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Autore: paiton    16/03/2023    0 recensioni
Introduzione: questi non sono ragazzi e ragazze da prendere come esempio; bevono alcol, si drogano e poi guidano: le conseguenze arriveranno inesorabili. Una storia vera, successa ad un amico, romanzata ed esagerata un pochino. Una delle storie più incredibili che continuo a raccontare da anni.
Assieme alla “Leggendaria invenzione dei Pop Corn” e al “Grande Gulla” forma la trilogia della Demenza Geniale (D&G).
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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Sono i primi di giugno, l'estate è ormai alle porte e anche le vacanze estive!
Barbetta e "Lo Zio" sono super carichi e stanno guidando verso il mare a bordo di una Golf GT viola metallizzata. Lo Zio ha appena preso la patente ed entrambi hanno deciso di recarsi al lido per cercare di rimorchiare qualche ragazza. Alla radio, sincronizzata su M due O, stanno lanciando "One More Time" dei Daft Punk:
 
"Ehi Zio, guida più piano che voglio arrivare al mare integro!" prende una trentatré dalla borsa frigo, la stappa, beve un piccolo sorso poi gli e la passa.
 
"GrazieeE!" Urla per sovrastare la musica "Andiamo a cercare gli altri, dovrebbero essere alla Baia per l’aperitivo!"
 
"Devono ancora uscire fidati... li conosco bene... arriviamo prima noi"
 
"Non ho voglia di entrare nel loro appartamento, andiamo diretti a bere, dobbiamo festeggiare!" I due amici si guardano negli occhi e capiscono di essere sincronizzati sulla stessa frequenza, sorridono.
 
Il Sole è ancora alto nel cielo e sta per giungere quell’ora della giornata che Barbetta adora: quando la brezza tiepida accarezza la pelle, quando si può fare il bagno in mare in completa pace e tranquillità perché restano sul bagnasciuga solo gli sportivi che si allenano e qualche famiglia che deve finire di costruire il castello di sabbia.
 
Dopo il bagno nell’acqua fresca, i due amici si asciugano e si mettono seduti sul telo, con la maglietta sopra alle spalle, per finire la loro scorta di birre; si inizia a sentire la musica.
 
“Vediamo di fermare almeno un tavolo, hai scritto sul gruppo?” Chiede lo Zio
“No accidenti, mi sono dimenticato…” e prende in mano il cellulare.
Lo Zio nota due ragazze, stanno anche loro sedute sulla sabbia e ogni tanto gli lanciano qualche occhiata: sono vestite con due completini, pare che siano pronte a fare serata, hanno i capelli ben pettinati, il trucco e anche le scarpe eleganti; ridacchiano tra loro e parlottano.
 
“Hei Barbetta… ci sono due ragazze che ci guardano…” gli comunica sottovoce
 
Lui subito ricaccia il telefono in tasca e le cerca con lo sguardo.
 
“Ma sei scemo?” lo insulta “Ti hanno visto di brutto che le fissavi.”
 
Barbetta è un tipo che tira ma non si tira indietro, quasi mai…
Si alza in piedi e barcolla per i primi due passi piantando l’infradito nella sabbia farinosa… mentre cammina stappa due birre con il cavatappi di alluminio che tiene sempre legato alle chiavi dell’auto. Arriva di fronte alle due ragazze bionde, dai capelli stirati, con le bottiglie in mano in chiaro segno d’omaggio sia con la prossemica che con l’espressione del viso: “Volete bere un paio di birre con noi? Finiamo queste poi andiamo alla Baia, se volete venire” e indica con lo sguardo il locale illuminato da cui arriva la musica.
 
“Scuza! Noi non parlare beenee itàalianen!” Risponde quella di destra con un marcato accento di una ragazza tedesca che ha imparato qualche parola e qualche costrutto della lingua italiana nel corso delle sue vacanze estive sulla riviera.
 
“Don’t warry! We can speack English!” le rassicura Barbetta; appena finisce di pronunciare quella frase gli arriva una zaffata di fumo in faccia, un fumo denso dall’odore irriconoscibile! È il classico e forte aroma di pino che si diffonde nell’aria a partire dalle canne. Vede la cenere della punta diventare incandescente nella fievole luce del crepuscolo e un'altra nuvoletta grigia sale fino a fondersi nel cielo stellato.
 
 
Adesso si trovano tutti assieme alla Baia, stanno continuando a bere Spritz,  Americani, Negroni e Long Island; intervallano periodi in cui ballano ad altri per fare la fila e rifornirsi di bicchieri di plastica trasparente con dentro liquidi colorati e cannucce nere. Tra Cin-Cin, sguardi e balli le due ragazze iniziano a raggiungere un certo grado di assuefazione; Leyna è la più intraprendente difatti ha già trascinato Barbetta su un divanetto e gli ha cacciato la lingua in gola.
 
Lo Zio invece, un timidone, non è ancora riuscito a combinare nulla… Marlene ci sta provando con lui in maniera più soft, si vuole far conquistare. Fa finta di voler stare con gli amici: Pippo Fracasso ha i capelli come Telespalla Bob dei Simpson e tiene perennemente una Ceres in mano (Il soprannome “Fracasso” deriva dalle scuole medie, almeno due volte l’anno doveva rompere una sedia oppure un banco), poi c’è Fratel detto l’ecumenico a causa della sua cerchia da frate francescano: per una sfortunata serie di eventi, o semplicemente per un fattore genetico, si è ritrovato a non avere capelli in una zona circolare sopra la fontanella. Dopo che il gruppo di amici ha sparato un mucchio di cazzate divertenti Marlene chiede allo Zio se possono andare in una discoteca appena fuori dal paese, solo loro quattro.
 
Lo Zio coglie la palla al balzo e va a disturbare i due limonatori seriali che si stanno sbaciucchiando sul divanetto.
 
I quattro salutano Fratel e Pippo e si incamminano verso la vettura.
“Sta arrivando anche il Spina, sicuri che non volete proprio rimanere qui?” Fratel li sta rincorrendo
 
“Guarda Fratel, visto che sta arrivando quella Spina nel fianco sono più contento di andarmene” Afferma lo Zio sicuro di sé “Quel rompipalle viene qui solo per rovinarci la festa. Ciao! A domani!”
 
“Va bene Zio, a domani” se ne ritorna alla Baia.
 
 
“Quanto hai bevuto Zio? Sei da ritiro della patente” Il ragazzo sta guidando, l’amico di fianco e le ragazze dietro a sparlottare.
 
“Ma va… non ci sono mai gli sbirri il venerdì!”
 
“Se ci fermano in queste condizioni altro che ritiro della patente… andiamo nel penale” Appena finisce di parlare, Barbetta inizia a baciare la ragazza.
 
Dopo neanche cinquecento metri ecco una volante della polizia, parcheggiata vicino allo spartitraffico, luci azzurre si avvicinano a loro… una paletta rossa viene arrogantemente direzionata in mezzo alla strada e loro sono costretti ad accostare.
 
“Patente e libretto.”
 
Lo Zio cerca il portafoglio nella tasca ma è molto lento… gli scivola dalle mani per l’agitazione… poi apre il cruscotto e impiega un’infinità di tempo per trovare il libretto.
Appena gli vengono consegnati i documenti l’agente invita il guidatore: “Prego, soffi qui dentro”
 
A quelle parole si congela dalla paura, Lo Zio soffia nell’alcol test facendo uscire meno aria possibile dai polmoni.
 
“Non è sufficiente. Soffi più forte per piacere.”
 
Lo Zio inizia a sudare freddo e guarda negli occhi Barbetta, utilizzando lo specchietto retrovisore: anche lui è parecchio preoccupato.
 
Soffia leggermente più forte e nel marchingegno si accende una luce arancione.
 
“Dovete venire con noi in centrale ragazzi… qualcuno di voi è in grado di guidare? Non ci state tutti nella nostra auto.”
   
 
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