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Autore: veronica85    20/05/2023    1 recensioni
New York, anno 1992. Un ventiquattrenne Mark Sloan si prepara ad assistere al matrimonio di Derek Shepherd, suo migliore amico da vent'anni, in qualità di testimone. E tutto andrebbe benissimo se il suddetto migliore amico non sposasse proprio Addison Montgomery, colei di cui Mark è innamorato dal primo giorno che l'ha conosciuta alla facoltà di Medicina. Come impedire quindi ai suoi sentimenti di rivelarsi, rovinando il matrimonio del suo migliore amico e un'amicizia ventennale? Chiedendo a qualcuna di fidata di fingere di essere la sua ragazza, ovviamente! Funzionerà? Riuscirà a raggiungere il suo scopo? E se le cose prendessero una piega totalmente inaspettata?
Storia partecipante alla challenge “Tanti piccoli semi per far fiorire nuove storie” indetto sul gruppo L’Angolo di Madama Rosmerta.
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Addison Montgomery Sheperd, Altri, Derek Sheperd, Mark Sloan, Teddy Altman
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Nessuna stagione
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Buongiorno a tutti! Lo so, dovrei aggiornare la long o al massimo una delle raccolte e invece sono arrivata qui a postare l’ennesima cosa nuova. E non una shot, ma un’altra minilong, scritta per partecipare ad una challenge del gruppo “L’angolo di Madama Rosmerta”. Volevo solo vedere i pacchetti e poi è successo che la situazione del pacchetto Orchidea era così perfetta che non potevo non usarla, anche perché è davvero tantissimo che rimugino su una cosa del genere. Spero che possa piacervi, fatemelo sapere!

 
How to save a friendship: idea
 
 
 
Looking for my self control (…)
Cloudy and murky is my vision
(….)
And I'm running out of time
(…)
Could you help me clear my conscience?
 

Mark Sloan sospirò osservando la foto, scattata in occasione del suo compleanno, che lo ritraeva tra il suo migliore amico, Derek Christopher Shepherd, col quale da vent’anni condivideva praticamente tutto e l’amore della sua vita, Addison Adrienne Forbes Montgomery, conosciuta solo da cinque anni, ma che si era immediatamente conquistata il posto d’onore nel suo cuore. Chiunque lo avrebbe considerato un bastardo fortunato… finché non avesse scoperto che lui non aveva alcun diritto di provare quel genere di sentimenti nei confronti di Addison. Da quando si erano conosciuti, infatti, Derek aveva fatto capire chiaramente di essere interessato a lei ed Addison aveva a sua volta dimostrato di apprezzare Derek più di chiunque altro, nonostante la sua classe sociale. E lo aveva apprezzato al punto che quando Derek si era dichiarato, lei gli era saltata al collo e per mesi era stata felice come non l’aveva mai vista. E ora stavano insieme da tre anni, avevano conosciuto le rispettive famiglie e Derek era stato così serio da chiedergli di accompagnarlo a comprare un anello. Pochi giorni dopo Addison lo aveva sfoggiato orgogliosamente mentre, al fianco di quello che, da quel momento, sarebbe stato il suo futuro marito, annunciava a lui, Sam, Nae, Archer e Nancy che presto lei e Derek sarebbero convolati a nozze. Quello era stato il giorno in cui Mark aveva definitivamente compreso che non sarebbe mai stato, per Addison, niente di più che un migliore amico. Si era detto che almeno avrebbe evitato di avere una parte troppo grande in quel matrimonio... Ma poi Derek gli aveva chiesto di essere il suo testimone, asserendo che “non avrebbe potuto chiederlo a nessun altro che all’uomo che era sempre stato quanto di più vicino ad un fratello”. E lui si era sentito onorato, ma anche annientato: sapeva che avrebbe partecipato a quel matrimonio desiderando soltanto essere al posto del suo migliore amico e che forse sarebbe stato più onesto rifiutare di prendervi parte... ma farlo avrebbe significato dare troppe spiegazioni, sempre che poi fosse riuscito a trovarne una abbastanza plausibile e sensata da resistere allo sguardo indagatore del suo migliore amico, che lo conosceva come le sue tasche. No, ci sarebbe andato e avrebbe passato la giornata a struggersi per colei che mai avrebbe potuto avere, portandosi a letto più ragazze possibili e... No, dannazione, neanche questa era un’opzione: era il dannato testimone dello sposo, l’unica figura maschile che il suo migliore amico avrebbe avuto al fianco, dato che suo padre era morto e non poteva imboscarsi con le ragazze, non quel giorno. E allora come diavolo avrebbe fatto ad arrivare alla fine di quella dannata giornata senza impazzire? La cosa peggiore era che tutti i suoi amici erano anche amici di Derek e non avrebbe potuto parlarne davvero con nessuno senza mettere in difficoltà il suo interlocutore, ponendolo nella condizione di scegliere tra lui e Derek: il loro gruppo si sarebbe spaccato, nella visione più ottimistica oppure uno dei due sarebbe rimasto completamente isolato perdendo non solo il proprio migliore amico, ma anche tutti gli altri. E di certo Carolyn Shepherd non lo avrebbe più accolto volentieri in casa sua, per non parlare di come avrebbero reagito tutte le sorelle Shepherd… no, non poteva proprio correre rischi, aveva troppo da perdere. Sbuffò, mentre si fermava di fronte a un bar: magari bersi una birra lo avrebbe aiutato a non pensare per un po’, spaccarsi la testa su quella storia non stava risolvendo comunque niente e ormai gli erano rimaste meno di ventiquattro ore per trovare una soluzione sensata, dato che il matrimonio si sarebbe tenuto alle 15 del giorno successivo.
C’erano diversi posti liberi, constatò entrando e avvicinandosi al bancone per ordinare: si sarebbe accomodato e magari letto un giornale e forse… ma quella non era…? Si chiese, mentre i suoi occhi inquadravano una ragazza dalla pelle olivastra, lunghi capelli castani riccissimi e il suo proposito di isolarsi si scioglieva come neve al sole. Ma sì, era proprio lei!
«Allison!» la chiamò mentre allungava il passo per avvicinarsi a lei che, sentendolo, si era voltata nella sua direzione, sorridendogli.
«Ehi, straniero!» lo aveva apostrofato quando poi l’aveva raggiunta in fila alla cassa «sembra quasi incredibile vederti in giro! L’hai finita questa benedetta università?» Mark sorrise istintivamente: si era dimenticato quanto potesse essere solare quella ragazza: aveva solo un anno meno di lui, si erano conosciuti perché il padre di lei era un dipendente del suo e per tutto il periodo delle elementari e medie, aveva passato con lei tutto il tempo che non aveva dedicato a Derek e alla sua famiglia. Si erano persi di vista quando lui aveva iniziato le superiori, pur tenendosi sporadicamente in contatto. Ricordava di averle raccontato di voler entrare a Medicina e di voler sostenere l’MCAT assieme a Derek e che lei gli avesse augurato buona fortuna e poi… poi aveva passato il test al primo colpo e l’università lo aveva talmente assorbito che non aveva avuto il tempo di fare altro. Continuavano giusto a mandarsi gli auguri di Natale e compleanno e solo perché aveva chiesto alla segretaria di suo padre di farlo al suo posto, perché lui era così concentrato con le scadenze dell’università che più di una volta si era perso qualsiasi altra cosa non inerente al suo percorso di studi. Evidentemente, qualcuno quel giorno gli avrebbe consentito di fare almeno una cosa giusta e recuperare con una vecchia amica, che non sarebbe mai stata nulla di più, anche se per un periodo lui ci aveva sperato. Ma poi Allie gli aveva confessato di essere attratta dalle ragazze e il suo desiderio si era volatilizzato. Forse anche per quello non aveva fatto maggiori sforzi per tenersi in contatto, ammise a se stesso: il mare era pieno di pesci e non valeva la pena perdere tempo con una che non lo avrebbe mai filato, aveva decretato anni prima. Beh, ecco il risultato: era comunque andato dietro per anni a un’altra che non lo avrebbe comunque mai filato.  Complimenti genio, si rimproverò mentalmente. «Ho finito la facoltà di Medicina» specificò mentre ordinava una birra chiara «ma sono al primo anno di internato, passo più tempo in ospedale che fuori, facciamo turni di 48 ore e non abbiamo praticamente tempo libero, infatti oggi è un’eccezione. E solo perché ho ottenuto una dispensa dal rettore di facoltà a causa di un impegno inderogabile a cui non posso assolutamente mancare» ossia il matrimonio di Derek e Addison, ma avrebbe evitato di nominarlo il più possibile, non era così masochista, anche perché altrimenti gli avrebbe fatto un sacco di domande.
«Oh, davvero? Spero niente di troppo noioso. Oh, a proposito, io sono con un’amica, oggi, ma puoi unirti a noi se vuoi, così magari potrai parlare con qualcuno che ti capisce: anche lei è una secchiona, sta studiando per sostenere l’MCAT, l’ho praticamente costretta ad uscire di casa oggi…» gli raccontò dirigendosi ad un tavolo già occupato con una birra e un caffè che emanava un odore vanigliato in mano. Mark la seguì, mettendo a fuoco una biondina con lunghi capelli lisci, occhi chiari e le pesanti occhiaie di chi non aveva dormito abbastanza ore.
«Allie, potresti evitare di farmi fare la figura dell’ossessionata?» sbottò la ragazza mentre accettava il bicchiere di caffè e ne sorbiva un sorso. Mark le rivolse un sorriso: flirtare era una specie di seconda natura per lui e non si sarebbe risparmiato neanche quel giorno, neanche se era depresso. Anzi, quella ragazza avrebbe potuto essere un ottimo diversivo e una distrazione perfetta per spegnere il cervello e non pensare a ciò che sarebbe avvenuto l’indomani. Sempre che ci fosse stata. «Studi per entrare a Medicina, non potrei mai pensare una cosa del genere di una futura collega. A proposito, io sono Mark Sloan» si presentò tendendole la mano destra. La ragazza, inizialmente incerta, si allungò per stringerla a sua volta: «Theodora Altman, ma mi chiamano tutti Teddy. Mark Sloan come gli Sloan proprietari del Village?» lo interrogò non appena la sua testa fece il collegamento: sua madre sarebbe andata in un brodo di giuggiole quando glielo avrebbe raccontato, lei adorava quella rivista! Mark le aveva lasciato la mano, alzandole entrambe al livello del viso «Ebbene sì, mio padre è il proprietario di quella rivista, ma io non ho alcuna intenzione di seguire le sue orme, come avrai capito. Io voglio fare l’otorino e, se ci riesco, prendere anche una seconda specializzazione in chirurgia plastica»
«Wow, devi essere davvero bravo per aspirare anche ad una seconda specializzazione! A me basterebbe entrare a Medicina, per il momento, anche se già ho le idee chiare: voglio diventare una chirurga cardiotoracica» affermò convinta la ragazza, gli occhi che letteralmente splendevano a quella prospettiva.
«Il mio amico Sam Bennet vuole diventare chirurgo cardiotoracico, sicuramente andreste d’accordo» ribatté Mark, soddisfatto che la conversazione procedesse così agevolmente: era da un po’ che non gli capitava di incontrare qualcuno, al di fuori della sua cerchia di amici che condividesse i suoi interessi e gli permettesse di parlare a ruota libera di quello che davvero gli interessava.
«Teddy, se ricominci a parlare di medicina ti faccio tornare a casa a piedi» Allison, decisamente infastidita, interruppe l’amica prima che potesse proferire parola. «Piuttosto, avete letto del matrimonio di domani? La figlia dei Montgomery si sposa... Sarà quasi un matrimonio reale. E tu avrai nuove foto di Archer Montgomery su cui sbavare…» «Allie!» sbottò Teddy infastidita «hai deciso di sputtanarmi oggi? E davanti ad un perfetto sconosciuto, per di più!» C’era una pala da qualche parte? Doveva scavare un buco lì e subito per sotterrarsi… e ringraziare la sua buona stella che la sua migliore amica non avesse detto certe cose ad Archer Montgomery in persona!
Gli occhi di Mark brillarono d’ilarità mentre le rivolgeva un sorriso sinceramente divertito. «Se dici così, non hai mai visto quelle davvero ossessionate. Quelle che lo aspettano fuori dalle lezioni, che si offrono di fargli le ricerche o svolgere gli elaborati o che gli mandano dolci e bigliettini smielati a San Valentino. Qualcuna sicuramente cercherà di imbucarsi anche al matrimonio domani, conoscendo certi soggetti» e sarebbe stato estremamente divertente vedere i body guard che Bizzy aveva assunto apposta per l’occasione portare a spalla ragazze vestite nei modi più svariati e… questo lo riportava al suo pensiero iniziale sulla necessità di non passare tutta la giornata successiva a fissare Addison come se avesse voluto trovarsi al posto di Derek… e poi gli occhi inquadrarono le due ragazze di fronte a lui e un’idea prese forma nella sua testa. La espose a voce alta, prima di rifletterci seriamente e cambiare idea: «Stavo pensando... Allie ti andrebbe di accompagnarmi al matrimonio? Sto cercando qualcuna con cui andare da un po’, ma trovo solo cozze appiccicose che si illudono che poi le sposerò o ragazze non interessate per vari motivi. Se vieni tu magari recuperiamo un po’ di tempo perso…» incredibilmente, la cosa aveva più senso di quanto avesse immaginato, si rese conto mentre attendeva che la vecchia amica gli desse una risposta. Lei sembrò rifletterci seriamente «Quindi verrei con te, al matrimonio dei Montgomery, l’evento sociale più blindato della stagione, sarei il tuo “più uno” e, oltre a recuperare con te, potrei rimorchiare tutte le ragazze single. Sembra un sogno, dov’è la fregatura?»
«Tutto giusto. La fregatura è che… tecnicamente sarebbe meglio che non rimorchiassi nessuno, tantomeno una ragazza» sbottò, decidendo in quel momento di mettere tutte le carte in tavola ed esporre chiaramente la sua idea. «Dovresti fare finta di essere la mia ragazza, o comunque fare credere a Derek ed Addison che ci stiamo frequentando» ecco, lo aveva detto: quanto era stupida e ridicola quell’idea da uno a infinito? Infinito al cubo?
«Forse sarà meglio che vada...» mormorò Teddy alzandosi e rompendo il lungo momento di silenzio che era seguito alle parole dell’ultimo degli Sloan, mentre contemporaneamente estraeva il portafoglio per pagare la sua parte «grazie del caffè e della compagnia. È stato un piacere, Mark. Vi lascio parlare con calma» concluse, facendo per allontanarsi, ma una mano le afferrò il polso.
«Aspetta un secondo: prima dimmi se abbiamo appena sentito la stessa cosa. Il dottor Sloan qui presente mi ha davvero appena chiesto di accompagnarlo al matrimonio e far finta di essere la sua ragazza? E mi ha detto che per questo devo trattenermi e non flirtare con le ragazze e fingere di essere etero?»
Mark ribatté prima che Teddy avesse il tempo di elaborare la domanda e aprire bocca: «È esattamente quello che ho detto: non posso andare a quel matrimonio da solo, rischierei di fare qualcosa di stupido, come portarmi a letto le sorelle adolescenti dello sposo per non pensare o passare il tempo a fissare la sposa come se volessi farmela.... che poi è esattamente il problema principale, se proprio vuoi saperlo» ammise, per poi mordersi la lingua: era stato un idiota, aveva appena avuto la prova che Allison non si faceva problemi a dire cose imbarazzanti sui suoi amici e lui andava a confessare proprio a lei un segreto che da anni aveva sempre avuto cura di non condividere con anima viva? Bravo, complimenti, proprio una bella pensata, cosa ti fa credere che ti tratterà meglio di come ha trattato la sua amica? Ma prima che potesse pensare a qualcosa di intelligente per rimediare, Allison diede voce ai suoi peggiori dubbi: «Quindi, fammi capire: hai bisogno di qualcuna di cui fingere di essere innamorato in modo che nessuno capisca che il vero oggetto del tuo desiderio è la sposa? E io che ci guadagno?» indagò l’amica incrociando le braccia sotto il seno. Fu dopo quella domanda che Teddy decise di restare: a quel punto era davvero curiosa di scoprire come sarebbe andata a finire. Fu necessario un po’ di tempo prima che Mark proferisse parola: «Beh, innanzitutto un vestito nuovo a mie spese, se non hai già qualcosa di adatto. Poi la possibilità di partecipare al matrimonio e finire in qualche servizio giornalistico. E ti dovrei un favore.»
Allison ponderò l’idea per qualche istante, poi sospirò: «Se fosse stato il mese scorso o il prossimo, ti avrei detto di sì senza esitare. Ma domani non potrei neanche volendo: i miei hanno organizzato una vacanza tutti insieme, andiamo alle Mauritius per due settimane, hanno trovato un’offerta irrinunciabile. Il volo è alle 16 e sai che bisogna arrivare in aeroporto due ore prima. Posso fare la valigia oggi, ma devo partire comunque alle 14 con loro»
«E la cerimonia si terrà alle 15 e il matrimonio durerà per tutta la sera... sembra che ci abbiamo preso le misure!» cazzo, e lui che era sicuro di aver risolto! Doveva pensare ad altro e farlo in fretta, perché il tempo cominciava a scarseggiare.
Allison scosse la testa, rammaricata: «Mi dispiace, ti avrei aiutato volentieri, sarebbe stata un’occasione perfetta per chiacchierare un po’ e magari conoscere gente nuova. Potrebbe venire Teddy, magari, così avrebbe anche l’opportunità di conoscere il suo adorato Archer» propose di getto, facendo strabuzzare gli occhi all’amica: «Allie! Hai proprio deciso di farmi rimpiangere la mia decisione di uscire, oggi? Domani devo studiare ancora, devo rispettare una tabella di marcia molto rigida. E poi non posso presentarmi in un posto del genere senza invito e con una persona che conosco appena! E come dovrei fare a fingere di essere innamorata di lui? Mi dispiace...» continuò rivolta a Mark, rendendosi conto di come doveva apparire la sua ultima affermazione «non ho nulla contro di te ma... innanzitutto, lei deve piantarla di prendermi in giro solo perché penso che Archer Montgomery sia un bel ragazzo» sbottò trapassando con un’occhiataccia l’amica «e poi... non ti conosco per niente, come dovrei fare a distrarti per ore e ore? O a fingere di essere la tua ragazza?»
«Potreste parlare di Medicina e del test d’ingresso» intervenne Allison, nel tentativo di trovare una soluzione che mettesse tutti d’accordo: non voleva lasciare il vecchio amico in difficoltà, soprattutto dopo che si era confidato, ma davvero non poteva aiutarlo «e potrebbe davvero presentarti Archer Montgomery, se lo conosce. E poi mi sembra di ricordare che a lui piacciono le bionde; quindi, tu saresti comunque più credibile di me come finta fidanzata. Potreste dire che vi siete conosciuti tramite me, che non sarebbe neanche una bugia. E poi, mica devi fare tutto tu, anche lui si deve applicare un po’» sbottò, guardando di traverso Mark che era rimasto in silenzio come se la cosa non lo riguardasse affatto.
«Potrei presentarti un sacco di altra gente oltre quel pallone gonfiato e farti vedere la casa, visto che sono un ospite abituale. E potrei spiegarti l’argomento che ti sta più antipatico tra quelli che devi studiare» quella era stata davvero un’ottima idea, si complimentò con sé stesso: tutti avevano uno o più argomenti che proprio non era nelle loro corde o col quale avevano più difficoltà. Lui e Derek, anni prima, si erano spaccati la testa sui trattati di chimica organica e avrebbero fatto carte false per avere qualcuno che offrisse loro un aiuto simile. Alla fine, avevano risolto comunque, ma non era quello il punto. «E ovviamente vale la stessa offerta fatta ad Allie: un vestito a mie spese, per l’occasione. La madre della sposa pretende cose di un certo livello, sono i più WASP tra i WASP, se il tuo vestito non è di uno stilista famoso non ti fa neanche entrare» si premurò di precisare per prevenire possibili obiezioni: a prescindere dal gusto nel vestire di Teddy (del quale non aveva la minima idea e che poteva essere eccellente, per quanto ne sapeva) niente sarebbe mai stato all'altezza delle pretese di Beatriz Forbes Montgomery. E perché due terzi delle ragazze che conosceva erano innamorate di Archer? Quel tipo gli aveva già fregato una ragazza una volta: l’idea che la storia potesse ripetersi non gli andava proprio giù. Forse avrebbe dovuto chiedere ad Allie se avesse un’altra amica ma avrebbe significato perdere tempo a rispiegare tutto e una persona in più avrebbe conosciuto gli affari suoi. E il matrimonio non sarebbe arrivato più tardi per stare ai suoi comodi. No, la cosa migliore da fare era distrarre quella ragazza e convincerla a prestare attenzione a lui e solo a lui, togliendole dalla testa il suo idolo: quello sarebbe stato il diversivo perfetto per evitare di fissare Addison troppo a lungo come si era ripromesso e avrebbe perfino preso i classici due piccioni con una fava se fosse riuscito a convincere Teddy a dimenticarsi dell’esistenza di Archer. Ma stava facendo i conti senza l’oste perché lei non aveva ancora detto una parola. La guardò e la vide battere ritmicamente le dita sul tavolo, forse stava pensando alla sua proposta. Avrebbe dovuto perorare la sua causa o continuare ad attendere senza pressarla? Qual era la scelta migliore? Si prese un momento per guardarla meglio: i lunghi capelli biondi, le sopracciglia che nascondevano due occhi chiari, le gambe lunghe quanto quelle di Addison, il fisico snello.... decisamente avrebbe potuto andargli molto peggio, non avrebbe neanche avuto grosse difficoltà a trovare un vestito che le andasse bene. La sentì sospirare e la guardò: aveva alzato la testa e stava ricambiando il suo sguardo. «Mi sembra una follia… ma mi sembra anche di capire che se non sarò io, sarà un’altra ragazza. E un’occasione del genere non mi ricapiterà mai più. Inoltre, mi fido di Allison e l’idea è stata sua quindi… suppongo di poter sperare di tornare a casa tutta intera, domani sera». Gli rivolse un’occhiata decisa, che Mark ricambiò: forse era un cretino, ma non sembrava un maniaco. Glielo confermò la sua risposta: «Il mio autista ti riaccompagnerà a casa tua non appena la festa sarà terminata: hai la mia parola»
Teddy annuì: «D’accordo: farò comunque sapere ai miei genitori dove sono e con chi. E a loro dirò la verità. Ma immagino che dovremmo inventare una storia plausibile per i tuoi amici, domani, per cui… da quanto ci frequentiamo? Dove ci siamo conosciuti?»
Mark rifletté seriamente: «Magari un paio di mesi fa? È plausibile e in quel periodo non abbiamo avuto così tanto tempo da passare insieme, io, Addison e Derek. A proposito, se non hai tempo di venire con me per il tuo vestito, dovresti dirmi: il tuo colore preferito, le tue misure, il tuo numero di scarpe, e il tuo indirizzo. Andrò all'atelier uscito di qui e te lo farò recapitare a casa in serata»
Aveva il tempo di andare con lui? Poteva sicuramente trovarlo: cercare una cabina telefonica e avvisare i suoi genitori che avrebbe fatto tardi, che le lasciassero la cena in frigo e che avrebbe mangiato al suo ritorno. E andare avrebbe significato vedere da vicino una serie di vestiti ai quali non avrebbe mai creduto di potersi neanche avvicinare. D’altro canto, era così eccitata da quella prospettiva che temeva di fare qualcosa di stupido che avrebbe portato quel ragazzo a pensare che fosse una perfetta idiota e a decidere di rinunciare a presentarsi con lei al matrimonio. No, non sarebbe successo, si impose, mentre la sua bocca pronunciava le parole prima ancora che il suo cervello avesse finito di elaborare il concetto: «Ho tempo. Onestamente, non credo che stasera riuscirei a combinare qualcosa di utile. Dammi solo un momento per avvisare i miei genitori che farò tardi…»
«Non preoccuparti, ci penso io» intervenne Allison rivolta all’amica «passo da casa tua, parlo coi tuoi e li tranquillizzo. Tanto è sulla strada, non mi costa niente. E voi dovete trovare un vestito stasera, mancano poco più di venti ore al matrimonio. Ci sentiamo quando torno, voglio assolutamente sapere come ve la siete cavata, d’accordo?»
«Forse dovrei passare a casa anch’io» borbottò Teddy, guardando la tuta che aveva messo su all’ultimo quando l’amica l’aveva letteralmente trascinata fuori «potrebbero sbattermi fuori da qualsiasi negozio un po’ decente, conciata così…»
«Nel posto dove voglio portarti sono abituate a vedere studentesse di Medicina esaurite, coi capelli dritti, le occhiaie e tutto il resto. I tuoi vestiti non saranno il massimo, ma non sembri uno spaventapasseri, quindi ti faranno entrare senza problemi. E poi sarai con me, quello che non può la decenza possono i soldi di mio padre, non preoccuparti». Mark lo disse con una tale nonchalance che Teddy non poté trattenere un’espressione allibita. E i suoi occhi si sgranarono ancora di più alla successiva puntualizzazione del ragazzo. «Che poi è l’unica cosa decente che ha fatto per me, in realtà: darmi una carta con credito illimitato. Compensa il fatto che non ci vediamo mai. Il che ormai non è più un problema, non so nemmeno perché lo sto dicendo, ignoratemi» sbottò indurendo l’espressione, quasi sfidando le due ragazze a controbattere. E per andare ancora più sul sicuro, si alzò, esibendo il portafoglio, facendo capire che sarebbe andato a pagare per tutte e tre. Le due ragazze, rimaste sole, si scambiarono un’occhiata: Allison sospirò, leggermente intristita: «Va così da sempre. Sua madre è morta quando era piccolo, è un tasto ancora più dolente, quindi fai solo attenzione a non chiedergli di lei. È per questo che lui e Derek sono così amici: sua madre lo ha letteralmente tirato su insieme ai suoi figli, lui la considera la madre che non ha mai avuto. E credo che questo spieghi anche tutto il resto, in effetti». Teddy assentì, capendo cosa intendeva l’amica: se lo sposo per lui era come un fratello, non avrebbe corso il rischio di perderlo per un sentimento che magari col tempo se ne sarebbe andato. Ed eco il motivo di questa sceneggiata che a lei sembrava assurda ma che forse lui considerava l’estrema possibilità di non fare casini con delle persone veramente importanti per lui. Nel frattempo, Mark le aveva raggiunte nuovamente e stava parlando con Allison «…mi ha fatto davvero piacere rivederti, magari ci sentiamo appena finisco questo benedetto anno da interno, i residenti dovrebbero avere orari leggermente più umani»
Allison annuì, alzandosi: «Ci conto. Ora vado o i miei mi uccideranno. Vi manderò una cartolina dalle Mauritius. Ci sentiamo quando torno!» esclamò dopo aver lanciato un’occhiata all’orologio ed essersi resa conto dell’orario: se doveva anche passare a casa di Teddy doveva decisamente darsi una mossa. Teddy e Mark la salutarono, poi si rivolsero uno sguardo: era il momento di capire se sarebbero davvero stati in grado di cavarsela, il giorno successivo. Fu Mark a rompere il ghiaccio: «Andiamo? Ci vuole un po’ ad arrivare all’atelier. E ci vuole tempo per scegliere il vestito giusto, da quanto ho imparato»
«Sì, certo, andiamo pure. E beh… grazie per l’opportunità» si premurò di aggiungere: aveva la sensazione che le ore successive sarebbero state talmente travolgenti che avrebbe potuto rischiare di dimenticarlo e non avrebbe mai potuto perdonarselo. Mark scrollò le spalle, come a dire che non era niente di che, quindi si avviarono all’uscita, diretti ad una macchina rosa, decisamente appariscente: una Corvette, nientemeno. Mark le aprì la portiera e in quel momento Teddy realizzò che era davvero in una favola, che sarebbe iniziata in quell’esatto secondo. E allora l’avrebbe vissuta e se la sarebbe goduta fino all’ultimo istante. E forse alla fine, anche se non avesse trovato il suo principe azzurro, avrebbe comunque vissuto un sogno indimenticabile.
 

Il titolo e la citazione iniziale, sono presi dall’omonima canzone di Laura Pausini “Love comes from the inside” mentre il titolo del capitolo è ispirato alla canzone "How to save a life" una delle soundtrack di Grey's Anatomy, che da anche il titolo all'episodio 21 della stagione 11
   
 
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