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Autore: Saga_90    18/03/2023    0 recensioni
Jason Jensen, fratello maggiore di Jessica ed Erica e figlio di genitori dalle molteplici origini. Padre italo-americano e madre italo-svedese . Una vita dedicata alla carriera militare. Per lui essere soldato è una Missione.
Maximilian Romero, soldato. Caporale dell’Esercito e componente dello stesso plotone di cui Jason fa parte.
Il Caporale Jason Jensen, punto di riferimento nel lavoro e in famiglia è sempre stato forte e sicuro di sé stesso, ma qualcosa o qualcuno ad un certo punto gli sconvolgerà la vita. Lui, militare omosessuale , non ha mai nascosto il suo orientamento sessuale e nonostante alcune difficoltà all'inizio della sua carriera, era riuscito a conquistarsi il rispetto di tutti. Qualcosa però entrerà nella sua vita, qualcosa che gliela sconvolgerà . Qualcosa che non si sarebbe mai aspettato, come un uragano in piena estate. Come reagirà il Caporale? Riuscirà a distruggere la scorza dura che si ritrova e a lasciarsi andare? L'uragano dagli occhi nocciola, dai capelli castani e dal sorriso abbagliante riuscirà a fargli capire che l'amore è un sentimento che non fa solo star male? E riuscirà a fargli capire che ogni tanto può anche lasciarsi andare e mostrarsi per quello che è e sorridere dando una nuova luce?
Genere: Angst, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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MAXIMILIANO


Siamo appena arrivati al Centro, Jason sta parcheggiando l’auto. Pochi secondi e scendiamo dirigendoci verso i nostri appartamenti. Continuiamo a parlare scambiandoci continui sorrisi. Ora sì che è tutto perfetto. Non c’è più nessun segno di sfida tra di noi. All’improvviso dirigiamo i nostri occhi su due persone che conosciamo molto bene. Ci squadrano per bene, di tanto in tanto si guardano. Stanno cercando di capire cosa è successo tra di noi. Si sorridono, i loro volti sono rilassati. Ad un tratto un altro scambio di occhiate tra le due, sembra che vadano molto d’accordo tra di loro. Questo mi rende davvero felice. Sofia dopo la fine della relazione con Erica si è completamente chiusa in se stessa. Ora però sembra si stia riprendendo. Si scambiano un gesto di “vittoria”. Loro sono in grado di capirci solo guardandoci. Le salutiamo entrambi con un gesto della mano. Mia sorella ci fa segno di raggiungerle. Le raggiungiamo e prendiamo due sedie sedendoci di fronte a loro. 

 

«Allora bei ragazzi, com’è andato l’appuntamento?» dice diretta Sofia con un sorrisetto sulle labbra,

 

«Molto bene, hermanita.» le rispondo sorridendo a mia volta, non credo di essere mai stato così felice. 

 

«Ottimo, sono davvero contenta!» afferma e senza darmi il tempo di ribattere aggiunge

 

«Quindi da oggi niente più colpi di testa, giusto?» mi chiede con un ghigno che si forma sul suo volto. 

 

«Esatto, niente più colpi di testa, sorellina.» convinto. A quel punto continuiamo ancora a parlare, fino a quando le ragazze non ci chiedono se ceniamo con loro. Il mio sguardo prima va verso Jason, ci capiamo con un solo cipiglio e poi su Sofi e Jessica, le rispondo con un gesto di diniego della testa aggiungendo 

 

«No care, passate la serata solo voi due. Noi preferiamo cenare da soli.» con un ghigno sul volto e con lo sguardo puntato in quello di mia sorella che ricambia alzando poi gli occhi al cielo. A quel punto le salutiamo e andiamo via. Prendo la mano di Jason, già mi manca. Adoro il contatto diretto con la sua pelle. Entriamo nel mio appartamento, andiamo verso la cucina. Lo faccio accomodare al tavolo, chiedendogli cosa vuole mangiare. Lui risponde dicendo che posso scegliere io. Bene, chef Maximo non ti deluderà! penso. Mi metto all’opera. Mentre cucino di tanto in tanto lo osservo. È bellissimo. Non ho mai visto nessuno bello come lui. Lui si accorge dei miei continui sguardi e si alza. Mi raggiunge dietro al piano cottura, mi abbraccia da dietro. La sua bocca finisce sul mio collo. Comincia a baciarmi. La mia testa istintivamente va indietro e chiudo gli occhi. Ad un certo punto tra un bacio e l’altro lo sento sussurrare al mio orecchio 

 

«Stai attento Maxi, altrimenti stasera non ceniamo.» ridacchiando e io di rimando 

 

«Sarebbe colpa tua, Jazy!» dico sospirando, usando quel nome così dal nulla. Rabbrividisco, nella mia testa aleggia la paura di aver sbagliato di nuovo, invece no. 

 

«Jazy eh? Sì mi piace.» dice stampandosi un sorriso che fa illuminare la stanza e mi fa rilassare. Lo guardo di sbieco e sorridendo anche io 

 

«Davvero ti piace?» gli domando. Si limita a muovere semplicemente la testa in senso di assenso. Dopo qualche minuto la cena è pronta. 

Ci accomodiamo entrambi al tavolo. Iniziamo a mangiare. Resto in attesa per un po’ cercando di capire se gli sta piacendo quello che ho preparato. Assaggia, assaporando tutto e poi

 

«Mmm, è buonissimo!» dice con il volto rilassato come non l’avevo ancora visto e aggiunge 

 

«L’amore per la cucina e il saper cucinare da dio è una dote di famiglia.» guardandomi e puntando i suoi occhi azzurri, profondi come l’oceano nei miei. Continuo a perdermici ogni volta che mi guarda. Cerco di scuotermi per non sembrare un’idiota alla prima cotta e lo ringrazio. Finita la cena ci spostiamo sul divano. Mentre io bevo una birra, lui sorseggia la sua Coca-Cola Zero. Parliamo come non abbiamo ancora mai fatto da quando ci siamo conosciuti. Ad un certo punto viene attirato da uno dei due cuscini che ora si trova sulla poltrona. Si alza e va a prenderlo, lo osserva. 

 

«Dove eravate?» chiede con un sorriso malinconico. Su quel cuscino c’è una foto di me con Alex e Sofi. Mi rattristo anche io, ma cerco di rispondergli cercando di non tradirmi, 

 

«Era il compleanno di Sofi…» respiro profondamente 

 

«L’ultimo compleanno prima che partisse per lo Yemen.» sento cadere una lacrima, che lui asciuga subito e chiede 

 

«Era un momento felice, no?» sorridendo, 

 

«Molto felice!» dico ricambiando. Mi si avvicina rimettendo il cuscino sulla poltrona. Mi stringe tra le sue braccia. Mi fa sentire subito meglio e mi lascia un dolce bacio sulla guancia. 

Passiamo ancora qualche tempo insieme, tra risate e ricordi. Non poteva essere altrimenti. Alessandro è il nostro punto in comune. È per entrambi un punto di riferimento che sarà per sempre nei nostri pensieri. Poi ci salutiamo, domani inizia il primo di una serie di giorni che ci terrà occupati fino allo sfinimento. Lo accompagno alla porta, 

 

«Ci vediamo domani Maxi. Ricorda quello che ci siamo detti oggi e come siamo stati bene. Deve essere sempre così. Buona notte!» dice stringendomi a lui e lasciando una scia di baci che vanno dal lobo dell’orecchio, al collo, soffermandosi sul mio pomo, sul mento e infine sulla guancia. Mi lascio coccolare, limitandomi a muovere solo il capo. E ci salutiamo.

 
   
 
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