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Autore: Eilonwy of Prydain    08/04/2023    1 recensioni
Saga dell'Arcipelago Barbarico, Vol. I
Prima parte dell'epopea dei Cavalieri dei Draghi, ispirata alla saga di libri di Cressida Cowell e ai film d'animazione DreamWorks.
(Edizione 2020)
*****
Durante un'incursione notturna, la giovane discendente dei vichinghi di Hysteria sfida a duello il capitano delle truppe berkiane al fine di placare una vendetta di sangue.
Sarà il figlio del nemico a strapparla alla morte e a condurla nelle Terre del Nord, dove sarà la prima del suo popolo ad apprendere il segreto dei Draghi, cacciati da decenni nell'Arcipelago fin quasi all'estinzione.
Lo stesso fato che li rapirà alla loro terra e li costringerà a lottare per sopravvivere darà vita ai capisaldi di un sogno, volto a cambiare l'avvenire di due mondi. Ma l'annuncio della svolta, il passo verso ciò che sembra essere la fine di un'era, non è altro che l'inizio.
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astrid, Hiccup Horrendous Haddock III, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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PROLOGO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dalle «Memorie»
di Hiccup Horrendus Haddock III,
sovrano delle Terre Selvagge dell’Ovest
e Signore dei Draghi

 

 

 

 

Isola del Domani,
Terre Selvagge dell’Ovest,
Arcipelago Barbarico

Sunnudagr*,
estate dell’Anno Domini 423

 

 

 

 

Lo scalpitare d’ali delle creature del cielo si ripercuote ancora nel petto come un richiamo primordiale.

L’antico riverbero dei feroci sovrani dell’aria, predatori delle foreste oscure, pirati degli abissi marini.

Riprendo in mano questo libro solo adesso, al lume di una candela sul tavolo della mia stanza. La luna è piena, stanotte. C’è silenzio. Tutto tace e riposa. Mi sono alzato dal letto poco fa, ho camminato avanti e indietro, mi sono seduto sul davanzale per riprendere sonno, ma non ne sono capace. Non con questo senso di potenza, euforica leggerezza che mi tiene sveglio e che è tornato dopo anni a premere nel sangue.

Ho sognato di volare.

 

Sono rientrato un mese fa dalla mia ultima avventura — le responsabilità e l’impegno nelle mansioni del regno non sono bastati a reprimere la voglia di viaggiare. Mosso dall’ossessione della scoperta e dalla mia frenetica e instancabile curiosità, ho cominciato, molto tempo fa, a varcare i confini dell’Arcipelago. Mi sono spinto a sud-ovest, fino alle coste della Caledonia* e negli anni successivi ho scandagliato le falesie e i porti della Valentia e, oltre il Vallo, la Britannia.

Molti legionari hanno abbandonato i loro possedimenti, lasciando la Grande Isola a un convivio di lingue e culture e a un campo di battaglia, meta dell’esodo dei popoli conquistatori.

Ho visto le possenti mura di Londinium* stagliarsi contro la nebbia, le chiese e le strade di Durovernum*, costruite sotto il segno di Roma. Ho udito il silenzio delle preghiere dei monaci, le voci dei dialetti gaelici, le storie degli anziani woad* sulle gesta dei loro antenati. Ho bevuto dai calici d’argento con i nobiles della società sassone, ho salpato per le onde del Mare Germanico, alla vista delle navi dei pirati frisoni*, fino a raggiungere le coste nord della Gallia.

Ma il viaggio non dura per sempre, e col passare degli anni la fatica aumenta. Le mani si intorpidiscono, la pelle raggrinzisce e si macchia, la barba diventa bianca.

Sono vecchio. Queste gambe avvizzite non sono più quelle di una volta.

Torno spesso a Berk a trovare i vecchi amici, e camminando per le vie del villaggio cerco di immaginare quel chiasso che un tempo si scatenava tra i picchi rocciosi, sui tetti delle capanne, sulle vele delle langskip*.

E mentre percorro i corridoi di pietra di questo castello, costruito e poi abbandonato dal mio antenato Grimbeard* detto «il Terribile», dove s’insediò come capo del regno delle Terre Selvagge occidentali, guardo passare gli ultimi anni. È bello vedere che tutto il lavoro per ricostruire il regno ha dato i suoi frutti e ha portato l’armonia tra uomini e draghi. L’Isola del Domani è un sogno realizzato: rovine di antichi relitti che giacciono tra le scogliere lontane, bambini che giocano nei campi d’orzo, spiagge improntate dai piedi scalzi dei druidi che spiovono sulla bassa marea, le voci delle feste, i banchetti, i bardi che narrano le gesta dei grandi guerrieri.

 

Non si avvistano da molto tempo. Stanno scomparendo, senza lasciare tracce della loro esistenza. La gente comincia ad avere dubbi sul fatto che siano realmente esistiti. Sente gelare il sangue all’udire racconti su creature grandi come montagne, con sei occhi e denti lunghi come lance, capaci di incenerire un villaggio con un solo sbuffo.

Il ricordo perdura nella memoria dei pochi Cavalieri rimasti e vive ancora nelle poesie dei cantori che ne parlano come fossero miti e leggende.

Io ho volato con loro. Ho toccato il cielo con le mani. Ho visto le cose del mondo diventare piccole. Ho combattuto col fuoco e con gli artigli. Ho goduto dell’amicizia più bella che avessi mai potuto avere.

Se ne sono andati come se ne vanno gli attimi della vita. Mi chiedo chi abbia voluto la loro scomparsa. Forse era previsto nel ciclo della natura, continua produzione e distruzione delle cose, in questo mondo che si conserva di morti e di nascite, di autunni e primavere, di albe e tramonti. O forse è tutta opera dell’inesorabile, indifferente scorrere del tempo.

Le cose cambiano, si cancellano e cadono nell’oblio. Per questo vanno ricordate.

 

Sfoglio queste pagine e ho voglia di ripercorrere il cammino che ho affrontato ai miei vent’anni. Quando sono entrato per la prima volta in mondi sconosciuti; quando ho incontrato l’amore e ho combattuto sui monti di Villainy*.

Quando esploravo ogni angolo dell’Arcipelago e dormivo sotto le stelle, sulle cime delle scogliere.

Quando risuonava alto, dalle Terre Orientali, il pianto dei Draghi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sunnudagr: «domenica», nella lingua norrena. 
Caledonia: nome latino del territorio a nord della Britannia romana che corrisponde, in gran parte, all’odierna Scozia. 

Londinium: nome latino dell’odierna Londra. Fondata dagli antichi Romani a metà del I secolo, era famosa per le sue mura difensive (una delle più importanti opere di costruzione realizzate in Britannia). 

Durovernum: città fortificata della Britannia romana, oggi nota come Canterbury. 

Woad: il termine si riferisce alla popolazione dei Britanni (in particolare la tribù dei Pitti). Il nome woad fa riferimento alla pianta del guado (Isatis tinctoria) che questo popolo usava per dipingersi durante le battaglie. 

Frisoni: popolazione germanica che nel V secolo, insieme ai Sassoni, si diede alla pirateria nel Mare del Nord, fino alle coste britanniche.

Langskip: letteralmente «lunghe navi», erano le imbarcazioni utilizzate dai Vichinghi per scopi militari.

Grimbeard: Grimbeard il Terribile (Grimbeard the Ghastly) è citato nei libri di Cressida Cowell come il leggendario antenato di Hiccup Horrendus Haddock III. Fu fondatore di un regno sull’Isola del Domani (Island of Tomorrow) e della profezia degli Oggetti Perduti (King’s Lost Things): chi li avesse trovati e portati sull’isola, sarebbe divenuto il nuovo re dell’Arcipelago.

Villainy: isola citata nei libri e collocata nella parte meridionale dell’Arcipelago Barbarico, a nord di Hysteria.

 

 

 

 

 

 

   
 
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