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Autore: B_Yul    29/04/2023    0 recensioni
Una storia antica lega la giovane Jia al Dragon Hole nel sud della Cina.
Quando arriva a Seoul per assumere il ruolo di vice del CEO di Elite Entertainment, Park Chanyeol, si trova al centro di uno scambio di messaggi che le sveleranno la verità sulle sue origini.
Riuscirà il CEO Park a conoscere ogni lato della strana "signorina Wein" prima che mamma Park lo spinga all'altare?
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chanyeol, Chanyeol, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Certe volte vorrei essere un vampiro”
Mi guardò con la giusta espressione per l’occasione, nemmeno io sapevo da dove venisse quella frase. O forse si.
“Uh?”
“Un vampiro, si. Prendono tutto e ti mollano quando hanno finito di succhiarti energia, linfa vitale. Non vorrei esserlo forse ma ho sempre inciampato sul tentativo di capire perché me ne fossero capitati sempre così tanti a tiro”.
“Continua.”
Era forse incuriosito o solo preoccupato, nel frattempo il taxi si fermò davanti all’Hilton, la pioggia era in un momento di tregua e per lo meno riuscimmo a non farci una doccia di smog prima di uscire di nuovo. Il solo pensiero di andare a cena mi dava il mal di testa.


“Credo sia una fase necessaria per chiunque abbia paura di dire di no”
Non servì riagganciare il discorso, era ancora lì anche lui con la mente: “Sono d’accordo, è successo lo stesso a me con Kris”.
Annuii, il mio primo vero no era stato proprio a lui.
“C’è un confine che non sappiamo di avere finché qualcuno non prova a calpestarlo”
“E quando lo fa, allora è tempo di trovare il coraggio di riconoscerlo. Senti, non serve che tu venga con me stasera se sei stanca. Solo, fammi un favore, non incontrare Kris da sola. Non ho una buona sensazione a riguardo”.
In effetti non avevo ancora ricevuto messaggi da Kris dopo l’atterraggio quando …
“E infatti, parli del diavolo …”
Chanyeol aveva un sorriso consapevole, conosceva Kris davvero bene probabilmente, forse più di me.
“Che dice?”
“Di vederci da lui dopo cena. Non accadrà mai. E comunque io preferirei uscire con te, Kris ha tanti amici dentro l’etichetta, probabilmente sa dove alloggio e sa dove andremo a cena, per cui se non dovesse vedermi al ristorante potrebbe decidere di piombare qui. Non capire male Chan, non mi torcerebbe un capello ma non ho voglia di vederlo, sentire le sue storie e fingere di essere un’infermiera caritatevole ancora. Non più. C’è altro per me ora qui fuori, voglio godermi il bello che la vita mi ha restituito per il dolore che ho affrontato”.
Il giovane CEO abbassò la testa, come in cerca di parole che comunque sarebbero state forse superflue, si disse che non avrebbe capito sicuramente in pochi giorni cosa stesse accadendo tra lui e Jia ma che vedere una donna tanto ferma e forte, decisa e solida tanto vicina alle lacrime fosse un controsenso e che solo una ferita tanto profonda poteva spiegare quello sguardo in quell’istante.
 
“Allora andiamo, abbiamo qualche ora ancora, rilassiamoci un po’ prima di affrontare le mille domande dello scouting team”
 
Sorrisi sarcastica: “Che bella prospettiva CEO Park!”
“Vero?”
A dispetto della stanchezza, Chanyeol aveva prenotato la suite sull’attico, con pareti insonorizzate, sauna, due camere da letto, due bagni, una piccola piscina interna e una cucina con salotto. Sembrava un appartamento a tutti gli effetti e forse era la giusta ricompensa per il volta stomaco del pranzo in aereo.
“WOW. Il segretario Lim avrebbe meritato un po’ di svago qui”
Lui rise: “Il segretario Lim sta già riposando senza me a tiro. Certo c’è ancora mia madre a Seoul, ma non posso certo farla esiliare dalla nazione”
 
“Dai!! Sono sicura che infondo, molto infondo, nell’angolo sul fondale del suo cuore, abbia un moto di affetto a spingerla verso il volerti accasare”.
“Nah, è solo cultura. Siamo fatti così: la tecnologia fuori, l’obsoleto dentro”
“Non parlare come fossi così anche tu. Sono abbastanza convinta che se mai decidessi di sposarti e avere figli un giorno, non sarà perché devi ma perché lo senti. E poi guardati intorno, vedi da qualche parte la persona che tua madre aveva scelto per te?”
“Oddio non provochiamola, potrebbe ascoltarci attraverso qualche sistema divinatorio e mandarla qua”
“Una causa persa.”
Chanyeol si sedette sul divano, distese le lunghe gambe sul puff e portò le braccia dietro la nuca. Con gli occhi socchiusi lasciò sfuggire una risata leggera, scosse la testa e si voltò verso lo sguardo confuso di Jia.
“Mi piace averti intorno, sei un po’ come il mio gatto”
“E dovrebbe essere un complimento credo”
“Si direi di si, ogni tanto graffi, ogni tanto accarezzi, tutto in equilibrio a patto non ti si faccia incazzare”
“In effetti mi riconosco nella descrizione. Che ore sono?”
“Direi di prepararci, tra un’ora e mezza ci aspettano al ristorante. Ricordati che sei molto stanca, per favore”.
“Sarà fatto capo! Vado a farmi bella!”
Restando nella stessa posizione per qualche istante, Chaneyol vide Jia chiudersi alle spalle la porta a soffietto che separava la sua stanza con bagno dal salottino e si disse, senza troppo ritegno, che sarebbe stata bella anche con un sacco della spazzatura addosso o senza alcun indumento.
Sorpreso però da quel pensiero che era scivolato con fin troppa naturalezza, decise di calmare la fantasia, fare una doccia e cambiarsi il completo in vista della serata impegnativa che li attendeva.

Arrivammo al ristorante con un’auto di servizio, Chanyeol aveva deciso di sfruttare la chance di avere a disposizione un autista almeno la prima sera per poter ritoccare nel tragitto alcuni dei punti da sottoporre a trainers e i dirigenti, sarebbe stato un appuntamento cruciale per decidere chi tenere in sede e chi mandare a casa, troppe cose stavano andando in modo strano e più ci avvicinavamo al ristorante più si agitava.
“Jia, 4.5?”
“I trainees hanno diritto ad un’assicurazione sanitaria completa, incluse operazioni chirurgiche urgenti e degenza, che si trovino in sede o fuori per questioni legate all’azienda. Chan, respira. Non è così grave la situazione guarda …”
Gli mostrai i conti degli ultimi sei mesi, tutto in crescita, l’unica ombra erano quelle lamentele di alcuni trainees prossimi al debutto: “Qui il problema potrebbe essere solo la loro ansia di non debuttare ed essere rispediti a casa. Cerchiamo di fare un punto anche su loro stasera, e poi possiamo sempre decidere di iniziare a spostare pian piano tutto il lavoro a Seoul e lasciare a Shangai solo un dipartimento audizioni”
“Lo so. Lo so. Non so nemmeno io perché sono tanto in ansia onestamente. Vorrei vedere sempre tutto perfetto”
“Sei un sagittario semplice. Come me”.
Sorrise, finalmente: “E poi potremmo sempre fare un check a sorpresa domani se te la senti. Dovresti comunque incontrare i ragazzi e una simulazione di audizione potrebbe essere la mossa giusta per far luce su tutto. Non metto in dubbio la presenza di persone poco delicate nel nostro ambiente, ma non possiamo licenziare persone che producono dischi e tour da miliardi di Won da anni così su due piedi, o sbaglio?”
“No, hai pienamente ragione. Va bene dai, penso non serva rileggere tutto, dimmi solo se te la senti di parlare anche tu”
Lo guardai confusa, ai cinesi non sarebbe piaciuto per niente.
“Non la trovi una mossa un po’ azzardata?”
“Si, certo. Ma io ti ho chiesto se te la senti non se possa piacere a tutti”
Touchè: “Si certo che me la sento. Alla fine avevi detto di voler rivoluzionare il sistema, magari toccarla subito così piano facendo parlare la vice arrivata da qualche mese li aiuterà a fare marcia indietro e si licenzieranno da soli”.
“Sei sempre incredibilmente sottile, siamo arrivati”
Chanyeol si raccomandò con l’autista di non tardare, a mezzanotte esatta avrebbero concluso la cena/meeting per poter riposare almeno un minimo in vista della giornata successiva.
“Eccoci, Domani andiamo da tua nonna, giusto?”
“Yes, ti dovrai alzare all’alba ti avviso. Andiamo in un posto dove si inizia a lavorare presto”.
Strizzai un occhio lasciandolo forse un po’ alle prese con le sue mille domande interiori, i manager e i produttori erano al tavolo, con quelli che pensai a ragione poi essere gli istruttori delle varie discipline, non ero più abituata a parlare di allenamenti, formazione ed educazione nel senso che questi termini prendono nell’industria KPop. In Cina c’era una sorta di complesso riguardo l’inviare ragazzi in Corea per debuttare, ma i contratti col governo erano estremamente proibitivi, non avevamo nemmeno il diritto di avere un avvocato nel caso ci beccassero in giro senza documenti, qualcosa che accadeva ogni tanto dato che eravamo talmente abituati a stare solo in sala prove o sul palco da trainees, che nemmeno ci ricordavamo delle nostre carte di identità. Io lo avevo vissuto poco ma profondamente quel sistema, finché FeiFei non aveva optato per l’America e a me non dispiaceva affatto come fossero andate le cose, avevo sempre pensato che sarei dovuta diventare un’altra me per farcela.
Così avevo scelto di restare me stessa e farcela in un altro modo. Non lo davo a vedere forse, ma sentivo tutto il potere che sapevo di avere non solo come vice CEO di Chanyeol, ma come Jia.
 
E quella sera non ci furono troppe resistenze alle decisioni di Chanyeol, allo sguardo dolce e fermo di Jia, che era diventato ormai un marchio sereno del proprio essere in profondo contatto con tutto ciò che era sempre stata.
La soddisfazione di Chanyeol, quella dei dirigenti, erano acqua fresca sulle ferite e le lacrime versate per qualcosa che faticava a raccontare ma le aveva inevitabilmente cambiato la vita.
Tutte quelle sue stranezze, all’improvviso, sembravano aver un senso di essere.
Tornarono in macchina dopo il terzo brindisi e a quel punto riuscirono a prendere il respiro e guardarsi con tranquillità, avevano sciolto un bel nodo per quella sede ormai destinata alla chiusura se non si fosse trovata una soluzione.
Chiudere l’ala del training avrebbe permesso la costruzione di sale più ampie per le audizioni, studi di registrazione e sale prove con simulatori di scenario dallo stadio ai teatri per gli artisti ospiti nel paese e Chanyeol avrebbe finalmente trovato il tempo di riposare senza salire ogni due settimane su un aereo.
“A che pensi?”
Chanyeol si sfiorò la guancia e pensò in quel momento al piano in cui all’inizio pensava di coinvolgere Jia: “Pensavo a quando sei arrivata a Seoul. Mi sei sembrata il prototipo della moglie perfetta”
“Che?”
“Si, ho pensato seriamente di chiederti di aiutarmi a convincere mia madre che ci stessimo per sposare per farle dimenticare … lei, non mi viene mai il nome dopo il terzo bicchiere”
Jia rise e poi con grande naturalezza disse solo: “E perché non lo hai più fatto?”
Chanyeol sorrise e guardò fuori dal finestrino: “Perché sono andato dalla maestra Kim e ho capito che non avrei potuto mettere su una recita”
Jia annuì, anche lei pensava che forse le sole risposte utili le avrebbero trovate prendendo la medicina dei veggenti direttamente al Dragon Hole.
“Chan, io credo ci siano più risposte che domande da cercare. Sempre. Domani mattina troveremo qualcosa e la verità è che tu hai già superato il giudizio di chiunque, inclusa tua madre. Io non ho avuto una famiglia tradizionale, non lo so cosa siano le aspettative, perché Rubla e Nonna hanno solo chiesto me di essere felice … a me. Scusa”
“Non scusarti, sei stanca per altro e io ti sto facendo arrovellare la mente”
“No, va bene. Io … cont, sono contenta di essere dove sono e con chi sono, con te insomma. Io penso tu sia molto intelligente e sensibile. Ce la farai”
Annuì convinto che forse in quel momento la sola domanda a confonderlo di più fosse cosa ne sarebbe stato di quei bracciali. Cosa volevano dire? FeiFei e sua nonna, cosa avevano condiviso? Si disse che forse l’unica cosa possibile sarebbe stata parlarne direttamente con lei.
“Jia …”
“Si?”
“Pensi tua nonna voglia raccontarmi la storia con i miei nonni?”
“oh, si credo le farà piacere. Domani quando saremo tornati dal Dragon Hole vorrà vederci di sicuro. Ha sempre qualcosa da darmi”
 
Ero sempre intenta ad osservare i suoi particolari, le espressioni, i nervosismi.
Nonna l’indomani avrebbe risposto a tante domande, forse, e poi c’era quella donna, quella di cui mi aveva parlato e che avremmo trovato al Dragon Hole.
 
La notte trascorse serena, nessun segno da parte di alcun ricordo del passato, Jia e Chanyeol riposarono senza problemi, stanchi per il viaggio e la serata che avrebbe potuto avere una svolta ostica se non si fossero fatti forza a vicenda.
Le finestre oscurate solo dalle tende pesanti, lasciavano trapelare la luce sufficiente per non far sentire Jia inquieta. Entrambi avevano lasciato le porte aperte, c’era uno strano senso di confidenza dalle origini poco chiare ma che dava a tutto un’atmosfera familiare.
Nessuno dei due si sentiva minacciato dalla presenza e il potere dell’altro, entrambi felici di aver trovato una spalla, restava il dubbio di quei bracciali e la signora Kim, di Feifei e la nonna di Chanyeol ma soprattutto, il nonno del ragazzo.
Arrivò con apparente calma il mattino, il sole non era ancora al secondo sbadiglio quando entrambi si trovarono al tavolino del piccolo salotto che divideva le loro stanze, a condividere un pacifico silenzio e la colazione.
 
“Ha idormito bene?”
Annuii ancora con una parte di mente avvolta nelle coperte: “Si, tu?”
“Si, molto”
“Si?”
“Incredibilmente si. Forse perché avevo bisogno di staccare da un po’ ma continuavo a rimandare sapendo che sarei venuto qui presto”
“Forse dovresti ipotizzare qualche momento di stacco vero” Sorrisi, come se lo stessi dando a me stessa quel consiglio, non mi ero goduta un giorno da turista vera in nessun angolo di Terra che avessi visitato.
“Trova, signorina Wein?”
Mi ripromisi di provare a fare questo esperimento del risposo vero: “Si lo so, lo dico anche per me”
“Allora siamo d’accordo. Senti, vogliamo prepararci? Quanto dista da qui casa di tua nonna?”
“Oh, a proposito, è proprio la casa dove sono cresciuta, ti accorgerai che torneremo vicino al dormitorio quindi direi una quarantina di minuti”
Guardò l’orologio e annuì: “Vado, scarpe da trekking?”


“Scarpe da trekking, si”.
   
 
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