Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Ricorda la storia  |      
Autore: aelfgifu    31/05/2023    1 recensioni
Faramir, principe d’Ithilien, si confronta con l’uomo che lo ha salvato.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Beregond, Faramir
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Un principe ha soprattutto bisogno di amici
 

Non appena si fu sistemato con sposa e seguito nella sua residenza sugli Emyn Arnen, il principe d’Ithilien incaricò il comandante della sua guardia di portargli Beregond figlio di Baranor. E quando l’ex soldato della Cittadella gli fu davanti, un uomo di qualche anno più anziano di lui, dritto come una lancia di frassino dei Rohirrim, a Faramir per un momento mancarono le parole. 

Fu Beregond a parlare: “Cosa ordina il mio principe?” 

Faramir si alzò dal suo seggio e discese i pochi gradini che lo separavano dal soldato di Gondor. E quando si trovarono faccia a faccia, lo guardò negli occhi e disse: 

“Tu mi hai salvato la vita…” “Non sono stato io, mio principe, è stato Mithrandir a salvarvi, ed è stato il nostro signore Elessar che vi ha -“ obiettò Beregond. 

“Tu hai impedito che mio padre mi bruciasse vivo” insistette Faramir. 

“E ho sparso sangue in un luogo sacro” rispose Beregond. 

“Perché?” 

Beregond guardò il suo principe come se non capisse. 

“Perché?” ripeté Faramir. 

Al soldato tremò la bocca mentre rispondeva. “Perché non stavate morendo… non potevo lasciarvi morire”. 

Faramir gli posò le mani sulle spalle: 

“Amico mio, ritenevi la mia vita così importante?” “Come potete chiederlo, mio signore?” Gli occhi di Beregond si riempirono di lacrime.

“Non è di gente come me che ha bisogno il mondo”. “Vi sbagliate, mio signore” Beregond si gettò a terra e abbracciò le ginocchia di Faramir. “E perdonatemi se non sono riuscito a salvare il Sovrintendente vostro padre!”

“Mio padre voleva morire. Io invece, per merito tuo, ho avuto la grazia della vita”. 

Con un gesto cortese ma fermo, Faramir fece rialzare il soldato. Beregond si asciugò le lacrime col dorso della mano. 

“Ho saputo che hai portato tuo figlio con te”. “Sissignore”. 

“Ha più propensione per i libri o per le armi?” 

“Direi per le armi, mio signore”. 

Faramir sogghignò. “Ma tu pensi che i libri non potranno fargli male, esatto?” 

“È un ragazzino impetuoso, dovrebbe imparare a riflettere…” 

“Verrà a scuola qui a palazzo. Pensi che gli piacerà? E avrà anche un maestro d’armi”. 

“Insieme ai figli dei signori d’Ithilien?” domandò Beregond, dubbioso, aggrottando la fronte. 

“Si troverà bene. E avrà anche tutto il tempo per scoprire questo paese di acque sorgive; sento dire che è un esploratore nato”. Faramir esitò. “A te, invece, volevo offrire un posto nel mio consiglio”. 

Beregond scosse la testa. “Non capisco la politica né la diplomazia” si scusò.

“Però vuoi bene al tuo principe”. 

Beregond sorrise e s’inchinò profondamente:

“Forse è bene che nel consiglio segga anche chi non ama il principe. Io posso servirvi col mio braccio e la mia vita”. 

Il principe d’Ithilien lo strinse in un abbraccio. 

“Un principe ha soprattutto bisogno di amici, di veri amici” mormorò, rivolto quasi più a sé stesso che al suo sottoposto. “Grazie, Beregond, figlio di Baranor”.

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: aelfgifu