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Autore: ladypink88    28/05/2023    2 recensioni
Laura non è e una ragazza famosa, tanto meno un personaggio importante. Ma quello che si ritrova a vivere è l'incubo di una dipendenza da una droga legalizzata : per risolvere un problema, si ritrova poi a doverne affrontare un altro più grande. Ma questa è anche la storia di un cammino che la porterà verso una silenziosa, ma avvincente vittoria. Intrecci, storie, sentimenti. Un amicizia, un amore, un amante. Due vite che si uniscono in una promessa che sa di eterno.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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Era una serata estremamente piacevole. L'afa diurna aveva lasciato spazio ad un'aria fresca ed estremamente piacevole per i sensi. Perfino per i sensi di Serena che da qualche minuto a questa parte erano stranamente alterati.

Poco a poco la biondina ricominciò a prendere il controllo di sè stessa e a respirare. Si rese conto di ciò che stava accadendo e fu in quel preciso istante che si rese conto della sua posizione : stava passeggiando mano nella mano con Alessandro e trovava la cosa addirittura piacevole.

" Piacevole?!? Oh mio Dio! No!!" .
Fu in quel preciso istante che stacco la mano da lui e si fermò.

Lui fece altrettanto e la osservò altrettanto confuso :
" Ehm tutto bene?" chiese con fare indagatore.
Lei alzò lo sguardo e fece l'errore di guardarlo negli occhi. Un rossore imprevisto si impossessò delle sue guance e il panico tornò a dominarla.

" Ehm no... cioè sì... cioè volevo dire... io volevo sapere... " cercò di intavolare una domanda ma in quel momento le sue capacità comunicative l'avevano abbandonata.

Alessandro sorrise. Pensò che forse l'aveva fatta camminare troppo e con quei tacchi non doveva risultare affatto piacevole.
" Perdonami, non avevo intenzione di farti camminare troppo. Vedrai però che ne sarà valsa la pena..." sussurrò con fare gentile.
Appoggiò una mano sulla spalla della ragazza. 
Serena però nell'entrare in contatto col tocco della mano calda di lui sentì come una specie di scossa elettrica attraversarla e si allontanò di scatto.
Lui ancora più confuso si allontanò e le chiese preoccupato : 
" Davvero se ho fatto qualcosa di male dimmelo..."  Il suo tono era quasi esasperato.

Serena a quel punto era entrata in panico. Le emozioni avevano preso totalmente il sopravvento su di lei in modo del tutto inaspettato. La vicinanza di Alessandro la inebriava e non riusciva a districarsi in quel meandro di sensazioni che provava.
Si sentiva letteralmente un disastro.

Sconfortata, abbassò lo sguardo e si sedette su un gradino di un negozio chiuso di fronte a lei.
" Ehm... io a dire il vero ecco...." provò nuovamente ad articolare una frase ma le sue capacità comunicative l'avevano abbandonata proprio nel momento in cui ne aveva più bisogno.
" Ho sete!" riuscì infine a sussurrare.
Non era del tutto vero. Ma pensò che bere qualcosa di fresco l'avrebbe aiutata a raffreddare almeno momentaneamente quel calderone che aveva in testa.

" Qua di fronte c'è un bar! Ti va una birretta? Abbiamo ancora mezzora prima di andare nel luogo della sorpresa!" propose Alessandro ringalluzzito dall'aver scoperto la causa del malessere della ragazza.
Serena annuì con la testa. E fece per alzarsi, ma lui aveva già attraversato la strada per andare nel locale a prendere delle birre.

La biondina si risedette su quel gradino e sospirò sonoramente. Si sentiva letteralmente fuori fase.
Da quando era diventata così imbranata con i ragazzi?
 " Da quando stai con lui..." .
Scosse la testa. Rifiutando per l'ennesima volta i suoi sentimenti.
Ma per una volta non ne era così convinta. 

 Forse, ma proprio forse, la compagnia di quello spilungone non le spiaceva così tanto. 
Forse, ma proprio forse, poteva dargli una possibilità.
Forse, ma proprio forse, una possibilità gliela stava già dando dato che era proprio in sua compagnia quel sabato sera.


Sospirò nuovamente e si mise le mani nei suoi lunghi capelli biondi scompigliandoli.
" Sua maestà gradisce una birretta?" chiese una voce a lei conosciuta.
Uscì dal suo loop mentale e si accorse che Alessandro si era appoggiato anche lui su quel gradino di quel negozio chiuso e si era seduto proprio accanto a lei.
Lei sorrise e accettò la bevanda.
" Grazie mille!" esclamò gentilmente.
" Oh quale onore! La principessa è tornata tra noi! Ma dimmi un pò , la tua mamma non sarà un pò stanca da tutti i tuoi capricci?" sussurrò lo spilungone con fare ironico.
Il sorriso scomparve dal viso di Serena.
" Mi sarebbe piaciuto essere viziata da mia madre... non ce l'ho più da tanto tempo..." sussurrò tutto d'un fiato mentre dava un primo sorso alla sua birretta.

Lo sguardo di Alessandro si intensificò. Osservò con attenzione il profilo di quella splendida biondina che aveva al suo fianco. Voleva essere scherzoso e invece aveva fatto un passo falso. Non voleva certo rattristirla.
Bevve anche lui un sorso della sua birretta :
" Abbiamo qualcosa in comune allora Miss Principessa... anche io non ho la mia mamma da tanto tempo..."

Questa volta quella che alzò lo sguardo per osservarlo fu lei.
" Non lo sapevo..." sussurrò lei colpita.
Lui la guardò nuovamente :
" Se me lo permetti, questa sera sarò io a viziarti!" propose lui.
Lei sorrise nuovamente e lui potè definirsi soddisfatto. Era riuscito nel suo intento di farla sorridere nuovamente.

Bevve tutto d'un sorso la sua birra e Serena lo imitò.
" Ora si sta proprio meglio non trovi ?". Lei annuì. Lui si alzò e le porse la mano. Lei l'accetto e non la mollò. Però questa volta non venne presa dal panico, anzi sorrise.
Quel contatto con lui la rendeva felice.
Si incamminarono nuovamente .

" Manca molto ? " chiese lei intimidita.
" Uhm no, affatto!" 
E proprio in quella le indicò un ristorante giapponese con una strana targhetta all'entrata :
" SUSHI CRU"

Si trattava di un locale veramente piccolo quanto accogliente. Pochi tavolini in legno con un cuoco giapponese che preparava le pietanze ed una piccola cameriera che correva qua e là portando le ordinazioni.
A Serena brillarono gli occhi. Era semplicemente un posto magnifico e super originale.
" Ma è bellissimo Ale! Non sapevo che anche a te piacesse il sushi!" 
" Bè, non me lo avevi mai chiesto!" replicò lui.

Giusto in quel momento si avvicinò la piccola cameriera : 
" Avete plenotazione?" chiese senza perdersi in preamboli.
" Sì, per due persone. Alle 21" esclamò lui prontamente.

La cameriera indicò un tavolino e i due ragazzi presero posto.
" Cosa porto da bele?" 
Alessandro si rivolse alla biondina .
" Ti va di assaggiare la birra giapponese?".
Lei assentì.
" Allora ci porti due Kirin e due menu degustazione!" esclamò contento.
Lei sorrise :
" Sono proprio curiosa di assaggiare questo sushi!"
" Si tratta di sushi di qualità. Loro sono originari di Sapporo. La verità è che un giorno mi piacerebbe andare a visitare il Giappone e provare le loro pietanze in loco!"
" A chi lo dici anche a me!" esclamò lei altrettanto entusiasta.

Lo spilungone cambiò espressione : " Immagino che tu vorresti fare un viaggio principalmente culinario... golosona!" disse scherzando.
Serena si sentì colta in fallo, ma non era affatto risentita. Sorrise.
" Si, hai assolutamente ragione. In realtà non so proprio nulla del mondo orientale... " ammise lei.
" Ti piacerebbe conoscere qualcosa in più? " chiese lui sinceramente interessato.
" Sì, direi proprio di sì!".

Lui prese il telefono e si mise a cercare qualcosa nel browser. Dopo qualche secondo alzò lo sguardo e  guardandola negli occhi le sussurrò :
" Avvicinati un attimo..."
La biondina si irrigidì.
" Non mordo sai... " e così facendo si avvicinò lui con la sedia.
" Vedi, questo è un blog con tantissimi articoli interessanti sulla cultura giapponese. Anche io adoro il loro cibo, ma sono anche molto interessato a conoscere meglio la loro cultura, le loro tradizioni... sai i giapponesi hanno sempre suscitato la mia curiosità..." non finì la frase.

Serena era colpita. Non pensava che quello spilungone potesse essere così eclettico e pieno di interessi.
" Come mai?" chiese lei incuriosita.
Lui la osservò intensamente. Stava cercando la frase giusta per risponderle.
" Ecco, come dire... mi hanno dato l'idea di essere un popolo di persone che anela intensamente arrivare all'essenza delle cose, senza mai realmente riuscirci. Un pò come te, anche se per ragioni diverse direi."

Giusto in quel momento la cameriera portò due grandi vassoi con il menu degustazione e tutta la loro attenzione si concentrò nel consumare la squisita cena. Alessandro ordinò altre due birre e Serena non protestò. Ma dentro di sè era convinta che sarebbe stata l'ultima per quella sera. Non aveva intenzione di fare cose di cui avrebbe potuto pentirsi.

Ripensò meglio a cosa era appena passato per la sua mente.
" Non aveva intenzione di fare cose di cui avrebbe dovuto pentirsi.....".
E poi le venne in mente quella frase che le aveva detto Alessandro.
" Un popolo che anela all'essenza delle cose , senza mai realmente riuscirvi. Un pò come me, anche se per ragioni diverse..."

" Che cosa avrei in comune secondo te con i giapponesi?" chiese senza neanche rendersene conto.
Alessandro si stava gustando l'ultima fetta di sashimi al salmone.
" Uhm... a quanto pare mi stavi ascoltando con attenzione. Sei sicura di volerlo sapere?" domandò con tono indagatore.
" Beh sì!" esclamò lei convinta.
Lui assentì. Bevve l'ultimo sorso di birra. 
Ne ordinò altre due. Una per lui ed una per Serena. La Kirin gli piaceva davvero molto. E anche se lo nascondeva bene anche lui si sentiva piuttosto emozionato mentre si gustava quella serata speciale con Miss principessa.

" Allora, devi sapere che la società giapponese è molto molto rigida. Anche ai giorni nostri. A loro molte cose che per noi sono banali non sono permesse, e perciò loro vorrebbero tremendamente poter vivere in modo più libero, ma la natura stessa della loro società glielo impedisce , e se rompessero le regole rischierebbero davvero di essere esclusi dalla società e questo per loro sarebbe un guaio!" finì con tono risoluto.

La biondina annuì. Aveva tante cose che avrebbe voluto chiedergli, ma una era più urgente delle altre.
" E che cos'avrebbe tutto questo a che vedere con me?" domandò, con un certo senso di urgenza.
" Bè anche tu vorresti approfondire certi sentimenti, ma non lo fai. Per me sei un libro aperto!" esclamò lui.
" E perchè non lo farei?" incalzò lei.
" Per paura credo." rispose lui con fare serioso.

Colpita e affondata.
Serena abbassò lo sguardo e osservò le fette di sashimi che erano rimaste nel suo piatto. Una di tonno ed una di salmone. Erano squisite. Afferrò con le bacchette la fetta di tonno e la pucciò nella speciale salsina. La portò alla sua bocca e si lasciò inebriare dallo squisito sapore di quella pietanza.

" Siamo molto simili Miss Principessa. Non pensare di essere speciale!" ammise lui, con fare sornione.
Lei rialzò lo sguardo. Si vede che la birra iniziava a fluire e rendeva più facili le confessioni.
Lui continuò.

" Devo ammettere che all'inizio la tua amica mi ispirava parecchio .Davvero sai, è molto graziosa. Ma quando ho visto che non solo era impegnata, ma iperblindata , ho fatto tre passi indietro. E poi qualcos'altro ha attirato la mia attenzione, o meglio qualcun 'altro! Peccato che siate entrambe prese da Manuel... che ragazzo fortunato!" ammise parlando più a se stesso, che con lei.

Serena spalancò i suoi occhioni azzurri.
" Si vede così tanto?" chiese senza mezze remore.
" Non così tanto. Solo per chi sa leggerti." sussurrò lui avvicinando la mano a quella di lei.

Lei avrebbe voluto scostarsi , ma non lo fece. Non voleva avere paura.
" Non so proprio cosa fare...." ammise lei alquanto affranta.
Lui le stava accarezzando la mano disegnando dei piccoli cerchi sul dorso. Era veramente morbida e calda la mano di Miss Principessa.

" Lui ti piace ancora?" si azzardò ad indagare ulteriormente.
" Non come prima. La verità è che non come prima..." ammise lei trovando il coraggio di guardarlo negli occhi.
Lui la osservò con quel suo fare intenso.

" So che ti ho fatto bere un pò. Ti va di provare del sake? Poi ti accompagno io a casa, promesso!" chiese con tono molto dolce, mentre continuava ad accarezzarle la mano.
Lei annuì. Come avrebbe potuto dirgli di no?

Dopo qualche minuto la cameriera arrivò con due tazzine bianche di ceramiche decorate con dei disegni blu e versò un liquido ambrato denominato appunto sake.
Lo assaggiò. Il sapore era forte, ma non le dispiacque.

" C'è una cosa che volevo dirti..." sussurrò lui con fare serio.
" Che cosa? " domandò lei un pò preoccupata.
" Ecco, ho deciso che cambierò facoltà. Vado in statale a fare lingue orientali."affermò lui deciso.
" Che cosa?" esclamò lei agitata.

Appoggiò quella piccola tazzina bianca sul tavolino. Doveva cercare di ragionare.
" Dici sul serio? Come mai?" chiese con tono più calmo.
" Perchè voglio imparare il giapponese e vedere cosa riesco a combinare a livello lavorativo...!Nel frattempo, per questa sessione darò gli esami che so che posso farmi abbonare in statale, per risparmiare un pò di tempo...."
" Capisco." annuì la biondina.
" Mi mancherai in università!" ammise con fare un pò triste.

Lui staccò la mano un attimo e si alzò sussurrandole qualcosa all'orecchio:
"Aspetta 5 minuti" e si allontanò.
Dopo qualche minuto tornò :
" Mi sa che dobbiamo andare Miss Principessaa... siamo rimasti solo noi in questo posto!" 

Serena si guardò attorno e si rese conto che aveva ragione. Diede un'occhiata all'orologio e si rese conto che era quasi mezzanotte e mezza. Non riusciva a raccapezzarsi di quanto fosse volata velocemente il tempo.
Per la terza volta in quella serata , lui le porse la mano per farla alzare e lei l'accettò, senza lasciargliela.
Salutarono ed uscirono dal locale.

" Ale, grazie per avermi offerto la cena. Sei stato gentile!" esclamò lei grata.
" Di nulla Miss Principessa!" scherzò lui.
Lei staccò la mano.
" Ti prego, prendimi sul serio ogni tanto.Vuoi?" chiese lei tra il dolce ed il risentito.
Lui si fermò e la guardò. Sorrise.
Mise le sue grandi mani attorno alle sue guance e la obbligò a guardarlo negli occhi.

Avvicinò le sue labbra a quelle di lei e la baciò. Con una tenerezza infinita.
Staccò le labbra per un momento da quelle di lei e le sussurrò:

" Pensi davvero che non ti prenda sul serio,Serena?" chiese con dolcezza.
Lei negò con la testa.
Era la prima volta che la chiamava col suo nome. 
E lui la baciò ancora. 
E ancora.
Lei ricambiò.

Le loro lingue si toccarono e iniziarono timidamente a fare amicizia.
Lui staccò le mani dal viso di lei e ne appoggiò una dietro la sua nuca e l'altra dietro la sua vita, avvicinandola  ancora di più a lui. Iniziava a fremere di piacere e il suo bacio divenne più passionale ed esigente.
Lei lo seguì.
Rimasero lì per molto tempo.
Il tempo sembrava essersi fermato attorno a loro.
Solo le colonne di San Lorenzo erano testimoni silenti di quel loro intimo scambio.

Ad un certo punto si staccarono perchè l'esigenza di respirare era diventata impellente.
Lui la afferrò per mano con un tocco delicato e ripresero a passeggiare.
La casa di Serena era piuttosto vicina, più di quanto la ragazza si aspettasse.

" E rieccoti a casa sana e salva!" esclamò lui.
" Ale... ecco io..." sembrava che le doti comunicative della biondina l'avessero abbandonata per la seconda volta durante quella magica serata.
" Serena... ascoltami un momento : so essere un ragazzo paziente. Ma a me non basta un " non più come prima..."!"

Annuì. Lui aveva ragione.
Prima che potesse dire qualsiasi cosa lui la baciò ancora.
" Buonanotte principessa. Dormi bene!".
Lei sorrise e si avviò verso il cancello di casa.
Lui la osservò fino a che la siluette della biondina non sparì dietro il portone.

Nota dell'Autrice Malefica:
Devo dire che a questo punto era doverosa una nota dell'Autrice Malefica... scrivere questo capitolo per me è stato sfidante quanto emozionante... questi due devo proprio dire che mi hanno fatto sudare! Però posso proprio dire di essere tendenzialmente soddisfatta del risultato.
Quanta fatica per farli arrivare al bacio, ma ci sono arrivati anche loro... chissà cosa succederà!
Ditemi le vostre impressioni , sono davvero molto curiosa!
Un grosso bacione,
Lady
   
 
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