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Autore: Puffardella    19/03/2023    0 recensioni
Eilish è una principessa caledone dal temperamento selvatico e ribelle, con la spiccata capacità di ascoltare l’ancestrale voce della foresta della sua amata terra.
Chrigel è un guerriero forte e indomito. Unico figlio del re dei Germani, ha due sole aspirazioni: la caccia e la guerra.
Lucio è un giovane e ambizioso legionario in istanza nella Britannia del nord, al confine con la Caledonia. Ama il potere sopra ogni altra cosa ed è intenzionato a tutto pur di raggiungerlo.
I loro destini si incroceranno in un crescendo di situazioni che li spingerà verso l’inevitabile, cambiandoli per sempre.
E non solo loro...
Genere: Guerra, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Antichità greco/romana
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EILISH
Era una splendida giornata di sole, calda e asciutta. Dalla cima della torre, il panorama era mozzafiato. Da una parte c’era il lago, di un verde profondo, al fianco del quale si ergevano maestose le montagne del Passo dei Lupi. Dall’altra parte, a valle, le capanne in sassi del villaggio. E, alle spalle del villaggio, un piccolo campo coltivato a grano, che col suo giallo oro spiccava tra il verde brillante dei prati nella valle e quello più intenso delle foreste che circondavano tutta la zona.
Seduta sulla balaustra della balconata esposta a sud, Eilish osservava le piccole sagome degli uomini mietere il grano con un sentimento nostalgico nel cuore.
Lughnasad li aveva raggiunti anche quell’anno, ma in una veste nuova, lacerata e scolorita. Anche quell’anno, come negli ultimi precedenti, non ci sarebbero stati nessun raduno, nessuna danza al suono dei flauti, nessuna competizione tra i giovani, nessun corteggiamento e nessun matrimonio alla luce dei falò. Eppure, i Caledoni continuavano a mantenere uno spirito positivo e cercavano di vivere quel momento solenne con gioia, grati agli dei per l’abbondanza del raccolto e fiduciosi che il loro nuovo re, presto o tardi, avrebbe nuovamente concesso loro di ripristinare la sacra festività secondo le antiche tradizioni celtiche.
Eilish poteva udire le loro risate e i loro canti anche da lì. Li udiva, ma non ne era contagiata. Era tornata nel suo corpo tre settimane prima, ma Chrigel non aveva ancora fatto ritorno e cominciava a farsi prendere dallo sconforto.
Da un paio di giorni se ne stava seduta sul cornicione della balconata a scrutare l’orizzonte, nella speranza di vedere arrivare da un momento all’altro gli uomini partiti tre lune prima. Non usciva mai dalla stanza nuziale, se non per scendere al villaggio e stare un po’ col suo bambino, che era costretta a lasciare alla balia in pianta stabile dal momento che le sue mammelle avevano smesso di produrre latte.
Qualche volta, l’ansia di rivedere il marito la faceva desiderare di tornare nel lupo, ma da quando era svenuta Wolfgang la faceva controllare con fastidiosa regolarità e non poteva rischiare di farsi trovare nuovamente priva di sensi.
Rimase così, con le braccia intorno alle ginocchia, gli occhi fissi sulla massa scura delle foreste, mentre ascoltava distrattamente le risate e i canti degli uomini e delle donne che, a valle, celebravano gioiosi uno scarno Lughnasad.
Cullata da quel vociare lontano, mentre la luce del giorno assumeva i colori caldi del tramonto, scivolò lentamente nel sonno.
All’improvviso si trovò nella dimensione onirica. Era notte, una quasi luna piena occhieggiava fra le rade nuvole, donando al paesaggio pennellate di un blu argentato. Di tanto in tanto, il verso di un gufo reale squarciava il silenzio, altrimenti assoluto. Eilish vide se stessa sdraiata sul cornicione della balconata e si meravigliò. Era la prima volta che le capitava di vedersi in un sogno.
“E se non fosse un sogno?” si chiese. Poi una voce femminile al suo fianco le parlò dicendo, con un tono di voce basso e profondo: «Potresti cadere.»
Eilish si voltò verso la figura che, magicamente, si era materializzata al suo fianco. Era una donna alta, la carnagione chiara e i capelli, del colore del miele, accuratamente raccolti sulla testa e adornati con foglie e fiori di lago. Indossava una leggera veste trasparente dai riflessi madreperlacei, ed era forse la donna più bella che avesse mai visto, più bella perfino di Caitriona.
«Non accadrà. Sono abituata a dormire sui rami degli alberi, l’altezza non mi fa paura» rispose, tornando a guardare il paesaggio della Valle dei Lupi immerso nel buio della notte.
«Sei un essere curioso, Regina del Nord. È da tanto che ti osservo e ancora non ho capito chi, o cosa, sei.»
Eilish ebbe un intuito, e nei suoi occhi brillò una luce eccitata.
«Tu sei Ashrai, la fata del lago...» dichiarò.
«Ho molti nomi, ma puoi chiamarmi Ashrai, che è il nome che mi hanno dato gli uomini. E ora, dimmi, che cos’è che ti affligge?»
Eilish si fece infinitamente triste. Tornò a guardare il paesaggio bagnato dalla luce argentata della luna e disse: «È così bello, qui… I colori di questa terra sono così intensi. Cambiano con il cambiare della luce del giorno e della notte, ma in ogni momento vibrano di un’energia meravigliosa, buona… Temo che tutto questo possa cambiare, che la nostra bella terra possa perdere i suoi colori brillanti e tingersi nuovamente di rosso…»
«Sai già che accadrà.»
Eilish la guardò, sconvolta.
«Quando?»
«Troppo tardi perché vi facciate trovare preparati e troppo presto perché tu possa vedere i tuoi figli diventare uomini.»
Gli occhi di Eilish si riempirono di lacrime. «Che sarà dei miei figli?»
La fata si voltò verso di lei e la guardò con tenerezza.
«Io mi ricordo di te, Regina del Nord. Eri qui, in piedi su questa collina, prima che la fortezza venisse costruita. Eri di fronte al Re tuo marito e piangevi, proprio come ora. C’era vita nel tuo grembo. Poi te ne sei andata e al tuo ritorno eri sola… È così doloroso perdere un figlio?»
«Lo è, oltre ogni immaginazione» rispose Eilish, e le lacrime le scesero calde sulle guance.
«Puoi stare tranquilla, Regina del Nord. Tu non vedrai mai la morte dei tuoi figli.»
«E mio marito?»
La fata la guardò con curiosità. «Lo ami così tanto?» le chiese.
«Più della mia stessa vita» si precipitò a rispondere Eilish con fervore.
La fata rimase a lungo a guardarla, sorpresa ma anche compassionevole. «Tu mi piaci, perciò ti aiuterò, quando sarà il momento.»
«A fare cosa?»
«A non vederlo morire prima di te…» promise. E poi scomparve.
In quel momento, l’inconfondibile ululato di Haki spezzò il silenzio della notte. Eilish ebbe un tuffo al cuore. Si voltò verso l’orizzonte in cerca della carovana del re, e quando Haki ululò di nuovo, suo marito si precipitò ai suoi piedi.
«Svegliati, Eilish!» disse a se stessa. «Svegliati, Eilish, svegliati ti prego…»
«Eilish, per tutti gli dei, svegliati» la implorò anche Chrigel.
Eilish si liberò del sogno spalancando gli occhi ed emettendo un grido strozzato. E quando dinanzi a sé vide il volto amato del marito che la guardava preoccupato, credette di stare ancora sognando.
«Sei reale?» gli chiese, con un filo di voce.
«Certo che lo sono…»
Non aspettò altro. Gli gettò le braccia al collo e lo tenne stretto a sé a lungo, respirando forte il suo odore. Dopo un po’, Chrigel la staccò dolcemente da sé per guardarla negli occhi.
«Stai bene, mo anam?»
«Sì, sto bene. Ora sto bene» rispose lei poggiandogli la mano sul petto, per sentire il suo cuore battere.
«Ora sto bene» ripeté, sorridendogli tra le lacrime.
   
 
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