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Autore: Prettybene9816    17/05/2023    0 recensioni
Ines è la sua migliore amica, la persona per cui morirebbe se fosse necessario, ogni azione, pensiero è in funzione di lei, è tutto il suo mondo o almeno credeva che lo fosse, prima che lei gli comunicasse l'intenzione di voler studiare all'estero e di trasferirsi dall'altra parte del mondo.
Giorgio non vuole sentirne ragioni; lei non andrà da nessuna parte, non se questo implica la loro separazione. Lui senza Ines non ha senso di esistere.
Inizia a pianificare un modo di scappare con lei, di convincerla in ogni modo a restare, ma tutto invano perché lei è determinata a seguire suoi sogni, e questi non includono Giorgio.
Trascorrono 4 anni e Ines fa finalmente ritorno nella sua città natale per ultimare gli studi nel sistema scolastico italiano. È felice di respirare aria di casa e di ritrovare tutti i suoi cari, ma non sa che dovrà fare i conti con Giorgio che negli anni è cambiato diventando un criminale, un bullo e uno sciupafemmine.
Conti amari perché Giorgio ha intenzione di fargliela pagare e non avere pietà, esattamente come ha fatto lei abbandonandolo.
Avviso copyright: Tutti i diritti riservati.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Trattenere il rancore è come bere il veleno e sperare che l'altro muoia. INES'S POV: 18 settembre 2019 Caro Gigio, oggi è il mio primo giorno in California. La mia host family è adorabile, ho anche una host sister poco più piccola di me. Sembra molto simpatica e affettuosa, spero che possiamo diventare amiche...non ho mai avuto una sorella e questa sensazione inaspettatamente mi piace. Ho fatto colazione come una vera americana con pancake, bacon e uova! Il succo d'arancia qui è un gallone enorme, penso sia due volte la mia faccia. Per quanto riguarda la mia camera, amo la carta parate tempestato di fiori e la moquette beige. Al centro c'è un lettone che ha un materasso sofficissimo e fuori dalla mia finestra sventola una bandiera americana, che figata. Vado a dormire che domani mi aspetta una giornata piena, mi manchi e vorrei poterti rendere partecipe della mia esperienza. In fondo alla lettera dovresti trovare delle foto della casa e una della host family con me. PS. Non far caso alla mia faccia stravolta, dopo 15 di volo sembro un mocio. Un bacio grande, il tuo granchietto. PRESENTE Mamma dice spesso che sono nata testarda come papà, delle volte mi limito a sorridere, ma mai come oggi potrei darle ragione. Papà ha insistito per accompagnarmi a scuola e io, come una stupida testarda quale sono, ho rifiutato il passaggio per approfittarne a prendere un po' d'aria e imparare la strada da me. Eccomi qui a Villa Adriana con ancora non so quanti chilometri da fare e sono le 8 meno 10. Potrei chiamare papà e accettare la mia sconfitta, ma lo disturberei a lavoro e dovrebbe farsi le corse per poter ritornare in tempo. Colpa mia, errore mio...devo uscirmene da sola da questo casino. Mi metto a una fermata e mentre studio sul tabellone le varie linee dell'autobus, sento un clacson alle mie spalle. All'inizio non mi giro credendo di non essere la diretta interessata, ma poi sento una voce chiamare il mio nome. "Clarissa?" chiedo corrugando la fronte. "Vieni, ti do un passaggio" dice lei aprendo la portiera del passeggero della sua decappottabile "No, grazie. Tranquilla" rifiuto il passaggio non sentendomi a mio agio. "Forza, sono quasi le 8. Sai che abbiamo greco a prima ora, non vorrai fare incazzare la professoressa?" Dannazione, è la prima volta che incontro la professoressa di greco. Non posso darle subito una brutta impressione di me. "Sicura che non sia un disturbo?" "Salta su" replica lei. "Grazie, davvero" mi siedo sul sedile del passeggero e chiudo la portiera. "Non pensavo distasse così tanto da casa la scuola" mormoro posando lo zaino sulle mie ginocchia. "Tesoro, ti conviene prendere la patente e sfrecciare anche tu con una bella macchina" "Preferirei andare in bicicletta, sarebbe più ecologico" Clarissa scoppia a ridere e, onestamente, non ne capisco il motivo. "Potresti chiedere un passaggio a Giorgio, non siete...insomma vivete vicino" Scuoto subito la testa "Non mi sembra il caso" Ci fermiamo al semaforo e Clarissa mette la prima al volo "Perchè ti odia tanto? Gli hai ucciso il cane?" "Santo cielo, no! Non sarei capace di un azione tanto vile" "E allora cosa gli prende? Sembra possa bruciare l'intera città con le occhiate di fuoco che ti lancia" "Io...in realtà sto cercando di capirlo anch'io" "Stavate insieme, vero?" "Chi? Noi due?...Io e Giorgio siamo cugini" "Mio padre si è risposato con sua cugina di terzo grado, non c'è niente di male" La guardo perplessa "Non è il caso di me e Giorgio" "Sicura?" "Più che sicura, io e Giorgio non dureremmo neanche un giorno" "Oh scusami" dice lei frenando di botto facendo cadere un sacchettino che era poggiato sul cruscotto. Fa per recuperarlo, ma mi allungo io prendendolo "Faccio io, tranquilla" "Grazie tesoro, potresti vedere se è ancora integro?" "Ehm...sì, un attimo "scosto il sacchettino con la scritta Rolex sopra e apro un scatolina dove dentro c'è un orologio scintillante, scommetto sia tempestato di diamanti. "E' integro" le dico riposando il tutto nel sacchettino. "Meno male, potresti metterlo nel mio zaino? Così evito di perderlo" "Certo" recupero il suo zaino dai sedili posteriori e infilo il sacchettino dentro con cura. "Regalo di papà per l'inizio dell'anno" mi spiega lei svoltando a scuola. "Carino da parte sua" "Non fa altro che viziarmi, Bartis delle volte è geloso di me" "Bartis è tuo fratello?" "Sì, frequentiamo la stessa classe" "Quindi è un nostro compagno" realizzo ricordandomi di Clarissa in aula ieri. Non abbiamo avuto modo di parlare, più che altro sono stata turbata tutto il giorno dopo il litigio con Giorgio. "Sì! Ieri credo che abbia bidonato insieme a Giorgio" "Vanno d'accordo quindi" "Sono migliori amici" Una volta ero io la migliore amica di Giorgio, detestava essere circondato da qualcuno che non fossi io. "Sono felice per lui" mormoro facendo un sorriso tirato. "E allora? Com'è andato questo primo giorno, Giorgio a parte" "Mi sono trovata molto bene con tutti i professori e Jasmine è adorabile" "Ah si, Jas...credo di non aver mai sentito la sua voce" "Magari è molto timida. Se provi a parlarle, scoprirai che è una bellissima persona" "Sì, un giorno magari..." borbotta lei parcheggiando. Scendiamo insieme e Clarissa caccia un urla salutando qualcuno, mi giro e vedo Giorgio al muretto insieme ad altri ragazzi che m'inchioda con un'occhiataccia. "Io entro...grazie ancora per il passaggio" farfuglio scappando dentro senza darle tempo di replicare. "Buongiorno" saluto Enzo, il barista che ricambia con un sorriso. Grazie a Jas, ieri ho scoperto una scorciatoia per arrivare in classe più velocemente. Attraverso il bar che emana un buonissimo profumo di cornetti caldi con passo rapido e quando faccio per svoltare, vengo fermata da un ragazzo che mi porge un volantino e dice "Ciao scusami, posso rubarti un attimo?" Vorrei rifiutare per raggiungere al più presto la classe, ma porto pazienza e mi fermo ad ascoltarlo "Sì, dimmi" " Grazie, sarò breve. Il ministero dell'ambiente ha finanziato quest'anno un progetto intitolato "Scuole per lo sviluppo sostenibile" e le conseguenti certificazioni che saranno rilasciate, assumeranno una valenza internazionale ai fini del miglioramento delle prestazioni per l'Ambiente, il Sociale e il Governo delle organizzazioni pubbliche e private. Parteciperanno diverse scuole al progetto e chi vincerà, potrà presentare il proprio progetto al consiglio europeo a Bruxelles" Caspita, che occasione imperdibile. "Ci sono 8 posti a disposizione, siamo 5 al momento...ti va di unirti a noi?" chiede alla fine, ma io sono già convinta al mille per mille. "Con piacere!" esclamo un po' troppo forte, sono così felice in realtà. "Davvero? Wow, è stato più facile del previsto. Mi aspettavo un no" dice lui facendomi ridacchiare " Puoi lasciarmi il tuo nome e un recapito telefonico?" "Certo" gli detto il mio nome e il mio numero e lui mi assicura che riceverò un messaggio al più presto per organizzarci con i primi incontri. "Perfetto, allora aspetto un tuo messaggio" "Sì, esatto. A proposito...non mi sono ancora presentato, sono Gabriele" mi porge la sua mano. "Ines, come avrai intuito" gli stringo la mano sorridendo. "Grazie per la tua disponibilità, Ines" dice Gabriele mentre suona la campanella. "Ma di che. Devo andare adesso, a presto!" lo saluto con la mano e scappo via. Raggiungo la classe di fretta e furia ed entrando trovo già Jasmine seduta "Ehi" la saluto buttando per terra lo zaino. "Ciao, hai preso la scorciatoia che ti ho insegnato?" "Sì! E sai chi ho incontrato?" "Chi?" chiede lei mentre le passo il volantino che legge immediatamente. "C'è ancora un posto, ti va di partecipare?" "Interessante, potrebbe anche darmi punteggio per i crediti" "Esatto, va solo a nostro vantaggio. Cosa ne dici?" "Perchè no?" "Sì, che bello! A ricreazione andiamo al bar, così becchiamo il tipo del progetto. Mi pare si chiami Gabriele" "Esposito?" "Non mi ha detto il cognome" "Alto, secco, moro, occhi scuri, capelli lisci con gli occhiali?" "Sì! Allora vi conoscete" "Conoscere è un parolone, è figlio del colonnello Esposito e mia madre fa le pulizie da lui" "Colonnello Esposito, sai che non è la prima volta che lo sento?" mormoro cercando di ricordare dove l'ho sentito già. "E' a comando del ROS" "ROS?" chiedo non capendo. "Il raggruppamento operativo speciale, è l'organo investigativo d'élite dell'Arma dei Carabinieri, l'unico con competenza centralizzata sulla criminalità organizzata e sul terrorismo" "Caspita, dunque è un pezzo grosso" commento impressionata. "Viene sempre con la scorta, mia madre stessa deve superare vari controlli di routine prima di entrare a casa loro" "Capisco, anche i miei zii sono sotto scorta. Mia cugina Zaira ha ricevuto delle minacce e adesso ha una guardia del corpo anche in camera sua" "Sarà molto pesante per lei sopportare questa mancanza di privacy" "Lo è, anche se Tariq sembra un tipo simpatico" dico mentre entra in classe una donna sui 50 con i vestiti che vendono da desigual e una strana smorfia in viso. "Buongiorno" posa le sue cose e noi ci alziamo per accoglierla. "Potete accomodarvi" rantola lei guardando tutti male. Inizia a fare l'appello e quando arriva al nome di Giorgio noto che non è salito in classe, vorrà bidonare anche oggi? "Ines Therani" chiama me e alzo subito la manina. "Sei nuova?" chiede masticando la gomma non curante. "Sì, professoressa" "Ho capito" sposta lo sguardo annoiata al registro. Mi aspettavo un'accoglienza più calorosa. "Perchè ha una faccia schifata?" chiedo piano a Jas che ridacchia e dice "E' la sua faccia, tranquilla" Scuoto la testa divertita mentre sentiamo la porta aprirsi e un ragazzo mulatto seguito da Giorgio entrare in classe. "Scendete in vicepresidenza, vi ho già messo l'assenza" sbotta la professoressa seccata. "Professoressa su, non faccia così!"esclama il ragazzo moro andando verso la professoressa con le mani congiunte. "Bartis, non mi fare perdere tempo. Sparisci" "La prego, sarà l'ultima volta. Mi guardi in faccia, sa che non le mentirei mai" "Come no" commenta Clarissa. Solo adesso collego le cose, ecco il Bartis di cui parlava Clarissa. "Si può fidare di me professoressa, lo sa" insiste Bartis riuscendo alla fine a convincerla. "Muovetevi, e che sia l'ultima volta!" "Sa che la trovo in forma professoressa, ha ripreso ad allenarsi in palestra?" "Vatti a sedere Bartis" borbotta la professoressa che cela invano un sorrisetto. "E' geniale" sussurro a Jas divertita dal teatrino. "E' un clown" sbotta invece lei contrariata. Il sorriso muore quando Bartis si sposta e Giorgio punta gli occhi su di me, abbasso subito i miei e fingo di non essermi accorta del suo ingresso. Sento le sedie dietro di noi spostarsi e con amarezza realizzo che, non solo avrò per tutto l'anno gli occhi addosso di Giorgio, ma che lo avrò a pochi centimetri di distanza dal mio posto. "Iniziamo subito ragazzi, non abbiamo tempo da perdere. Procediamo col primo autore: Seneca" dice la professore e io corrugo la fronte. "Non dovremmo fare greco?" domando stranita a Jas. "Con l'Agata faremo latino e greco e abbiamo greco a quarta ora oggi" "Ah, ho capito. Grazie" La professoressa parte a razzo a spiegare Seneca e faccio un po' fatica a starle dietro, infatti quando entra la bidella con una circolare tiro un sospiro di sollievo. "Pss " sussurra qualcuno alle nostre spalle. Faccio per girarmi, ma Jasmine me lo impedisce sibilando "Ignoralo" Corrugo la fronte stranita mentre Bartis insiste "Pss cioccolatina, dico a te" Jas chiude gli occhi esasperata e si gira forzata. "Mi sono perso l'ultimo pezzo, non è che mi potresti aiutare?" "Sì" mormora Jasmine passandogli il quaderno. "Grazie mille, sei un tesoro" le fa l'occhiolino e inizia a copiare tutti i suoi appunti. In realtà si era perso già da un po'. "Scusami, cosa c'è scritto qui?" la disturba dopo poco. "La Consolatio ad Marciam" gli dice Jasmine paziente. "E' sempre latino?" "Sì" si limita a dire Jas, posso sentire le sue imprecazioni. Azzardo a lanciare un'occhiata al posto di Giorgio e osservo il suo quaderno immacolato, non ha preso neanche un appunto. Sussulto quando il quaderno viene chiuso di scatto e capisco di essere stata beccata. Mi rigiro e trascinando la sedia, m'incollo al banco. La bidella ci mette una vita a mostrare tutte le circolari, infatti la professoressa innervosita le dice di passare più tardi, quando non ci sarà lei. "Continuiamo?" riparte a spiegare senza darci tregua fino al suono della campanella. "Non hai scritto un cazzo, sei un coglione?" chiede Bartis dietro a Giorgio. "A che serve, se mi passerà tutti gli schemi ordinati Clarissa" "Non li passa a suo fratello e li passa al suo scopamico" quasi urla Bartis per farlo sentire a Clarissa che gli lancia una penna. "Ehi! Stavi per prendermi l'occhio!" protesta Bartis. "Era quello l'intento stronzo" replica Clarissa mentre la sento avvicinarsi. "Come stai?" chiede a Giorgio e io m'irrigidisco di scatto. "Vado un attimo al bagno" mormoro scappando dai due. "Ti seguo" mi fa compagnia Jasmine uscendo insieme a me. "Non lo sopporto" sbotta una volta fuori dalla classe affiancandomi. "Chi? La professoressa?" incrocio le braccia attraversando il corridoio. "Bartis, fa anche muovere la mia sedia col suo stupido piede" "Diglielo, così smette" "Se avessi un po' di coraggio, gli direi anche di non rivolgermi la parola. Sai cos'ha fatto il primo giorno di scuola?" Scuoto la testa corrugando la fronte curiosa. "Ero messa al secondo banco, arriva lui col suo amichetto e hanno spostato il primo banco che era vuoto dietro il mio!" "Non ci credo, ma non è giusto!" "A chi lo dici e sai cos'ho fatto?" "Lo hai preso a parole?" "Non ho fatto nulla. Ho accettato il mio destino in silenzio come una fallita" sbotta agitando le braccia. "Non sei una fallita, sei troppo educata e matura per i suoi giochetti infantili" l'attiro a me in un abbraccio impacciato. "E' molto dolce da parte tua, ma sappiamo tutti che prima o poi supererò il mio limite e gli sputerò addosso tutto ciò che penso di lui" "Ovvero?" "Che è un fallito, un imbroglione, un citrullo, un balordo..." "Wo wo, con chi ce l'hai cioccolatina? Me ne occupo io" sentiamo dire alle nostre spalle. Solo adesso ci accorgiamo di Bartis dietro che ci supera e mi porge la mano "Incantato, io sono Bartis" "Ines" mi presento stringendogli la mano. "Vado a fumarmi un cannetta, volete unirvi a me?" "No grazie, non fumo. Grazie per l'offerta" rifiuto cortese. "Cioccolatina?" "No." replica Jas guardandolo male. "Non sapete cosa vi perdete" mette la canna in bocca e dice "Mi coprite se il professore dovesse arrivare in anticipo? Grazie bellezze" ci volta le spalle senza aspettare una risposta. "Non puoi dire che non sia divertente però" mormoro a Jasmine che alza gli occhi al soffitto e svolta per il bagno. "Invece che ne pensi di Clarissa?" chiedo lavandomi le mani con nonchalance. "Odiosa, non per nulla è sorella di quel citrullo" entra nella toilette e grida dentro "Anche se devo ammettere che ha una buona media per merito suo, e non per suo padre, come dicono in giro" "Suo padre?" "E' il preside della scuola, ecco perchè si sentono i padroni del Meli, insieme a Giorgio" Alzo un sopracciglio sorpresa, ora capisco tante cose. "Eh...sapevi di Clarissa e Giorgio?" asciugo le mani con la carta. "Lei è sicuramente più presa di lui" "Dici?" "Non lo conosco bene, ma dal modo in cui scansa sempre Clarissa, posso intuire che non gli piaccia le sue attenzioni" sento che tira lo sciacquone. Esce fuori e andando a lavarsi le mani chiede "A proposito...hai capito perchè ieri si è comportato da grandissimo cafone con te?" "Te l'ho detto, non ci capiamo" faccio una smorfia. "E quindi ti tratta come una pezza? E tu glielo lasci fare?" "Non ho il coraggio di andargli contro" le do una gomitata scherzosa e aggiungo "Abbiamo una cosa in comune, a quanto pare" "Sì, che siamo due codarde" scoppio a ridere e torniamo in classe. Al nostro rientro, Clarissa è ancora sulle ginocchia di Giorgio e mi fa un sorrisino che ricambio, rimettendomi subito a posto. Il professore di filosofia fa il suo ingresso e alzandoci per accoglierlo, ci rimettiamo seduti. L'ho conosciuto ieri il professore di filosofia, sembra molto strano ma una persona di cuore. Saranno divertenti le sue lezioni. "Perera Bartis?" chiede il professore e io e Jasmine ci guardiamo in faccia. Scuoto la testa chiedendo cosa fare e Jas prende parola "Credo sia stato chiamato dal preside" "Sì, e io sono Brad Pitt. Signorina Kapoor vada a cercarlo o vi porterò entrambi veramente dal preside" Faccio per dire che Jas non c'entra nulla, ma lei mi stringe il braccio e scuote la testa "Tranquilla, ci penso io" dice alzandosi per poi uscire dall'aula. Sospiro contrariata mentre sento una penna cadere accanto alla mia sedia. La raccolgo e mi giro per posarla sul banco dietro, ma il sorriso sparisce quando vedo Giorgio con un'espressione tetra che mi augura la morte con solo lo sguardo. Riposo la penna in silenzio e gli do le spalle visibilmente scossa. "Prego" borbotto tra me aprendo il quaderno per prendere appunti anche per Jas che è alla ricerca di quel soprannominato "citrullo". JASMINE'S POV: "Guarda un po' cosa mi tocca fare" sbotto nel corridoio scendendo le scale dell'area A. Dove diavolo si sarà cacciato? E soprattutto...perchè ho preso le sue difese? Che mi sia di lezione per il futuro, dannazione. Faccio il giro dell'agorà immenso e passando a rassegna i giardinetti, scendo nelle varie palestre della scuola. Ancora niente...potrei tornare in classe e dire tutta la verità al professore, sarei ancora in tempo per non perdermi la lezione. Faccio per voltarmi e tornare in classe, ma la mia stupida coscienza me lo impedisce. Perchè devo essere così buona? Perchè! Sbuffo ed esco ai campetti scendendo le scale e attraversando i due campi da pallavolo. "Ciao ragazze, avete vis..." sto per chiedere informazioni del citrullo quando vedo sbucare dalle scale del teatro dei ragazzi barcollanti. "Scusatemi per il disturbo" mollo le ragazzine e vado spedita verso le scale del teatro. Credo che in 5 anni non ci abbia mai messo piede, è troppo appartato e mi vengono i brividi solo a scenderne le scale. Quando mi avvicino al teatro sento un odore pungente di erba e tappandomi il naso, mi sporgo nelle scale trovando un gruppo di ragazzi che stanno fumando. Individuo finalmente il citrullo e lo chiamo, almeno credo di averlo fatto ma non mi sentono. "Che tu sia dannato" sibilo tra me scendendo le scale. I ragazzi notano la mia presenza e girandosi di scatto, mi squadrano tutti dalla testa ai piedi. "Calma, non è pane per i vostri denti" interviene quel citrullo facendo calmare gli spiriti bollenti dei suoi amichetti tossici. "Il professore ti cerca" mi limito a dire, mentre lui si rilassa contro il muro e con lo spinello tra le bocca mormora "E io che pensavo che volessi farti un tiro con me" Neanche nell'universo più remoto. "Potresti venire? Ho già perso un pezzo della lezione" per colpa tua. "Tanto vale perdere anche l'altro pezzo" replica tranquillo lui. Non ha il minimo interesse o pensiero che possa rischiare un rapporto dal professore. "Ci manderà in presidenza, se non ci muoviamo" insisto stringendo i pugni dietro la schiena. "Che problema c'è? Ci parlo io con mio padre" Santi numi, cosa mi trattiene dal prenderlo per le orecchie e trascinarlo in classe? "Bartis, per favore" mi appello alla misericordia del cielo. Non posso credere che siamo arrivati al punto che devo pregarlo per non farci prendere una nota. "Ok ok, a una condizione" si scolla dal muro e mi raggiunge. Corrugo la fronte mentre lui sale sul mio stesso gradino facendomi indietreggiare per la troppa vicinanza e dice "A patto che mi passi gli appunti di filosofia, mi sento un po' stordito al momento" Che razza d'irresponsabile, babbeo, stolto. "Ok" sbotto dandogli le spalle e uscendo da lì con o senza di lui. Attraverso i campetti velocemente senza perdere altro tempo e mentre faccio per entrare dentro la scuola, m'imbatto in Gabriele Esposito che invece sta uscendo. Abbasso subito lo sguardo in imbarazzo e mi faccio da parte per farlo passare, ma lui fa lo stesso e ci scontriamo nuovamente. "Prego" si sposta di lato e mi sorride. Restituisco il sorriso arrossendo fino alle punte dei piedi, ma il suo sorriso muore quando dietro di me Bartis gli dà uno schiaffetto e sghignazza "Piccolo Esposito, che bello vederti" Mi paralizzo quando sento la mano di Bartis sul mio fianco destro che quasi mi spinge dentro e chiede a Gabriele "Come sta tua sorella? Salutamela" Non aspetta una risposta ed entra anche lui facendomi avanzare ancora. Per mio grande sollievo leva la mano sul mio fianco e mi cammina accanto, che diavolo gli è preso prima? "Che profumo usi?" mi chiede ficcandosi le mani in tasca. Alzo lo sguardo a lui che mi supera di parecchi centimetri e mormoro confusa "Profumo?" "Sai di...vaniglia" Vaniglia? E' la prima volta che lo sento dire. "Non lo so, forse è il bagnoschiuma o l'ammorbidente che..." divento di pietra quando Bartis si allunga improvvisamente su di me e infilando il naso prima tra i miei capelli e poi al mio collo dice "No no, sei proprio tu" Rimango spiazzata e lascio che mi superi lungo il corridoio. E' l'effetto della cannabis? Sì, deve essere così per forza. Raggiungiamo la classe e Bartis aprendo la porta, mi fa passare per prima...sembra un dejavù con Gabriele prima. "Alla buon'ora!" esclama il professore mentre con lo sguardo basso torno a posto e Ines dice di aver preso appunti anche per me. "Sei un tesoro" le sorrido stringendole il braccio. Le due ore di filosofia passano fin troppo lentamente e a ricreazione seguo fuori Ines per andare alla ricerca di Gabriele Esposito. Credo che non sappia che mia madre faccia le pulizie da lui, non che me ne vergogni, ma sarebbe un po' strano. Scendiamo al bar non trovandolo nella folla e decidiamo a di andarlo a cercare in classe, se non erro anche lui è del quinto anno ed è della H. Ci mettiamo un po' a trovare la sua classe e raggiungendo la sua aula, ci sporgiamo dentro per vedere un gruppo di ragazze che stanno stuzzicando qualcosa. Chiediamo a loro di Gabriele e ci dicono che dovremmo trovarlo in biblioteca. Riscendiamo e dirigendoci alla biblioteca, ne approfitto per mostrare meglio la scuola a Ines che rimane impressionata dalla sua grandezza. "Eccolo" finalmente lo troviamo davanti alla libreria che consulta un libro. "Sembra impegnato, magari passiamo più tardi" propongo a Ines volendo scappare da lì. Improvvisamente non mi sento all'altezza del progetto, delle mie aspettative, di Gabriele Esposito. "Ines" sentiamo dire proprio dalla direzione di Gabriele. Beccate. "Ehi, disturbiamo?" chiede Ines prendendomi dal braccio, sa che me ne andrei da un momento all'altro. "No, assolutamente" si gira per dare un libro alla bibliotecaria e la ringrazia. Rimango completamente affascinata dai suoi modi di fare. Usciamo dalla biblioteca e lui alzandosi gli occhiali chiede "Mi cercavate?" Anch'io ho sempre questo vizio di alzarmi gli occhiali quando non serve. "Sì, ho trovato un altro componente per il progetto. Ricordo che erano rimasti due posti, siamo ancora in tempo?" "Ricordi bene e, sì, siete ancora in tempo" ci dice facendo un sorrisino timido risaltando le sue fossette. "Lei è Jasmine" mi presenta Ines indicandomi. "Come la principessa Jasmine. Molto piacere, Gabriele" Mi sciolgo. "Ines ti ha spiegato un po' del progetto?" "Più o meno" sussurro in un filo di voce. "Vi va di parlane meglio davanti a un bel caffè delle macchinette? Offro io" "Impossibile da rifiutare" ridacchia Ines, mentre io osservo persa Gabriele. Non pensavo avesse una voce così calda, soave, gli occhi dolcissimi; sembra molto intelligente, una persona alla mano, di buon cuore. "Noi ci siamo scontrati prima, se non sbaglio" dice Gabriele incamminandosi alle macchinette. Allora si è ricordato di me. "Sì, ai campetti" annuisco felice del fatto che mi abbia riconosciuta. "Eri con Bartis" M'incupisco di scatto. "Lunga storia, non siamo amici comunque. È stato un caso vederci insieme " nego qualsiasi legame con quel citrullo. Non voglio assolutamente nulla a che fare con lui. "Capisco. Lo prendi zuccherato il caffè?" mi chiede inserendo il livello dello zucchero. Gabriele è una persona brillante, come già sospettavo. Mi ha esposto con chiarezza tutto il progetto e io letteralmente pendevo dalle sue labbra. È stato così illuminante parlare con lui. Ci diamo appuntamento domani per continuare la nostra chiacchierata interrotta bruscamente e sfortunatamente dalla campanella, e saliamo in classe in fretta per l'ora di greco. "Allora? Cosa ne pensi del progetto?" mi chiede Ines incamminandosi verso la nostra classe. "Penso che se prima ero convinta, adesso Gabriele mi ha straconvinta" Ines scoppia a ridere "Sei cotta a puntino o mi sbaglio?" "Di chi? Gabriele?" faccio la finta tonta. "No, di Bartis" "Eh??" grido un po' troppo forte. "Dicevo di Gabriele, torna a respirare" ridacchia lei entrando in classe. "Vuoi biasimarmi? Lo starei ad ascoltare per ore" la seguo dentro l'aula, ma ci fermiamo sulla soglia quando vediamo Clarissa in lacrime e le sue amichette attorno. "Eccola!" esclama Fabiana, la migliore amica di Clarissa, indicando Ines. "Mi stavate cercando?" chiede lei non capendo cosa stia succedendo. Non lo sto capendo neanch'io. "Come hai potuto? Pensavo che fossimo diventate amiche" piagnucola Clarissa guardando Ines. "Io...non capisco" mormora lei sbattendo piano le palpebre. Fabiana ci viene incontro e ringhia in faccia a Ines "Sappiamo che sei stata tu!" "A fare cosa?" chiedo affiancando Ines. "Tu stanne fuori." sbotta Fabiana spingendomi di lato bruscamente. Perdo l'equilibrio e non riesco ad aggrapparmi in tempo al banco, ma qualcuno alle mie spalle riesce ad afferrarmi prima di ritrovarmi col culo per terra. "Wo wo, che cazzo succede?" realizzo con orrore che sono le mani di Bartis a sostenermi, di nuovo. Mi scosto immediatamente, come scottata dal suo tocco, e Fabiana facendo gli occhi dolci mormora a Bartis "Non sai cos'è successo" "E parla per la miseria" sbotta Bartis mentre anche Giorgio entra in classe, appoggiandosi allo stipite della porta per godersi lo spettacolo. "Clarissa aveva perso l'orologio che le aveva regalato vostro padre. L'abbiamo cercato ovunque e alla fine lo abbiamo trovato" "Tutto questo bordello per un orologio? E dov'era?" chiede Bartis scocciato. "Nello zaino di Ines" singhiozza Clarissa mentre vedo il viso di Ines impallidirsi. "Attenti ragazzi, abbiamo una ladruncola in classe" canticchia alle nostre spalle Giorgio ridendo malefico.
   
 
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