Essendomi
appena iscritta, inizio subito col dire salve, e fino a qui ci siamo. Poi... non ho mai scritto ff e
tantomeno ne ho lette, è la prima volta che entro in questo sito ed è anche la
prima volta che scrivo, non avendo mai tempo, quindi ho approfittato di una mia
dannata degenza post viaggio in Thailandia, per ingannare il tempo e mettermi a
creare... e chissenefrega, penserete voi. Ah, devo dire una cosa: gli
avvertimenti, rating e tutto il resto li ho messi a intuito, ovviamente, non
capendoci una fava era il minimo... abbiate pietà di me, sono un’incapace
novellina.
È
una ff molto semplice, non ci sono inserimenti di altri personaggi o storie
d’amore di qualunque genere, mi sono semplicemente presa la libertà di
immaginare un ipotetico ritiro dello Shohoku prima del campionato invernale.
Naturalmente può essere letta da tutti, ogni lettore può darle il significato
che vuole anche perché il mio intento in questa ff è semplicemente quello di
rendere la storia come un prolungamento del manga di Inoue, tutto
qui.
Essendo una storia nata sul momento, non
ho ancora bene in mente come farla continuare, quindi navigherò a vele spiegate
finché avrò abbastanza demenzialità. Quindi, se avete qualche idea per i
successivi sviluppi di questa ff, accetto qualsiasi proposta purché sia assurda.
^^
Questa
storia è stata scritta senza alcun fine di lucro e senza la volontà di offendere
qualcuno. I personaggi non sono miei ma del loro rispettivo creatore, Takehiko
Inoue.
Bene,
detto questo, vi auguro una buona lettura e spero di farvi fare qualche risata,
anche perché non mi piace elemosinare recensioni.
Prologo
Era una tipica
giornata all’insegna della normalità in quel di Kanagawa, precisamente nella
palestra del liceo Shohoku. L’allenamento, infatti, trascorreva come tutti gli
altri giorni: Hanamichi sacramentava contro Kaede che a sua volta andava
cercando lidi migliori per dormire, Mitsui brontolava per i suoi acciacchi da
vecchio scorfano, Anzai rideva (tanto per fare qualcosa di originale), Miyagi
ronzava intorno ad Ayako che sistematicamente lo prendeva a sventagliate, il
gorilla andava sbraitando per il campo mentre Kogure tentava inutilmente di
salvargli le coronarie e Haruko... beh, lei come seconda manager era inutile
almeno quanto il metabolismo di Anzai.
Insomma la giornata
trascorreva, tanto per fare una cosa nuova, all’insegna della tranquillità e
della normalità.
Finito
l’allenamento, i ragazzi si riunirono docilmente intorno al capitano che li
minacciò pesantemente di morte dopo l’ennesima rissa
collettiva. A quel punto
il panzone... ehm cioè Anzai, riunì la squadra al suo ingombrante cospetto, che
non era manco piccolo d’altronde.
“Ohohohoh ragazzi
venite qui, devo dirvi una cosa importante ohohohoh...”
“Dica
coach.”
“Come saprete tra
due settimane affronteremo un ritiro in vista degli imminenti campionati
invernali...”
“Lo sappiamo
vecchia scrofa, è inutile che ce lo ricordi!” rimbrottò a quel punto la solita
scimmia, andando a spremere il panzone del vecchio... almeno finché Akagi non lo
tolse di mezzo con uno dei suoi provvidenziali e sempre efficaci pugni in
testa.
“Ohohoh come sei
divertente Hanamichi ohohoh comunque... ho già provveduto a chiedere un permesso
speciale alla scuola e ad organizzare tutto. I costi saranno minimi,
comprenderanno solo le spese per il viaggio in treno. Sarà un ritiro leggero,
che prevede anche un po’ di riposo... ohohohoh”
“Riposo??” ripeté
stupito il nano, come se non gli sembrasse vero di udire le parole risposo e
Shohoku (o meglio Akagi) nella stessa
frase.
“Ohohoh non voglio
che vi stanchiate ulteriormente dopo lo stress accumulato durante il campionato
nazionale ohohoh per questo metterò a vostra disposizione la mia villa estiva a
(**)... comprende tutto il necessario: piscina,
terme e campo sportivo. In più ho organizzato una partita amichevole contro la
squadra della città, in modo che possiate riprendere confidenza con le gare. Ah
dimenticavo.... ohohohoh”
“Dove sta la
fregatura, vecchio panzone?” disse lo psicotico tirandogli la
pappagorgia.
“Hanamichi falla
finita!!” intervenne a quel punto il teppista, correndo in soccorso del suo
adorato coach.
“Ohohohoh non c’è
nessuna fregatura Sakuragi, è un regalo da parte del vostro allenatore
ohohohoh...”
“Signore, mi
perdoni l’irriverenza, ma lei è pazzo a voler affidare la sua casa ad un branco
di idioti come questi...” disse saggiamente la vecchia
Ayako.
“Non ti preoccupare
cara, è tutto sotto controllo ohohoh...”
“Coach, spero che
lei sia pienamente consapevole che mettere la sua casa nelle mani di quei
mentecatti significa ridurla ai minimi termini...”
“Ohohohoh sta
tranquillo Akagi, tanto sono ricco sfondato ohohohoh”
“Che cazzo di
risposta...”
Detto questo, i
ragazzi tornarono ad ammazzarsi in allenamento e tra una sberla e l’altra
riuscirono anche a terminarlo... che bravi.
La settimana
successiva, gli allenamenti procedevano lisci come al solito... e con lisci
intendo tra insulti, urla gorillesche, bestemmie e cazzotti vari. La solita,
pacifica, routine insomma. Ad allenamento finito, il Gorilla radunò i mentecatti
per dare le ultime indicazioni in vista del ritiro che si sarebbe svolto la
settimana successiva.
“Allora ragazzi,
fatemi capire: escludendo le matricole che non vengono, partiamo in... 10,
giusto Ayako?”
“Sì, comprese
Haruko ed io facciamo numero tondo. Il coach poi ci raggiungerà in settimana.”
confermò la riccia controllando la lista.
“10?? Ma gorilla,
non mi avete contato? Vengo anche io!”
“Hanamichi, con la
schiena in quelle condizioni che diavolo vieni a fare, me lo
spieghi?”
“Ma Gori, io sono
un Genio, e poi non mi fa più neanche tanto male! Verrò a fare il tifo giuro,
sarò buono come un angelo!” in realtà l’unico motivo per cui voleva prendere
parte al ritiro ovviamente era per la sua Harukina e non di certo per andare a
tifare quell’idiota di Rukawa ne, tantomeno, quei due mentecatti di teppista e
nano.
“Sì e pensi che io
ci creda? Mi prendi per scemo per caso?”
“Ma Akagi è vero!
Fa venire anche me, anche se non potrò deliziarvi con le mie magnifiche giocate,
se non altro potrei darvi sostegno morale!”
“E dai fratellone,
fa venire anche lui... infondo che fastidio può dare. Potrebbe fare degli
esercizi leggeri, in qualche modo può essere utile anche lui.” Disse a quel
punto Haruko, mandando il rosso in totale brodo di
giuggiole.
“Oh Harukina,
quanto sei dolce!!”
“Ok va bene, vieni
anche tu. Ma ti avverto... crearmi anche l’ombra di un problema e ti rispedisco
a casa a calci in culo...” lo minacciò un mefistofelico
Gorilla.
“Tranquillo Gori,
sono un pacifista io!!”
“Ma resta a casa,
idiota, tanto sei inutile.”
“Chiudi quella
fogna Rukawa!”
“E smettetela voi
due, mentecatti! Comunque... domani è l’ultimo giorno per consegnare le quote
dei biglietti del treno, chi non l’ha ancora fatto provveda a dare i soldi ad
Ayako entro domattina. Per quanto riguarda la partenza, lunedì vi voglio tutti
puntuali alle 8, mi sono spiegato Rukawa?” lo sguardo diabolico e minaccioso del
gorilla non ammetteva repliche.
“Tz...”
“Perfetto. Adesso
sparite, mentecatti!” e li congedò osservandoli mentre, tra uno sgambetto e una
bestemmia, si toglievano finalmente dalle bolas. “Mi ci mancava solo Sakuragi...
ingurgiterò tonnellate di Maalox, questo ritiro sarà infernale. Se riesco a
uscirne vivo mi rinchiudo in analisi...”
“Sei ottimista
Akagi... dai su, per quanto quei 4 possano essere casinari, che danni peggiori
dell’ammazzarsi a vicenda possono
combinare?”
“Anche tu sei
parecchio ottimista Ayako. Mah, speriamo bene...”
Il
giorno della partenza.
Erano
precisamente le 8:40 (quindi in ritardo di 40 minuti... ma è un dettaglio) i
ragazzi erano tutti riuniti alla stazione... tutti tranne Rukawa, naturalmente.
Quello lì, piuttosto che alzarsi presto, si sarebbe fatto investire da un tir in
corsa.
Tanto
per cambiare, Akagi era già imbestialito e batteva furiosamente il piede a
terra, guardando l’orologio. Nel frattempo, nonostante fossero le 8 di mattina,
Hanamichi già saltellava gioiosamente attorno alla sua Harukina, urlando ai
quattro venti quanto fosse il genio del basket. Dal canto suo Ryota infastidiva
Ayako che nel contempo lo sventagliava e Mitsui sacramentava contro il gorilla
per averlo fatto alzare a quell’ora assurda.
“Dov’è quel dannato
idiota?” sbottò alla fine Akagi, sbuffando come una
teiera.
“Ma chi Rukawa?
Sicuramente starà ancora sbrodolando sul cuscino, conoscendolo...” farfugliò
Miyagi, sbadigliando indecentemente accanto alla sua
Ayakuccia.
“Magari ha
preferito suicidarsi.” continuò, ancora più morto di sonno, il
teppista.
“Oh magari... Sacro
Buddha fa che si sia suicidato... che ne so: soffocato dalla sua bava,
strangolato dalle lenzuola... quanto vorrei fosse morto...” ma le diaboliche
speranze di Hanamichi vennero miseramente distrutte dalla voce gracchiante del
baciapiselli.
“Ah eccola la
divetta... rassegnati scimmia, è ancora vivo.”
“Accidenti! Come
sono sfortunato...”
“Si fa sempre
attendere la signorina, da brava star qual è...” borbottò a seguito
Miyagi.
Intanto il volpino,
dormendo in piedi ovviamente, aveva raggiunto il gruppo barcollando da una parte
all’altra. Neanche il tempo di svegliarsi, poverino lui, che venne
immediatamente accolto dalle amorevoli attenzioni del
Gorilla...
“Alla buon’ora
Rukawa! Dovevi essere qui 40 minuti fa, cretino!”
“Hn...” e lo
oltrepassò non cagandolo neanche di striscio, rischiando seriamente il
linciaggio da parte del capitano.
“Io quello lì prima
o poi lo strozzo davvero...”
“Akagi ti prego,
cerchiamo di non partire subito col piede sbagliato...” farfugliò Kogure
tentando di calmarlo.
“Perché, siamo mai
partiti col piede giusto con questi mentecatti?”
“Risparmia le
coronarie capitano, la settimana è ancora lunga...” si intromise a quel punto
Ayako.
“Spero di avere la
forza per resistere alla tentazione di strangolarli...” il capitano si massaggiò
una tempia mentre Hanamichi e Rukawa già si scannavano di prima
mattina.
Dopo il caos
iniziale, Akagi riuscì a riportare la calma a suon di pugni in testa... e non
solo, se si considerano anche le innumerevoli facce delicatamente adagiate
sul lato del treno.
“Razza di idioti...
il treno parte tra 10 minuti, salite a prendere i posti, deficienti!” ruggì il
Gorilla, sostenuto da Ayako che sfornava sventagliate a destra e a manca, mentre
il branco di imbecilli affollò indecentemente un’intera
carrozza.
“Cercate di non
prendevi a sberle almeno mentre vi sedete, per
cortesia...”
Ma neanche il tempo
di fare almeno finta di aver ascoltato le parole della manager, che Rukawa aveva
già dato accidentalmente (lo aveva fatto apposta
in realtà) una spallata alla scimmia, mandandolo a schiantarsi contro il
finestrone del vagone.
“Come hai osato...”
sibilò diabolicamente il rosso col naso gocciolante. Accecato dalla rabbia, il
deficiente quasi si ruppe l’osso del collo cercando di scavalcare i tre sedili
con un unico salto, mandando successivamente Mitsui a schiantarsi contro il
pavimento prima di arrivare con le mani al collo del
volpino.
“Stupida volpe,
vuoi morire ancora prima di partire? Mi hai fatto sbattere il muso,
stronzetta!”
“Non l’ho fatto
apposta, idiota.” rispose Kaede con masochistica calma.
“Si certo come no, e pensi
davvero che un Genio come me creda ad una simile stronzata?!"
“Certo che no, solitamente
spero che tu muoia, non che tu mi creda.”
“Ma
come ti permetti, ti ammazzo!!”
E giù a darsele,
tanto per fare qualcosa di nuovo. Akagi ormai era al limite della sopportazione,
ma non per il fatto che quei due si stavano frantumando le ossa distruggendo non
solo gran parte del vagone, ma anche i coglioni degli altri passeggeri, ne
Mitsui e Miyagi che scommettevano su chi l’avrebbe spuntata... era più che altro
il doloroso pensiero di essere nemmeno all’inizio di quell’inferno a mandargli
in tilt totale il sistema nervoso.
Grazie a Dio, a
salvare le coronarie dell’iracondo Gorilla, ci pensò il proverbiale ventaglio di
Ayako che cozzò sulle teste di quei quattro mentecatti quasi come un miracolo
divino. In quel momento Akagi pensò quasi di sposarla... o almeno di assodarla
come babysitter full time per quella manica di ritardati
rompipalle.
Una volta
ristabilito un minimo, e dico un minimo di calma, i ragazzi presero
posto, non senza risparmiarsi occhiatacce di morte e colpi a tradimento. Il
treno partì per somma gioia di Akagi che, già pieno di stress, pregava qualsiasi
Dio che quella settimana passasse il più velocemente possibile. Haruko,
Hanamichi e Mitsui avevano preso posto nei tre sedili di fronte a quelli su cui
sedeva la povera Ayako, intenta da una parte a contrastare le assillanti
smancerie di Miyagi e dell’altra a spostare di peso Rukawa che le stava
letteralmente dormendo addosso.
“Quanto lo odio...”
se ne uscì all’improvviso il rosso, fulminando il volpastro che dal canto suo
era tutto preso a sbavare sulla spalla della manager.
“Ma dai Hanamichi,
infondo Rukawa è simpatico.” ciarlò candidamente il nano, ricevendo
un’occhiataccia allibita da tutti i presenti, come se avesse detto l’eresia del
millennio.
“Simpatico? Ma in quale mondo parallelo
quello lì è simpatico?”
“Stavolta ha
ragione, dire che Rukawa è simpatico è come dire che Sakuragi è intelligente.”
Bofonchiò Mitsui, successivamente preso a testate dal rosso.
“Ma dai poverino,
lasciatelo stare, è solo un ragazzo riservato.” intervenne poi il quattrocchi
senza che nessuno lo avesse interpellato, seduto con Akagi nella fila di sedili
accanto.
“Poverino un corno!
Questo qui non fa altro che ronfare, la sua vita è inutile! A questo punto che
muoia definitivamente dico io, almeno dormirà in eterno!”
“Guarda che ti
sento, imbecille.” biascicò il moro senza degnarsi neanche di aprire un
occhio.
“Meglio! Così
almeno sei consapevole di quanto ti odio, cretina!”
“Come se già non lo
sapesse...” rimbrottò Mitsui che intanto sfotteva Ryota, indicandogli Rukawa
bellamente addormentato sulla sua Ayakuccia.
“Tz, spero che il
sonno eterno ti faccia presto visita, volpe malefica!”
“E dai Hanamichi,
non trattarlo male.”
“Ma Harukina, la
volpe mi insulta!” piagnucolò il rosso, sproloquiando insulti di ogni genere al
povero Rukawa, probabilmente sperando che Haruko perdesse interesse per la volpe
grazie ai suoi inutili improperi. Infondo Hanamichi era ottimista... oltre che
completamente scemo, si intende.
Sul versante
opposto, Akagi sbuffava come un toro...
“Dai Akagi, vedrai
che andranno d’accordo... spero.” Blaterò ottimisticamente l’inutile
quattrocchi.
“Ma dico, ti sei
drogato stamattina Kogure? In quale mondo meraviglioso quei mentecatti possono
andare d’accordo?”
“Lo so, ma tanto
arrabbiarsi subito non serve a nulla. Lasciamo correre gli eventi e cerca di
rilassarti, vedrai che troveremo un comune accordo per rendere vivibile la
convivenza...”
“La vedo proprio
dura...”
Non si poteva dire
che al gorilla mancasse l’ottimismo. Ma d’altronde il vecchio Akagi non era
scemo, quindi già in partenza aveva preventivato che quella settimana tutto
sarebbe stata tranne che rilassante e istruttiva... era matematico del resto,
con quella manica di pazzi non si poteva aspettare certo di andarsi a fare una
settimana di relax.
Intanto...
“Kaede smettila di
sbrodolarmi sulla spalla, che schifo!” sbottò Ayako, notando l’invidiabile
chiazza di saliva che il bell’addormentato gli aveva lasciato su metà della
maglia.
“Ho
sonno.”
“E chissenefrega se
hai sonno, vai a sbavare su qualcun altro!” intervenne poi un furioso Miyagi,
che con il piede cercava di spingere il compagno lontano dalla sua
Ayakuccia.
“Che cazzo...”
biascicò il moro, rigirandosi sul sedile alla ricerca di una posizione più
comoda.
“Volpe fai
veramente schifo, sbrodoli peggio di un cagnaccio!” seguì l’amorevole
esternazione del solito idiota.
“Come cazzo farai
ad avere sempre sonno, ma non dormi la notte?” blaterò il nano, passandosi le
braccia dietro la testa.
“Secondo me no,
farà le ore piccole la star. Chissà che combina...” l’allusione alquanto
maliziosa del teppista, gli fece rimediare giusto in tempo un’occhiataccia al
vetriolo dal volpino.
“Magari si ammazza
di seg...”
“Hanamichi prova a
finire la frase e ti ammazzo.” tuonò minacciosa Ayako, avendo già intuito la
piega perversa che stavano dando al discorso quei tre
pervertiti.
“Ti piacerebbe
idiota, non sono mica sfigato come te.” mugugnò il moro senza degnarsi nemmeno
di aprire gli occhi.
“Tz frigido com’è,
questa volpaccia non avrà manco una donna, chi se lo
prenderebbe?”
“Si si idiota,
continua a ripetertelo...” lo canzonò il volpastro, inconsapevole di aver appena
dato il via alla libido senza freni inibitori dei due
maniaci.
“Oh, ma non dire...
così la notte ti dai da fare, è divetta?!”
“Non ti farai mica
tutte le svirgolate del tuo fan club spero?!”
“Non credo nano, se
quelle avessero la minima possibilità di farselo lo ridurrebbero uno straccio.”
cianciarono sghignazzanti teppista e nano, facendo imbarazzare Haruko e perdere
definitivamente la pazienza ad Ayako. Ormai la perversione aveva preso il largo,
raggiungendo livelli così disgustosi da nauseare persino il soggetto di quegli
allucinanti sproloqui.
“Deficienti...”
sbottò a quel punto la volpe, che ne aveva le palle piene.
Aprì gli occhi
giusto lo stretto necessario per svignarsela da quella manica di deficienti,
alla ricerca ovviamente di lidi migliori. Caso volle che trovò 3 sedili liberi
davanti a quelli su cui sedevano Gorilla e quattrocchi, sdraiandosi in lungo ed
entrando in stato catatonico. Non che fosse meglio, d’altronde, con Akagi che
sbraitava contro chiunque aprisse bocca e il quattrocchi che gli faceva inutili
discorsi che il volpino non ascoltava manco per sbaglio.
Ma infondo sempre
meglio di quei tre mentecatti, quello era certo.
Il resto del
viaggio fu un vero incubo. Akagi invocò a gran voce la pazienza divina, che non
arrivò tra l’altro, rischiando più volte di farsi scoppiare una vena nel
tentativo di fermare l’irreversibile. Fu davvero infernale... con Miyagi e
Mitsui che facevano proposte indecenti alle due manager, mandano in ira Sakuragi
che cercò di toglierli di mezzo a suon di testate e sberle; Rukawa che aveva
gonfiato il rossino innumerevoli volte, reo di aver disturbato il suo sonno...
per non parlare dell’invereconda lotta che nano e teppista avevano intrapreso a
suon di palline di carta... fu un vero delirio, semplicemente l’apoteosi della
demenzialità.
Quando la voce
degli annunci riferì l’imminente arrivo a (**) ci mancò davvero poco che Akagi si
inginocchiasse a terra ringraziando Buddha per aver finalmente messo fine a quel
viaggio infernale. Quando il treno si fermò, i deficienti si ammassarono come
sardine, andando poi ad incastrarsi nel portone d’uscita, litigando per chi
dovesse scendere prima. Il tutto si risolse con dei poderosi calci nel deretano
da parte di Akagi che li schiantò al suolo uno per uno.
Recuperati i
bagagli, tra i ragazzi ci fu un momento di sbigottimento totale,
finché...
“Ma cosa...?”
sussurrò a quel punto il capitano, mentre copiose gocce di sudore gli bagnavano
il viso gorillesco...
“Che diavolo è
questo caldo?? Si soffoca qui, porca merda!!” sbottò il rosso, dando voce ai
pensieri di tutti i presenti che, nel frattempo, si stavano denudando a velocità
record.
“Effettivamente non
è normale quest’afa soffocante in pieno ottobre...” puntualizzò accaldato il
quattrocchi, sventolandosi con l’unico programma del ritiro rimasto, d’altronde,
dopo che gli altri erano stati bellamente utilizzati come pallette da
spiaccicare sulla faccia del rossino e tra i capelli di
Rukawa.
“È il riscaldamento
globale.” stupore generale. Ora, se fosse stato qualsiasi altro membro di quella
manica di smidollati probabilmente nessuno si sarebbe stupito, ma dette da
Rukawa che si degnava di risorgere dal sarcofago e spicciare più di tre parole
di fila era un evento da inneggiare a festa!
“Ma quale
riscaldamento globale, mentecatto! Cosa ne puoi sapere tu, cretina che non sei
altro!”
“È il riscaldamento
ti dico, idiota.”
“Ma questi gran
cazzi di cos’è, fa caldo e basta!” terminò con molta eleganza Mitsui,
svuotandosi la bottiglietta d’acqua sulla testa.
“Invece di perdervi
in inutile ciance, muovete quei culetti sodi e agevoliamoci verso casa del
signor Anzai se non volete sciogliervi come ghiaccioli...”
“Cosa?? Tocca
camminare?? Ma stiamo scherzando? Con questo caldo non mi muovo da qui nemmeno
se mi paghi Ayako!”
“Hanamichi, razza
di idiota, chiudi quella ciabatta e cammina!!” tuonò a quel punto il Gorilla,
che non lo prese a pugni solo perché il caldo gli aveva fatto perdere le
energie.
“Scrofa... parli
bene tu che sei un Gorilla...”
“Su Hanamichi non
ti lamentare, la casa del signor Anzai non è lontana. Dista solo qualche metro
dalla stazione.” naturalmente Haruko era l’unica abbastanza drogata da non
perdere la pazienza con quel rossino svirgolato. Quell’incredibile livello di
sopportazione forse era una causa del caldo asfissiante... o probabilmente era
drogata davvero.
“Oh Harukina, se me
lo dici tu posso anche farmi a piedi tutto il paese!”
“Bravo Hanamichi.
Dai andiamo...”
E così, dopo che la
forza dell’ammmore gli aveva fatto riacquistare improvvisamente le forze, per
somma disgrazia di tutti i presenti, il rosso trotterellò affiancando la sua
Harukina con sguardo adorante, seguito poi da tutta la truppa dello Shohoku che
marciava a passo di morte, strascicando agonizzanti sotto il sole
cocente.
“E chi se
l’aspettava che bastasse qualche grado in più per tappargli le fogne a quei
mentecatti...” Borbottò il Gorilla soddisfatto, tracannando acqua dalla
bottiglietta.
“Eh si,
effettivamente questo caldo toglie davvero le forze...” Fece poi Ayako,
legandosi i fluenti ricci in una coda alta.
“Gorilla, diavolo!
Se sapevo che faceva così caldo col cavolo che venivo!” sacramentò poi il solito
rosso.
“Nessuno ti ha
invitato infatti.”
“Ma come osi
Rukawa!”
“Ha ragione lui,
Hanamichi, tu non dovresti nemmeno essere qui! Quindi chiudi quella fogna visto
che oltre ad essere un rompicoglioni sei anche il più inutile qui in
mezzo!”
“Ma Gori, io sono
un Genio!”
“Idiota...”
“Muori tu,
corvo!”
“Magari... meglio
la morte a questo caldo infernale.” farfugliò un morente
volpino.
“Eddai Kaede, manca
poco, invece di borbottare cammina!” lo sventagliò Ayako, tirandolo per un
braccio.
“Non toccarlo
Ayakuccia!! Tocca me piuttosto!”
“Staccati Ryota, fa
caldo!”
“Ayakuccia, ma
perché fai così??”
“Ma quanto frigni,
tanto non ti caga proprio, nano.” sghignazzò un grondante Mitsui che ormai si
trascinava come un novantenne in punto di morte.
“Pensa per te
scorfano, non ce la fai manco a camminare!”
E così, tra una
sberla e l’altra, arrivarono finalmente davanti alla casa del loro amato
coach... che poi sembrava più la reggia estiva di Obama, ma era un
dettaglio.
I presenti rimasero
alquanto perplessi davanti a cotanto sfarzo, tanto che Ayako controllò più volte
l’indirizzo per assicurarsi di non aver sbagliato casa.
“Guarda che
lusso... Come fa quella scrofa a permettersi tanta
sontuosità?!”
“È stato un
giocatore della nazionale, idiota, non è che lì ti pagano in banane, cosa
credi.”
“Ti sarebbe
piaciuto, è Gorilla?! Un anno di nazionale e avresti avuto una rifornitura di
banane per tutta la vi...” solito cazzotto che lo piantò al suolo come un
geranio.
“Deficiente...”
sbiascicò il volpastro, dondolando la testa da una parte
all’altra.
“Tz, quel lardoso
avrebbe potuto spendere tutti quei soldi per farsi una liposuzione! Con tutto
quel lardo debellerebbe la fame nel mondo!”
“Smettila di
insultare il signor Anzai, scrofa!”
“Oho, come ti
scaldi baciapiselli.. e chi te lo tocca quel vecchiaccio, non sia mai!”
sghignazzò ricevendo in risposta una scarpata in fronte.
“Diavolo, è
gigantesco questo posto.” cinguettò il nano, ridestando l’attenzione dei due
mentecatti che si folgoravano con lo sguardo.
“Peccato che il
paese sperduto in culo ai lupi faccia cagare...” borbottò poi Mitsui,
convincendosi che in quel buco di paese non avrebbe beccato una femmina decente
manco per sbaglio.
“Ma secondo voi...”
intervenne a quel punto Hanamichi, illuminato da un barlume di pazzia che gelò
tutti. “Se al vecchio spremo il panzone, cagherà monete?” al che si rivoltarono
tutti a terra a sganasciarsi dalle risate. Tutti tranne Akagi, che meditava di
impiccarlo al primo albero che incontrava e Rukawa, che meno di così non se ne
poteva fregare, essendo troppo impegnato a sbrodolarsi addosso in stato
catatonico.
Tra calci e sberle,
entrarono nel villone del vecchio, tirato perfettamente a lucido per il loro
arrivo. Neanche il tempo di mettere piede dentro, che gli elementi deficienti
avevano già cominciato a fare casino... e tra Hanamichi che zampettava da una
stanza all’altra gridando al nulla il suo essere un Genio, Rukawa che era già in
stato comatoso sul divano e Mitsui e Miyagi che si tiravano dietro le valige,
Akagi e Ayako si armarono di una pazienza divina che non avevano, litigando
quasi per chi dei due dovesse ucciderli prima.
“Guarda bene questa
casa Akagi, perché, quando ce ne andremo, di questo splendore rimarrà solo il
ricordo...” naturalmente Ayako, che ingenua non era, aveva già ben intuito quale
sarebbe stato l’andazzo di quel ritiro.
“Non credo di
resistere una settimana senza finire in galera...” ringhiò il capitano che nel
frattempo sfogava la rabbia usando la testa di Kakuta come anti
stress.
“Tolleranza
capitano, ci vuole tolleranza.” Predicò a quel punto Kogure, cercando di calmare
gli istinti omicidi di Akagi e Ayako. “Armiamoci di pazienza e vedrete che andrà
tutto bene.”
“L’unica cosa di
cui mi armerei in questo momento sono bombe nucleari per radere al suolo quei
mentecatti...”
“Cominciamo proprio
bene... qui è già un miracolo se riusciremo ad arrivare a fine giornata...”
sospirò rassegnato il povero quattrocchi...
“Io faccio una foto
ricordo.” una cosa utile infondo la fece pure Yasuda, che di solito era inutile
almeno quanto un cesso senza carta igienica.
E quello era solo
l’inizio...
Note
Della Sottoscritta Autrice Granfica
E
il prologo è finito, grazie a Dio. L’ho scritto in condizioni fisiche pietose...
l’ho riletto anche poche volte quindi comprendetemi, se c’è qualche incongruenza
o qualcosa che non torna fatemelo notare vi prego, provvederò poi all’istante.
Ah, un favore però ve lo chiedo: se magari trovate o conoscete qualche paesino
sperduto sui monti del Giappone, per favore fatemelo sapere... come avrete
notato, questo è il motivo per il quale nella ff ci sono due asterischi al posto
della località ^^
Bene,
ho detto tutto... ciao belli al prossimo capitolo, Hola bola!