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Autore: Yuna Shinoda    13/09/2009    0 recensioni
Blair non riusciva più a sopportare di essere stata rifiutata da Chuck.
Dopo tante delusioni, decide che è tempo di partire e lasciarsi la sua vita alle spalle, insieme a lui e tutto il resto. Parte così per New Haven per frequentare l'università dei suoi sogni, Yale...
Per degli strani casi della vita, tre anni dopo, Blair torna a New York dove si scontrerà nuovamente con il suo passato.
Sarà cambiato qualcosa da parte di Chuck in questi anni?
Post 2x17... SPOILERS LEGGERI
Genere: Romantico, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
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bho

No one will ever see
This side reflected
And if there's something wrong
Who would have guessed it
And I have left alone
Everything that I own

To make you feel like it's not too late

It's never too late


Never Too Late – Three Days Grace


Il tira e molla tra Chuck ed Eva durò ancora per un paio di altri giorni.

La donna non era mai soddisfatta, gli chiedeva di venirla a trovare spesso per fare l'amore, perchè ripeteva sempre che una volta sola non bastava, e quindi andava sempre a finire che lui si rifiutava perchè una sola volta era già stata un tradimento efficiente, e lei quindi non gli rivelava nulla dei presunti segreti che avrebbe dovuto sapere. Ma più prima che poi, questa storia sarebbe finita.

La donna, stranamente, aveva accettato una somma di denaro per sparire e rivelare ciò che sapeva, e finalmente Chuck si sentì un po' più sollevato. Almeno non avrebbe dovuto più mentire, anche se ormai il suo umore era a terra ogni volta che doveva nascondere queste bugie alla sua presunta donna, che intanto continuava a cercare informazioni sulla signora Menninson senza trovare nulla. Forse avrebbe dovuto proprio chiedere aiuto a Chuck, ma forse questo avrebbe destato un po' di rabbia in lui, accusandola nuovamente di essere gelosa. Poco importava.

Un mercoledì di una settimana dopo del primo incontro di lui con Eva, Blair decise a rivelargli l'incontro che aveva fatto qualche giorno prima, inconscia che la verità era più vicina di ciò che lei pensava o immaginava lontanamente.



Blair entrò esitando al Palace Hotel come mai prima d'allora, perchè sperava di non apparire una stupida ragazza gelosa agli occhi di Chuck. Il suo passo non era affatto veloce, ed anche se tra loro c'era una forte complicità e intimità negli ultimi giorni più che in passato, era un po' intimorita dalla sua probabile reazione.

Aveva seriamente paura che la gelosia mettesse paura a Chuck, invece che confortarlo, dato che in molti dicono che chi è geloso, in maggior parte, vuol dire che ama la persona di cui lo è.

Lei aveva paura che Chuck non lo capisse.

Così quando bussò alla sua porta, la sua mano fu più debole del solito rispetto alle altre volte.

“Chi è?” chiese lui con un tono strano, ansioso.

“Chuck apri. Sai chi è”

“Blair?” di nuovo un tono ansioso.

“Proprio io, devo parlarti”



Chuck, nella stanza, sentiva un vuoto nello stomaco.

Forse, se fosse stato solo, non l'avrebbe di certo sentito, ma questa volta, per uno strano caso del destino, non lo era. Lo stesso destino aveva voluto infatti che proprio quella mattina Eva, la donna delle tentazioni e dei segreti, decidesse proprio di andare da Chuck per andargli a rivelare cosa nascondeva con così tante forze, e aveva scelto proprio la sua stanza.



“Non posso aprire, non sono vestito” che scusa sciocca. E non era nemmeno una frase da Chuck Bass, ma fu la prima cosa che gli venne in mente.

“Non scherzare. Conosco meglio di te il tuo amichetto”

“Blair. Non posso e basta. Vattene”



Era evidente che lui la trattasse così bruscamente. Non voleva essere di certo scoperto in flagrante, anche se non stava facendo nulla di male... Ma sapeva la verità sarebbe salita a galla se lei avesse varcato quella porta. E Chuck non voleva. Almeno non così presto.

Ma non sapeva che Blair aveva la scheda per entrare in stanza, che aveva rubato qualche giorno prima alla reception per fargli delle sorprese in un determinato futuro.

Così lei inserì immediatamente la carta nella serratura, ed essa si aprì magicamente, mostrando un Chuck Bass attonito assieme alla sua ospite. Questo proprio non se l'aspettava. Blair era stata più furba di lui, inconsapevolmente.

La sua espressione già esitante divenne ancora più truce quando vide Chuck in compagnia di quella stessa donna che voleva fare il doppio gioco.



“Cosa significa?” chiese Blair con il tono che cercava di restare normale.

Evangeline fissò Chuck con una specie di mezzo sorriso, e poi tornò di nuovo su di lei.

“Non sa nulla?” chiese infine.

“No” rispose Chuck abbassando lo sguardo e stringendo i pugni.



In quel momento, Blair si sarebbe aspettata di tutto.

La presenza di quella donna nella stanza di lui, un luogo così sacro e privato che solo chi era davvero autorizzato da lui poteva varcare, la fece sentire insignificante all'improvviso.

Cosa ci faceva lì?

Per un secondo sperò di tornare indietro nel tempo e di rifletterci due volte prima di venire al Palace proprio a quell'ora per parlare a Chuck proprio di quella donna che adesso era lì davanti a lei e che da come aveva capito aveva condiviso qualcosa con lui.



“Cosa... Cosa dovrei sapere?” chiese Blair con il tono rotto.

“Mi sorprende che il tuo 'ragazzo' non ti abbia detto nulla. Eppure, quella sera all'hotel in collina sembravate troppo in sintonia, troppo perfetti come coppia” iniziò la giovane donna “invece mi sbagliavo di grosso. E' stato semplicissimo dividervi”

Lo sguardo di Chuck divenne immobile. Non aveva ben compreso il valore totale delle sue parole.

“Cosa intendi per dividerci?” Blair fece la domanda che lui aveva pensato.

La donna alzò un sopracciglio. “E' semplice. Ho giocato la carta della seduzione”

“Spiegati meglio” disse Blair, già furiosa e delusa.

“Io conoscevo Bart Bass. E lui conosceva profondamente me, ma non aveva messo in conto una cosa prima di morire... Ed è questo quello che ero venuta a riferire a suo figlio” si voltò verso Chuck, che corrugò la fronte.

“Allora? Cos'è?”

“Ci sto arrivando. Nemmeno lui lo sa, in effetti, e ha anche dovuto pagare un prezzo molto alto per scoprirlo” fece lei quasi viscida.

“Taglia corto” la incalzò Chuck, già troppo ansioso di trovarsi in quella stanza con le due donne.

“Come vuoi” rispose lei alzando entrambe le sopracciglia “e visto che c'è anche lei, risparmierai di dirglielo tu... Anche se dubito comunque che l'avresti fatto”

“Muoviti. Ho aspettato già troppo per la tua ingordigia” la incalzò nuovamente Chuck.

“Bene. Ecco, questo è tutto quello per cui tu mi hai sbattuta nel mio letto... Prendi”

Alla parola 'sbattuta' Blair desiderò davvero che fosse solo in senso metaforico e non letterale.

La donna porse una busta bianca a Chuck, che strappò la carta per leggerne subito il contenuto, sotto gli occhi attenti di Blair ed Eva.



“Si certifica che David Menninson è stato dichiarato dal test del DNA, figlio di... Bartholomew Bass Senior”

Chuck sbattè gli occhi, incredulo. Non poteva essere che Bart...

“E' un falso, nessuno ha il DNA di mio padre”

“Anche io ho le mie conoscenze, sai. Non ne dubiterei al posto tuo”

“E' impossibile” rispose lui secco.

“Invece no. Ed ho le prove che tu hai un fratello” prese dalla borsa una fotografia. Ritraeva lei incinta e Bart vicini, ma lui non aveva un'espressione tanto serena.

Chuck spalancò la bocca, ancora più incredulo di prima.

“Lo vedi, ecco una prova. E non finisce qui” disse lei con tono aspro “come figlio di Bart anche David ha diritto ad un'eredità”

“No. Il test sulla paternità non mi dice nulla di nulla. Io non ho un fratello”

“Lo vedremo. Farò di tutto perchè a mio figlio venga riconosciuto del suo defunto padre”

Chuck strinse di nuovo i pugni. “Vattene” sentenziò “e non farti più vedere. I soldi che ti ho dato ti basteranno per far vivere il tuo figliastro”

La donna corrugò la fronte, e la sua espressione divenne dura.

“Non finisce qui, Chuck Bass” disse, alzando il tono su Bass, ed uscendo dalla stanza con passi forti molto impressi nella moquette e sbattendo la porta alle sue spalle.



Erano rimasti soli.

Lui che fissava il pavimento e la finestra accanto a sé, e lei che stringeva la borsa tra le mani e che stava quasi sul punto di una crisi di pianto.



“L'hai... davvero... 'sbattuta nel suo letto'?” chiese Blair timorosa della risposta.

“Sì” rispose lui secco, fissando qualcosa davanti a sé per evitare di incontrare il suo sguardo.

“Bene. Allora non abbiamo più niente da dirci” disse lei, che girò in fretta i tacchi e corse via dalla stanza 1815, cercando di lasciarsi indietro Chuck.

Non aveva funzionato.


I don't believe I'll be alright
I don't believe I'll be OK
I don't believe how you've thrown me away
I do believe you didn't try
I do blame you for every lie
When I look in your eyes, I don't see mine


Skin – Alexz Johnson


Corse subito a casa, e si chiuse nella sua stanza. Non sapeva cos'altro fare.

Chuck si versò del whisky e cercò di dire a se stesso che sarebbe potuta andare peggio, ma era ben conscio che stava solo mentendo a sé stesso pensando così.

  
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