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Autore: paiton    28/04/2023    0 recensioni
La narrazione di una svista: chiavi lasciate in macchina? Certo che no, molto peggio!
Due amici vanno al concerto de "Le Pietre in Tasca" poi avviene la tragedia.
Come sempre tratta da una storia vera, solo un poco romanzata.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I due ragazzi stanno andando al concerto de "Le Pietre in Tasca" un gruppo ska molto famoso in città. Marcellino si è già bevuto due birre prima di uscire di casa, deve risparmiare perché al bar costano troppo per i suoi risparmi.
 
"Andiamo con la mia macchina dai" propone il suo amico Alessandro, detto Mucca
 
"Benone, facciamo così!"
 
Partono per il Circolo dove hanno già allestito il palco, le prove sono state ultimate nel tardo pomeriggio. Il concerto è l'ultimo evento di una giornata piena di manifestazioni artistiche di tutti i generi, dal corso di graffiti a quello di fumetti... leggendo sulla locandina scoprono che gli organizzatori hanno inserito persino una prova di Haka, il ballo dei Maori.
 
"Peccato! Ce lo siamo persi Mucca!"
 
"Sarà per il prossimo evento dai, non piangere..."
 
Alessandro è al bancone per prendere due rosse quando inizia a sentire le note della canzone con cui aprono il concerto "Le Pietre in Tasca".
 
"Questa la conosco! è Caleidoscoppio! Muoviamoci, sta iniziando il pogo!”
 
Mucca corre verso la bolgia, un sacco di gente che salta e si spintona, intanto Marcellino lo segue mentre la birra straborda dal bicchiere e finisce sulle sue dita e anche sulla maglietta, qualche goccia anche sulle scarpe!
 
In un turbinio di effetti luminosi, i due si fanno spazio tra la folla spintonando a destra e a manca fino ad arrivare in terza fila. Tutti che cantano a squarciagola con le mani alzate verso i musicisti.
Una spallata di un fan contro la birra determina la rottura del sottile strato di plastica e pian piano l’integratore al luppolo inizia a colare. Marcellino beve quella che riesce poi getta il bicchiere all’indietro, ancora mezzo pieno, lavando alcuni malcapitati.
 
Il cantante, appena finita il brano, estrae una pietra dalla tasca e la lancia verso il batterista. Il bolide finisce dritto sul charleston producendo un gran baccano.
 
Il pubblico si ammutolisce.
 
Il batterista raccoglie la pietra e la lancia contro il pubblico: alcuni ragazzi sono in traiettoria, due si coprono il volto e la testa con le braccia mentre altri tre si lanciano di lato per schivarla.
 
“A tutti i concerti c’è qualcuno che ci casca Mucca!”
 
“Ha ha ha! Effettivamente non si vede bene da qui giù ma il batterista non ha preso la pietra che gli ha lanciato il cantante, quella era vera! Ne ha tirata fuori una finta dalla sua tasca!”
 
Altre persone si allontanano dal palco e i due amici riescono finalmente a raggiungere la prima fila.
 
A concerto finito.
“Davvero una bella serata Mucca! Grazie per la birra, la prossima volta te la offro io.”
 
Alessandro scorge un gruppo di suoi amici in lontananza: “Scherzi!? Non c’è di che, a buon rendere! Vado a salutare il gruppo del calcetto, tu resti ancora qui?”
 
“Vado a casa sai, domani ho la sveglia presto”
 
“Va bene dai, ci vediamo in giro!”
 
I due si salutano e ognuno va per la sua strada. Marcellino arriva nel parcheggio ma non trova la sua automobile; gira tre volte per tutti i luoghi in cui avrebbe potuto piazzarla ma non scorge la sua Clio.
 
“Porca miseria, mi hanno rubato la macchina!” Pensa tra sé e sé.
 
Si incammina verso la centrale della polizia che, per fortuna, dista solamente due chilometri e mezzo da lì.
Cammina cammina e arriva davanti al campanello, lo suona.
 
“Chi è? Ha bisogno?” Una luce si accende nel citofono
 
“Sono Marcello Righetti, vorrei fare una denuncia di furto” si sente il rumore metallico della serratura del cancello che si apre, hanno dato il tiro.
 
Marcello entra, lo fanno accomodare in una stanza e un ufficiale inizia a scrivere a computer: “Le hanno rubato il portafoglio?” L’uomo in divisa squadra la sua maglietta ancora sudata e bagnata dalla birra.
 
“No. Veramente mi hanno rubato la vettura.” Risponde con tono molto serio e con il viso segnato dall’angoscia.
 
“A parer suo, quanto tempo è passato tra l’atto del furto e il momento in cui si è reso conto di non avere più l’autovettura? Dove si trovava la sua automobile?”
 
“Sono passate al massimo un paio d’ore”
 
“Bene, era assicurato contro il furto?”
Il tempo passa, l’ufficiale scrive per filo e per segno tutto ciò che Marcellino gli comunica e alla fine stampa una copia della denuncia e gli e la consegna.
 
“Grazie molte agente.”
 
“Le faremo sapere appena possibile, se verranno trovate vetture abbandonate che corrispondono ai dati che ci ha comunicato la chiameremo, buona notte! Ha bisogno di un taxi?”
 
“No grazie, viene a prendermi un amico. Buon lavoro e buona serata.”
 
Marcellino esce dalla porta e tira una spallata a Luchino; i due si guardano a occhi stretti per qualche secondo, alla fine si riconoscono: “Non avranno mica beccato anche te sta sera!” Chiede con la sua voce nasale mentre rischia di cadere all’indietro.
 
“Macché! mi hanno rubato la macchina Luchino!” e lo prende al volo per un braccio.
 
“Accidenti! Non sei mica tanto fortunato! Non so chi di noi due abbia più sfiga!” il suo alito emana alcol ad alta gradazione.
 
“Ti hanno fermato vero?”
 
“Stavo tornando a casa con la mia vespina e taaaac! Mi hanno messo davanti la paletta! Forse andavo un po' storto.”
 
“Quanto avevi Luchino? Di la verità.”
 
“Non mento mica io! Avevo tre virgola sette mezz’oretta fa!”
 
“Porca boia! Come facevi a guidare in quelle condizioni?”
“Ha ha ha! È la stessa cosa che mi hanno chiesto i poliziotti! Ho guidato anche in condizioni peggiori.” Dice mentre fa gomito contro gomito con Marcellino.
 
“Credo che tu sia nei guai.”
 
“Lo ben so! Mi hanno già ritirato la vespa. Posso rivederla tra una decina di anni.”
 
“Luchino, stammi bene. E vai ad accendere un cero in chiesa perché sei ancora vivo! Con un tasso alcolemico di tre dovresti già essere in coma etilico e percepire la dolce sensazione della morte. Se avessi la macchina ti accompagnerei a casa!”
 
“Grazie Marcellino, non preoccuparti”
 
“Ci vediamo in contrada!”
 
I due si salutano e dal giorno successivo la storia del furto fa il giro di tutti i suoi parenti, amici e conoscenti. Anche la leggenda di Luchino, l’uomo più ubriaco d’Italia beccato a guidare una due ruote, continua ad essere modificata come in un telefono senza fili: nell’ultima versione Luchino è stato fermato alla guida di un Canadair rubato mentre beveva vodka liscia.
 
 
Tornando alla ricerca della macchina tutte le persone informate hanno passato al pettine le strade della città, i fossi, le campagne, ogni singolo vicolo della zona in cui potrebbero averla abbandonata i rapitori.
Marcellino continuava a chiedersi per cosa l’avessero utilizzata: Una rapina? Per trasportare stupefacenti? L’avevano rivenduta nell’est Europa? E chi lo sa.
 
Nessuna chiamata neanche dalle forze dell’ordine finché Mucca si reca per caso nel parcheggio del suo quartiere e vede la vettura.
Il telefono di Marcellino squilla e lui risponde: “Pronto?”
 
“La tua macchina è qui! L’ho trovata! Riconosco gli adesivi e il cuscino del Milan!”
 
“Qui dove?”
 
“Sono dietro a casa mia, nel parcheggio!”
 
Marcellino resta di sasso; effettivamente non avevano usato la sua vettura per andare al concerto… la sua Clio era rimasta lì da quella sera.
 
“Grazie mille Mucca!” e mette giù mentre le risate dell’amico suonano fortissimo nelle sue orecchie.
 
Chiama la centrale: “Buongiorno agente, abbiamo ritrovato la Clio.”
 
“Con chi parlo?”
 
“Marcello Righetti.”
 
“Perfetto, la stavamo cercando anche noi. Siamo contenti che tutto si sia risolto nel migliore dei modi. Allora la denuncia è rimessa.”
 
“Certamente. Grazie molte e buona giornata!”
 
Tutti vissero felici e contenti tranne Luchino che è rimasto senza patente.
   
 
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