Non ho avuto neanche il coraggio di contare da quanti mesi io non abbia più pubblicato nulla su questa piattaforma. Potrei scusarmi dicendo che ho avuto impegni con lo studio o con il lavoro, ma la verità è che avevo perso interesse verso questa storia. All’inizio della scrittura si è sempre gasati e pieni di idee, ma giunti ad un certo punto si inizia a far difficoltà nel tirare le fila dei discorsi.
In ogni caso, sono contenta di essere arrivata ai capitoli conclusivi!
Buona lettura!
***
“Sta fermo. Aspetta” la risposta che ottenne fu un chiaro ringhio di protesta “Stai iniziando a diventare prevedibile” mormorò, facendosi più avanti e affacciandosi appena dalla posizione dove si erano nascosti. Da lì aveva la completa visuale sulla vecchia fabbrica della città.
“Io non ho mai voluto far parte di questo piano” si sentì ribattere, mentre la presa del mannaro sulla sua spalla lo intimava a tornare al riparo “E resta nascosto, potrebbero percepire la tua presenza”
“Oh, ti stai preoccupando per me, ragazzone?” la voce falsamente innocente dell’umano lo portò a eliminare automaticamente quel contatto fisico.
“Sento dei rumori”
“Deve essere il mio stomaco. Sta brontolando da ore e io sto morendo di fame” la sua lamentela non fu ben accolta dal compagno, che gli lanciò la sua prevedibile occhiata omicida, seguita subito dopo da uno sbuffo.
“Ti avevo detto di preparare qualcosa da mangiare prima di partire”
“Di solito l’adrenalina mi blocca lo stomaco, ma al momento ho così tanta fame che potrei azzannare anche te”
L’ennesimo ringhio di Derek troncò la conversazione, portando Stiles a sdraiarsi a terra, arreso.
“Sento dei rumori”
“Stiamo per andare a morire, Stiles. Cosa hai da ridere?” il sussurro innervosito del licantropo, costretto ad avvicinarsi per non farsi sentire, non lo scalfì minimamente.
Erano arrivati.
Percepiva la fastidiosa sensazione di avere i capelli incollati alla fronte, probabilmente a causa del sangue e del sudore.
Una lacrima amara solcò il viso di Allison, mentre un unico pensiero si faceva spazio nella sua mente:
Di lì a poco, sarebbe tutto finito.
Bastò questa semplice constatazione per farle momentaneamente dimenticare della presenza di Gerard, a pochi passi da lei, e del kanima al suo fianco.
“Spero tu non sia risentita per questo spiacevole accadimento” affermò l’uomo con finta bonarietà “Ahimè, questo accade a chi vede nei mannari degli alleati, non si è mai in grado di prevedere le loro mosse. Ora hanno modi gentili, ora sono scossi dagli spasmi del plenilunio”
“Non avrei mai dovuto aver paura di loro, ma di te”
“Fai schifo” mormorò, vedendo l’uomo avvicinarsi e inginocchiarsi proprio davanti a lei con un mazzo di fiori viola in mano “Ti sei portato avanti per il mio funerale?” sorrise amaramente.
Gerard socchiuse gli occhi, accennando anche lui un lieve sorriso “Mia adorata nipote, cosa avrei potuto fare, altrimenti? Bestie immonde, vi siete fatte contaminare da quei mannari”
“Hai ucciso mia madre per questo”
“Gli studi di Darwin hanno una grandissima verità: selezione naturale. Ora sto facendo le veci della selezione, e tu sei troppo debole per poter sopravvivere”
“All’inferno mi metterò a contare fino al tuo arrivo, ma credo di non dover attendere molto” sorrise ancora, celando malamente la sua reale preoccupazione. La mano gelida del nonno si andò a posare sulla sua guancia, in una ruvida carezza che ad Allison fece venire il voltastomaco.
“Inizia pure a contare” ma il muoversi irrequieto del kanima alle sue spalle lo costrinse a ritirarsi bruscamente “Che sta succedendo?”
“Cosa vorrebbe dire che Scott e gli altri sono bloccati nel traffico?” la voce irrequieta del poliziotto era decisamente troppo acuta per essere un sussurro.
“Esattamente questo e hanno aggiunto che la tua jeep è maledettissimamente lenta”
“Con la mia bambina ho salvato le vostre chiappe mannare più volte, irriconoscenti”
“Smettetela di blaterare” la voce autoritaria di Peter costrinse il moro e Stiles a interrompere momentaneamente il loro battibeccare “Non riesco a concentrarmi se continuate a fare baccano” mormorò, facendo aderire il suo profilo alla lurida parete dell’edificio.
“Si sente qualcosa?”
Stiles entrò agilmente dentro all’edificio grazie a una delle vetrate rotte, mantenendo lo sguardo fisso sull’uomo e la presa ben salda sulla sua beretta1.
“Tenga le mani a posto, signor Argent” affermò con voce sicura, mentre continuava ad avanzare.
Il kanima si frappose tra lui e il suo padrone, gridando contro l’agente e costringendolo ad indietreggiare. La bestia fece per balzargli addosso, ma una figura scura alle spalle di Stiles la colpì, facendola rotolare a terra qualche metro più in là.
“Grazie Derek” gli occhi del poliziotto saettarono verso il licantropo, accertandosi con una rapida occhiata che non si fosse ferito, ma quella distrazione gli costò cara.
“Non è mai una saggia idea quella di andare in uno scontro con il proprio compagno al seguito, Hale. Si rischia di essere terribilmente vulnerabili” la voce leggermente affannata di Gerard risuonò nell’edificio.
“Non so di cosa tu stia parlando” i ringhi di Derek vennero sedati da una zampata del kanima, ferendolo sullo zigomo.
“Sono anni che faccio questo lavoro, Hale, e sono in grado di riconoscere due compagni quando li vedo”
Stiles stava per ribattere che non ci volesse un genio per capire che lui e DerekOscarcanino fossero compagni, ma una vocina interiore lo costrinse a zittirsi non appena ebbe incrociato lo sguardo di Gerard.
“Mio caro agente, sa cosa si prova quando un licantropo perde il proprio compagno? Significa perdere la propria anima, una metà di sé stessi. È come se non si avesse più un’ancora che mantenga il mannaro aggrappato al terreno” come previsto, gli occhi del poliziotto assunsero la loro classica sfumatura interrogativa, il che lo portò a continuare “Non è raro nel mondo soprannaturale che il proprio animale interiore si scelga un compagno. Questa è una reazione che sfugge al controllo di un licantropo perché istintiva, e lo porta a proteggere incondizionatamente il prescelto”.
“Stiles vattene” le sue parole fuoriuscirono gutturali ed estremamente deboli. L’umano si morse la lingua per non rispondergli a dovere che, anche volendo, non sarebbe potuto andare da nessuna parte a causa delle ferite, e si limitò a sospirare rumorosamente.
“Che diavolo sta combinando, Gerard?” mormorò ad alta voce, lanciando una rapida occhiata al corpo di Allison, apparentemente incosciente a una quindicina di metri da lui.
“Sto ripulendo questo mondo, agente, ma temo che non sia in grado di comprendere i fini del mio agire, dal momento che anche lei si è alleato con queste bestie”
“Eppure, ha tentato di uccidermi con un kanima che lei stesso tiene al guinzaglio, alquanto ipocrita” il tono sarcastico del poliziotto, come previsto, non scalfì minimamente il cacciatore.
“I kanima, se ben addestrati, sanno essere dei compagni fedeli e devoti, mentre loro -lanciò un’occhiata piena di disgusto verso Derek- loro sono creature furibonde e dagli indomabili istinti omicida” a quelle parole, a Stiles venne un irrefrenabile desiderio di sbattere il cranio di quell’uomo contro la parete.
“Sa’ una cosa? Fino ad ora ho sperato di giungere ad un accordo con lei, mi sono illuso di poterle far cambiare idea e salvarla. Ora, però, voglio solo che lei muoia. Spero che le anime di tutte le sue vittime possano farle realmente capire chi sia il mostro in questa stanza” la voce del poliziotto era ridotta a un sussurro, ma la minaccia arrivò netta e chiara alle orecchie del cacciatore. Stiles diede una seconda occhiata alle spalle di Gerard, nella direzione di Allison.
“Sono davvero addolorato, agente. Lei mi è apparso fin da subito un giovane brillante” il tono mieloso non illuse il ragazzo neanche per un istante “Uccidilo”.
Il kanima saettò nella sua direzione e, nello stesso istante, il poliziotto fece velocemente scivolare la pistola di riserva verso la Argent, che balzò in piedi e colpì il nonno alla spalla. Stiles lanciò una scia di colpi che riuscirono solo a rallentare la corsa della bestia, permettendo comunque al ragazzo di rialzarsi in piedi ed allontanarsi.
Percepì in lontananza Derek urlargli nuovamente di scappare, e anche questa volta decise deliberatamente di ignorarlo.
Scappa, ragazzino
L’umano si voltò di scatto, convinto di aver sentito la voce del mannaro proprio alle sue spalle, ma si disilluse non appena lo vide ancora immobilizzato a terra. Ennesima distrazione che gli costò una potente zampata da parte del kanima, finendo a terra non molto distante dal compagno. Soffiò di dolore non appena si accorse di essere atterrato sulla spalla ferita.
Resisti
Ancora una volta, la voce di Derek gli apparve inconfondibilmente troppo vicina per la distanza che li separava. Si rialzò in tempo per ricevere un secondo colpo da parte della bestia. Questa volta cadde rovinosamente a terra e non tentò di rialzarsi, consapevole del fatto che le forze lo stessero abbandonando.
Diede uno sguardo dall’altra parte dell’edificio e vide Allison in piedi di fronte al nonno calciare con rabbia la pistola che questi tentava ancora di tenere. Fece per chiederle aiuto, ma un’ombra scura comparve nel suo campo visivo, costringendolo a fare fuoco prima ancora che questi potesse attaccarlo di nuovo. Colpo ben assestato, sicuramente, ma altrettanto inutile quando il tuo avversario è un kanima.
Sono arrivati
Quella notizia lo portò istintivamente a spalancare gli occhi dalla gioia, noncurante che quello che ne derivò fu un ennesimo colpo da parte della bestia, questa volta in pieno petto. Nel rotolare a terra, percepì distintamente lo scricchiolio di qualche costola, ma non ci diede troppo peso.
D’improvviso, l’aria venne riempita dal frastuono di ringhi e spari. Le urla si mescolarono tra di loro fino a quando quelle più acute del kanima non vennero sedate. Per Stiles quel silenzio repentino aveva una sola e lucida parola: fine.
Ragazzino
Sentì le urla di Derek che lo richiamavano, ma non se ne curò, troppo impegnato nell’assaporare quella dolce sensazione di pace. Avevano vinto.
Stiles
Chiuse gli occhi, stupendosi nel sentirli caldi di lacrime, e sorrise lasciandosi cullare dal buio.
1: Beretta M9 è una pistola semiautomatica in calibro 9x19mm prodotta dalla Beretta Usa per le forze armate degli Stati Uniti a partire dal 1985 per sostituire la Colt M1911