Janelia la osservava con un misto di curiosità ed eccitazione, le sono sempre piaciute le belle donne e nonostante avesse solo ventidue anni aveva avuto diverse avventure nel suo paese, tutto alla luce della luna perché in Arabia Saudita l’omosessualità non è tollerata in nessun modo, questo e altri motivi l’avevano spinta al asciare il suo paese per venire in America.
“Allora Maura, sei qui da sola o sei venuta a vedere lo spettacolo con qualcuno?” chiese chinandosi per accarezzare la sua tigre.
“Io, sono qui con un’amica, che anzi mi sta aspettando e dovrei andare, volevo solo ridarti il tuo braccialetto!” rispose timidamente giocherellando con le dita.
“E’ tuo! mi hai colpita sai? hai qualcosa che mi affascina, i tuoi occhi sono davvero belli e non ho mai visto capelli color grano così!” la mora le si era avvicinata tanto che Maura poteva sentire il profumo di cannella e caffè che proveniva dalla sua pelle, rimase immobile respirando quella dolce fragranza, quando una vocina alle loro spalle la fece sussultare.
“امي " (Mamma) una piccola sagoma apparve dietro le loro spalle, una bimba di non più di tre anni si stava strofinando gli occhi assonnata, i capelli erano ricci e lunghi fino alle scapole, occhi verde giada ne incorniciavano il viso color ambra, indossava un piccolo braccialetto tintinnante e una piccola camicia da notte di seta color lavanda, sembrava una bambolina di porcellana.
La piccola si avvicinò a Janelia con un dolce sorriso tendendole le braccia per essere sollevata da terra.
“Oh, amore ti sei svegliata, come stai piccola?” la mora prese in braccio la bambina che si accucciò nell’incavo del suo collo e guardava curiosa la ragazza sconosciuta che le sorrideva dolcemente.
“Scusa, hey ti va di andare a bere qualcosa? puoi invitare la tua amica se vuoi, rimetto a letto questa piccola birbona e usciamo va bene?...vorrei conoscerti meglio!” disse senza mezze misure, Janelia sapeva sempre quello che voleva e questa ragazza la stava intrigando.
“Ok, ti aspetto fuori dal locale e grazie per questo!” indicò il bracciale che ora adornava il suo polso sinistro, fece per andarsene ma prima salutò con la mano la piccola che si stava appisolando tra le braccia della mora.
“Ciao piccola!”.
“Tao...tao!” rispose facendole ciao con la manina.
Rientrò nel salone che si stava svuotando lentamente, era passata quasi la mezzanotte, il tempo era volato, Lory era seduta al loro tavolo intenta a parlare con un uomo dai tratti mediorientali, sorrise alla vista della bionda.
“Maura finalmente...ma dov’eri finita?” chiese alzandosi dalla sedia.
“Io? ti spiego più tardi, ti spiace se ci sentiamo domani? ho una cosa da fare!” disse sottovoce riconoscendo l’uomo che prima l’aveva beccata a ficcanasare in cerca della ballerina.
“Hai conosciuto qualcuno eh?...hai visto la ballerina poi? non l’hai trovata? perchè indossi il suo bracciale?” le domande a raffica dell’amica le facevano scoppiare la testa.
“Domani Lol, domani risponderò a tutte le domande, ma ora devo andare, mandami un messaggio più tardi per dirmi che stai bene, ok?” Maura decise di non coinvolgere l’amica in questa cosa, adorava Lory, ma a volte la metteva in imbarazzo con domande fuori luogo.
“Va bene, ah Maura questo è il signor Farouk stavamo…”.
“Io e la signorina ci conosciamo già, spero che possa dimenticare l’increscioso incidente di prima o Janelia me la farà pagare!” disse grattandosi la testa timoroso.
“E’ tutto ok, nessun problema, io vado Lol a domani!”.
“Ciao Maura, io rimango ancora un po' in compagnia di questo affascinante signore!” disse sorridendo in modo civettuolo.
Il commento dell’amica le fece roteare gli occhi, si mise la borsa a tracolla e decise di aspettare la mora seduta su una panchina davanti al locale.
Nell’attesa tirò fuori un libro, ne portava sempre uno per i tempi morti, adorava leggere e ancora di più il suo lavoro, aveva una catena di librerie sparse in tutti gli stati uniti, chiamate “The Good Reader” che la riempiva di orgoglio, i soldi non le mancavano, ma era sempre stata una persona solitaria e con pochi amici, da quando il suo matrimonio con Ian era fallito poi si era chiusa sempre di più in se stessa.
La vita le aveva riservato dei brutti tiri, ma non aveva ancora perso le speranze, dopotutto aveva solo trent’anni e molte esperienze da fare.
Il libro che la stava assorbendo nella lettura riguardava l’antica di città di Petra e la storia della Giordania, adorava i paesi stranieri e la loro cultura. Ne lesse qualche pagina quando venne interrotta da un lieve tintinnio.
“Hey...spero di non averti fatto aspettare troppo!”.
Maura sollevò lo sguardo dal libro e rimase senza fiato, la giovane ballerina indossava un caftano viola di seta lungo fino alle caviglie che avvolgeva le forme della mora come una seconda pelle, era decorato da intarsi floreali color oro, le maniche arrivavano fino al gomito e una piccolo spacco sul davanti rivelava un paio di gambe lunghe e flessuose che si intravedevano ad ogni falcata della ballerina.
Bracciali d’oro ne adornavano polsi e caviglie, i capelli era raccolti in uno chignon alto da cui fuoriusciva qualche ricciolo ribelle e ai piedi dei sandali dorati con una piccola zeppa.
“Wow…” fu l’unica cosa che Maura riuscì a dire.
“Che cosa leggi?” chiese la mora sedendole accanto.
“Un libro su Petra, vorrei visitarla un giorno! ”.
“Petra?...ci sono stata è meravigliosa! lo sai che esiste una Petra anche nel mio paese?” disse la mora cercando lo sguardo della bionda accanto a lei.
“Davvero?...wow di dove sei?...ho visto che parli arabo...se non sbaglio!” chiese chiudendo il libro.
“Non sbagli...sono nata a Ryad in Arabia Saudita, mio padre è un ricco possidente di giacimenti petroliferi di origine italiana, ma mia madre è americana per questo parlo bene la tua lingua!”.
Maura era assolutamente rapita da questa ragazza, voleva davvero conoscerla meglio, le sembrava di essere in un racconto dalle mille e una notte.
“ Affascinante, sei una donna dai molti misteri Janelia!”.
“Jane, ti prego...allora andiamo a bere qualcosa?” chiese sollevandosi dalla panchina per stiracchiarsi le lunghe braccia.
“Va bene, io conosco un locale qui vicino se ti va!” Maura si sollevò imitando la mora che la guardava sorridendo.
“Io sono qui da qualche mese, non conosco bene Boston, sono cresciuta a Ryad, ma ho deciso di venire in America per stare con mia madre, lei e mio padre si sono lasciati che ero piccola e lei è tornata a vivere qui, io avevo bisogno di un cambiamento ed eccomi qui...allora fai strada o prendiamo la macchina?” chiese respirando a pieni polmoni, il clima di Boston era molto diverso dal quello della sua terra e si stava ancora acclimatando, era giugno e il caldo leggermente umido si stava affacciando prepotente.
“Se ti va possiamo camminare è a un isolato da qui” disse passandosi le dita fra i capelli.
Le due chiacchierarono molto per ore, Maura le aveva raccontato di Ian e della sua vita e Jane le aveva parlato del suo paese e della sua vita in generale.
Il locale che Maura aveva scelto era raffinato, il cibo e la musica erano ricercati e di classe, dopotutto vedendo lo sfarzo a cui la ragazza doveva essere abituata Maura non poteva certo portarla in un locale qualunque. Ordinarono da bere, vino rosso per la bionda mentre la mora prese solo un bicchiere di acqua. Maura la guardò stranita pensando che il locale non le piacesse.
“Scusa ma nel mio paese gli alcolici sono proibiti e non sono abituata a berne!” si scusò vedendo il dubbio negli occhi della bionda.
“Oh...scusami non ci avevo pensato, se vuoi possiamo…!”.
“Va tutto bene Maura, tranquilla, non hai fatto nulla di sbagliato, è una mia scelta, dimentico spesso che qui le cose sono diverse...anzi, sai che facciamo? ordina un bicchiere anche per me voglio assaggiarlo, sembra delizioso!”.
“ Ok, va bene!” chiamò il cameriere per ordinare un altro bicchiere di vino.
“Ops...scusa sto vibrando!” rise e prese il cellulare dalla piccola borsa che aveva con sé, era Kara la babysitter di sua figlia Nour, le scriveva che la piccola dormiva tranquilla e sarebbe andata a letto anche lei.
Maura diede una sbirciatina veloce al telefono della mora e notò la foto che faceva da sfondo, era la bambina di prima che abbracciava un pupazzo a forma di tigre e faceva la linguaccia all’obbiettivo, era un incanto per gli occhi.
“Hai una sorellina davvero bellissima! non volevo curiosare ma ho notato la foto quando hai risposto al messaggio!” il rossore sulle guance di Maura fece sorridere Jane, non era la prima volta che scambiavano sua figlia per sua sorella, era così giovane che la gente la guardava stranita appena le diceva che era sua figlia.
“Grazie...ma non è mia sorella...Nour è mia figlia!” Maura quasi sputò il vino che stava sorseggiando facendo scoppiare a ridere la mora che la guardava scuotendo la testa divertita.
“Oh...mio dio...scusa! non volevo…!”
“ Va tutto bene, non è che metto i manifesti, ho ventidue anni e una figlia, non sono l’unica!” Maura colse una leggera incrinatura nella voce di Jane che faceva trasparire un velo di dolore, tenne la cosa per sé senza indagare oltre.