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Autore: Kiira_kun    22/04/2023    0 recensioni
"Di lui dicono che ha l’anima talmente macchiata da non provare alcun tipo di gioia concreta e che al posto del cuore ha una voragine profonda, incolmabile. [...] Draken invece vede cose che gli altri non riescono nemmeno a cogliere di sfuggita."
Oneshot scritta senza troppe pretese sul rapporto tra Draken e Mikey.
[1k words ; Draken/Mikey]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ken Ryuguji (Draken), Manjirou Sano
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Verae amicitiae sempiternae sunt
"Le vere amicizie sono eterne."
- Cicerone, Laelius de amicitia




 



 
Di lui dicono che ha l’anima talmente macchiata da non provare alcun tipo di gioia concreta e che al posto del cuore ha una voragine profonda, incolmabile.
Nessuno oserebbe guardargli dentro, perché i suoi occhi neri sanno solo mostrare ciò che si nasconde in fondo a quell’abisso: una bestia latente che aspetta solo di essere liberata dalle sue catene ogni volta che qualcosa lo solletica.
Draken invece vede cose che gli altri non riescono nemmeno a cogliere di sfuggita, perché nessuno a parte lui si è mai preso la briga di guardargli dentro e comprendere le ragioni che hanno portato Mikey a divenire un ragazzo intorpidito e diffidente nei confronti del mondo.
Non che potesse biasimare del tutto chi gli stava attorno e tentava di avvicinarsi a lui. La figura del leader della Toman era ammantata di oscurità e tensione, una corazza che avvertiva gli altri a stargli alla larga. Nessuno, quindi, poteva davvero penetrare in quell’armatura fredda e cupa che si era costruito attorno.
C’era un motivo per cui lo aveva fatto. Forse perché pure lui era cosciente della bestia che albergava dentro di sé e, pur di non farla scappare al minimo momento opportuno, si era rinchiuso a riccio con mura così spesse a circondarlo da far quasi pensare che fosse più un castello che teme di essere assediato.
Solo con il suo fidato braccio destro Mikey cede un po’, quel tanto che basta per lasciarlo guardare e far sì che Draken lo ammansisca quando sta per scatenare l’inferno sulla terra.
È un arduo compito quello che grava sulle spalle di Draken, un compito che non tutti sarebbero disposti ad accettare di sostenerne il peso e la responsabilità, ma lui non conosce parole come “fatica” o “fastidio”. Lo fa e basta, perché ha visto abbastanza dentro Mikey da capire quanto il mondo lo avesse martoriato. Nessuno dovrebbe essere condannato a soffrire come ha sofferto lui.
Questa consapevolezza è ciò che spinge Draken a dare il suo massimo per essere quel cuore che a Manjiro Sano manca. Prima era soltanto la sua ombra, un cane randagio che aveva trovato il suo nuovo padroncino quando erano solo dei ragazzini, poi si era trasformato in qualcosa di più.
Quando Shinichiro morì, le cose si erano ribaltate in maniera così repentina e imprevedibile che gli fecero capire all’istante quale fosse il suo compito, se non addirittura il suo destino.
Doveva vivere al fianco di Mikey per impedire che sprofondasse sempre più giù. Ma anche se fosse caduto così in basso, lui sarebbe andato a recuperarlo anche negli abissi più profondi della sua oscurità. Era una promessa che aveva fatto a se stesso a quei tempi, solo la morte avrebbe potuto frapporsi tra lui e la sua devozione incondizionata verso Mikey. E lui era pure corso in faccia alla morte in più di un’occasione, uscendone miracolosamente vivo solo per tornare da lui come se nulla fosse successo. Avrebbe anche potuto strisciare, l’importante era fare ritorno dal suo leader.
La dedizione di Draken nel seguire Mikey dovunque andasse era seconda solo al desiderio di mantenere alto il nome della Toman, ma quel desiderio altro non era che un riflesso reciproco di ciò che stava già facendo: la reputazione della loro gang doveva rimanere all’apice perché così Mikey avrebbe potuto essere felice. Non lo avrebbe mai deluso, avrebbe preferito pagare con la propria vita il disonore e la delusione del suo leader.
Guardandoli, a qualcuno sarebbe potuto venire il dubbio sul perché Draken si prodigasse tanto a soddisfare il volere di Mikey.
La verità è che Draken non aveva niente. Sua madre lo aveva abbandonato al suo destino e si era dovuto tirare su da solo, motivo per cui Mikey, Emma e la Toman stessa erano le uniche cose che lo soddisfacessero davvero e che lo spingessero, giorno dopo giorno, a dare il meglio di sé per proteggerle. Sapeva bene che, se le avesse perse, non sarebbe più stato lo stesso. E se c’era qualcosa che temeva era diventare lo specchio di Mikey: un’anima tormentata e piena di rimorsi, brutti ricordi e sofferenza. Se fosse divenuto così, nessun altro avrebbe potuto salvarli dalle possibili catastrofi che sarebbero piombate loro addosso.
Sorprenderà constatare che in realtà a Mikey non serviva granché per essere felice: bastava che Draken lo accompagnasse a pestare qualche gang rivale o che lo portasse al suo fast food preferito per risplendere di una gioia immensa, quasi puerile. Il suo volto letteralmente si illuminava ogni qualvolta che andavano a mangiare un hamburger e Draken, che ormai conosceva le abitudini e i desideri di Mikey a mena dito, chiedeva che mettessero una bandierina sul suo panino. Quando non era possibile, si premurava di farlo lui stesso.
Poche cose facevano scoppiare Manjiro Sano dalla pazza gioia come quel dettaglio, che ai più avrebbe potuto apparire insignificante, quasi stupido. Ma Draken non ha mai avuto tempo da dedicare ai commenti delle persone che non sanno guardare nel proprio piatto e che devono sempre ossessivamente monitorare ciò che fanno gli altri. Nessuno di quegli stronzi sempre intenti a giudicare avrebbe mai capito, perciò era anche inutile rimboccarsi le maniche per ficcar loro in testa qualche sana nozione.
Ciò che contava per lui era che Mikey fosse felice. Se non lo era, beh, la cosa migliore che si poteva auspicare era l’apocalisse scesa in terra.
Non adorava vedere Manjiro di cattivo umore e quando accadeva, le uniche due soluzioni erano fare qualcosa al più presto affinché la situazione cambiasse o correre, e sperare che la furia di Mikey non travolgesse nessuno. Fortunatamente, in sua presenza era raro che Mikey perdesse le staffe. Questo perché Draken aveva assestato bene la sua influenza nella vita del minore e gli aveva fatto ben intendere che, per quanto fosse disposto a fare anche l’impossibile per lui, non poteva permettersi di fare tanto il gradasso. Senza Draken, Mikey era come un cane furioso libero da ogni catena e questo erano in molti a saperlo.
Era perciò altrettanto importante per Draken cercare di tenersi fuori dai guai, per quanto fosse possibile dato che Mikey è una vera calamita per i guai. Ma poco importa.
Avrebbe salvato Mikey persino da se stesso se la fosse stato il caso. E chissà fin dove avrebbe potuto spingersi pur di non lasciare che gli accadesse nulla di male.
   
 
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