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Autore: summerlover    11/04/2023    0 recensioni
Cosa succederebbe se Plagg si mettesse alla ricerca di tutti gli altri kwami in giro per i meandri del tempo? Cosa mai potrebbe combinare il pestifero gattino della distruzione se lasciato a piede libero con il suo amore infinito per il formaggio e la sua potenza cataclismatica?
Se volete scoprirlo, seguiteci in questa nostra piccola storia nata dal finale di "Ascolta il tuo cuore" di ladyheather83, e scritta a quattro mani in collaborazione tra l'autrice e summerlover, e dedicata ai festeggiamenti per il primo anno di attività del gruppo telegram ispirato a questa bellissima serie.
(questa storia è presente anche sulla pagina wattpad dedicata al gruppo https://www.wattpad.com/user/ContestFanfiction)
Genere: Avventura, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Alix Kubdel, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Plagg
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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PLAGG, alla ricerca dei kwami perduti

 

Capitolo 7

 

 

Plagg mordicchiò per l’ennesima volta il tappo del pennarello rosso con cui stava segnando i giorni sul calendario, sbuffando.

Il piccolo Dio della distruzione fece qualche rapido conto, riducendo gli occhietti verdi a due fessure, e preso da uno scatto d’ira improvviso, buttò per aria il tutto facendo arrivare il tappo del pennarello in testa a Nooroo, che pigolò per il colpo ricevuto.

-Plagg! - lo redarguì Adrien.

Il kwami ignorò palesemente il rimprovero del suo portatore, cominciando a sfogliare i vari mesi sul calendario e verificare quanto tempo fosse effettivamente passato da quando avevano recuperato tutti gli abitanti della Miracle Box... tranne una.

E la cosa lo stava facendo incavolare oltre ogni misura, a tal punto che se avesse potuto, avrebbe cataclismato ogni cosa gli si fosse portata a tiro.

L’unico neo era che il gattino si ritrovava circondato da scatoloni su scatoloni che contenevano tutto quello che poteva occorrere per accogliere un bambino in arrivo, e se avesse per puro sbaglio distrutto uno degli oggetti incredibilmente costosi, con ogni probabilità Adrien lo avrebbe legato a uno spiedo e fatto arrosto molto lentamente sopra il barbecue posto in un angolo del giardino.

-Si può sapere che sta succedendo qui? - chiese Marinette stizzita mentre scendeva la scala lentamente e con il fiatone. Ultimamente era parecchio irascibile a causa del peso che portava sul davanti e le caviglie gonfie che non le permettevano di fare un passo in più del normale.

Infatti, erano passati diversi mesi dall’ultimo viaggio nel tempo e non era arrivata nessuna notizia da parte di Alix.

E la coppia di fidanzati stava decisamente cominciando a preoccuparsi, non tanto perché la stramba rossa facesse silenzio stampa, ma a causa degli scatti nevrotici di Plagg, che non soltanto stava diventando ingestibile, ma addirittura anche gli altri kwami lo evitavano come se fosse stato la morte in persona.

Adrien andò incontro alla fidanzata prendendole la mano per aiutarla a scendere gli ultimi scalini, osservando come la beniamina delle piccole creature salvate dai meandri del tempo fosse sorvegliata H 24, con sempre almeno 3 kwami al seguito. Nemmeno al bagno la corvina riusciva a rilassarsi, a tal punto che si era ritrovata a dover esplodere in un eccesso di ira quando Barkk e Daizzy avevano cercato di infilarsi nella vasca da bagno insieme a lei.

-Le solite, tesoro. - spiegò il biondo con un sorriso. - Plagg sta dando di matto come sempre.

-HIO NOH DHO DI HATTO!! - urlò il kwami nero sbucando dalla porta della cucina con un enorme pezzo di caciotta tra le fauci.

Marinette scosse la testa rassegnata, ormai abituata agli eccessi di quel pestifero gattino nero, che quando non poteva dare sfogo alla sua indole distruttiva si buttava a capofitto a mangiare qualunque tipo di formaggio presente in tutta la casa, senza fermarsi neanche davanti ad una mozzarella senza lattosio.

-Eviterei di mangiare con la bocca piena se fossi in te, Plagg. - disse la corvina. - A parte il fatto che non si capisce nulla di quello che dici, non sei un bello spettacolo, lo sai?-

Il dio della distruzione si limitò a bofonchiare qualcosa, tornandosene poi diretto in cucina per scofanarsi qualsiasi cosa potesse capitargli a tiro.

I due ragazzi non ebbero nemmeno il tempo di provare a rimproverare quell’impiastro nero svolazzante che una luce azzurrina si materializzò nella stanza, facendo comparire Bunnix che andò a inciampare contro uno scatolone posato proprio in quel punto, provocando un rumore sospetto di oggetti rotti al suo interno.

-Alix, quello mi è costato una fortuna! - si incupì Adrien, cercando di capire se il tutto fosse salvabile.

-Io non mi dispererei se fossi in te. Quel coso non vale nemmeno un centesimo di quanto lo hai pagato. - rispose l’eroina coniglio rimettendosi in piedi. - A meno che tu non voglia dare fuoco a qualche peluche.

Davanti a quell’affermazione, Marinette decretò che quell’arnese ormai rotto e ancora imballato avrebbe trovato una dimora molto più appropriata nella discarica cittadina.

Adrien si vide costretto a obbedire senza possibilità di replica, dato che la sua dolce metà fu subito attorniata da diciassette kwami con l’espressione arrabbiata sui musetti.

Plagg schizzò dalla cucina come una pallina da tennis impazzita appena sentì il portale aprirsi e il pezzo di emmental svizzero che teneva saldo tra le zampette gli cadde dalle mani per l’agitazione, andando a finire in faccia proprio alla Guardiana del Tempo.

-Screanzato! - borbottò l’eroina coniglio, controllando il suo inseparabile Miraculous a forma di orologio da taschino.

-A proposito, come mai ti fai viva solo ora? - domandò Marinette rivolta all’amica.

La rossa guardò la corvina come se le fossero spuntate le corna sulla testa, per poi cadere improvvisamente dalle nuvole nel suo classico stile personale.

Oh, sì... giusto... - blaterò Bunnix, cominciando a tirare fuori da un enorme sacco degli abiti in lino con tanto di accessori annessi. - E’ ora che torniamo in Egitto e completiamo la nostra missione!

 

****

 

 

La luce azzurra del portale del tempo di aprì direttamente nel grande salone, al cospetto di Cleopatra in persona.

La faraona egiziana guardò i suoi ospiti inattesi farsi avanti avvolti in tipiche tuniche di lino bianco della media borghesia, osservando con aria quasi schifata la rotondità del ventre della corvina, chiedendosi come una donna potesse accettare di buon grado di vedersi deformare il proprio corpo per mettere al mondo il figlio di un uomo.

Al fianco della regina se ne stava Tikki con l’aria sconsolata, avvertendo subito su di sé lo sguardo penetrante del suo gattino nero che stava cercando di tranquillizzarla e che presto quell’incubo sarebbe finito.

-Vedo che siete tornati. - pronunciò con un tono annoiato Cleopatra, posando indifferente il mento sulla mano. - Volete di nuovo infastidirmi con le vostre inutili richieste che nemmeno ascolterò?

A quelle parole, Plagg scattò in avanti infuriato, oltrepassando la spalla del suo portatore.

-Ridammi zuccherino! - urlò il piccolo dio della distruzione brandendo la zampa come fosse un pugno.

Cleopatra rise alle parole della piccola creatura nera, con l’idea che gli stranieri non avessero ancora compreso di quanto lei fosse potente nel mondo conosciuto.

-E sarai tu a impormi di ridare la libertà al mio animaletto da compagnia? -proferì l’egiziana, sorridendo con fare diabolico. – Ma fammi il piacere, sei solo un insetto fastidioso.

Plagg per poco non si fece uscire il fumo dalle orecchie: come si permetteva quella vecchia non ancora mummia rinsecchita di apostrofare in quel modo Tikki?

Il gattino nero stava per partire all’attacco con la zampetta alzata e pronto a dare fuoco a tutto ciò che stava mettendo in mezzo tra lui e il suo zuccherino, se non fosse stato fermato dall’intervento improvviso di Marinette.

-Non siamo qui per andare contro la tua volontà, regina d’Egitto, - cominciò la corvina, scandendo bene ogni singola parola. - Ma sai che dobbiamo riportare a casa con noi la kwami rossa che ti ostini a voler tenere con te. Per cui, se saremo costretti, combatteremo.

Il silenzio calò nella grande sala.

Plagg e Adrien guardarono Marinette con ammirazione e stima.

Le guardie si stavano osservando tra di loro, non sapendo cosa fare, perché nessuno aveva mai osato parlare in quel modo alla loro sacra regnante.

Dal suo trono, Cleopatra si stava studiando indifferente le unghie delle mani, volgendo poi lo sguardo sulla donna straniera che la stava apertamente sfidando, e accennò un bel volto ad un sorriso diabolico: se voleva la guerra, allora l’avrebbe avuta.

Ma alle sue regole.

-Se la metti così, allora faremo insieme un gioco. Una partita. e chi vincerà si terrà la creatura rossa.- decretò la regina. - Ed anche la piccola peste nera.

-Ci sto!- Rispose Marinette determinata più che mai a riportare nel suo tempo anche l’ultima creatura della Miracle Blox, attirando su di sé gli sguardi sconcertati di Adrien e Plagg, nonché quello di ammirazione della kwami rossa.

 

****

 

La balconata coperta era una vera e propria manna dal cielo per proteggersi dal caldo rovente d’Egitto.

Al centro era stato posto un piccolo tavolo quadrato ornato con pregiate finiture a colori sgargianti e al centro era stata posta una scatola con piedini di cammello, il cui coperchio era ornato con una palma stilizzata e con diversi fori lungo il bordo e affianco al tronco della pianta.

Marinette e Cleopatra stavano sedute una di fronte all’altra, e la regina era più che sicura che avrebbe vinto.

-Cani e Sciacalli. - pronunciò l’egiziana, estraendo da un cassetto interno della scatola degli oggetti.

A una prima occhiata, quegli affari assomigliavano a lunghi spiedi da arrosto con teste di cani e sciacalli scolpite a una estremità, mentre quello che somigliava a un dado aveva varie facce colorate sui lati.

-Non conosco questo gioco. Mi puoi spiegare le regole? - chiese la corvina in modo educato.

Cleopatra gongolò dentro di sé, non credendo che sarebbe stato ancora più facile del previsto battere la straniera, ma ignorava che Marinette era sempre stata molto abile nei giochi di strategia e società, non a caso, vinceva sempre contro Adrien a Monopoli.

-E’ molto semplice, - spiegò la faraona. - Ognuno di noi ha cinque pedine, si tira il dado e si avanza di tante caselle quante il risultato ottenuto. Chi porta fuori per prima tutte le sue pedine dal percorso vince la partita.

A Marinette quel gioco sembrò parecchio semplice, e si dichiarò pronta a iniziare la partita, non era molto diverso dal classico Gioco dell’Oca.

Cleopatra scelse per sè gli sciacalli, e come precisato dalle regole illustrate da uno degli schiavi che aveva preso posto vicino al tavolo per via dell’ufficialità della cosa, gli sciacalli muovevano per primi.

Al primo lancio, la regina d’Egitto non ottenne nessuna faccia colorata sul dado, muovendo così la sua prima pedina di ben cinque caselle sul coperchio della scatola.

Marinette prese titubante tra le mani lo strano dado, lanciandolo sul ripiano del tavolo, e osservando le due faccette colorate che apparvero, prendendo poi uno dei suoi spiedi e facendolo avanzare di due caselle.

L’egiziana riprese tra le dita il dato, e con un abile gioco di polso, riuscì a far posizionare il dato proprio sul risultato che voleva lei, facendo comparire ben quattro facce colorate e posizionando così la sua seconda pedina sul percorso scelto in precedenza.

La partita si svolse così in modo tranquillo e silenzioso, con soltanto la voce dello schiavo che ricordava le regole del gioco man mano che queste si presentavano.

Adrien era tutto un fremito e Plagg non riusciva a proferire parola alcuna.

Cleopatra era già riuscita a posizionare tutti i suoi sciacalli sul percorso, ed era piuttosto vicina al traguardo; Marinette, invece, era appena riuscita a far muovere di poco i tre cani che aveva posizionato, ritrovandosi sempre a vedere le sue pedine avanzare di poche caselle alla volta.

Quello che la corvina non sapeva era che l’altra era molto abile nel lanciare il dado per poter così ottenere il risultato che più le serviva in quel momento, e sfruttando al massimo questa sua dote, Cleopatra era più che certa che entro poco avrebbe sconfitto la straniera e non soltanto si sarebbe tenuta il suo animaletto rosso da compagnia, ma anche quell’altro fastidioso esserino nero che la stava guardando male da quando le era comparso davanti agli occhi.

 

****

 

Marinette si mordicchiò di nuovo l’unghia del pollice, nervosa per non riuscire a fare nessun progresso sulla scacchiera decorata.

Cleopatra era già riuscita a far terminare il percorso a due dei suoi sciacalli, mentre a lei mancava solo una delle pedine da far entrare nel tabellone, invece le altre non avevano ancora superato la metà.

Marinette si passò sulla faccia una mano asciugandosi così il sudore dalla fronte, poi chiese gentilmente dell’acqua alla sovrana e questa ordinò subito al suo schiavo di portare la brocca fresca.

Del resto era pur sempre dinnanzi a una donna incita.

La regina d’Egitto fece avanzare di due caselle uno dei suoi spiedi prima di passarle il dado, e la corvina tirò senza pensare troppo, il caldo le stava annebbiando la vista.

-Una faccia. - decretò la voce dello schiavo. - Il cane di muove di una casella e la straniera lancerà di nuovo il dado.

Marinette, Plagg e Adrien sobbalzarono a quelle parole, guardandosi di sottecchi tra loro per cercare di capire cosa stesse succedendo. Nessuna delle due avversarie aveva mai ottenuto una faccia colorata sul dado, e la regola non era mai stata menzionata fino a quel momento.

La corvina posizionò una delle sue pedine all’inizio del percorso, lanciando poi di nuovo il dado, che senza fare troppi complimenti rotolò fino a far comparire una singola faccia colorata.

Marinette si ritrovò così a riuscire a muovere di nuovo i suoi cani, tirando ancora, ancora, e ancora, non capacitandosi della fortuna che aveva finalmente deciso di sorriderle.

Al decimo tiro fortunato della stilista, Cleopatra trattene a stento un ringhio frustrato nella gola, osservando come quella creatura nera irriverente la stesse prendendo per i fondelli.

Plagg si stava divertendo un mondo a ridersela sotto i baffi, non nascondendo che tutta quella situazione, non solo lo stava mettendo di buon umore, ma li stava anche portando sempre più vicini a riprendersi zuccherino e riportarla a casa.

 

****

 

Marinette stava ringraziando la buona stella che aveva deciso di aiutarla in quella che sembrava un’impresa quasi impossibile, nel momento in cui faceva uscire la sua pedina dal percorso, arrivando così in parità con Cleopatra a ottenere a testa l’ultimo spiedino infilzato nel tabellone.

La regina egiziana stava ormai per perdere del tutto le staffe, non riuscendo più a concentrarsi a dovere per mettere in pratica il suo abile gioco di polso e far così uscire il risultato che le serviva per vincere, e sapeva che era davvero questione di poco se voleva avere tra le mani il potere illimitato di entrambe le creature magiche e scatenare così la potenza necessaria per poter dominare tutto il mondo conosciuto.

Marinette fece l’ennesimo lancio, ottenendo un quattro e spostando la sua pedina, arrivando alla distanza di appena tre caselle rispetto alla fine del percorso, trattenendo il respiro perché la pancia s’indurì di colpo e rilasciando l’aria quando quella sensazione sparì.

Cleopatra afferrò a sua volta il dado e lo lanciò di corsa sul ripiano di legno del tavolo, ottenendo un due secco, e sorridendo con fare trionfante, portò il suo sciacallo a giusto una casella di distanza dal traguardo, ormai gongolante e sicura di avere la vittoria in pugno.

La corvina tirò di nuovo, osservando come il legnetto girasse su sè stesso prima di fermarsi e mostrare a tutti il risultato comparso.

Adrien si grattò nervosamente la testa; Marinette non sapeva da che parte guardare; lo schiavo accanto al tavolo non sapeva cosa dire a riguardo per non incorrere nelle ire della sua regina; e la stessa Cleopatra si ritrovò con la bocca aperta per quanto stava osservando.

Solamente Plagg si mosse dalla spalla del suo portatore per andare ad afferrare il cane rimasto a Marinette e cominciare a muoverlo.

-Uno, due, tre... - stava canticchiando il dio della distruzione mentre faceva saltellare la pedina nei vari fori. - Quattro... questo cane è tutto matto! - intonò ancora il kwami buttando lo spiedino in mezzo agli altri davanti alla corvina. - E cinque... questo gattino VINCE!

Senza tanti complimenti, Plagg si fiondò diretto verso zuccherino, oltrepassare senza problemi le barriere che si erano dissolte nel nulla, e afferrata saldamente per la zampetta trascinare Tikki verso Marinette e Adrien.

Cleopatra stava ancora fissando la scacchiera dove il suo sciacallo se ne stava solo e sconsolato a testimoniare della sconfitta appena subita da parte della regina di tutto l’Egitto.

La donna alzò poi lo sguardo sul quadretto degli stranieri che non solo l’avevano battuta a quello stupidissimo gioco, ma che si erano portati via il suo animaletto rosso, e presa dalla rabbia, afferrò saldamente il tavolo e lo scaraventò di lato.

Adrien aveva appena fatto a tempo a spostare la fidanzata, avendo attivati tutti i suoi sensi di gatto e le si era parato davanti per proteggerla, scrutando nervoso l’egiziana che aveva cominciato a dare ordini alle sue guardie di arrestare gli stranieri.

Fortuna volle che nello stesso istante la luce azzurra del portale si manifestò, e Bunnix fece cenno ai suoi amici di passare veloci attraverso il buco della sua tana ed evitare così le lance delle guardie.

Il portale si richiuse appena poco dopo che Cleopatra era riuscita a scagliare all’interno della tana una sedia di legno, evitata per un pelo dai presenti perché tutti avevano abbassato la testa.

-Ha sempre avuto un carattere un pelino suscettibile... - borbottò Bunnix, risistemandosi le orecchie ben diritte sulla testa, osservando poi la scenetta che si stava svolgendo.

Plagg stava guardando fisso negli occhietti la coccinella, rimirandola come se fosse stata la cosa più preziosa di tutto l’universo intero, fatta eccezione forse solo per il camembert.

Il portale si aprì direttamente nel grande soggiorno di Villa Agreste, facendone uscire i nostri eroi e zittendo tutti i kwami presenti che se ne stavano belli beati a giocare tra di loro con le varie diavolerie tecnologiche del mondo moderno di cui l’intera dimora era dotata.

L’eroina del tempo sciolse la trasformazione, lasciando così libero Fluff di riunirsi con i suoi amichetti, e restando infine tutti quanti ad osservare Tikki finalmente tornata a casa.

L’intero gruppo dei kwami esplose in una volta sola in un grido di giubilo, mentre si dedicavano ai festeggiamenti, e l’atmosfera nella stanza era elettrizzata da allegria e affetto reciproco.

Adrien incrociò le braccia davanti al petto, guardando con un sorriso sereno e tranquillo le piccole creaturine che gli avevano scombinato l’esistenza, ma di cui alla fine non avrebbe di sicuro più potuto fare a meno.

-Saranno dei gran combinaguai, - cominciò il biondo.

-Adrien... - rispose di rimando Marinette, posandogli una mano sul braccio piegandosi su sé stessa dal dolore lancinante.

-... ma sono davvero adorabili...

-... Adrien...

-... mi dispiacerà davvero molto...

-... Adrien...

-... quando se ne dovranno...

-Adrien...

-... andare...

-ADRIEN!

La corvina urlò l’ultima parola, attirando infine l’attenzione del fidanzato.

-Che c’è? - chiese un po’ irritato dal fatto di essere stato interrotto, ma ritrovandosi in vece subito preoccupato davanti alla scena che gli si presentò davanti.

Marinette si stava tenendo una mano sulla pancia prominente con un’espressione di dolore sul viso, mentre un liquido chiaro le inzuppava la veste fino a colare sul pavimento di marmo lucido.

-I-io credo che... che... - provò a dire la corvina. - ... forse sia i-il... caso di chia-amare un’ambulan...za...

-In orario perfetto! - dichiarò Alix, battendo un dito sul quadrante del suo orologio.

 

 

angoletto autrici:

eccoci arrivati alla fine delle avventure di Plagg nei meandri del tempo, ed ora che tutti i kwami sono stati riuniti, direi che i nostri eroi possono godersi il meritato riposo.

Resta solo l’epilogo di questa storia scritta con tanta passione e tanto amore a quattro mani, dalle vostre

Ladyheater83 & summerlover

 

 

   
 
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