Carissime lettrici, ho deciso di pubblicare questa ff che non a nulla a che fare con "tutto per una gomma bucata". Uno dei personaggi è comunque Annalisa, anche detta Lisa, che mantiene QUASI tutte le caratteristiche della ff che scrivo insieme alla mia socia annina94, ma il suo personaggio, Anna, farà comunque parte di questa fic.
Spero che la leggerete in molti e che mi facciate sapere i vostri preziosi pareri. Un saluto a tutti.
Questa ff la vorrei dedicare a quattro persone: la mia mitica "gemellina" Rebeca, che per me c'è sempre e che sta sempre dalla mia parte. Ti voglio un bene che nemmeno immagini! Le mitiche Valeria e Veronica, che, inconsapevolmente mi ispirano ogni giorno e con le quali faccio le cose più assurde, come improvvisare un concerto dei JB fra i ferri degli operai. Prima o poi ci sgrideranno amiche mie... E per ultima, ma non meno importante, Anna, senza di te non sarebbe lo stesso, come faremmo se no a scrivere le nostre cretinate? Grazie
Dopo questi ringraziamenti sdolcinati vi auguro una buona lettura.
Keep It Real
Living life, life in the fast lane
Not that bad, know we cant complain
Whose to say that we wont keep it real
Hold on tight, don't you dare let it go
Now's the time let the whole world know
You can shine bright, but still keep it real
(Keep It Real- Jonas Brothers)
“Se
ne sono andati!” esultò Rebeca, colta da un attacco di gioia
e, probabilmente, se non fosse stata in mezzo all' aeroporto di LA,
avrebbe iniziato a saltare.
“Già,
era ora che mamma e papà andassero in vacanza e che, quindi, ne
concedessero una anche a noi” sorrise Annalisa, pensando già
alle varie cose che lei e sua sorella avrebbero potuto fare, in
assenza dei genitori.
Le
due ragazze avevano infatti convinto i genitori a prendersi un mese
di riposo e a lasciarle a casa da sole. Loro, all'inizio, non
sembravano molto convinti dell'idea, ma alla fine avevano
acconsentito dato che Rebeca aveva diciotto anni e Annalisa
diciassette e pensavano, quindi, di potersi fidare.
Reby,
così era chiamata da tutti, guardò la sorella e disse con un'aria angelica
“Non ti pare sia ora di iniziare a usare queste splendide carte di
credito che ci hanno lasciato?”
Lisa
sorrise e rispose “Ma certo, avrei giusto visto un nuovo vestito
esposto da Gucci che implora di essere comprato...”
“E
che Gucci sia” acconsentì l'altra.
Lo
shopping era una delle svariate cose che accomunavano le due sorelle.
Erano due patite, forse un po' di più la seconda, ma la prima
veniva subito dopo. Le due passavano ore nei negozi e nelle boutique
più rinomate della città, dando fondo al patrimonio
familiare.
Fra
un vestito e l'altro Lisa chiese alla sorella “Che cosa facciamo
questa sera? La passiamo in casa o usciamo? Io pensavo che magari...”
Lisa
non fece in tempo a finire che Reby la interruppe imbarazzata “Ehm,
ecco... Io questa sera esco con Luca.”
“ Con
chi?” chiese la minore, irritata dal fatto di averlo scoperto solo
ora.
“Luca.
E' il nuovo ragazzo con cui mi vedo” rispose lei.
Non
era possibile. Lisa voleva molto bene alla sorella, ma non sopportava
di essere messa da parte in quel modo.
“Perché
non esci con Vale e Very?” propose la
maggiore, quando ormai avevano raggiunto la macchina.
“Sai
benissimo che non ci sono, perché sono partite anche loro.” disse l'altra, innervosendosi.
“Allora
perché non vieni con me e Luca? Non penso che sia un
problema...” e così dicendo iniziò a rovistare nella
borsetta, alla ricerca del cellulare.
“Lascia
perdere, non ho voglia di fare il terzo incomodo. Vorrà dire
che me ne starò a casa. Magari ordino una pizza e mi guardo un
film.”
“Sarebbe
ora che ti trovassi un ragazzo. Di ammiratori ne hai, ma tu sei
troppo esigente.” commentò Rebeca.
Annalisa
non rispose. Di nuovo con questo discorso. Non ne poteva più.
Che colpa ne aveva lei se nei suoi sogni c'era il Principe Azzurro? Che
colpa ne
aveva se i ragazzi che conosceva erano tutti uguali? Certo, con
qualcuno era stata, perchè la sorella aveva ragione, gli
ammiratori non le
mancavano, dato era una bella ragazza: aveva capelli lisci e
castani lunghi fin sotto le spalle e occhi scuri, era alta, magra,
con una buona dose di amor proprio e una vera e propria fissa per i
vestiti. In effetti non si differenziava molto dalla sorella
fisicamente, tranne per il taglio di capelli, ma ciò che le
rendeva diverse era il carattere. La prima era più realistica,
con i piedi per terra, mentre la seconda era piena di sogni e voleva
sentirsi una principessa. E poi i gusti... erano una battaglia
infinita.
Quando
arrivarono a casa Rebeca iniziò a prepararsi per la serata:
sarebbero andati al cinema. Annalisa, invece, si sedette davanti alla
TV per fare un po' di zapping.
“Se
vuoi puoi sistemarmi i capelli, ti lascio carta bianca” urlò
la prima, dal bagno. Sapeva che la sorella minore aveva un pallino per i capelli e che mettendosi nelle sue mani avrebbe
ottenuto sicuramente un ottimo risultato.
“Va
bene, arrivo, ma solo perché in televisione non c'è
nulla che mi interessi.”. Non era vero o, almeno, lo era in parte.
Lei non riusciva a restare arrabbiata troppo a lungo con la sorella.
Le voleva troppo bene. Poi, comunque, sullo schermo stava passando un
video musicale di tre tipi, che cantavano su una nave.
Dopo
una buona mezz'ora la pettinatura di Rebeca era pronta: Annalisa le
aveva arricciato i capelli, rendendoli molto diversi dal suo liscio
naturale, forse anche troppo liscio...
“Non
è possibile! Guarda quanta lacca devo usare per tenerteli su!”
sbuffò la minore.
“Non
preoccuparti, sono apposto. Grazie mille sorellina e scusami. Ti
racconto tutto appena torno a casa.” e detto questo uscì
dalla porta di casa.
“E
io, ora, che faccio?” si chiese Lisa, appena la porta si fu
rinchiusa.
Decise
di prendere il telefono e di ordinare una pizza, poi accese la
televisione. Ancora quei ragazzi, ma cos'era successo? Avevano
monopolizzato il canale? Questa volta si stavano presentando: “Ciao
a tutti sono Joe, io sono Nick e io sono Kevin e noi siamo i Jonas
Brothers”
Spense
subito la TV, non tanto per quei tre, ma perché si annoiava. A
lei non piaceva stare da sola, mentre in compagnia era piena di
energia e non stava mai ferma, diventando una pazza scatenata. Le sue amiche, però, non erano a
casa e
sua sorella l'aveva abbandonata per un tipo, che nella migliore delle
ipotesi sarebbe durato una settimana. Rebeca era sempre stata
così:
quando c'era un ragazzo carino non perdeva tempo e se non era il suo
tipo il tutto finiva entro pochi giorni. Lisa non capiva cosa ci
fosse di romantico in tutto questo. Dato che era una bella serata,
fresca, ma serena, decise di aspettare il fattorino, in giardino . Si sedette sul dondolo vicino al vialetto e aspettò.
Passò mezz'ora, ma non si vedeva ancora nessuno... La pizza
sarebbe arrivata fredda e avrebbe preteso lo sconto. Passò un
altro quarto d'ora e l'ordinazione non si vedeva.
L'aria
tiepida le sfiorava il viso e lei pensò che non ci fosse nulla
di male se chiudeva un po' gli occhi, ma così facendo si
appisolò.
****
Un ragazzo stava passeggiando per strada pensieroso e di certo non
stava pensando a dove andare, perché, in effetti aveva solo una vaga idea
di dove si trovasse, ma era lo stesso. I suoi fratelli se l'erano
appena presa con lui, perché aveva rivelato alla madre, per
sbaglio, sia chiaro, il suo regalo di compleanno. Nick e Kevin non
l'avevano presa troppo bene e l'avevano mandato fuori, mentre loro
avrebbero cercato di rimediare. Il perché di tanta segretezza
lui non lo capiva, era pur sempre un regalo, anche senza la
sorpresa.
A
un certo punto alzò lo sguardo e vide una persona addormentata
su un dondolo in giardino. Non era proprio un bene, con i tempi
che correvano, che una ragazza stesse da sola a quell'ora, in un posto
così isolato e per di più in quelle condizioni.
Joe
si avvicinò silenziosamente, non voleva svegliarla,
perché probabilmente lo avrebbe riconosciuto e avrebbe avuto un
infarto.
E' davvero molto carina pensò lui qui attira troppo l'attenzione, ma cosa posso fare?
Decise, allora, di sedersi accanto a lei: prima o poi si sarebbe svegliata.
Joe Jonas era
fatto così, per lui ogni ragazza era speciale e non poteva
rifiutarsi di seguire il suo spirito cavalleresco. Era una delle tante
cose che lo accomunava con i suoi
fratelli. Erano un po' all'antica,
forse, ma erano dei bravi ragazzi e questo faceva impazzire le loro
numerosissime fans.
Chissà se mi conosce si chiese il ragazzo, ma poi si rese conto che era una domanda stupida. Chi non conosceva i mitici JB?
La
ragazza, sentendosi osservata, aprì gli occhi e guardò
con stupore e un po' di timore il nuovo arrivato. Quando lo
osservò meglio si rese conto di averlo già visto prima.
"Ma
tu sei..." iniziò lei. Joe si preparò mentalmente ad un
urlo, ma rimase colpito quando lei prese a fissarlo intensamente.
"Tu
sei il tizio che ho visto in televisione prima. Com'è che ti
chiami? Aspetta, non dirmelo... John... Josh...Jack... no di sicuro non
Jack... Com'era..."
Quei
tentativi di indovinare il suo nome fecero sorridere il ragazzo. Mai
una ragazza lo aveva riconosciuto, ma non si ricordava il nome.
"Joe" le suggerì lui.
"Ci stavo arrivando." disse lei, poco convinta.
"Certo"
"Comunque,
cosa ci fai qui? Insomma, sei una star, o almeno così pare.
Perché sei seduto qui?" chiese un po' diffidente.
"Ti
ho vista mentre dormivi e ho pensato che non fosse una cosa sicura
lasciarti sola. Non è il caso che entriamo in casa? E' abbastanza
buio." disse il ragazzo, tranquillo.
Lisa
restò un po' spiazzata. Quello sconosciuto si era appena auto-invitato
a casa sua con una calma assoluta, e non era uno sconosciuto
qualsiasi... era un cantante. Eppure sentiva di potersi fidare di lui,
quel sorriso le infondeva sicurezza.
Joe,
dal canto suo, non sapeva perché si fosse auto-invitato. Forse
perché non sapeva dove andare, o forse perché almeno
avrebbe avuto qualcuno con cui parlare, nemmeno a lui piaceva la
solitudine e poi se quel qualcuno era una ragazza, ancora meglio.
"D'accordo
vieni. Io starei ancora aspettando la pizza che ho ordinato, ma il
fattorino sembra che non abbia voglia di farsi sentire..." disse Lisa,
con lo stomaco che le brontolava.
"Come hai detto che ti chiami?" chiese Joe, ricordandosi che non conosceva ancora il nome della ragazza.
"Annalisa, ma quasi nessuno mi chiama così, tutti preferiscono abbreviarlo con Lisa." spiegò lei.
Una
volta entrati il cantante notò che la casa era molto grande.
Aveva tre piani ed era molto spaziosa ed accogliente. Gli
ricordò molto casa sua.
"Cosa ci fa un ragazzo come te in giro da solo? Pensavo che quelli come te girassero sempre scortati..." chiese la ragazza.
"E cosa ci fa una ragazza come te, da sola e addormentata in giardino?"
"E'
una storia abbastanza lunga, ma te l'ho chiesto prima io,
perciò..." disse Lisa, deviando il discorso. Era ancora
abbastanza seccata del bidone tiratole dalla sorella.
"Di
solito è così, ma diciamo che oggi sono stato più
o meno cacciato di casa dai miei fratelli." rispose Joe.
"Ah,
allora siete fratelli veramente! Pensavo fosse solo il nome della
band, sai, una di quelle trovate da casa discografica." disse Lisa, cominciando a capire qualcosa di più sui tre
ragazzi.
"No no,
io sono il fratello di mezzo. Quello più grande è Kevin,
che ha quasi ventidue anni, poi ci sono io, che ne faccio venti il mese
prossimo e infine c'è Nick che va per i diciassette."
"Allora ha la mia stessa età, io ne ho fatti diciassette a marzo." disse.
"Sai
forse potrei farteli conoscere, sono molto simpatici, anche se io sono
il migliore." si lodò il vocalist. La modestia non era mai stato
il punto di forza di Joe, ma quello che lui non sapeva, era che la
persona davanti a lui, ne aveva molta meno.
In
quel momento suonarono alla porta. Era il fattorino, che, finalmente,
aveva portato la sua benedettissima pizza. Lisa aprì la porta,
pagò l'uomo e si sedette a tavola.
"Beh,
ora tolgo il disturbo. Vorrai mangiare in pace e io ti ho almeno fatto
un po' di cultura sulla band più forte di tutto l'universo." E
così dicendo il ragazzo si alzò, ma Lisa lo bloccò.
"Se non è un problema per te vorrei sapere di più sui Jackson Brothers." disse lei. In effetti non aveva molta voglia di restare a casa da sola, lei detestava la solitudine con tutta se stessa.
Joe scoppiò a ridere sentendo il nome della sua band storpiato in quel modo.
"Ehi baby io
pretendo un pagamento per le informazioni utili che ti do. Sai, non
rifiuterei un po' di quella pizza se tu me la offrissi..." disse il
giovane, accennando alla scatola ancora chiusa.
La ragazza, ridendo, gli prese un piatto ed iniziò a tagliarla in quattro pezzi.
Mentre
mangiavano Joe iniziò a raccontargli tutto su di loro: la loro
carriera, la loro musica, la loro vita da fratelli. Dal suo modo di
parlare capì che lui, Kevin e Nick si volevano molto bene.
"Tu invece hai fratelli?" chiese lui, curioso di sapere qualcosa di più su Lisa, dato che aveva parlato quasi solo lui
"Oh
sì, ho una sorella più grande, Rebeca. Ha la tua
età, ma questa sera è uscita con il suo nuovo ragazzo."
pronunciando la parola ragazzo fece una smorfia.
"Non ti piace?" s'informò il ragazzo.
"No,
è che non lo conosco. Ne cambia uno a settimana, non riesco
neanche più a starle dietro. Una sera mi racconta di quanto sta
bene con uno e poi, la sera dopo, mi dice che sta benissimo con un
altro. Io le voglio molto bene, ma a volte non la capisco proprio."
"E i tuoi genitori?"
"Loro
sono partiti oggi per una vacanza e ci hanno lasciate qui da sole, cosa
che a me andrebbe benissimo, se mia sorella passasse un po' più di tempo con
me." si lamentò lei.
Annalisa
non riusciva proprio a capire perchè continuasse a confidarsi
con Joe. Forse perché sembrava assomigliarle sempre più,
man mano che si parlavano.
A un certo punto si sentì un cellulare squillare; era quello di Joe.
"Ehi fratellino, come va?" chiese lui, tranquillamente.
"Joe
abbiamo rimediato al danno che hai combinato quindi ora puoi tornare a
casa. Dove sei?" chiese Nick, all'altro capo del telefono.
"Oh, sono qui con una ragazza..."
"Una fan?"
"Non proprio."
"Allora ne sarà contenta la tua Camilla..."
"Nick, non fare il cretino. Sai benissimo quello che provo per lei." ribattè Joe.
"Quando tu capirai quello che lei non prova per te sarà troppo tardi, ma non è il momento di parlarne. Vieni qui."
"D'accordo,
ciao" Il ragazzo riattaccò e disse rivolgendosi a Lisa "Ora devo
andare, è stato molto piacevole parlare con te, magari potrei
passare domani, così mi puoi far conoscere tua sorella e io potrei farti conoscere i miei fratelli..."
"Per me non c'è problema, ci vediamo domani." disse la ragazza, accompagnandolo all'ingresso
"A
domani, allora" fece Joe, e poi aggiunse "Mi sa che tua sorella sta
tornando. Ciao Reby" disse allegramente rivolto alla maggiore.
Rebeca rimase spiazzata, ma lo salutò a sua volta e poi si diresse verso la sorella con uno sguardo eloquente alla o mi racconti tutto o ti torturo con i ferri ardenti.
"Ben tornata Reby, come è andata la serata?" chiese Lisa, vagamente interessata.
"Non è stata niente di speciale, se paragonata alla tua credo." disse lei sorridendo.
"Ma la mia non è stata nulla di speciale."
"Se
tu l'avere per casa un ragazzo del genere lo chiami nulla di speciale,
hai bisogno di un paio di occhiali!" esclamò Rebeca "Ma la
domanda fondamentale è... a te piace?" chiese poi.
"No, insomma l'ho conosciuto un'ora e mezza fa!" si difese lei "E poi per me è troppo grande, magari per te, invece"
"Lo sai che sto con Luca..."
"Ah beh, allora... Vuoi che te lo presenti?" chiese Lisa, con un sorrisino.
"Sai, non mi dispiacerebbe conoscerlo..." fece Rebeca
Lisa
scoppiò a ridere "E sia, ma ti devo avvertire di una cosa... E'
un cantante di una band con milioni di dischi venduti in tutto il
mondo!" disse tutto d'un fiato.
"Che cosa? Mi stai prendendo in giro?"
"Per niente cara. Comunque sono contenta che i tuoi capelli abbiano tenuto tutta la serata, quella lacca è portentosa!"
E
così dicendo andò ridendo in camera sua. In fondo era
stata una bella giornata e le sue vacanze erano appena iniziate, ma c'era ancora una cosa che doveva fare.
Accese il computer e scaricò da "I Tunes" tutte le canzoni dei
JB e le mise nell'iPod. In effetti non erano davvero male, anzi. Si
addormentò sulle note di una delle canzoni più dolci che
avesse mai sentito: Hello Beautiful.
I personaggi di questa ff non mi appartengono e non è stata scritta a scopo di lucro.