una volta dimostrando un coniuge gentile e rispettoso… e questo a volte la irritava, poiché c’erano stati momenti in cui avrebbe preferito che lui la spingesse a proseguire.
Malgrado tutto, il periodo recente era stato certamente il migliore degli ultimi vent’anni.
<< Immagino di sì >> sospirò, prima di riprendere una posizione pronta al combattimento << Un altro giro? >>
L’Orco si limitò a sorriderle in quel suo modo grottesco, e questa fu l’unica risposta di cui avesse davvero bisogno.
Dopo essersi concessi un minuto per riprendere fiato, tornarono a scambiarsi colpi come se non potessero più fare altro. I timori di Galadriel lasciarono posto all’euforia della battaglia, e presto dimenticò ogni preoccupazione.
Purtroppo, come l’Elfa aveva testimoniato in diverse occasioni… raramente le cose belle non erano fatte per durare.

* * *

Una sera, mentre cenavano, un goblin messaggero si presentò al cospetto di Sauron con una pergamena. Il che, di per sé, non era un evento poi così insolito, visto le fiorenti alleanze che avevano costruito negli ultimi mesi.
Ciò che la sorprese, tuttavia, fu l’espressione affilata che andò a dipingersi sul volto dell’Oscuro Signore, visibilmente scontento da ciò che aveva appena letto.
<< È successo qualcosa? >> chiese Galadriel, già preoccupata per quella che sarebbe stata la risposta.
Il Maia la fissò seriamente e disse: << Umbar chiede aiuto. >>
<< Umbar? >> domandò lei, perplessa << Fa parte dei nostri alleati? >>
Il nome non le era familiare, ma forse si trattava di un regno relativamente minore. 
<< Lo siamo diventati qualche anno prima del nostro matrimonio >> le confermò Sauron, con un cenno del capo << Avevo bisogno di un punto d’appoggio verso il mare, nel caso Numenor avesse mai scelto di assistervi. >>
Una strategia comprensibile, pensò l’Elfa, visto che gli abitanti di quell’isola erano stati tra le maggiori cause dietro alla sconfitta del suo vecchio padrone. In caso di attacco, l’unico modo per contrastare una simile forza sarebbe stato impedirle di scendere a terra, il che avrebbe richiesto una linea di difesa sulla costa, lontano dall’entroterra di Mordor.
Annotò mentalmente quell’utile informazione e tornò a concentrarsi sulla notizia a portata di mano.
<< Cosa lo minaccia? >> chiese invece, e il ghigno che il marito le rivolse la mise subito in allerta.
<< Numenor, a quanto pare. Sembra che Ar-Pharazôn si sia finalmente stufato di giocare all’esploratore e abbia cominciato la sua colonizzazione della Terra di Mezzo. >>
<< Colonizzazione?! >> sbottò l’Elfa, incapace di nascondere la propria sorpresa.
Numenor… il regno degli uomini più nobili della Terra di Mezzo… aveva cominciato a conquistare altre terre? No… non aveva alcun senso. Non dopo che avevano assistito le altre razze nella sconfitta di Mordor… e non dopo che l’avevano assistita nella missione di salvare gli abitanti delle Terre del Sud!
Míriel era una donna saggia e di buon cuore, e Galadriel era sicura che non sarebbe mai stata d’accordo con una simile linea d’azione.
“Ma Míriel non è più la regina di Numenor” dovette ricordare a se stessa “è stata deposta.”
<< Le mie spie avevano udito voci riguardo una potenziale invasione >> riprese Suaron, con voce contemplativa << ma non pensavo che sarebbe avvenuta così presto. A quanto pare, la vena d’onnipotenza del vecchio Cancelliere è cresciuta di pari passo con l’età. >>
Galadriel deglutì a fatica.
Quindi era Ar-Pharazôn il responsabile di tutto.
Quando l’aveva incontrato anni orsono, lo aveva semplicemente liquidato come un individuo competente e affidabile, per quanto ostile nei suoi confronti. Mai avrebbe potuto immaginarlo nei panni di un conquistatore… ma molti anni mortali erano passati dal loro ultimo incontro, quindi non poteva sapere quanto fosse realmente cambiato. Probabilmente non in meglio, viste le sue ultime azioni.
Tornò a guardare Sauron, il cuore fremente d’anticipazione.
<< Cos’hai intenzione di fare? >> gli chiese, cercando di nascondere quanto fosse realmente turbata.
Il marito rimase inizialmente in silenzio, massaggiandosi il mento. Poi, sembrò giungere ad una decisione.
<< Un nostro alleato chiede aiuto… e noi risponderemo >> disse, cogliendola ancora una volta di sorpresa.
Onestamente, si era quasi aspettata che lui non avrebbe mosso un dito. Dopotutto, Numenor non era certo un regno di poco conto. Nel corso degli anni, la sua potenza militare non aveva fatto altro che crescere, non solo dal punto di vista navale.
Davvero Sauron era disposto a rischiare una guerra contro un avversario tanto ostico… solo per proteggere un regno alleato? Oppure, dietro alle sue azioni c’era una motivazione che ancora non era riuscita a comprendere? Possibile, visto che si trattava pur sempre di un essere di grande lungimiranza.
Il Maia si rivolse ad Azog, sempre presente al limitare della stanza.
<< Voglio almeno cinquecento orchi pronti a muoversi tra un’ora >> ordinò a gran voce << Dì loro che marceranno sotto la nuvola di Sauron. >>
<< Subito, mio signore >> fu la pronta risposta dell’Orco, prima che si allontanasse.
Fu allora che l’Oscuro Signore notò il modo in cui la moglie lo stava guardando.
<< Sembri preoccupata >> disse, e questa volta l’Elfa non riuscì a trattenere un sussulto.
<< Vuoi davvero dare il via ad una guerra tra Mordor e Numenor? >> gli chiese, visibilmente titubante << Dopo tutto quello che abbiamo fatto per evitare situazioni del genere? >>
Ma ancora una volta, il Maia la sorprese scuotendo la testa.
<< Non è mia intenzione >> disse, sorridendole in un modo stranamente rassicurante << Andremo lì solo per intimidire coloro che minacciano i nostri alleati. Forse riusciremo anche a instaurare un dialogo, ma nella mia esperienza è sempre meglio prepararsi al peggio. >>
Allo sguardo scettico che lei gli rivolse, aggiunse: << Non ti fidi delle mie parole? >>
“No” fu il primo pensiero che attraversò la mente dell’Elfa. Invece rimase in silenzio, fingendo di riflettere attentamente sulla domanda del tiranno.
<< Io… voglio fidarmi di te >> rispose, trovando ogni parola dolorosa da pronunciare << O almeno, fidarmi delle tue buone intenzioni verso la Terra di Mezzo. >>
Il sorriso sul volto del Maia divenne più gentile.
Si avvicinò a lei e le prese delicatamente le mani.
<< Allora non ti deluderò >> le sussurrò sul viso. E  prima che lei potesse dire altro, la baciò dolcemente… ed ecco che la mente dell’Elfa tornò in pace.

* * *

Marciarono per due giorni, percorrendo la stessa strada che anni prima li aveva condotti alle pendici del Monte Fato, in un tempo in cui tra loro c’era stata ancora una fiducia indissolubile, alimentata dal cameratismo e dalla causa di proteggere la Terra di Mezzo.
Sauron era proprio come il giorno in cui era giunto al Lindoln per raccogliere il suo premio, con un’armatura di nera pece irta di spuntoni, la quale ricopriva un corpo alto quasi tre metri. L’elmo era una maschera scheletrica di freddo metallo, coronata da alte picche, mentre al posto degli occhi spiccavano un paio di lanterne scarlatte, come se qualcuno vi avesse riversato sangue e lava all’interno. Era una visione davvero terrificante, così come il destriero su cui galoppava, ora più bestia che cavallo, con occhi altrettanto rossi, muso irto di denti affilati e zampe a metà tra quelle di un lupo e di un ronzino.
Accanto a lui, Galadriel spiccava come un pallido fiore circondato dalla terra sterile, a seguito del passaggio di un incendio. Era vestita con la sua inconfondibile armatura d’argento, mentre i suoi capelli risplendevano di luce dorata sulle spalle, coronando un volto immacolato e pieno di tensione, in prospettiva a quello che sarebbe successo una volta giunti a destinazione.
Dietro la coppia di sovrani, marciavano centinaia di orchi e goblin armati di lance, spade e falci, con l’imponente figura di Azog in testa. Per qualsiasi sentinella, sarebbe certamente stata una visione preoccupante… e infatti, quando finalmente scorsero le mura di Umbar, videro anche una guarnigione di soldati pronta al combattimento, in attesa di fronte alle porte della città.
Le armature ricoperte di scaglie dorate li identificarono subito come soldati Numenoriani, e in quel momento Galadriel non potè che accettare la verità che il marito le aveva raccontato. Il Regno che un tempo aveva aiutato i popoli della Terra di Mezzo per contrastare l’ascesa al potere di Morgoth… si era ora rivoltato contro i suoi stessi alleati, contagiato da una brama di potere vecchia quando la creazione stessa.
Quello che doveva essere il loro comandante- riconoscibile per l’elmo alato che indossava sul capo- si separò dal gruppo e galoppò fino a loro.
<< Chi siete? >> chiese l’uomo, visibilmente nervoso alla vista dell’Oscuro Signore.
<< Lord Sauron e Lady Galadriel, regnanti delle Terre di Mordor >> fu l’impassibile risposta del tiranno << E al momento, alleati del regno minacciato dalle vostre schiere. >>
Galadriel provò un pizzico di malsano divertimento alla vista del comandante che deglutiva.
<< Non eravamo a conoscenza del fatto che Mordor e Umbar fossero alleati >> disse l’uomo, in un maldestro tentativo di mostrare diplomazia.
Sauron rilasciò uno sbuffo sprezzante attraverso l’elmo dell’armatura.
<< Allora perdonerò la vostra ignoranza >> ribattè freddamente << Ma solo se allontanerete subito le vostre armate da queste terre. >>
Il Comandante strinse le labbra e il suo sguardo passò brevemente tra il Maia e l’Elfa accanto a lui. Quando pronunciò le sue prossime parole, lo fece come se stesse parlando con la Morte in persona.
<< Il mio sovrano… potrebbe non ottemperare a questa richiesta. >>
<< Allora dite ad Ar-Pharazôn… >> si intromise Galadriel, trafiggendo l’umano con lo sguardo << che se non vuole affrontare la potenza combinata di due regni, dovrà per lo meno partecipare ad un consiglio diplomatico e discutere della sua pretesa su queste terre. >>
<< E dove mai potrebbe tenersi un concilio di tale portata? >>
L’elfa fece per rispondere… ma Sauron la battè sul tempo.
<< Nelle terre del Lindon, sotto la supervisione di Re Gil-Galad >> disse, ed ecco che il cuore della Nolde mancò un battito. Fu solo per pura forza di volontà se la sua testa non scatto verso il marito come una frusta, e solo perché ormai da tempo aveva imparato ad agire con prudenza durante una trattativa.
Il comandante sembrò fare lo stesso e rimase in silenzio per un minuto buono, scrutandoli alla ricerca del minimo segno di inganno. Infine, sospirò e disse: << Riferiremo al nostro sovrano le vostre parole >>
Sauron puntò un dito corazzato nei confronti dell’uomo.
<< Per il vostro bene, pregate che sia recettivo quanto ambizioso >> disse minaccioso, e a quelle parole seguì l’oscuramento della volta celeste, come se una gigantesca ombra avesse appena ricoperto quelle terre nella loro interezza. 
Il Comandante annuì tremante e cominciò ad allontanarsi. Quando finalmente non fu più a portata d’orecchio, lo sguardo di Galadriel scattò finalmente verso il marito.
<< Che stai facendo? >> gli sibilò, trattenendo a mala pena la propria collera.
Sauron le rivolse un’occhiata laterale con quelle sue orbite fiammeggianti.
<< Ti sto dando la possibilità di uscire da questa situazione con le mani pulite >> disse, per nulla influenzato dal suo atteggiamento rabbioso << Gli elfi non resteranno a guardare mentre un regno potente come Numenor tiranneggia sulla Terra di Mezzo. Questa è una minaccia che non riguarda solo Umbar o Mordor, ma tutti i regni circostanti. >>
La Nolde si morse il labbro.
Non poteva negare le parole del marito… ma il pensiero che fosse così vicino al regno più importante degli Elfi incitava estrema cautela e una buona dose si sospetto. Le sue intenzioni erano sincere… o frutto dell’ennesima, abile manipolazione? Non poteva esserne sicura, ma la minaccia rappresentata da Numenor era troppo grande per essere semplicemente ignorata.
<< E credi davvero che Gil-Galad accetterà di tenere questo concilio? >> lo sfidò, ma con sua grande irritazione il Maia si limitò a ridacchiare.
<< Lo farà… non appena verrà informato della situazione >> rispose con tono assolutamente fiducioso. E per il bene della pace della Terra di Mezzo, Galadriel sperava davvero che il marito avesse ragione.




 

Chissà, Galadriel… chissà…
E così, come da canone, Ar-Pharazôn ha finalmente deciso di improvvisarsi conquistatore. Coloro che hanno letto il Silmarillion sanno bene a cosa questo porterà… ma sarà così anche in questa time-line, visto che la presenza di Galadriel ha costretto Sauron ad un approccio diverso? Non vi resta che continuare a leggere per scoprirlo!
Le terre di Umbar sono canoniche all’universo di Tolkien, ma si sa molto poco riguardo alle loro origini e posizione, solo che si trovavano sulla costa e furono uno dei tanti regni conquistati dai Numenoriani.
  
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