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Autore: Dreamer47    26/04/2023    1 recensioni
È il 2005.
Sam e Dean sono ancora all'oscuro dei piani di Azazel.
Le loro giornate sono intrise di mostri e di streghe, vogliono ancora trovare John ed uccidere l'assassino di Mary, quando una ragazza incontrata per caso entrerà a far parte della loro vita.
Hunters' legacies non è solamente la storia dei fratelli Winchester, ma anche quella di Abby Harrison, una giovane ragazza dal cuore spezzato e dal destino turbolento il cui unico scopo è la vendetta.
Insieme, riusciranno ad ottenere ciò che vogliono più di ogni altra cosa.
Genere: Erotico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: AU, Soulmate!AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Più stagioni
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Hunters' Legacies
Capitolo 64.
 


Un fastidioso crampo si era palesato quella mattina in maniera così forte da farle mancare il fiato, costringendola a reggersi ai bordi di ceramica del lavandino mentre cercava di riprendere il controllo con il respiro; lentamente il dolore iniziò a scemare ed Abby fu in grado di rimettersi dritta ed aprire la porta per dirigersi verso letto della sua stanza, dove trovò i vestiti della piccola Mary sparsi per la stanza, perché Dean non li aveva ancora rimessi a posto dopo avere preparato la loro piccola per la scuola. 
Abby sospirò e accennò un grande sorriso carezzando il pancione mentre pensava che ormai fosse questione di giorni prima che dovesse tornare nuovamente in ospedale per il cesareo per cui avesse optato; la ragazza si sentí sollevata, sapendo che almeno questa volta avrebbe avuto dei veri dottori a controllare lei e il bambino e ad anestetizzarla. 
Si vestì in maniera molto lenta, rifiutandosi categoricamente di chiamare qualcuno per allacciarsi le scarpe nonostante fosse quasi impossibile raggiungere i lacci con quel grosso pancione, e sorrise divertita, perché in fondo amava sentire il suo piccolo dentro di lei e sapeva già che le sarebbe mancato una volta partorito. 
Negli ultimi due mesi che Abby passò nuovamente al bunker non accusò alcun dolore e non vi fu alcun problema nella crescita del suo bambino, così Abby aveva potuto trascorrere il suo tempo insieme alla sua famiglia: aveva legato davvero molto con Isobel, che da quando avesse lasciato gli Uomini di Lettere inglesi per salvarla aveva dimostrato quanto davvero tenesse alla sua famiglia, alternandosi fra i suoi tre figli in maniera tale da stare insieme a loro. 
Isobel passava la mattina da Silver per aiutarla con il piccolo Nathan e aveva avuto il piacere di conoscere la sua splendida figlia più piccola; il pomeriggio stava invece con Dan e il piccolo Henry, che il padre avesse portato in America dall'Inghilterra dopo aver ottenuto la custodia totale del piccolo ed insieme andavano al bunker a trovare Abby, che ultimamente stava sempre più spesso da sola con la piccola Mary, dato che Sam e Dean avessero sempre tantissime faccende scottanti da risolvere. 
Gestire il ritorno di Ketch dal momento dei morti per esempio; cercare di far tornare indietro Jack e Mary dal mondo alternativo dopo che il Nephilim fosse riuscito ad entrare grazie alla dreamwalker Kaia; cercare di raccogliere tutti gli ingredienti dettati da Donatello dopo aver tradotto la Tavoletta dei demoni per aprire un secondo portale per quel mondo. 
Il ritorno di Rowena insieme a delle streghe che avevano soggiogato completamente Dean tramite un incantesimo d'amore. 
Ma fu Ketch che fece smuovere davvero le acque quella mattina, quando si presentò al bunker con l'ultimo ingrediente rubato al Principe Infernale con il quale avrebbero potuto aprire il portale, l'arcangelo Gabriel che fosse interamente impazzito dopo anni e anni di tortura da parte di Asmodeus; l'inglese disse ai cacciatori che il Micheal dell'altra dimensione fosse vicino ad arrivare nel loro mondo, per questo avevano davvero poco tempo per recuperare Mary e Jack e provare ad uccidere Micheal. 
Abby non fu affatto felice della proposta che Dean fece a Ketch, sentendogli dire che insieme avrebbero attraversato il portale per l'altro mondo; Dean aveva letto negli occhi azzurri di Abby la preoccupazione e quanto fosse contrariata per quella decisione, ma non poteva lasciare che fosse Sam a rischiare la vita in quel modo e fu certo che anche Abby lo avesse intuito per il modo in cui subito lo si sollevò sulle punte per avvolgerlo in un abbraccio e lo strinse a sé. "Torna da noi tutto intero, ok?".
"Lo farò, ragazzina.." sussurrò Dean al suo orecchio accennando un sorriso e scostandole un ciuffo dei suoi lunghi capelli mogano per accedere alle sue labbra e baciarla con dolcezza e tenerezza. 
L'uomo si chinò per baciare il pancione della donna, dicendo al piccolo di prendersi cura della mamma mentre lui era via e di non fare scherzi, dopodiché tornò a guardare la donna con un sorriso nel volto. "Ti amo, Abby. Ci vediamo fra ventiquattro ore". 
Abby gli sorrise mentre lo guardava con tutto l'amore che provasse per lui, ma lo lasciò andare senza rispondere perché incapace di parlare dato il modo in cui si stesse sforzando per nascondere il secondo forte crampo che l'avesse colta alla sprovvista proprio in quel momento.
Dean parve non accorgersi del suo sorriso finto e si voltò verso Ketch e Dan e fargli segno di andare insieme a lui. 
Certamente Abby non aveva nessuna intenzione di rovinargli la ricerca di sua madre perché sapeva quando Dean fosse disperato all'idea di saperla dispersa in un modo apocalittico, però nel momento in cui vide Dean varcare il portale, Abby capí di aver fatto un grosso errore a non averlo fermato. 
Cercò di non dare nell'occhio mentre in terzo crampo molto più doloroso dell'altro la sorprese, ed Abby si morse la guancia con forza per trattenere il gemito di dolore che le sarebbe sicuramente uscito dalla bocca, e si toccò il pancione cercando di carezzare il bambino e di tranquillizzarlo, sentendolo muoversi in maniera irrequieta dentro di lei. Rimasto al suo fianco per osservare il fratello, Ketch e Dan saltare dentro quel portale ricreato tra loro, Sam si voltò ad osservarla con attenzione, avvicinandosi a lei e sollevandole il viso per guardarla meglio e subito capí che avesse nascosto qualcosa a Dean e la fulminò con lo sguardo. "Abby, cosa c'è che non va?". 
La ragazza accennò un sorriso e scosse la testa, facendo spallucce mentre lo guardava negli occhi e nascondeva il suo dolore per non farlo preoccupare. "Sto bene, ma andrò a stendermi per un po': comincia a diventare insopportabile tutto questo peso".
Abby si era allontanata senza aggiungere una parola e non lo aveva più guardato, né tantomeno aveva incrociato lo sguardo di Anael che avrebbe capito all'istante che qualcosa non andasse, e si era diretta nella sua stanza in silenzio; negli ultimi giorni Abby aveva notato nuovamente la diminuzione di appetito, la troppa stanchezza e i crampi che non la lasciavano in pace, e sapeva benissimo cosa volesse significare. 
Aveva scelto di ignorare tutti questi segnali per non fare preoccupare Dean, che altrimenti l'avrebbe portata di nuovo in ospedale dove avrebbero detto nuovamente che fosse avvenuto un distacco placentare. 
E senza Jack nei paraggi, Abby sapeva che quelli fossero i suoi ultimi giorni e non aveva alcuna intenzione di passarli in una stanza d'ospedale lontana dalla sua famiglia e da sua figlia: aveva scelto di trascorrere il tempo che le rimanesse con le persone che amava di più, di poter vivere ancora quel poco di normalità che normalità non fosse. 
Si stese sul materasso e chiuse gli occhi mentre sentiva la stanchezza impadronirsi di lei, mentre lentamente scivolava in un sonno ristoratore e per la prima volta si ritrovò a pregare davvero che quella non fosse la sua ultima giornata sulla terra e di riuscire a resistere fino per aspettare il ritorno di Dean. 



"No, no, no, non adesso, ti prego. No, no". 
Se ne stava in piedi e teneva le mani appoggiate al bordo del tavolo della sala centrale, gli occhi chiusi ed il viso contratto in una smorfia di dolore, non riuscendo più neanche a camuffare il dolore che si fosse impossessato di lei da quando Asmodeus fosse arrivato al bunker con la sola intenzione di riprendersi Gabriel, e per farlo era arrivato persino a far del male fisico a tutti i presenti, compresa lei; ed in quel momento Abby aveva sentito chiaramente qualcosa dentro di lei distruggersi.
Si agitò muovendosi nervosamente mentre sentiva le prime contrazioni coglierla di sorpresa e travolgerla come un fiume in piena, ed Abby si lasciò sfuggire dalle labbra serrate un gemito di sofferenza a tono fin troppo alto affinché i suoi familiari non si voltassero verso di lei e la guardassero con un'orribile sensazione addosso. 
Anael abbandonò la postazione vicino al tavolo principale dove controllasse che il portale rimanesse costantemente aperto, e si avvicinò velocemente alla ragazza facendo segno a Sam di seguirla, e presto afferrò Abby da un braccio con delicatezza. "Che succede?". 
Abby aprí gli occhi per guardarla meglio, ma il dolore fu tale che Abby non riuscì a rispondere e lasciò libero sfogo al suo dolore, permettendo di condensarsi con un sonoro urlo: le gambe non la ressero più e sarebbe caduta rovinosamente a terra se Sam non l'avesse sorretta con forza dalle braccia. "Abby, che c'è che non va?".
Nonostante Abby non avesse più la forza di rispondere alle loro domande, Anael e Sam notarono subito il liquido chiaro che scivolò fra le gambe della ragazza e subito entrambi sgranarono gli occhi capendo immediatamente che le si fossero rotte le acque. 
Aneal intimò a Castiel di prendere il suo posto e di continuare a nutrire l'incantesimo per mantenere il portale aperto dato che erano passate solamente dodici ore da quando Dean, Ketch e Dan lo avessero attraversato, e l'angelo disse a Sam di aiutarla a portare Abby nella sua stanza per farla stenderle sul letto; inevitabilmente passarono davanti alla cucina, dove Isobel fosse intenta a far cenare la piccola Mary, che subito si rese conto di ciò che stesse succedendo e accompagnò la bambina nella sua stanza con aria tranquilla, facendo giocare la piccola con uno dei suoi giochi e accendendo lo stereo per mettere della musica allegra e coprire le urla di Abby che provenissero da una delle stanze adiacenti. 
Aneal si affrettò a sollevarle il vestito molto largo che Abby indossasse quel giorno, sfilandole l'intimo per controllare a che punto fosse arrivata del travaglio, e si stupì immediatamente quando la vide già a buon punto. "Da quanto tempo stai soffrendo senza dire nulla, Abby?". 
"Da quando Dean è partito, non volevo farlo senza di lui ma poi.." la frase della ragazza venne duramente interrotta da un'altra contrazione che la fece urlare di dolore, stringendo le mani attorno al lenzuolo per cercare di scaricarne un po'. 
Sam si mosse agitato alle spalle dell'angelo non avendo la minima idea di cosa sarebbe successo da lì a breve, e sgranò gli occhi guardando Anael con aria spaventata. "Sai quel che fai?". 
"Certo, ho fatto nascere io Mary e..". 
Abby non riuscì a sentire la fine della frase dell'angelo perché venne colta da un dolore così lancinante che fu costretta a contorcersi nuovamente su se stessa, capendo chiaramente che fosse decisamente molto diverso dal travaglio che ebbe quando partorì Mary. 
Chiuse gli occhi e respirò affannosamente, urlando di più per i crampi ed i dolori, mentre sentiva le lacrime scivolarle sulle guance per la paura che il piccolo potesse non farcela. 
Avvertì una mano intrecciarsi alla sua e sentí Sam posizionarsi dietro di lei sul letto, attirandola a sé in modo da farle appoggiare la schiena contro il suo petto, e le carezzò i capelli già umidi di sudore per lo sforzo: non fu sorpresa che Sam avesse assunto le veci di suo fratello, tenendola più dritta con la schiena e cercando di rassicurarla mentre le sussurrava all'orecchio che tutto sarebbe andato per il meglio. 
Strinse forte la mano del ragazzo e voltò il capo verso di lui mentre piangeva e lo guardava con aria terrorizzata, stringendosi a lui per sentirsi più protetta mentre Sam le sussurrava che tra poco avrebbe conosciuto suo figlio e che sarebbe stata presto bene. "Sam c'è qualcosa che non va, di nuovo. Lo sento". 
Lesse nei suoi occhi l'assurda consapevolezza di morte e Sam deglutí a fatica, annuendo e accennando un sorriso per tranquillizzarla, per poi spostare lo sguardo su Anael. "Dobbiamo portarla in ospedale, adesso!". 
"Non può essere spostata! Non posso aiutarla se inizia a partorire in auto!" rispose Anael sgranando gli occhi e rispondendo a tono fin troppo alto per sovrastare la voce di Abby che urlava di dolore. 
Sam la guardò con rabbia nonostante non fosse assolutamente colpa sua e alzò il tono di molto. "Allora trasportala tu con i tuoi poteri!" 
"Non può farlo.." sussurrò Abby respirando affannosamente e lasciando ricadere il capo sul petto dell'uomo per qualche momento nel tentativo di riposarsi un po', sapendo che da un momento all'altro sarebbe arrivata un'altra contrazione. "Le contrazioni sono troppo vicine e Anael è troppo debole. Devo farlo qui". 
La porta si spalancò per poi essere richiusa subito dopo, lasciando entrare Isobel con aria preoccupata nella stanza che da fuori sentiva le urla di dolore di sua figlia, e subito arrivò al suo fianco sedendosi sul letto e sorridendo mentre le sfiorava il viso. "Piccola mia, sono qui..". 
Abby aprí gli occhi e la guardò con un sorriso amaro, sentendo la sua mano sul suo volto e presto le venne da piangere perché tornò a sentirsi fin troppo fragile e sola senza avere Dean insieme a lei in quel momento; la contrazione arrivò prima del previsto ed Abby non fu capace di trattenersi piegandosi su se stessa e urlando di dolore, stringendo forte le mani di Sam che continuava a dirle all'orecchio che sarebbe andato tutto bene e di tenere duro. 
Abby tornò a chiudere gli occhi quando la contrazione passò tornando ad abbandonarsi sul petto di Sam, e quindi non notò lo sguardo che i tre si scambiarono immediatamente quando videro un fiume di sangue uscire da Abby e bagnare completamente il letto. 
Non ci fu bisogno di esprimere a parole come tutto quello non fosse normale e che probabilmente fosse l'accumulo di sangue del distacco placentare, ma la ragazza presto se ne accorse e si sporse in avanti guardando quella grande chiazza rossa che aumentava sempre di più, mentre il terrore cresceva dentro di lei. 
Anael accennò un sorriso per tranquillizzarla e mise una mano sul pancione della donna, chiudendo gli occhi e concentrandosi mentre usava i suoi poteri, e presto tornò a guardare Abby con un'espressione appena più tranquilla, ma comunque preoccupata. "Il bambino sta bene, ma tu hai una grave emorragia: aiuto te o faccio nascere il bambino, non posso fare entrambe le cose". 
Accennò un sorriso amaro e sospirò, capendo che quello non fosse proprio l'epilogo che avesse immaginato: aveva sempre pensato che la sua vita sarebbe finita lottando o magari per un attacco di cuore a settant'anni, mentre stava ancora con Dean in una casa in periferia dopo aver avuto l'occasione di di guardare i suoi figli crescere. "Pensa al bambino". 
Sam sgranò gli occhi e scosse la testa, scuotendo appena Abby per farsi guardare, osservandola con aria seria e perentoria. "No! Ti porto in ospedale". 
"No! Non c'è tempo e il bambino potrebbe morire!" esclamò Abby scuotendo la testa energicamente mentre sentiva l'arrivo di una delle ultime contrazioni. "Il bambino deve nascere qui e adesso!". 
Anael attese un cenno da parte di Isobel e di Sam, che annuirono nonostante non condividessero la scelta di Abby, e l'angelo la guidò in ogni momento del parto, invitandola a spingere e poi a riprendere fiato mentre osservava la testa del piccolo iniziare a sporgere, fino ad uscire completamente. 
Con un'ultima spinta, il piccolo fu completamento espulso dal corpo di Abby insieme ad un'enorme quantità di sangue, che Anael provò immediatamente a bloccare cercando di utilizzare i suoi poteri, ma l'emorragia non accennava a diminuire.
Sam si accorse di quanto il respiro di Abby fosse diventato debole e di come faticasse a tenere gli occhi aperti e presto le afferrò il viso fra le mani, sporgendosi in avanti per guardarla negli occhi con aria seria. "Non ti azzardare a morire, Abby. Tuo figlio è appena nato, devi resistere per lui!". 
Isobel si avvicinò con le lacrime agli occhi con il piccolo avvolto in un asciugamano pulito e lo porse alla ragazza, che sorrise teneramente sentendolo piangere e strillare a pieni polmoni fra le braccia di sua madre, notando come fosse ancora tutto sporco di sangue e necessitasse del suo primo bagnetto. 
Sentí gli occhi divenire sempre più deboli e pesanti e istintivamente si strinse a Sam perché aveva un disperato bisogno di sentirsi protetta e al sicuro, di annullare quella fragilità e debolezza che la colse. "Dean..". 
Sam deglutí a fatica e la strinse contro il suo petto, abbracciandola e tenendo le sue mani strette mentre appoggiava il mento sul suo capo per nasconderle le lacrime che gli stessero rigando il viso quando fu costretto ad affrontare la dura verità e Anael fece segno a lui e a Isobel che non riuscisse a guarire il corpo di Abby. "Arriverà presto e tu starai bene". 
Abby rise debolmente perché sapeva che fossero entrambe delle bugie e chiuse gli occhi definitivamente, sentendo il suo respiro divenire sempre più lento e si sentiva sempre più debole. "Sam ti prego, digli di non essere arrabbiato con il bambino". 
Il ragazzo scosse la testa e non riuscì a frenare le lacrime che presero a scivolargli sul viso, mentre i milioni di momenti in cui Abby fosse stata presente nella sua vita e gli fosse stato vicino iniziarono a scorrere nella sua mente, ed il cuore gli si spezzò inevitabilmente perché sapeva che non ci fosse modo di fermare la sua morte. "Non si arrabbierà, ma devi restare qui con me per dirglielo. Ti prego, Abby". 
Divenne difficile anche solo scuotere la testa, parlare o addirittura respirare, ma la ragazza impiegò le ultime forte che gli fossero rimaste per afferrargli forte un braccio, spinta dalla carica che il pianto del suo bambino le stesse dando. "No Sam, devi dirglielo. Fai promettere a Dean che si prenderà cura di lui come fa con Mary anche se io non ci sarò. Per favore, devi farlo per me". 
Sam ricambiò la stretta e annuì, dicendole che glielo avrebbe fatto promettere e che suo fratello si sarebbe preso cura di entrambi i suoi figli, che lei sarebbe stata bene, ma presto il ragazzo avvertì la presa di Abby sul suo braccio diventare sempre meno forte, fino a lasciar scivolare la mano sul materasso, e dalle espressione dell'angelo e della madre della ragazza, Sam capí che fosse ormai troppo tardi e che Abby avesse perso troppo sangue e che non fosse più tra loro. 
La strinse più forte a sé, dando sfogo al suo dolore e si accorse di come un altro paio di braccia esili si fossero intrufolate in quell'abbraccio e Sam si rese conto che non ci fosse davvero nulla di peggio di una madre che piangesse la propria figlia quando vide Isobel strappargli il corpo di Abby per stringerla forte a sé ed iniziando a piangere senza controllo. 
La situazione volle che i presenti cogliessero la sottile ironia della sorte, che prendesse una vita e nello stesso momento ne avesse generata una nuova limpida e pura, con l'anima chiara e non ancora marchiata dal quel mondo crudele che lo avrebbe aspettato una volta cresciuto, e che lo avesse già ferito non appena nato privandolo dell'unica cosa che avrebbe davvero rimpianto per il resto della vita, la sua mamma. 



Varcando il portale per tornare al bunker dalla sua famiglia, Dean aveva letto qualcosa di diverso e di terribile negli occhi di suo fratello, ma non ci aveva dato molto peso.
Aveva sentito Sam informarlo del fatto che Gabriel fosse riuscito a scappare dal bunker, lasciandoli così senza neanche un po' di grazia di arcangelo per aprire nuovamente il portale che lo avrebbe condotto nuovamente nell'altro mondo, facendo così tornare definitivamente Jack e Mary. 
Ma Dean non ebbe neanche il tempo di arrabbiarsi e di dirgli cosa avesse visto nell'altro mondo, che lesse negli occhi di Castiel e di Sam qualcosa di ancora più grave che probabilmente fosse accaduto mentre lui era via; aggrottò le sopracciglia e fece un passo avanti guardandoli in cagnesco, ma non riuscì a pronunciare neanche una parola perché un pianto arrivò dritto alle sue orecchie facendogli piegare le estremità delle labbra all'insù in un grosso sorriso.
Anael avanzò con un piccolo bimbo fra le braccia, avvolto da una tutina blu e da una grossa coperta per tenerlo al caldo. 
A Dean tremarono letteralmente le gambe quando osservò quel bambino che avesse atteso per così tanto tempo, essere finalmente davanti a lui.
Sentí una grande emozione dentro di lui e sorrise sentendosi incredibilmente felice, avvicinandosi ad Anael per prendere il piccolo fra le braccia, osservandolo muoversi contro di lui e accennare un piccolo sorriso. "Ciao ometto..". 
Aveva una fitta peluria scura sulla testa e degli occhi scuri che decisamente non avesse ereditato da Dean o da Abby.
Ma decisamente aveva ereditato il loro spirito critico, a giudicare da come il piccolo lo stesse osservando con aria curiosa. 
La sua piccola manina afferrò l'indice con cui gli stesse carezzando il viso e Dean sentí il cuore esplodere di felicità, dimenticando per un momento di non essere stato accanto ad Abby durante il parto; sollevò lo sguardo verso suo fratello minore e gli disse con grande emozione che fosse diventato di nuovo papà, che adesso avesse un maschio e che sarebbe stato importante crescerlo bene, tramandandogli i suoi gusti musicali, il suo modo di fare e di parlare con le ragazze.
Ma più parlava, più Dean notava il modo in cui il sorriso scemasse dal volto di Sam e dei due angeli che gli stessero attorno.
Ketch aveva già capito data l'espressione afflitta che Castiel avesse messo su da quando fosse entrato all'interno della sala comune ed a giudicare dalla faccia di Dan, anche lui doveva avere capito.
Più Dean guardava i volti dei suoi familiari con un sorriso felice sul volto mentre ancora reggeva fra le braccia il suo bambino, più sentiva il cuore prendere a battere più velocemente nel petto, mentre una strana paura si impossessò di lui. 
"Com'è sta Abby? Dov'è?".
Sam abbassò per qualche secondo lo sguardo triste e presto tornò a guardarlo, avanzando in silenzio verso il fratello e mettendogli una mano sulla spalla, guardandolo bene negli occhi e scuotendo appena la testa per fargli capire che non ce l'avesse fatta. "È nella vostra stanza. Abby ha perso troppo sangue, non abbiamo avuto neanche il tempo di portarla in ospedale e..".
Si scrollò la presa del fratello di dosso e lasciò che il bambino scivolasse fra le braccia di Anael, superando i tre ragazzi e correndo a grandi passi per il bunker urlando a gran voce il nome di Abby, nella speranza di sentire la sua voce rispondergli, ma tutto ciò che udì fu solamente il silenzio. 
Dean sfondò quasi la porta della loro stanza per entrare più velocemente, ma rimase immediatamente impietrito sulla soglia ad osservare ciò che gli si fosse parato davanti: Abby se ne stava stesa sul letto con il ventre nuovamente piatto ed i lunghi capelli le correvano lungo il petto e le braccia. 
L'espressione sembrava molto serena e in pace, ma le sue guance tradivano un pallore fin troppo accentuato che gli fece paura. 
"No!!". 
Si avvicinò con un balzo e l'afferrò velocemente fra le braccia, scuotendola ed ignorando come il suo corpo apparisse freddo e rigido sotto le sue dita, afferrandole il viso fra le mani ed intimandole di aprire gli occhi e che non poteva lasciarlo così.
La strinse più forte mentre la teneva fra le braccia e le baciava la tempia fredda sperando ancora che potesse reagire contro il suo tocco poco delicato.
Si sedette accanto a lei sul materasso e se la portò sulle le gambe, abbracciandola stretta mentre poggiava il mento sulla sua testa e piangeva maledicendo Chuck per non averla aiutata, perché Dean non aveva smesso neanche un momento di pregarlo di salvarla e di non farla morire, pensando che Chuck lo avrebbe ascoltato e che avrebbe esaudito quell'unico desiderio che si fosse permesso di esprimere in tutta la sua vita; ma Chuck non lo fece e non rispose mai a nessuna delle sue suppliche.
Dean rimase seduto a pregare Abby di tornare da lui ed a crogiolarsi nel suo dolore per aver perso l'unica donna che avesse davvero amato in tutta la sua vita, mentre le lacrime rigarono il suo viso fino a bagnare quello ormai freddo e senza vita di Abby.
 
  
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