Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
Segui la storia  |       
Autore: serendipityh    05/04/2023    0 recensioni
Negli ultimi secondi della sua vita, poco prima di morire, una persona rivive tutti i momenti significativi vissuti. Questo è quello che tanti affermano.
Non so se sia vero e non mi importa, l'unica cosa che so è che nei suoi ultimi istanti io ho rivisto la sua vita passarmi davanti agli occhi
____________
Un matrimonio combinato tra due perfetti sconosciuti.
Due persone ribelli, anticonformiste ed estremamente masochiste.
Da una parte il bianco, dall'altra il nero.
La via di mezzo? L'arcobaleno.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio, Park Jimin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Io e Dae avevamo accompagnato Siwoo, sua moglie e la loro bambina in quelle che sarebbero state le loro stanze per quei giorni. Non mi era stata comunicata la durata della loro permanenza, che sarebbe quindi potuta protrarsi anche per diverso tempo. La cosa, ovviamente, avrei cercato di sfruttarla a mio favore.
Avevo proposto a Kyung di raggiungermi non appena avesse terminato di predisporsi con calma. Volevo parlare con lei per poter ricavare quante più informazioni possibili sul suo conto. Non la conoscevo e non avevo idea di chi fosse: il fatto che non l'avessi riconosciuta quel giorno, quando l'avevo incontrata nel giardino del palazzo, era un chiaro segno che il suo volto lo avevo visto per la prima volta in quel momento. Ero solita ricordare i volti delle persone che incontravo, in merito a ciò la mia memoria mi era sempre tornata più che utile e proprio per questo mi ero sempre fidata ciecamente di essa e quel caso non avrebbe di certo fatto eccezione.

Un'altra cosa di cui mi fidavo profondamente era il mio intuito: nel corso degli anni avevo lasciato che fosse proprio questo a guidare le mie azioni e decisioni e non mi ero mai trovata male. Proprio il mio intuito, non appena i miei occhi, solo qualche ora prima, si erano posati sulla figura di quella donna, mi aveva suggerito che ci fosse qualcosa che non andava e non solo avrei capito di cosa si trattasse, ma avrei fatto di tutto per risolvere qualsiasi cosa ci fosse stata sotto.
Non avrei però di certo perso di vista lo scopo principale per cui io stessa avevo fatto in modo che Siwoo e la sua famiglia venissero da noi: avrei fatto cambiare idea a Kyung su Taehyung, ma prima dovevo capire che cosa non andasse tra loro. Per questo avevo insistito affinché noi due potessimo passare un po' di tempo insieme; questo mi avrebbe permesso di conoscerla meglio, di appianare qualsiasi dubbio mi fosse sorto su di lei e di cercare di farle capire che quella famiglia in cui lei come me si era ritrovata a far parte non era così male come tante altre.

Mentre attendevo che lei fosse pronta pensai di cercare Hea. Mi diressi verso quella che era la sua vecchia stanza ritenendo che si sarebbe accomodata lì, ma una delle domestiche presenti mi disse che se volevo parare con lei dovevo raggiungere la fine del corridoio: quelle erano le stanze che erano state riservate per il personale che aveva accompagnato Siwoo e sua moglie ed Hea sarebbe stata lì con loro perché il suo ruolo, in quel momento, era essere al servizio del principe Siwoo e non nostro. Cercai di non far trapelare il fastidio che provai nell'udire quelle parole e senza aggiungere altro, dopo aver ringraziato per l'informazione che avevo ricevuto, mi diressi verso quella parte della casa che non avevo mai visitato, alla ricerca della donna che avrebbe potuto aiutarmi a capirci qualcosa di più.
Arrivai davanti a due porte, quelle che sarebbero dovute essere le stanze dedicate alle poche persone che avevano seguito la famiglia, secondo quanto mi era stato riferito, e trovandole entrambe chiuse, bussai prima ad una di esse e dopo non aver ricevuto nessuna risposta anche all'altra. Attesi diversi minuti, ma il silenzio fu l'unica risposta che ricevetti. Mi voltai indietro ripercorrendo la stessa strada di prima e cercando qualcuno che potesse indicarmi dove si trovasse Hea.

"Stanno sistemando le stanze del principe e sua moglie. Posso aiutarla io con qualcosa, sua Altezza?" mi domandò cordialmente Hayoon.

"No, non preoccuparti. Cercavo Hea" le risposi semplicemente prima di iniziare ad incamminarmi e abbandonare l'idea di parlare immediatamente con la donna. Avevo dato solo pochi passi quando un'idea mi saltò in mente. Mi voltai nuovamente verso Hayoon che era rimasta esattamente lì e mi stava ancora osservando aspettando che lasciassi la stanza per riprendere le sue faccende e dopo averla osservata per qualche secondo feci qualche passo avvicinandomi nuovamente a lei.

"Hayoon, scusami se te lo chiedo, ma ti dispiacerebbe andarmi a chiamare Hea. Se qualcuno ti dice che c'è bisogno di lei per terminare il lavoro, sostituiscila tu fino a quando non torna" ovviamente la giovane donna non poté opporsi a quell'ordine che le avevo detto. Le dissi di riferire ad Hea che l'avrei aspettata nelle stanze di Taehyung e velocemente mi recai lì pensando che non ci sarebbe voluto molto tempo per fare ciò che le avevo chiesto.

Le cose però andarono diversamente. Ero arrivata in stanza da pochi minuti quando qualcuno bussò alla porta. Mi precipitai velocemente verso di essa per aprirla e sperare di vedere la figura bassina di Hea sorridente, ma ciò che mi trovai davanti dopo aver aperto quella porta non fu certo Hea.

"Sua Altezza, la principessa Kyong non ha permesso ad Hea di venire. Le ho detto che avrei completato io il lavoro al suo posto, ma ha detto che era qualcosa di cui poteva occuparsi solo gente scelta da lei ed io non rientro tra queste. Mi dispiace" Hayoon si inchinò leggermente, tenendo il volto basso e non guardandomi negli occhi.
Kyong aveva impedito ad Hea di raggiungermi nonostante io, che in quel momento e in quel luogo avevo decisamente più potere decisionale di lei, avevo impartito quell'ordine.
Non volendo però rovinare precipitosamente la situazione già al loro arrivo decisi di non dire niente al riguardo e mi limitai a ringraziare la giovane donna che era ancora davanti a me dicendole che poteva andare.

"Sua Altezza, la principessa mi ha anche chiesto di riferirle che non potrà raggiungerla al momento come da lei richiesto e che il vostro incontro dovrà essere rimandato" e quello fu il momento in cui iniziai ad avere la quasi totale certezza che Kyong Kim nascondeva qualcosa. Ciò che lei non sapeva, però, era che io la avrei avuta sempre vinta, che se cercavo di scoprire qualcosa non mi arrendevo fino a quando non avevo tutto le risposte di cui avevo bisogno e questo non sarebbe di certo cambiato in quel momento con lei.
Lei non voleva venire da me? Allora l'avrei costretta a farlo.

Quella mattina trascorse più velocemente del solito. Io avevo raggiunto Dae la quale mi ave a detto di non provare così tanta gioia da ormai troppo tempo.
Avevamo giocato anche un po' con la piccola Jee che si era rivelata, per me, uno strumento fondamentale. Dae era stata richiamata all'interno per risolvere una questione ed io ero rimasta da sola con la bambina.
Avevo cercato di farle qualche domanda, sfruttando L'ingenuità e la semplicità che caratterizza i bambini per ricavare qualche informazione che mi sarebbe potuta tornare utile.

"Sei mai stata qui Jee? O è la prima volta?" La prima cosa che pensai di fare, nonostante fossi più che certa che la bambina che avevo davanti non fosse la stessa che avevo incontrato precedentemente,  fu quella di accertarmi che fosse davvero così e che la mia memoria non mi stesse giocando un brutto scherzo proprio in quel momento.
La bambina scosse la testa energeticamente dandomi la conferma che stavo aspettando.
Lei non era mai stata lì.

"E ti piace questo posto?" Le chiesi ancora, facendola annuire nuovamente. Mi ci volle un po' per farla sbloccare e farla iniziare a parlare, ma alla fine riuscii nel mio intento e la piccola iniziò a raccontarmi ciò che faceva normalmente a casa.
Passava la maggior parte del suo tempo con alcune donne, di cui mi disse i nomi, ma non fu ovviamente in grado di spiegarmi il loro ruolo, che compresi immediatamente fosse quello di educatrici.
Voleva molto bene a suo padre. Le piaceva vederlo suonare. Almeno questo avevo dedotto dalla frase sconnessa che mi aveva rivolto in merito all'argomento. Non avevamo avuto modo di parlare per molto altro tempo perché Dae, più velocemente di quanto avevo immaginato, era tornata. Jee era riuscita a raccontarmi qualcosa di sè, di suo padre, ma non mi aveva neanche nominato sua madre il che mi era sembrato abbastanza strano: doveva essere lei a trascorrere più tempo a casa con sua figlia, a prendersi cura di lei e della sua educazione, e la bambina invece non aveva pensato di nominarla neanche una volta.

Fummo presto raggiunte da Taehyung, suo padre e Siwoo, i quali attesero con noi per il tempo restante che il pranzo venisse servito. Kyong non aveva lasciato la sua stanza e Siwoo, che era rimasto ugualmente con noi, lo avevo visto decisamente a poco agio. Quelle persone che lo circondavano, all'infuori di me, avevano condiviso ogni momento della vita con lui e vedere come in soli tre anni fosse riuscito a tirarsi fuori da quella che era stata la sua normalità tanto da sentirsi quasi un estraneo mi fece ritenere tutto quello impossibile.

"Forse dovremmo rientrare adesso. La stagione calda non è ancora arrivata e nonostante il sole non vorrei che Jee si ammalasse. Possiamo aspettare dentro che il pranzo sia servito" suggerì Dae e sotto suo consiglio iniziammo tutti ad avviarci verso l'interno del palazzo. Siwoo affiancava sua madre e alla sua destra teneva ben salda la mano della piccola Jee che si guardava curiosa intorno, presa a studiare attentamente quell'ambiente che per lei era decisamente nuovo. Alla loro sinistra c'era Taehyung che insieme a sua madre cercava di poter tenere una conversazione con suo fratello. Neanche lui si trovava a suo agio e questo era abbastanza evidente nonostante cercasse di nasconderlo in tutti i modi. Il signor Kim, invece, camminava accanto a me e per la prima volta da quando lo avevo conosciuto fu lui ad intraprendere una conversazione con me, facendo irrigidire ogni singola parte del mio corpo. Io non mi sentivo a mio agio con lui, soprattutto non dopo aver conosciuto ciò che c'era dietro quella facciata che presentava a tutti, ma che era la cosa più finta che potesse esistere.

Pensai in quel momento esatto, proprio mentre osservavo Taehyung camminare al fianco di suo fratello e sua madre, e proprio mentre loro padre mi affiancava, che la loro situazione, almeno in parte, era simile alla mia.  Anche suo padre come il mio aveva anteposto il suo desiderio al bene della propria famiglia, mancando di rispetto a sua moglie e caricando i suoi figli di responsabilità e carichi che non spettavano loro. Proprio per questo motivo non riuscivo ad accettare la figura dell'uomo che camminava affianco a me, tranquillo e quasi spensierato, mentre poco più avanti, proprio sotto i suoi occhi, la sua famiglia stava cadendo a pezzi.

"Sunjong sembra aver risposto. Presto verrà qui" asserì voltando la testa verso destra per poter guardarmi negli occhi. Io cercai di studiare le sue espressioni per capire dove quel discorso ci avrebbe portati, ma gli feci capire che aveva la mia attenzione e che poteva continuare.

"Sai Elisabeth, credo che dietro la decisione di convocarlo ci sia tu e non mio figlio" quella frase mi chiarii tante cose che Taehyung non mi aveva di certo riferito. Sunjong non conosceva il mio legame con l'altro re e quasi sicuramente non gli aveva raccontato niente di noi, del nostro rapporto e del fatto che io fossi a conoscenza di tutto ciò che lo riguardasse, anche dell'azione vile che aveva commesso nei riguardi di sua moglie.

"Sarò totalmente sincero con te Elisabeth, come lo sono stato con mio figlio. Tu non mi piaci, così come non mi piace tuo padre e tutta la tua famiglia. Ho sentito parlare così tanto di te: credo che tu stia solo cercando di raggirare mio figlio facendogli credere in un rapporto idilliaco che tra voi non potrà mai esserci, mentre lo studi attentamente e cerchi di comprendere quando e dove colpire per poter fare più del male a questo Regno. Sono abbastanza certo che tu non abbia niente direttamente contro mio figlio, è con tuo padre che ce l'hai, è lui che vuoi colpire e usare Taehyung al momento ti risulta essere la cosa più semplice" le sue parole mi fecero bloccare immediatamente, rendendomi impossibile dare anche solo un altro passo. Come poteva dire una cosa del genere? Non mi conosceva, ma era decisamente l'ultima persona che potesse anche solo pensare qualcosa del genere. Si preoccupava in quel momento per suo figlio, o forse solo per la posizione che agli occhi di tutti stava mantenendo, ma nella realtà dei fatti non ci aveva pensato due volte, almeno sulla base di quello che mi era stato riferito, a complicare la vita di quella stessa persona che ora stava fingendo di voler proteggere.

"Volevo solo farti sapere che non ti lascerò fare niente di ciò che la tua mente potrà immaginare, dovesse essere l'ultima cosa che sarò in grado di fare. Sarai una persona molto scaltra, ma io ho pur sempre molta più esperienza di te.
E poi, per quale motivo hai chiesto a Taehyung di chiamare Siwoo? Non ti conviene stravolgere nessun equilibrio Elisabeth, perché ti si ritorcerà tutto contro" non ebbi modo di rispondere a nessuna delle cose che mi aveva detto perché proprio nel momento in cui aprii la bocca per buttargli addosso tutto ciò che di negativo pensavo di lui, Taehyung mi chiamò ed io persi la mia occasione.
Quelle parole mi perseguitarono per il resto della giornata , motivo per cui fui costretta a mettere da parte per qualche ora la curiosità che avevo in merito a tutto ciò che di poco chiaro ruotava intorno a Kyong e iniziai a cercare il modo migliore per far capire a quell'essere spregevole che io non ero la persona giusta da mettersi contro.

Taehyung notò sin da subito il cambio di umore che avevo avuto e da uomo estremamente intelligente quale era aveva anche associato la mia breve chiacchierata con suo padre alla ragione di tale cambiamento, ma aveva atteso di restare da solo con me, la sera, per affrontare l'argomento.

"È successo qualcosa?" portò le mani sulla mia nuca, passandole poi tra i capelli che avevo nuovamente lasciato cadere sulla schiena. Mi piaceva così tanto quel tocco che mi stupii nel realizzare quanto potessero essere un calmante per me in quel momento in cui volevo solo scoppiare.
Ritenendo inutile riportargli ciò che suo padre mi aveva detto, e non volendo mettergli nessuna pulce strana nell'orecchio, chiusi semplicemente gli occhi beandomi del suo tocco e scuotendo la testa cercando di negare qualcosa che era più che evidente.

"Non mentirmi" afferro alcune ciocche dei miei capelli tra le mani stringendole leggermente e tirandole senza farmi male.

"Non lo sto facendo. Sono solo stanca" sussurrai.

"Sono abbastanza certo che tu mi stia nascondendo qualcosa. Cosa ti ha detto mio padre fuori?" colpí ancora, ma io non avrei ceduto. Il loro rapporto era già più che complicato e letteralmente appeso ad un filo che avrei rischiato di spezzare definitivamente, il che avrebbe portato a troppe conseguenze negative per tutte quelle persone che negli ultimi mesi con me erano state più che gentili.

"Niente di che in realtà" mentii ancora, mantenendo i miei occhi chiusi. Le mie scarse capacità nel mentire sarebbero venire fuori definitivamente se mi avesse guardato negli occhi.

"E perché mi sei sembrata infastidita subito dopo?" Chiese ancora, facendo scendere e salire le sue mani sulla mia schiena ripetutamente e avvicinando la sua fronte alla mia, facendo mischiare i nostri respiri.

"Perché tuo padre mi infastidisce. Ti ha creato una marea di problemi e nonostante tutto tu gli vieni incontro" pronunciando quelle parole aprii gli occhi certa che non mi avrebbero tradito. In quel momento non sarebbe stato possibile perché stavo dicendo la verità, quello era uno dei motivi per cui non tolleravo la figura di suo padre.
Mi guardò qualche secondo negli occhi e poi avvicinò dolcemente le sue labbra alle mie, facendole solamente sfiorare e allontanandosi subito dopo.

"Non lo faccio per lui e non è necessario che ti preoccupi per me" sorrise leggermente ed io realizzai in quel momento di essere stata la donna più fortunata del mondo. Ero abbastanza certa che pochi uomini rispettassero tutti i limiti che dal primo momento io gli avevo imposto, forse nessuno al posto suo lo avrebbe fatto.

"Io credo che tu sia la persona più buona che ci sia al mondo. E sai perché la cosa è strana? Perché sei anche molto capace nel gestire qualsiasi tipo di situazione ti si presenti, anche più grave" questa volta fui io a portare le mani tra i suoi capelli imitando le sue stesse azioni.
Era la prima volta che lo facevo e la sensazione che quel mio gesto scaturì in me fu una delle cose più eccitanti che avessi mai vissuto.

"E perché questo dovrebbe essere strano?" la sua risposta mi fece ridere, anche se cercai di contenermi. Non aveva negato il complimento che gli avevo rivolto.

"Perché purtroppo per gestire quel ruolo non sempre si riesce ad essere buoni. Ho visto fin troppe persone trasformare se stesse con un po' di potere in mano. Tu hai l'intero Regno nelle tue mani, ma pensi sempre al bene degli altri" spiegai mantenendo il mio sguardo fisso nel tuo.

"Non hai ancora risposto alla domanda che ti ho fatto però. Non pensare di deviare il discorso, cosa ti ha detto mio padre?" avevo davvero pensato di essere riuscita a distogliere la sua attenzione dell'argomento, nonostante pensassi davvero ciò che gli avevo detto. Sbuffai allontanandomi da lui, raggiugnendo il letto e sedendomici sopra.

"Perché io devo dirti tutto ma tu puoi non dirmi quello che ti pare?" forse pronunciai quelle parole con un tono di voce fin troppo infastidito, più di quanto lo fossi nella realtà. Me lo fece capire l'espressione confusa e scioccata che il viso di Taehyung assunse.

"Che cosa non ti avrei detto?" mi chiese sedendosi sul letto accanto a me. Mi voltai velocemente guardandolo con la stessa espressione con la quale lui aveva guardato me poco prima.

"Stai scherzando?" Fu la prima cosa che pensai e pronunciai.

"Mi pare di averti detto anche fin troppo, in realtà. Non credo di averti nascosto niente" parlò lui e mi sembrava totalmente sincero in quel momento. Ci sarei cascata pienamente se non avessi saputo che davvero ci fossero delle cose che non mi aveva rivelato.

"Oh, e il motivo per cui hai mandato via Hea senza dire niente a nessuno? O l'ultima conversazione che hai avuto con tuo padre e che molto evidentemente ti ha infastidito al punto tale da non riuscire a parlare civilmente da solo con lui?" risposi in fretta, pensando che forse quello sarebbe stato il momento perfetto per iniziare a racimolare alcune informazioni in più.

"Non ti ho nascosto niente di tutto ciò, semplicemente tu non mi hai chiesto niente a riguardo e non pensavo che la cosa ti interessasse. A te che importa sapere dove va Hea?" alzò le spalle accompagnando con le azioni le sue parole.

"Ti ho chiesto però di tuo padre e tu mi hai semplicemente liquidata con un 'va tutto bene'" risposi non volendo lasciare a lui l'ultima parola.

"Mi hai chiesto se andasse tutto bene ed io ti ho detto di sì perché ciò che mi ha detto non cambierà niente di ciò che faccio o penso. Tutto qui, ma se proprio ci tieni non ho problemi a dirti tutto ciò" a differenza mia lui sembrava totalmente tranquillo e a suo agio, diversamente da tutto il tempo che aveva trascorso insieme a suo fratello.

"Allora ti conviene metterti comodo ed iniziare a rispondere alle mie domande. Ti dirò cosa mi ha detto tuo padre solo quando tu mi avrai detto tutto ciò che voglio sapere" rise alle mie parole, alzando la testa e portandola dietro di se.
Cavolo se era bello.

"È così che la piccola Elisabeth è sopravvissuta alle grinfie di questo mondo?"

"Ed è così che continuerà a farlo. Dimmi innanzitutto per quale motivo hai mandato via Hea di punto in bianco"

_________
Ciao a tutti!
Sono viva😂
Scusate il ritardo immenso e lo stop delle scorse settimane, ma sono tornata e riprenderò anche con i doppi aggiornamenti cercando di non fermarmi più fino alla fine della storia.

In questo capitolo c'è il primo vero confronto tra il padre di Taehyung ed Elisabeth, la quale però non ha modo di rispondere in nessun modo, almeno per ora.
Taehyung ovviamente nota che qualcosa non va ed esplicitamente le pone le sue domande a cui, almeno per il momento, non riceve risposta.

Kyong è totalmente assente come figura nella vita del palazzo. Rifiuta qualsiasi contatto con Elisabeth, forse per paura che lei si ricordi del loro primissimo incontro (cosa che Elisabeth, però, non ha mai dimenticato).
Nel prossimo capitolo iniziano ad arrivare le prime risposte che Elisabeth cerca, ma chissà se saranno davvero quelle che la aiuteranno a collegare tutti i tasselli del puzzle!
Se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate.
Detto ciò vi saluto e vi do appuntamento a giovedì! ♥️
Buona serata

 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS) / Vai alla pagina dell'autore: serendipityh