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Autore: Rain07    13/09/2009    2 recensioni
Innanzi tutto... salve. Bene... è la mia prima ff, ci tengo a precisarlo, e tra l'altro non ho neanche il dono della sintesi, quindi... in teoria la storia parla di un ritiro dello Shohoku in vista dei campionati invernali (scusate se ci saranno errori, ma a quest'ora mi sento particolarmente dislessica) Non ci sono storie d'amore o personaggi nuovi, ergo, può essere letta tranquillamente da tutti. Vabbeh, faccio pena con le presentazioni... se vi interessa andate e leggete, vi vorrò bene lo stesso ^__^
Genere: Comico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Essendomi appena iscritta, inizio subito col dire salve, e fino a qui ci siamo. Poi... non ho mai scritto ff e tantomeno ne ho lette, è la prima volta che entro in questo sito ed è anche la prima volta che scrivo, non avendo mai tempo, quindi ho approfittato di una mia dannata degenza post viaggio in Thailandia, per ingannare il tempo e mettermi a creare... e chissenefrega, penserete voi. Ah, devo dire una cosa: gli avvertimenti, rating e tutto il resto li ho messi a intuito, ovviamente, non capendoci una fava era il minimo... abbiate pietà di me, sono un’incapace novellina.

 

È una ff molto semplice, non ci sono inserimenti di altri personaggi o storie d’amore di qualunque genere, mi sono semplicemente presa la libertà di immaginare un ipotetico ritiro dello Shohoku prima del campionato invernale. Naturalmente può essere letta da tutti, ogni lettore può darle il significato che vuole anche perché il mio intento in questa ff è semplicemente quello di rendere la storia come un prolungamento del manga di Inoue, tutto qui.

 

 Essendo una storia nata sul momento, non ho ancora bene in mente come farla continuare, quindi navigherò a vele spiegate finché avrò abbastanza demenzialità. Quindi, se avete qualche idea per i successivi sviluppi di questa ff, accetto qualsiasi proposta purché sia assurda. ^^

 

Questa storia è stata scritta senza alcun fine di lucro e senza la volontà di offendere qualcuno. I personaggi non sono miei ma del loro rispettivo creatore, Takehiko Inoue.

 

Bene, detto questo, vi auguro una buona lettura e spero di farvi fare qualche risata, anche perché non mi piace elemosinare recensioni.

 

 

Prologo

 

 

Era una tipica giornata all’insegna della normalità in quel di Kanagawa, precisamente nella palestra del liceo Shohoku. L’allenamento, infatti, trascorreva come tutti gli altri giorni: Hanamichi sacramentava contro Kaede che a sua volta andava cercando lidi migliori per dormire, Mitsui brontolava per i suoi acciacchi da vecchio scorfano, Anzai rideva (tanto per fare qualcosa di originale), Miyagi ronzava intorno ad Ayako che sistematicamente lo prendeva a sventagliate, il gorilla andava sbraitando per il campo mentre Kogure tentava inutilmente di salvargli le coronarie e Haruko... beh, lei come seconda manager era inutile almeno quanto il metabolismo di Anzai.

 

Insomma la giornata trascorreva, tanto per fare una cosa nuova, all’insegna della tranquillità e della normalità.

 

Finito l’allenamento, i ragazzi si riunirono docilmente intorno al capitano che li minacciò pesantemente di morte dopo l’ennesima rissa collettiva. A quel punto il panzone... ehm cioè Anzai, riunì la squadra al suo ingombrante cospetto, che non era manco piccolo d’altronde.

 

“Ohohohoh ragazzi venite qui, devo dirvi una cosa importante ohohohoh...”

“Dica coach.”

“Come saprete tra due settimane affronteremo un ritiro in vista degli imminenti campionati invernali...”

“Lo sappiamo vecchia scrofa, è inutile che ce lo ricordi!” rimbrottò a quel punto la solita scimmia, andando a spremere il panzone del vecchio... almeno finché Akagi non lo tolse di mezzo con uno dei suoi provvidenziali e sempre efficaci pugni in testa.

“Ohohoh come sei divertente Hanamichi ohohoh comunque... ho già provveduto a chiedere un permesso speciale alla scuola e ad organizzare tutto. I costi saranno minimi, comprenderanno solo le spese per il viaggio in treno. Sarà un ritiro leggero, che prevede anche un po’ di riposo... ohohohoh”

“Riposo??” ripeté stupito il nano, come se non gli sembrasse vero di udire le parole risposo e Shohoku (o meglio Akagi) nella stessa frase.

“Ohohoh non voglio che vi stanchiate ulteriormente dopo lo stress accumulato durante il campionato nazionale ohohoh per questo metterò a vostra disposizione la mia villa estiva a (**)... comprende tutto il necessario: piscina, terme e campo sportivo. In più ho organizzato una partita amichevole contro la squadra della città, in modo che possiate riprendere confidenza con le gare. Ah dimenticavo.... ohohohoh”

“Dove sta la fregatura, vecchio panzone?” disse lo psicotico tirandogli la pappagorgia.

“Hanamichi falla finita!!” intervenne a quel punto il teppista, correndo in soccorso del suo adorato coach.

“Ohohohoh non c’è nessuna fregatura Sakuragi, è un regalo da parte del vostro allenatore ohohohoh...”

“Signore, mi perdoni l’irriverenza, ma lei è pazzo a voler affidare la sua casa ad un branco di idioti come questi...” disse saggiamente la vecchia Ayako.

“Non ti preoccupare cara, è tutto sotto controllo ohohoh...”

“Coach, spero che lei sia pienamente consapevole che mettere la sua casa nelle mani di quei mentecatti significa ridurla ai minimi termini...”

“Ohohohoh sta tranquillo Akagi, tanto sono ricco sfondato ohohohoh”

“Che cazzo di risposta...”

 

Detto questo, i ragazzi tornarono ad ammazzarsi in allenamento e tra una sberla e l’altra riuscirono anche a terminarlo... che bravi.

 

 

La settimana successiva, gli allenamenti procedevano lisci come al solito... e con lisci intendo tra insulti, urla gorillesche, bestemmie e cazzotti vari. La solita, pacifica, routine insomma. Ad allenamento finito, il Gorilla radunò i mentecatti per dare le ultime indicazioni in vista del ritiro che si sarebbe svolto la settimana successiva.

 

“Allora ragazzi, fatemi capire: escludendo le matricole che non vengono, partiamo in... 10, giusto Ayako?”

“Sì, comprese Haruko ed io facciamo numero tondo. Il coach poi ci raggiungerà in settimana.” confermò la riccia controllando la lista.

“10?? Ma gorilla, non mi avete contato? Vengo anche io!”

“Hanamichi, con la schiena in quelle condizioni che diavolo vieni a fare, me lo spieghi?”

“Ma Gori, io sono un Genio, e poi non mi fa più neanche tanto male! Verrò a fare il tifo giuro, sarò buono come un angelo!” in realtà l’unico motivo per cui voleva prendere parte al ritiro ovviamente era per la sua Harukina e non di certo per andare a tifare quell’idiota di Rukawa ne, tantomeno, quei due mentecatti di teppista e nano.

“Sì e pensi che io ci creda? Mi prendi per scemo per caso?”

“Ma Akagi è vero! Fa venire anche me, anche se non potrò deliziarvi con le mie magnifiche giocate, se non altro potrei darvi sostegno morale!”

“E dai fratellone, fa venire anche lui... infondo che fastidio può dare. Potrebbe fare degli esercizi leggeri, in qualche modo può essere utile anche lui.” Disse a quel punto Haruko, mandando il rosso in totale brodo di giuggiole.

“Oh Harukina, quanto sei dolce!!”

“Ok va bene, vieni anche tu. Ma ti avverto... crearmi anche l’ombra di un problema e ti rispedisco a casa a calci in culo...” lo minacciò un mefistofelico Gorilla.

“Tranquillo Gori, sono un pacifista io!!”

“Ma resta a casa, idiota, tanto sei inutile.”

“Chiudi quella fogna Rukawa!”

“E smettetela voi due, mentecatti! Comunque... domani è l’ultimo giorno per consegnare le quote dei biglietti del treno, chi non l’ha ancora fatto provveda a dare i soldi ad Ayako entro domattina. Per quanto riguarda la partenza, lunedì vi voglio tutti puntuali alle 8, mi sono spiegato Rukawa?” lo sguardo diabolico e minaccioso del gorilla non ammetteva repliche.

“Tz...”

“Perfetto. Adesso sparite, mentecatti!” e li congedò osservandoli mentre, tra uno sgambetto e una bestemmia, si toglievano finalmente dalle bolas. “Mi ci mancava solo Sakuragi... ingurgiterò tonnellate di Maalox, questo ritiro sarà infernale. Se riesco a uscirne vivo mi rinchiudo in analisi...”

“Sei ottimista Akagi... dai su, per quanto quei 4 possano essere casinari, che danni peggiori dell’ammazzarsi a vicenda possono combinare?”

“Anche tu sei parecchio ottimista Ayako. Mah, speriamo bene...”

 

 

Il giorno della partenza.

 

Erano precisamente le 8:40 (quindi in ritardo di 40 minuti... ma è un dettaglio) i ragazzi erano tutti riuniti alla stazione... tutti tranne Rukawa, naturalmente. Quello lì, piuttosto che alzarsi presto, si sarebbe fatto investire da un tir in corsa.

Tanto per cambiare, Akagi era già imbestialito e batteva furiosamente il piede a terra, guardando l’orologio. Nel frattempo, nonostante fossero le 8 di mattina, Hanamichi già saltellava gioiosamente attorno alla sua Harukina, urlando ai quattro venti quanto fosse il genio del basket. Dal canto suo Ryota infastidiva Ayako che nel contempo lo sventagliava e Mitsui sacramentava contro il gorilla per averlo fatto alzare a quell’ora assurda.

 

“Dov’è quel dannato idiota?” sbottò alla fine Akagi, sbuffando come una teiera.

“Ma chi Rukawa? Sicuramente starà ancora sbrodolando sul cuscino, conoscendolo...” farfugliò Miyagi, sbadigliando indecentemente accanto alla sua Ayakuccia.

“Magari ha preferito suicidarsi.” continuò, ancora più morto di sonno, il teppista.

“Oh magari... Sacro Buddha fa che si sia suicidato... che ne so: soffocato dalla sua bava, strangolato dalle lenzuola... quanto vorrei fosse morto...” ma le diaboliche speranze di Hanamichi vennero miseramente distrutte dalla voce gracchiante del baciapiselli.

“Ah eccola la divetta... rassegnati scimmia, è ancora vivo.”

“Accidenti! Come sono sfortunato...”

“Si fa sempre attendere la signorina, da brava star qual è...” borbottò a seguito Miyagi.

 

Intanto il volpino, dormendo in piedi ovviamente, aveva raggiunto il gruppo barcollando da una parte all’altra. Neanche il tempo di svegliarsi, poverino lui, che venne immediatamente accolto dalle amorevoli attenzioni del Gorilla...

 

“Alla buon’ora Rukawa! Dovevi essere qui 40 minuti fa, cretino!”

“Hn...” e lo oltrepassò non cagandolo neanche di striscio, rischiando seriamente il linciaggio da parte del capitano.

“Io quello lì prima o poi lo strozzo davvero...”

“Akagi ti prego, cerchiamo di non partire subito col piede sbagliato...” farfugliò Kogure tentando di calmarlo.

“Perché, siamo mai partiti col piede giusto con questi mentecatti?”

“Risparmia le coronarie capitano, la settimana è ancora lunga...” si intromise a quel punto Ayako.

“Spero di avere la forza per resistere alla tentazione di strangolarli...” il capitano si massaggiò una tempia mentre Hanamichi e Rukawa già si scannavano di prima mattina.

 

Dopo il caos iniziale, Akagi riuscì a riportare la calma a suon di pugni in testa... e non solo, se si considerano anche le innumerevoli facce delicatamente adagiate sul lato del treno.

 

“Razza di idioti... il treno parte tra 10 minuti, salite a prendere i posti, deficienti!” ruggì il Gorilla, sostenuto da Ayako che sfornava sventagliate a destra e a manca, mentre il branco di imbecilli affollò indecentemente un’intera carrozza.

“Cercate di non prendevi a sberle almeno mentre vi sedete, per cortesia...”

 

Ma neanche il tempo di fare almeno finta di aver ascoltato le parole della manager, che Rukawa aveva già dato accidentalmente (lo aveva fatto apposta in realtà) una spallata alla scimmia, mandandolo a schiantarsi contro il finestrone del vagone.

 

“Come hai osato...” sibilò diabolicamente il rosso col naso gocciolante. Accecato dalla rabbia, il deficiente quasi si ruppe l’osso del collo cercando di scavalcare i tre sedili con un unico salto, mandando successivamente Mitsui a schiantarsi contro il pavimento prima di arrivare con le mani al collo del volpino.

“Stupida volpe, vuoi morire ancora prima di partire? Mi hai fatto sbattere il muso, stronzetta!”

“Non l’ho fatto apposta, idiota.” rispose Kaede con masochistica calma.

“Si certo come no, e pensi davvero che un Genio come me creda ad una simile stronzata?!"
“Certo che no, solitamente spero che tu muoia, non che tu mi creda.”

“Ma come ti permetti, ti ammazzo!!”

 

E giù a darsele, tanto per fare qualcosa di nuovo. Akagi ormai era al limite della sopportazione, ma non per il fatto che quei due si stavano frantumando le ossa distruggendo non solo gran parte del vagone, ma anche i coglioni degli altri passeggeri, ne Mitsui e Miyagi che scommettevano su chi l’avrebbe spuntata... era più che altro il doloroso pensiero di essere nemmeno all’inizio di quell’inferno a mandargli in tilt totale il sistema nervoso.

 

Grazie a Dio, a salvare le coronarie dell’iracondo Gorilla, ci pensò il proverbiale ventaglio di Ayako che cozzò sulle teste di quei quattro mentecatti quasi come un miracolo divino. In quel momento Akagi pensò quasi di sposarla... o almeno di assodarla come babysitter full time per quella manica di ritardati rompipalle.

 

Una volta ristabilito un minimo, e dico un minimo di calma, i ragazzi presero posto, non senza risparmiarsi occhiatacce di morte e colpi a tradimento. Il treno partì per somma gioia di Akagi che, già pieno di stress, pregava qualsiasi Dio che quella settimana passasse il più velocemente possibile. Haruko, Hanamichi e Mitsui avevano preso posto nei tre sedili di fronte a quelli su cui sedeva la povera Ayako, intenta da una parte a contrastare le assillanti smancerie di Miyagi e dell’altra a spostare di peso Rukawa che le stava letteralmente dormendo addosso.

 

“Quanto lo odio...” se ne uscì all’improvviso il rosso, fulminando il volpastro che dal canto suo era tutto preso a sbavare sulla spalla della manager.

“Ma dai Hanamichi, infondo Rukawa è simpatico.” ciarlò candidamente il nano, ricevendo un’occhiataccia allibita da tutti i presenti, come se avesse detto l’eresia del millennio.

Simpatico? Ma in quale mondo parallelo quello lì è simpatico?”

“Stavolta ha ragione, dire che Rukawa è simpatico è come dire che Sakuragi è intelligente.” Bofonchiò Mitsui, successivamente preso a testate dal rosso.

“Ma dai poverino, lasciatelo stare, è solo un ragazzo riservato.” intervenne poi il quattrocchi senza che nessuno lo avesse interpellato, seduto con Akagi nella fila di sedili accanto.

“Poverino un corno! Questo qui non fa altro che ronfare, la sua vita è inutile! A questo punto che muoia definitivamente dico io, almeno dormirà in eterno!”

“Guarda che ti sento, imbecille.” biascicò il moro senza degnarsi neanche di aprire un occhio.

“Meglio! Così almeno sei consapevole di quanto ti odio, cretina!”

“Come se già non lo sapesse...” rimbrottò Mitsui che intanto sfotteva Ryota, indicandogli Rukawa bellamente addormentato sulla sua Ayakuccia.

“Tz, spero che il sonno eterno ti faccia presto visita, volpe malefica!”

“E dai Hanamichi, non trattarlo male.”

“Ma Harukina, la volpe mi insulta!” piagnucolò il rosso, sproloquiando insulti di ogni genere al povero Rukawa, probabilmente sperando che Haruko perdesse interesse per la volpe grazie ai suoi inutili improperi. Infondo Hanamichi era ottimista... oltre che completamente scemo, si intende.

 

Sul versante opposto, Akagi sbuffava come un toro...

 

“Dai Akagi, vedrai che andranno d’accordo... spero.” Blaterò ottimisticamente l’inutile quattrocchi.

“Ma dico, ti sei drogato stamattina Kogure? In quale mondo meraviglioso quei mentecatti possono andare d’accordo?”

“Lo so, ma tanto arrabbiarsi subito non serve a nulla. Lasciamo correre gli eventi e cerca di rilassarti, vedrai che troveremo un comune accordo per rendere vivibile la convivenza...”

“La vedo proprio dura...”

 

Non si poteva dire che al gorilla mancasse l’ottimismo. Ma d’altronde il vecchio Akagi non era scemo, quindi già in partenza aveva preventivato che quella settimana tutto sarebbe stata tranne che rilassante e istruttiva... era matematico del resto, con quella manica di pazzi non si poteva aspettare certo di andarsi a fare una settimana di relax.

Intanto...

 

“Kaede smettila di sbrodolarmi sulla spalla, che schifo!” sbottò Ayako, notando l’invidiabile chiazza di saliva che il bell’addormentato gli aveva lasciato su metà della maglia.

“Ho sonno.”

“E chissenefrega se hai sonno, vai a sbavare su qualcun altro!” intervenne poi un furioso Miyagi, che con il piede cercava di spingere il compagno lontano dalla sua Ayakuccia.

“Che cazzo...” biascicò il moro, rigirandosi sul sedile alla ricerca di una posizione più comoda.

“Volpe fai veramente schifo, sbrodoli peggio di un cagnaccio!” seguì l’amorevole esternazione del solito idiota.

“Come cazzo farai ad avere sempre sonno, ma non dormi la notte?” blaterò il nano, passandosi le braccia dietro la testa. 

“Secondo me no, farà le ore piccole la star. Chissà che combina...” l’allusione alquanto maliziosa del teppista, gli fece rimediare giusto in tempo un’occhiataccia al vetriolo dal volpino.

“Magari si ammazza di seg...”

“Hanamichi prova a finire la frase e ti ammazzo.” tuonò minacciosa Ayako, avendo già intuito la piega perversa che stavano dando al discorso quei tre pervertiti.

“Ti piacerebbe idiota, non sono mica sfigato come te.” mugugnò il moro senza degnarsi nemmeno di aprire gli occhi.

“Tz frigido com’è, questa volpaccia non avrà manco una donna, chi se lo prenderebbe?”

“Si si idiota, continua a ripetertelo...” lo canzonò il volpastro, inconsapevole di aver appena dato il via alla libido senza freni inibitori dei due maniaci.

“Oh, ma non dire... così la notte ti dai da fare, è divetta?!”

“Non ti farai mica tutte le svirgolate del tuo fan club spero?!”

“Non credo nano, se quelle avessero la minima possibilità di farselo lo ridurrebbero uno straccio.” cianciarono sghignazzanti teppista e nano, facendo imbarazzare Haruko e perdere definitivamente la pazienza ad Ayako. Ormai la perversione aveva preso il largo, raggiungendo livelli così disgustosi da nauseare persino il soggetto di quegli allucinanti sproloqui.

“Deficienti...” sbottò a quel punto la volpe, che ne aveva le palle piene.

 

Aprì gli occhi giusto lo stretto necessario per svignarsela da quella manica di deficienti, alla ricerca ovviamente di lidi migliori. Caso volle che trovò 3 sedili liberi davanti a quelli su cui sedevano Gorilla e quattrocchi, sdraiandosi in lungo ed entrando in stato catatonico. Non che fosse meglio, d’altronde, con Akagi che sbraitava contro chiunque aprisse bocca e il quattrocchi che gli faceva inutili discorsi che il volpino non ascoltava manco per sbaglio.

 

Ma infondo sempre meglio di quei tre mentecatti, quello era certo.

 

 

Il resto del viaggio fu un vero incubo. Akagi invocò a gran voce la pazienza divina, che non arrivò tra l’altro, rischiando più volte di farsi scoppiare una vena nel tentativo di fermare l’irreversibile. Fu davvero infernale... con Miyagi e Mitsui che facevano proposte indecenti alle due manager, mandano in ira Sakuragi che cercò di toglierli di mezzo a suon di testate e sberle; Rukawa che aveva gonfiato il rossino innumerevoli volte, reo di aver disturbato il suo sonno... per non parlare dell’invereconda lotta che nano e teppista avevano intrapreso a suon di palline di carta... fu un vero delirio, semplicemente l’apoteosi della demenzialità.

 

Quando la voce degli annunci riferì l’imminente arrivo a (**) ci mancò davvero poco che Akagi si inginocchiasse a terra ringraziando Buddha per aver finalmente messo fine a quel viaggio infernale. Quando il treno si fermò, i deficienti si ammassarono come sardine, andando poi ad incastrarsi nel portone d’uscita, litigando per chi dovesse scendere prima. Il tutto si risolse con dei poderosi calci nel deretano da parte di Akagi che li schiantò al suolo uno per uno.

 

Recuperati i bagagli, tra i ragazzi ci fu un momento di sbigottimento totale, finché...

 

“Ma cosa...?” sussurrò a quel punto il capitano, mentre copiose gocce di sudore gli bagnavano il viso gorillesco...

“Che diavolo è questo caldo?? Si soffoca qui, porca merda!!” sbottò il rosso, dando voce ai pensieri di tutti i presenti che, nel frattempo, si stavano denudando a velocità record.

“Effettivamente non è normale quest’afa soffocante in pieno ottobre...” puntualizzò accaldato il quattrocchi, sventolandosi con l’unico programma del ritiro rimasto, d’altronde, dopo che gli altri erano stati bellamente utilizzati come pallette da spiaccicare sulla faccia del rossino e tra i capelli di Rukawa.

“È il riscaldamento globale.” stupore generale. Ora, se fosse stato qualsiasi altro membro di quella manica di smidollati probabilmente nessuno si sarebbe stupito, ma dette da Rukawa che si degnava di risorgere dal sarcofago e spicciare più di tre parole di fila era un evento da inneggiare a festa!

“Ma quale riscaldamento globale, mentecatto! Cosa ne puoi sapere tu, cretina che non sei altro!”

“È il riscaldamento ti dico, idiota.”

“Ma questi gran cazzi di cos’è, fa caldo e basta!” terminò con molta eleganza Mitsui, svuotandosi la bottiglietta d’acqua sulla testa.

“Invece di perdervi in inutile ciance, muovete quei culetti sodi e agevoliamoci verso casa del signor Anzai se non volete sciogliervi come ghiaccioli...”

“Cosa?? Tocca camminare?? Ma stiamo scherzando? Con questo caldo non mi muovo da qui nemmeno se mi paghi Ayako!”

“Hanamichi, razza di idiota, chiudi quella ciabatta e cammina!!” tuonò a quel punto il Gorilla, che non lo prese a pugni solo perché il caldo gli aveva fatto perdere le energie.

“Scrofa... parli bene tu che sei un Gorilla...”

“Su Hanamichi non ti lamentare, la casa del signor Anzai non è lontana. Dista solo qualche metro dalla stazione.” naturalmente Haruko era l’unica abbastanza drogata da non perdere la pazienza con quel rossino svirgolato. Quell’incredibile livello di sopportazione forse era una causa del caldo asfissiante... o probabilmente era drogata davvero.

“Oh Harukina, se me lo dici tu posso anche farmi a piedi tutto il paese!”

“Bravo Hanamichi. Dai andiamo...”

 

E così, dopo che la forza dell’ammmore gli aveva fatto riacquistare improvvisamente le forze, per somma disgrazia di tutti i presenti, il rosso trotterellò affiancando la sua Harukina con sguardo adorante, seguito poi da tutta la truppa dello Shohoku che marciava a passo di morte, strascicando agonizzanti sotto il sole cocente.

 

“E chi se l’aspettava che bastasse qualche grado in più per tappargli le fogne a quei mentecatti...” Borbottò il Gorilla soddisfatto, tracannando acqua dalla bottiglietta.

“Eh si, effettivamente questo caldo toglie davvero le forze...” Fece poi Ayako, legandosi i fluenti ricci in una coda alta.

“Gorilla, diavolo! Se sapevo che faceva così caldo col cavolo che venivo!” sacramentò poi il solito rosso.

“Nessuno ti ha invitato infatti.”

“Ma come osi Rukawa!”

“Ha ragione lui, Hanamichi, tu non dovresti nemmeno essere qui! Quindi chiudi quella fogna visto che oltre ad essere un rompicoglioni sei anche il più inutile qui in mezzo!”

“Ma Gori, io sono un Genio!”

“Idiota...”

“Muori tu, corvo!”

“Magari... meglio la morte a questo caldo infernale.” farfugliò un morente volpino.

“Eddai Kaede, manca poco, invece di borbottare cammina!” lo sventagliò Ayako, tirandolo per un braccio.

“Non toccarlo Ayakuccia!! Tocca me piuttosto!”

“Staccati Ryota, fa caldo!”

“Ayakuccia, ma perché fai così??”

“Ma quanto frigni, tanto non ti caga proprio, nano.” sghignazzò un grondante Mitsui che ormai si trascinava come un novantenne in punto di morte.

“Pensa per te scorfano, non ce la fai manco a camminare!”

 

E così, tra una sberla e l’altra, arrivarono finalmente davanti alla casa del loro amato coach... che poi sembrava più la reggia estiva di Obama, ma era un dettaglio.

I presenti rimasero alquanto perplessi davanti a cotanto sfarzo, tanto che Ayako controllò più volte l’indirizzo per assicurarsi di non aver sbagliato casa.

 

“Guarda che lusso... Come fa quella scrofa a permettersi tanta sontuosità?!”

“È stato un giocatore della nazionale, idiota, non è che lì ti pagano in banane, cosa credi.”

“Ti sarebbe piaciuto, è Gorilla?! Un anno di nazionale e avresti avuto una rifornitura di banane per tutta la vi...” solito cazzotto che lo piantò al suolo come un geranio.

“Deficiente...” sbiascicò il volpastro, dondolando la testa da una parte all’altra.

“Tz, quel lardoso avrebbe potuto spendere tutti quei soldi per farsi una liposuzione! Con tutto quel lardo debellerebbe la fame nel mondo!”

“Smettila di insultare il signor Anzai, scrofa!”

“Oho, come ti scaldi baciapiselli.. e chi te lo tocca quel vecchiaccio, non sia mai!” sghignazzò ricevendo in risposta una scarpata in fronte.

“Diavolo, è gigantesco questo posto.” cinguettò il nano, ridestando l’attenzione dei due mentecatti che si folgoravano con lo sguardo.

“Peccato che il paese sperduto in culo ai lupi faccia cagare...” borbottò poi Mitsui, convincendosi che in quel buco di paese non avrebbe beccato una femmina decente manco per sbaglio.

“Ma secondo voi...” intervenne a quel punto Hanamichi, illuminato da un barlume di pazzia che gelò tutti. “Se al vecchio spremo il panzone, cagherà monete?” al che si rivoltarono tutti a terra a sganasciarsi dalle risate. Tutti tranne Akagi, che meditava di impiccarlo al primo albero che incontrava e Rukawa, che meno di così non se ne poteva fregare, essendo troppo impegnato a sbrodolarsi addosso in stato catatonico.

 

 

Tra calci e sberle, entrarono nel villone del vecchio, tirato perfettamente a lucido per il loro arrivo. Neanche il tempo di mettere piede dentro, che gli elementi deficienti avevano già cominciato a fare casino... e tra Hanamichi che zampettava da una stanza all’altra gridando al nulla il suo essere un Genio, Rukawa che era già in stato comatoso sul divano e Mitsui e Miyagi che si tiravano dietro le valige, Akagi e Ayako si armarono di una pazienza divina che non avevano, litigando quasi per chi dei due dovesse ucciderli prima.

 

“Guarda bene questa casa Akagi, perché, quando ce ne andremo, di questo splendore rimarrà solo il ricordo...” naturalmente Ayako, che ingenua non era, aveva già ben intuito quale sarebbe stato l’andazzo di quel ritiro.

“Non credo di resistere una settimana senza finire in galera...” ringhiò il capitano che nel frattempo sfogava la rabbia usando la testa di Kakuta come anti stress.

“Tolleranza capitano, ci vuole tolleranza.” Predicò a quel punto Kogure, cercando di calmare gli istinti omicidi di Akagi e Ayako. “Armiamoci di pazienza e vedrete che andrà tutto bene.”

“L’unica cosa di cui mi armerei in questo momento sono bombe nucleari per radere al suolo quei mentecatti...”

“Cominciamo proprio bene... qui è già un miracolo se riusciremo ad arrivare a fine giornata...” sospirò rassegnato il povero quattrocchi...

“Io faccio una foto ricordo.” una cosa utile infondo la fece pure Yasuda, che di solito era inutile almeno quanto un cesso senza carta igienica.

 

E quello era solo l’inizio...

 

 

 

Note Della Sottoscritta Autrice Granfica

 

 

E il prologo è finito, grazie a Dio. L’ho scritto in condizioni fisiche pietose... l’ho riletto anche poche volte quindi comprendetemi, se c’è qualche incongruenza o qualcosa che non torna fatemelo notare vi prego, provvederò poi all’istante. Ah, un favore però ve lo chiedo: se magari trovate o conoscete qualche paesino sperduto sui monti del Giappone, per favore fatemelo sapere... come avrete notato, questo è il motivo per il quale nella ff ci sono due asterischi al posto della località ^^

 

Bene, ho detto tutto... ciao belli al prossimo capitolo, Hola bola!

 

  
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