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Autore: TheMoonOfTheNight    21/03/2023    2 recensioni
La storia parla di Annalisa, una principessa con poteri magici, cresciuta lontano da casa per sfuggire da un grande male che un giorno, secondo la profezia di un oracolo, sarà destinata a sconfiggere. Ci riuscirà? Lascio al lettore il compito di scoprirlo.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Immaginate una terra remota, a noi sconosciuta. Una terra in cui la magia è radicata ovunque, dove il desiderio più bizzarro che ci passa per la mente si può realizzare con uno schiocco di dita. In questo luogo governava il suo reame, con gentilezza e umiltà, la regina Vanessa. Amata dal suo popolo, era però invidiata dal fratello maggiore, Edgard, il quale non riscuoteva altrettanto consenso. Nonostante ciò, i due fratelli si volevano bene, o almeno, se ne vollero fino al giorno della profezia.

La regina, rimasta vedova da poco, aveva dato alla luce una bambina, la più bella del regno. Era abitudine a quel tempo andare dall'oracolo del regno, per sapere se il nascituro possedesse o meno poteri magici. Nella famiglia reale tutti ne erano dotati. Quel giorno il profeta rivelò che la bambina aveva dentro di se la magia più pura e potente mai vista, e avrebbe sconfitto un grande male che, come le spine di una rosa, si era insediato nella famiglia reale. Quando la regina chiese ulteriori spiegazioni, l'oracolo le indicò il fratello, il quale spalancò gli occhi confuso. “La bambina dai capelli biondi appena venuta al mondo sconfiggerà la tua oscurità, Edgard. Quella bambina, alla quale alla fine vorrai bene, sarà la tua rovina. Il fato l'ha predetto.” Il turbinio di scintille cerulee che avvolgevano l'oracolo si dissolsero nell'aria, insieme a lui.

Senza dire una parola, la famiglia reale tornò al castello. Vanessa era molto preoccupata per il destino del fratello e, dopo aver messo nella culla Annalisa, così l'aveva chiamata, andò a cercarlo nelle sue stanze. Quando aprì le porte, tuttavia, non lo trovò. Ritornò allora verso la sua camera, e udì un grido da parte di un servo. Edgard era lì, nella sua camera, e aveva accoltellato un uomo della servitù. “Ha tentato di uccidere la principessa, altezza. Stavo chiudendo le cucine reali, come è mia consuetudine fare a quest'ora della sera, quando tutto ad un tratto sentii sbattere una porta. Conoscendo le vostre abitudini così pacate, quel rumore mi era sembrato sospetto. Corsi allora al piano superiore, pensando a quale furfante poteva essersi introdotto nelle vostre stanze, ed entrai. Quando ho visto Edgard con un coltello in mano mi sono messo davanti alla culla, ma non sono riuscito a eludere il colpo.” La regina, inorridita, chiamò le guardie del palazzo, e un medico per il povero uomo. Prima che potessero prenderlo, Edgard lanciò una fattura immobilizzante verso le guardie, fermandole.

Vanessa allora prese la bambina e, chiamando lo scudiero della corte, montò a cavallo. Cavalcò per tre giorni e tre notti, prima di arrivare a una modesta casetta vicino a un bosco. Era fatta di legno e radici, con due finestre separate da una piccola porticina. Davanti a essa vi era una cassetta delle lettere fatta dei medesimi materiali, e un pozzo. Nonostante fosse molto piccola, nel complesso era graziosa. L'attenzione principale tuttavia non era tanto verso la casa, quanto verso il giardino annesso ad essa, estremamente curato, di giacinti e primule. Qui viveva Julia, la sorella minore di Vanessa. Ella aveva deciso di vivere una vita normale, stanca di tutti i doveri del castello. Aperta la porta, si meravigliò di vedere la sorella, e la sorpresa si ampliò quando vide un'infante avvolta da una copertina, tra le braccia di Vanessa. Quest'ultima le raccontò quello che era successo, e in seguito le chiese di tenere la sua bambina, almeno fino a quando la situazione non si sarebbe calmata. “Ti prego, non tornare al castello. Resta qui anche tu.” le disse preoccupata.

“Lo sai che non posso, ho dei doveri in quanto regina. Non posso lasciare il mio popolo nelle mani di Edgard. E poi, anche se dovesse farmi qualcosa, un giorno tu porterai al castello Annalisa, e lei ci salverà tutti.” Detto questo abbracciò la sorella, e dette un bacio sulla fronte alla bambina. “Sono certa che ci rivedremo.” Vanessa, tornata al castello, venne presto catturata dalle guardie, controllate da un sortilegio di Edgard.

Da quel momento in poi i giorni passarono velocemente. Annalisa era diventata una stupenda fanciulla di 17 anni. Era cresciuta felice e spensierata, ignara del disegno che il fato le aveva prescritto. Sua zia Julia di fatto la crebbe rispettando il desiderio della sorella: farle vivere un’infanzia normale, ed evitare di caricarla di un peso troppo grande prima che fosse pronta. Julia insegnò ad Annalisa tutto ciò che sapeva sulle arti magiche, tramandandole tutte le virtù della magia buona. La sera prima del diciottesimo compleanno di Annalisa, Julia decise che era arrivato il momento di dirle la verità.

“Tesoro, posso parlarti un attimo?” chiese Julia, bussando alla porta della camera della ragazza. Non ricevendo risposta, entrò nella stanza. Annalisa aveva lo sguardo perso nel vuoto. Teneva in una mano una bacchetta, e nell'altra una lettera di sua madre, in cui le parlava della profezia dell’oracolo.

Dopo un silenzio interminabile, chiese con gli occhi lucidi e una voce flebile: “Perchè non me lo hai mai detto?”

Julia le rispose con voce dolce ma ferma “Non volevamo che sapessi la verità troppo presto. Ho deciso di mentirti per esaudire il desiderio di tua madre di farti vivere una vita normale, senza il costante fardello di avere la consapevolezza di dover salvare tutti. Queste cose te le avrei date domani per il tuo compleanno, ma a questo punto non vedo perchè non parlartene ora. Devi sapere che quella era la bacchetta che usava tua madre. Me lo ricordo ancora quanto ci allenavamo nel cortile del castello. Lei era la migliore, destinata a diventare una grande eroina.” Mentre lo diceva, Julia aveva gli occhi che le brillavano.

“E questo zio...Edgard?” chiese Annalisa, titubante.

“Anche lui era molto dotato, però la maggior parte delle volte usava la magia per scopi personali. I nostri genitori sapevano che non sarebbe mai stato in grado di governare. Per fortuna c'era tua madre.”

“Mi gira la testa, forse è meglio che vada a fare quattro passi, per schiarirmi le idee.” disse Annalisa.

“D'accordo, ma non fare troppo tardi. Quando ti sentirai pronta ti racconterò il resto, e ti insegnerò a usare la bacchetta” rispose Julia.

“Va bene..” disse Annalisa, prima di uscire di casa e di avviarsi verso il bosco.

Camminare nella natura l'aveva sempre aiutata, anche nelle situazioni più gravi. Tuttavia, quel giorno andava diversamente. Mentre era persa nei suoi pensieri, Annalisa non si accorse di un grosso rampicante davanti a lei, e inciampò, cadendo a terra. “Stai bene?” le chiese una voce sconosciuta. Alzò lo sguardo, e si trovò davanti un ragazzo, che doveva avere più o meno la sua età. “Molto piacere, io sono Erik. È la prima volta che ti vedo passare di qui. Ti sei trasferita da poco?” chiese lui curioso.

Annalisa con un lieve sorriso gli rispose: “Vivo qui da che ne ho memoria, è solo che non mi piace uscire di casa quando c'è molta gente per strada. Preferisco farlo di notte, quando ci siamo solo io, e la natura”.

Lui sorrise e alzò le spalle. “Almeno così non corri il rischio di incontrare qualcuno di sgradevole per strada!” Annalisa si mise a ridere, dimenticando per un attimo le recenti notizie. I due parlarono a lungo, passeggiando fino ad arrivare al villaggio confinante all’estremità opposta del bosco rispetto alla casa di Annalisa. “Senti...mi vergogno un po' a chiedertelo, ma hai voglia di accompagnarmi alla taverna del villaggio? Non è molto distante da qui, e speravo di conoscerti meglio.”

Annalisa arrossì, prima di rispondere: “Va bene. Però non mi posso fermare a lungo, si sta facendo tardi.” Quando arrivarono alla taverna, Annalisa sentì che c'era qualcosa di strano nell'aria. Aveva una brutta sensazione, che non sapeva spiegare. “Non mi sento molto bene, forse è meglio che torni a casa. È stato un piacere, Erik, spero di rivederti.” disse sorridendo al ragazzo.

Ma quando stava per voltarsi, venne afferrata al polso da quest'ultimo. “Ti prego, solo cinque minuti.” Tentò di convincerla, sorridendole. Annalisa dopo qualche esitazione cedette, ed entrarono nel locale.

Sembrava un posto carino, almeno fino a quando la luce non si spense. Si girò verso Erik per chiedere una spiegazione, ma questo le rivolse uno strano sorriso, seguito da un ghigno sinistro. “Non pensavo fossi così ingenua. Peccato, pensavo che sarebbe stato più divertente.” Annalisa lo guardò confusa, chiedendo quali fossero le sue intenzioni. Il sorriso di Erik si allargò, fino a quando non disse: “Edgard sarà molto felice. Legatela.” Degli uomini che Annalisa non aveva notato si avvicinarono a lei, legandole le mani affinché non potesse usare la magia. Provò a liberarsi da quelle strette con tutte le forze, ma non ci riuscì. Uno degli uomini le portò una mano alla bocca, facendole respirare qualcosa che le fece perdere i sensi.

Quando riaprì gli occhi, Annalisa era legata a una sedia al centro di una stanza. “Finalmente ti sei svegliata. Non ne potevo più di aspettare.” Una voce roca le parlò. Apparteneva a un uomo alto e snello, sulla quarantina.

“Zio Edgard, presumo, quale onore....che cosa vuoi da me?” chiese Annalisa con tono sprezzante.

“Quanta impudenza. E pensare che avevi un visetto così angelico mentre tentavo di ucciderti, diciotto anni fa. Comunque, sono qui perchè voglio la tua magia, ovviamente. L'oracolo ha predetto che la tua magia mi annienterà, ma non potrà farlo se non ce l'avrai tu.”

“Non ti darò mai la mia magia.” rispose Annalisa.

“Sapevo che lo avresti detto. Prima di dire altro, guarda questo!” Dalla mano di Edgard apparve una sfera di fumo scarlatta che trasmetteva delle immagini. Annalisa intravide una cella e, in seguito, una donna incatenata. La sua pelle bianca era contaminata da macchie violacee. Sembrava in fin di vita.“La riconosci? É tua madre.”

Annalisa sgranò gli occhi. “NO MAMMA!! CHE COSA LE HAI FATTO??”

“Calmati, piccola. È ancora viva. Per ora”

“.....che cosa devo fare?” Chiese Annalisa, con un filo di voce.

“Molto semplice. Devi tornare nella casa di tua zia, prendere la bacchetta di tua madre e portarla da me. Grazie a quella riuscirò a toglierti la tua magia, e trasferirla a me. Hai tre giorni di tempo.” Edgard fece un cenno alle guardie per portarla fuori. “Oh e, fai in fretta mia cara, la vita di tua madre è appesa a un filo, che se non ti sbrigherai sarò ben felice di tagliare.”

Annalisa se ne andò, tra le braccia delle guardie, piangendo, mentre l'unico rumore che sentiva era l'eco della sadica risata di suo zio. Quando vide sua zia, le corse in contro abbracciandola. Le spiegò tutto l'accaduto, e Julia le disse che non l'avrebbero data vinta facilmente a Edgard. Annalisa doveva solo imparare a usare la bacchetta. “Per usarla, tesoro, dovrai ricorrere a tutte le tue energie. Io ti posso guidare e aiutare a padroneggiarla, ma il resto lo dovrai fare tu.” Disse Julia.

Annalisa rispose senza esitare: “Sono pronta.”

Passano due giorni: dopo vari tentativi fallimentari, Annalisa inizia a padroneggiare il potere della bacchetta. Il tempo stava per scadere: la sera stessa si sarebbe dovuta rimettere in viaggio. Salutò la zia, ringraziandola per tutto quello che aveva fatto per lei. “Prima di andare tesoro, credo che avrai bisogno di un aiuto durante il viaggio.” Dietro a Julia comparve una donna. “È una mia cara amica, si chiama Kayla e abita nel villaggio. Kayla possiede il potere della chiaroveggenza. Potrà aiutarti a muoverti nel castello senza essere scoperta.”Annalisa ringraziò le due donne, e partì per il castello insieme a Kayla.

Arrivate al castello, le due riuscirono a raggirare alcune guardie che sorvegliavano l'ingresso principale. Stavano camminando nel cortile interno al palazzo, quando Kayla ebbe una visione. Era riuscita a individuare la strada per le segrete del castello, dove era rinchiusa la regina Vanessa. Presero la strada per i sotterranei, e trovarono la cella della regina. “Mamma, mamma ti prego svegliati.” disse Annalisa con le lacrime agli occhi.

Tutto d'un tratto la stanza scomparve, e le due, un attimo prima nelle segrete, si trovavano ora nella stanza del trono. “Davvero pensavi che sarebbe stato così facile ingannarmi? Povera piccola illusa. Quasi mi fai pena.” disse Edgard, prima di lanciarle una fattura. Kayla si mise davanti a lei, per proteggerla. Il colpo fu fatale.

Annalisa urlò, inginocchiandosi davanti al corpo accasciato della donna che l’aveva salvata. Poi guardando Edgard con gli occhi pieni di rabbia disse: “Tu...tu l'hai uccisa. Hai ucciso una donna innocente. Che razza di mostro sei?”

Edgard senza battere ciglio rispose: “Sono il genere di mostro che non vuole morire per via di un'insignificante ragazzina come te. E se per evitare la morte qualche essere insignificante ci deve rimettere la pelle, così sia”

“Non un altra parola, Edgard.” disse Annalisa, puntandogli la bacchetta contro. Era riuscita con un solo colpo a immobilizzarlo.

Il sorriso sicuro di Edgard lo aveva presto abbandonato, lasciando il posto a uno sguardo spaventato. “Fermati, ti prego. Unisciti a me, e insieme domineremo il regno!” Le disse.

“Proposta allettante, ma non ci tengo.” Una scarica di luce uscì dalla bacchetta, e pervase il corpo di Edgard. Il suo cuore, colmo di oscurità, venne purificato. Lo sguardo velenoso colmo di odio che un attimo prima era diretto verso la nipote si era trasformato in un cipiglio benevolo e riconoscente. “La profezia aveva ragione: quella bambina, alla quale alla fine vorrai bene, sarà la tua rovina. Il fato l'ha predetto. Così è stato. Annalisa...nipote mia, ci sei riuscita. Ed io non potrei esserne più felice. Ti chiedo perdono, e sappi, che ti voglio be...” Non riuscì a finire la frase, poiché la luce, anche se lo aveva purificato, lo aveva ucciso. Era stata la sua rovina, ma anche la sua salvezza.

“Sei stata brava” Kayla la guardava, sorridendo. Annalisa spalancò gli occhi, prima di abbracciarla

“Kayla! Ma...com'è possibile? Tu eri morta!”

Kayla le sorrise ancora. “Quando hai fatto l’incantesimo, hai purificato l’anima di tuo zio, e tutto il male che aveva fatto si è dissolto insieme a lui” disse Kayla.

“Kayla ha ragione, sei stata proprio brava, amore mio.” Vanessa, guarita e uscita dalla cella, la guardava, piangendo e sorridendo allo stesso tempo. Annalisa, spalancando nuovamente gli occhi, corse da lei, abbracciandola a lungo. Il giorno seguente, il castello festeggiava il ritorno della sua regina, e si preparava all'incoronazione della nuova principessa.

“È con mio grande piacere che vi presento la vostra principessa. Date il benvenuto ad Annalisa!” disse la regina, con un enorme sorriso. Il castello venne invaso da un applauso generale, e per loro non vi fu solo un lieto fine, ma anche un meraviglioso, e nuovo, lieto inizio.
   
 
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