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Autore: SilkyeAnders    16/05/2023    0 recensioni
[Bridgerton ]
Penelope decide di cambiare, di diventare più forte e di non lasciare che la sua felicità dipenda dagli altri.
Colin, nel mentre, si rende conto che dovrà fare ben più del possibile per rimediare al suo fatidico errore.
Una semplice fanfiction su come Penelope Featherington si trasformerà in Penelope Bridgerton.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!
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POLIN CAP 01 Capitolo 1: Situazioni inaspettate

Il mondo aveva improvvisamente smesso di ruotare, il terreno si era fatto più molle ed era più difficile rimanere stabili sulle proprie gambe... D'un tratto, tutto appariva sfocato e distante, come se nulla fosse veramente lì dove lei lo aveva lasciato. Era una bizzarra sensazione a cui, sicuramente, avrebbe prestato più attenzione se non fosse stata devastata dal dolore.
Penelope non riusciva a formulare un pensiero coerente di nessun genere, sentiva la terra mancarle sotto ai piedi e avrebbe desiderato essere inghiottita viva da un varco piuttosto che starsene lì a piangere, seduta sull'altalena in giardino.
Penelope si sentiva come se non ci fosse più via d'uscita; la realtà attorno a lei era ormai priva di ogni senso, in una sola sera era riuscita a farsi piazza pulita attorno. Non solo aveva perso Eloise e Lady Whistledown, aveva perso anche  Colin.
La ragazza tentò di scavare nella sua memoria e ricordare l'ultima volta in cui aveva pianto così tanto. Il ricordo della morte di suo padre affiorò nella sua mente portando con sé anche l'immagine delle braccia esili che l'avevano confortata, ormai non poteva contare nemmeno più su quel supporto.
-Mi sembrava di avervi vista correre fin qui, mia cara- mormorò una voce femminile.
Penelope sollevò lo sguardo asciugandosi i grandi occhi azzurri, ovviamente senza alcun risultato.
-Lady Danbury-.
-Cara ragazza, come mai queste lacrime? Al vostro ballo tra le altre cose!-
Penelope scosse il capo, totalmente sconsolata :-Ho perso tutto...- mormorò.
Lady Danbury sollevò un sopracciglio e si avvicinò appena alla giovane :-Avete perso tutto... Temo di non comprendere-.
-La mia amicizia con Eloise Bridgerton- si limitò a dire Penelope :-E...-
-Sono al corrente delle parole che suo fratello ha riservato nei vostri confronti, impossibile non udirlo vista la sfacciataggine con cui le ha sbandierate ai quattro venti- sibilò la vedova, un tono di amarezza nella sua voce.
Penelope scoppiò di nuovo in lacrime :-Capite ora? Non mi rimane più nulla...-
-Miss Featherington, non so se ve l'ho mai detto ma voi mi piacete. Sapete perché?- chiese la donna.
Quando non ricevette alcuna risposta se non un singhiozzo sommesso, Agatha riprese il suo discorso :-Non vi è mai importato nulla di ciò che le persone avessero da dire sul vostro conto-.
Penelope sollevò nuovamente lo sguardo.
-Benedetta ragazza, stare qui a piangervi addosso non risolverà certo le cose! La vostra felicità non può dipendere da nessuno che non siate voi stessa!-
-Ma...-
-Con i ma e i se non riuscirete mai a farvi strada in questo mondo, Miss Featherington- Agatha sospirò :-Sapete, un tempo io ero come voi... Non c'è spazio per le persone con un cuore puro in questo mondo, bisogna affermarsi. Diventare qualcuno che gli altri temano e rispettino, è necessario per poter sopravvivere-.
-Non credo di potermi fare largo nel mondo attraverso la paura altrui, insomma... Chi mai potrei spaventare?-
Lady Danbury sorrise :-Avete dentro di voi molto più di ciò che credete, dovete solo trovare il coraggio di far uscire allo scoperto la vostra anima. Una volta fatto questo, nulla potrà più ferirvi-.
Agatha si allontanò di nuovo in direzione del ballo, il suo bastone affondava morbidamente sul terreno e Penelope si sentì per un attimo alienata, come se quella conversazione non fosse veramente avvenuta.
Lady Danbury era comparsa davanti a lei improvvisamente e, altrettanto improvvisamente, se ne stava andando.
Penelope si sorprese a pensare che la vedova avesse ragione, forse la sua felicità non doveva necessariamente dipendere dai Bridgerton... Cercò di comprendere che cosa potesse renderla felice ora che era rimasta totalmente sola.
Lady Danbury era sola, pensò, eppure sembrava appagata, come se nulla potesse scalfirla ed era vero che la sua presenza era austera e incuteva timore... Forse Penelope avrebbe potuto prendere esempio dalla vedova e cercare in sé la forza di proseguire in solitudine il suo cammino.
La giovane si alzò dall'altalena, lo sguardo immobile nel punto esatto in cui la vedova si era dileguata con il suo passo claudicante.
Era evidente che dovesse prendere in mano la situazione, non poteva continuare a essere una ragazzina spaventata e ferita, doveva uscire alla luce e far vedere al mondo di che pasta fosse fatta!
Mentre camminava spedita verso la sua camera, ancora completamente ribaltata dalla furia di Eloise, vide un uomo alto e familiare approcciarsi a lei: Benedict Bridgerton.
Penelope pensò che l'ultima cosa che le serviva in quel momento era un altro Bridgerton, eppure erano talmente copiosi che risultava alquanto difficile non imbattersi in uno di loro anche per puro caso.
-Miss Featherington!- esclamò l'uomo.
Penelope si costrinse a fermarsi, in fondo Benedict non le aveva arrecato alcun danno, sarebbe stato oltremodo scortese non parlare con lui almeno per qualche istante.
-Mr. Bridgerton...- mormorò accennando una riverenza educata.
Benedict le sorrise calorosamente :-Vi ho vista scappare poco fa, mi sembrava piangeste- rispose lui in tono calmo.
Penelope abbassò il capo quasi istintivamente, lasciando capire a Benedict che non si era sbagliato.
-Vorrei chiedervi che cosa possa avervi turbato fino a tal punto- mormorò lui :-Ma so che una Signora ha bisogno dei suoi piccoli segreti-.
Penelope gli rivolse un timido sorriso :-Siete stato cortese a preoccuparvi per me, Mr. Bridgerton-.
-Naturalmente, siete una cara amica della mia famiglia e mi spiacerebbe molto se qualcuno fra noi facesse qualcosa per rattristarvi-.
-Dunque sapete anche il mio piccolo segreto- aggiunse lei troppo sconvolta per essere divertita.
Benedict annuì :-Mio fratello non è stato propriamente discreto e, se posso permettermi, trovo che voi siate troppo indulgente con lui-.
-Troppo indulgente? Non è di vostro fratello che state parlando, forse?- incalzò lei.
Benedict annuì :-Certamente ma, vedete Miss Featherington, io trovo che Colin abbia l'orribile vizio di non considerare le persone attorno a lui... O meglio, a lui piace pensare di farlo eppure mi sembra sempre che ci siano motivazioni personali dietro al suo interesse nei confronti del prossimo-.
Penelope sgranò gli occhi, non si aspettava una tale franchezza.
-Fossi stato in voi, ad esempio, sarei andato a dirgliene quattro- aggiunse poco dopo.
Penelope scosse il capo :-E causare una scenata degna della penna di Lady Whistledown? Qui? Al mio ballo?-
-E perché no? Non vi sembra forse che la società imponga troppe regole?- chiese lui divertito.
-Forse, ma è necessario che vi siano... Alcune sono ridicole, se proprio devo essere onesta ma... Non credete che la loro assenza potrebbe gettare questa debole società nel caos più totale?- chiese lei incuriosita.
Benedict si sentì improvvisamente stimolato da quella conversazione, sapeva che Penelope era una ragazza intelligente ed Eloise gli aveva accennato in più di un'occasione fino a che punto la sua compagnia potesse risultare piacevole e, onestamente, stava iniziando a comprendere il perché.
-Probabilmente è come dite voi- rispose con un sorriso.
-Mr. Bridgerton, vi chiedo perdono ma ora dovrei...- mormorò lei indicando l'interno della casa.
Benedict si scostò appena e la salutò con un lieve inchino prima di riprendere la sua passeggiata verso il punto centrale del giardino.
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Fuochi d'artificio.
Che vista nauseante per una persona che stava passando il peggior quarto d'ora della sua esistenza.
Una volta raggiunta la stanza dove Eloise aveva riversato tutta la sua rabbia su di lei, Penelope non era riuscita a trattenersi ed era nuovamente incappata nelle lacrime.
Le mille luci che si riflettevano sul cielo notturno non erano altro che una beffa. I suoi occhi non riuscivano a percepirne il vivido colore ma solo il triste frastuono.
Era tutto così eccessivo, così sfarzoso... Le risate delle persone non facevano altro che piantarle lame nel petto, una ad una con una lentezza disarmante fino a farla dissanguare sul bel pavimento in legno di frassino.
Era certa che al mondo ci fossero sofferenze peggiori, doveva essere così... Le venne in mente la Regina, per quanto Penelope contestasse il suo modo di regnare, era certa di non aver mai visto donna più sola di lei e quel pensiero le suscitava tristezza.
Che orribile sorte doveva essere quella di amare un uomo la cui mente si stava deteriorando lentamente?
Se la Regina poteva sopravvivere a una vita in totale solitudine, forse poteva anche lei.
Penelope si asciugò le lacrime, dentro di sé governava una nuova determinazione che si era fatta largo nel suo cuore in maniera del tutto inaspettata: avrebbe affilato le proprie lame, pronta a tornare più forte che mai.
Lady Danbury aveva ragione, era giunto il momento di indurirsi e di lasciare che ciò che sentiva dentro potesse finalmente uscire fuori, mostrarsi per ciò che era realmente.
E quale modo migliore, si disse, di Lady Whistledown?
Rimise in piedi il suo sgabello e accese una candela in fretta e furia, prese una penna da dentro un cassetto sgangherato e iniziò a scrivere sul primo pezzo di pergamena intatto che riuscì a trovare sulla scrivania disseminata di oggetti.
Penelope si rese conto che le parole fluivano da sole sulla carta, come se la sua mano si muovesse di propria volontà sapendo esattamente cosa scrivere e doveva ammettere che era la prima volta che le succedeva.
Fino a quel momento si era sempre dovuta concentrare per poter buttare giù i suoi articoli ma, in quel preciso istante, sapeva perfettamente che cosa volesse comunicare e a chi. La sensazione era a dir poco inebriante.
Penelope non riuscì a frenare il sorriso malizioso che le spuntò in viso, era consapevole di aver scritto il pezzo migliore della sua intera carriera come Lady Whistledown e doveva ringraziare Lady Danbury di questo.
Pensò che, sicuramente, un giorno avrebbe trovato il modo di sdebitarsi con la vedova.
Si alzò dalla scrivania, la distrazione dei fuochi artificiali aveva creato il giusto scompiglio affinché nessuno la notasse e quello era il momento perfetto per andare in stampa. Dopo una lunga assenza avrebbe sconvolto tutti con un ritorno eclatante, il silenzio non era più un'opzione per la giovane Lady.
E' stato detto che il silenzio può essere più potente delle parole, nessuno lo sa meglio di me.  E' nel silenzio, che si può trovare la verità.
Immagino che basti ascoltare per apprenderla... Io so che ci saranno sempre momenti in cui il silenzio sarà necessario e, naturalmente, momenti in cui non lo sarà.
"Gentili lettori,
credevate mi avessero messa a tacere ma eravate in errore. E se c'è una cosa che oramai dovreste sapere è che questa Autrice non riesce a stare in silenzio a lungo... Sentitamente vostra, Lady Whistledown".
Penelope leggeva attentamente l'estratto della sua rubrica mentre la carrozza la sballottava a destra e sinistra nel tentativo di condurla il più velocemente possibile nel centro di Blumsbury.
Forse questo nuovo articolo era azzardato... Effettivamente, c'erano ben poche cose su cui Penelope aveva mantenuto il silenzio e, in quella circostanza, sapeva che era possibile attrarre ben più guai di quelli che sperava ma sentiva, in cuor suo, di dover agire in quel modo.
Sapeva di dover finalmente mettere un punto a quella dipendenza che l'aveva accompagnata per anni e di cui era ormai divenuta schiava.
La sua felicità non poteva trovarla in nessun altro posto che non fosse il suo cuore, sicuramente cercarla presso i Bridgerton era stata una svista... Un mero sogno infantile a cui era pronta a dire addio per sempre.
Le cose sarebbero cambiate, ne era più che certa!
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La stagione si era conclusa e la nobiltà inglese era ormai pronta per ritirarsi nelle abitazioni di campagna, la famiglia Featherington non faceva affatto eccezione.
Marina Crane era stata abbastanza cortese da offrire a Penelope un soggiorno nella sua casa, con lei e suo marito. Penelope lo aveva trovato strano inizialmente, quando la lettera di sua cugina le era stata recapitata, poi però aveva riflettuto sul fatto che Marina era madre di gemelli e, probabilmente, un aiuto in più in casa le avrebbe giovato.
Portia, seppur riluttante, aveva concesso il permesso alla figlia più giovane di visitare sua cugina ma non aveva certo perso occasione per dichiarare con sdegno "Molto scortese da parte di Lady Crane non invitare il resto della famiglia".
Dal canto suo, Penelope non vedeva l'ora di raggiungere la residenza dei Crane e allontanarsi finalmente dallo sguardo vigile di sua madre.
Il solo pensiero di poter mettere da parte gli orrendi abiti gialli era di per sé una grande vittoria.
Tra l'altro, essere un'ospite la sollevava totalmente dalle questioni monetarie della famiglia. Non avrebbe dovuto pensare a che cosa avrebbe mangiato la sera o a chi chiedere di darle una mano a slacciare il corsetto, i Crane erano provvisti di cibo, domestici e denaro. Penelope sapeva bene che conducevano una vita modesta per essere nobili ma, onestamente, non le pesava affatto.
La tranquillità era proprio ciò che anelava di più in quel momento, per quanto una casa con due bambini urlanti potesse essere tranquilla.
Marina aveva avuto l'accortezza di avvisarla dell'irrequietezza dei gemelli che, seppur ancora molto piccoli, dai racconti di sua cugina sembravano essere più simili a demoni che a umani.
A metà del viaggio Penelope iniziò a notare il cambiamento del paesaggio attorno a lei, le pianure iniziavano a farsi più vaste e incontaminate e il rumore frenetico della città iniziava a diventare un fastidioso brusio lontano.
Il canto degli uccellini la faceva da padrone e persino i colori sembravano più vividi e corposi in campagna!
Appariva tutto talmente bello e sereno che Penelope non poté evitare di pensare a quanto potesse essere piacevole trascorrere le giornate stesa tra i cambi a leggere un buon libro...
-Che fame- mormorò fra sé mentre osservava il paesaggio verdeggiante.
Era in viaggio da qualche ora ormai e il suo stomaco non riusciva più a sopportare la pressione della mancanza di cibo, fortunatamente si era fatta preparare qualche biscotto al limone da trangugiare durante il tragitto.
-Certo, con del tè sarebbe tutto più digeribile- si disse mentre addentava un biscotto.
Fece spallucce pensando che, ad ogni modo, mancava ancora poco e poi avrebbe potuto gustare un buon pranzo nella sua nuova dimora per le prossime settimane.
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Bridgerton House era totalmente silenziosa quella mattina, bizzarro vista la quantità di persone che vi abitavano.
Violet Bridgerton era seduta sul sofà, una mano alla bocca in chiaro segno di sgomento. Non poteva credere ai suoi occhi...
Aveva tra le mani l'ultima edizione del Whistledown, le labbra serrate senza sapere se fosse a causa della rabbia che sentiva montare dentro di sé o della delusione.
-E' così terribile mamma?- chiese Hyacinth cercando di sbirciare oltre la spalla della donna.
Violet scosse il capo alzandosi energicamente dal sofà, spostò il suo sguardo verso il figlio maggiore :-Chiama tuo fratello-.
Anthony annuì brevemente e, senza perdere un minuto in più, si recò al piano di sopra pronto a prendere a calci Colin fino al soggiorno.
Kate sedeva su una poltroncina accanto al camino e osservava con attenzione la vedova Bridgerton, voleva tenersi pronta nel caso la donna svenisse dalla rabbia. Era effettivamente paonazza in volto e le tremavano le mani.
-Santo cielo... Gregory, Hyacinth andate di sopra-.
-Ma mamma!-
-Di sopra! Subito!-
I due ragazzini si scambiarono una rapida occhiata prima di alzare gli occhi al cielo e sparire oltre la porta del soggiorno, fu in quel momento che Kate si alzò dalla sua postazione per sistemarsi accanto a Violet.
-Violet, sedetevi per favore...- mormorò.
-Oh cara, non avere premura nei miei confronti... Non sarò io a dovermi sedere, credimi-.
Kate sentì le gambe tremare, si rese conto in quel momento che, probabilmente, non era saggio suscitare l'ira della donna. Non aveva mai visto i suoi occhi volgere uno sguardo tanto furente a qualcuno e pensare che ogni briciolo di quella rabbia era rivolta a uno dei suoi figli la fece sussultare, non osò immaginare cosa potesse accadere a un estraneo se si fosse imbattuto in Violet Bridgerton in quel preciso momento.
-Credevo di aver cresciuto meglio i miei figli, onestamente- sospirò la donna, il tono amareggiato.
-Li avete cresciuti bene, molto bene in effetti... Sono certa che Colin ha una spiegazione più che plausibile per questo ehm... Incidente-.
-Incidente? Oh Kate, inciampare sul tappeto mentre cerca di raggiungere il buffet, quello è un incidente... Questa è una catastrofe-.
Kate non si sarebbe spinta così oltre in realtà ma poteva comprendere il punto di vista della vedova.
-E' meglio che venga qui con una spiegazione che non mi lasci alcun tipo di dubbio- sbottò Violet.
Kate decise di sedersi nuovamente, inutile starle tra i piedi in quell'istante, rischiava di incanalare la sua rabbia su se stessa ed era certo di non volere che accadesse.
Colin giunse poco tempo dopo nel salotto, l'espressione preoccupata.
-Mamma...-
-Ah, eccoti qui...- sibilò la donna.
-Posso sapere perché mi hai fatto chiamare?- chiese lui con una nota di apprensione nella voce.
-Davvero non lo immagini caro? Eppure dovresti saperlo bene-.
Colin scosse il capo :-Non so di cosa parli-.
Anthony sospirò e Kate riconobbe immediatamente negli occhi del marito l'emozione che li stava attraversando, Anthony stava chiaramente per perdere la pazienza e dye Bridgerton furiosi sarebbero stati troppo anche se la situazione avrebbe potuto richiederlo.
-Colin, perché non ti siedi?- esordì prontamente.
Il ragazzo prese posto sul sofà, faceva scorrere lo sguardo rapidamente su ogni persona presente nella stanza.
-Hai idea dell'orribile gesto che hai commesso?- esclamò Anthony, incapace di trattenersi ancora a lungo.
Colin scosse nuovamente il capo, visibilmente confuso dalla situazione.
-Oh santo cielo, Colin! E' già abbastanza vergognoso che tu abbia fatto un simile orrore ma rinnegarlo...-
-Non capisco- mormorò lui.
Violet sospirò passandogli il foglio che reggeva ancora saldamente tra le mani tremanti. Colin lesse le prime righe dell'articolo e ci mise un solo istante a ricollegare i tasselli del puzzle.
Aveva già litigato con Benedict in proposito... Persino Lady Danbury aveva avuto qualcosa da ridire sulla sua condotta quella sera e, onestamente, Colin non si sentiva di dar loro torto ma, in quel momento, leggere nero su bianco ciò che aveva fatto lo fece raggelare.
La sua mente viaggiava rapidamente, se Lady Whistledown aveva pubblicato l'articolo allora Penelope doveva averlo letto... Di conseguenza lui era in un mare di guai.
" Gentili lettori, chi l'avrebbe mai sospettato? Persino il più affascinante dei Bridgerton può riservare brutte sorprese...
Pare che Mr. Colin Bridgerton, noto per il suo charme e per la sua generosità, sia stato sorpreso a schernire una delle padrone di casa proprio durante il ballo delle Featherington. Non solo Mr. Bridgerton ha mancato di tatto ma ha persino rovinato il mercato matrimoniale per la povera Penelope Featherington dichiarando, a voce nemmeno troppo discreta, che la giovane debuttante non è degna di essere corteggiata. Alquanto spiacevole..."
-No, n-non è possibile- mormorò Colin.
-Il giorno in cui imparerai che a ogni azione corrisponde una conseguenza, fratello... Bè, sarà sicuramente un gran giorno per tutti noi- borbottò Anthony passandosi una mano tra i capelli.
-Io non so davvero che cosa dire...- mormorò nuovamente Colin.
Kate scosse il capo :-Probabilmente hai detto a sufficienza, ti consiglio di ascoltare per questa volta-.
-Penelope è una cara ragazza, figlio mio... Insomma, credevo di averti cresciuto a dovere- sbottò Violet.
-Che cosa avresti detto di preciso?- chiese Anthony massaggiandosi le tempie.
Colin cercò di scavare nella sua memoria, di ricordare anche solo un frammento di quel tedioso discorso a cui era stato costretto da Lord Fife.
-Siete matto?- ripeté quasi in trance :-Non mi sognerei mai di corteggiare Penelope Featherington, nemmeno nelle vostre più spietate fantasie, Fife-.
-Oh Colin- esclamò Violet portandosi una mano al petto :-E' anche peggio di ciò che pensavo-.
Kate si alzò, stavolta nemmeno lei poteva essere indulgente :-Ti rendi conto di quale tremenda sciocchezza...-
-Sì, ovviamente me ne rendo conto ma ormai che cosa posso fare per porvi rimedio?- chiese esasperato.
Violet si sedette accanto a lui prendendogli la mano :-Caro, vorrei piuttosto capire come mai sei stato tanto sgradevole nei confronti di quella povera ragazza-.
-Io non volevo offenderla, chiaramente non stavo pensando alle conseguenze e...-
-Questo perché tu non pensi mai alle conseguenze, fratello! Hai ventitre anni per l'amor del cielo! Quando inizierai a comportarti da uomo?- esclamò Anthony.
-Anthony...-
-No, mamma. Basta difenderlo, Colin ha sbagliato e ha gettato la famiglia in un nuovo scandalo. Come se ultimamente non ne avessimo a sufficienza-.
-Non era mia intenzione, lo sai-.
-Non è mai tua intenzione! Mai!- sbottò Anthony puntando il dito contro il fratello :-Eppure chissà come mai gli scandali sembrano seguirti, fratello... Forse dovresti partire alla volta di nuovi orizzonti e schiarirti un po' le idee e, se Dio volesse benedirci con tale grazia, una volta che sarai di ritorno i pettegolezzi sul tuo conto saranno scemati-.
-Mi stai cacciando?- chiese allibito Colin.
-No, sto anticipando il tuo Gran Tour- osservò Anthony :-Un cambio di prospettiva non potrà che farti bene-.
Detto ciò, tra il silenzio generale, tutti lasciarono la stanza ad eccezione del terzogenito.
Colin rimase seduto sul sofà a fissare, inerme, il pezzo di pergamena che reggeva tra le mani.
Inaspettatamente, si sentiva deluso da se stesso. Ricordare le parole che aveva riservato a Penelope pochi istanti dopo averle promesso di proteggerla per sempre, lo fece sentire sporco.
Non aveva pensato nemmeno per un secondo a quella sera, l'alcool che aveva ingurgitato a causa dell'ansia da prestazione lo aveva inebriato al punto da non ricordare molto bene cosa avesse detto o fatto.
La sua mente era affollata dai flash di quella conversazione e, man mano che ne ripercorreva i passi, si sentiva sempre peggio.
Benedict e Lady Danbury avevano già instillato in lui il seme della vergogna quando lo avevano ripreso per via del suo comportamento ma ora l'intera Londra era a conoscenza della sua inettitudine.
Inutile negarlo, suo fratello aveva ragione... Forse allontanarsi per qualche tempo gli avrebbe fatto bene.
Colin riprese coraggio e, con rinnovato spirito di avventura, decise di andare nella sua stanza a sistemare i bagagli e partire il giorno stesso per il suo Gran Tour.
Magari, la stagione seguente avrebbe portato una ventata di aria fresca e, con un po' di speranza, nessuno avrebbe badato al suo nuovo scandalo in vista di pettegolezzi ben più succosi.
   
 
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