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Autore: paiton    29/03/2023    2 recensioni
Quando mi svegliavo al mattino, in Costa Rica, oppure alla sera mi piaceva camminare a lungo per cercare l’albero in cui si incontravano tutti i pappagalli per cantare. Alcune volte riuscivo a trovarli, altre invece no… bastava seguire le scie di uccelli che sorvolavano la foresta cantando.
Genere: Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sopra infinte distese di fiumi, laghi e liane tropicali
i parrocchetti verdi sbattono le ali,
tutti uniti in grandi gruppi
nella foresta secondaria alla ricerca di frutti.
 
Succose delizie, il tamarindo e il mango
sgranocchiano fino al seme,
quando sentono il chiasso del bongo
scappano impauriti tutti insieme.
 
Alla sera il Sole inizia a tramontare,
da tutti i lati gli uccelli devono ritornare
chi vola da sud e chi da èst
chi plana da nord chi da ovèst.
 
In centinaia cantano felici nella loro grande dimora
sia che si accenda un manto stellato
sia che il cielo porti un nubifragio,  
tutto è incluso nel magico creato.
 
 
Adesso è Agosto, la stagione degli amori,
quattro uova vengono deposte:
dopo un intero ciclo lunare
i sani pulli iniziano a spuntare.

Nemmeno il tempo di imparare a volare
che una mano umana li vuole catturare,
ne porta via tre il disgraziato
poi li vende all’Europeo, nero mercato.
 
Quando raggiunge l’età adulta
uno dei pulli diventa aggressivo assai,
non sono animali d’ammaestrare
solo i veri genitori li possono accudire.
 
Il suo destino è stato segnato
viene abbandonato.
 
Solo e goffo si ritrova a camminare per la città
in cerca di un pasto e di compagnia, chissà…
Ecco che una buona anima lo vede,
per qualche secondo si guardano negli occhi.
 
"Cosa ci fa per le vie di Milano?
Lo possiamo tenere?
Ti prego… morirà!"
 
Ed ecco che una nuova famiglia ha incontrato,
i genitori adottivi l’hanno salvato
in due partirono e in tre sono tornati,
pappagallo in spalla da veri pirati!
 
 
A volte ancora gli piace cantare,
forse per la sua memoria ancestrale
di quando stava nella naturale comunità
in cui mai più tornerà.
 
Mi piacerebbe che gli uomini lasciassero
i pesci nell’oceano a nuotare
e nel cielo il passero
Volare.


Nota dell’autore per il lettore interessato a qualche nozione: Il pappagallo è stato trovato da una coppia di amici (a Milano) che lo hanno salvato. La specie che ho descritto è diversa da quella che hanno effettivamente preso in custodia loro ma… visto che negli ultimi anni hanno iniziato a diffondersi, anche nei parchi cittadini italiani, varie specie di pappagalli… ho deciso di introdurli nella poesia/racconto:
I parrocchetti verdi, come quasi tutte le specie di pappagalli, sono animali estremamente gregari e sociali (e interagiscono, per questo risultano così simpatici agli occhi degli esseri umani) che amano stare in gruppo e spesso anche in grandi comunità.

Quando mi svegliavo al mattino, in Costa Rica, oppure anche alla sera mi piaceva andare a cercare l’albero in cui si incontravano tutti i pappagalli per cantare (ebbene sì… è un’usanza che hanno veramente, non me la sono inventata). Alcune volte riuscivo a trovarli, altre invece no… bastava seguire le scie di pappagalli che sorvolavano la foresta cantando.
Il parrocchetto verde è una specie originaria del Centrafrica (latitudine Burchina Faso per intenderci) e dell’India.

Quasi tutti i pappagalli hanno un tempo di apprendimento molto lungo, sono volatili dalla lunga vita (basti pensare che alcune specie di Ara possono vivere cinquant’anni in natura, ottant’anni in cattività) … un volatile dalla vita così lunga deve apprendere molti insegnamenti e solamente i genitori possono fare ciò. Senza questi insegnamenti il pappagallo è costretto per tutta la vita a farsi sostenere dall’essere umano.
E niente, eccoci qui, io adoro tutti gli animali e nutro una profonda stima e simpatia per i pappagalli che devono però stare nel loro habitat naturale! Grazie lettrice o lettore se sei arrivato fin qui! A rileggerci!
 
P.S. I parrocchetti verdi si stanno diffondendo nei parchi cittadini di molte città italiane e sono diventati stanziali nella nostra penisola (riescono a sopravvivere anche in inverno)
 
   
 
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