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Autore: Chiarazzz95    15/05/2023    0 recensioni
𝘾𝙤𝙣𝙘𝙡𝙪𝙨𝙖 √
Rebeca, una giovane principessa fuori dagli schemi, farà di tutto pur di non sopprimere il suo spirito ribelle, oppresso dal padre e dai suoi doveri da figlia ed erede del reame di Caicos. Sarà il pirata Jeon Jungkook, membro della temibile flotta Coreana dei cigni neri, a farle scoprire veramente cosa significa essere liberi di superare i confini e viaggiare oltre l'oceano che l'affascinava tanto.
🏴‍☠️Dalla storia:
*Accennò un sorrisetto soddisfatto, che sfumò non appena si ricordò con chi adesso, avesse effettivamente a che fare.
«Grazie dell'aiuto» Disse nervosamente.
Jungkook per sua sorpresa tornò con lo sguardo annoiato al suo rum.
«La prossima volta che immischi qualcuno nei tuoi problemi, assicurati almeno che non possa dartene altri»*
•••
Questa storia è una breve long romantica parte di una trilogia ispirata al mondo dei pirati, con riferimenti a Pirati dei Caraibi e Black sails. Non avrà capitoli numerosi e come ogni mia storia contiene scene violente e rigorosamente spicy!!🔥
Attenzione gli idol nelle mie FF fungono solo da presta volto e sono spesso OOC, per questo vi chiedo di separare la realtà dalla finzione e di divertirvi con la vostra immaginazione🙏🏻❤️
Genere: Avventura, Erotico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Nuovo personaggio
Note: Lemon, Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Hoist the Colours.

Parte 2

Sulla prua di quella nave fantasma, la donna dai capelli biondi si voltò nella loro direzione sorridendo dolcemente ad entrambi.
Era bella, talmente bella che quel ritratto non le dava giustizia. Beca alzò lo sguardo e vide Karen salutare la donna, con gli occhi gonfi, come se stesse per piangere da un momento all'altro, ma sapeva che si stesse trattenendo solo per il momento poco adatto.

"Madre!" singhiozzò ancora Rebeca, non sapeva se negli occhi le dessero più fastidio le lacrime o gli spruzzi salati.

La donna non rispose, forse non le era concesso farlo. Sicuramente non poteva smettere di cantare o non aveva più la possibilità di parlare.

Il Re era diventato bianco cadaverico, non appena spostò gli occhi sulla defunta moglie.
Rebeca anche attraverso quel frastuono sentì la voce del padre incrinata nel pronunciare il quel nome dopo tantissimi anni.

"Isabella..."

La donna però non gli sorrise, non almeno come aveva fatto con lei. Ma una sfumatura di ovvia delusione le sporcò le labbra.

La rabbia sopraggiunse sul Re di Caicos, quando un'altra creatura spettrale uscì dalle spalle della compagna morta.
Un uomo, dai lineamenti esotici e simili a quelli di Karen. I capelli castani corti e gli zigomi alti. Gli occhi allungati e color cioccolato fondente, freddi e minacciosi, ma tremendamente affascinanti.
Jun, l'ex capitano del Cigno Nero non che padre di quello attuale, aveva appoggiato la mano sulla spalla della donna che amava, per poi incatenare lo sguardo severo a quello della figlia sull'altra nave. Sembrava soddisfatto nel vederla così cresciuta in sua assenza.

"Puttana! Maledetta puttana! E' colpa tua se nostra figlia è scappata come te!"
Urlò il Re furibondo verso Isabella. La donna non batté ciglio, sembrava sentirlo eppure non si scomodò nemmeno di rispondere. Jun d'altro canto non parve apprezzare, ma si limitò ad alzare la mano in aria.

Rebeca rimase con il fiato sospeso, così come so padre che si limitò a dare l'ordine di puntare i cannoni.

Troppo lento.

Jun abbassò il braccio di colpo, e tutte le navi scheletriche attorno a lui fecero fuoco. L'intera artiglieria della flotta fantasma aveva colpito all'unisono creando un putiferio di enormi dimensioni. Rebeca si coprì le orecchie per il frastuono, e schegge di legno schizzarono da tutti i lati mentre le navi nemiche affondavano e gli uomini su di essi gridavano in cerca di un aiuto impossibile.

"FUOCO!" Gridò Karen con tutto il fiato che aveva in gola. "FUOCO!" ripeté il quartier mastro alla ciurma del Cigno Nero, che obbediente si apprestò ad accendere le micce dei cannoni già carichi di piombo. I numerosi proiettili colpirono lo scafo della nave reale, e a fuoco incrociato, quelli della nave fantasma massacrarono il lato opposto, rendendo il vascello del Re un ammasso di buchi. Alcuni uomini in divisa vennero travolti dalle palle di cannone, o dalle schegge di legno che come proiettili schizzarono ovunque. altri sfuggirono alle fiamme lanciandosi in mare, alcuni con i vestiti bruciati e il volto ridotto ad una maschera di sangue.
Rebeca guardò un ultima volta suo padre, mentre altri navi nemiche sfuggite all'attacco di Jun accerchiavano il Cigno Nero e la nave fantasma. In quel trambusto Taehyung ruotava il galeone come una forsennato, portando la nave sulla facciata opposta a quella del vascello reale. Hope da sopra l'albero si reggeva alle corde delle vele, e si occupava di tenere sotto controllo ciò che restava della flotta nemica, mentre Yoongi, Jimin e Jin aiutavano i mozzi e gli artiglieri a caricare i cannoni, sotto gli ordini di Nam.

Il momento di stallo fu interrotto solo per un attimo, quando un vascello speronò il Cigno Nero da dietro. Rebeca cadde a terra per il contraccolpo insieme a Jungkook. Che si rialzò in tutta fretta portandola con sé lontano dal fuoco nemico.
Karen a quella mossa abbandonò la postazione di comando, per andare a controllare i danni sul retro della nave e guidare i mozzi.

Tuttavia il nuovo arrivato, pronto a disturbare il loro prossimo attacco, non era il loro obbiettivo principale. Taehyung girò il timone, facendo virare ancora la nave e le vele sull'acqua nera. Le navi ad una distanza parallela erano pericolosamente vicine, tanto che Hope da sopra la coffa, si trovò praticamente a un palmo dal naso la vedetta avversaria, anche lei appesa sull'albero maestro.
Il pirata rise, piombando sul povero malcapitato come se fosse il demonio, e il biondo, senza muoversi dalla coffa, cacciò fuori la pistola, incoccò il cane, e sparò facendogli saltare il cervello.

Le navi adesso erano così vicine che quasi potevano sfiorarsi, e Rebeca non era mai stata così a poca distanza da suo padre dopo tanto tempo. Ormai metà della ciurma della nave nemica si era arresa, sotto la potenza dei cannoni del Cigno Nero e delle navi fantasma che avevano affondato quasi tutta la flotta restante.

Fu allora che Jungkook tirò fuori la pistola e la puntò verso l'uomo che gli stava a qualche metro di distanza.

Suo padre tuttavia guardò lei e non batté ciglio, tantomeno sembrò spaventato dalla canna puntata addosso dal pirata che gli aveva strappato la figlia dalle mani.

"Sciocca di una bambina, non basterà uccidermi per far si che tu sia libera" Le disse, spezzandole l'ultimo brandello di cuore a quella resa impossibile. In suo, sperava che almeno dopo quella schiacciante sconfitta quell'uomo potesse almeno arrendersi o farsi perdonare. Ma era talmente marcio e corrotto che ormai, Rebeca si era arresa all'idea che fosse solo un guscio vuoto con in testa una corona sgargiante.

"Stai zitto, pezzo di merda! Chi sei tu per decidere la sua sorte?Tu non la conosci, non hai apprezzato nemmeno un brandello di quello che è, anche se è stata sotto i tuoi occhi per tutto questo tempo. E se pensi che io ti permetterò di fare ancora del male alla donna che amo, ti sbagli di grosso!"

JK ringhiò e incoccò il cane, cercando di rimanere con la mira ferma puntata contro la sua figura. Non sapeva se ammazzare quell'uomo fosse la cosa che Rebeca avrebbe voluto, ma a un suo consenso non avrebbe e esitato a fargli saltare la testa.

Alla ragazza il cuore tamburellò nel petto. Non si aspettava una dichiarazione di quel peso e in quella circostanza. Ironico era il fatto che sembrasse una richiesta di matrimonio da genero a suocero per chiedere la mano della figlia, tralasciando il fatto però, che il suocero in questione avesse una pistola puntata contro.
"La conosci tu? Un pirata? Uno sporco ladro dei mari?" l'uomo sputò a terra, consapevole di esser sotto tiro.
"Feccia, tu e tutta la tua stirpe"
A Rebeca balenò la follia in testa. Non Jungkook, non suo figlio. Non doveva permettersi di giudicare nessuno delle persone che amava.

"Ti sbagli padre" Rispose con voce ferma.

Strappò la pistola di mano a Jungkook che rimase sorpreso a quel gesto, e la puntò lei stessa contro il nemico. Non aveva mai sparato, se non negli allenamenti con Jungkook, ma ovviamente non si era mai trattato di bersagli vivi e a cui, in fondo, aveva voluto anche bene in passato. Il Re sembrò a suo modo sorpreso di quella presa di posizione.

"Ti sbagli quando appelli queste persone come feccia, e ti sbagli quando dici che non sarò mai libera" Disse, guardando per un istante il compagno negli occhi.

"Il fatto e', che lo sono diventata proprio quando i pirati mi hanno portato via. Dovevo solo trovare i ladri giusti " il dito si mosse in automatico e spinse il grilletto che sparò il colpo secco contro il padre.

In quel preciso istante Nam urlò al fuoco, facendo saltare ciò che restava dello scheletro del vascello reale, così come l'ultimo legame che teneva Rebeca ancorata da qualche parte al regno di Caicos.
Vide l'uomo accasciarsi e reggersi il cuore dove il proiettile aveva aperto una chiazza rossa sull'elgante giacca. La guardò un ultima volta, prima di sputare sangue e collassare sul pavimento. Rebeca abbassò l'arma, gli occhi lucidi e la mandibola stretta a causa di quel gesto, di cui oltretutto non si era pentita. Era la sua prima uccisone, eppure non aveva perso i sensi, non aveva rigettato o chiuso gli occhi. Semplicemente il peso che si tolse dallo stomaco, valeva più di mille incubi che avrebbe fatto nelle notti future. E non sarebbe nemmeno scoppiata in lacrime, se solo Jungkook non le avesse stretto la schiena in un abbraccio, scaldandola con il suo corpo.

"E' tutto finito" Le soffiò in un bacio sulla fronte. Dolce, ma salato. Anche lui sembrava essersi tolto di dosso un macigno. "Ti amo" La rassicurò, abbracciandola ancor più forte. E per come la guardò, con quell'intenso e folgorante modo di fare che aveva sempre avuto, Rebeca si liberò in un pianto esaustivo, al limite del ridicolo che l'accompagnò fino ad inginocchiarsi a terra. "Anche io Jungkook, anche io ti amo" Rispose tra i singhiozzi.

I cannoni ormai avevano smesso di fare fuoco, e le navi ricoperte da fumo e ridotte a derelitti, affondavano attorno a loro, se non per una o due che si erano arrese e avevano iniziato la ritirata. Ormai dei vascelli fantasma non vi era più traccia. Tornati sicuramente al disotto del misterioso e freddo mondo marino. Ma Rebeca era sicura di aver sentito su di sé la mano della madre accarezzarle i capelli prima di scomparire tra le onde. O forse era stata solo la sua immaginazione che iniziava a giocarle brutti scherzi.

Si rialzò grazie all'aiuto di Jungkook solo quando fu completamente esausta.

Il Cigno Nero non era in pessime condizioni, ma nonostante i danni minimi, raggiunsero Yoongi e Jin che sembravano abbastanza preoccupati per lo scafo posteriore della nave. La pala, collegata al timone aveva subito un danno grave, e avrebbero dovuto sistemarla prima di poter ripartire per mare. Il vascello che li aveva speronati, e che batteva in ritirata li superò. Rebeca lo trovò saggio, senza gli ordini del Re non aveva alcun senso rischiare di morire inutilmente.

Fu quello che anche tutta la ciurma erroneamente pensò.

Rebeca difatti, come gli altri troppo tardi, si rese conto di una incolmabile assenza sulla nave.

"KAREN! HANNO PRESO KAREN!" Urlò Hope da sopra l'albero.

Il sangue tornò a pomparle nelle vene per l'agitazione.

Sulla caravella che se la stava dando a gambe, vide la sorella con le mani legate da delle corde strette. Mentre inutilmente atterrava alcuni uomini che cercavano di tenerla ferma. Per quanto potesse essere abile on combattimento, a causa della superiorità numerica non poteva far nulla, e impiegarono poco per attaccarla al pavimento e minacciarla con una pistola alla testa. La ciurma del cigno nero, prestò tutta la sua attenzione verso i rapitori del capitano. O meglio il rapitore in questione. Un ragazzo sulla trentina, dai capelli biondi e la pelle chiara, così come gli occhi verdi. Vestiva un di un elegante giacca blu, dai bottoni oro, e un paio di braghe bianche dall'aria costosa.

"Damien.." Soffiò Rebeca, vedendo il suo non più futuro sposo, salutarla con la stessa pistola che aveva puntato contro la sorella. Quello spocchioso francese con cui avrebbe dovuto dividere il letto per volere di suo padre.

"Au revoir, mia dolce amata! Dato che circostanze non l'hanno permesso, se non ti spiace, porto con me questa rumorosa fanciulla. La tua salvezza, per l'impiccagione di questo capitano abbastanza rinomato, mi sembra, almeno per ora, una piccola vittoria soddisfacente nei tuoi confronti" Il saccente ghigno di Damien le fece venire il ribrezzo. Sapeva che avere in mano Karen significava avere allo stesso tempo in pugno lei e tutta la ciurma e che adesso teneva sotto scacco come pedine.

"Aspetta Damien! Aspetta verro io, ma lascia andare Karen!" la fragorosa risata del ragazzo le mise i brividi. E lei a quelle parole poté sentire chiaramente Jungkook, non troppo d'accordo e imprecante al suo fianco.

Quando avrebbe smesso Rebeca di sacrificarsi per gli altri?

"Non dire stronzate!" L'ammonì il pirata. Anche se in cuor suo JK voleva salvare Karen come tutti gli altri, ma nonostante le buone intenzioni, quelli ad avere le mani legate erano proprio loro.

"Sante parole, amico mio" Rispose Damien, afferrando Karen per i corti capelli.

"Lasciami andare, schifoso porco!" La donna tirò le sue corde, sputando contro il ragazzo, che in risposta le diede un calcio in pieno stomaco con lo stivale, facendola tossire convulsamente.

"No, no, piccola stronza. Non ho nessuna intenzione di venir affondato da quella corazzata fantasma che siete riusciti a richiamare dal mare. Io le mie battaglie le combatto sulla terra ferma" Damien non era al corrente del fatto che non avessero altra possibilità alcuna di richiamare i pirati dal regno dei morti, ma la sua mossa era perfettamente comprensibile.

Rebeca vide la nave allontanarsi, e più i metri aumentavano, più la paura di perdere Karen le faceva tremare le ginocchia. Non sapeva che fare, ma le parole di Jimin erano chiare e le battevano nelle orecchie.

"Perderemo uno di noi"

Nessuno era morto, ma non poteva immaginare che questa perdita fosse riferita proprio a Karen. Il Cigno Nero era caduto in preda all'agitazione. Jimin cercava di muovere inutilmente il timone rotto, Hope di mollare gli ormeggi, anche se tutto risultò inutile.

Tutti erano caduti nel panico più frustrante a causa del rapimento del capitano, e Rebeca allarmata rialzò gli occhi sulla sorella, quando l'urlo atroce di Karen si disperse in mare.
Mentre cercava di sfuggire, Damien senza pietà le aveva calpestato la mano con il tacco dello stivale. Un colpo secco che le frantumò tutte le ossa delle dita.
Fu allora che un'ombra ben visibile grazie alle prime luci dell'alba le passò di fianco, sfrecciando come una saetta e librandosi in aria in direzione della nave nemica.

"TAEHYUNG ASPETTA!"

Urlò Jungkook, cercando inutilmente di fermare quel gesto suicida.

Aggrappato ad una fune il timoniere aveva tagliato una corda di netto con la sciabola, e spiccato il volo verso la caravella, diminuendo così la distanza tra lui e i rapitori.

Successe tutto troppo in fretta.

Taehyung superò la coltre d'acqua, e lasciò la presa.

"NO TAE!" Gridò Karen dall'altra parte, vedendo il ragazzo con espressione omicida puntare al biondo.
Con lo slancio il pirata per un pelo raggiunse l'altra nave.
Poco, gli bastava così poco per poter riavere Karen ad un palmo dal naso, e riportarla nel luogo sicuro che era la loro casa.
Ma mentre era in aria, lo squarcio di uno sparo fece urlare il capitano e la ciurma del Cigno Nero di terrore. Il proiettile di Damien lo colpì in viso, e Taehyung cadde in mare aperto finendo tra le onde e i detriti della battaglia.

"NO, NO!!!"

Karen iniziò a piangere. Per la prima volta la sua ciurma la vide riversare lacrime come un fiume. E in quel momento non le fregò un cazzo di sembrar patetica o debole. L'enorme consapevolezza di aver perso una delle persone più importanti per lei le precipitò addosso come la peggiore delle condanne. Rebeca sbiancò e si portò le mani alla bocca per fermare i singhiozzi. Jungkook seguito da Jimin e gli altri, si tuffarono in mare senza battere ciglio, alla ricerca del corpo dell'amico o di ciò che ne era rimasto.
Rebeca tornò a fissare la nave, e il sorriso strafottente di Damien che mano a amano diventava meno chiaro, mentre soddisfatto si rinfilava la pistola fumante nel cinturone. Sentì la testa pesante e le urla di Jungkook e degli altri sotto vento, mentre invano cercavano di ripescare Taehyung tra i detriti in acqua. Ancora da lontano, le urla di Karen, travagliate dal pianto disperato le fecero provare una fitta terribile al cuore.
Le voci divennero ovattate nelle orecchie, i singhiozzi rischiarono di strozzarla.

Nel mentre si era fatta mattina. La luna aveva vegliato sulla ciurma, e il sole era giunto per sostituire il lavoro della sorella. Eppure Rebeca vide nero, come se fosse appena calata l'oscurità della morte su tutti loro.

°°°

🏴‍☠️Angolo della ciurma:

Sorpresa!! Ecco a voi l'ultimo capitolo della storia, ma non temete il prossimo sarà l'epilogo. Così verrano spiegate le ultime cose. Beh che dire è stata un esperienza bellissima, che ovviamente ho intenzione, da come si capisce, di continuare. Insomma il capitano dovrà pur essere salvato..
Taehyung..beh, ho il cuore lacerato 🥲

L'urlo di Karen e lui che si lancia dalla nave in un'azione scioccamente folle, ma disperata, è qualcosa che va contro ogni suo precendente modo di pensare e alla fine non è che diventato il nostro Romeo.

Allora che ne pensate?
Finirà così?
Cosa ci aspetta nel volume due?
Fatemi sapere nei commenti, e se vi è piaciuta la storia.

Grazie per avermi sostenuto e seguito fin qui!! Vi voglio BENE ciurma!🤧🏴‍☠️💜
ChiarazZz 🖤

 

   
 
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