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Autore: Dreamer47    26/03/2023    1 recensioni
È il 2005.
Sam e Dean sono ancora all'oscuro dei piani di Azazel.
Le loro giornate sono intrise di mostri e di streghe, vogliono ancora trovare John ed uccidere l'assassino di Mary, quando una ragazza incontrata per caso entrerà a far parte della loro vita.
Hunters' legacies non è solamente la storia dei fratelli Winchester, ma anche quella di Abby Harrison, una giovane ragazza dal cuore spezzato e dal destino turbolento il cui unico scopo è la vendetta.
Insieme, riusciranno ad ottenere ciò che vogliono più di ogni altra cosa.
Genere: Erotico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: AU, Soulmate!AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
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Hunter’s Legacies
Capitolo 55


"Mamma, stai bene?". 
Abby guardava la bambina con delle lunghe trecce biondicce che le ricadessero sulle spalle ed un vestitino violetto che avesse insistito per indossare quel giorno, e la tenne stretta fra le sue braccia mentre le faceva un grosso sorriso, nonostante tutto ciò che avesse voglia di fare era proprio piangere e disperarsi: ma Abby era anche una mamma e molto spesso questo veniva prima di tutto, venendo meno a sé stessa. 
"Ora che sono con te amore, si. Sto bene.." sussurrò Abby chinandosi a baciarle la guancia e sentendola poi ridere e dimenarsi.
Ridacchiando in modo divertito, Mary scese dalle gambe della madre seduta sul materasso di Dean per iniziare a correre nel bunker, alla ricerca di uno dei suoi giochi preferiti. 
La donna rimase in silenzio per qualche secondo e trattenne dentro di sé il dolore per essere stati sconfitti appena qualche ora prima, causando così la fine dell'intero mondo; avevano stretto delle alleanze con tutto ciò che ci fosse sulla terra: dagli angeli, ai demoni, alle streghe, a Dio stesso e avevano fallito miseramente quando tutte queste forze insieme vennero respinte una dopo l'altra da Amara senza troppo sforzo. 
Si era vendicata ferendo mortalmente Chuck e aveva garantito che avrebbe distrutto il mondo, uccidendo tutte le creature di Dio. 
Abby sospirò rumorosamente e si alzò dal letto della stanza di Dean dove avesse precedentemente trovato Mary a giocare, e si avvicinò alla cassettiera posta sotto all'ampia scrivania sentendosi lieta di scoprire che Dean non avesse mai cambiato le sue abitudini e che avesse continuato a tenere gli alcolici nello stesso punto.
Si sedette sulla sedia della scrivania e scosse la testa bevendo qualche sorso dal bicchiere di Scotch che si fosse appena versata e sospirò mentre controllava per l'ennesima volta il cellulare, dove non trovò alcuna notifica: nonostante fossero passate ormai tre settimane dalla rottura con Edward e non ci fosse stato più alcun tipo di contatto fra loro, Abby gli aveva da poco scritto un messaggio di avvertimento su quanto fosse accaduto con l'Oscuritá.
Mise via il telefono riportandolo nella sua tasca e bevendo qualche altro sorso, sentendosi dispiaciuta perché sentiva tremendamente la mancanza di quell'omone che era in grado di rallegrarle la giornata con un sorriso, più di quanto avesse potuto immaginare.
Edward era diventato molto importante per lei, così tanto che non avere la minima idea come stesse le faceva male.
Avevano passato gli ultimi momenti di quella giornata a pensare che ormai fosse finita, che non ci fosse più nulla da fare per salvare la terra e tutte le persone che amava da Amara. Ed Abby aveva così paura che qualcosa di brutto potesse accadere alla sua bambina. 
Qualcuno di schiarí la gola alle sue spalle ed Abby si voltò verso la porta con aria curiosa, notando Dean fare capolino sull'uscio mentre la  guardava come se la stesse cercando da un po' ed avesse urgente bisogno di parlare con lei; Abby si affrettò a fare spallucce e sorridere amaramente, indicando con lo sguardo il suo bicchiere prima di portarselo alla bocca. "Scusa per l'intrusione: Mary era qui dentro e mi sono fermata un momento a dissacrare la tua bottiglia di Scotch del '78".
Dean sollevò un sopracciglio e accennò un sorriso amaro, avvicinandosi a lei con aria piuttosto seria. 
Le sollevò il viso con le dita della mano sinistra ed incrociò il auo sguardo con aria molto seria, intenzionato però a godersi quell'ultimo momento insieme, sapendo che da lì a poco l'avrebbe probabilmente sconvolta più di quanto immaginasse. "Devo parlarti. Abbiamo elaborato un nuovo piano". 
"Non funzionerà, stiamo parlando dell'Oscurità: un nuovo piano non servirà a niente!" esclamò Abby scuotendo la testa e ridendo nervosamente, liberandosi dalla presa del ragazzo con nervosismo e portandosi poi il bicchiere alle labbra mentre pensava a ciò che Amara avesse fatto al Sole, che ormai non splendesse più nel cielo. 
Dean scosse la testa con decisione respingendo l'idea di arrendersi e la guardò in una maniera che quasi la spaventò, facendole posare immediatamente il bicchiere e guardandolo con l'aria più seria che l'avesse mai visto mettere su, così si diresse verso la porta della stanza per chiudersela alle spalle; fece un grosso sospiro e poi si voltò nuovamente verso la ragazza, cercando di tranquillizzarla con lo sguardo mentre si avvicinava. "Adesso parliamo..". 
Abby aggrottò le sopracciglia davanti a quella serietà e drizzò le orecchie per ascoltare con attenzione le parole che Dean iniziò a pronunciare, intuendo immediatamente dove volesse andare a parare con tutto quel discorso in cui diceva che avrebbe agito unicamente per salvare la sua famiglia, proteggendo così anche la vita di Mary che avrebbe potuto continuare a vivere come una bambina tranquilla e spensierata com'era giusto che fosse.
Abby iniziò presto a rendersi conto che tutte quelle belle parole servivano solamente a camuffare la brutta e dura realtà che le stesse spiattellando in faccia addobbata con la promessa che lei e Mary sarebbero state bene, mentre Dean sarebbe stato l'unico a sacrificarsi. 
Dean osservò bene il viso della ragazza che non tradiva alcuna emozione, rimanendo semplicemente a fissarlo mentre il suo cervello cercava di elaborare il vero significato delle sue parole, e dopo secondi che gli sembrarono infinitamente lunghi Dean si preparò a vederla esplodere. 
Abby si alzò dalla sedia di scatto sgranando gli occhi ed andandogli incontro scuotendo la testa e fulminandolo con lo sguardo. "Che vuol dire che Rowena costruirà una bomba e che devi essere tu a portarla?". 
"Esattamente quello che hai capito, ragazzina.." sussurrò Dean sospirando e facendo spallucce, parlandole con voce calma e rassicurante mentre le si avvicinava con un sorriso amaro sul viso per sfiorarle la guancia con una dolce carezza e la intrappolò con il suo sguardo. 
In quel momento in cui si guardarono con quell'intensità, Abby  sentí gli occhi pizzicare e pensò a quanto in ogni circostanza della loro vita, Dean continuava a mettere la vita delle persone che amava dinanzi alla propria. 
Sentendo la rabbia montare dentro di sé, Abby afferrò la sua mano con poca delicatezza e se la tolse dal viso, fulminandolo con lo sguardo. "No! Non ti lascerò suicidare in questo modo: troveremo un'altra soluzione". 
Dean la osservò superarlo e fare per andare via dalla stanza ancora troppo agitata e arrabbiata, ferita e delusa, e la bloccò stringendo una mano attorno al suo braccio per tirarla indietro ed alzando il tono della voce. "Hai detto anche tu che non ci sono altre soluzioni! Pensi che io voglia morire proprio adesso che ho una figlia così splendida, facendole vivere lo stesso dolore che ho provato io alla sua età quando ho perso mia madre? Certo che no, ma è l'unico modo per salvare Mary e per salvare te!".
Abby si voltò a guardarlo con gli occhi pieni di lacrime e scosse la testa, spintonandolo e togliendosi la sua mano di dosso per la seconda volta e trattenendosi dal colpirlo dritto in faccia per fargli recuperare almeno un po' di senno; scosse la testa mentre sentiva dentro di sé che qualsiasi altra cosa avrebbe potuto dire o fare sarebbe stata inutile perché Dean non avrebbe mai cambiato idea. 
Abbassò la testa sentendo il respiro irregolare mentre gli stava vicino perché i sentimenti che stava cercando di reprime ormai da quando fossero stati sconfitti da Amara stavano uscendo prepotentemente dalla parte più profonda di lei dove li avesse nascosti.
Dean non perse tempo e l'avvicinò velocemente a sé per avvolgerla in un abbraccio da cui Abby cercò di scappare, ma il ragazzo oppose un po' di forza per trattenerla e stringerla più forte a sé mentre la sentiva piangere e scuotere la testa, aggrappandosi forte alla sua camicia blu come se fosse la sua ancora in mezzo all'oceano. 
"No! Non è giusto! Come hai potuto pensare che potessi vivere senza di te?!". 
Dean rimase leggermente impietrito udendo quelle parole mentre la stringeva forte a sé, sentendola gemere e singhiozzare fra le sue braccia, e Dean strinse forte la mascella riconoscendo le stesse parole che Abby avesse usato molti anni prima davanti alla tomba di suo padre quando stava lentamente tornando umana dopo essersi trasformata in una furia, e aveva usato proprio quella frase riferendosi alla morte di Jack e al fatto che Dean l'avrebbe presto lasciata allo scadere del suo contatto. "Starai bene, ragazzina. Tu e Mary starete di nuovo bene, ve lo prometto". 
Quando Dean aveva chiesto ad Abby di tornare al bunker e l'aveva baciata prima di andare ad affrontare Amara, per distrarla mentre lei e gli altri andavano a salvare Castiel posseduto da Lucifer, aveva pensato che Abby sarebbe tornata da lui. 
Ne era così estremamente sicuro che pensava che una volta rientrati al bunker, Abby sarebbe corsa fra le sue braccia. 
Ma così non fu. 
Abby non tornò da lui neanche quando Edward lasciò il bunker e non si presentò più, e Dean lo aveva visto salire in fretta le scale tenendo il suo borsone in spalla ed uno sguardo a metà fra la rabbia e la sofferenza. 
Lo aveva chiamato per nome e quando Edward si voltò, tutto ciò che vide prima che il ragazzo se ne andasse da quel luogo, fu una rabbia cieca che fosse interamente indirizzata a lui. 
Anche in quell'occasione, Dean aveva pensato che Abby sarebbe tornata da lui.
Ma neanche in quel momento Abby tornò.
Dean cominciò a pensare che qualcosa fosse davvero cambiato dentro di lei e avesse smesso di amarlo una volta per tutte, rifiutando di ammettere l'idea che Abby si fosse davvero innamorata di Edward.
Dean l'aveva vista molto distratta e distaccata in quelle tre settimane, molto spesso la trovava a guardare il vuoto persa dietro chissà quale pensiero. Ed era sinceramente dispiaciuto perché Abby stesse soffrendo, così tanto che Dean sarebbe andando fino al bar di Edward a Summerfield e lo avrebbe costretto a tornare pur di vedere Abby tornare a sorridere. 
Eppure una parte di sé gli suggerí di non intromettersi, poiché quando Abby non era persa dietro a chissà quale pensiero, sembrava essere la solita ragazza quando passava il tempo con Mary e con il resto della sua famiglia.
Ma adesso che Dean la guardava negli occhi arrossati dal pianto e la vedeva così disperata all'idea di perderlo, Dean finalmente capì. 
Abby aveva solamente bisogno del tempo per guarire se stessa ed il suo cuore, per poi mettersi in piedi e prendere finalmente la sua decisione definitiva quando si sarebbero calmate le acque. 
Adesso che lo teneva stretto e gli chiedesse di non andare, Dean capí quale alla fine sarebbe stata la sua scelta. 
"No, no.." sussurrò Abby con voce spezzata in preda al pianto, sollevando la testa e guardandolo negli occhi e lasciando che lui scorgesse il suo dolore e la sua sofferenza che la paralizzassero. "Avrei dovuto dirtelo prima lo so, ma si: mi trasferirò di nuovo qui al bunker e potremo stare di nuovo tutti insieme se troviamo un'altra soluzione, perché ti amo. Ma per favore non lasciarmi così, Dean. Non scegliere di morire in questo modo". 
Il ragazzo si era ritrovato a sentire il suo stesso dolore nel petto e percepiva il suo cuore battere così forte che da un momento all'altro sarebbe esploso nel petto, e scosse la testa sentendo gli occhi pizzicare mentre la sua sofferenza si condensava sotto forma di due singole lacrime, e appoggiò la fronte contro la sua; chiuse gli occhi per qualche istante e poi sentí le dita fredde di Abby risalire fino al suo viso con lentezza, avvertendo come si stesse sollevando sulle punte per baciarlo con delicatezza. 
Rispose a quel bacio perché era sempre stato tutto ciò che volesse dalla vita nonostante in certe occasioni fosse stato troppo testardo per ammetterlo, e la strinse di più a sé sentendo il sapore salato delle sue labbra, fino a quando mise un po' di distanza e respirò con fatica.
Aprí gli occhi e guardò nei suoi occhi ancora arrossati dal pianto accennando un sorriso amaro mentre sentiva dentro di lui che il suo più grande desiderio fosse quello di passare ancora più tempo con lei e Mary. 
"Ti amo anche io Abby, ma questo non cambia il fatto che non appena Rowena e Sam avranno messo insieme le anime e avranno creato la bomba, io andrò da Amara e la ucciderò perché sono l'unico che può farlo". 
Dean lesse il dolore e la rassegnazione nei suoi occhi prendere vita sotto forma di calde lacrime sulle sue guance e la vide scuotere appena la testa, aggrappandosi nuovamente a lui come se ciò bastasse a non farlo andare via. "Ti prego.. Non posso vivere se tu muori".
Avrebbe anche cercato le parole adatte per farla sentire appena un po' meglio, ma abbassò lo sguardo ed estrasse dalla tasca dei suoi pantaloni la collana che portasse con sé da ormai tre mesi.
Dalla sera in cui Abby se la fosse strappata dal collo per restituirgliela con rabbia.
Dean guardò per qualche istante il cuore tempestato di pietre blu che spiccasse sul palmo della sua mano e sorrise felice, intercettando lo sguardo di Abby che improvvisamente divenne più serio.
Le sorrise con dolcezza e Abby scansò i suoi lunghi capelli rossi per permettere a Dean di rimettere la collana al collo della legittima proprietaria, prendendo posto insieme alla collana d'oro che appartenesse a Jack e che Abby portasse dal giorno della sua morte.
Abby tornò presto a guardarlo mentre ancora sfiorava quella collana che avesse un significato molto importante per entrambi.
Fece spallucce e sentí gli occhi pizzicare, sorridendo amaramente e indicando con lo sguardo la collana per ricordarle cosa davvero significasse. "Potrò anche morire, ma io non ti lascerò mai, ragazzina. Lo hai sempre saputo". 
Non seppe spiegare come, ma dopo un anno di distanza e dopo aver trascorso dei lunghissimi momenti ad osservarsi in silenzio, Abby annullò la distanza fra i loro volti con un bacio tutt'altro che casto, spingendolo indietro fino a toccare il letto con i polpacci e obbligandolo a sedere; Dean la guardò con aria confusa, chiedendole con lo guardo se fosse davvero sicura di voler andare fino in fondo ed Abby rispose con un sorriso convinto ed un cenno del capo, per poi mettersi a cavalcioni su di lui mentre sentiva le sue mani cingerle la schiena ed avvicinarla al suo corpo. 
Abby sapeva che da quella situazione non ci fosse modo di tornare indietro e che Dean sarebbe davvero morto; era un'opzione che odiava e detestava, ma presto si rese conto che fosse davvero l'unico modo per salvare Mary e il mondo intero. 
Si guardarono negli occhi per dei lunghi istanti ed Abby si strinse di più a lui, cercando continuamente le sue labbra e baciando e mordendo ogni lembo di pelle che trovasse disponibile, così come fece Dean che sorrise e le torturò il collo con i denti, solamente per udire un'ultima volta il suono della sua risata. 
Insieme raggiunsero l'apice del piacere e Dean rimase a indugiare per qualche altro istante sopra di lei, appoggiando la fronte contro la sua e accennando un sorriso felice. "Ho amato sempre e solo te nella mia vita, ragazzina". 
Abby sorrise e si allungò appena per dargli un casto bacio stringendolo di più dalla schiena, fin quando lasciò scivolare la sua mano fino al braccio del ragazzo appoggiato accanto al proprio viso, percorrendolo tutto alla ricerca di qualcosa che sapeva di trovare esattamente al suo posto, così come tanti anni prima: sfiorò il bracciale di cuoio che gli avesse regalato molti anni prima e che fosse ancora perfettamente integro e sorrise felice quando sfiorò la scritta Always with you che avesse fatto incidere. "Non mi sono mai pentita di essermi innamorata di te, ne è valsa la pena e ne varrà sempre". 


Il liquido alcolico che bevve velocemente da sola in uno dei bar che avesse trovato in quell'orribile città, le bruciò forte nel petto fino a farle male.
Sollevò la mano verso la barista e ne ordinò un altro perché Abby voleva solamente smettere di sentire quel dolore: aveva la certezza che Dean fosse morto e avesse portato Amara con sé quando vide il Sole tornare a splendere alto nel cielo.
Ce l'aveva fatta, aveva salvato il mondo da solo e aveva perso la vita, e non sopportando quel dolore Abby decise di rimanere in quel bar per tutto il giorno fino a sera a fissare le bottiglie in silenzio, sentendo lo stomaco rigirarsi ad ogni cicchetto che mandasse giù mentre pensava che le persone attorno a lei non avrebbero mai saputo di essere state salvate da un uomo straordinario che si fosse sacrificato per tutti. 
Abby non aveva voluto partecipare all'addio di Dean alla sua famiglia e aveva scelto di portare via Mary dopo che l'uomo l'avesse pienamente salutata e stretta a sé un'ultima volta, prima di consegnarla nuovamente fra le braccia di sua madre e baciarla con delicatezza: non aveva detto una singola parola, non aveva più pianto né aveva provato a fermarlo. 
Dean aveva deciso e nessuno sarebbe riuscito a fargli cambiare idea. 
Neanche Abby. 
La donna aveva preso sua figlia fra le braccia e lo aveva guardato un'ultima volta in silenzio.
Dean cercò la sua mano e la strinse forte con la sua, comunicando con lei con lo sguardo ed intimandole di andare via e di portare la piccola con sé.
"Non posso farlo se non ho la certezza che tu e Mary sarete al sicuro" le aveva detto dopo aver passato quelle ultime ore con lei nella sua stanza.
Ed Abby era rimasta seria ad osservarlo, perché sapeva che avesse ragione.
Adesso Abby ricambiò la stretta alla sua mano e si sollevò sulle punte per baciargli la guancia con un gesto dolce e lento, mentre una singola lacrima sfuggì al suo controllo e le rigò la guancia. 
Abbassò lo sguardo per non incrociare più il suo, né quello di nessun altro dei presenti, rifiutando che persino Anael la seguisse.
Salí le scale del bunker in silenzio e aveva sentito Mary agitare la manina per salutare a gran voce il padre mentre gli sorrideva felice.
Una volta fuori dal bunker, Abby l'aveva messa nel suo seggiolino sui sedili posteriori della sua auto e le aveva messo le cinture, le aveva carezzato il viso udendo Mary ridere spensierata mentre giocava con le sue bambole ed Abby si era messa alla guida per raggiungere casa di sua sorella, dove avrebbe lasciato Mary e sarebbe andata da qualche parte a bere fino a svenire pur di non sentire più quel dolore almeno per un attimo.
Aveva appena permesso a sé stessa di sentire appieno ciò che sentisse per Dean e lo aveva perso nello stesso giorno, e questo faceva male più che mai. 
"Andrà tutto bene, mammina. Rivedremo di nuovo papà, io lo so". 
Abby aveva trattenuto un conato di vomito mentre ascoltava le ultime parole che sua figlia le avesse dedicato prima che la lasciasse frae braccia di Silver e lasciasse la sua casa; avrebbe tanto voluto risponderle che si, presto il suo papà sarebbe tornato a casa e sarebbe andato tutto bene. 
Ma Abby non ce la fece e accennò solo un piccolo sorriso, baciandole la testa e chiudendosi la porta di casa di Silver e Matt alle spalle, sentendo le lacrime scivolare sul viso. 
Il Sole era tornato alto e luminoso nel cielo, l'equilibrio era stato ristabilito e tutto poteva tornare alla normalità. 
O quasi tutto. 
Pagò il conto alla barista e si alzò dal bancone, dirigendosi a passi lenti verso la sua auto mentre si chiedeva perché la sua vita fosse stata così terribile; guidò in silenzio e molto lentamente, rendendosi conto che probabilmente fosse proprio sotto shock. 
Arrivò al bunker in silenzio e posteggiò a fianco dell'Impala nel garage, sfiorandone la superficie lucida e scintillante mentre sentiva gli occhi pizzicare al ricordo di tutto ciò che lei e Dean avessero condiviso, pensando a ciò che significasse per lui quell'ammasso di lamiera e motore. 
Abby tirò su con il naso e scosse la testa, salendo le scale fino ad arrivare alla sala lettura e sentendo dentro di lei un gran vuoto che da quel momento in avanti l'avrebbe sempre accompagnata.
Avevano vinto e sconfitto l'Oscurità, ma non era stata una vera vittoria.
Arrivò in cima alle scale sbucando dalla parte posteriore della sala e si avviò lentamente verso il corridoio di fianco alle scale in ferro battuto, quando l'odore metallico del sangue attirò la sua attenzione e la destò dai suoi pensieri: si guardò attorno e vide la sostanza rossiccia a terra proprio in corrispondenza dell'arco e subito si chinò con occhi sgranati, chiedendosi cosa diavolo fosse successo e dove fossero tutti gli altri. 
Quando udì il suono della rimozione della sicura da una pistola puntata alle sue spalle, Abby dimenticò tutto il dolore che provasse dentro di sé e sollevò un sopracciglio; più velocemente di quanto il suo avversario potesse aspettarsi, Abby lo colpí con un calcio alla gamba facendo cadere a terra il suo aggressore, e si alzò di scatto. 
Diede un calcio alla pistola per allontanarla dalla donna che fosse caduta di pancia, ed Abby la osservò con aria confusa perché non vedeva altro che una lunga matassa di capelli biondi fino a quando vide la donna alzarsi di scatto e sentí le sue mani afferrarla per la gola e scaraventarla contro il tavolo, contro cui la bloccò. "Chi diavolo sei tu e che cosa vuoi dai miei figli?". 
Abby non si difese e rimase così sorpresa mentre guardava la donna bionda che la tenesse schiacciata contro il tavolo, sgranando gli occhi e spalancando la bocca mentre la guardava come se fosse un fantasma; presto la donna che stringesse una mano attorno al collo di Abby si rese conto dello sguardo nei suoi occhi, molto simile a quello che avesse visto in quelli di suo figlio quando l'aveva trovata al centro del bosco. 
"Mamma no! Lasciala andare, lei non è uno dei cattivi!". 
Mary si voltò a guardare suo figlio Dean, appena entrato nella sala centrale e che rimase per un istante sconvolto da ciò che fosse appena accaduto, ma presto la donna bionda la lasciò andare liberandola dalla sua presa.
Abby si portò una mano alla gola per massaggiare il punto in cui fosse stata attaccata, sgranando gli occhi e chiedendosi come diavolo fosse possibile che Mary Winchester fosse proprio davanti a lei in carne ed ossa, quando spostò il suo sguardo sulla seconda figura appena entrata nella stanza e sentí il suo cuore prendere a battere velocemente nel suo petto. 
"Dean..". 
L'uomo accennò un sorriso entusiasta spostando lo sguardo su di lei e facendo spallucce, sentendosi davvero felice di vederla come prima persona in quel bunker e rimase a guardarla con un sorriso felice come non ne faceva da mesi. "Ho fatto come dicevi tu: ho trovato un altro modo, ragazzina". 
Abby non ci pensò più di un secondo e mezzo per alzarsi da quel tavolo e corrergli incontro con un grosso sorriso, gettandosi fra le sue braccia e sentendo la sua risata tranquilla che pensava che non avrebbe mai più sentito, e presto lo attirò a sé per baciarlo con dolcezza e felicità, per poi aprire gli occhi e guardarlo con aria confusa. "Cosa.. Come? Che è successo?". 
"Ti spiegherò tutto, ragazzina.." sussurrò Dean contro le sue labbra sorridendo mentre la stringeva più vicino a sé con forza, baciandole la fronte. Ma troppo presto sciolse il loro abbraccio per farla voltare verso la donna bionda che l'avesse aggredita qualche momento prima e che li guardasse con aria stranita. "Adesso vorrei farti conoscere mia madre: mamma, questa è Abby". 
Mary si avvicinò con aria confusa e guardò la ragazza dai lunghi capelli rossi, porgendole una mano e dicendole che fosse davvero un piacere conoscerla, scusandosi per averla attaccata qualche istante prima perché era ancora molto spaesata. "Voi due state insieme?". 
"Oh si.." sussurrò Dean tenendo ancora una delle mani di Abby fra le sue, accennando un grosso sorriso e attirandola dalla schiena contro il suo petto, per poi diventare appena più serio. "Amara ha riportato mia madre in vita, ma non riesco a trovare Sam. Sai dov'è?". 
Abby si allontanò appena per mettere distanza fra di loro e guardarlo con aria più seria e fece spallucce. "Io non sono andata con loro: avevo bisogno di tempo da sola per.. metabolizzare".
Dean capí ed annuì stringendole la mano più forte mentre le sorrideva, concentrandosi momentaneamente su di lei. "E Mary dov'è?". 
"Da mia sorella. Avevo bisogno di stare da sola e non ero in grado di occuparmi di lei senza crollare.." sussurrò la ragazza scuotendo la testa e facendo spallucce, sentendo i passi della madre di Dean farsi leggermente più distanti. 
Mary sollevò un sopracciglio e li guardò con aria confusa, sentendosi del tutto spaesata e disorientata. "Scusate, ma chi è quest'altra Mary?".
Abby sgranò appena gli occhi e guardò Dean che però continuò a sorridere con aria tranquilla mentre le stringeva ancora la mano fra le sue. "Beh mamma, Mary è nostra figlia".



"Lei aveva ragione: sei forte! Ma io lo sono di più!"
La donna di fronte a lei aveva sorriso vittoriosa pregustando la vittoria e si era subito chinata su di lei per afferrarle dalla giacca per tirarla su dall'asfalto..
Abby aveva notato il modo in cui la donna dai capelli raccolti in modo impeccabile e dall'espressione seria e impassibile la guardasse, ma non riusciva a capire cosa volesse da lei.
Era sicura di non averla mai vista e subito aveva approfittato di quella sua distrazione e invertí le posizioni con forza, facendo cadere sulla schiena la donna davanti a sé al centro della strada; Abby cercò Dean e Castiel con lo sguardo, trovandoli stesi sull'asfalto dopo essere stati messi ko proprio da quella donna, Ms. Watt e dal suo tirapugni antiangelo.
"Di che stai parlando?". Abby si era messa a cavalcioni sulla donna, bloccandole le braccia contro il pavimento. "Chi è questa lei che aveva ragione su di me?"
La ragazza la sentí ridere di cuore e in breve tempo riuscì a ribaltare le posizioni, bloccando Abby sotto di sé e colpendola forte con il tirapugni in ferro; i suoi tentativi furono vani, era inutile provare a contrastare la donna sopra di lei perché era davvero troppo più forte, fin quando udì uno sparo e vide subito fuoriuscire del sangue dal petto di Ms. Watt, cadendole rovinosamente addosso priva di vita. 
Mary era subito andata in suo soccorso gettando la pistola e l'aveva aiutata ad alzarsi, per poi fare lo stesso con suo figlio e Castiel, e presto Dean si avvicinò ad Abby per capire se stesse davvero bene.
"Sai che non sono delicata come sembro".
Dean sorrise davanti alle sue parole, ma ugualmente le sfiorò il viso con un tovagliolo pulito per tamponare il sottile taglio che Mrs. Watt le avesse aperto sullo zigomo ed Abby gli toccò la mano mentre lo guardava negli occhi, ed il respiro le veniva meno.
Mary si schiarí la gola ed attirò la loro attenzione, osservando suo figlio aiutare Abby a rialzarsi mentre Castiel si avvicinava loro con aria sorpresa.
Avevano scoperto che Sam fosse stato rapito da una strana organizzazione ed erano riusciti a localizzarlo ma prima ancora di poterlo raggiungere, l'Impala con loro dentro era stata urtata dalla donna che adesso giacesse a terra priva di vita. 
Tornarono in macchina e si misero in marcia sfrecciando il più velocemente possibile per raggiungere Sam nel Missouri. 
Dopo aver sentito parlare fra di loro Mary e Dean sulla vita da cacciatori, Abby notò lo sguardo un po' spaesato della donna dentro l'abitacolo dell'Imapala e accennò un sorriso amaro, pensando che ci sarebbe voluto un po' di tempo per potersi abituare al nuovo mondo dopo ben trentatré anni di lontananza; Abby pensava anche a suo fratello Dan, che non rispondeva alle chiamate né ai suoi messaggi, e la ragazza si sentì profondamente agitata perché non riusciva più a capire cosa stesse accadendo. 
Si era ritrovata davanti alla fattoria dove il GPS di Sam li avesse condotti e la trovarono interamente protetta da simboli enocchiani indicati da Castiel, che nel frattempo fosse andato nell'appartamento dove Anael si stesse ancora riprendendo dalle ferite che Lucifer le avesse inflitto. 
Abby e Dean scesero immediatamente, e l'uomo disse a Mary di aspettarlo fuori dato che fosse appena tornata sulla terra, ed insieme i due ragazzi si avviarono verso la proprietà tenendo le pistole ben strette nelle loro mani. 
Entrarono in silenzio, si mossero piano sulle assi di legno scricchiolanti della veranda e la donna fece segno al ragazzo che avrebbe perlustrato il piano di sopra, mentre Dean scese nel seminterrato attirato da dei strani suoni; Abby salì le scale con lentezza, guardando nelle varie stanze a frugando fra i bagagli di qualcuno senza riuscire a capire chi diavolo fosse e cosa volesse da loro. 
Entrò nella seconda stanza da letto e la trovò molto più ordinata della precedente, con una valigia chiusa adagiata sul letto; senza fare rumore Abby si avvicinò al materasso per far scorrere la cerniera della valigia fino a quando non fu completamente aperta, rimanendo per qualche istante con occhi sgranati. 
Frugando fra i vestiti femminili e di alta classe all'interno della valigia, aveva fatto scivolare accidentalmente sul letto una piccola foto ingiallita dal tempo e quando Abby la prese fra le mani rimase per un istante senza parole: conosceva l'uomo e la donna che si stringessero in quella foto, così come la neonata ed i due bambini che stessero davanti a loro e guardassero l'obiettivo della macchina fotografica con un sorriso. 
Iniziò a pensare che quell'attacco fosse più personale di quanto pensasse e chiuse nuovamente la valigia di scatto, scuotendo la testa e deglutendo a fatica; uscí in fretta dalla stanza perché quella storia iniziava a darle i brividi e scese le scale per cercare Dean trovando il piano terra completamente vuoto, così con un sospiro decise di scendere nel seminterrato dopo essersi guardata attorno per l'ennesima volta. 
Scese le scale con lentezza e si guardò attorno, fino a quando sgranò gli occhi nel vedere Sam e Dean svenuti e completamente legati ognuno ad una sedia con delle grosse funi ed una donna molto elegante con dei lunghi capelli biondi raccolti in una treccia posta su un lato della spalla, ad attenderla con un sorriso. 
"Ms. Harrison, l'aspettavamo!". 
Abby sollevò un sopracciglio e si avvicinò guardandosi attorno, storcendo il naso nell'udire l'accento inglese e stringendo più forte la sua pistola fra le mani mentre si chiedeva cosa diavolo stesse accadendo e chi fosse quella strana donna che le sorridesse in quel modo strano. 
"Ho sentito molte storie su di lei, conoscerla è davvero un piacere". 
"Che cosa gli hai fatto, stronza? Se non parli immediatamente ti farò un grosso buco in fronte, te lo prometto!" esclamò Abby a denti stretti e sentendosi accecata dalla rabbia, ignorando le sue parole mentre osservava Sam e Dean ancora privi di conoscenza. 
Ma la donna bionda rise e si alzò dalla sua sedia, posando il suo taccuino sul tavolo adiacente su cui vi fossero degli strani strumenti da tortura. "Non gli farò del male, a patto che mi raccontino tutto quello che sanno". 
Abby sollevò un sopracciglio e si avvicinò alla donna guardandola con uno dei suoi peggiori sguardi di sfida, e sicuramente sarebbe stata pronta a fare fuoco e sparare senza neanche porsi il problema, quando l'ultima voce che pensava di sentire la richiamò mentre scendeva velocemente dalle scale con aria agitata.
La ragazza vide Dan scendere l'ultimo scalino e andarle incontro con aria sollevata di essere arrivato in tempo e sgranò gli occhi. "Abby, abbassa la pistola".
Ma la ragazza non diede peso alle parole di Dan e neanche si chiese perché lui fosse lì e come ci fosse arrivato, tornando a guardare la donna davanti a sé con aria ancora più sicura di prima perché adesso era appena arrivato il suo fratello maggiore. "Dan, libera Sam e Dean mentre tengo l'inglesina sotto tiro". 
"No. Non ancora". 
Abby rimase per qualche secondo di pietra e il suo sorriso scemò, mentre il suo cervello cercava di elaborare la strana risposta del fratello; si voltò verso di lui e lo guardò con aria accigliata, guardandolo in maniera eloquente ed intimandogli di sbrigarsi. "Che vuol dire non ancora?! Dan, sbrigati!". 
La donna davanti ad Abby non aspettò altro momento di distrazione e subito le fu addosso, disarmandola e colpendola al viso con un pugno, e subito Dan le andò in soccorso, sollevando di peso la donna bionda e liberando la sorella. "No, non è così che facciamo qui. Non è così che agiamo, Toni!". 
La donna sospirò e si liberò dalla presa dell'uomo, per poi fulminarlo con lo sguardo e serrare le braccia al petto. "Quante volte ancora dovranno passarla liscia? Tu eri qui! Tu hai visto cosa questi cacciatori hanno fatto! Dobbiamo fermarli e..".
Abby si tirò a sedere sul pavimento scricchiolante e osservò il fratello litigare con quella donna come se si conoscessero e anche parecchio bene, voltandosi a guardare i due Winchester ancora legati e intercettò lo sguardo di entrambi, probabilmente svegliati da quella confusione e subito la ragazza fece scivolare sul pavimento il coltellino che tenesse nella tasca della sua giacca in maniera tale che i due fratelli si potessero liberare dalle corde che li tenessero bloccati, mentre Abby si alzò nuovamente. 
"Silenzio".
Il tono fu così forte e perentorio che Abby sobbalzò e si voltò verso le scale del seminterrato, iniziando ad osservare una figura femminile e vestita in modo molto elegante: la folta chioma rossa mogano ricadeva libera sulla schiena, gli occhi azzurrissimi che spiccassero sul viso roseo, il corpo asciutto fasciato da un completo scuro dall'aria molto costosa. 
E quando la vide, quando finalmente la riconobbe ed ebbe la certezza che fosse lei, Abby sentí il cuore battere più velocemente nel petto e le forze venirle meno. 
"No, no, no, no. Tu sei morta. Ti abbiamo seppellito tanto tempo fa e.." iniziò Abby scuotendo la testa e facendo un passo indietro con occhi sgranati e voce tremante iniziando a sentirsi tremendamente confusa. 
Ma poi il suo sguardo si spostò sul fratello in cerca di aiuto, che invece andò incontro alla donna appena entrata e l'abbracciò forte con un sorriso. "Dan..". 
L'uomo si voltò con un sorriso nella sua direzione dopo aver sciolto l'abbracciò con la donna dai capelli rosso mogano e si avvicinò alla sorella allungando una mano verso di lei con dolcezza. "Non aver paura, ti spiegheremo tutto e vedrai che..". 
"Lascia stare, ci penserò io a spiegarle tutto, figliolo.." sussurrò la donna avanzando verso di lei con un sorriso tenero e dolce.
La donna avanzò verso Abby che ancora rimase pietrificata ad osservarla ad occhi sgranati, fino a raggiungerla e ad afferrarle le mani fra le sue. 
Gli occhi le si riempirono di lacrime così come quelli della donna davanti a sé, e presto Abby percepí il forte l'abbraccio che la donna davanti a sé le stesse riservando.
Riuscí a riconoscere quel profumo che Abby non sentiva da quando era solamente una bambina, sentí il calore di quella stretta e tutto ciò che sapeva di casa. "Mamma?". 
Isobel sciolse l'abbraccio e le carezzò il viso asciugando le lacrime che le fossero scivolate sul viso,  sorridendo con felicità e mentre guardava negli occhi di sua figlia che avessero il suo stesso identico colore. "Dio mio, come sei cresciuta. Eri solo una bambina di sei anni che mi seguiva dappertutto quando ti ho vista l'ultima volta". 
Abby rise di gusto ed annuì, ricordando come la sua vita si orientasse in funzione della madre quando era ancora molto piccola, ricordando quanto amasse stare in sua compagnia e quanto volesse la mamma prima di dormire, per mangiare, per giocare, per fare il bagnetto. 
Dan era più grande e più indipendente, Silver era troppo piccola persino per ricordare qualcosa di sua madre, ma Abby era la figlia più attaccata a Isobel. 
La stessa figlia a cui si era spezzato il cuore quando aveva visto la bara andare sotto terra, nel cimitero di Louisville. 
Ma Abby non era più quella bambina, era cresciuta ed era diventata una cacciatrice esperta grazie a tutti gli insegnamenti di suo padre Jack.
Mise a dormire la sua parte emotiva e divenne molto più seria nonostante sentisse il cuore batterle più forte nel petto.
Sciolse la presa su sua madre e le spostò via le mani, regolarizzando il suo respiro e spazzandosi via le lacrime che fossero scese sul suo volto, e la guardò con distacco mentre metteva un po' più di distanza fra di loro indietreggiando. "No, no, no. Tu eri morta, ho visto il tuo corpo immerso nel sangue e il tuo cuore non batteva più, eri fredda. Quindi chi diavolo sei tu?!". 
Isobel accennò un sorriso e cercò di afferrarle nuovamente le sue mani per attirarla a sé per dirle che tutto sarebbe andato bene, ma Abby si allontanò e scosse la testa intimandole di non toccarla, così la donna fece spallucce e guardò brevemente il figlio, che si avvicinò e sorrise appena.
Dan sfiorò la spalla sinistra di Abby e la guardò con occhi sinceri, annuendo come se volesse convincerla di qualcosa che ad Abby sembrava impossibile. "Come puoi vedere, la mamma non è morta. Lei è solo andata via per un po', ma adesso è tornata e vedrai che..". 
Lo scatto della sicura della pistola di Abby fece voltare i tre verso la loro destra ed Abby vide Dean stringere l'arma con aria sicura di sé mentre le faceva segno di avvicinarsi a lui; in preda all'agitazione, la ragazza ci mise un po' a capire di dovere mettere in fila i passi per avvicinarsi all'uomo, ma presto raggiunse Dean ed Abby aiutò Sam a liberarsi, trovando alcune ferite sul suo corpo. 
Isobel accennò un sorriso divertito e si avvicinò all'uomo che le puntasse ancora una pistola contro, divaricando appena le gambe e unendo le mani mentre lo osservava con un sopracciglio sollevato. "Dean Winchester. Ti sembra il caso di puntare la pistola di mia figlia contro di me? In fondo siamo parenti. Siamo una famiglia". 
L'uomo fece spallucce e con la coda dell'occhio osservò Sam appoggiarsi ad Abby e mettersi in piedi per raggiungerlo, e poi guardò nella direzione di Isobel con aria seria scuotendo la testa. "No, non lo siamo". 




Fissava un punto impreciso della sala centrale tenendo le gambe sollevate ed i piedi appoggiati all'angolo del tavolo di fronte a sé, sul quale giacessero due lattine di birra ormai vuote; era sommersa dai suoi pensieri, dalle sue incertezze e da delle strane domande che avevano preso a ronzarle per la mente. 
Abby aveva sempre pensato che sua madre fosse morta tanti anni prima, questa era una delle poche certezze riguardo la sua vita: aveva toccato il suo corpo privo di vita quella notte di più di vent'anni fa. 
Aveva pianto, aveva sofferto per lei. 
Venire a sapere che Isobel fosse viva l'aveva scossa completamente, spingendola a chiedersi quale fosse il motivo per il quale sua madre fosse scomparsa dalle loro vita. 
E perché Dan lo sapesse e non avesse mai detto di essere a conoscenza della verità. 
"Hai lasciato che per 27 anni i tuoi figli credessero che tu fossi morta?". 
Abby aveva accompagnato Sam fino alle scale reggendolo in piedi mentre lo sentiva gemere di dolore per ciò che Tony gli avesse fatto, ma arrivata al primo gradino aveva sentito dentro di sé l'impellente desiderio di tornare indietro; aveva fatto passare il braccio di Sam attorno al collo di Dean che la guardò in maniera confusa, ed era tornata indietro armata unicamente di rabbia e delusione, guardando negli occhi di Isobel che così somigliassero ai suoi. 
"Dove cazzo sei stata e perché sei ricomparsa proprio adesso?" aveva continuato ad urlare Abby fulminandola con lo sguardo, per poi spostarlo sul fratello che sospirò. "E tu come facevi a sapere che lei fosse viva?". 
Isobel aveva sospirato e fatto un passo avanti con aria seria e dal suo volto sparí ogni traccia materna e di bontà, mettendo su uno sguardo duro. "Ho lasciato che voi credeste alla mia morte solamente per proteggervi".
"Proteggerci da cosa?!" aveva chiesto Abby con voce alterata e tono serio, sgranando gli occhi ed iniziando a pensare quanto poco conoscesse della sua stesse vita, e poi guardò nuovamente Dan con aria seria e dura. "Come lo sapevi, Dan? Dimmi la verità prima che ti prenda a calci in culo". 
L'uomo sospirò e fece spallucce, avvicinandosi alla sorella con aria accigliata dal suo comportamento, come se fosse proprio lei ad essere in torto ed a sbagliare ogni cosa. "Tu e Silver avete sempre pensato che io lavorassi a Louisville per fare ricerca e la facevo, ma non quella che pensi tu. Comunque sarebbe opportuno parlarne in privato, solo noi della famiglia".
Abby sgranò gli occhi davanti a quella richiesta e lo fulminò con lo sguardo stringendo i pugni con rabbia mentre si chiedeva come potesse considerare Sam e Dean estranei alla sua famiglia, iniziando a pensare a tutte le rispostacce con cui avrebbe potuto zittire suo fratello, ma la sua voce venne sovrastata da quella dell'uomo furioso alle sue spalle; Dean gesticolò nervosamente con la mano in cui tenesse ancora stretta la pistola e guardò Dan in cagnesco, mentre con il braccio sinistro reggeva ancora il fratello. "Come hai potuto mentire in questo modo alla tua stessa sorella? Noi ci siamo sempre fidati di te, ti abbiamo anche affidato nostra figlia per tutto questo tempo!". 
"E io l'ho sempre protetta perché è mia nipote e le voglio bene, ma questo non c'entra niente, idiota!" aveva risposto Dan senza peli sula lingua, ricambiando l'occhiataccia e mettendo le mani sui fianchi con aria spazientita. 
Abby scosse la testa con aria confusa e guardò sua madre che continuava a guardarla in modo serio e duro senza che la ragazza ne capisse il motivo, e fece un passo indietro scuotendo la testa e sentendosi ingannata e tradita dal suo stesso fratello; sollevò lo sguardo lucido fino a quello di Dan, che strinse le labbra in una smorfia dispiaciuta e sospirò. "Torna a casa con noi, non importa quello che è successo. Tu sei mio fratello e risolveremo tutto, ma adesso devi venire con me così potrai spiegarmi"
Dan scosse la testa e allargò appena le braccia, facendole capire che avesse declinato la sua proposta e che sarebbe rimasto lì, avendo ponderato a sufficienza su quella decisione. "No. Il mio posto è qui, con gli Uomini di lettere Britannici. E dovrebbe essere anche il tuo, sorellina". 
"Abby?". 
Sbatté le palpebre un paio di volte e tornò al presente, guardandosi attorno fino a percepire la mano di Dean sulla sua schiena ed inclinò appena il viso per guardarlo meglio e accennare un sorriso, mentre sentiva la piccola sopra di sé dormire beatamente sul suo petto; Abby si mosse appena e strinse di più le braccia attorno alla sua bambina, che tenesse già stretta a sé da un bel pezzo per farla dormire e le diede un bacio sullo fronte. 
"Si è addormentata.." sussurrò Abby accennando uno sbadiglio, sollevando nuovamente lo sguardo sull'uomo davanti a sé, che sorrise e si chinò su di lei per prendere la piccola Mary fra le braccia per portarla nel suo letto, facendole segno di seguirlo. 
La donna sospirò e si alzò, seguendo Dean nei corridoio del bunker mentre osservava con un sorriso il visino addormentato di sua figlia sporgere dalla spalla del padre, ed Abby si rasserenò leggermente mentre pensava a come la sua piccola avesse fatto la conoscenza della nonna, di cui portasse il nome. 
Mary aveva guardato la bambina con aria incredula e per la prima volta da quando era tornata sulla terra aveva fatto un ampio sorriso felice, non riuscendo a credere che suo figlio avesse tramandato il suo nome ad una creatura così bella come sua nipote.
La piccola fu felice di conoscerla ed iniziò a programmare tutto ciò che avrebbe avuto intenzione di fare insieme a lei; per essere la sua prima giornata sulla terra dopo trentatré anni, tutto si era svolto esattamente come se lo ricordava.
La caccia non era mancata, le lotte ed il sangue. Ma aveva da poco ritrovato i suoi due figli ed aveva fatto la conoscenza della sua unica nipote. Mary però quella sera era così stanca ed ancora confusa che presto si congedò e andò a riposare nella stanza che i suoi figli avessero preparato per lei. 
Dean entrò nella cameretta rosa di Mary, piena di peluche e di bambole di tutte le forme e le dimensioni, e la mise a letto per poi rimboccarle le coperte con dolcezza ed osservarla rigirarsi per trovare la posizione più comoda, per poi schioccarle un grosso bacio sulla fronte così come fece Abby dopo pochi istanti. 
Uscirono insieme dalla stanza e Dean le cinse le spalle depositando un bacio fra i capelli stringendola più a sé, ma Abby parve non accorgersene neanche presa per come fosse dai suoi pensieri. 
Raggiunsero la sua stanza qualche porta più in là e Dean osservò Abby togliersi i jeans e la maglia, per indossare uno dei suoi soliti corti pigiami che non lasciassero mai granché spazio all'immaginazione, facendolo sorridere perché in un'altra occasione avrebbero avuto tanto da festeggiare, ma chiaramente Abby non era dell'umore. 
La vide sedersi sul letto e continuare a fissare l'armadio come se fissando le ante chiuse riuscisse a identificare quale fossero le ragioni dietro alle domande esistenziali che più l'assillassero, ma in realtà il suo sguardo era solo perso nel vuoto, ripensando a ciò che fosse accaduto ancora e ancora. 
"Stai bene?". 
Abby sbatté le palpebre e lo guardò con aria confusa conscia di essersi estraneata un'altra volta e si affrettò ad accennare un sorriso e ad annuire come se fosse vero, osservando poi il ragazzo sedersi accanto a lei con un sopracciglio sollevato, osservando con attenzione il punto in cui Abby avesse posato insistentemente il suo sguardo fino a qualche istante prima. "Beh, è un bell'armadio. Colorazione perfetta che si intona benissimo con l'arredo e con tutto il resto. Dovremmo prenderne un altro, non trovi?".
Abby ci mise qualche istante a capire che Dean la stesse solamente prendendo in giro ed accennò un sorriso un po' meno tirato rispetto a quello precedente, per poi annullare la distanza fra loro nascondendo il viso nel suo petto mentre sentiva le sue braccia avvolgerle la schiena. "Ma che diavolo sta succedendo? Perché mio fratello non è venuto con me?". 
Dean la strinse e le carezzò i capelli con dolcezza, sentendo il tono triste e la voce tirata con cui Abby avesse parlato per trattenere il pianto, e si ritrovò a sospirare prima di baciarle la testa. "Ti prometto che scopriremo tutto, d'accordo ragazzina? Ma adesso devi riposare perché è stata una lunga giornata e avrai bisogno energie per poter scoprire la verità".
Senza opporre resistenza Abby si lasciò trasportare sotto le lenzuola insieme a Dean che la coprì e la strinse più forte a sé, e la ragazza sollevò il viso per guardarlo negli occhi con un sorriso più accentuato e sincero.
Gli sfiorò la guancia irsuta e guardò nei suoi occhi verdi nonostante il buio della stanza, chinandosi su di lui per baciarlo con la stessa dolcezza con cui lui la stessa guardando. "Sono felice di che tu sia qui con me, Dean". 
Le sorrise ampiamente e lasciò risalire la sua mano dal fianco fino alla sua nuca, avvicinando nuovamente i loro visi per unire ancora una volta le loro labbra.
 
  
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